salve, sono una ragazza di 25 anni che sta affrontando una crisi di vita. Sono sempre stata una pers

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salve, sono una ragazza di 25 anni che sta affrontando una crisi di vita. Sono sempre stata una persona molto ansiosa sin da bambina. Ricordo vividamente quanta ansia provassi da piccola a causa dei miei genitori e degli altri bambini che tavolta mi bullizzavano. Però poi a 20 anni mi sono messa con il mio attuale ex e grazie a lui sono cresciuta tanto e il nostro amore aveva curato la mia ansia. Ora ci siamo lasciati e frequento un altro ragazzo ma continuo a pensare al mio ex nonostante mi trovi bene con questo altro ragazzo. Ora è riniziata l'ansia ed il malessere che non provavo da 4 anni. Mi sono lasciata con il mio ex perché tutto di un tratto sono diventata apatica, desiderosa di avere altre avventure e non riuscivo più a comprendere i miei sentimenti e nemmeno ad esprimerli. Tuttora non riesco a capire cosa provo per quest'altro ragazzo, ho una confusione enorme nel mio cervello e spesso mi comporto male con questo ragazzo perché faccio la mia vita e non mi curo tanto della nostra frequentazione. Oggi abbiamo discusso ma io non riuscivo ad esprimere i miei sentimenti...quando ci provo ho una marea di pensieri che non riesco a connettere e non riesco mai a parlare di sentimenti quali amore e affetto. Ruesco solo a dirgli che gli voglio bene e basta. Mi sembra di impazzire perché non riesco a connettere i miei pensieri, non riesco a capire cosa voglio e non riesco a capire perché non mi scatta nessuna scintilla per lui. Forse sono innamorata dal mio ex? È tutto così complicato, non riesco a venirci a capo. Questa sotuazione amorosa non mi rende soddisfatta ma io non faccio neanche nulla per costruirla...eppure non riesco ad uscirci. Ho tanta paura di diventare una persona narcisista e cattiva senza nemmeno rendermene conto!! Come posso riniziare a comprendere e ad esprimere i miei sentimenti? Prima di lasciarmi con il mio ex non ho mai avuto problemi di questo tipo. Ho bisogno di uno psichiatra?
Salve, la situazione che lei esprime appare molto intricata. Sarebbe opportuno condurre una più approfondita analisi della sua storia di vita, esaminando le dinamiche relazionali con l'ex partner (cosa la attraeva? Quali sono state le cause sottostanti della sua apatia) e con l'attuale compagno. L'amore non è soggetto a un nostro diretto controllo, tuttavia è possibile esplorare cosa ci fa innamorare dell'altro. Prima di intraprendere una riflessione sulla direzione della sua vita, bisogna comprenderne la sua posizione rispetto agli eventi che la coinvolgono. Considerando la complessità della situazione, potrebbe essere indicato un percorso di analisi per esplorare in modo approfondito i propri desideri e bisogni. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti e le auguro buona fortuna nel suo percorso. Cordiali saluti, DM.

