Esperienze
Dal 2020 ho lavorato in comunità (Cufrad) per la cura e riabilitazione da sostanze.
In quello stesso anno, ho conseguito l’abilitazione mediante Esame di Stato, iscrivendomi all’Ordine degli Psicologi del Piemonte.
Ho avviato il mio percorso di studi presso la Scuola Cognitivo Comportamentale del Centro Clinico Crocetta nel 2021 per conseguire il diploma in Psicoterapia. Attualmente frequento il III° anno.
Attualmente lavoro come Educatrice presso il Nuovo Centro Clinico per la riabilitazione di adolescenti con Disturbi del Comportamento Alimentare e ho avviato l’esercizio della professione come Psicologa a Torino presso il Nuovo Centro Clinico.
Inoltre svolgo attività di volontariato per offrire supporto psicologico e uno spazio di ascolto presso il servizio offerto dalla VolTo.
La mia formazione mi permette di lavorare al fine di offrire sostegno e supporto psicologico ad adulti, coppie, giovani adulti e adolescenti.
Mi occupo di disturbi d’ansia, fobie, attacchi di panico, disturbi dell’umore, disturbo ossessivo compulsivo, disturbi del comportamento alimentare, disturbi di personalità e traumi.
Il mio metodo di lavoro cognitivo - comportamentale ha come basi la Teoria dell’attaccamento di John Bowlby, i Sistemi Motivazionali di Giovanni Liotti, la Teoria Polivagale di Porges e le linee guida della Psicotraumatologia. Alla base di questi approcci vi è l’idea che, nella maggior parte dei casi, il disagio psicologico presente sia la conseguenza di trascuratezze e mancanze vissute nel rapporto con i genitori durante l’infanzia e l’adolescenza.
Per poter aiutare il pazienti a ridurre la sua sofferenza, cerco di ricostruire insieme a lui, la sua storia di vita, aiutandolo ad esprimere i sentimenti connessi a tale narrazione. Per fare questo è fondamentale l’elaborazione die traumi relazionali relativi alle esperienze di attaccamento.
Lo strumento principale è la relazione, autentica, empatica, non giudicante, collaborativa, in grado di offrire alla persona un’esperienza emozionale correttiva, capace di valorizzare la sua unicità e autenticità.
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Somministrazione di test delle abilità visuo spaziali • Da 80 €
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Punteggio generale
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Claudio
La dott.sa Salvo è una professionista capace e competente. Ha un ascolto empatico e fornisce dettagliate informazioni al paziente. Si rende disponibile anche a ricevere messaggi in caso di urgenza.
aurora
molto empatia e dolce, mi sono trovata subito a mio agio con lei e spero di superare i miei problemi tramite questo percorso
Elisa
La Dottoressa è stata professionale e gentile, mi ha fatto sentire ascoltata e accolta in un momento di difficoltà.
L. C
Scelta di proposito, da subito molto accogliente,empatica e gentile, professionale! Già dal primo incontro, la sua voce molto piacevole, mi ha trasmesso la calma! Grazie dottoressa.
F.C.
Sono stata seguita dalla dottoressa Salvo per un problema di ansia. È stato un percorso difficile ma prezioso e la dottoressa ha saputo ascoltarmi, supportarmi e mi ha aiutato a capire meglio la situazione che stavo vivendo. Le sarò sempre grata per le sue parole e la sua accoglienza!
Adriana
Dottoressa preparatissima in grado di ascoltarti con curiosità, empatia e attenzione e di restituirti parole che accarezzano, rassicurano e fanno bene al cuore.
È davvero preziosa.
N. I.
Mi sono trovato molto molto bene con la dottoressa Noemi, è stata veramente professionale ma allo stesso tempo gentile ed empatica, abbiamo lavorato molto bene insieme.
N.D
Dottoressa molto gentile e professionale. È in grado di farti sentire ascoltata e capita. È sempre disponibile, e questo da molta sicurezza.
A.B.
Professionalità, disponibilità e ascolto sono le caratteristiche che la contraddistinguono! Ti fa sentire a tuo agio, senza metterti pressione o in soggezione.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Egregi, mia moglie (assieme da 13 anni) noto sempre più spesso che a seguito di stress post traumi ha reazioni spropositate come se non vi fosse un domani.
Per traumi mi riferisco alla morte di mio padre per brutto male (oggettivamente un martirio) a cui lei era piuttosto legata, dopo alcuni mesi scoperta di tumore alla tiroide e poi operata, alla morte di due amiche, alla scoperta di un campanello di allarme al seno da tenere per il momento sotto controllo.
Sicuramente non stiamo attraversando un bellissimo periodo da qualche anno ormai e la capisco, però mentre io vado in "letargo" per alcuni mesi cercando presa alle persone care, per poi riprendermi pian piano lei reagisce al contrario accantonando cinicamente le persone più care e vivere come se non esistesse un domani arrivando ad accantonare le persone che le vogliono bene e che solitamente frequenta, me, amicizie in comune, coi suoi familiari diventa nervosa e intrattabile, le piante vengono abbandonate, in casa si limita alle pulizie più importanti senza badare alla cura intesa come abbellimento della stessa nel tempo con nuovi acquisti (quasi tutta casa l'ho arredata io e la mamma...), vengono suoi conoscenti a casa ma senza il mio contributo o quello della madre non si preoccupa di dar loro la giusta accoglienza culinaria, inizia ad odiare la mia famiglia senza che vi siano mai state discussioni (prima della fine di mio padre non aveva mai espresso opinioni negative su nessuno, anzi c'era sempre stato vero amore reciproco, o quanto meno educazione e correttezza, tale da andarne fiero), io divento nei periodi più duri il nemico numero uno. Per reazioni mi riferisco all'acquisto quasi compulsivo di abbigliamento anche di cose che prima odiava indossare, evasione con colleghi/e frequentandoli più del normale (qualche anno fa con un gruppo, adesso con un altro, tra parentesi hanno molti anni in meno di lei, dimenticandosi di chiunque come se divenisse egoista all'inverosimile come se esistesse solo quel suo divertimento momentaneo, le telefonate con la mamma diventano brevissime per scappare coi suoi impegni con loro, con gli amici in comune diventa annoiata e se non fosse per loro e per me non ci rivedremmo (nei periodi in cui non ha lo svago personale invece era contenta di frequentarli), non parliamone col rapporto con me, sfoga su di me tutte le sue frustrazioni mettendomi puntualmente in discussione, diventa molto sensibile piangendo spesso da sola o con la mamma quando qualcosa non va, che poi vengo a sapere in seguito.
