Dr.
Vittorio Penzo
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Esperienze
Su di me
Psicologo- Dottore in psicologia dell'Intervento Clinico e Sociale- Behavior analyst ABA- Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale in formazione.
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Formazione
- Università degli studi di Parma
- Università degli studi G. D'annunzio
- Accademia di scienze cognitive e comportamentali ASCCO
Specializzazioni
- Psicologia Clinica
- Psicologia cognitiva
- Psicoterapia cognitivo comportamentale
Tirocini
- NPIA- ausl Parma
- CTF-ausl Parma
- Tice- Centro dell'apprendimento
Competenze linguistiche
- Italiano
23 recensioni
Punteggio generale
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Francesca
Il dottor Penzo mi ha accolto con gentilezza e professionalità, creando immediatamente un ambiente di fiducia e sicurezza. Il dottore ha dimostrato una profonda empatia nel ascoltare le mie preoccupazioni e nel fornirmi un supporto immediato.
E' stata un'esperienza estremamente positiva e confortante.
Dr. Vittorio Penzo
Ti ringrazio per aver condiviso questo tuo pensiero positivo. Uno degli elementi necessari per creare un rapporto terapeutico credo sia la fiducia reciproca, con l'ascolto e l'insegnamento da parte di entrambi.
Anna
Mi sono affidata al dottor Penzo per un disturbo d’ansia che mi stava davvero travolgendo. Il percorso sta ancora continuando, ma già mi sento molto meglio.
Dr. Vittorio Penzo
Grazie per le tue parole, credo fortemente nel percorso che abbiamo iniziato insieme.
G.F.
La mia esperienza con il dottor Penzo è stata estremamente positiva. Ho trovato la sua approfondita comprensione delle mie sfide e la sua capacità di fornire prospettive nuove estremamente preziose. In particolare, ho apprezzato il suo approccio empatico e non giudicante, che mi ha fatto sentire accolta e compresa. Consiglio vivamente a chiunque stia cercando un professionista empatico e competente per il supporto psicologico
Dr. Vittorio Penzo
Ti ringrazio, la tua opinione è molto preziosa per me. Trasmettersi a vicenda i valori è la base su cui costruire un bellissimo percorso insieme.
Francesco Mazzuca
Il dott. V. Penzo ha una grande professionalità nel svolgere il suo mestiere. Mi ha dato una grande mano.
Dr. Vittorio Penzo
Ti ringrazio, il viaggio intrapreso insieme è stato uno scambio reciproco di insegnamenti.
Giacomo
La prima volta che mi sono recato dal dott. Penzo sono rimasto piacevolmente sorpreso. Si è prodigato subito per mettermi a mio agio. Ben presto mi sono trovato a chiacchierare con un amico che tuttavia si è sempre dimostrato professionale.
Dr. Vittorio Penzo
Grazie per le belle parole spese, creare una relazione amicale a volte può sembrare difficile ma è la base per creare una relazione terapeutica salda e condivisa.
MD. D.
Il professionissta ha rispettato le mie aspettative: è risultato particolarmente accogliente e attento alle mie esigenze. Sintonizzandosi da subito sul mio canale comunicativo, è stato estremamente semplice aprirmi con lui, riuscendo a toccare temi molto delicati e profondi che minano la mia tranquillità quotidiana.
Dr. Vittorio Penzo
Ti ringrazio per la tua preziosissima opinione, la comunicazione e la sensibilità sono entrati a far parte del nostro percorso costruito insieme.
Rg
Professionista disponibile e serio con un approccio moderno e attento. Mi ha aiutato davvero molto. Consigliatissimo.
Dr. Vittorio Penzo
Ti sono grato per il tuo feedback positivo, l'attenzione e l'ascolto sono le basi su cui abbiamo costruito insieme il viaggio che abbiamo affrontato.
R.S.
Il Dott. Penzo si è dimostrato un professionista altamente qualificato e competente. Ha saputo mettermi a mio agio fin da subito, creando un clima di fiducia. Mi ha ascoltato con attenzione e senza alcun giudizio, dimostrando una profonda empatia e comprensione della mia situazione. Durante l’incontro inoltre è stato adottato un approccio personalizzato, adattando la consulenza alle mie specifiche esigenze e problematiche. Consiglio il Dott. Penzo a chiunque necessiti di un supporto psicologico professionale, competente e personalizzato poiché mi ha fornito consigli pratici e utili che ho potuto mettere in atto fin da subito per migliorare la mia situazione.
