Salve, sono una ragazza di 20 fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo di 24. Conviviamo da 6 mes

24 risposte
Salve, sono una ragazza di 20 fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo di 24. Conviviamo da 6 mesi, ci amiamo molto ed è una relazione sana ma c’è un lato che mi preoccupa, ovvero quello intimo. Prima di convivere ci vedevamo da venerdì sera a domenica perché abitavano a 1h30 distanti e ciascuno aveva i propri impegni durante la settimana, quindi quei pochi giorni avevamo rapporti intimi frequenti. Ora che conviviamo continuiamo ad avere rapporti solo il weekend o meglio dire, a volte proprio solo una volta a settimana. È vero che in generale siamo piuttosto impegnati e quindi il tempo può mancare, però questa situazione mi pesa. Io vorrei anche durante la settimana, ma lui non mi cerca o quando lo faccio io mi dice che è stanco. Ne abbiamo ancora parlato di ciò, e la sua risposta è che la causa è la stanchezza e lo stress per via del lavoro. Ormai non ho più voglia di fare il primo passo perché so già la risposta. Io posso capire ciò, ma ho bisogno di più da quel punto di vista, ho venti anni e per quella sfera intima è importante e vorrei sentirmi cercata e desiderata, ma tutt’altro purtroppo. La mia mente ha vagato molto su questa questione, ho pensato “forse non lo attraggo abbastanza? Forse non gli piace il sesso con me?”. Insomma ho pensato di essere io sbagliata anche se so che in realtà non è cosi, però mi pesa la situazione e non so come fare. Ho anche addirittura pensato che dato che la precedente relazione era con una milf ultra quarantenne ora il sesso sia banale o che la sua esperienza l’ha fatta e quindi gli basta l’eiaculazione. (Specifico che quella relazione era molto tossica, lei aveva 43 e lui 18, lei lo tradiva tra le altre peggio cose ma lui è comunque rimasto per quattro anni, esteticamente siamo l’opposto con questa donna. Ho fatto anche confronti, lui all’epoca faceva palestra quindi era più in forma e carico e si era lasciato sfuggire che all’epoca lo faceva addirittura tre volte di fila, per poi dire che era per via del testosterone, io tre volte me le sogno).
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Capisco. La tua frustrazione è legittima: desideri sentirti desiderata, non solo amata. La convivenza e lo stress lavorativo possono ridurre il desiderio, ma non dovrebbero spegnere l’intimità. Parlane con lui in modo diretto ma non accusatorio, esprimendo il tuo bisogno affettivo e sessuale. Se il dialogo non basta, può essere utile valutare insieme un supporto terapeutico di coppia per riaprire il canale del desiderio e della comunicazione.