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Gentile utente comprendo la sofferenza che questa situazione così confusa le reca. A volte il malessere che si vive in coppia può essere frutto di un malessere personale radicato ma ancora non del tutto compreso.
Vorrei darle una risposta più esaustiva e completa ma per fare ciò ci sarebbe molto di lei da approfondire.
Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Veronica Guidi
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Gentile utente, sentirsi confusi quando la nostra mente e affollata di pensieri e domande è assolutamente normale. Forse il primo step potrebbe essere quello di mettere ordine. Capire cosa vuole lei per prima. Capire di cosa ha bisogno, cosa la rende felice e appagata. Prendersi del tempo per ascoltarsi alle volte è fondamentale. Rimango a sua disposizione dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente , posso immaginare quanto sia difficile faticare a vivere il momento presente perche' una parte di se' si trova ancora a guardare il passato chiedendosi "dove davvero vorrebbe stare" .
Dalla sua condivisione si percepisce una correlazione profonda tra il sollievo che ha provato dai sintomi ansiosi e la vicinanza del suo ex fidanzato a cui dice di continuare a pensare .
Credo sia normale , se ha vissuto interiormente un'associazione cosi' intensa , credere che "solo il suo ex" potesse farla stare bene e alleggerirla dai sintomi ansiosi .
Si e' mai domandata se non fossero state proprie le circostanze e le caratteristiche di quel rapporto ad offrirle per la prima volta le condizioni di nutrimento interiore necessarie ad aiutarla e sostenerla in un percorso di crescita ed evoluzione personale ?
Forse potrebbe essere utile, attraverso un lavoro psicologico, ricontattare quella parte di se' che e' rimasta nel passato , ancorata al suo ex fidanzato e provare a comprendere quali erano stati i bisogni piu profondi che quella relazione era riuscita a soddisfare in lei a tal punto da farla stare cosi' bene rispetto alla sua sintomatologia ansiosa .
Potrebbe anche pensare alla possibilita' di recuperare quelle risorse offrendo a se stessa l' opportunita' di una vera crescita nella piena autonomia e autoaffermazione di se stessa indipendentemente dalla scelta del partner con cui decidera' di stare .
Se riuscisse a riportare nel qui' e ora cio' che ha lasciato li' , in quel "la' e allora " credo che potrebbe riacquistare la lucidita' e la chiarezza interiore necessarie a "sentire" dove e con chi vuole stare , se con il suo ex oppure con la persona che frequenta attualmente .
Un lavoro psicologico di matrice gestaltica unito a quello olistico ( corpo- mente- cuore- anima) credo possa esserle utile al fine di ritrovare se stessa e la propria direzione di vita , anche nelle relazioni affettive .
Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti , sia in presenza che da remoto .
Dott.ssa Gabriella Vecchio
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Gentile utente buongiorno.
La psichiatria è la scienza che studia le patologie a carico del sistema nervoso centrale. Non credo che lei abbia bisogno di uno psichiatra.
Questo non per sminuire il suo disagio, ma per affrontarlo nel modo corretto.
E' possibile che lei stia identificando gran parte della sua vita nelle relazioni affettive, attuali e precedenti, mettendo in secondo piano altri aspetti molto importanti per la vita di una persona: la ricerca di momenti di benessere personale, lo svolgere attività pienamente soddisfacenti, il realizzarsi nello studio o nel lavoro, o in un altro ambito in cui pensa di avere del talento, l'individuare i valori per lei più importanti e perseguirli per dare un senso alla sua esistenza.
Certo, anche le relazioni affettive sono importanti. Ma sembra che il suo concetto di felicità attualmente giri solo intorno a questo punto. Esistono inoltre relazioni familiari e sociali che possono valere quanto, se non di più, di una relazione di tipo sentimentale.
