Salve sono un ragazzo di 18 anni e tra qualche mese avrò un appuntamento in un ufficio, mi sono trov

23 risposte
Salve sono un ragazzo di 18 anni e tra qualche mese avrò un appuntamento in un ufficio, mi sono trovato nello stesso posto e nella stessa situazione
Un anno fa e ho avuto palpitazioni fortissime, mancanza di aria, tremore alla testa e al corpo che facevo fatica anche a parlare ora questo appuntamento lo devo fare tra parecchi mesi eppure non riesco ha pensare ad altro che mi ritrovero in quella brutta situazione e vivo nell ansia non riescho proprio a levarmelo dalla testa e ho paura che continuando a pensare negativo il giorno dell appuntamento sarà anche peggio dell ultima volta, cerco di dirmi che sarà una passegiata dover stare seduto a parlare con qualcuno guardandolo negli occhi e infatti e così che dovrebbe essere e se ci penso non riesco proprio ha capire che senso ha questo malessere, volevo chiedere se qualcuno puo darmi qualche consiglio
Dott.ssa Marta Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Rho
Gentilissimo, è chiaro che questo appuntamento, come lei lo chiama, e’ carico di valenze emotive rilevanti, che forse rievocano anche altro. Il mio suggerimento e’ di cercare di capire il perché di questo, confrontandosi con uno psicoterapeuta. In questo modo potrà non solo trovare la strada per affrontare, se lo riterrà opportuno naturalmente, quell’appuntamento con la dovuta calma, e dall’altra sopratutto migliorare potenzialmente altri aspetti della sua vita che a quella emotività possono essere legati. Un saluto, Marta Corradi

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Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signore le sue indicazioni sono abbastanza dettagliate ma non consentono di capire tutti gli aspetti della situazione. Se sta cercando un lavoro importante e sente la tensione del momento e per il resto della sua vita tutto prosegue tranquillamente è una situazione diversa da quella in cui prova tensione in ogni occasione come uscire con gli amici o con una ragazza che le piace. Nel primo caso esistono alcuni piccoli stratagemmi che possono aiutare nel secondo si deve valutare un lavoro di maggiore portata. Forse è opportuno che contatti un professionista con cui parlare di questo. Da quello che scrive non sembra sbagliato che per lei sia una questione molto rilevante e forse parlare con un professionista può essere una buona possibilità. Un cordiale saluto
Dott.ssa Lina Isardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Firenze
In questo poco tempo prima del colloquio vedi ,se vuoi, di contattare uno psicoterapeuta che utilizzi nella terapia il Training Autogeno. Vedrai che se lo impari riuscirai a far fronte all'ansia.
Dott.ssa Claudia Sposini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lodi
Ciao, che tipo di appuntamento si tratta? Un percorso psicologico ti potrebbe aiutare per superare questo malessere che se non affrontato adeguatamente può, col tempo, renderti la vita sociale più disagevole. Rimango a tua completa disposizione. Dr.ssa Claudia Sposini
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che debba lavorare sopratutto sull'ansia.
Ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Per trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Marianna Genitore
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile utente,
l'unico consiglio possibile è quello di pensare ad una psicoterapia.
Non ci sono soluzioni che potremmo proporre, una formula magica da recitare prima di questo appuntamento, nè parole di conforto per cercare di rassicurarLa. Forse quel giorno riuscirà a sostenere questo colloquio senza le difficoltà che crede, ma la sua ansia è collegata a qualcosa che varrebbe la pena indagare, a prescindere.
I miei auguri,
MG
Dott.ssa Micaela Bastia
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Modena
Buongiorno, sembra di capire che per lei questo appuntamento abbia una certa rilevanza; in aggiunta a ciò, capita che, avendo provato sensazioni spiacevoli una volta in quel luogo, l’idea di tornarvi le crei agitazione. Le consiglio, vista anche la necessità a breve termine, di rivolgersi a un terapeuta cognitivo- comportamentale così da iniziare subito ad occuparsi di questa forte ansia che ci riporta, e lavorare anche in modo più approfondito in modo da darle gli strumenti giusti per affrontare eventuali situazioni simili in futuro. Un caro saluto
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Potrebbe esserle molto utile per lei consultare un professionista Psicologo o Psicoterapeuta per trovarsi in uno "spazio sicuro" (diversamente dall'ufficio che descrive) dove poter comprendere, nel rispetto dei suoi tempi, quali sono i significati, le emozioni ed i sentimenti più profondi che lei vive al pensiero di dover affrontare questo appuntamento.
Potrebbe essere sufficiente un intervento di counseling, oppure esserle maggiormente d'aiuto un percorso di psicoterapia, ma questa è una valutazione che si farà con il professionista che eventualmente contatterà.
Un caro saluto, Dott. Felice Schettini
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Dott. Niccolò Lavelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
In questo sedersi e guardare negli occhi una persona che dovrebbe valutarci passano molte più cose di quelle che al momento lei vorrebbe ammettere.