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver scritto con tanta apertura e sincerità. Leggere le sue parole fa percepire quanto stia vivendo una relazione affettiva significativa, in cui c'è amore, impegno reciproco e il desiderio di far funzionare davvero le cose. Proprio per questo, è comprensibile che un cambiamento in un aspetto importante come quello della sfera intima possa generare preoccupazioni, dubbi e un senso di frustrazione o insicurezza. Nel modello cognitivo-comportamentale, si presta molta attenzione alla relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. Lei sta vivendo una situazione in cui un comportamento del suo partner, cioè la riduzione della frequenza dei rapporti sessuali, sta attivando in lei una serie di pensieri che la portano a mettersi in discussione, a confrontarsi con il passato di lui e a sviluppare interpretazioni che, pur essendo comprensibili, rischiano di alimentare una sofferenza emotiva non necessaria. Si domanda se sia abbastanza desiderabile, se lui la trovi meno attraente, se magari con la partner precedente ci fosse un'intesa maggiore. Questi pensieri possono diventare delle "trappole cognitive", cioè schemi di pensiero automatici e negativi che influenzano il modo in cui si percepisce e si rapporta nella relazione, senza che vi siano reali prove a sostegno di tali convinzioni. Va detto che quando si passa dalla fase iniziale di una relazione, dove c'è una forte componente di novità e scoperta, a una convivenza stabile, spesso anche il desiderio sessuale può subire dei cambiamenti fisiologici. La quotidianità, gli impegni lavorativi, lo stress e la convivenza stessa modificano il contesto in cui il desiderio nasce e si sviluppa. Il desiderio, infatti, non è solo una questione biologica, ma anche psicologica e relazionale. Non è raro che uno dei due partner abbia un livello di desiderio differente, e il fatto che lei lo percepisca come un rifiuto personale è del tutto umano, ma potrebbe essere interpretato in una luce più funzionale. Lei ha fatto bene a cercare di parlarne con il suo compagno, e il fatto che lui abbia riconosciuto la stanchezza come causa è un punto importante. Tuttavia, la sua sensazione di non sentirsi desiderata e la rinuncia a prendere l'iniziativa per paura di un rifiuto rischiano di creare un circolo vizioso, in cui si riducono i tentativi di connessione e aumenta il senso di distanza. È importante che lui comprenda non solo il bisogno fisico, ma anche quello emotivo che sta dietro la sua richiesta: sentirsi cercata, sentire che esiste un desiderio che va oltre la stanchezza, che non è semplicemente "togliersi un bisogno", ma costruire intimità e connessione. Questo tipo di comunicazione, se fatta in modo assertivo e non accusatorio, può aprire spazi di confronto più profondi. In altre parole, sarebbe utile non focalizzarsi soltanto sul numero di rapporti, ma provare a condividere il vissuto emotivo che la riduzione dell’intimità sta generando in lei. Per quanto riguarda la relazione passata di lui, è normale cercare dei riferimenti per capire se ciò che si vive ora sia normale o meno. Ma è importante ricordare che ogni relazione ha una propria dinamica. Confrontarsi con un passato che ha avuto caratteristiche del tutto diverse (per età, contesto, periodo della vita) può essere fuorviante e spesso non ci restituisce una visione utile. Il fatto che lei senta il bisogno di fare questi confronti ci parla di un bisogno più profondo: sentirsi abbastanza, sentire di valere, essere scelta non solo come compagna, ma anche come donna desiderata. Se questa situazione continua a farla stare male e si accorge che i pensieri che ha su di sé cominciano a diventare rigidi o svalutanti, potrebbe essere utile intraprendere un breve percorso di supporto psicologico. Nella terapia cognitivo-comportamentale si lavora molto bene su questi aspetti, andando a identificare e modificare i pensieri disfunzionali, migliorare la comunicazione di coppia e trovare strategie per affrontare le differenze nei bisogni sessuali senza viverle come una minaccia al valore personale o alla stabilità della relazione. Lei ha dimostrato di avere una grande consapevolezza e capacità introspettiva, e questi sono strumenti preziosi. Non c’è nulla di sbagliato in lei, né nei suoi bisogni. L’importante è che questi possano trovare uno spazio di ascolto e comprensione all’interno della relazione, senza paura di essere giudicata o fraintesa. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Hai descritto in modo molto chiaro un disagio profondo e condivisibile. Quella che stai vivendo è una disarmonia sul piano dell’intimità, che può diventare fonte di insicurezza e frustrazione, anche in una relazione per il resto sana.

È importante riconoscere che il desiderio sessuale non ha un funzionamento “standard”, ma dipende da molti fattori: stress, abitudini, fasi di vita, ma anche dal modo in cui i partner si sentono emotivamente riconosciuti e desiderati. Il fatto che tu abbia iniziato a mettere in dubbio te stessa (confronti, paragoni, pensieri autosvalutanti) è già un segnale che questa distanza intima sta toccando anche la tua autostima.

Non sei “sbagliata” se hai bisogno di più attenzioni e desiderio: esprimere questo bisogno è sano, e non andrebbe ignorato o minimizzato. Allo stesso tempo, evitare di fare il primo passo per timore di essere rifiutata crea una spirale silenziosa, che può amplificare il distacco.

Potrebbe essere utile affrontare il tema in un contesto più ampio, dove vi sentiate entrambi ascoltati e non accusati. A volte, un percorso psicologico individuale o di coppia può aiutare a ritrovare uno spazio di comunicazione più autentico, che non riguarda solo la frequenza dei rapporti, ma il significato che l’intimità ha per entrambi.

Il tuo bisogno è legittimo, e merita uno spazio di ascolto e comprensione.

Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
Buonasera, ho letto attentamente la sua descrizione della situazione che sta vivendo e riesco perfettamente a capire ed intuire come lei si possa sentire ed il livello di disagio in lei che aumenta e la fa stare male. Le dico subito di non colpevolizzarsi, è normale che alle prime esperienze di coppia ed alla sua giovane età si abbiano molte insicurezze su se stessi ( sia a livello fisico ed estetico che psicologico). E' quindi facile colpevolizzarsi e sminuire se stessi; deve tenere presente una regola molto importante che riguarda le relazioni di coppia ma non solo... le dinamiche che si vengono a formare non potranno mai mettere in discussione il valore che diamo a noi stessi, con i nostri pregi ed i nostri difetti, l'amore e la stima che proviamo per noi e la forza con cui ricerchiamo ciò che ci rende felici. Il mio consiglio è innanzitutto continuare ad essere trasparente con il tuo partner e comunicargli questo tuo bisogno, il disagio e le insicurezze riguardanti le sue storie passate. Sarà compito suo, se ti ama davvero, ascoltarti, rassicurarti ed essere sincero con te spiegandoti il suo punto di vista. Spesso i due partner hanno bisogni diversi che non comunicano e si vengono a creare delle incomprensioni che danneggiano il rapporto e la vera comunicazione tra due persone che si amano. Ricordagli che la coppia si vive in due come tutti i dolori, i problemi e le cose belle, è un giardino da coltivare insieme, quindi anche lui deve collaborare. Non mettere mai in dubbio le sicurezze che hai sempre avuto di te stessa ed anzi, vedi questa come un occasione di crescita personale e di esperienza di coppia. Vai a rafforzare te stessa ed accogli con amore le emozioni negative che spesso arriveranno, sei tu la prima che si deve amare ed accogliere nelle sue fragilità. Spero di esserti stata utile, buona serata,
manuela Cecchetti
Dr. Fernando Villani
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Roma
Gentilissima, come prima cosa la ringrazio della sua condivisione personale. Quello che descrive è piuttosto comune ed è un'esperienza comprensibile, seppur difficile da vivere e gestire in alcuni casi; solitamente delle variazioni di desiderio e/od eccitazione sessuale - o dei cambiamenti relazionali più generalmente parlando - possono essere una reazione alla nuova fase di transizione e di adattamento che la coppia stessa sta vivendo (ad es. da dopo la convivenza). Talvolta si passa da un'aspettativa del tipo "Avremo rapport sessuali molto più frequentemente" ad una situazione di convivenza in cui lo spazio dedicato a questo comportamento potrebbe risultare poco più che sufficiente (o insufficiente). Questo stato di transizione non implica necessariamente che "d'ora in poi sarà sempre così", dipende da come viene gestito e dal grado di dialogo e comunicazione della coppia, nel ricercarsi e nel conoscere anche la propria sfera sessuale e personale.

Capisco che sia stato difficile non rimuginare sul tema, magari arrivando appunto a pensare di essere lei "non attraente abbastanza" o di aver fatto confronti o altri pensieri di natura spiacevole. Questi contenuti emergono talvolta anche se non necessariamente la situazione reale è congruente con essi. Tali occasioni possono anche diventare degli "spunti" per poter far crescere ulteriormente la relazione, se affrontati con un buon grado di dialogo e proattività da parte dei partner.

Se la difficoltà dovesse persistere potreste pensare entrambi di valutare un lavoro psicologico come coppia. Cordiali saluti.
Dott.ssa Jasmine Scioscia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Salve cara utente, situazione delicata vero....credo che tu abbia il diritto di poter stare bene e essere desiderata..quindi non mettere in disparte i tuoi sentimenti ed emozioni ,non fare mai questo per nessuno perché per quanto puoi amare l 'atro (chiunque fosse) non va assolutamente bene che metti da parte Te, quindi parla chiaramente con il tuo ragazzo dicendogli quello che senti e quanto questo ti fa stare male, parla con lui e chiedigli se c'è qualcosa che non gli piace nel vostro modo di fare sesso o se c'è altro, cosi da poter sentirvi più vicini e condividere anche le cose che potreste migliorare. In bocca al lupo.
Dr. Jasmine Scioscia
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao, grazie per aver condiviso apertamente una parte così intima e delicata della tua relazione. Quello che stai vivendo è comprensibile e, seppur difficile da affrontare, non è affatto raro nelle coppie, anche in quelle più affiatate.

