Salve, sono una ragazza di 25 anni che vive a casa dei suoi genitori. Sono figlia unica, da sempre

19 risposte
Salve, sono una ragazza di 25 anni che vive a casa dei suoi genitori.
Sono figlia unica, da sempre figlia modello volenterosa e studiosa, di due genitori sempre presenti, ma che hanno sempre vissuto circostanze di vita stressanti per condizioni familiari o altro.
Faccio questa premessa perché mi sembra giusto comprendere che, principalmente mio padre, avrebbe dovuto intraprendere un percorso psicologico importante e adesso nulla lo convincerebbe a farlo per via delle sue convinzioni fortemente radicate e decise.
Tornando al mio problema, proprio per questo modo di fare di mio padre da comandante in casa l'ambiente non è mai sereno.
Mia mamma è una persona fin troppo accondiscendente e non è mai riuscita a mettere qualche paletto alle idee di mio padre, al punto da farsi totalmente sopraffare e non avere quasi più voce in capitolo.
Decide quasi tutto lui.

Da dopo il covid mio padre vedendo i consumi di luce ha sviluppato una vera ossessione... questo l'ha spinto a fare i pannelli fotovoltaici ma ad oggi, potendo gestire noi i consumi, in casa diventa uno stress l'idea di utilizzare qualsiasi elettrodomestico che consumi abbastanza perché se non c'è sole non si ha abbastanza energia, figuriamoci utilizzare la classica energia...anche solo per asciugare i capelli devo sempre stare attenta al fatto che ci sia il sole e farlo ad un certo orario.
Corretto risparmiare, se non fosse per il fatto che se per circostanze si ha una necessità di usare la corrente scoppia il finimondo perché si mette a urlare e nessuno può più dire o fare qualcosa, avrà sempre ragione lui e scatta il mutismo per giorni (però lui fuma tanto e se smettesse, avendo problemi di salute anche, davvero risparmieremmo come dice!).
Per qualsiasi altra credenza che non sia uguale alla sua, in casa si urla per farsi valere e sono io la prima ormai ad essere sempre in modalità difesa e quando i miei mi contraddicono alzo i toni come inconsciamente apprendo, specialmente con lui.
Io in passato ho affrontato un percorso psicologico e di crescita personale che mi hanno fatta cambiare tantissimo e gestire meglio le mie relazioni esterne e ci sono riuscita... però ad oggi non sto riuscendo più a gestire il fatto di non avere indipendenza, di essere controllata pure se devo cucinarmi una torta o se voglio fare uno shampoo all'orario che mi fa più comodo.
Mi sono laureata l'anno scorso, sto continuando a studiare e intanto sto cercando un lavoro per iniziare ad essere più indipendente perché i mille lavoretti che faccio non mi basterebbero per andare a vivere con il mio ragazzo, anche lui economicamente non ancora stabile da poter vivere da solo, con la quale però ho una bellissima relazione da 7 anni.
Io voglio un gran bene ai miei genitori, ma mi rendo conto ormai di aver bisogno di vivere la mia vita...allora vi chiedo, come posso essere più serena, sapendo che l'unica condizione che mi farebbe vivere meglio sarebbe andare via di casa ma non ne ho le possibilità?
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Buongiorno, avendo individuato l'obiettivo principalmente armandosi di pazienza. Poi non è detto che non possa affrontare i conflitti in modo diverso. Potrebbe leggere qualcosa sull'assertività per poter gestire meglio le discussioni o intraprendere un percorso che si focalizzi su gestione della rabbia e aggressività e comunicazione efficace. è evidente che suo padre potrà essere peggiorato con l'età ma il carattere di base sarà stato sempre presente e non è un caso che si sia "scelto" una persona remissiva al suo fianco.