Il Dott. Penzo si è dimostrato disponibile e flessibile, adattandosi alle mie esigenze di orario e di modalità di svolgimento della consulenza.
Dr. Vittorio Penzo
Ti ringrazio veramente per le bellissime parole spese. Il percorso è stato costruito insieme attraverso scambi di reciproco rispetto e cordialità.
AD
Empatia, professionalità, cordialità. Non potevo trovare persona migliore per affrontare il mio percorso
Dr. Vittorio Penzo
Grazie per aver condiviso questo tuo pensiero, sono molto contento di averti trasmesso i miei valori. Il rispetto è reciproco.
A.C.
Sono stato in terapia dal Dott.Penzo tempo fa. Un professionista esemplare, che riesce attraverso la sua preparazione ad istaurare con il paziente un rapporto di grande crescita personale.
Dr. Vittorio Penzo
Ti ringrazio per questo tuo feedback positivo. Riuscire a trasmettere i miei valori è alla base del mio lavoro terapeutico.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 72 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buonasera, mio figlio è in comunità da 6 mesi per ludopatia, è adottato da quando aveva 17 giorni, ha una figlia di 2 anni, non è sposato e non si frequenta con la sua ex, non vede sua figlia da 1 anno e cerca di rivederla ora tramite avvocato e giudice. Detto questo però, tutto sembra tranne che voglia vederla perchè gli manca....anzi sembra che voglia sfruttare questa situazione solo per uscire più spesso dalla comunità. E' stato sempre un opportunista, manipolatore e mi fà male da morire dirlo, ma non possiede assolutamente empatia. Abbiamo fatto e sopportato di tutto da lui, furti in casa, strozzini ecc. E' vero forse gli abbiamo dato troppo e non abbiamo detto di "no" a tantissime cose, forse perchè lo abbiamo avuto dopo 9 anni di matrimonio, ma ora non ce la facciamo più, ogni sua videochiamata settimanale è un colpo al cuore, non vediamo alcun miglioramento, siamo disperati sia per noi che per la bambina che non vediamo da un anno e mezzo perchè lui non vuole che la vediamo prima di lui. Cosa suggerite?
Buongiorno, grazie per aver condiviso questa tua situazione con noi. Mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo. Continua a lavorare con i professionisti della comunità terapeutica e, se possibile, cerca il supporto di un terapeuta familiare che possa aiutare te e la tua famiglia a navigare questa difficile situazione. La terapia familiare può offrire strumenti per affrontare il stress e le dinamiche emotive coinvolte. È importante stabilire confini sani e assertivi con tuo figlio. Anche se è difficile, potrebbe essere necessario dire "no" a determinati comportamenti o richieste che possono essere dannosi per te e per la tua famiglia. Assicurati che il benessere della tua nipotina sia una priorità. Se necessario, cerca il supporto legale per garantire che lei riceva l'amore e l'attenzione di cui ha bisogno, indipendentemente dalla situazione con tuo figlio. Non trascurare il tuo benessere emotivo durante questo periodo stressante. Cerca il supporto di amici, familiari o di un professionista per aiutarti a gestire il dolore e lo stress legati a questa situazione. Prendi decisioni basate sull'amore e sulla responsabilità, anche se può essere difficile, cerca di prendere decisioni che siano nel migliore interesse di tua nipote e della tua famiglia nel complesso. Ascolta il tuo cuore e agisci con amore e compassione. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
Buongiorno a tutti e grazie in anticipo per chi avrà tempo di leggermi ed aiutarmi.
Sono una ragazza di quasi trent’anni e da più di un mese sono uscita da una relazione tormentata di due anni che mi ha lasciata priva di forze, energia e voglia di vivere. Sto malissimo. Ho dato tutto per questa relazione e ne sono uscita devastata.
