Salve , sono una mamma di un bimbo di 5 anni e mezzo . Separata, relazione conflittuale con il padre

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Salve , sono una mamma di un bimbo di 5 anni e mezzo . Separata, relazione conflittuale con il padre che sta fortemente migliorando nell’ ultimo anno
. Scrivo perché mio figlio ( da sempre e con modi diversi ) manifesta soglia di frustrazione molto bassa quando cerca di imparare cose nuove ( fosse anche un videogioco ) reazioni esplosive di pianto che non riesce a placare razionalizzando con dialogo ( fuori controllo) e che spesso si spengono solo se consolato e abbracciato , nonostante le rassicurazioni , accade allo stesso modo in altre occasioni . Ha una Grande e immotivata ( per me ) paura di sbagliare , ansia da prestazione ( vuole sempre essere primo e non accetta mai di perdere, tutto è una gara per lui ) . Continuo confronto con le abilità degli adulti ( chiaramente più alte delle sue e fuori paragone ) . A volte reagisco cercando di parlargli , altre volte perdo la pazienza , alzo la voce e gli tolgo il gioco o termino L’ attività spiegandogli che se reagisce così si può anche non fare( chiaramente sbaglio a fare così ma non sempre riesco diversamente ) . Vorrei aiutarlo ad avere più fiducia in sè stesso e meno paura e anche maggiore capacità a gestire i suoi comportamenti evitando queste esagerazioni non adeguate all’ età cronologica e che lo fanno visibilmente stare male perché si rende conto ma “ non riesco “ Credete sia il caso di effettuare una consulenza psicologica diretta o indiretta ? Grazie a chi risponderà
Buongiorno, prima di pensare ad un percorso di supporto nella gestione delle emozioni per suo figlio sarebbe utile fare qualche colloquio di supporto alla genitorialità in cui sarà possibile pensare insieme al terapeuta delle strategie di supporto e contenimento delle emozioni che voi genitori potete utilizzare per aiutare vostro figlio a costruire la capacità di autoregolazione. Purtroppo queste difficoltà difficilmente si risolvono con una consulenza singola perchè non c'è la modalità che funziona sempre, bisogna imparare ad osservare e costruire una routine calmante specifica per ogni bimbo ma con l'aiuto di uno psicologo esperto in età evolutiva è possibile farlo. Questo tipo di supporto funziona molto bene anche online perchè si lavora con schede e video che si possono condividere tramite mail. Quindi non abbia paura di provare a cercare un aiuto, so che un genitore teme di essere giudicato in maniera negativa quando ammette una difficoltà con un figlio ma il mettersi in gioco indica solo un grande amore e la capacità di riconoscere il bisogno di aiuto, per cui non c'è nulla di cui vergognarsi. Rimango a disposizione, Cordiali saluti
Dott.ssa Elisa Zocchi

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Buonasera Signora! Mi complimento per l'alto grado di consapevolezza e di valutazione razionale della situazione. Mi occupo di disturbi dell'apprendimento e di psicoterapia con bambini e adolescenti; faccio questa premessa perchè ho a che fare spessissimo, se non sempre, con situazioni simili alla sua. Intanto eviti di colpevolizzarsi perchè l'atteggiamento giusto o sbagliato non aiuta e soprattutto per poterlo giudicare tale, dovrebbe esattamente sapere le percezioni di suo figlio. Per l'età che ha, 5 anni e mezzo, è molto difficile che riesca a verbalizzarle. Le difficoltà che mostra risentono tantissimo dell'emotività e del contesto familiare in cui un bambino vive, a volte queste dinamiche arrivano nel tempo ad inficiare fortemente la prestazione scolastica ( suo figlio presto entrerà alla scuola primaria)ed è il motivo per cui molti genitori, dopo anni, si rivolgono ad uno specialista pensando che abbiano a che fare con un DSA. Le dico tutto ciò perchè è meglio ricorrere ora ad una valutazione con uno psicoterapeuta che faccia una diagnosi sullo stato emotivo attuale di suo figlio. Più sono piccoli, più hanno capacità di cambiamento e si evita soprattutto di complicare le cose nel futuro. Un caro saluto. Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, ci sono diversi strumenti per poter incontrare un professionista attraverso un canale multimediale, almeno finchè le restrizioni restano tali. Le consiglio di prendersi cura della problematica quanto prima possibile.
