Salve, sono una ragazza di 24 anni che trova molta difficoltà nel portare a termine ciò che inizia.

21 risposte
Salve, sono una ragazza di 24 anni che trova molta difficoltà nel portare a termine ciò che inizia.
La cosa si riflette in maniera più "grave" quando sto facendo qualcosa di particolarmente stressante o noioso, ad esempio quando studio: la concentrazione mi abbandona dopo pochissimo tempo (fatico a mantenerla per più di 10/15 minuti) e mi ritrovo sempre all'ultimo a dover recuperare le cose, sentendomi ancora più stressata.
Oltre a questo, questa poca capacità di concentrazione la rivedo anche in attività quotidiane che dovrebbero essere più rilassanti e piacevoli, come ad esempio leggere un libro o guardare la TV (ormai anche solo finire l'episodio di una serie tv mi risulta davvero difficile). Mi è impossibile trovare qualcosa di piacevole da fare, un hobby o un passatempo, perchè dopo qualche minuto in cui sono energica e volenterosa, tutto si spegne, mi annoio e abbandono l'attività. Ho sempre associato questi comportamenti ad una forte pigrizia e, di recente, anche ad una certa dipendenza dal cellulare (che sto cercando di limitare, per quanto possibile), ma non sono mai riuscita a trovare una soluzione. Mi sento spesso "vuota", non avendo neanche un piccolo passatempo di cui sono appassionata, e in più gestendo male lo studio sento di vivere gli studi universitari con dello stress inutile in aggiunta. Secondo voi quale potrebbe essere la causa ed, eventualmente, una possibile soluzione? Grazie.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

Quello che descrive potrebbe avere diverse cause, che vanno dall'affaticamento mentale a difficoltà nella gestione dello stress, fino a possibili aspetti legati all'attenzione e alla motivazione. La difficoltà nel mantenere la concentrazione, soprattutto in attività che richiedono impegno prolungato, potrebbe essere influenzata da fattori come ansia, stress, scarsa gestione del tempo o, in alcuni casi, caratteristiche riconducibili a difficoltà di autoregolazione dell'attenzione.

Il fatto che fatichi a trovare un hobby che la appassioni e che si senta spesso "vuota" potrebbe indicare la necessità di esplorare meglio cosa la gratifica realmente e quali strategie potrebbero aiutarla a mantenere costanza nelle attività. A volte, quando il cervello è iperstimolato da dispositivi digitali o altre fonti di distrazione immediata, può risultare più difficile mantenere l’attenzione su compiti più lunghi e impegnativi.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a comprendere meglio l’origine di queste difficoltà e a individuare strategie personalizzate per migliorare la gestione della concentrazione e della motivazione.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA

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Dott. Leonardo Provini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, intanto grazie della condivisione. Le cause relative alla fatica di concludere delle attività ecc. - mi sembra il sintomo che lei riscontra - possono essere diverse. Le consiglierei di fare dei colloqui (anche 3 o 4) di approfondimento con un professionista per cercare di gettare luce sulle sue cause e motivazioni. Ad esempio, sarebbe interessante indagare il suo umore e da quanto tempo o con quale frequenza si sente "vuota". O altrimenti la storia di questo procrastinare (da quanto tempo va avanti?). Le consiglierei di non aspettare troppo tempo (di non procrastinare anche su questo), anche perchè immagino che tra non troppo tempo dovrà affrontare la conclusione degli studi e questo procrastinare potrebbe rischiare di farle perdere del tempo e delle energie. Resto a disposizione
Dott.ssa Emanuela Solli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Frosinone
Leggendo ciò che scrivi non mi viene da pensare necessariamente ad uno stato di pigrizia. Sembrerebbe essere una difficoltà nel mantenere l’attenzione e l’interesse per un’attività a lungo termine, il tutto si amplifica se l'attività viene percepita come noiosa o stressante. Potrebbe esserci una componente legata alla regolazione dell’attenzione e della motivazione, oltre a un possibile coinvolgimento della gestione emotiva.
Quando la concentrazione cala rapidamente, soprattutto nello studio, e si fatica a portare avanti anche attività che in teoria dovrebbero essere piacevoli, ci sono diversi aspetti da considerare.
Potresti prendere in considerazione alcune possibilità:
1. un sovraccarico cognitivo e ansia: se ogni compito viene vissuto come un peso, il cervello tende a evitarlo per risparmiare energia. Più senti che "devi" fare qualcosa, più la tua mente cerca vie di fuga.
2. una difficoltà di autoregolazione dell’attenzione: può trattarsi di una fatica a mantenere il focus su attività poco stimolanti, un aspetto che si vede spesso in persone con difficoltà di attenzione, anche senza una diagnosi specifica.
3. un'eccessiva stimolazione digitale: il cellulare può abituare il cervello a un continuo cambio di stimoli, riducendo la capacità di mantenere l’attenzione su attività più lente e profonde come lo studio o la lettura.
4. una bassa tolleranza alla frustrazione: mollare un’attività appena diventa meno interessante o più difficile può dipendere da una difficoltà nel tollerare il calo dell’entusiasmo iniziale.
Ti suggerisco alcune strategie da poter mettere in atto nell'immediato:
- Tecnica del pomodoro: studiare in blocchi di 15-20 minuti con pause brevi può migliorare la concentrazione senza farla calare troppo presto.
- Porti Micro-obiettivi: invece di pensare “devo studiare tre capitoli”, prova con “leggo tre pagine e poi vedo come va”.
- Creare una Routine pre-studio: avere un piccolo rituale (es. bere un tè, scrivere tre cose che vuoi imparare) può segnalare al cervello che è il momento di concentrarsi.
- Ridurre il multitasking digitale (la prima che proverei in assoluto): limitare l’uso del telefono con timer o app che bloccano le notifiche può aiutare a rieducare il cervello alla monotonia produttiva.
Se la sensazione di vuoto e disinteresse continua, potrebbe essere utile un confronto con uno psicologo per approfondire meglio la situazione e individuare strategie personalizzate.
Dr. Cristina Finocchiaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, non è possibile individuare una causa nè una soluzione tramite quello che scrive, andrebbe approfondito con dei colloqui quello che lei presenta con diverse sfumature: "stressante o noioso", "tutto si spegne, mi annoio e abbandono", "forte pigrizia ", "dipendenza", "Mi sento spesso "vuota". Descrive le attività che fa più con il senso del dovere e come non soddisfacenti a riempire quel senso di vuoto con qualcosa che invece la appassioni e sia piacevole. Si concentri sul prendersi cura di sè, il "vaso" non è vuoto, anzi..cordialità
Dott. Matteo De Nicolò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace molto del periodo che sta vivendo, quindi innanzitutto la ringrazio per averlo condiviso. L'esperienza che ha descritto sembra la stia attivando molto, per poterle rispondere in maniera completa però mancano degli elementi necessari per comprendere al meglio la situazione. Ad esempio potrebbe essere utile poter scoprire i fattori sottostanti a questo malessere che sta sperimentando . Una terapia psicologica potrebbe permettergli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili per poter vivere al meglio il presente, costruendo delle basi solide al fine di affrontare in maniera efficace un futuro che a tratti può sembrare angoscioso. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicoló
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve,
quello che descrive sembra legato a un meccanismo piuttosto comune: quando ci sentiamo sotto pressione o frustrati, la mente tende ad allontanarsi da ciò che è impegnativo o stressante, rendendo ancora più difficile concentrarsi e portare a termine le cose. Questo spesso attiva pensieri negativi su di sé (come “sono pigra” o “non ci riesco”) che peggiorano la motivazione e alimentano il senso di vuoto o fallimento.

Un primo passo utile può essere quello di osservare cosa pensa e cosa sente nei momenti in cui l’attenzione cala, e provare a suddividere i compiti in parti molto piccole, premiandosi anche per i piccoli traguardi. Se la difficoltà persiste, un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza su ciò che la blocca e a ritrovare motivazione e piacere nelle attività.

Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Carissima, più che parlare di pigrizia, sarebbe utile chiedersi cosa sta realmente accadendo a livello emotivo e cognitivo. La difficoltà a mantenere la concentrazione, la noia rapida, la sensazione di vuoto e il bisogno di stimoli continui (come il cellulare) possono essere segnali di qualcosa di più profondo. Potrebbe esserci, ad esempio, una difficoltà nella regolazione dell’attenzione, una tendenza all’evitamento dovuta allo stress o un senso di insoddisfazione generale che la porta a perdere rapidamente interesse.

Si è mai chiesta cosa accade dentro di lei in quei momenti? Sente ansia, frustrazione o forse una sorta di apatia? La mente tende a vagare verso altri pensieri? Inoltre, questa difficoltà è sempre stata presente o si è intensificata negli ultimi tempi?