Cara Amica,

capisco bene la sua situazione. non è facile, tuttavia provo a darle qualche spunto. Il primo, è che lei è "vittima2 di una situazione socio-economica che discrimina i giovani, e rende molto più difficile svincolarsi dalla famiglia e costruirsi un futuro. il secondo spunto, è di cominciare a svincolarsi "emotivamente" dalla sua situazione familiare, prima che fisicamente: ci sono ampi spazi per guadagnare la sua autonomia, non sentendosi definita dalle opinioni dei suoi, ed accettando di non essere quello che loro vorrebbero. Da ultimo, consideri che lei sta attraversando una fase di crisi fisiologica: dai 25 ai 30-32 ci affacciamo alla vera adultità, intraprendiamo una carriera, costruiamo rapporti significativi e spesso una famiglia. e' comprensibile che viva questo con ansia, preoccupazione, a volte tristezza o angoscia.

Con i migliori auguri,
dr. Ventura
Gentilissima, in primo luogo la ringrazio per aver condiviso la sua storia e le difficoltà e il dolore che ne conseguono. Lei ha certamente compreso autonomamente che cosa, sul piano materiale, la aiuterebbe a stare meglio: l'autonomia economica certamente le permetterebbe di separarsi dal nucleo familiare originario per intraprendere un percorso di vita indipendente, costruito intorno a ciò che lei ritiene adeguato per sé e per il suo partner. Tuttavia, quello che emerge da queste righe, che certamente non sono sufficienti ad avere uno sguardo in profondità della complessa situazione familiare, è che lei ha sviluppato una difficoltà nella relazione con i suoi genitori ed in particolare con la figura paterna. Sarebbe importante comprendere più nel profondo da dove deriva l'automatismo di porsi in un atteggiamento difensivo nei confronti del genitore; a volte, l'atteggiamento difensivo che passa rapidamente dalla difensa all'attacco (quindi alzando toni di voce, arrabbiandosi, andando incontro al conflitto) può derivare dalla difficoltà a sentire il peso della "colpa". Le rimostranze di suo padre, relative alla gestione dell'economia familiare, la fanno sentire in colpa alle volte? Oppure riesce sempre a comprendere che suo padre, seppur con modi inadeguati, manifesta una difficoltà personale che ha ricadute sul benessere familiare, ma non contatta una colpa reale sua o di sua madre? Sono interrogativi interessanti che potrebbero aiutarla a capire se il malessere che la pervade riguarda unicamente la difficoltà di gestire un padre che crea un ambiente disarmonico in casa, o se, in aggiunta, c'è qualche sua dinamica interna, profonda, che risuona con tutta la situazione osservabile sul piano del materiale.
Per qualsiasi ulteriore chiarimento, rimango a disposizione. La saluto caldamente e la auguro di trovare quanto prima la giusta strada per riacquistare il suo benessere.
Cordialmente,
Dott.ssa Giulia Mattiacci
Carissima, comprendo il suo disagio che solo in parte può essere lenito da un percorso psicologico avendone una causa ben definita. Però un riassetto della comprensione delle relazioni familiari potrebbe sicuramente fare al caso suo. Ha mai pensato alle Costellazioni Familiari? Se fosse interessata ad approfondire l'argomento mi contatti pure liberamente.
Grazie
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Un leone non lo si puó affrontare con le sue stesse armi, vince sempre lui.
Per evitare escalation con lui, bisogna prenderlo con le buone. Se sua padre ha un lavoro, quando rientra gli chieda qualcosa sul suo lavoro. A tavola con lui, a fine pranzo gli porti il caffé o il suo amaro preferito, senza che lui lo chieda. Prima di rientrare a casa lo chiami al cellulare per chiedergli se ha bisogno di qualcosa, ecc.
Deve addomesticare il leone con le buone, non con le cattive.
È appena puó, si faccia un vita indipendente.
Buona fortuna
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, pur volendo bene ai suoi genitori, come scrive lei stessa, la convivenza è difficile con un padre comandante che non contempla opinioni differenti dalle sue e una madre che non si oppone alle decisioni del marito su ritmi e abitudini personali, come quando lavarsi i capelli.
