Salve, sono una ragazza di 22 anni e negli ultimi due anni la mia vita si è trasformata in un incubo

23 risposte
Salve, sono una ragazza di 22 anni e negli ultimi due anni la mia vita si è trasformata in un incubo. A seguito di un brutto episodio sono divenuta molto ansiosa ma soprattutto ipocondriaca. Ho frequenti attacchi di panico, soprattutto per quanto riguarda la mia salute. Ogni piccola sensazione di malessere è un primo segnale della morte che si avvicina e il mio cervello non ragiona più, da sola inizio a pensare alle cose più improbabili e così sento il bisogno di cercare su internet per calmarmi e invece è così che finisco per auto diagnosticarmi qualsiasi malattia, frattura, infezione, tumore, crisi e quant’altro. Non so più come uscirne. L’ansia addirittura mi ha portata ad avere problemi col cibo, ma per ora mi interessa risolvere la parte dell’ipocondria, perché risolvendo questa sicuramente risolverei una piccola parte anche dell’ansia di mangiare (che è un’altra lunga storia che ha ovviamente i suoi motivi). Ho cambiato due psicologi, e nessuno ha saputo aiutarmi. Le distrazioni non funzionano. Non riesco neppure a studiare perché non riesco a concentrarmi. Non ho amici su cui contare o a cui chiedere aiuto, ne ho solo due (letteralmente) che però nei miei momenti di difficoltà non sanno supportarmi né sopportarmi. Sono disperata. Sono così disperata che ormai mi appellerei a qualsiasi cosa. E soprattutto mi sento in colpa per i miei genitori. A loro sto facendo passare le pene dell’inferno: cercano di aiutarmi ma non sanno come fare, mi fanno fare visite per farmi stare più tranquilla, mi dicono cose per rassicurarmi ma io non riesco a calmarmi, e così oltre che la mia vita sto rovinando anche la loro. Solo il senso di colpa per il dispiacere che gli sto causando può equipararsi alla mi ipocondria, eppure non basta a farmi uscire da questa condizione. Se qualcuno venisse da me a vendere miracoli, io gli crederei. Se qualcuno mi proponesse un esorcismo accetterei. Se qualcuno mi proponesse di entrare in qualche setta in cui promettono di aiutarmi ci cascherei. Forse è un estremismo, o forse no. Ma davvero voglio rendere l’idea di quanto io non sia più in grado di gestire la mia ansia e soprattutto la mia ipocondria. Sto cercando un altro psicologo perché vorrei risolvere questa cosa, almeno un po’. Ma vi scrivo perché ho davvero bisogno di qualcuno che mi consigli cosa fare, che mi dia una dritta, che mi suggerisca qualche tecnica per auto controllarmi, per calmarmi durante un attacco di panico o comunque qualcuno che mi dica qualcosa che possa essermi d’aiuto. Qualsiasi cosa possiate dirmi per aiutarmi, vi prego, ditemela. Un testo, una frase, una parola, oppure un libro da leggere o una canzone da ascoltare, un film da vedere, davvero QUALSIASI cosa che pensiate possa aiutarmi è ben accetta. Mi sento sciocca a scrivere tutto questo, ma in questo momento mi sta uscendo dal petto per la disperazione di non sapere cosa fare. Grazie a chi risponderà.
Dott. Giacomo Carella
Psicologo, Psicologo clinico
Pistoia
Buongiorno, non si deve sentire sciocca. Ha fatto bene a scrivere. Gli attacchi di panico non si gestiscono con il controllo. Cercando di controllarli, aumentano. Quello che deve fare è eliminarli. E lo stesso vale per l'ipocondria. Se vuole, posso aiutarla. Mi contatti senza problemi