Un primo passo potrebbe essere sperimentare strategie per migliorare l’attenzione: la tecnica del pomodoro (sessioni di studio brevi con pause strutturate), la meditazione, l’esercizio fisico o il monitoraggio del tempo passato sugli schermi possono essere strumenti utili. Tuttavia, se questa fatica si estende a molte aree della sua vita e ha un impatto sul suo benessere, potrebbe essere utile esplorare più a fondo il perché.

Se sente che queste difficoltà la stanno limitando e desidera capirne meglio le radici, possiamo lavorarci insieme in un percorso di terapia. Potrebbe aiutarla a trovare un equilibrio tra i suoi bisogni, a sviluppare strategie più efficaci e a riscoprire il piacere nelle attività quotidiane. Lavoro a Roma e online, se vuole possiamo approfondire insieme questo percorso.
Dott.ssa Vanessa Ferri
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Navacchio
Da come descrive la situazione verrebbe da pensare ad un ADHD non riconosciuto e diagnosticato. In tal caso ci potrebbero essere delle misure migliorative da poter adottare, alcune strategie che la potrebbero aiutare a concentrarsi e ad apprezzare le attività che svolge. Ci sono anche alcuni farmaci che possono essere eventualmente impiegati.
Non esiti a rivolgersi ad un professionista per avere le idee più chiare e tornare a vivere con entusiasmo.

