Salve, Volevo chiedere un qualcosa che può sembrare provocatorio ma che in realtà non lo è. Io ho

16 risposte
Salve,

Volevo chiedere un qualcosa che può sembrare provocatorio ma che in realtà non lo è. Io ho effettuato una terapia breve strategica durata dieci sedute senza alcun beneficio poiché non riuscivo a seguire le prescrizioni che per me erano troppo difficili. Ma dopo mesi ho pensato di riprovarla andando da un terapeuta piuttosto noto in Italia, ho fatto due sedute e mi si è ripresentato lo stesso identico problema. Prescrizioni per me difficilissime da seguire. La domanda è: ma veramente la tanto proclamata terapia breve strategica non ha ideato un modo per portare i pazienti a sbloccarsi nel caso in cui non riescano a fare le prescrizioni? Quindi in poche parole un paziente veramente resistente al cambiamento che non segue le prescrizioni per la terapia breve strategica è intrattabile? Boh la trovo una cosa assurda...

Grazie

Giovanni
Buongiorno Giovanni,
esistono moltissimi orientamenti in psicoterapia e non tutti utilizzano le "prescrizioni".
Non credo sia una questione di intrattabilità o di resistenza al cambiamento. Penso che sia importante trovare l'approccio che risponda meglio alle sue caratteristiche personali e ai suoi bisogni.
Ciò che accomuna ogni forma di psicoterapia è provare ad accompagnare la persona che la richiede a stare meglio; ciò che differenzia i vari modelli è il modo attraverso il quale si cerca di farlo. Si tratta "solo" di capire quale possa essere il migliore per lei.

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Buongiorno Giovanni,
le resistenze ,soprattutto all'inizio, sono una componente normale in un percorso di terapia.
Potrebbe parlarne con l'ultimo terapeuta che l'ha seguita, se nel complesso si è trovato bene o provare un percorso di un altro orientamento che non sia strutturato sul seguire delle prescrizioni.

