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SPAZIO DONNA giornata di sostegno psicologico per donne che affrontano momenti di vita difficili
02/12/2024
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I pazienti hanno appena iniziato a rilasciare recensioni.
Considero la dottoressa Agnese Martinoli molto professionale ed empatica, in grado di metterti subito a tuo agio e di mostrare grande rispetto ed attenzione.
Attenta, scrupolosa, paziente e disponibile all’ascolto. Dotata di grande competenza e professionalità. Un incontro importante che ha contribuito al mio percorso di crescita
La dottoressa Agnese mi ha supportato con grande sensibilità nel superare un lutto difficile. Grazie al suo aiuto sono riuscita ad affrontare il dolore e a trovare un nuovo equilibrio. La consiglio sicuramente.
La Dott.ssa Martinoli è una professionista seria e preparata, capace di ascoltare con attenzione e offrire spunti utili per affrontare le difficoltà. Grazie al suo supporto, ho acquisito maggiore chiarezza e strumenti concreti per gestire le mie sfide quotidiane. Un aiuto prezioso per chi desidera intraprendere un percorso di crescita personale.
La Dott.ssa Martinoli è una professionista straordinaria. Con empatia e competenza, mi ha aiutato a superare i miei disturbi d'ansia, offrendomi strumenti pratici e supporto costante. Ogni seduta è stata un'occasione per sentirmi ascoltato e per fare progressi concreti. Grazie al suo aiuto, oggi mi sento più forte e serena. La consiglio vivamente a chiunque stia cercando un valido supporto psicologico.
Ho il piacere di essere seguita dalla Dott.ssa Agnese per diversi mesi e posso dire che è una professionista eccezionale. La sua empatia, competenza e capacità di ascolto mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Grazie al suo supporto, sono riuscita a superare un momento difficile e a trovare una nuova prospettiva per affrontare una situazione molto complicata . Sto continuando il percorso perchè è un modo di prendermi cura di me e grazie alla dott.ssa Agnese sto imparando a volermi bene. La consiglio vivamente!
ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, sono una ragazza di 28 anni e sono fidanzata da più di quattro anni. E' la mia prima relazione importante.
Purtroppo nel corso della mia relazione ci sono stati vari problemi, che hanno spinto il nostro rapporto in crisi diverse volte. Lui è una persona molto gelosa, e lo sono anch' io, tant'è che in passato ci sono stati molti litigi in seguito alla mia decisione di partire per brevi periodi, con le mie amiche e mia sorella, per dei viaggi. In seguito al mio ultimo viaggio, la nostra relazione si è interrotta per circa due mesi, durante i quali ho visto davvero la sofferenza che queste mie scelte gli provocavano, decidendo così di giungere ad un compromesso: viaggiare tutti insieme, amiche e fidanzato.
Lui di base è una persona abbastanza sedentaria, abitudinaria, per cui raramente, se non nel periodo estivo, gli viene voglia di esplorare posti ed uscire dalla propria routine. Mentre io e le mie amiche siamo più spinte da questa voglia di avventura e di conoscere posti nuovi.
Come dicevo, non sono disposta a rinunciarci ma nemmeno ad essere egoista a tal punto da continuare a farlo soffrire, per le ragioni raccontate prima.
Qui entra in gioco però, mia sorella. Siamo quasi coetanee, ma non ha mai avuto una relazione. Mi sento continuamente giudicata dal suo modo diverso di vedere la vita, le relazioni, ma soprattutto sono invasa dai sensi di colpa, per questa mia scelta, nei suoi confronti.
Non avendo un compagno, e avendo lo stesso gruppo di amiche, prevalentemente fidanzate, è come se mi facessi carico io di tutte le sue aspettative.
Lei è delusa da questa mia decisione, ritiene che io sia stata manipolata, disapprova la mia relazione, le mie scelte, il mio voler superare le crisi di coppia che ci sono state col mio fidanzato. Mi sento costantemente giudicata da lei, e la cosa peggiore è che non so se il mio punto di vista sia sbagliato oppure no. Mi sento di averla "tradita" prendendo questa scelta, perché ciò implica il viaggiare sempre tutti insieme, e so che lei, in quanto single, non accetterebbe mai una vacanza in "3" se non in gruppo. Lei non è una persona disposta a viaggiare in gruppo, compresi i fidanzati delle mie amiche, essendo al momento l'unica single. Mi sento responsabile della sua impossibilità di viaggiare.
Mi sento intrappolata tra due fuochi, da un lato mia sorella, con le sue idee di vedere la vita, la voglia di viaggiare, e il continuo disapprovare la mia relazione, dall'altro il mio fidanzato, che non accetta più tutto ciò e col quale io vorrei costruirci poi una famiglia. Sono egoista? manipolata? non lo so.
Leggo nel tuo racconto il peso di emozioni molto intense: la tensione tra il desiderio di mantenere l’equilibrio nelle relazioni con le persone a te care e la sensazione di essere giudicata e forse, a tratti, incompiuta rispetto ai tuoi stessi bisogni. Prima di tutto, voglio dirti che quello che stai vivendo è comprensibile e umano: il confronto con gli altri, soprattutto con chi amiamo, può portarci a sentirci intrappolati tra aspettative e desideri contrapposti.