Il cambiamento nella frequenza dei rapporti sessuali dopo la convivenza è una situazione che molti partner si trovano a vivere. Passare dal vedersi solo nel weekend – in una dimensione più "speciale", sospesa dai ritmi quotidiani – al condividere la vita di tutti i giorni può modificare profondamente l’equilibrio e la spontaneità nella sfera intima. Le abitudini cambiano, le energie si distribuiscono diversamente, lo stress lavorativo incide, e a volte l'intimità ne risente, anche se l’amore resta.

Il tuo desiderio di sentirti cercata, desiderata e di vivere una sessualità più viva è legittimo e importante. La sessualità non è solo una questione fisica, ma anche emotiva e relazionale. Quando viene a mancare un certo coinvolgimento, può influire sull'autostima e sulla percezione di sé, come stai vivendo tu. È normale che emergano dubbi ("forse non gli piaccio abbastanza?", "forse con me non si diverte?") ma è altrettanto importante non trasformare questi pensieri in verità assolute, soprattutto se non ci sono elementi concreti a supportarli.

La tua mente sta cercando spiegazioni, anche confrontando il tuo presente con il suo passato: questo è un meccanismo comprensibile, ma anche doloroso. Ogni relazione è unica, e confrontarsi con esperienze passate può portare solo ulteriore insicurezza. Quello che stai vivendo non dipende da un confronto di valore tra te e chi c’è stato prima, ma da un momento complesso della vostra relazione che merita ascolto, attenzione e cura.

Parlare apertamente con il partner dei propri bisogni e disagi emotivi, in modo non accusatorio ma sincero, è il primo passo per ricostruire un’intimità condivisa e soddisfacente per entrambi. Tuttavia, se la comunicazione non porta ai risultati desiderati o se senti che questa situazione sta influenzando in modo significativo il tuo benessere emotivo e l’equilibrio di coppia, può essere molto utile e consigliato rivolgersi a uno specialista, come uno psicologo o una psicoterapeuta, per affrontare questi temi in modo più profondo e guidato.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa








Dott.ssa Miriana Pipia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Padova
Gentile paziente, la preoccupazione che esprime tocca un aspetto molto delicato e profondo delle relazioni: il bisogno di sentirsi desiderati, cercati, riconosciuti anche attraverso l’intimità fisica. È importante che lei abbia dato voce a questo suo vissuto, perché troppo spesso tendiamo a silenziare ciò che ci fa soffrire.
Il passaggio dalla relazione “a distanza” alla convivenza può modificare molto i ritmi e le dinamiche, anche nella sfera sessuale. La stanchezza e lo stress, soprattutto se persistenti, possono certamente influenzare il desiderio, ma quando questa diminuzione di intimità diventa una fonte di disagio, è importante non ridurre il tutto solo ad un “momento no”. Nelle relazioni, soprattutto quando diventano più stabili, può succedere che si senta, da parte di uno dei due o da entrambi, meno l’esigenza del contatto sessuale, mentre per l’altro quella diventa una forma centrale di comunicazione e connessione. Non è questione di “giusto o sbagliato”, ma di sintonizzazione: quanto si è disposti a incontrarsi, a costruire un linguaggio comune anche sul piano del desiderio?
Le suggerirei di provare a comunicare il suo vissuto non solo in termini di “frequenza” o di bisogno fisico, ma partendo da ciò che le manca a livello emotivo: il sentirsi cercata, desiderata, viva nella relazione. È proprio parlando di sé – senza accusare l’altro – che si può creare lo spazio per una comprensione più profonda.
Resto a disposizione se vuole approfondire, sono disponibile anche online!
Cordiali saluti,
Miriana Pipia
Dott.ssa Valentina Cosentino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Caserta
Salve, provi a riparlarne col suo compagno rinandandogli il disagio che vive nel sentirsi rifiutata e non sempre desiderata. Forse al suo compagno non è chiaro che lei vive male
questa situazione.
Dott. Simone Festa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Salve, le rispondo. La sessualità è una delle tante parti che compongono una relazione. Immagini lo spicchio di una torta. Necessariamente una relazione che si nutre prevalentemente sempre della stessa fetta, può perdere di sapore. Ad aggravare quanto detto, si aggiunge che oggi nel modo della grande eccitazione virtuale, basta davvero poco per attivare i centri del piacere maschile, molto prima di quanto lo riesca a fare una donna in carne ed ossa. Pertanto, primariamente le sconsiglierei di scommettere di questo. In questo modo eviterà anche di darsi pene che non merita, se le capita di pensare male di sé stessa qualora il suo partner non la desiderasse abbastanza sul piano sessuale. Secondariamente, dico a lei che mi incuriosisce l'attenzione al confronto con la precedente partner del suo compagno ed in generale con la sua capacità attrattiva. E' possibile che la sessualità sia per lei motivo di grande sicurezza personale, quindi le rimando di restituire a lei stessa il suo valore prima ancora di intraprendere un rapporto sessuale. Non lasci che sia la qualità di un orgasmo a definire la sua importanza all'interno della coppia. Lei in quanto donna ha un valore intimo che è sacro, lo difenda.