Il modo in cui percepiamo lo sguardo dell’altro spesso rimanda al nostro sguardo verso noi stessi. La sua ansia è un segnale da non ignorare ma da approfondire ed esplorare per la sua crescita personale.
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buongiorno. Se scrive su questo portale immagino che abbia già fatto dentro di sé una sorta di autoanalisi rispetto ai pro e ai contro. .È probabile che anche con un breve consulto lei possa proseguire questo suo tentativo di non ripetere il copione dello scorso anno. Sicuramente ciò che è più pericoloso è l'atteggiamento di evitamento. La realtà si può affrontare
Dott.ssa Lucia Di Nardo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
L'Aquila
Salve,
da quello che scrive immagino un po' il timore che determinate sensazioni che ha provato il quel luogo possano ripresentarsi nel momento in cui dovrà tornare lì dentro. Molti possono essere gli aspetti da indagare per comprendere cosa è accaduto lì nel passato e come mai, al contempo mi arriva anche la sua urgenza relativa all'incontro che dovrà avere tra qualche mese. Può cercare uno psicoterapeuta con il quale potrà lavorare su tutte e due i binari per riuscire ad arrivare a quel giorno con meno ansia e terrore e comprendere cosa è accaduto in passato.
Lucia Di Nardo
Dott.ssa Maura Falocco
Psicologo, Professional counselor
Grottaferrata
Buongiorno,
Cosa pensa che possa capitare quel giorno al punto che teme le reazioni che ha descritto? Cosa rappresenta per lei quell'appuntamento? Quali pensieri lo accompagnano? È utile approfondire e capire le emozioni che scatenano certe reazioni fisiche, per poter superare questa e altre situazioni con più serenità. Un cordiale saluto
Dott. Lorenzo Cruciani
Psicologo, Psicoterapeuta
Fermo
Salve, il vissuto che descrive potrebbe evidenziare una problematica relativa all'ansia, con pensieri e immagini ricorrenti con contenuto negativo, valutazioni a posteriori e anticipazione della situazione minacciosa.Sarebbe utile che si rivolga ad un terapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale sia per lavorare sul sintomo sia per comprendere la struttura di personalità e la costruzione di significati che potrebbero essere alla base di tale difficoltà. Cordialmente.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
è il momento di lavorare sull'ansia.
Si affidi a un professionista.
un saluto,
MMM
Dott.ssa Chiara Ripa
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Caro, molte persone vivono con ansia un momento importante come può essere un colloquio di lavoro. Provare ansia è normale, è quell’emozione che permette al nostro organismo di attivarsi per rispondere in modo funzionale alle sfide dell’ambiente. Nel suo caso l’aspetto problematico è l’intensità con cui lei la percepisce. Un professionista specializzato in regolazione delle emozioni potrebbe aiutarla a capire i meccanismi che innescano questi attacchi, oltre che insegnarle le modalità per poterli gestire.
Un caro saluto.
Dott.ssa Dora Anna Senatore
Psicologo, Psicologo clinico
Garlate
Gentile utente, quello che descrive è sicuramente da approfondire nell'ambito dell'ansia e attacco di panico: questi fenomeni hanno di certo una forte componente psicologica, ma non va trascurato anche l'aspetto medico che genera in conseguenza.
Di certo sarebbe da trattare anche la componente dell'autostima e della motivazione in ambito psicologico (prima di passare ad un'eventuale psicoterapia, in quanto la sua condizione deve essere approfondita per poter affrontare il giusto percorso).
Le consiglio quindi di iniziare a contattare un professionista che la possa aiutare a fare chiarezza sulla sua condizione e darle dei suggerimenti adeguati per gli approfondimenti necessari.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace per il disagio espresso. Dunque da quel che scrive sembrerebbe che lei abbia l'ansia di poter avere l'ansia, un tipico meccanismo presente negli stati di ansia intensa ed attacchi di panico. Ritengo che sia importante attivare un percorso psicologico al fine di scoprire le cause ed i fattori di mantenimento dell'ansia e, soprattutto, trovare delle tecniche per poter gestire i suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Dr. Davide De Rosa Saccone
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Riccione
Buongiorno, penso che la chiave per superare questa ansia risieda proprio nel passaggio in cui non riesce a are un significato a tutto questo malessere a fronte di un evento che, a sua detta, non dovrebbe provocarle questa ansia così forte. L'ansia è di per sé funzionale: ci prepara e ci attiva in vista di un evento che potrebbe rappresentare una sfida per noi. Quanto, tuttavia, l'intensità e/o la sua durata sono eccessive, si può andare incontro a sintomi particolarmente debilitanti, come quelli che descrive.