Un caro saluto e un in bocca al lupo,

Dr.ssa Vanessa Ferri
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Buongiorno,
credo che alle Sue domande sia utile un approfondimento, quindi uno spazio dedicato.
In generale, alla base delle difficoltà di attenzione-di concentrazione possono esserci più meccanismi (ad es. forzarsi di voler restare attenti, sovraccaricarsi, arrendersi presto, rimandare), motivazioni (es. temere di fallire e quindi autoboicottarsi), metodo di studio. La nostra mente in alcune dinamiche funziona per paradossi (es. meno tempo si ha per studiare più si può diventare produttivi-concentrati vs avere molto tempo e quindi posticipare).
Occorre capire quale sia il Suo e intervenire in maniera specifica.
Un saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
Le problematiche di cui parla possono essere collegate ad aspetti depressivi latenti. La invito a prendersi cura del suo malessere iniziando un percorso di psicoterapia. Con il tempo potrà trovare le risposte che cerca. Nel caso, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche online.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno cara utente, le difficoltà nel mantenere la concentrazione e il portare a termine le attività che descrivi potrebbero essere associate a diverse cause, purtroppo non conoscendoti e non avendo elementi sufficienti, non posso darti una risposta approfondita alla tua domanda. La tua decisione di scriverci e cercare una soluzione è un passo fondamentale, perché dimostra la tua determinazione a superare le difficoltà che ti turbano, per questo ti consiglio di dedicare del tempo a te stessa iniziando un percorso di psicoterapia. Per rispondere alle tue domande o fornirti un piano di trattamento personalizzato, ti invito a prenotare una visita, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Dott. Emanuele Alessandro Castello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Senago
Buongiorno,
la condizione che descrivi la ritrovo frequentemente in molti pazienti che si rivolgono a noi, soprattutto della tua età.
Le difficoltà di concentrazione possono essere dovute a diversi fattori: come tu dici, senz'altro un uso eccessivo dei dispositivi digitali può incidere notevolmente sui meccanismi cerebrali alla base della concentrazione, come dimostrato da diverse ricerche e approfondito in alcune nostre pubblicazioni.
Anche altri fattori possono essere presi in considerazione: l'interesse per ciò che fai, eventuali disturbi d'apprendimento, problematiche affettive o emotive, che possono avere degli effetti importanti sulle capacità attentive e di concentrazione. Quando tu dici "mi sento vuota" ci sarebbe da capire anche se può essere dovuto ad aspetti parzialmente depressivi.
In ogni caso, penso che ti potrebbe essere utile confrontarti con uno psicoterapeuta (preferibilmente ad orientamento psicodinamico-relazionale), per capire l'origine del tuo problema e come affrontarlo al meglio.
Spero di esserti stato d'aiuto. Buona giornata
Dott.ssa Gabriella Ciampi
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Roma
Salve. Non è facile rispondere alla sua domanda, non conoscendo la sua storia e il contesto in cui lei vive. Credo che un colloquio permetterebbe ad un/una psicoterapeuta di capire quale è lo sfondo su cui lei si muove, il tipo di relazioni affettive e sociali, il suo stile di personalità e cosa eventualmente può portarla a stare in questo stato di poca concentrazione e poca soddisfazione. La soluzione va trovata insieme (lei e il/la terapeuta) durante il colloquio, è un percorso di collaborazione. Buona vita.
Dott.ssa Oriella D'Amico
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Buonasera, provo a rispondere alla sua domanda per quello che mi è possibile. Sulle cause non azzardo una valutazione in quanto meriterebbe un approfondimento. Quello che mette in atto è un meccanismo di fronteggiamento disfunzionale ossia la procrastinazione, che sta usando involontariamente per non affrontare situazioni ma soprattutto emozioni più dolorose attivate dai sui schemi. Si sente bloccata in un'apatia generalizzata che si autoalimenta producendo pensieri svalutanti. Potrebbe iniziare a riflettere su ciò che veramente genera in lei curiosità e piacevolezza e allinearsi con le sensazioni corporee che queste attività hanno su di lei, più concentrata sul momento presente in quanto molto spesso i pensieri e la paura di rivivere gli stessi pattern comportamentali, la distraggono da un qualcosa che in realtà le da giovamento. Tecniche di mindfulness, o meditative (yoga) potrebbero essere utili. Inoltre la invito, qualora si sentisse pronta, ad analizzare più in dettaglio il suo funzionamento con l'aiuto di un professionista.
Saluti
Dott.ssa D'Amico Oriella
Dott.ssa Fosca Rossi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Fabriano
Ciao! Grazie per aver condiviso le tue esperienze. È chiaro che stai affrontando delle difficoltà significative, e voglio dirti che non sei sola in questo. La mancanza di concentrazione e la sensazione di vuoto possono essere davvero frustranti, specialmente quando influiscono sul tuo studio e sulle attività quotidiane.
Ti consiglio di considerare un percorso psicoterapeutico. Un professionista della salute mentale può aiutarti a esplorare le cause di queste difficoltà e a sviluppare strategie per migliorare la tua concentrazione e il tuo benessere generale. La terapia può offrirti uno spazio sicuro per parlare delle tue esperienze, dei tuoi sentimenti e delle tue preoccupazioni, e può aiutarti a trovare modi per affrontare lo stress e la noia che stai vivendo.
Inoltre, un terapeuta può lavorare con te per identificare eventuali schemi di pensiero o comportamenti che potrebbero contribuire a queste difficoltà, e aiutarti a costruire una routine più equilibrata e gratificante. Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di sé stessi e investire nel proprio benessere.
Se hai bisogno di supporto per trovare un professionista o per capire come iniziare, sono qui per aiutarti! Meriti di sentirti meglio e di trovare gioia nelle attività che fai.
Dott.ssa Raffaella Catarinella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Lei sta dolorosamente assaporando il sintomo dell'apatia ,un sintomo quasi sempre collegato ad una forma di depressione, se ne prenda cura prima che peggiori ulteriormente attraverso un percorso psicoterapico.
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
ha mai fatto un percorso di psicoterapia? Un lavoro introspettivo potrebbe aiutarla ad avere maggiori consapevolezze di sé, riconoscere i suoi reali bisogni e capire da dove deriva questo "vuoto".
Il mio approccio è sistemico relazionale, indaga cioè l'origine del sintomo a partire dalla famiglia di origine e andando indietro nelle generazioni. A volte ripetiamo COPIONI FAMILIARI e MITI FAMILIARI inconsapevolmente.
A disposizione.
Un caro saluto.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Cecilia Caggianese
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Tito Scalo
Salve,
bisognerebbe andare ad approfondire per capire meglio il suo vuoto, esplorarlo e comprendere cosa manca in questo vuoto.
Inoltre, imparando, con gli strumenti giusti, a riconoscere ed analizzare i propri pensieri, si potrebbe capire meglio cosa le provoca la perdita di concentrazione, quali preoccupazioni o pensieri.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Cecilia Caggianese
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
VEROSIMILMENTE SEMBREREBBE UN DISTURBO DELL'ATTENZIONE. SOLITAMENTE LE DIFFICOLTA SI MANIFESTANO CON L'INGRESSO ALLA SCUOLA PRIMARIA.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, io le suggerisco di fare dei test per sospetto deficit di attenzione. Richiederei una valutazione completa degli aspetti cognitivi che le potrebbe essere utile per un approccio più proficuo allo studio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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