Buonasera a tutti! Sono fidanzata da molti anni ma non riesco ad andare a cena a casa dei suoi .. h

16 risposte
Buonasera a tutti!
Sono fidanzata da molti anni ma non riesco ad andare a cena a casa dei suoi .. ho un bellissimo rapporto con la madre tant'è che ci sentiamo quotidianamente tramite messaggi o chiamate e mi sento molto fortunata in quanto mi accolgono sempre con grande amore, tutta la sua famiglia. Solitamente vado il pomeriggio a casa sua e sono tranquilla ma poi se penso che io debba restare a cena/pranzo mi viene l'ansia ma non capisco bene il motivo e ci sto parecchio male. Come faccio a superare questa cosa? inizialmente riuscivo ad andarci ma poi dopo il lockdown e le varie quarantene ho molta difficoltà.. vorrei farcela a superare questa cosa in quanto mi crea dispiacere.
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, le difficoltà relazionali o i sintomi sono sempre collegati e nascono all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. L'imbarazzo può nascere da molte condizioni diverse. Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Sarebbe opportuno cercare di capire cosa possa aver contribuito alla genesi della sofferenza in atto.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Cosa rappresenta per lei la condivisione dei pasti principali? Quale è il suo rapporto con il cibo? Riesce a lasciarsi andare o sente il bisogno di tenere le situazioni sotto controllo?
Sono tanti gli aspetti da indagare. Si conceda la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico per chiarire la causa del suo disagio, esprimere ed elaborare i vissuti emotivi collegati alla situazione. Nella mia lunga esperienza ho verificato che gli effetti possono essere molto distanti dalla causa, basta individuarli, vederli chiaramente nella giusta dimensione e collegarli ai vissuti condizionanti e ai blocchi emotivi che non permettono di poter vivere ciò che si può desiderare. Lavorando sull'integrazione psicorporea/emotiva si può stimolare la fiducia in se stessi che può permettere di liberarsi dai blocchi emotivi e dai condizionamenti subiti. Distinti saluti
Gentile Utente, soffre la presenza di timori che in questo momento non sono tematizzati, nel senso che non conosciamo che timori siano. In questi casi, per non cedere alla tentazione di interpretare o tirare a indovinare, dobbiamo andare a capire di che si tratti. Ovvero, cosa temo dei pasti in compagnia? Ed è solo con la famiglia del suo ragazzo o più generalmente ha a che fare con il mangiare in pubblico? Provi a forzarsi delicatamente ad andare, non con l’obiettivo di farlo, ma di sentire dove si blocca la mente, quale ostacolo incontra, mettendolo a fuoco. Fatto ciò avremo una rappresentazione verosimile del reale problema che frustra la possibilità di mangiare in compagnia della famiglia del suo ragazzo. Un caro saluto
Buonasera mi dispiace per la sua difficoltà. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale attraverso il quale saranno rintracciati tutti i pensieri negativi che fa riguardo l'evento (andare a pranzo o cena dai suoceri) capire il significato che lei da a questi pensieri e lavorarci per distaccarsi e assumere una visione più funzionale e in parallelo lavorare anche sulla parte comportamentale ( sul fatto di andare a cena dai suoceri) , logicamente si lavorerà anche sulle emozioni che lei prova. Per qualsiasi altra informazione resto a sua disposizione . Cordiali saluti
Gentile utente, ogni emozione che proviamo nasce da dei pensieri che facciamo. Sarebbe importante comprendere cosa teme dalla condivisione dei pasti con loro? E' la prima volta che le capita una cosa simile? Le succede anche con altre persone?
Cosa pensa sia cambiato rispetto a prima de covid?
Sicuramente la questione richiede ulteriori approfondimenti.
Le consiglio per tanto di prendere in considerazione la possibilità di elaborare tali vissuti con l'aiuto di uno specialista.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buona sera la ringrazio per la sua condivisione, immagino quanto sia difficile gestire le emozioni che accompagnano questa esperienza, che merita di essere presa in considerazione con un percorso psicoterapeutico per poter scoprire le risorse necessarie per poterla affrontare e sostenere le sue capacità di resilienza. cordiali saluti
Buona sera, comprendo che determinate situazioni ci mettono a disagio . Ha scritto che quest'ansia e imbarazzo la sta provando dopo la pandemia. Sarebbe utile analizzare le sue preoccupazioni profonde, le convinzioni che la guidano in questo evitamento. Sicuramente il covid ha destabilizzato le nostre abitudini e l'ansia per il contagio è tanta. Penso che avrebbe tanta voglia di risolvere questo blocco e sono sicura che con l'aiuto di un professionista individuerà la causa scatenante e svilupperà dei nuovi modi di percepire la situazione.
