seduzione e narcisismo: sono 2 temi che mi interessano da sempre. Fino a qualche anno fa ero altamen
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seduzione e narcisismo: sono 2 temi che mi interessano da sempre. Fino a qualche anno fa ero altamente seduttiva, mi divertivo nel creare dinamiche varie, emozioni forti. Successivamente ad un percorso psicologico in cui mi è stato spiegato che le "manipolazioni" fossero errate, mi sono modificata, da allora mi sento snaturata, sono una brava persona, ma noiosa e prevedibile, non mi piaccio, oltre a non provare più nulla, prima ero passionale ora troppo calma. Ho conosciuto una persona narcisista negli ultimi 3 mesi e mi sono riaccesa, ho sentito quella passione che avevo soffocato. Vorrei tornare quella che ero un tempo, carismatica, passionale, vera, e per tornare quella che ero ho bisogno di frequentare questa persona narcisista che da pochi giorni si è allontanata (mi servirebbe qualcuno che mi aiuti a comprendere perché, voglio capire le dinamiche comportamentali degli uomini, a volte gli ho dato appuntamento senza presentarmi e lui intensificava l'interesse, adesso che mi sono comportata bene si è allontanato, ho bisogno di qualcuno che ascolti l'intera storia e mi aiuti a capire le dinamiche nostre). mi serve riavvicinarlo per ritrovare me stessa, lui mi serve, per ricordarmi chi ero e interfacciarmi solo con persone simili a me. in contemporanea sono mesi che provo a relazionarmi con uomini ma non riesco a creare rapporti perché ho la necessità emotiva di essere rincorsa, di far sì che l'altro si ossessioni, altrimenti non riesco ad agganciarmi, ma ultimamente non comprendo perché non ci riesco. Mi serve una sorta di coach nella seduzione e nei rapporti sentimentali. grazie a chi mi aiuterà.
Gentilissima,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza. Comprendo bene il desiderio di ritrovare quella passione e quella vitalità che oggi le sembrano spente, così come la necessità di dare un senso a ciò che vive nelle relazioni.
Il mio lavoro non è quello di “allenare” alla seduzione o favorire un riavvicinamento con una persona specifica, ma di accompagnare chi si rivolge a me a riscoprire la propria autenticità e forza interiore, senza dover dipendere da dinamiche dolorose per sentirsi vivo.
Insieme potremmo esplorare da dove nasce il bisogno di essere rincorsa, comprendere come mai oggi le relazioni le sembrino così difficili, e soprattutto aiutarla a riaccendere quella parte di sé capace di sentire, desiderare e creare legami autentici.
Se sente che questo è ciò di cui ha bisogno, sarò lieta di accoglierla.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza. Comprendo bene il desiderio di ritrovare quella passione e quella vitalità che oggi le sembrano spente, così come la necessità di dare un senso a ciò che vive nelle relazioni.
Il mio lavoro non è quello di “allenare” alla seduzione o favorire un riavvicinamento con una persona specifica, ma di accompagnare chi si rivolge a me a riscoprire la propria autenticità e forza interiore, senza dover dipendere da dinamiche dolorose per sentirsi vivo.
Insieme potremmo esplorare da dove nasce il bisogno di essere rincorsa, comprendere come mai oggi le relazioni le sembrino così difficili, e soprattutto aiutarla a riaccendere quella parte di sé capace di sentire, desiderare e creare legami autentici.
Se sente che questo è ciò di cui ha bisogno, sarò lieta di accoglierla.
Un caro saluto,
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Salve, interessante e complessa questione ovvero la questione dell'amore nelle sue infinite sfaccettature e di come ci si pone all'interno di esso; e da qui si aprono tante altre possibili suggestioni: la questione del desiderio, come rendersi desiderabili nel gioco dell'amore, le posizioni diverse che occupano il maschile e il femminile (al di là della propria biologia)...
S. Freud ci dice che non esiste amore che non sia narcisistico. J. Lacan evidenzia come il desiderio di rispecchiarsi nell'Altro è un'identificazione narcisistica, è amore per se stessi riflesso nell'altro. La ricerca di essere amati per le proprie caratteristiche porta a fondersi con l'immagine dell'altro e contiene l'illusione del farsi Uno. Nella seduzione l'oggetto del desiderio in realtà non è l'altro in sè, ma ciò che gli si proietta, e di nuovo ne emerge un aspetto narcisistico.
E quindi cos'è l'amore? E' possibile farsi Uno?
Le infinite risposte sono declinabili in maniera individuale, e come lei ben dice, contengono i propri vissuti, la propria storia su cui va fatta luce per comprendere qual è il desiderio profondo che ci orienta e ci spinge verso delle direzioni piuttosto che altre.
Esplorare il proprio desiderio, lasciare che emerga, scoprire con che tipo di lente osserviamo la realtà, rende vitali e autentici, aiuta a dirigersi verso ciò che davvero soddisfa, ma sempre più, con la consapevolezza di chi si è veramente.
S. Freud ci dice che non esiste amore che non sia narcisistico. J. Lacan evidenzia come il desiderio di rispecchiarsi nell'Altro è un'identificazione narcisistica, è amore per se stessi riflesso nell'altro. La ricerca di essere amati per le proprie caratteristiche porta a fondersi con l'immagine dell'altro e contiene l'illusione del farsi Uno. Nella seduzione l'oggetto del desiderio in realtà non è l'altro in sè, ma ciò che gli si proietta, e di nuovo ne emerge un aspetto narcisistico.
E quindi cos'è l'amore? E' possibile farsi Uno?