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Credo che sia più opportuno per lei intraprendere un percorso psicologico per elaborare il suo vissuto emotivo. Vedrà che con il tempo riuscirà a eliminare gli attacchi di panico.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dr. Michele Arnaboldi
Psicologo, Psicologo clinico
Bovisio Masciago
Buongiorno, quello che mi sento di consigliarti è di intraprendere un percorso psicologico come già fatto in precedenza per lavorare sui tuoi vissuti, sull’ansia e sulle tue paure. Non sentirti sciocca a parlare delle tue difficoltà
Su questo portale anzi questo è un passo importantissimo, e non sentirti in colpa con i tuoi genitori perché cercano di aiutarti.
Rimango a disposizione per dei colloqui online.
Dott. Michele Arnaboldi
Dott. Costantino Cimino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lamezia Terme
Salve, purtroppo l'ipocondria e le sue conseguenze sono cose che affligono molte persone in Italia e nel mondo. Comprensibile che si senta in colpa verso amici e genitori, però come lei ben sa, non è qualcosa che può controllare o che fa volontariamente per creare disagi a se stessa o agli altri. La sua condizione è qualcosa di serio che va trattato con professionilità. Da quello che scrive sembra che due colleghi non siano stati di aiuto, il che, mi fa pensare che si possa prendere in considerazione anche altro. Vero che non tutti i percorsi hanno esito positivo per parecchie motivazioni che non stiamo qui ad elencare, ma in questo caso è importante prendere in considerazione che ci sono diverse gravità nei disturbi psichici, alcuni dei quali per essere trattati al meglio, potrebbero avere bisogno in parallelo al trattamento psicoterapico/psicologico, anche un sostegno farmacologico (competenza dello psichiatra). Tutto ciò può avvenire ovviamente attraverso una rete di professionisti privati, ma esistono anche canali pubblici come i CPS (o CSM dipende dalla regione di provenienza). Un aiuto farmacologico a volte, soprattutto quando si è giù provato e non ha funzionato, potrebbe essere il giusto sostegno che permette a qualsiasi terapia di poter funzionare.
Le auguro il meglio, Cordiali Saluti
Dott.ssa Milvia Verginelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Fiumicino
Salve dal tuo racconto parli di un "brutto episodio" che hai vissuto ma non dici altro. Da lì sono arrivati una serie di pensieri negativi, tra cui la paura di morire. Ti consiglio, visto che hai già provato 2 psicologi, di fare la terapia E.M.D.R. ,con i miei pazienti abbiamo risolto tante situazioni simili alla tua.
Se vuoi sul mio sito trovi spiegazioni su questa terapia.
Dott.ssa Milvia Verginelli
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, non è sciocco parlare di un malessere così profondo. La situazione che descrive è di grande sofferenza e credo che un aiuto specialistico sia fondamentale per lei e per la sua famiglia. Forse non ha incontrato quelli a lei umanamente più congeniali o forse ha interrotto troppo presto....in ogni caso continui la ricerca di uno o una psicoterapeuta che possa accogliere i suoi vissuti e aiutarla a dare un nome a ciò che si cela dietro ai sintomi. Non è con la forza di volontà che può decidere come stare e come far sentire i suoi genitori. Un grande in bocca al lupo per la sua ricerca.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, pare che alla base ci sia un vissuto traumatico :-"un brutto episodio", entro il quale la mente è rimasta intrappolata. Mi verrebbe spontaneo suggerire l'EMDR, ma a mio parere non sarebbe risolutivo se non pone alla base una psicoterapia che consenta un lavoro cognitivo e metta in luce i circoli viziosi che si susseguono. Inoltre, l'ipocondria da come si manifesta sembra più un sintomo che un Disturbo. Mi spiace che abbia cambiato due psicologi, penso che i colleghi hanno fatto del loro meglio, ma considerando il suo stato attuale viene da concludere che qualcosa non ha funzionato. La buona notizia è che ci sono metodi e tecniche di psicoterapia che la possono aiutare senza dubbio, ma serve una diagnosi chiara alla quale adeguare un percorso terapeutico adatto.
saluti
Dott.ssa S. Zito
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Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione, ma l'ansia è uno dei disturbi più facilmente trattabili con la psicoterapia. Esiste anche la possibilità di ricorrere ad un supporto farmacologico per alleviare i sintomi mentre cerca di risolvere i conflitti alla base. Il tema centrale è quello del controllo, deve cercare "smorzare" questo suo bisogno che deve aver raggiunto livelli molto alti. Il brutto episodio cui accenna potrebbe indicare l'opportunità di un trattamento con la tecnica EMDR (consulti il sito ufficiale dell'associazione emdr Italia per maggiori chiarimenti) per la rimozione degli elementi traumatici.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

in genere per i disturbi d'ansia è fondamentale un approccio di tipo integrato. La farmacoterapia, e la psicoterapia devono camminare di pari passo. Entrambe le cose, possono nel tempo migliorare la qualità della vita del paziente. La chiave del cambiamento sta tutta li. Consulti quanto prima uno psicologo, ed inizi un percorso di psicoterapia, senza ad un certo punto scapparne, al fine di poter guardare ad un benessere più a lungo termine. Per quanto concerne i farmaci la invito a consultare uno psichiatra, figura che sulla base della sintomatologia descritta potrà somministrarle adeguato piano terapeutico. Sino a che non avrà acquisito degli strumenti con cui uscirne il farmaco in un primo momento le consentirebbe di tenere a bada i sintomi ad oggi presenti in maniera così forte ed acuta.