Essendo alla ricerca di un'indipendenza economica dopo la laurea che le consenta scelte autonome e una soluzione abitativa, attualmente forse l'obiettivo in famiglia è vivere più serenamente possibile, se praticabile portando avanti le sue esigenze quando è assente il papà per evitare inutili conflitti che inaspriscono gli animi. Le suggerisco un supporto psicologico per sostenerla e accompagnarla nella sua ricerca di una dimensione di vita adulta. Cordialità. Dr.ssa Lorena Ferrero
È comprensibile che desideri maggior indipendenza e serenità nella tua vita. Finché non hai la possibilità di andare via di casa, potresti concentrarti sulle cose che puoi controllare, come il tuo percorso di studi e la ricerca di lavoro. Cerca di mantenere una comunicazione aperta con i tuoi genitori e cerca di esprimere i tuoi desideri in modo assertivo, cercando di trovare un compromesso. Potresti anche considerare di continuare il tuo percorso di crescita personale per sviluppare ulteriormente le tue capacità di gestione emotiva. Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
La situazione, escludendo il contesto familiare, seppur non molto approfondita credo che abbia una sua risonanza. Un'aspetto chiave è proprio il passaggio dall'altro percorso psicologico: come mai si è reso utile o necessario? Che tipo di cambiamenti voleva fare? Questo perchè una prima analisi andrebbe fatta se il trigger che le sta facendo provare disagio ha una radice comune, ma si è acutizzato, o poggia altrove. Premesso ciò, sicuramente la direzione di indipendenza che sta prendendo la aiuterebbe (potenzialmente). Tuttavia andrebbe valutata quanto questa spinta influenzerebbe il rapporto familiare o quanto questa spinta sia una "fuga" da un problema.
Buongiorno,
potrebbe proporre ai suoi la possibilità di intraprendere un percorso di terapia familiare. Vi aiuterebbe a gestire meglio la comunicazione e a risolvere le dinamiche conflittuali al momento presenti. Nel caso resto disponibile ad accogliere la vostra richiesta di aiuto.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, da terapeuta sistemico relazionale, una terapia familiare potrebbe aiutarvi nella comunicazione e nella convivenza "forzata" (e non solo, anche un giorno quando lei sarà fuori di casa). Le persone purtroppo o per fortuna non si possono cambiare, e ognuno è quello che è in base alla sua storia familiare (lei stessa riconosce che suo padre ha avuto condizioni familiari stressanti). Ha mai pensato di intraprendere un altro percorso a livello individuale? A volte anche dopo tempo, si può avere bisogno di una "rispolverata". A disposizione. Un caro saluto
Salve, dal suo messaggio emerge chiaramente il senso di frustrazione che sta vivendo quotidianamente. Comprendo quanto sia faticoso per lei tollerare la situazione familiare che ha descritto.
Dallo scritto emerge che suo padre sembra incline ad assumere una posizione di potere nelle relazioni, generando una dinamica di sudditanza nell'interlocutore. Si delinea un pattern relazionale in cui suo padre, interagisce con sua madre, la quale assume un ruolo subordinato. Sarebbe utile esplorare le motivazioni che hanno condotto i suoi genitori a cristallizzarsi in questi ruoli e a co-creare tale dinamica relazionale all'interno della coppia.

E' evidente che al momento lei desideri emanciparsi da tali dinamiche familiari. Concentrarsi sulla realizzazione dei suoi obiettivi personali e professionali e sulla conquista di una indipendenza economica potrebbe essere una strategia efficace per ridurre l'attuale dipendenza dai suoi genitori e assumere un ruolo adulto. Tuttavia, ritengo fondamentale lavorare parallelamente sulle dinamiche familiari descritte, affinchè lei possa autenticamente differenziarsi e svincolarsi dalla sua famiglia di origine, senza la necessità di tagliare i ponti creando un distanziamento emotivo eccessivo e rischiando di smarrire il senso di appartenenza che la lega alla sua famiglia.
Attraverso una terapia, rinegoziare il rapporto con i suoi genitori, in particolare con suo padre, in questa fase della sua vita potrebbe aiutarla a ridefinire una nuova relazione padre-figlia in cui lei viene riconosciuta come figlia adulta. Nel suo caso, una terapia familiare rappresenterebbe un intervento appropriato per affrontare le difficoltà evidenziate.
Resto a sua disposizione per ulteriori approfondimenti anche on-line. Saluti. Dott.ssa Rossana Saponara.