Le infinite risposte sono declinabili in maniera individuale, e come lei ben dice, contengono i propri vissuti, la propria storia su cui va fatta luce per comprendere qual è il desiderio profondo che ci orienta e ci spinge verso delle direzioni piuttosto che altre.
Esplorare il proprio desiderio, lasciare che emerga, scoprire con che tipo di lente osserviamo la realtà, rende vitali e autentici, aiuta a dirigersi verso ciò che davvero soddisfa, ma sempre più, con la consapevolezza di chi si è veramente.
Gentile utente grazie per la tua condivisione. Hai messo sul tavolo un nodo molto complesso che tocca identità, desiderio e relazioni. Ti riassumo quello che ho colto da ciò che scrivi.
Prima ti vivevi come seduttiva, passionale, intensa, capace di “giocare” con le emozioni.
Dopo la terapia hai interiorizzato che certe dinamiche erano manipolative, ti sei calmata, ma ti senti “spenta”, prevedibile, poco attraente ai tuoi stessi occhi. Adesso l’incontro con un uomo narcisista ha riacceso quella parte di te ma quando ti sei mostrata “buona” e lineare, lui si è allontanato. Senti il bisogno di ritrovare te stessa attraverso questo tipo di relazione, qualcuno che ti insegua, che si ossessioni per te, perché è così che ti senti viva e connessa.
Cosa può significare? Ciò che ti manca non è tanto “lui”, ma l’energia che si attiva in te quando entri in dinamiche di rincorsa, incertezza e intensità. Sono meccanismi neurobiologici: dopamina, cortisolo e ossitocina si intrecciano e producono quell’ebrezza che tu chiami passione.
In terapia ti hanno mostrato il rischio di manipolare. Forse hai interpretato questo come dover spegnere il tuo carisma. In realtà, la sfida è trasformare quell’energia seduttiva in modalità più autentiche, non eliminarla.
Le persone con tratti narcisistici spesso rispondono proprio al gioco della mancanza, della rincorsa, della sfida. È normale che quando sei diventata “affidabile” si sia allontanato: il suo interesse è spesso alimentato dall’imprevedibilità, non dalla stabilità.
Perché non riesci ora a farti rincorrere? Potresti aver perso fiducia nella tua capacità di “giocare”: sei bloccata tra il timore di manipolare e il bisogno di sentirti viva.
Forse hai cambiato inconsciamente il tuo “copione”: prima ti veniva naturale non essere disponibile, ora ti sforzi di esserlo e quindi non attivi più la stessa dinamica.
Inoltre, gli uomini che non hanno tratti narcisistici o dipendenti possono non reggere la richiesta implicita di ossessione: ti sembrano poco interessanti perché non generano quell’ebrezza che cerchi.
Puoi usare seduzione, carisma, sfida, senza necessariamente cadere nella manipolazione tossica. Si tratta di riscoprire un tuo stile, non per forza basato sul dolore dell’altro. Prova a riaccendere la tua parte passionale anche fuori dalla coppia: arte, danza, performance, sport estremi, esperienze nuove, tutto ciò che ti mette in contatto con l’intensità può restituirti quello stato, senza dipendere solo da un uomo narcisista.
Le dinamiche narcisiste con la loro “rincorsa” costante, portano quasi sempre a instabilità e sofferenza.
Ti potrebbe aiutare un percorso di crescita personale centrato su carisma e femminilità, non necessariamente psicoterapia tradizionale, dove non devi scegliere tra "manipolazione" e "noia".
Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Grazie ancora per la condivisione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Prima ti vivevi come seduttiva, passionale, intensa, capace di “giocare” con le emozioni.
Dopo la terapia hai interiorizzato che certe dinamiche erano manipolative, ti sei calmata, ma ti senti “spenta”, prevedibile, poco attraente ai tuoi stessi occhi. Adesso l’incontro con un uomo narcisista ha riacceso quella parte di te ma quando ti sei mostrata “buona” e lineare, lui si è allontanato. Senti il bisogno di ritrovare te stessa attraverso questo tipo di relazione, qualcuno che ti insegua, che si ossessioni per te, perché è così che ti senti viva e connessa.
Cosa può significare? Ciò che ti manca non è tanto “lui”, ma l’energia che si attiva in te quando entri in dinamiche di rincorsa, incertezza e intensità. Sono meccanismi neurobiologici: dopamina, cortisolo e ossitocina si intrecciano e producono quell’ebrezza che tu chiami passione.
In terapia ti hanno mostrato il rischio di manipolare. Forse hai interpretato questo come dover spegnere il tuo carisma. In realtà, la sfida è trasformare quell’energia seduttiva in modalità più autentiche, non eliminarla.
Le persone con tratti narcisistici spesso rispondono proprio al gioco della mancanza, della rincorsa, della sfida. È normale che quando sei diventata “affidabile” si sia allontanato: il suo interesse è spesso alimentato dall’imprevedibilità, non dalla stabilità.
Perché non riesci ora a farti rincorrere? Potresti aver perso fiducia nella tua capacità di “giocare”: sei bloccata tra il timore di manipolare e il bisogno di sentirti viva.
Forse hai cambiato inconsciamente il tuo “copione”: prima ti veniva naturale non essere disponibile, ora ti sforzi di esserlo e quindi non attivi più la stessa dinamica.
Inoltre, gli uomini che non hanno tratti narcisistici o dipendenti possono non reggere la richiesta implicita di ossessione: ti sembrano poco interessanti perché non generano quell’ebrezza che cerchi.