Cordiali saluti
Gentile Signora, e’ importante incontrare i genitori che per l’occasione dovrebbero partecipare insieme perché lo specialista possa comprendere la situazione e accelerare il processo.
E’ sempre auspicabile ‘curare’ i bambini attraverso i genitori anche perché spesso il problema nasce dal tipo di relazione familiare o da eventi e/o situazioni da studiare e comprendere.
Questo tipo di colloqui possono essere svolti serenamente anche on line in una seduta di coppia ( genitoriale)
Va sensibilizzato il papà a riguardo rispetto ai problemi di vostro figlio.
E’ ovvio che questo e’ ciò’ che e’ auspicabile ma eventualmente si potrebbe iniziare a vedere dapprima lei.
Sono a sua disposizione
Un cordiale saluto
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Buonasera,
il consiglio che Le darei è quella di optare per un percorso di sostegno alla genitorialità, da fare in coppia col padre. Il bambino è troppo piccolo per effettuare da solo un lavoro rivolto a dirimere il senso d'angoscia che prova, il quale parrebbe avere origine proprio nel conflitto tra i genitori. Potrebbe cogliere l'occasione del periodo particolare che stiamo vivendo per chiedere al padre di effettuare una consulenza online, così da attenuare eventuali sue resistenze.
Mentre nella vita ordinaria, il lavoro, la necessità di spostamento e la fisicità dell'incontro spesso sono strumentalizzate e divengono scuse per non accogliere l'aiuto di uno specialista, in questi giorni tutto ciò potrebbe essere superato.
Un caro saluto
Guido Rutili
Buona sera Signora,
la situazione che descrive andrebbe valutata attentamente da un esperto. Difficile avere un quadro esaustivo delle circostanze senza approfondire certi aspetti. Io le suggerirei di chiedere una consulenza con uno specialista che possa accogliere entrambi voi genitori ed aiutarvi in una disamina che vi renda consapevoli del vostro ruolo genitoriale e come questo viene percepito dal bambino. Le reazione del bambino sono sicuramente il prodotto di sue risposte specifiche legate al carattere tanto quanto stimolate dall'ambiente affettivo e dal modo in cui lo percepisce.
Cordiali Saluti.
Buonasera. Immagino come il suo vissuto possa rimbombare sopratutto in questi giorni in cui le scuole sono chiuse e il bambino ha soltanto lei come adulto di riferimento e il papà.
Prima di intraprendere un percorso, anche di tipo genitoriale, aspetterei che possa esserci un confronto anche con la scuola. Verificare se il bambino ha comportamenti che richiedono attenzioni specifiche in più contesti oppure fa i capricci con i genitori è intanto il primo dato utile, anche per orientare il tipo di intervento.
Buongiorno cara mamma.
La sua consapevolezza ed analisi della situazione è davvero profonda e lodevole. Per poter aiutare suo figlio deve prima sostenere se stessa e credo di poter di re con fondatezza che lei sia molto provata, stanca e stressata dalla separazione, dal prima e dal dopo. Ha biosgno di fare ordine, dare un nome a ciò che prova, rimettere insieme i pezzi per poter fornire a suo figlio una mamma più solida e consapevole. In questo momento abbiamo la grande risorsa delle consulenze online, ci pensi, si prenda uno spazio per sé, è importante. Se dovesse decidere io sarò volentieri a sua disposizione. Fare la mamma non è facile, farlo da sola lo è ancora di più! Forza mamma, ne uscirà vincente
Gentile Signora, l'ansia è un componente tipica dei bambini, soprattutto se così piccoli, e gradualmente arriva alla regolazione; inizialmente grazie alle figure di riferimento e in un secondo momento in modo autonomo. La cornice di una separazione burrascosa e di una relazione conflittuale con il papà probabilmente complicano il tutto, generando reazioni estreme come quelle che ci descrive. L'assetto agonistico nei compiti cela sempre il bisogno di allontanare idee nucleari negative su di sé, che sarebbe importante capire come siano nate in lui. La valutazione psicologica del bambino quindi, allo scopo di prevenire possibili evoluzioni future, è una buona soluzione, ma deve prevedere contemporaneamente un percorso di supporto alla genitorialità. Vostro figlio esprime un disagio che nasce dalla complicata relazione tra lei e il suo ex marito, e trattarlo singolarmente avrebbe un esito parziale, non risolutivo. Un caro augurio di buona fortuna