Salve, comprendo benissimo le sue difficoltà e sono situazioni presenti in molte famiglie. La strada giusta è esattamente quella che lei auspica ovvero trovare un lavoro che le consenta di prendere una sua casa e vivere con le sue regole. Da ciò che leggo lei ha una chiara visione di ciò che accade dentro casa e ha uno spirito critico che le consente di vedere gli errori dei suoi genitori anche se l'affetto per loro non è variato. E' un apprezzabile gesto di maturità e crescita quando riusciamo a vedere i nostri genitori come persone con tutti i loro difetti e pregi. Tenti di non farsi coinvolgere in liti e discussioni sterili e stia concentrata sul suo futuro. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso con noi le sue perplessità. Dal messaggio si percepisce il suo senso di pesantezza e di "costrizione" che questa situazione le fa vivere. Inoltre emergono tanti punti di forza propri su cui può continuare a lavorare e magari renderli ancora più vividi, permettendosi un maggior svincolo emotivo dalla situazione che sta vivendo senza dover aspettare il distacco fisico che , purtroppo, non dipende esclusivamente da lei.
Ciò che posso proporle, e per questo mi rendo disponibile, è un percorso per lavorare sulla gestione di questi continui conflitti che lei ha esplicitato e sullo svincolo emotivo di cui sopra le ho accennato. Le auguro il meglio.
Buona giornata
Dott.ssa Alessandra Carabba
Buongiorno, gentile utente!
Comprendo benissimo la sua difficoltà nel trovare una soluzione a questo suo disagio.
Un primo passo che potrebbe alleviare il suo disagio potrebbe essere il capire il tipo di dinamiche che ci sono all' interno della sua famiglia. Questo si può fare o attraverso delle sedute di terapia familiare oppure attraverso un percorso di psicoterapia individuale. Per capire meglio il tipo di percorso avrei bisogno di altre informazioni.
Rimango a disposizione per una consulenza online.
Cordiali saluti
Dott.ssa Tosi Veronica
Mi dispiace sentire che stai vivendo una situazione difficile a casa tua. È comprensibile che desideri indipendenza e serenità nella tua vita. Anche se non hai ancora la possibilità di andare via di casa, ci sono alcune cose che potresti provare per migliorare la tua situazione. Cerca di parlare apertamente con i tuoi genitori riguardo ai tuoi sentimenti e alle tue esigenze. Spiega loro che hai bisogno di più indipendenza e spazio per crescere come individuo. Potrebbe essere utile coinvolgere un mediatore o un consulente familiare per facilitare la comunicazione. Cerca di stabilire dei limiti chiari con tuo padre riguardo al controllo e alle sue reazioni. Fai presente che hai il diritto di prendere decisioni sulla tua vita e che è importante rispettare le tue scelte. Potrebbe essere utile cercare supporto da amici, familiari o professionisti esterni. Parla con qualcuno di fiducia che possa offrirti un sostegno emotivo e consigli pratici su come affrontare la situazione.
Continua a studiare e cerca opportunità di lavoro che ti permettano di diventare più indipendente. Concentrati sul tuo futuro e sui tuoi obiettivi personali, in modo da poter raggiungere la tua indipendenza finanziaria il prima possibile.
In questa situazione stressante, è importante prenderti cura di te stessa. Dedica del tempo a praticare attività che ti rilassano e ti fanno sentire bene, come lo sport, la meditazione o la lettura. Mantieni uno stile di vita sano ed equilibrato.
Ricorda che la situazione potrebbe richiedere tempo per cambiare, ma con pazienza, comunicazione e impegno, potresti riuscire a migliorare la tua serenità anche se vivi ancora a casa dei tuoi genitori.
Dr. Roberto Prattichizzo
Buongiorno,
Il suo disagio è comprensibile: l'ambiente familiare dovrebbe essere una base sicura e non una fonte di stress... Credo che lei abbia già individuato una via di uscita efficace, anche se non immediata. Un alteriore aiuto nella gestione di questo disagio potrebbe farglielo un collega.
Dott. Marco Cenci
Buonasera, la sua è un'ottima domanda e penso che la soluzione l'abbia già individuata. Nel tempo che rimane ad attuarla, le suggerisco di riprendere il percorso per trovare soluzioni alla gestione del malessere che si crea in casa.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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