Puoi usare seduzione, carisma, sfida, senza necessariamente cadere nella manipolazione tossica. Si tratta di riscoprire un tuo stile, non per forza basato sul dolore dell’altro. Prova a riaccendere la tua parte passionale anche fuori dalla coppia: arte, danza, performance, sport estremi, esperienze nuove, tutto ciò che ti mette in contatto con l’intensità può restituirti quello stato, senza dipendere solo da un uomo narcisista.
Le dinamiche narcisiste con la loro “rincorsa” costante, portano quasi sempre a instabilità e sofferenza.
Ti potrebbe aiutare un percorso di crescita personale centrato su carisma e femminilità, non necessariamente psicoterapia tradizionale, dove non devi scegliere tra "manipolazione" e "noia".
Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Grazie ancora per la condivisione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Mi sento snaturata: sono diventata buona, ma noiosa. Prima ero passionale e viva, ora calma e spenta.”
Questa frase è il cuore pulsante del tuo vissuto attuale. Quello che descrivi non è semplicemente un “cambiamento di carattere”, ma il segno di una crisi identitaria legata al modo in cui ti relazioni all’altro.
Nel periodo in cui “seducevi”, sentivi di avere potere, di muovere l’altro, di esistere fortemente nella sua reazione. La seduzione, in questo senso, non è soltanto un gioco erotico o sociale, ma una forma di conferma del Sé: l’altro, desiderandoti, ti restituisce la percezione di essere viva, desiderabile, unica.
Quando nel tuo percorso terapeutico ti è stato detto che certe dinamiche erano “manipolatorie” o “errate”, probabilmente hai interiorizzato un messaggio moralizzante (“non devo più fare così”), ma non si è lavorato abbastanza su che cosa rappresentava, per te, quella modalità relazionale.
Hai “tagliato” un comportamento senza integrare il suo significato affettivo profondo, e così hai perso un pezzo vitale della tua identità relazionale.
L’incontro con questa persona ha funzionato come uno specchio: lui ha riattivato quella parte tua che era rimasta congelata.
Ma attenzione — non perché “lui ti serve”, bensì perché in lui hai rivisto te stessa nella tua forma più antica e più viva.
Il narcisista, nella prospettiva interpersonale, spesso accende perché offre un campo relazionale intenso, fatto di attenzione, specchiamento, tensione erotica e rischio.
Ti fa sentire vista, ma anche sfidata — e questo riattiva l’energia libidica che era stata repressa.
Tuttavia, il rischio è che questa intensità diventi una droga relazionale: l’altro viene investito del compito di “riaccendere la mia vita”, e allora il potere torna a spostarsi fuori da te.
Questa dipendenza sottile (“mi serve per ricordarmi chi sono”) è una forma di legame speculare, non d’amore autentico.
Il punto, forse, non è tornare a quella che eri, ma riunire la parte passionale e quella più calma in una forma più integrata.
Quella che eri prima era viva ma, a volte, dipendente dallo sguardo altrui; quella che sei ora è più controllata, ma spenta.
Lo spazio di crescita sta nel ritrovare la passione senza tornare alla manipolazione — cioè restare autentica senza perdere la capacità di generare emozione e desiderio.
Questo si lavora nel modo in cui ti concedi di giocare, di flirtare, di desiderare, senza trasformarlo in una prova di valore.
In analisi interpersonale si direbbe che il Sé cerca di riorganizzarsi attorno a nuove modalità di contatto, più vitali ma meno difensive.
Questo è un bisogno di conferma narcisistica profonda: non tanto per “piacere” quanto per esistere attraverso l’interesse dell’altro.
Non è patologico in sé, ma se diventa l’unico canale di aggancio, ti condanna a dipendere da uomini che ti inseguono solo quando ti neghi.
È come se la distanza dell’altro fosse necessaria per sentire la tua forza: “solo se lui mi rincorre, io mi sento potente”.
Dietro c’è un antico timore: se mi mostro disponibile, non valgo più.
Lì è dove si apre il lavoro terapeutico autentico.
Prova a scrivere, come in un dialogo interiore:
“Quando io seduco, mi sento…”
“Quando io sono calma e prevedibile, mi sento…”
“Quando qualcuno mi rincorre, io posso…”
“Se qualcuno mi ama senza rincorrermi, temo che…”
Queste risposte possono essere il punto di partenza per comprendere come il tuo Sé si struttura nel rapporto con l’altro.
Se vuoi, posso accompagnarti passo passo in questo — come una sorta di coach psicodinamico, non per insegnarti “tecniche di seduzione”, ma per aiutarti a riappropriarti della tua energia vitale senza ricadere nei vecchi schemi di potere.
Posso anche aiutarti a decodificare la relazione con quest’uomo narcisista, per capire perché si è allontanato e cosa quella dinamica dice di te, non solo di lui.
un augurio
J Guidi
Questa frase è il cuore pulsante del tuo vissuto attuale. Quello che descrivi non è semplicemente un “cambiamento di carattere”, ma il segno di una crisi identitaria legata al modo in cui ti relazioni all’altro.
Nel periodo in cui “seducevi”, sentivi di avere potere, di muovere l’altro, di esistere fortemente nella sua reazione. La seduzione, in questo senso, non è soltanto un gioco erotico o sociale, ma una forma di conferma del Sé: l’altro, desiderandoti, ti restituisce la percezione di essere viva, desiderabile, unica.
Quando nel tuo percorso terapeutico ti è stato detto che certe dinamiche erano “manipolatorie” o “errate”, probabilmente hai interiorizzato un messaggio moralizzante (“non devo più fare così”), ma non si è lavorato abbastanza su che cosa rappresentava, per te, quella modalità relazionale.