Buonasera signora,
è una mamma responsabile se chiede aiuto dove vede che fa difficoltà, già per questo suo figlio è fortunato. Faccia ancora un passo in più e si rivolga ad uno psicoterapeuta che la aiuti ad affrontare il suo disagio e quello di suo figlio. Fino a 6 anni consiglio di fare sempre vincere i bambini per consentirgli di costruire quella fiducia interna che gli dà la percezione che può farcela, utile nelle sfide future, a fargli sentire che ha le capacità. Fa bene a consolarlo e ad abbracciarlo quando ha queste reazioni, da quello che ho capito, in quel momento parlare non serve e il contenimento fisico ed emotivo in modo affettuoso è un buon modo. Alla sua età è ancora piccolo per riuscire a gestire e a cambiare e se ha questo comportamento le/vi sta dicendo qualcosa che non riesce a verbalizzare. E' probabile che abbia dei buchi sulla costruzione della fiducia, e questo lo fa sentire impaurito e più sensibile anche all'impotenza e alla rabbia o che voglia fare una bella impressione ma si chieda troppo. E lei che rapporto ha con queste emozioni? Sarebbe interesante sapere come avete vissuto (tutti) la separazione, che è successo al bambino, a lei, al padre, e fare un pò di "ordine".
Resto a disposizione, per ora da remoto.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Complimentandomi con lei per la sua capacità di osservare e valutare la situazione e le difficoltà di suo figlio. Sarebbe opportuno che lei e il padre del bambino faceste un percorso di sostegno alla genitorialità. Aspetterei anche di sapere se gli insegnanti hanno riscontrato delle difficoltà. In seguito sarebbe opportuno fare una valutazione psicologica da un collega per poterlo aiutare a superare le sue paure in seguito alle difficoltà legate alla separazione dei suoi genitori. Cordiali saluti
Buongiorno, come altri miei colleghi le consiglio di effettuare prima dei colloqui di sostegno lei, in particolare per la genitorialità.
In questo periodo può usufruire delle consulenze online, per cui dopo un primo colloquio con i genitori, sarebbe possibile vedere il bambino in contesto naturale.
Se le può far piacere ed essere utile, sul mio profilo facebook, con i miei studenti (SCF Università di Roma), in questi giorni stiamo pubblicando delle attività proprio per aiutare i genitori ad affrontare alcune problematiche, mentre vivono in continuo contatto con i figli a causa delle restrizioni.
Per qualsiasi necessità, informazioni o chiarimenti, non esiti a contattarmi. un cordiale saluto Antonella
Salve, situazioni come la sua sono molto frequenti. C'è sempre un catalizzatore del sintomo in una famiglia. Un sintomo però che riguarda la famiglia. In questi casi il catalizzatore del sintomo è definito "paziente designato". Purtroppo, come ho detto, il problema è da ricercare nella famiglia e, nel caso specifico, nelle modalità relazionali alla base dell'attaccamento e della famiglia come base sicura. Non sono avvezzo a dare consigli, perché il consiglio non rientra nei compiti di Psicoterapeuta, ma una cosa mi sento di dirla : Una buona genitorialità parte dalla capacità di valorizzare l'altro genitore agli occhi del figlio . Questo migliora la sua autostima. Per il resto è necessario che a fronte di una separazione, o di una qualsiasi altra tappa di un percorso familiare, ci sia sempre la necessità di raggiungere un nuovo equilibrio in una situazione che cambia. Questo equilibrio è da ricercare nelle dinamiche della famiglia. Quindi consiglio caldamente una psicoterapia familiare.
Buongiorno signora,
comprendo le sue difficoltà e le emozioni connesse alla gestione di suo figlio.
Sicuramente il periodo di separazione conflittuale ha modificato gli equilibri della vostra famiglia, in un momento di vita del bambino sicuramente particolare e denso di bisogni evolutivi ed affettivi.
E' normale voler sperimentare nuove attività in questa fascia d'età e mettersi sempre più in gioco, anche attraverso la competizione e la negoziazione, ma quando le difficoltà a tollerare le sconfitte e le frustrazioni provocano reazioni emotive e comportamentali troppo intense è bene, come lei ha fatto, porgere attenzione alla situazione.
Le consiglio, visto il periodo critico che stiamo vivendo, di cominciare ad effettuare consulenze online al fine di ricevere un supporto nella relazione con suo figlio.