A un certo punto, lei ci pone una domanda fondamentale: come può comprendere ed esprimere i propri sentimenti? Il mio consiglio è di concentrarsi su questa domanda e iniziare un percorso psicologico (non psichiatrico) per conoscere e gestire meglio le emozioni, ma soprattutto per conoscere meglio sé stessa. Con un percorso di crescita personale, supportato da uno psicologo, potrà prendere consapevolezza del presente, scoprire le sue potenzialità e le attività che veramente la realizzano come persona. Inoltre, lavorerà sulla comunicazione per vivere le sue relazioni sociali con più libertà e meno ostacoli mentali.
Sarei lieto di descriverle nel dettaglio come potrebbe svolgersi un percorso psicologico del genere. Mi contatti per ulteriori informazioni, anche per consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buon pomeriggio, è comprensibile che tu stia vivendo una fase di confusione e ansia dopo la fine di una relazione significativa. Potrebbe essere utile approfondire insieme esplorando i tuoi sentimenti, per superare l'ansia e sviluppare una maggiore comprensione di te stessa. Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentilissima, grazie per aver condiviso la sua esperienza. L'ansia può comportare o può scaturire anche da una diffusa percezione di confusione interiore, come da lei riportato. I vissuti di ansia e confusione possono portare a non aver chiari se stessi, a non vedersi, fino a non sapersi esprimere. È il classico ingorgo: finché non si inizia a pulire, tutto quello che c'è sotto di stagnante impedisce il fluire naturale dei pensieri e delle azioni. Quello che potrebbe fare è ORDINE. Cominci a fare pulizia e ordine dentro di lei aprendo man mano i vari cassettini finché tutto l'armadio non risulta pulito e armonioso. Mi sembra di capire che si trova come in un mezzo ed è tirata da una parte da interrogativi sul passato e dall'altra da dubbi sul presente, con il risultato che le è impossibile muoversi.
Respiri e cominci a mettere in ordine proprio dal punto in cui si trova ora. Meglio se lo fa con il supporto di una figura professionale all'interno di un percorso terapeutico. Se desidera io sono disponibile ad avviare il percorso in modalità online, dott.ssa Anastasia Giangrande
Le crisi di vita possono rientrare in una linea evolutiva più o meno complessa. I suoi pensieri mi arrivano confusi e questo è coerente con la crisi che sta passando, ai suoi dubbi e ripensamenti. Prendere in considerazione un percorso di terapia potrebbe esserle d'aiuto per fare chiarezza e per decidere cosa vuole da lei e dagli altri in questo periodo della sua vita. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Gentile utente, mi dispiace leggere quanto sopra, riesco solo a immaginare il disagio che sta provando in questo momento. Disagio questo che coincide anche con una fase di cambiamento di ciclo di vita. Forse prima di poter esprimere i propri sentimenti, sarebbe per lei utile cercare di fare chiarezza in lei, andando ad approfondire le cause che hanno fatto riemergere il suo malessere e la sua ansia. Prima di potersi relazionare con gli altri, è molto importante sapersi relazionare con se stessi. Alle volte, in mezzo a tanta confusione, prendere un bel respiro e iniziarsi ad ascoltare può essere un buon inizio. Resto a sua disposizione per ulteriori approfondimenti. Cordialmente Dott.ssa Chiara Mantuano
Cara utente, innanzitutto la ringrazio per la sua condivisione,
Da quel che scrive un grande bisogno di ascolto e comprensione di ciò che sta provando in questo periodo delicato. Ci sono persone sensibili all'ansia che possono dopo tempo sentirsi costretti entro una relazione, nonostante questa dia protezione e fiducia, ma di fronte a un cambiamento relazionale può poi emergere un senso di insicurezza che fa sentire sprovvisti della possibilità di uscire dalla propria sofferenza. Provi a prendere in considerazione un percorso psicoterapeutico, potrebbe davvero acquistare quella fiducia in sè e la libertà di esprimere i suoi sentimenti.