Hai “tagliato” un comportamento senza integrare il suo significato affettivo profondo, e così hai perso un pezzo vitale della tua identità relazionale.
L’incontro con questa persona ha funzionato come uno specchio: lui ha riattivato quella parte tua che era rimasta congelata.
Ma attenzione — non perché “lui ti serve”, bensì perché in lui hai rivisto te stessa nella tua forma più antica e più viva.
Il narcisista, nella prospettiva interpersonale, spesso accende perché offre un campo relazionale intenso, fatto di attenzione, specchiamento, tensione erotica e rischio.
Ti fa sentire vista, ma anche sfidata — e questo riattiva l’energia libidica che era stata repressa.
Tuttavia, il rischio è che questa intensità diventi una droga relazionale: l’altro viene investito del compito di “riaccendere la mia vita”, e allora il potere torna a spostarsi fuori da te.
Questa dipendenza sottile (“mi serve per ricordarmi chi sono”) è una forma di legame speculare, non d’amore autentico.
Il punto, forse, non è tornare a quella che eri, ma riunire la parte passionale e quella più calma in una forma più integrata.
Quella che eri prima era viva ma, a volte, dipendente dallo sguardo altrui; quella che sei ora è più controllata, ma spenta.
Lo spazio di crescita sta nel ritrovare la passione senza tornare alla manipolazione — cioè restare autentica senza perdere la capacità di generare emozione e desiderio.
Questo si lavora nel modo in cui ti concedi di giocare, di flirtare, di desiderare, senza trasformarlo in una prova di valore.
In analisi interpersonale si direbbe che il Sé cerca di riorganizzarsi attorno a nuove modalità di contatto, più vitali ma meno difensive.
Questo è un bisogno di conferma narcisistica profonda: non tanto per “piacere” quanto per esistere attraverso l’interesse dell’altro.
Non è patologico in sé, ma se diventa l’unico canale di aggancio, ti condanna a dipendere da uomini che ti inseguono solo quando ti neghi.
È come se la distanza dell’altro fosse necessaria per sentire la tua forza: “solo se lui mi rincorre, io mi sento potente”.
Dietro c’è un antico timore: se mi mostro disponibile, non valgo più.
Lì è dove si apre il lavoro terapeutico autentico.
Prova a scrivere, come in un dialogo interiore:
“Quando io seduco, mi sento…”
“Quando io sono calma e prevedibile, mi sento…”
“Quando qualcuno mi rincorre, io posso…”
“Se qualcuno mi ama senza rincorrermi, temo che…”
Queste risposte possono essere il punto di partenza per comprendere come il tuo Sé si struttura nel rapporto con l’altro.
Se vuoi, posso accompagnarti passo passo in questo — come una sorta di coach psicodinamico, non per insegnarti “tecniche di seduzione”, ma per aiutarti a riappropriarti della tua energia vitale senza ricadere nei vecchi schemi di potere.
Posso anche aiutarti a decodificare la relazione con quest’uomo narcisista, per capire perché si è allontanato e cosa quella dinamica dice di te, non solo di lui.
un augurio
J Guidi
Buonasera, quello che hai scritto merita una risposta altrettanto onesta e diretta, perché sento che sei in un momento di grande confusione su chi sei davvero e su cosa ti fa stare bene.
Partiamo da un punto cruciale: tu non hai bisogno di un coach nella seduzione. Hai bisogno di comprendere perché la tua identità e il tuo senso di valore sono così strettamente legati alla capacità di creare dinamiche di potere, manipolazione e ossessione negli altri. Questo è il vero nodo da sciogliere.
Quando mi dici che prima eri "carismatica, passionale, vera" e che ora ti senti "noiosa, prevedibile, snaturata", quello che stai davvero dicendo è che ti senti viva solo quando sei dentro dinamiche relazionali intense, caotiche, squilibrate. Ma ascolta bene questa domanda: è davvero questo il tuo modo autentico di stare al mondo, oppure è l'unico modo che conosci per sentirti potente, desiderabile, in controllo?
La passione che descrivi non è passione sana: è adrenalina. È l'eccitazione del gioco di potere, del controllare le reazioni dell'altro, del provocare ossessione. E quando dici che ti serve "interfacciarti solo con persone simili a te", stai parlando di persone che giocano lo stesso gioco - persone narcisiste, che funzionano esattamente con queste dinamiche di avvicinamento e allontanamento, idealizzazione e svalutazione.
Il fatto che tu ti sia "riaccesa" con questa persona narcisista negli ultimi tre mesi non è un segno di rinascita: è il segno che avete innescato una danza tossica reciproca, in cui entrambi cercate di controllare l'altro, di mantenerlo in uno stato di bisogno. Tu lo hai fatto dandogli appuntamenti e non presentandoti (per vederlo intensificare l'interesse), lui lo ha fatto allontanandosi nel momento in cui ti sei "comportata bene". Questo non è amore, non è passione autentica: è una lotta di potere mascherata da relazione.
E ora veniamo al punto più importante: tu dici che ti serve riavvicinarlo "per ritrovare te stessa". Ma quale te stessa? Quella che si sente viva solo quando crea caos emotivo? Quella che ha bisogno di essere rincorsa e di far ossessionare l'altro per sentirsi degna di esistere? Questa non è la tua vera identità: è una strategia di sopravvivenza che hai costruito, probabilmente molto tempo fa, per sentirti potente in un mondo in cui forse ti sei sentita impotente, invisibile o non amata per quello che eri davvero.