Mi rendo disponibile attraverso varie piattaforme (miodottore, Skype, whatsapp), per poi conoscere il suo bambino quando vi sarà la possibilità.
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Consonni

prima di pensare ad un percorso di supporto nella gestione delle emozioni per suo figlio sarebbe utile fare qualche colloquio di supporto alla genitorialità in cui sarà possibile pensare insieme al terapeuta delle strategie di supporto e contenimento delle emozioni che voi genitori potete utilizzare per aiutare vostro figlio a costruire la capacità di autoregolazione. Purtroppo queste difficoltà difficilmente si risolvono con una consulenza singola perchè non c'è la modalità che funziona sempre, bisogna imparare ad osservare e costruire una routine calmante specifica per ogni bimbo ma con l'aiuto di uno psicologo esperto in età evolutiva è possibile farlo. Questo tipo di supporto funziona molto bene anche online perchè si lavora con schede e video che si possono condividere tramite mail. Quindi non abbia paura di provare a cercare un aiuto, so che un genitore teme di essere giudicato in maniera negativa quando ammette una difficoltà con un figlio ma il mettersi in gioco indica solo un grande amore e la capacità di riconoscere il bisogno di aiuto, per cui non c'è nulla di cui vergognarsi. Rimango a disposizione, Cordiali saluti Dott.ssa Elisa Zocchi
Buongiorno signora, comprendo appieno la sua preoccupazione. Ha perfettamente centrato il cuore della situazione, suo figlio ha bisogno di aumentare il proprio livello di autostima. Spesso capita che i bambini percepiscano in chi gli sta accanto grandi aspettative e hanno paura di non essere all'altezza e deludere il genitore. Nel vostro caso specifico entra anche in gioco la relazione conflittuale con il suo ex compagno e la separazione della coppia genitoriale, con un colloquio si dovrebbe anche approfondire questo aspetto e valutare se e in che modo può aver contribuito a questa serie di reazioni. Suo figlio ha sicuramente bisogno di rassicurazioni, di sapere che lei c'è, anche quando urla e butta tutto in aria perchè non si sente capace di svolgere il compito dato. potrebbe provare a stimolare il bambino in attività che gli riescono bene in modo tale da rafforzare la percezione che il bambino ha di se stesso, come qualcuno in grado di fare bene le cose. Sottolinei le cose positive che lei trova in lui e senza sminuire o banalizzare le sue reazioni, cerchi, per quanto delle volte sia difficile, di mantenere la calma e chiedergli come si sente e si sta comportando in un determinato modo. Potrebbe anche dargli dei suggerimenti, delle piccole strategie da attuare quando per esempio si arrabbia, invece di urlare e mollare tutto. gli insegni che la rabbia o la tristezza non sono distruttive o negative, che possono essere vissute e provate, ma non bisogna lasciare che ci travolgano e prendano il sopravvento.
Le auguro di riuscire a trovare un vostro equilibrio.
Cordialmente, Dott.ssa Cristina Polizzi
Buongiorno cara mamma,
innanzitutto complimenti per le sue riflessioni consapevoli e mirate. Fa bene a prendere in considerazione l'idea di un aiuto psicologico perchè sono step evolutivi fisiologici e necessari per i bambini, che però vanno affrontati nel migliore dei modi.
La tolleranza alla frustrazione è un compito evolutivo importantissimo che mette a dura prova i genitori.
Io consiglio sempre di fare un percorso di Parent-Training o Sostegno alla Genitorialità, per dirla in italiano, perchè non ha senso mandare dallo psicologo un bambino e farlo sentire sbagliato o malato. Sono i genitori che devono dargli la possibilità di evolvere in modo sano. Bisogna rispettare la figura genitoriale e mantenere la competenza dei genitori, e farli sentire pronti a rispondere a tutte le esigenze dei bambini.
Essere genitori è il mestiere più difficile del mondo quindi non bisogna farsi prendere da inutili sensi di colpa ma, come ha fatto lei, chiedere aiuto e rispondere adeguatamente ai loro bisogni.
Nello specifico le dico che fa bene a cercare di contenerlo e rimandare a dopo le spiegazioni. Il quel momento sono inutili ragionamenti complessi, il bambino è sintonizzato su qualcos'altro.