Le faccio i miei migliori auguri

Camilla Giacomini
Buonasera, mi dispiace leggere di tanta confusione che la sta sopraffacendo. Quello che mi sento di dirle è che quando abbiamo ansia e non riusciamo a prevedere bene come andranno le cose, potremmo soffrirne. Il nostro cervello cerca in automatico di trovare una soluzione, anche se poi non la trova. Allora ne cerca un'altra e così via. Mi sembra che tutti i pensieri spaventati e intrusivi che la assalgono possano essere riconducibili a questa dinamica. Potrebbe essere utile per lei avviare un percorso di sostegno per lavorare sul problema alla radice. Per qualunque suo dubbio o curiosità, sono disponibile. Le auguro il meglio. Dott.ssa Thelma D'Amico
Carissima,

Le difficoltà che riporta sono assolutamente chiare e comprensibili. Personalmente ritengo che ci siano tante considerazioni da fare riguardo alla situazione che ha descritto: che pensieri ha? Che emozioni prova? Come gestisce o ha gestito in passato l’ansia e le difficoltà relazionali?

Credo che parlare con un terapeuta sarebbe di grande beneficio per approfondire il vissuto che riporta. Se ha bisogno io resto a disposizione.

Un saluto,
Come si capisce dalle sue parole la situazione è molto complessa. Ma riflettendo con i contenuti che ci ha condiviso farei insieme a lei alcune riflessioni. La prima si concentra molto sull'ambito relazionale. Proprio in quest'ambito lei dice di essere riuscita non solo a crescere ma a sopire la sintomatologia ansiosa, sintomatologia che si è ripresentata al termine della relazione. Quest'ultima cosa è del tutto normale, seppur genera malessere. Mi spiego. Con alcuni meccanismi, a me ignoti non conoscendo nel dettaglio la sua storia, ha fatto si che la relazione con questa persona lenisse e riducesse il suo malessere. Una sorta di riposizionamento. Ma una volta andata via riecco lo star male. In quel periodo lei non ha lavorato su di se, sulle sue credenze e sulle sue emozioni. O meglio, può averlo anche fatto, ma le strategie applicate non sono state di fronteggiamento del problema ma di evitamento. Dopo un certo lasso di tempo son tornate. Questo aspetto è centrale. Nel mio lavoro con persone che scelgono di fare un percorso psicologico con me, questo aspetto è centrale. Perchè proprio da qui si generano o producono strumenti per affrontare situazioni, pensieri ed emozioni disagevoli. Sull'aspetto del narcisismo, o più in generale sul menefreghismo, non andrei di diagnosi. Certo, se chiede se sarebbe utile un percorso psicologico le direi di si. Prima risolvendo il problema alla radice per poi concentrarsi su altre manifestazioni. L'aiuto psichiatrico è da valutare, ma i farmaci non risolveranno i problemi, pensieri ed emozioni. Ridurranno i sintomi e basta.
Buongiorno e grazie per la condivisione. Per fortuna non ha bisogno di una consulenza psichiatrica. E' un momento in cui Lei sta riflettendo molto su se stessa per centralizzarsi e definirsi come persona. E' un ottimo punto di inizio per continuare a gestire la sua ansia e raccogliere ciò che di bello fino ad ora ha costruito. I momenti di riflessione vanno trasformati più che allontanati. Si dia la possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia, resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Buonasera, grazie alla sua condivisione è espresso quello che vive e nel contempo sta facendo il passo di iniziare una riflessione che apra la possibilità di fare chiarezza in questa che lei definisce una situazione confusa. Esprime i suoi dubbi sul pericolo di non corrispondere pienamente ai sentimenti del suo nuovo ragazzo, e teme di fare ancora riferimento alla relazione precedente. Concordo con i colleghi che non lei non manifesta da quanto dice la necessità di un medico psichiatra, certamente dei colloqui con uno psicologo la possono aiutare a chiarire la sua situazione e affrontare lo stato ansioso con nuovi strumenti. Sono a disposizione anche online. Dott.ssa Elena Avanzi
Gentile utente,
Credo che in prima battuta lei abbia più bisogno di una psicoterapia, ovvero uno spazio tutto suo dover potersi raccontare e poter pensare a quello che le accade con l'ascolto e il sostegno di una persona competente capace di aiutarla a mettere in chiaro ciò che le sta accadendo dentro. Capisco che è molto confusa rispetto ai sentimenti che prova verso il suo ex (che da quel che dice è stata una persona importante con la quale non ha più avuto bisogno del sintomo ansioso) e verso il suo attuale ragazzo: questo può essere dovuto alle sue esperienze passate che descrive, a seguito delle quali è comprensibile che non sia facile lasciarsi andare e fidarsi dell'altro avendo chiaro ciò che prova. Il fatto che tema di essere una persona cattiva, definisce da sé un'indole sofferente che teme di danneggiare l'altro e che non vuole danneggiare l'altro, ma forse sta danneggiando un po' se stessa. Il consiglio più prezioso che posso darle è di parlarne in psicoterapia: mi sembra davvero lo strumento più utile per poter fare un'esperienza di relazione positiva e divenire più consapevole di ciò che è e di ciò che prova. Se vuole parlarne, sono disponibile.
Cordialmente, Dott.ssa Cecilia Bagnoli
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Salve,non penso lei debba rivolgersi a uno psichiatra.
Accade nella vita che si possa avere confusione e pensieri che si accavallano.
Tutto perfettamente trasformabile.
Un percorso psicologico l'aiuterebbe a fare chiarezza per poi acquisire sicurezza ed essere in grado di prendere decisioni, scegliere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Graziella Menniti

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