Buongiorno, probabilmente quel tipo di terapia non è adatta a lei. Provi a seguire un altro tipo di psicoterapia con un indirizzo differente.
Sono disponibile ad aiutarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Gentile utente, non tutti gli approcci vanno bene per tutti questo perchè ognuno di noi ha bisogno di cose diverse. Ciò non sminuisce l'approccio ma ci dice qualcosa di lei. Forse lei ha bisogno di un tempo diverso, di cose diverse. Provare un approccio e capire se fa al caso nostro è parte della terapia. Proprio in dinamiche che funzionano e che non funzionano capiamo elementi di noi stessi. Inoltre una cosa che funziona oggi non è detto che funzioni per noi nel futuro o vice versa. Mi chiedo se lei abbia condiviso questa sua fatica con il terapeuta? C'è stato uno spazio per riflettere su ciò che la "bloccava"?. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
salve Giovanni, potrebbe essere che all'interno di questi percorsi di terapia non ci sia stato spazio (a quanto pare - e giustamente - necessario) per indagare le difficoltà da parte sua ad eseguire tali "prescrizioni". Come già le hanno illustrato i colleghi, esistono vari approcci di psicoterapia, probabilmente cambiando approccio e portando questa sua difficoltà all'attenzione del terapeuta, potrà essere maggiormente agevolato nel cambiamento. Le auguro buona fortuna. Resto a disposizione
Dott.ssa Elisa Andreoli
Gentile utente, l'efficacia di un percorso terapeutico è data non solo dal tipo di approccio ma soprattutto dalla relazione teraputica e la ricerca lo dimostra.
La invito a proseguire il viaggio di ricerca per il suo benessere!
Buongiorno,
riguardo alla questione dell'intrattabilità che potrebbe anche essere resistenza al cambiamento, ha provato a parlare con i terapeuti da cui è andato del fatto di non riuscire a seguire le prescrizioni? Potrebbe appunto essersi trattato di una resistenza alla terapia, una forma di difesa rispetto a cambiamenti o a contenuti inconsci che avrebbero potuto emergere e che non si sentiva in grado di affrontare. Oppure potrebbe essere che questo tipo di terapia non faccia per lei. Esistono terapie anche brevi che non prevedono prescrizioni. E' importante, perché la terapia funzioni, trovarne una in cui ci si senta a proprio agio sia con la modalità di terapia che con il terapeuta.
Salve ci sono tanti tipi di psicoterapia perché non tutte funzionano con tutti. Cambi approccio psicoterapeutico e si consoli pensando che siamo tutti diversi e che possiamo trovare conforto in situazioni diverse, più confacenti a noi. Un saluto
Salve. Quanto scrive non è affatto provocatorio. Noi terapeuti, indipendentemente dal tipo di orientamento, sappiamo bene che l' aggancio terapeutico non è mai scontato. Inoltre siamo chiamati eticamente a chiederci le nostre competenze e i nostri strumenti sono effettivamente quello che servono al paziente che ci siede davanti. Detto questo, è possibile che lei abbia semplicemente bisogno di un setting terapeutico differente, è possibile che le prescrizioni al momento per lei siano un problema, una resistenza (sarebbe utile capire il perchè in termini terapeutici), o è possibile che lei debba interrogarsi sul perchè lei aveva scelto e poi riscelto un intervento strategico breve... C'è veramente tanto materiale per cui credo che lei debba concedersi nuove occasioni di riflessione terapeutica.
Dott.ssa Michela Saviano
Salve, potrebbe provare un indirizzo diverso di psicoterapia.
L'efficacia della psicoterapia risente principalmente della relazione terapeuta-paziente, quindi si concentri più sul trovare un professionista certificato con il quale si sente a suo agio, del resto se ne occuperà lui.
Buonasera, come le hanno già spiegato altri colleghi, esistono tanti orientamenti nel campo della Psicoterapia. Io amo paragonare il rapporto terapeuta-paziente con il rapporto d’amore tra due persone: non tutte le persone sono fatte per stare bene insieme, allo stesso modo non tutti i terapeuti sono giusti per tutti i pazienti.
Si ricordi che non è la teoria (o la tecnica) che cura ma la relazione che si instaura.
Un caro saluto.
Dott.ssa Emanuela Graziano
Buongiorno Giovanni
Grazie per la tua domanda. Non esistono davvero pazienti intrattabili o "troppo resistenti". Cosi' come di per se' una prescrizione non e' ne' facile, ne' difficile.
Si tratta piuttosto della qualita' della relazione stabilita con il terapeuta e come quest'ultimo sa elicitare le risorse specifiche della persona che ha davanti.
Non correre il rischio di incolparti o perdere speranza nel cambiamento. Dovresti piuttosto coinvolgere lo psicoterapeuta in una riflessione sul vostro rapporto e come trovare la giusta sintonia.
Rimango a tua disposizione
Grazie
Buonasera Giovanni, probabilmente la terapia breve che le è stata proposta non è adatta alla sua condizione. Se la resistenza è così forte è probabile che il cambiamento proposto venga da lei percepito, come troppo forte o ansioso, almeno a livello inconscio. Per cui si ritrova a resistere, ergo a difendersi da tale proposta di cambiamento. E' sicuro che l'unica strada possibile è la terapia breve strategica?
Se vuole, le propongo un incontro per definire la condizione in essere e valutare le possibili soluzioni.
Buonasera, come le hanno già detto i colleghi, probabilmente non è l’approccio giusto per lei. Certo, avere risultati in poco tempo fa gola, ma è importante comprendere i propri tempi. Se ci sono delle resistenze, vuol dire che si sta proteggendo da qualcosa che dovrà prima comprendere.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Buonasera Giovanni, la parola "sbloccare" porta già con se l'idea di entrare in profondità e arrivare a parlare il linguaggio del cervello, che ragiona per idee, immagini, sensazioni. Secondo me e secondo il mio indirizzo psicoterapeutico (Psicosintesi) male si sposa con le "prescrizioni": le resistenze vanno aggirate, cercando di far collaborare l'inconscio. Nel suo caso credo sia davvero fondamentale affidarsi invece che al "noto" professionista a colui che sentirà in grado di entrare in relazione profonda con lei. Auguri e resto a disposizione per una terapia anche online.
Salve Giovanni, nella domanda scrive che per lei le prescrizioni sono difficili da seguire ma non dice qual è la difficoltà che incontra nel seguirle. Questo argomento potrebbe essere affrontato Con l'ultimo terapeuta con cui ha lavorato, oppure potrebbe iniziare dal valutare altri tipi di terapia ed esplorare questa difficoltà in un nuovo contesto. Cosa l'ha guidata nella scelta di questo approccio terapeutico? A suo avviso, come mai ha scelto proprio un modello così prescrittivo e contemporaneamente vive quest'area, questa modalità in modo così difficoltoso? Come si sente nel ricevere una prescrizione e nel aderirvi o nel non aderirvi, che significato hanno queste esperienze? Forse non si sta confrontando Con l'intrattabilità ma con contenuti non ancora "trattati"

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