Il percorso psicologico che hai fatto ti ha detto che le manipolazioni erano errate, e tu hai interpretato questo come "devo diventare un'altra persona, devo essere buona e prevedibile". Ma il lavoro terapeutico non doveva trasformarti in qualcuno di noioso: doveva aiutarti a distinguere tra autenticità e maschera, tra relazioni sane e dinamiche distruttive, tra carisma genuino e manipolazione difensiva. Se ti senti snaturata, significa che quel percorso non è stato completato, non che fosse sbagliato.
Ora, voglio dirti qualcosa che forse non ti aspetti: dietro questa tua ricerca della seduzione estrema, del controllo, dell'ossessione altrui, c'è molto probabilmente una ferita profonda. C'è una parte di te che non si è mai sentita abbastanza, che non ha mai creduto di poter essere amata per quello che è, senza bisogno di strategie, senza bisogno di tenere l'altro col fiato sospeso. E allora hai imparato a creare situazioni in cui sei tu a decidere le regole del gioco, in cui sei tu al centro dell'attenzione, anche se questo significa relazioni che non ti nutrono davvero, che ti lasciano vuota appena finisce l'adrenalina.
Non ti serve un coach nella seduzione. Ti serve qualcuno che ti aiuti a scoprire che puoi essere amata, desiderata, vista, senza bisogno di creare caos. E questo richiede un percorso terapeutico da affrontare con coraggio: il coraggio di stare nel vuoto, di lasciar andare il controllo, di rischiare di essere noiosa per scoprire che forse, sotto quella noia percepita, c'è una persona molto più interessante di quanto tu creda. Riflettici.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Partiamo da un punto cruciale: tu non hai bisogno di un coach nella seduzione. Hai bisogno di comprendere perché la tua identità e il tuo senso di valore sono così strettamente legati alla capacità di creare dinamiche di potere, manipolazione e ossessione negli altri. Questo è il vero nodo da sciogliere.
Quando mi dici che prima eri "carismatica, passionale, vera" e che ora ti senti "noiosa, prevedibile, snaturata", quello che stai davvero dicendo è che ti senti viva solo quando sei dentro dinamiche relazionali intense, caotiche, squilibrate. Ma ascolta bene questa domanda: è davvero questo il tuo modo autentico di stare al mondo, oppure è l'unico modo che conosci per sentirti potente, desiderabile, in controllo?
La passione che descrivi non è passione sana: è adrenalina. È l'eccitazione del gioco di potere, del controllare le reazioni dell'altro, del provocare ossessione. E quando dici che ti serve "interfacciarti solo con persone simili a te", stai parlando di persone che giocano lo stesso gioco - persone narcisiste, che funzionano esattamente con queste dinamiche di avvicinamento e allontanamento, idealizzazione e svalutazione.
Il fatto che tu ti sia "riaccesa" con questa persona narcisista negli ultimi tre mesi non è un segno di rinascita: è il segno che avete innescato una danza tossica reciproca, in cui entrambi cercate di controllare l'altro, di mantenerlo in uno stato di bisogno. Tu lo hai fatto dandogli appuntamenti e non presentandoti (per vederlo intensificare l'interesse), lui lo ha fatto allontanandosi nel momento in cui ti sei "comportata bene". Questo non è amore, non è passione autentica: è una lotta di potere mascherata da relazione.
E ora veniamo al punto più importante: tu dici che ti serve riavvicinarlo "per ritrovare te stessa". Ma quale te stessa? Quella che si sente viva solo quando crea caos emotivo? Quella che ha bisogno di essere rincorsa e di far ossessionare l'altro per sentirsi degna di esistere? Questa non è la tua vera identità: è una strategia di sopravvivenza che hai costruito, probabilmente molto tempo fa, per sentirti potente in un mondo in cui forse ti sei sentita impotente, invisibile o non amata per quello che eri davvero.
Il percorso psicologico che hai fatto ti ha detto che le manipolazioni erano errate, e tu hai interpretato questo come "devo diventare un'altra persona, devo essere buona e prevedibile". Ma il lavoro terapeutico non doveva trasformarti in qualcuno di noioso: doveva aiutarti a distinguere tra autenticità e maschera, tra relazioni sane e dinamiche distruttive, tra carisma genuino e manipolazione difensiva. Se ti senti snaturata, significa che quel percorso non è stato completato, non che fosse sbagliato.
Ora, voglio dirti qualcosa che forse non ti aspetti: dietro questa tua ricerca della seduzione estrema, del controllo, dell'ossessione altrui, c'è molto probabilmente una ferita profonda. C'è una parte di te che non si è mai sentita abbastanza, che non ha mai creduto di poter essere amata per quello che è, senza bisogno di strategie, senza bisogno di tenere l'altro col fiato sospeso. E allora hai imparato a creare situazioni in cui sei tu a decidere le regole del gioco, in cui sei tu al centro dell'attenzione, anche se questo significa relazioni che non ti nutrono davvero, che ti lasciano vuota appena finisce l'adrenalina.
Non ti serve un coach nella seduzione. Ti serve qualcuno che ti aiuti a scoprire che puoi essere amata, desiderata, vista, senza bisogno di creare caos. E questo richiede un percorso terapeutico da affrontare con coraggio: il coraggio di stare nel vuoto, di lasciar andare il controllo, di rischiare di essere noiosa per scoprire che forse, sotto quella noia percepita, c'è una persona molto più interessante di quanto tu creda. Riflettici.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Salve,
da quanto letto sembra si evinca un forte desiderio di essere voluta bene, pur mantenendo la propria identità intatta e non "snaturata", volendo utilizzare le sue parole.