Dott. Simone Festa
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che sta vivendo è un momento molto delicato, ma anche piuttosto comune all’interno di una relazione di coppia, soprattutto quando si passa dalla fase dell’idealizzazione e dell’attesa, tipica dei rapporti a distanza, a quella più concreta della convivenza quotidiana. È comprensibile che la diminuzione dell’intimità la faccia sentire confusa, delusa e, in qualche modo, poco desiderata. L’intimità non è soltanto un atto fisico, ma un modo importante per sentirsi vicini, riconosciuti, scelti ogni giorno.

La sua preoccupazione che questo calo possa dipendere da una mancanza di attrazione nei suoi confronti è comprensibile, ma non necessariamente corrisponde alla realtà. Il suo compagno le ha parlato di stanchezza e stress, e queste sono effettivamente due delle cause più comuni della diminuzione del desiderio, soprattutto quando si entra in una routine quotidiana fatta di impegni, responsabilità e ritmi serrati. Tuttavia, è anche vero che sentirsi costantemente rifiutati può portare a una frustrazione emotiva molto forte, che rischia di incrinare anche il benessere della coppia.

L'aver smesso di fare il primo passo per paura del rifiuto è un segnale chiaro di come questa situazione la stia ferendo. Quando si inizia a dubitare di se stessi, a fare paragoni con relazioni passate del partner o a pensare che forse si è "meno" rispetto a qualcun altro, ci si allontana da un punto molto importante: la sua voce, i suoi bisogni, il suo valore. Lei ha tutto il diritto di desiderare un’intimità viva e reciproca, così come ha tutto il diritto di essere ascoltata e accolta nei suoi sentimenti.

Potrebbe essere utile affrontare nuovamente questo tema con lui, ma in un momento tranquillo, fuori dal contesto del "rifiuto", cercando di condividere più che chiedere. Parlare di come si sente, senza accusare, ma mostrando la sua vulnerabilità, può aprire spazi nuovi di ascolto e connessione. Se dovesse accorgersi che, nonostante il dialogo, il suo bisogno rimane costantemente inascoltato, allora potrebbe essere il caso di chiedersi quanto e come questo influisca sul suo benessere nella relazione.