Bisognerebbe fare una valutazione qualitativa di come il bambino vive il suo quotidiano e quali sono le sue routine, come risponde alle regole e se ci sono le regole. Insomma si affidi ad un professionista che le ispira fiducia e si lasci guidare.
Inoltre mi appariva che emergesse l'utilizzo di devices quali telefonino o altro. Ho capito male? Parla di videogiochi.
In quel caso le dico che molto potrebbe dipendere anche da quello, dato che questi apparecchi non sono adatti per bambini e producono seri problemi.
A tal proposito, se le può essere utile può consultare un manualetto che ho scritto per genitori e per gestire l'isolamento. Parlo anche dell'utilizzo della tecnologia.
Insomma, spero di esserle stata utile e se ha bisogno di me, mi contatti.
Buon pomeriggio sono esperta in Analisi del Comportamento Applicata , psicoterapeuta.
Per ridurre i comportamenti inadeguati di suo figlio è bene che non rinforza gli stessi, involontariamente, può essere che li sta mantenendo. per estinguere questi comportamenti è bene estinguerli. questo grazie un percorso comportamentale.
per maggiori informazioni contattatemi cordiali saluti
Dott.ssa Pecora
Salve, immagino il senso di impotenza che può provare in certi momenti nel percepire il disagio di suo figlio e nel non riuscire a modificarlo, soprattutto in questo periodo specifico in cui ritrovarsi a casa tutto il giorno con un bambino non è affatto semplice. Chiaramente lui le stia comunicando qualcosa, un disagio, una difficoltà e trovo che questo sia un fatto assolutamente positivo perchè le permette di "sentirlo" e quindi, pian piano, di trovare un modo per aiutarlo. Essere madre è uno dei lavori più complessi e faticosi che esista, essere insieme anche una donna con le sue difficoltà e la sua vita affettiva ed emotiva, raddoppia quella complessità.Ma mi sento di dirle che qualunque cosa vi sia accaduta, i bambini hanno la straordinaria capacità di reagire ad un cambiamento di approccio nei loro confronti, di rispondere in modo immediato al rapporto che gli si propone.Questo vuol dire che niente è definitivo e che la possibilità per lei di alleggerire il suo peso personale probabilmente le permetterebbe di rispondere alle "sfide" che il suo bambino le propone, con la sensazione di una maggiore sicurezza nelle sue capacità genitoriali e nella possibilità assolutamente reale, che lui possa vivere in modo meno drammatico le frustrazioni e sentirsi più sicuro di sè.Gli sbagli si fanno di continuo,tutte le mamme sbagliano o sentono a volte di non riuscire, è difficile;per questo credo che avere cura del suo benessere psichico sia la prima cosa potenzialmente trasformativa anche per suo figlio. Le faccio tanti auguri,un caro saluto
Dott.ssa Serena Canetri
buongiorno signora, lei ha dato la fotografia d una situazione che andrebbe vista cercando di riavvolgere all'indietro la pellicola, per andare a vedere le diverse componenti che formano questa immagine: il bambino, come è cresciuto fin da piccolo, come è la sua indole e il suo mondo interno, lei come mamma in relazione al suo bambino e in relazione all'esperienza della separazione, il papà anche lui per questi aspetti, come il bambino possa aver visto e vissuto la vostra separazione e la vostra fase conflittuale. Questo lavoro di ricostruzione clinica permetterebbe di capire meglio certi atteggiamenti di suo figlio e di poter poi definire un lavoro sia di consulenza genitoriale, singola e, se possibile, congiunta, sia anche un aiuto finalizzato per e al il bambino, che con certe reazioni sta manifestando dei disagi, delle sue sofferenze. Un cordiale saluto, dr.ssa M. Saletti
Cara signora
Penso sia molto importante per lei e per il bambino valutare assieme ad un professionista qual è il percorso migliore per voi. Pertanto la sua domanda mi pare molto importante e mostra la sua attenzione e anche la sua preoccupazione per lo sviluppo psicofisico del suo bambino.
Affidarsi ad un professionista vuol dire chiedere un colloquio psicologico per valutare la necessità di un percorso di sostegno alla genitorialita’ (mi riferisco a lei e suo marito) e di approfondimento delle competenze emotive e strumentali del bambino in questo momento di vita.
Potrete stabilire insieme gli obiettivi da raggiungere e condividere eventuali indicazioni con la scuola, per esempio.
Buona serata

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