Spesso adottiamo comportamenti e atteggiamenti in modo spontaneo e senza rendercene conto; prendere consapevolezza di ciò può risultare molto faticoso e frustrante se non accompagnati in un percorso di consapevolezza che possa poi farci decidere CHI essere.
Inoltre "Chi" siamo ci guida nelle Relazioni (sociali/lavorative/affettive). Con ciò si intende dire che:
-nel momento in cui siamo consapevoli di come spontaneamente tendiamo ad agire in/con specifiche situazioni, persone e contesti, le relazioni che avremo ne saranno "solo" condizionate in quanto (forti nella nostra conoscenza) potremo decidere di cambiare o meno ciò che è disfunzionale e quindi potranno essere sensibili a evoluzioni, crescita, e ciò le renderà stabili;
-nel momento in cui non ne siamo consapevoli, le nostre relazioni saranno determinate da ciò che non conosciamo ancora bene di noi e quindi saranno destinate ad essere effimere, povere e fallimentari.
Quanto premesso per dirLe che la sua richiesta di aiuto potrà portare a risultati stabili nel tempo nel momento in cui decida di voler vedere, ancor prima di cambiare, determinate caratteristiche che la costituiscono in quanto identità e identità in relazione.
A tal proposito, sono a sua disposizione.
Dr. Elio De Nicolo
da quanto letto sembra si evinca un forte desiderio di essere voluta bene, pur mantenendo la propria identità intatta e non "snaturata", volendo utilizzare le sue parole.
Spesso adottiamo comportamenti e atteggiamenti in modo spontaneo e senza rendercene conto; prendere consapevolezza di ciò può risultare molto faticoso e frustrante se non accompagnati in un percorso di consapevolezza che possa poi farci decidere CHI essere.
Inoltre "Chi" siamo ci guida nelle Relazioni (sociali/lavorative/affettive). Con ciò si intende dire che:
-nel momento in cui siamo consapevoli di come spontaneamente tendiamo ad agire in/con specifiche situazioni, persone e contesti, le relazioni che avremo ne saranno "solo" condizionate in quanto (forti nella nostra conoscenza) potremo decidere di cambiare o meno ciò che è disfunzionale e quindi potranno essere sensibili a evoluzioni, crescita, e ciò le renderà stabili;
-nel momento in cui non ne siamo consapevoli, le nostre relazioni saranno determinate da ciò che non conosciamo ancora bene di noi e quindi saranno destinate ad essere effimere, povere e fallimentari.
Quanto premesso per dirLe che la sua richiesta di aiuto potrà portare a risultati stabili nel tempo nel momento in cui decida di voler vedere, ancor prima di cambiare, determinate caratteristiche che la costituiscono in quanto identità e identità in relazione.
A tal proposito, sono a sua disposizione.
Dr. Elio De Nicolo
Buongiorno,
quello che racconta mostra una grande consapevolezza di sé e del proprio mondo emotivo: il desiderio di ritrovare vitalità, passione e autenticità dopo un periodo in cui si è sentita “spenta” è comprensibile e molto umano.
Spesso, quando la seduzione e l’intensità emotiva diventano il linguaggio con cui ci sentiamo vivi o riconosciuti, può essere difficile accettare parti più calme o stabili di sé. Non si tratta però di “spegnersi”, ma di integrare queste due dimensioni: la forza e il controllo, la passione e la sicurezza.
Un percorso psicologico può aiutarla non tanto a “correggere” o reprimere la sua parte seduttiva, ma a riconoscere il bisogno profondo che vi è dietro — il desiderio di essere vista, scelta, desiderata — e imparare a nutrirlo in modo più libero e autentico, senza dipendere da relazioni che riattivano schemi dolorosi.
Lavorare su queste dinamiche significa anche comprendere come mai l’interesse e l’intensità sembrino accendersi solo in contesti instabili o con partner evitanti o narcisisti. È un tema molto interessante e trasformativo, che può diventare una grande opportunità di crescita personale
Cordialità
Eleonora Rossini
quello che racconta mostra una grande consapevolezza di sé e del proprio mondo emotivo: il desiderio di ritrovare vitalità, passione e autenticità dopo un periodo in cui si è sentita “spenta” è comprensibile e molto umano.
Spesso, quando la seduzione e l’intensità emotiva diventano il linguaggio con cui ci sentiamo vivi o riconosciuti, può essere difficile accettare parti più calme o stabili di sé. Non si tratta però di “spegnersi”, ma di integrare queste due dimensioni: la forza e il controllo, la passione e la sicurezza.
Un percorso psicologico può aiutarla non tanto a “correggere” o reprimere la sua parte seduttiva, ma a riconoscere il bisogno profondo che vi è dietro — il desiderio di essere vista, scelta, desiderata — e imparare a nutrirlo in modo più libero e autentico, senza dipendere da relazioni che riattivano schemi dolorosi.
Lavorare su queste dinamiche significa anche comprendere come mai l’interesse e l’intensità sembrino accendersi solo in contesti instabili o con partner evitanti o narcisisti. È un tema molto interessante e trasformativo, che può diventare una grande opportunità di crescita personale
Cordialità
Eleonora Rossini
Grazie per aver condiviso tutto questo con tanta onestà — è evidente che stai attraversando una fase complessa ma anche molto lucida, in cui stai cercando di comprendere profondamente te stessa, i tuoi desideri e i tuoi meccanismi relazionali.