Cordiali saluti.
Dott Diego Ferrara
Dott.ssa Francesca Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Roccafranca
Gentilissima, dal suo racconto si evince il difficile momento che sta passando oltre che la sua sofferenza sia verso la sua condizione attuale sia rispetto alle preoccupazioni manifestate dalle persone che la stanno aiutando. Ha riportato come i suoi timori si siano originati, ed in seguito evoluti, a seguito di un brutto episodio. Non ha specificato di cosa si tratta, ma mi pare di leggere tra le righe che è stata un'esperienza che l'ha segnata in modo significativo. Potrebbe essere utile per lei intraprendere un percorso psicologico in modo da poter usufruire di uno spazio protetto per potersi raccontare e parlare di lei e del suo vissuto. Detto ciò mi permetto di darle due consigli: innanzitutto, no, non ha bisogno delle sette, in secondo luogo cerchi di evitare di cercare informazioni relative ai sintomi su internet, l'autodiagnosi non solo porta ad esposi ad errori di ogni tipo ma, soprattutto, non fa altro che intensificare le nostre paure, e questo, in particolare, in un momento così delicato per lei, la esporrebbe ad ulteriori sofferenze, intensificando la sintomatologia.
Restando a disposizione per un eventuale approfondimento, le mando i miei migliori auguri!
Dr.ssa Francesca Conti
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,mi dispiace per la sua grande sofferenza.Non si scoraggi, cerchi un bravo/a psicoterapeuta e sicuramente è utile in questa fase un aiuto farmacologico per sedare l ansia ipocondriaca.Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Dott.ssa Beatrice Bicchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve,
Ci sono momenti in cui gli stati d'animo prendono il sopravvento e si ha la percezione di non essere più agenti di noi stessi. Le do la mia disponibilità qualora volesse ritagliarsi uno spazio per poter dare ascolto alla molteplicità di pensieri ed emozioni e per capire insieme quale possa essere il percorso adatto a lei. Bicchi
Dott.ssa Letizia Muzi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pontassieve
Ciao
ci sono molti libri con i quali le persone possono trovare una risorsa ed una strada per stare meglio. Le consiglierei però di pensare anche ad un confronto o dialogo con un professionista o con un gruppo di persone perchè di solito da soli si continua a rimenare legati ai nostri schemi mentali e non riusciamo a procedere nel nostro percorso e risolvere o superare gli ostacoli presenti.

Può scrivermi e le darò ulteriori indicazioni

dott.ssa Letizia Muzi
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sesto Ulteriano
Salve,
negli ultimi due anni, come scrive lei, la sua vita si è trasformata in un incubo. A seguito di un brutto episodio è diventata molto ansiosa ma soprattutto ipocondriaca con frequenti attacchi di panico.
Che cos'è l'ansia? L’ansia fisiologica ci prepara ad affrontare in maniera adattiva una possibile situazione difficile.
Mentre l’ansia patologica è disfunzionale perché, essendo persistente e intensa, interferisce con la nostra prestazione e può essere associata a eventi neutri, che non sono realmente pericolosi.
Il trattamento più adatto per la cura dei disturbi d’ansia è la psicoterapia cognitivo comportamentale, questo può essere associata a un trattamento farmacologico (sempre prescritto dallo psichiatra).
Si può migliorare la sua esistenza e riprendere una vita normale superando ed elaborando quanto le è accaduto.
Cordialmente,
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Per superare ipocondria e panico un buon percorso psicoterapeutico è la soluzione migliore. Risalire all'episodio di cui parla, correlarlo ai vissuti emotivi che l'hanno travolta, individuare le cause che erano già presenti, ecc. per affrontare, esprimere ed elaborare i vissuti emotivi probabilmente repressi. Affrontare il senso di colpa nei confronti dei suoi genitori, verificare se può essere presente la vergogna, o altro. Personalmente lavoro sull'integrazione psicocorporea, con micromovimenti e attenzione alle sensazioni per stimolare la fiducia in sé che permette di confrontarsi con le fragilità e di trasformarle in punti di forza per affrontare le difficoltà della vita. Lavoro che funziona bene anche on line. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Dr. Emanuele Incoronato
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della vostra problematica relazionale. Cordiali saluti
Dott.ssa Ludovica Autelitano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Reggio Calabria
Mi dispiace molto perché immagino quanto sia difficile la giornata e quanto sia angosciante questo groviglio di paure apparentemente irrisolvibili! Purtroppo non si può scegliere di quale questione occuparsi poiché è tutto collegato. Non siamo fatti di cassettini, siamo un tutto. Lei mi sembra però molto battagliera quindi le risorse ci sono! Questo è il primo passo, l'ha già fatto. Lavoro spesso con queste problematiche ed è sempre andata bene! Rimango disponibile anche online. Un caro saluto
Dott.ssa Marina Dattoma
Psicologo, Psicologo clinico
Monopoli
Buon pomeriggio,
Comprendo la sofferenza che sta vivendo insieme a vari vissuti emotivi come il senso di colpa verso i suoi genitori.
Il mio consiglio è quello di iniziare un percorso psicologico che possa aiutarla a diventare consapevole dei pensieri e delle emozioni che sta vivendo, in modo tale da avere anche delle strategie per fronteggiare l’ansia. È importante però che si dia del tempo durante questo percorso, perché tale percorso non è come un farmaco.
Resto a disposizione,
Dr.ssa Marina Dattoma
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, le consiglio un consulto da uno psichiatra per capire se c'è la necessità di un supporto farmacologico, da abbinare poi alla psicoterapia. Cordiali saluti.
Dott.ssa Francesca La Monaca
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno!
Le consiglio di iniziare con uno/a psicoterapeuta ed eventualmente consultare anche uno psichiatra che possa prescriverle un farmaco per abbassare l'ansia e stare già da subito meglio ! sarà poi anche più facile intraprendere un percorso di psicoterapia!
In bocca al lupo e congratulazioni per la richiesta di aiuto, non tutti sono disposti a chiederne!
Dott.ssa Melissa Marchionni
Psicologo, Psicologo clinico
Colleverde
Gentilissima,
mi rammarico per la sua sofferenza ma non abbia paura, ha bisogno di un rapporto affidabile in cui occuparsi di questi problemi, è difficile da credere ora ma riuscirà a riprendere in mano la sua vita, anche senza esorcismi.
Per prima cosa le consiglio di vedere uno psichiatra che le darà un primo suggerimento. Dopodichè, sono questioni che si possono trattare in terapia: i sintomi ci dicono sempre qualcosa in più se ci si riflette insieme
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