Ci siamo messi insieme circa due anni fa e i primi mesi di relazione sono stati probabilmente i più belli della mia vita: credevo di avere trovato la persona giusta, mi sentivo libera di essere me stessa e sentivo di essere amata e stimata proprio così come sono. Sono (ero) una persona molto allegra, solare, piena di iniziative, romantica, che ama sorprendere e fare ridere, che si occupa di mille cose contemporaneamente. Lui, molto affascinante, ha sempre avuto una fitta rete di amici che lo coinvolgono in mille attività, ma in quei primi mesi l’equilibrio tra i nostri mondi era perfetto: facevamo parte reciprocamente uno della vita dell’altro, ci interessavamo alle rispettive vite e tutto andava bene. Con il tempo il suo interesse è andato scemando, ho avuto problemi di salute e lui era assente. Preferiva passare il tempo con gli amici rispetto che con me, organizzava l’estate senza di me davanti ai miei occhi, io ne soffrivo e cercavo di parlarne ma venivo sempre etichettata come esagerata e pesante. Dopo circa 6 mesi dall’inizio della relazione, mi ha lasciata con una telefonata. Non mi amava più. Ho passato l’estate più brutta della mia vita, ho perso un sacco di peso, però dopo due mesi circa ci siamo rivisti per parlare. Da lì è cominciato nuovamente un calvario di sesso occasionale e sporadici contatti, per circa altri sei mesi, dopo i quali ha capito di amarmi davvero e tornare davvero con me. Inutile dire che la mia fiducia era ormai estremamente compromessa nonostante mi dicesse che le cose fossero diverse. Da quel momento siamo stati insieme un altro anno. Un anno fatto di momenti sicuramente molto speciali e altri, invece, che mi hanno sempre caricato di ansia, paura e tensione. La paura e la sensazione radicata di non essere davvero una priorità. Abbiamo fatto molti viaggi e molte cose nuove in questa “nuova fase”, ma mentirei se dicessi che quasi tutto il bello della nostra relazione l’ho costruito io, pensato io. Ero sempre io a voler condividere, a voler proporre, a cercare di rafforzare davvero la nostra unione. Lui ha sempre dato un po’ meno, si è sempre sbottonato un po’ meno. Anche quando stavo male sentivo quasi di disturbarlo. Cercavo di ritagliare momenti soltanto per lui, nonostante la mia vita così piena. Cercavo sempre di trovare spazio per la condivisione e sopratutto cercavo di sempre di capirlo.
Verso la fine della nostra storia le uniche proposte che mi venivano avanzate riguardavano passare il fine settimana insieme ai suoi amici. E a me andava bene, anche lui aveva una vita caotica e comprendevo che quel poco tempo libero voleva dedicarlo anche ad altri. Soltanto che ho sempre sentito che l’interesse per la vita degli altri era sempre maggiore rispetto a quello per me e per noi. Ogni mio entusiasmo veniva spento: ogni proposta per l’estate, ogni proposta di qualcosa di nuovo. Finché, circa quattro mesi fa, mi ha detto che non sa se mi ama. O meglio: dice di non riuscire ad amarmi come dovrebbe, per la persona che sono. Dice che sente che io lo amo di più, che per me non farebbe ciò che faccio io. Ma voleva continuare a stare con me, voleva che riuscissimo a ricostruirci. Diceva di sentirsi oppresso dalla sua vita lavorativa e di non avere tempo per dedicarsi ad amici, a me, a se stesso. In questi mesi orribili ho provato con tutte le mie forze a far funzionare le cose, accettando anche umiliazioni e mancanze di rispetto quando in giro con gli amici non mi degnava di attenzione. Quando mi diceva di essere confuso anche a distanza di mesi, come se ormai fosse una cosa normale. Estenuata dal suo atteggiamento sono stata io stessa a chiedergli di riflettere meglio e tornare da me con una risposta. Avevamo litigato il giorno prima e mi aveva detto cose splendide sul fatto che non vuole perdermi, ma sapevo di non poter reggere ancora in quel limbo di ansia che ormai aveva divorato tutte le mie giornate e le mie energie e il mio naturale entusiasmo per la vita. Dopo questa pausa, mi ha lasciata. Inizialmente è tornato sui suoi passi immediatamente, forse tormentato dalla mia reazione. Ma il giorno dopo mi ha definitivamente stroncata con un messaggio di addio. Ho accettato la sua decisione con grande dolore. Però gli ho chiesto un ultimo incontro per poterci salutare davvero. Me lo ha negato. Non lo vedo da più di mese e l’ultimo ricordo che ho di lui è un nostro “normale” saluto mattutino con un “ci sentiamo tra poco”. Il mio cuore è traumatizzato da questa storia.