Provo a restituirti una chiave di lettura articolata e onesta, senza giudizio, ma anche con strumenti concreti per ritrovare te stessa senza perderti di nuovo in dinamiche distruttive.
La “vecchia te” e la seduzione
Quella parte di te che definisci “seduttiva, passionale, carismatica” non era solo manipolazione.
Era vitalità, gioco, energia, magnetismo: tutti aspetti autentici del tuo sé.
Nel percorso psicologico probabilmente ti è stato insegnato a evitare comportamenti manipolativi, ma questo non significa dover diventare piatta, “buona”, o spenta.
Hai confuso l’autenticità con la bontà, e hai represso la parte istintiva, quella che ti fa sentire viva.
Obiettivo: recuperare la tua energia seduttiva, ma renderla consapevole, non distruttiva.
Sedurre non deve significare controllare o manipolare, ma creare attrazione e intensità in modo sano.
Il narcisista e la riaccensione
Quando dici “lui mi serve per ricordarmi chi ero”, in realtà stai dicendo: “accanto a lui mi sento viva, perché mi attiva emozioni forti”.
Il narcisista è maestro nel creare montagne russe emotive — idealizzazione, distacco, tensione, riavvicinamento — e questo risveglia in te la tua parte più istintiva e passionale.
È una “droga emotiva”, ma non un percorso di guarigione.
Attenzione: non è lui a ridarti vita, sei tu che, in presenza del conflitto, riattivi parti di te.
Vuol dire che la passione e il carisma sono ancora dentro di te, ma per ora emergono solo in contesti tossici o proibiti.
Perché ti senti “spenta” con uomini normali
Tu dici una cosa molto vera: “ho la necessità emotiva di essere rincorsa, altrimenti non riesco ad agganciarmi”.
Questo è un modello di attaccamento disorganizzato o ansioso-evitante: ti eccita la distanza, non la vicinanza.
Quando qualcuno ti rincorre, senti potere, desiderio, energia; quando qualcuno è stabile, senti noia, spegnimento.
In realtà, non è la persona a spegnerti, ma la mancanza di quella tensione psicologica che per te è sinonimo di amore.
Come puoi rinascere senza autodistruggerti
Quello che ti serve non è tornare alla “vecchia te” né restare nella versione “troppo buona”.
Serve una terza versione: quella integrata, che unisce intensità e consapevolezza.
Ecco alcuni strumenti pratici:
1. Recupera il gioco seduttivo in modo sano
• Flirta, ma senza bisogno di ferire o sparire.
• Gioca con mistero, ironia, distanza dosata — non per punire, ma per creare desiderio reciproco.
• Riscopri il piacere di essere desiderata e di scegliere, non solo di essere inseguita.
2. Riattiva il tuo potere personale
• La passione nasce quando ti senti potente, non solo quando qualcuno ti ossessiona.
• Riprendi attività che ti facevano sentire magnetica: danza, fotografia, moda, performance, anche solo esprimerti sui social in modo creativo.
Il carisma non nasce dalle relazioni: nasce dal sentirti viva tu per prima.
3. Sii curiosa del tuo bisogno di essere rincorsa
• Non cercare di eliminarlo, ma comprendilo: è la tua parte bambina che chiede attenzione.
• Se riesci, lavora con un terapeuta orientato alle dinamiche relazionali o all’attaccamento, per esplorare come trasformare quella necessità in desiderio, non in dipendenza.
Sul riavvicinamento al narcisista
Capire “perché si è allontanato” può essere utile, ma non serve a recuperarlo — serve a capire te.
Spesso, quando inizi a comportarti “bene” (cioè senza creare tensione), un narcisista si disinteressa: la relazione smette di fornirgli adrenalina o conferme.
Lui non è un maestro della seduzione, è un maestro della disconnessione.
Un cordiale saluto e spero di esseri stato d’aiuto
Provo a restituirti una chiave di lettura articolata e onesta, senza giudizio, ma anche con strumenti concreti per ritrovare te stessa senza perderti di nuovo in dinamiche distruttive.
La “vecchia te” e la seduzione
Quella parte di te che definisci “seduttiva, passionale, carismatica” non era solo manipolazione.
Era vitalità, gioco, energia, magnetismo: tutti aspetti autentici del tuo sé.
Nel percorso psicologico probabilmente ti è stato insegnato a evitare comportamenti manipolativi, ma questo non significa dover diventare piatta, “buona”, o spenta.
Hai confuso l’autenticità con la bontà, e hai represso la parte istintiva, quella che ti fa sentire viva.
Obiettivo: recuperare la tua energia seduttiva, ma renderla consapevole, non distruttiva.
Sedurre non deve significare controllare o manipolare, ma creare attrazione e intensità in modo sano.
Il narcisista e la riaccensione
Quando dici “lui mi serve per ricordarmi chi ero”, in realtà stai dicendo: “accanto a lui mi sento viva, perché mi attiva emozioni forti”.
Il narcisista è maestro nel creare montagne russe emotive — idealizzazione, distacco, tensione, riavvicinamento — e questo risveglia in te la tua parte più istintiva e passionale.
È una “droga emotiva”, ma non un percorso di guarigione.
Attenzione: non è lui a ridarti vita, sei tu che, in presenza del conflitto, riattivi parti di te.
Vuol dire che la passione e il carisma sono ancora dentro di te, ma per ora emergono solo in contesti tossici o proibiti.
Perché ti senti “spenta” con uomini normali
Tu dici una cosa molto vera: “ho la necessità emotiva di essere rincorsa, altrimenti non riesco ad agganciarmi”.