Le consiglio anche, se possibile, di valutare un percorso personale di sostegno psicologico, che possa aiutarla a rimettere al centro la sua autostima, i suoi bisogni e la sua capacità di esprimersi senza timore di essere giudicata o svalutata.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Federica Bovi
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua storia e ciò che sta vivendo. Dalle sue parole emerge quanto tenga alla relazione con il suo compagno e quanto desideri che anche la sfera dell’intimità possa continuare ad essere vissuta con un coinvolgimento reciproco.
La convivenza rappresenta un passaggio importante nella vita di una coppia: comporta un nuovo equilibrio, dove ciascuno è chiamato a ridimensionarsi, a fare spazio all’altro, a ridefinire i propri tempi e bisogni all’interno di una quotidianità condivisa e spesso può modificare anche il modo di vivere la sessualità. Questo può portare con sé momenti di incomprensioni o cambiamenti, soprattutto se prima i momenti insieme erano intensi e concentrati in brevi periodi. In quest’ottica, credo sia importante poter aprire un dialogo con il suo compagno, in cui lei possa esprimere non solo il desiderio fisico, ma anche il bisogno di sentirsi cercata, vicina, riconosciuta. Parlare dei propri vissuti in modo chiaro e rispettoso può aiutare entrambi a comprendersi meglio, a ritrovarsi, e magari anche a scoprire qualcosa in più l’uno dell’altra. Esprimere ciò che prova non significa far ricadere sull'altro le responsabilità, ma prendersi cura della relazione e di sè stessa, riconoscendo i propri bisogni come legittimi e importanti. A volte è proprio attraverso il confronto che si costruiscono le basi per una maggiore intimità, non solo emotiva, ma anche fisica. Rimango a disposizione per qualsiasi altra domanda o chiarimento.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
Grazie per aver condiviso una parte così personale della tua vita. È evidente che tieni molto alla tua relazione e che stai cercando di affrontare questa situazione con maturità e comprensione. È normale che, vivendo insieme, le dinamiche cambino, ma il tuo desiderio di sentirti cercata e desiderata è assolutamente valido e importante.
La stanchezza e lo stress possono sicuramente influire sul desiderio, ma non significa che tu non sia attraente o che ci sia qualcosa di sbagliato in te. È facile cadere in confronti con il passato, ma ogni relazione è unica e non dovrebbe essere misurata con lo stesso metro.
Potresti provare a parlare con lui in un momento tranquillo, senza pressioni, esprimendo come ti senti senza accusare. Concentrati su come questa situazione ti fa sentire e su ciò di cui hai bisogno per sentirti amata e desiderata. A volte, un dialogo aperto e onesto può aiutare a trovare soluzioni insieme.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare modi per ridurre lo stress nella vostra vita quotidiana o trovare momenti di intimità che non siano necessariamente legati al sesso, ma che possano riaccendere la connessione tra di voi.
Se senti che la situazione non migliora o che ti pesa troppo, non c'è nulla di male nel cercare supporto, magari parlando con un terapeuta di coppia. È un modo per rafforzare la relazione e affrontare insieme le difficoltà.
Ricorda, non sei sola in questo. È normale avere alti e bassi, ma ciò che conta è come affrontate le sfide insieme. Sei una persona preziosa e meriti di sentirti amata e desiderata.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Dott.ssa Virginia Bosca
Psicologo, Psicologo clinico
Calizzano
Buongiorno, mi incuriosisce il confronto che ha fatto con la ex del suo compagno, come se fosse forse una competizione per le sue attenzioni? E se sì, come mai vive la relazione come una competizione?
Dott. Matteo De Nicolò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, la ringrazio per aver espresso con così tanta chiarezza i suoi vissuti. Quello che descrive è un tema che può emergere anche nelle relazioni affettive più solide, soprattutto quando cambiano le condizioni quotidiane, come nel passaggio alla convivenza.
Le dinamiche legate all’intimità sono complesse e possono risentire di diversi fattori, tra cui lo stress, la stanchezza, i cambiamenti di routine e le aspettative reciproche. È comprensibile che questa situazione la faccia sentire in difficoltà e le susciti pensieri che possono generare insicurezze. A volte, quando si ha la sensazione che i propri bisogni non trovino spazio, può essere utile lavorarci all’interno di un percorso psicologico, che può offrire un’occasione per approfondire ciò che sta vivendo, ascoltare meglio se stessa e costruire nuove modalità di comunicazione nella coppia. Se desidera intraprendere questo tipo di percorso, resto volentieri a disposizione, sia in presenza che online.
Dott. Matteo De Nicolò
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Dalle sue parole emerge un legame affettivo forte, caratterizzato da amore, rispetto e complicità. Tuttavia, comprendo quanto possa essere difficile convivere con un senso di insoddisfazione sul piano dell’intimità, soprattutto in una fase della vita in cui il desiderio di sentirsi desiderata, cercata e connessa con il partner è particolarmente vivo e naturale.

