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Dott. Ludovico Libardi

La specializzazione in psicologia forense mi consente di eseguire accertamenti psicoforensi su richiesta dell'Autorità Giudiziaria e di diversi Studi Legali. Gli ambiti d'intervento riguardano la valutazione clinica delle capacità genitoriali nei casi di separazione e divorzio, affidamento e adozione dei minori; valutazione neuropsicologica del danno alla persona; valutazione neuropsicologica delle capacità di agire (disporre testamento, stipulare contratti, fornire valido consenso ai trattamenti sanitari); provvedimenti di tutela (interdizione, inabilitazione e amministrazione di sostegno); autopsia neuropsicologica; valutazione neuropsicologica dell'idoneità psicofisica alla guida e al porto d'armi; valutazione della capacità di intendere e di volere; valutazione dell'idoneità a rendere testimonianza; valutazione della pericolosità sociale; audizione protetta del minore.

06/10/2024

Esperienze

Psicologo.
Esperto in psicologia forense.

"Una famiglia felice non è che un anticipo del paradiso" (George Bernard Shaw)

In ambito clinico, mi occupo di sostegno alla genitorialità, dinamiche di coppia, familiari e dei rapporti genitori-figli.
In ambito giuridico, mi occupo della conduzione di consulenze tecniche d'ufficio (CTU) e consulenze tecniche di parte (CTP) per valutare le capacità genitoriali al fine di suggerire all'Autorità Giudiziaria il miglior regime di affidamento nei casi di separazione e divorzio.

Svolgo la mia attività professionale prevalentemente nella città di Padova.

Formazione universitaria:

Laurea Magistrale in Psicologia Clinica conseguita con 110/110 e Lode presso Università degli Studi di Padova

Formazione post-lauream in ambito giuridico-forense:

Master universitario di secondo livello in Neuropsicologia Forense e Criminologia Clinica conseguito presso Università degli Studi di Padova.
Corso di Alta Specializzazione in Psicologia Forense conseguito presso Scuola Lombarda di Psicoterapia
Master in Neuropsicologia Clinica conseguito presso Scuola Lombarda di Psicoterapia
Altro
Aree di competenza principali:
  • Psicologia clinica
  • Psicologia forense

Indirizzi (2)

Studio privato del dott. Ludovico Libardi
Piazzetta Cesira Gasparotto, 8, Padova


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Presso questo indirizzo visito: adulti, bambini a partire da 6 anni
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Consulenza online • 40 €

Analisi dello stress • 50 €

Colloquio psicologico clinico • 55 € +2 Altro

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Supporto psicologico • 55 €


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Presso: Studio privato del dott. Ludovico Libardi colloquio psicologico

Mi sono rivolta al dott. Libardi per supporto psicologico. Mi sono sentita ascoltata. Ho trovato una persona molto preparata, accogliente e disponibile. Lo consiglio e sicuramente ci ritornerò.

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É stato molto competente e professionale, ha da subito individuato la problematica e abbiamo iniziato un percorso di sostegno psicologico. Consigliato!

A
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Professionista preparato, sensibile e attento alle esigenze del paziente.
Consigliatissimo!

Dott. Ludovico Libardi

La ringrazio.


A
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Presso: Studio privato del dott. Ludovico Libardi consulenza psicologica

Il Dr. Libardi è stato molto attento alle mie esigenze, creando in me consapevolezza sui reali bisogni alla base del mio malessere. Ha avuto pazienza ed empatia nei miei confronti, aiutandomi in maniera determinante nella risoluzione del mio disagio.