le sue parole trasmettono con molta chiarezza quanto stia vivendo un dolore profondo e prolungato: l’ipocondria, o ansia per la salute, è una forma di sofferenza intensa, spesso invisibile agli altri, ma che logora ogni momento della giornata. Il suo bisogno di aiuto è autentico e comprensibile, così come il senso di colpa verso i suoi genitori, che però non deve trasformarsi in un’ulteriore punizione verso se stessa: non è colpa sua se sta male, e chiedere aiuto non significa “far soffrire gli altri”, ma cercare di guarire anche per loro.

Nel suo racconto emergono tre aspetti importanti su cui lavorare:

La paura catastrofica per ogni segnale corporeo.
È tipica del disturbo d’ansia ipocondriaco: il corpo diventa un campo di allerta continua. Quando arriva la paura, il sistema nervoso autonomo attiva tachicardia, tensione muscolare, difficoltà digestive o di concentrazione — e questi stessi sintomi vengono poi interpretati come “prove” di malattia, alimentando il circolo vizioso.
Un primo passo utile è provare a rinviare il controllo: invece di cercare subito su Internet, si conceda 10 minuti di pausa (magari con una respirazione lenta: inspiri contando fino a 4, espiri contando fino a 6) e si chieda “Cosa stavo pensando un attimo prima che arrivasse la paura?”. Spesso il sintomo nasce da un pensiero, non da un danno reale.

Il bisogno di certezza assoluta.
L’ipocondria spinge a cercare conferme continue — mediche, online, familiari — ma ogni rassicurazione dura poco. È importante imparare a tollerare l’incertezza, riconoscendo che nessuno può avere garanzie totali sul corpo, ma che si può comunque vivere serenamente. Una psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) o un approccio integrato con tecniche di mindfulness o EMDR possono essere molto efficaci nel ridurre questi pensieri intrusivi e la paura costante.

Il senso di impotenza e disperazione.
La frase “accetterei qualsiasi cosa pur di guarire” fa capire quanto sia arrivata al limite. In questa fase, più che “fare da sola”, è importante trovare uno psicoterapeuta con cui si senta davvero compresa e, se necessario, valutare un supporto farmacologico con uno psichiatra. Non come segno di debolezza, ma per dare sollievo al corpo e alla mente e permetterle di affrontare la terapia con più lucidità.

Per gestire i momenti di crisi, può provare alcune strategie immediate:

tenere una “lista di prove contrarie”: ogni volta che teme una malattia, scriva quanto dura davvero la paura, se il sintomo si risolve e quante volte si è rivelata infondata;

usare ancoraggi sensoriali: toccare un oggetto, sentire un profumo, o descrivere ad alta voce ciò che la circonda (“vedo una sedia marrone, sento il suono del frigorifero...”) per riportare la mente nel presente;

ricordare che la paura non è una previsione, ma solo un segnale di allarme del sistema nervoso che può essere calmato.

La guarigione non è immediata, ma è possibile. Molte persone con ipocondria cronica, lavorando in modo costante e guidato, riescono a tornare a vivere senza paura. La disperazione che sente oggi non è un destino, ma un effetto della stanchezza accumulata: con il giusto supporto potrà ricominciare a sentirsi padrona della sua vita.

Dott.ssa Sara Petroni

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