Il cambiamento nella frequenza dei rapporti da quando convivete è una dinamica che si osserva spesso. La routine quotidiana, lo stress lavorativo e gli impegni possono influenzare il desiderio, in particolare quando uno dei partner tende a vivere la sessualità come un momento “ritagliato” nel tempo libero, più che come una parte integrata e continuativa della relazione.

Alcuni spunti di riflessione che potrebbero esserle utili:

Esprimere i propri bisogni in modo chiaro e non accusatorio: anziché focalizzarsi su ciò che manca, può essere utile condividere come ci si sente. Dire ad esempio: “Mi sento poco desiderata, e questo mi fa sentire distante” può aprire un dialogo più costruttivo rispetto a un tono di critica o frustrazione.

Approfondire le cause reali della distanza intima: la stanchezza può essere una spiegazione concreta, ma talvolta nasconde altro — calo del desiderio, ansia, insicurezze o difficoltà di comunicazione. Un confronto aperto e sereno potrebbe aiutare entrambi a comprendere meglio le reciproche esigenze.

Evitare i confronti con il passato: confrontarsi con l’esperienza precedente del suo partner può portare a vissuti di inadeguatezza che non riflettono la realtà. Ogni relazione è unica, e non è corretto misurare il valore della sua sessualità o della sua persona in base a un legame che, da quanto riferisce, era disfunzionale e tossico.

Valutare un percorso di coppia o una consulenza sessuologica: se entrambi sono disposti, un aiuto professionale può offrire uno spazio neutro per esplorare difficoltà e desideri, e per costruire una nuova intesa che tenga conto dei bisogni di entrambi.

Infine, vorrei rassicurarla: il desiderio del partner non è un metro per giudicare il proprio valore. La sessualità è un linguaggio complesso e in continua evoluzione, che richiede ascolto, cura e comunicazione. Lei ha tutto il diritto di desiderare una relazione che sia appagante anche da questo punto di vista.
Dott. Nicola Bucci
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
grazie per la sua condivisione così sincera e sentita. Comprendo quanto questa situazione possa generare dubbi e dispiacere. Quando emergono vissuti di questo tipo all’interno della coppia, è importante riconoscerli e dare loro spazio, senza colpevolizzarsi. Ha fatto bene a parlarne apertamente con lui, ed è altrettanto importante che anche lei si senta ascoltata e compresa nei suoi bisogni. Se la situazione dovesse continuare a pesarle, confrontarsi con uno psicologo potrebbe aiutarla a fare maggiore chiarezza dentro di sé e a gestire questi vissuti con più serenità.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,

la sua domanda è molto sentita e tocca un nodo profondo: sentirsi desiderata è, per lei, solo una questione di intimità fisica...o forse porta con sé un significato più ampio, legato al valore che si sente riconosciuto nella relazione? Mi chiedo cosa stia davvero cercando, al di là della frequenza dei rapporti.
Sono disponibile ad approfondire assieme a lei le sue rappresentazioni a riguardo,

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Chiara Visalli
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Ciao! Purtroppo dovremmo approfondire una serie di cose per poterti dare una risposta personalizzata ed esaustiva, mi sento però di dirti che quando c'è un problema nella sfera intima-sessuale probabilmente questo rispecchia un qualche problema di un'altra sfera (che sia relazionale, quindi con il partner, o personale). Dunque non pensare che la questione sia che non lo attrai, o che non gli piaccia avere rapporti con te, piuttosto ci sarebbe da indagare e comprendere quali meccanismi e pensieri di innescano in lui - rispetto al suo presente e rispetto anche al suo passato.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Approfondisca meglio questo aspetto relazionale che la rende infelice. Faccia qualche colloquio con lo psicologo che le permetta di trovare un significato a tutta questa dinamica che direi frustrante.

Dott Casinghini
Dott.ssa Lucrezia Navarra
Psicologo, Psicologo clinico
Bassano del Grappa
Gentile ragazza,

la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità il suo vissuto. Dalle sue parole emerge quanto questa situazione la stia facendo riflettere profondamente su sé stessa, sulla relazione e sui bisogni che giustamente sente di avere.