Dott. Ludovico Libardi

La ringrazio.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 18 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve a tutti dottori, vorrei porvi una domanda per ricevere un risposta in merito.
Sto affrontando un percorso terapeutico, e l'ultimo incontro mi ha lasciato perplesso (ovviamente nella prossima seduta spiegherò questo dubbio)
Ps: sto affrontando questo percorso per migliorare le mie dinamiche relazionali.
Vi spiego in breve.
L'ultima seduta mi ha lasciato perplesso, perché parlando di come mi relaziono con gli altri, è come se il terapeuta mi voglia trasmettere che nelle relazioni tutto si riduce a cosa vogliono i singoli, senza tener conto del bene comune.. cioè come se non ci fossero dei limiti oggettivi che nessuno dovrebbe oltrepassare in quanto lesivi della dignità e del rispetto della singola persona.
Per capirci, io mi relaziono con gli altri ovviamente tenendo conto delle mie esigenze e dei miei bisogni & tenendo conto di quelle dell'altro, ma nei limiti di ciò che è un bene per l'essere umano in generale. (Per me il collettivo viene sempre prima del singolo)
Ciò a volte mi porta a rinunciare a qualche mia esigenza oppure a non ascoltare quelle altrui, e io ritengo che ciò è segno di maturità e di responsabilità verso il prossimo.
Il problema è che il terapeuta mi ha messo un dubbio, come se non esistesse un bene comune e io posso chiedere la qualsiasi cosa mi venga in mente all'altro partner (come viceversa), basta che entrambi siamo d'accordo.
E soprattutto ciò mi fa sentire in colpa, perché è come se non dovessi essere giudicare gli altri e accettarli tutti, come se non dovessi avere un giudizio volto a selezionare le persone buone e distinguerle da quelle egoiste e che pensano solo a se stesse.
Cioè come se lui voglia dirmi che tutto si riduce alla soggettività.
Ciò che mi ha creato dubbi è che mi vuole trasmettere come se non ci fosse un senso di responsabilità verso il prossimo, ma tutto si riduce a ciò che vogllio con ogni persona che frequento. (Infatti questo modo di vedere le relazioni mi fa sentire come se cambio idee e personalità a seconda della persona che frequento, dato che non c'è un bene comune da seguire.. e soprattutto a non saper distinguere più ciò che è nocivo e bene per la mia persona)
Vi porto un esempio pratico per spiegarvi cosa intendo dire.
Es: la mia ex ragazza per stare in coppia voleva che io non parlassi con alcun tipo di ragazza, tantoché se incontravo un'amica in giro, non voleva nemmeno che scambiassi 2 parole di cortesia.
Secondo il ragionamento del terapeuta, la mia ex ragazza non era tossica e non stava chiedendo nulla di sbagliato (infatti mi fa sentire come se non dovessi avere un giudizio critico)
Per carità la mia ex ragazza può essere libera di pensarla così, e libera di dire al proprio ragazzo di rispettare quel confine, e se il suo ragazzo è d'accordo, tutti amici come prima.. ma non si può dire che questo non è un comportamento tossico e che va assolutamente evitato nelle relazioni.
L'assenza di giudizio porta le persone ad essere irresponsabili e soprattutto egoiste.
Io ovviamente ho dei bisogni e esigenze, ma so che posso soddisfarle purché non rechi danno all'essere umano in generale.
Per me l'essere umano viene prima del singolo.
Il singolo può essere libero di pensare ogni cosa ma non si dovrebbe trasmettere l'idea che se in coppia si è d'accordo, allora si può fare di tutto.
Cioè penso che ci sono confini etici al di là del volere dei singoli.
Es: una ragazza che conosco raccontava che provava fastidio nel aiutare il partner in un momento di difficoltà di salute, ritenendo che non è sua madre e lei non dovrebbe avere questa responsabilità.
Secondo il ragionamento del terapeuta, questa ragazza ama il suo ragazzo e soprattutto non sta chiedendo nulla di male, ma per me è insensato
Ciò mi porterebbe a dire che persone viziate, irresponsabili e che voglio tutto e dare niente, siano persone ottime con cui stare.
Come se non esistesse un bene comune da perseguire, come se ci fossero doveri morali e soprattutto come se io non dovessi avere alcun giudizio critico che mi porti a distinguere le persone buone da quelle cattive.
Voi cosa ne pensate? Ovviamente ne parlerò col terapeuta per capire cosa intende dire nello specifico.
Ma secondo voi è normale ciò?

Gentile utente, sono del parere che in una società le esigenze individuali dovrebbero cedere il passo alle esigenze collettive, ossia al bene comune. Se adottassimo dei comportamenti che non guardino solo al
proprio io ma volgessero uno sguardo anche al nostro prossimo, probabilmente vivremmo in una società migliore, meno focalizzata sul singolo e più focalizzata sul collettivo. Rispetto alla spiegazione fornita dal suo terapeuta, condivido che ne debba parlare direttamente con lui/lei, anche perché il parere del terapeuta suppongo sia stato estrapolato da un discorso più ampio e organico. Riporti la questione ed esponga le sue perplessità così come ha fatto qui.
Saluti,
Ludovico Libardi

Dott. Ludovico Libardi

Buon pomeriggio. Vi scrivo perché mi sento in preda all’ansia.
1) Vado da una psicologa da circa 4 mesi e stiamo lavorando su disturbo ossessivo, ansia, traumi passati…
2) Da qualche tempo sto soffrendo tanto per via di pensieri intrusivi che non mi lasciano in pace, non posso prendere la macchina che per paura di fare qualche incidente, registro tutto il tragitto con il telefono. Poi devo controllare compulsivamente se il gas è chiuso e se non ho dimenticato luci accese nelle altre stanze. Mi complesso se esco dalla stanza (ho una casa che condivido con delle coinquiline) perchè penso che possa essere nuda (quando in realtà esco sempre vestita)…. Insomma, ho dei complessi che mi fanno veramente vivere in un costante stato di angoscia. Stamattina poi mi è successo che avessi il dubbio di aver lasciato la porta della mia stanza aperta; dentro la stanza c’eravamo io e il mio ragazzo e sto avendo il panico perchè penso che se avessi lasciato la porta aperta, le mie coinquiline ci avrebbero potuto vedere (in intimità) e ci avrebbero potuto scattare delle foto… non è la prima volta che ho questo tipo di paranoie. Tra l’altro ricordo di aver dovuto aprire la porta per uscire della stanza e il mio ragazzo stesso mi ha detto che la porta era chiusa; io però non ho scattato delle foto alla porta chiusa quindi, non avendo una “prova” non riesco a rassicurarmi. Stamattina ho anche chiesto ad una delle coinquiline se avesse notato la porta della mia stanza aperta e lei dice che non ci ha fatto caso… mi sento in un turbinio di pensieri e ossessioni…. Vi ringrazio per la pazienza e per le risposte.

Gentilissima, la sintomatologia da lei descritta è riconducibile, con molta probabilità, al disturbo ossessivo-compulsivo. Però, dal momento che viene seguita da uno psicologo, dovrebbe individuare insieme al professionista delle strategie per "depotenziare" i comportameti compulsivi, riportando proprio gli esempi sopra descritti. Il trattamento d'elezione per questo tipo di disturbo è la terapia cognitivo-comportamentale.

Dott. Ludovico Libardi
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