Questo è un modello di attaccamento disorganizzato o ansioso-evitante: ti eccita la distanza, non la vicinanza.
Quando qualcuno ti rincorre, senti potere, desiderio, energia; quando qualcuno è stabile, senti noia, spegnimento.
In realtà, non è la persona a spegnerti, ma la mancanza di quella tensione psicologica che per te è sinonimo di amore.
Come puoi rinascere senza autodistruggerti
Quello che ti serve non è tornare alla “vecchia te” né restare nella versione “troppo buona”.
Serve una terza versione: quella integrata, che unisce intensità e consapevolezza.
Ecco alcuni strumenti pratici:
1. Recupera il gioco seduttivo in modo sano
• Flirta, ma senza bisogno di ferire o sparire.
• Gioca con mistero, ironia, distanza dosata — non per punire, ma per creare desiderio reciproco.
• Riscopri il piacere di essere desiderata e di scegliere, non solo di essere inseguita.
2. Riattiva il tuo potere personale
• La passione nasce quando ti senti potente, non solo quando qualcuno ti ossessiona.
• Riprendi attività che ti facevano sentire magnetica: danza, fotografia, moda, performance, anche solo esprimerti sui social in modo creativo.
Il carisma non nasce dalle relazioni: nasce dal sentirti viva tu per prima.
3. Sii curiosa del tuo bisogno di essere rincorsa
• Non cercare di eliminarlo, ma comprendilo: è la tua parte bambina che chiede attenzione.
• Se riesci, lavora con un terapeuta orientato alle dinamiche relazionali o all’attaccamento, per esplorare come trasformare quella necessità in desiderio, non in dipendenza.
Sul riavvicinamento al narcisista
Capire “perché si è allontanato” può essere utile, ma non serve a recuperarlo — serve a capire te.
Spesso, quando inizi a comportarti “bene” (cioè senza creare tensione), un narcisista si disinteressa: la relazione smette di fornirgli adrenalina o conferme.
Lui non è un maestro della seduzione, è un maestro della disconnessione.
Un cordiale saluto e spero di esseri stato d’aiuto
Buonasera.
Dalle sue parole emerge una buona consapevolezza di sé e del modo in cui vive le relazioni. Ha osservato come, nel tempo, il suo modo di entrare in contatto con l’altro sia cambiato, passando da una dimensione intensa e seduttiva a una più calma e controllata, che però oggi la fa sentire distante da se stessa.
Ciò che descrive — il desiderio di sentirsi viva, vista, rincorsa — esprime un bisogno profondo di connessione e riconoscimento, che merita uno spazio di ascolto autentico, al di là delle dinamiche di potere o dei ruoli di seduttore e sedotta.
A volte è importante pensare che non si debba “tornare esattamente come prima”, ma INTEGRARE le parti di sé che ha messo da parte, come la passione e la vitalità, con le nuove parti che ha conquistato, come la calma e la consapevolezza.
Un percorso psicologico può aiutarla a esplorare il significato di queste dinamiche relazionali, a comprendere cosa la accende e cosa la spegne, e a ritrovare un modo più autentico di stare in relazione — non per compiacere o rincorrere, ma per sentirsi viva dentro.
Se lo desidera, possiamo parlarne insieme e approfondire la sua storia relazionale, lavorando su come ritrovare la sua energia e autenticità per vivere rapporti sentimentali che non dipendano più da un “gioco di ruoli”, ma da un contatto più profondo con se stessa.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Erika Marrafino, Psicologa e Counselor.
Dalle sue parole emerge una buona consapevolezza di sé e del modo in cui vive le relazioni. Ha osservato come, nel tempo, il suo modo di entrare in contatto con l’altro sia cambiato, passando da una dimensione intensa e seduttiva a una più calma e controllata, che però oggi la fa sentire distante da se stessa.
Ciò che descrive — il desiderio di sentirsi viva, vista, rincorsa — esprime un bisogno profondo di connessione e riconoscimento, che merita uno spazio di ascolto autentico, al di là delle dinamiche di potere o dei ruoli di seduttore e sedotta.
A volte è importante pensare che non si debba “tornare esattamente come prima”, ma INTEGRARE le parti di sé che ha messo da parte, come la passione e la vitalità, con le nuove parti che ha conquistato, come la calma e la consapevolezza.
Un percorso psicologico può aiutarla a esplorare il significato di queste dinamiche relazionali, a comprendere cosa la accende e cosa la spegne, e a ritrovare un modo più autentico di stare in relazione — non per compiacere o rincorrere, ma per sentirsi viva dentro.
Se lo desidera, possiamo parlarne insieme e approfondire la sua storia relazionale, lavorando su come ritrovare la sua energia e autenticità per vivere rapporti sentimentali che non dipendano più da un “gioco di ruoli”, ma da un contatto più profondo con se stessa.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Erika Marrafino, Psicologa e Counselor.
Prendo alcune frasi del tuo scrivere ..."Fino a qualche anno fa ero altamente seduttiva, mi divertivo nel creare dinamiche varie, emozioni forti." " mi sono modificata, da allora mi sento snaturata, sono una brava persona, ma noiosa e prevedibile, non mi piaccio, oltre a non provare più nulla,""voglio capire le dinamiche comportamentali degli uomini..." diciamo che forse dalla tua ultima frase parte tutta la tua "insoddisfazione" perchè lasci in mano al comportamento degli uomini, che ti sembra di gestire o meno... la tua felicita! Forse anche se hai già fatto un percorso di terapia, bisognerebbe capire dove si origina il tuo bisogno di trovare legami tossici e narcisistici!
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