Il cambiamento che descrive, dal vivere una relazione a distanza al convivere, è spesso accompagnato da una trasformazione nella gestione della quotidianità e, inevitabilmente, anche nella sfera dell’intimità. È naturale che ritmi di vita più impegnativi e la presenza costante nella routine quotidiana possano modificare la frequenza e la qualità dei rapporti intimi. Tuttavia, comprendo il suo dispiacere nel sentire un certo sbilanciamento tra il desiderio di vicinanza fisica e la risposta che riceve.

È importante sottolineare che la diminuzione del desiderio sessuale in relazione a stress, stanchezza o carichi di lavoro è un fenomeno comune e non necessariamente correlato all’attrazione o ai sentimenti nei confronti del partner. Tuttavia, il modo in cui questa differenza viene vissuta può avere un impatto significativo sul benessere individuale e sulla relazione.

Lei ha espresso chiaramente un bisogno importante: sentirsi cercata, desiderata, riconosciuta anche a livello corporeo. Questi sono aspetti fondamentali in una relazione affettiva, specialmente in una fase della vita, come quella che sta vivendo, in cui l’esplorazione dell’intimità riveste un ruolo rilevante.

Mi permetto di suggerirle di considerare la possibilità di riprendere il dialogo con il suo compagno in un momento sereno, cercando di comunicare i suoi bisogni e il suo vissuto emotivo senza colpevolizzazioni, ma piuttosto con l’intento di comprendere insieme se e come trovare un nuovo equilibrio che possa soddisfare entrambi. A volte, con il passare del tempo e l’emergere di nuove esigenze, anche la sfera sessuale ha bisogno di essere "rinnovata" nella comunicazione e nelle aspettative reciproche.

Per quanto riguarda i pensieri di confronto con il passato del suo compagno, è comprensibile che possano emergere dubbi o insicurezze; tuttavia, ogni relazione è unica e portare il focus su ciò che sta accadendo ora tra voi due, piuttosto che su paragoni con il passato, potrebbe aiutarla a vivere questo momento con maggiore serenità.

Se dovesse sentirne il bisogno, un supporto psicologico potrebbe essere utile per esplorare queste dinamiche in modo più approfondito, aiutandola a trovare modalità di espressione più soddisfacenti e ad affrontare eventuali insicurezze che inevitabilmente possono presentarsi.

Rimango a disposizione per ogni ulteriore necessità o chiarimento.

Con cordiale saluto,

Dott.ssa Lucrezia Navarra
Buongiorno, la sessualità e l'intimità sono complesse e ogni persona ha i propri bisogni e desideri a riguardo; quindi, comprendo il suo desiderio di vivere questa area di vita nel modo più soddisfacente per Lei. Nel suo scritto ha parlato di frequenza di rapporti intimi, ma La invito a riflettere anche sugli altri aspetti della sessualità, anche in relazione al rapporto con il suo ragazzo: cosa Le piace dell'intimità con lui? quali aspetti La soddisfano della sessualità con lui? quali no? conosce i desideri del suo ragazzo? ci sono stati dei cambiamenti nell'intimità da prima a dopo la convivenza? è cambiato qualcosa nella vostra relazione? La invito a vivere un percorso di coppia da un professionista, in modo da esplorare desideri e bisogni di ciascuno e questa sua preoccupazione rispetto all'intimità. Buona giornata!
Quando i ritmi dell’intimità cambiano dopo la convivenza, è normale sentirsi insicure o poco desiderate. Quello che descrive però succede spesso: la stanchezza, il lavoro e lo stress possono ridurre il desiderio, anche in relazioni “sane” (funzionali). I pensieri di confronto con il passato o con altre persone sono comprensibili, ma rischiano di farla soffrire più del necessario. La cosa più importante è continuare a comunicare con calma, spiegando come si sente e cosa le manca, senza colpevolizzare né lui né sé stessa. L’intimità può trovare un nuovo equilibrio, ma richiede che entrambi possiate esprimere i vostri bisogni e ascoltarvi davvero. Non c’è nulla di “sbagliato” in lei: c’è solo un momento da attraversare insieme.

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