Nella tua esperienza emerge un tema centrale, la polarità. Da un lato, il tuo desiderio di esplorare e vivere nuove esperienze, dall’altro il bisogno di costruire e proteggere una relazione affettiva importante. E poi c’è il legame con tua sorella, che sembra portarti in un luogo ancora più complesso, fatto di aspettative, senso di responsabilità e il timore di deluderla. Mi colpisce come tu ti stia muovendo con cura e rispetto verso tutte queste parti, cercando di trovare una strada che tenga insieme i pezzi di questa complessità.
Una domanda che mi sento di proporti è questa: cosa senti davvero tuo, autentico, in tutto ciò? È possibile che alcune scelte siano nate per assecondare gli altri, mentre altre rispondono più profondamente al tuo sentire? Portare attenzione al “qui e ora” di ciò che provi, senza giudizio, può aiutarti a distinguere tra ciò che nasce da te e ciò che forse ti è stato “imposto” dalle circostanze o dalle aspettative altrui.
Rispetto a tua sorella, è importante ricordare che, anche se vi legano un affetto e una storia comuni, le vostre vite e i vostri percorsi sono unici e distinti. Portarti sulle spalle la sua delusione o le sue aspettative potrebbe toglierti energia e spazio per vivere pienamente la tua vita. Non significa non amarla, ma piuttosto riconoscere che il tuo cammino non può essere identico al suo, né tu puoi essere responsabile del modo in cui lei affronta le sue esperienze.
Infine, con il tuo compagno, hai già dimostrato una grande disponibilità a trovare compromessi. Questo è un segno di maturità e amore. Tuttavia, il compromesso, per essere sostenibile, deve lasciare spazio anche ai tuoi bisogni fondamentali, come quello di esplorare e vivere momenti di libertà. Riflettere insieme su come costruire una relazione che vi permetta entrambi di sentirvi liberi e sicuri potrebbe essere un passaggio importante.
Non sei egoista e nemmeno manipolata: sembri una persona che si sta interrogando con profondità sulle proprie scelte. Questo è un atto di coraggio e consapevolezza. Continuare a esplorare il tuo sentire, magari con un supporto che ti aiuti a far emergere le tue risorse interiori, può aiutarti a ritrovare chiarezza e pace in questo momento di grande complessità.
Buonasera.
Il mio compagno mi accusa ingiustamente di essermi riavvicinata all ex. Di fare la stupida al lavoro. Di parlare male di lui con i miei famigliari, addirittura ha notato comportamenti ambigui di mio figlio di 8 anni. Di non capire cosa fa lui per me e che io non faccio nulla per lui. Di essere strana. Che non mi importa di stare insieme a lui. Che lui sta male se non mi vede e a me non importa (non conviviamo, nel weekend avevo impegni lavorativi e con mio fratello). Mi fa sentire in colpa per tutto, per come tengo la casa, per come socializzo, per i rapporti intimi, per ogni mio difetto. Questa cosa mi innervosisce perché va avanti da un anno. Alla minima accusa mi arrabbio così mi sento pure dire che con me non si può parlare. Io gli voglio molto bene e non faccio niente di ciò che mi dice ma mi sta logorando l’anima. Cosa posso fare? Mi sta manipolando? O sono sintomi di insicurezza?
Buongiorno ,
grazie per aver condiviso la tua esperienza, che immagino possa essere molto dolorosa e carica di confusione. Le tue parole trasmettono una profonda sofferenza e il peso emotivo di una relazione che sembra aver perso un equilibrio sereno. Mi sembra che tu stia vivendo una situazione in cui senti di non essere vista e compresa per ciò che sei, e questo può essere davvero logorante.
Nella tua domanda ci sono tanti aspetti importanti: da un lato il desiderio di capire se si tratta di manipolazione o insicurezza da parte del tuo compagno, dall’altro il bisogno di trovare un modo per non sentirti sopraffatta e per recuperare un senso di equilibrio dentro di
è importante partire da ciò che stai provando tu, dal tuo vissuto: come ti senti quando ricevi queste accuse? Cosa accade nel tuo corpo, nei tuoi pensieri, nelle tue emozioni? Il tuo sentire è un punto di partenza prezioso per esplorare ciò che sta succedendo, sia dentro di te che nella relazione.
L’accusa, soprattutto quando è reiterata e non basata su fatti concreti, può effettivamente avere un effetto manipolatorio, anche se forse non è consapevole. Tuttavia, questa dinamica può anche essere alimentata da insicurezze profonde del tuo compagno, che sembrano portarlo a proiettare su di te timori o mancanze che forse non riesce a gestire. Non è tuo compito “risolvere” le sue insicurezze, ma è importante chiederti se e come questa relazione possa essere trasformata in uno spazio più sano per entrambi.
Un altro punto essenziale è il tuo bisogno di proteggerti. Quando parli di sentirti logorata nell’anima, stai mettendo in luce un limite che è stato superato: il tuo benessere è altrettanto importante di quello del tuo compagno. Potresti iniziare a riflettere su cosa desideri per te, su quali sono i tuoi bisogni emotivi e pratici in una relazione, e su come puoi comunicarli senza sentirti costantemente giudicata.
Può essere utile chiedere un momento di confronto con lui in cui poter esprimere, con calma, il tuo punto di vista, senza entrare nella dinamica dell’accusa-difesa. Ad esempio, potresti condividere come ti senti di fronte a certe sue parole, evitando di attribuirgli colpe ma concentrandoti sul tuo vissuto (“Quando accade questo, io mi sento…”). Tuttavia, è altrettanto importante chiederti se lui sia disposto a costruire insieme questo dialogo.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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