Lui dice in giro che voleva sentirsi libero, anche a me diceva che si sentiva in trappola. Mi chiedo cosa significhi. Ho sempre rispettato i suoi spazi e le sue necessità, d’altronde non mi ha mai esplicitamente detto quando avrebbe preferito fare altro piuttosto che vedermi. Mi sento in colpa: sento di averlo oppresso, non so neanche perché. Sento di avere perso me stessa per riuscire a fare funzionare tutto, di avere perso attrattiva ai suoi occhi per questa mia completa dedizione. Io lo amavo e mi fidavo di lui quando mi diceva di voler ricostruire qualcosa, dunque mi impegnavo tanto. A volte mi diceva che se fossi stata più sfuggente o stronza avrebbe avuto più voglia di vedermi e passare del tempo con me: invece io c’ero sempre. Incastravo
Impegni, studio, lavoro e amici per avere tempo per noi. Gli sono stata vicina in tutti i suoi momenti critici.
Sono tornata in terapia da circa un mese, mi piace molto il mio psicologo ma sento di vivere un incubo costante e di peggiorare giorno dopo giorno. Sto malissimo. Ho una sessione di esami a breve e ho completamente perso la motivazione.
Passo le giornate a darmi colpe sul mio opprimerlo, non fidarmi di lui, esser ormai una donna scontata e banale ai suoi occhi. Cosa ho fatto di sbagliato? Per meritarmi anche il suo silenzio e le sue porte in faccia? Lui già cerca nuove ragazze come se tutto quello che siamo stati fosse ormai solo un ricordo.
Aiutatemi a capire come si può uscire da questo buio che mi sta divorando lentamente. L’idea di averlo perso per sempre mi fa male ma so che non potrà tornare mai più: la gente intorno a me vede quanto devastata io sia, quanto questo due anni mi abbiamo cambiata nel profondo. Anche se un giorno tornasse, sarei da sola contro il mondo.
Come si supera questa ansia?
Grazie
Buongiorno gentile utente, grazie per aver condiviso con noi questa tua situazione. È evidente quanto tu abbia sofferto e quanto tu sia stata coinvolta emotivamente in questa relazione. È comprensibile che ora ti senti persa e devastata, ma è importante ricordare che hai il diritto di sentirti come ti senti e che non sei sola in questo. È normale sentirsi tristi, arrabbiati, delusi e persi dopo una rottura così difficile. Accetta i tuoi sentimenti senza giudicarti. Consentiti di piangere, di arrabbiarti e di elaborare il dolore. Continua a frequentare il tuo terapeuta e parla apertamente dei tuoi sentimenti. Il supporto di un professionista può aiutarti a comprendere meglio ciò che hai vissuto e a trovare modi sani per affrontare il dolore. Concentrati sul prenderti cura di te stessa. Cerca di fare cose che ti rendono felice e che ti aiutano a sentirti bene, che sia fare una passeggiata, dedicarti a un hobby o trascorrere del tempo con amici fidati. Non colpevolizzarti per ciò che è successo nella relazione. Ricorda che sei una persona valida e degna di amore. Nessuno merita di essere trattato in modo poco rispettoso o manipolativo. Anche se può sembrare difficile al momento, pensa a cosa vuoi per te stessa nel lungo termine. Quali sono i tuoi obiettivi e i tuoi sogni? Focalizzati su come puoi lavorare verso di essi e su come puoi costruire una vita che ti renda felice e soddisfatta. È importante accettare che la relazione è finita e lasciar andare il passato. Concentrati sul presente e sul futuro e su come puoi muoverti avanti senza essere trattenuto dal dolore passato. Non aver paura di chiedere aiuto e di condividere i tuoi sentimenti con le persone che ti amano. Loro possono offrirti sostegno, conforto e prospettive diverse sulla situazione. Ricorda che la guarigione non è un processo lineare e richiede tempo. Sii gentile con te stessa e prenditi il tempo di guarire. Sebbene possa sembrare difficile ora, con il tempo, potrai guarire e trovare la felicità di nuovo. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
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