In bocca al lupo!
Se ha delle domande mi farà piacere rispondere anche privatamente.
Buona serata
Gentile Utente, dalle sue righe si coglie sicuramente il disagio che vive e che riporta. D'altra parte è difficile in tal modo darle risposte dettagliate. I disagi relazionali si inseriscono sempre nella storia personale di ciascuno, nel contesto in cui vive, nelle modalità apprese e reiterate. Utile quindi, a mio avviso, sarebbe potersi concedere la possibilità di esplorare a fondo la questione con il sostegno di uno Psicoterapeuta. Soltanto in tal modo potrà avere, probabilmente, a disposizione nuove lenti con cui guardare e gestire ciò che oggi le procura disagio.
Qualora avesse dubbi o info da chiedere, non esiti a scrivermi in privato. Sarà mia premura risponderle.
La saluto.
Salve forse sarebbe opportuno un maggiore approfondimento di questo suo vissuto e quindi un consulto per approfondire le tematiche legare a questo suo comportamento potrebbe essere una buona possibilità. Un cordiale saluto
Salve, mi spiace molto leggere di questo suo disagio.
Credo che la questione meriterebbe un maggiore approfondimento. Dice che la situazione è peggiorata dopo il lockdown, quindi mi chiedo se durante il lockdown o le varie quarantene di cui parla è successo qualcosa in particolare che potrebbe averle causato questo disagio.
La invito comunque a considerare l'idea di rivolgersi ad uno psicologo per capire la causa del suo disagio e poterlo affrontare al meglio.
Un caro saluto
Salve, potrebbe essere diversi i motivi di questo blocco, tipo la difficoltà nel mangiare in pubblico. Per questo motivo le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta per analizzare nel dettaglio la cosa e vedere come superarla. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile utente, mi solleva leggere il rapporto positivo con la famiglia del suo fidanzato. Quindi bene fin qui! Il problema sorge nelle ore serali, quando la luce del giorno cala. Si aggiunge un momento di condivisione (il pranzo, la cena sono rituali che accomunano i popoli anche di culture diverse) che acquisisce significati culturali, espressioni come modi di essere e comportamenti. Lei racconta la manifestazione dell'ansia circoscritta al momento della cena e solo a casa del suo fidanzato (sarebbe necessario indagare oltre). Mi viene da pensare quali sono le caratteristiche che i componenti della famiglia del suo fidanzato esprime nel momento della cena? E quali elementi di questi percepisce come una minaccia e le provocano disagio. Quando l'asticella dell'ansia si alza segnala un pericolo. Quindi sarebbe necessario tradurre in parole quale è la minaccia che il suo pensiero registra in maniera implicita, ovvero cosa rischia in occasione della cena? Sarebbe opportuno in sede di colloquio con un esperto capire quale è il pericolo che lei corre. Cordiali saluti dott.ssa S. Zito
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Gent.le Utente,
grazie per aver condiviso il suo stato d'animo circa questa situazione emotivamente molto significativa per lei. Premesso che occorrerebbero più elementi per poter avere un quadro più completo della situazione, la invito a riflettere sulla possibilità che la difficoltà non stia a casa del suo fidanzato e quindi nella situazione in cui si troverebbe fermandosi a cena dalla sua famiglia, ma nel lasciare la sua casa in senso fisico e affettivo per potersi recare ed immergere in un contesto d'appartenenza diverso dal suo seppur amorevole e accogliente. Come suggerito dai miei colleghi, sarebbe interessante ed opportuno esplorare tutto questo in un percorso terapeutico.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un cordiale saluto
Salve,
Non è possibile darle una risposta precisa. Se la situazione persiste e sente il bisogno di capire meglio cosa le succede le consiglio di ritagliarsi uno spazio di ascolto dove possa dare voce a ciò che le accade, al proprio vissuto emotivo. Bicchi
Buonasera avrei bisogno di conoscere altri elementi per poter esprimere un parere o fornirle un consiglio.
Concordo con il collega nell'invitarla a riflettere sul fatto che questa sua reticenza nel fermarsi a pranzo o a cena a casa del suo fidanzato sia dovuto al suo timore inconscio di lasciare la sua famiglia di origine.
In ogni caso un percorso di psicoterapia a orientamento sistemico relazionale potrebbe aiutarla.
Buona giornata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi

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