Dott.ssa Elisa Sommariva

Gentilissimo utente, nel leggere la sua domanda mi è arrivata tutta la fatica e la frustrazione non solo del non dormire, ma anche del trovarsi nuovamente nella spirale degli attacchi di panico. Concordo con i colleghi: questi sintomi sono un "supercampanello di allarme" che il nostro corpo manda nel momento in cui ci troviamo a fronteggiare situazioni che ci mandano, per qualche motivo, in crisi. I farmaci possono aiutare senza dubbio ad arginare una contingenza ma, a mio avviso, se non adeguatamente accompagnati da un approfondimento psicoterapeutico rischiano di avere un effetto limitato o di dare, in alcuni casi, la sensazione di esserne "dipendenti". Non so in che modo abbia controllato/estinto gli attacchi di panico in passato, ma quello che mi sento di dirle è che probabilmente adesso sono ritornati per comunicarle il bisogno di affrontare diversamente uno stato di disagio nel quale le strategie di risoluzione "abituali" si stanno rivelando inadeguate (in più la sua sintomatologia ha alzato anche la posta per farsi "ascoltare" meglio...non facendola dormire quando in precedenza - mi è sembrato di capire - il sonno ha rappresentato un modo per gestire gli stati ansiosi!). Ci pensi su. Un caro saluto, Dr.ssa Elisa Sommariva.

Gentilissima Valentina, da ciò che riferisce, il tipo di sintomatologia può far pensare ad un’origine psicologica. Un primo colloquio con una/uno psicoterapeuta che le ispira fiducia potrebbe esserle d’aiuto innanzi tutto per provare a inquadrare meglio il sintomo all’interno della sua storia e anche rispetto, ad esempio, alla fase di vita in cui si trova adesso. Allo stesso tempo la/il collega, avendo qualche elemento in più, potrebbe valutare se non sia il caso di farle fare un approfondimento medico (spesso opportuno in caso di sintomatologie fisiche) che escluda la presenza di una patologia organica attiva.