Che problematica ha? Come trattarla affinché capisca che è importante trovare un equilibrio a queste sue reazioni (che capisco assolutamente ma penso al tempo stesso che ogni eccesso sia sbagliato) di divertirsi ma senza dimenticare tutto il resto?
Gentile utente, mi dispiace molto per quello che sta vivendo. E' sicuramente un periodo di difficile gestione, non soltanto per sua moglie, ma anche per lei e per il vostro rapporto che inevitabilmente ne risente.
Non è possibile fare una diagnosi in cosi poche righe di narrazione, ma ciò che emerge è sicuramente un profondo dolore e una sofferenza che non riesce a trovar spazio se non in queste modalità. Sento molto anche la sua sofferenza, che necessita di uno spazio di cura proprio come quella di sua moglie. Mi permetto di dirle che l'avvio di un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla nella gestione di tale carico emotivo. Se anche sua moglie sentisse la necessità di affidarsi ad uno specialista potreste anche iniziare un percorso psicoterapico di coppia, per raggiungere uno stato di benessere psicofisico.
Buongiorno dottori, sono una ragazza di 25 anni, e sono in un periodo particolare della mia vita. Da ottobre 2022 o iniziato a soffrire di attacchi di panico e ansia, davo la colpa all'università, inizialmente si sono sfogati sulla mia famiglia, avevo paura di perderli improvvisamente per qualche malattia, ho vissuto l'ultimo natale con la sensazione che fosse l'ultimo tutti insieme. Poi verso febbraio/marzo tutto si è sfogato sul mio ragazzo, e ancora oggi continuo a portarmi dietro questo peso, questa ansia ... Stiamo insieme da 2 anni e mezzo, sono sempre stata benissimo con lui, ma non ho mai vissuto quella famosa fase di innamoramento in cui si vede tutto a cuoricini (forse anche perché siamo amici da 13 anni ormai ci siamo messi insieme che già lo conoscevo bene) ... Ma poi sono arrivate le ansie e le paure, i pensieri di non provare abbastanza per lui, la paura che non sia quello giusto, non lo amo abbastanza, lui non mi ama abbastanza, dovrei provare questo, dovrei provare sentimenti più forti ... Fino a marzo quando sono arrivata anche a dirgli di lasciarci e la sua risposta è stata "va bene, ti vedo stare male e se questo può aiutarti a me va bene", questa sua freddezza mi ha bloccato ancora di più, non me la sono sentita effettivamente di mettere il punto in quel momento ma da lì mi sono raffreddata ancora di più ... Ad oggi sento che il sentimento nei suoi confronti forse sta crescendo in un modo in cui non ha mai fatto, sento che li amo e che vorrei continuare a costruire qualcosa con lui, che è un ragazzo prezioso, lui sta riuscendo ad aprirsi molto con me anche riguardo le sue paure (è molto timido e introverso) e stiamo bene insieme, ma io non riesco a provare sentimenti, mi sento fredda con lui, di ghiaccio, non provo emozioni, e quelle poche volte in cui sento qualcosa nascermi dallo stomaco poi si ferma in gola sottoforma di ansia. Mi chiedo se tutto questo possa essere legato ad una mia precedente relazione in cui ho messo in gioco tutti i miei sentimenti, ho dato il mondo e in cambio ho ricevuto tradimenti, bugie fino ad essere lasciata, ci sono stata malissimo, ero inguardabile agli occhi della mia famiglia e dei miei amici, ero distrutta, ma nonostante ciò ho continuato a sentirlo anche per i successivi due anni dopo la rottura, è stato veramente difficile uscirne ma alla fine ce l'ho fatta. Magari penso di non essere lasciata il tempo di recuperare le energie per dedicarmi ad un'altra relazione, di non aver effettivamente mai abbandonato quel dolore e di aver paura ora a dedicare dei sentimenti ad un'altra persona... Dall'altra parte penso che magari invece questo non è effettivamente il ragazzo ideale per me e che non lo amo.
In ogni caso per tutto questo non riesco a godermi molti momenti spensierati nemmeno con la famiglia e gli amici, fatico a studiare per l'università e l'ansia mi cresce ogni giorno di più, vorrei solo stare nel mio letto e dormire per non pensare. Che ne pensate?
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
Ciò che mi sento di dirle è che avviare un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarla per gestire l'ansia e gli attacchi di panico di cui soffre. Ogni sintomo manifestato ha un significato, il suo corpo sta cercando di comunicarle qualcosa.
Un percorso potrebbe esserle d'aiuto.
Rispetto alla sua relazione, portare in terapia anche questo pezzo potrebbe aiutarla a vivere meglio il rapporto con il suo fidanzato e a fare chiarezza sugli aspetti che ad oggi sono ancora in ombra. La relazione passata potrebbe avere un ruolo nel suo modo di porsi in relazione.
Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti la invito a contattarmi in chat, per poter rispondere alle sue domande. La ringrazio per la sua condivisione.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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