Un percorso psicologico può aiutarla a capire e conoscere che cosa per lei rappresenta nello specifico questo appuntamento e a imparare e applicare tecniche specifiche per la gestione dell'ansia.
dott. De Rosa Saccone
Dott.ssa Giulia Grechi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Latina
Caro ragazzo, buonasera. Leggo di questa forte preoccupazione che sembra essere protagonista del tuo vissuto attuale, che pure affonda la sua origine nella precedente situazione, simile a questa e che si proietta anche nel futuro, in un'angosciante attesa del prossimo appuntamento. Ho capito che vuoi comprenderne il motivo e -forse- l'unica soluzione fin'ora tentata è stata quella di "svalutare" l'impatto che questo appuntamento ha su di te. Parlo di svalutazione lì dove, e lo comprendo, hai tentato di dirti: "sarà una passeggiata dover stare seduto a parlare con qualcuno guardandolo negli occhi. E infatti è così che dovrebbe essere"...Capisco bene che provare a togliere spessore in questo modo alla prova che hai davanti possa sembrare la soluzione migliore per provare a rassicurarti e calmarti ma, di fatto, questo appuntamento e l'idea di stare male come e più della scorsa volta, sono fattori che ti scuotono...Non sembrano affatto una passeggiata! Cosa ne dici di comprendere meglio questo malessere, di "stare un po'" con il tuo vissuto e familiarizzare con "Cosa succede per cui io sento questo?", "Cosa può accadermi?", "Se le mie palpitazioni avessero parola, cosa direbbero?" senza convincersi a forza che sia meno impattante di quanto realmente tu lo senti? Ti mando un caro saluto e, se vorrai approfondire la questione, mi trovi a disposizione. Dott.ssa Giulia Grechi
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Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
in questo caso l’ansia non e proficui ai fini della prestazione di sostenere un colloquio. Tutt’altro.
E come il “fobico che ha talmente paura di cadere che alla fine si butta giù”..vive con talmente tanta ansia il solo pensiero di sostenere questo colloquio, che si sente già male.
Le sue emozioni sono comprensibili, alla luce dell’esperienza che ha vissuto.
Bisognerebbe contestualizzare la sua ansia, esplorare la sua manifestazione, quanto sia disfunzionale, se si presenta anche in altre circostanze...
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver condiviso con sincerità ciò che sta vivendo. Comprendo bene quanto possa essere difficile affrontare l’ansia, soprattutto quando si presenta in modo così anticipato rispetto a una situazione futura. Le sue parole trasmettono con grande chiarezza il disagio che sta provando, ma mostrano anche una notevole capacità di introspezione e una forte motivazione a capire meglio se stesso. Questo è un ottimo punto di partenza. Ciò che sta descrivendo è una forma molto comune di ansia anticipatoria. Significa che la sua mente, ricordando un’esperienza passata spiacevole, continua a proiettarsi nel futuro come se quella stessa situazione dovesse ripetersi esattamente nello stesso modo. È come se il cervello, nel tentativo di proteggerla, continuasse a mandarle segnali di allarme ogni volta che pensa a quell’appuntamento, nella speranza che lei possa evitarlo o prepararsi a un eventuale pericolo. Ma il paradosso è che questo meccanismo di difesa, pur nascendo da un intento protettivo, in realtà la fa stare peggio, facendole rivivere il malessere ancora prima che accada. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, il primo passo è riconoscere che non sono i fatti in sé a generare ansia, ma il significato che attribuiamo a quei fatti. La sua mente, basandosi su un’esperienza passata difficile, sta costruendo delle previsioni catastrofiche: “Sarà come l’altra volta”, “Starò malissimo”, “Non riuscirò a parlare”. Tuttavia, questi pensieri non sono realtà, ma ipotesi. E come tutte le ipotesi, possono essere messe in discussione. Un modo per iniziare a gestire questa ansia è quello di lavorare proprio su questi pensieri automatici. Ogni volta che nota la comparsa di uno di questi pensieri negativi, provi a fermarsi un momento e a chiedersi: “Cosa sto pensando esattamente in questo momento?” e poi: “Questa previsione è un fatto o un’ipotesi?” e ancora: “Ci sono prove concrete che le cose andranno per forza male?” e infine: “Che cosa potrei dirmi per aiutarmi davvero, in questo momento?”. Questo tipo di dialogo interno, più razionale e gentile, può indebolire il potere che l’ansia ha su di lei. Un’altra strategia molto utile è l’esposizione graduale in immaginazione. Significa che può provare, anche solo mentalmente, a immaginare di trovarsi in quella situazione, un po’ per volta, rimanendo con le sensazioni sgradevoli senza cercare di allontanarle subito. Più ci si espone ai pensieri temuti senza evitarli, più la mente si abitua a riconoscerli come meno minacciosi. È un allenamento che richiede pazienza, ma è molto efficace. L’ansia, infatti, tende a diminuire naturalmente se non viene alimentata dall’evitamento o dal tentativo di controllarla. Mi permetta anche di dirle che ciò che ha vissuto un anno fa non è una colpa né un segno di debolezza. Le reazioni fisiche che descrive, come palpitazioni, tremori, difficoltà a parlare, sono risposte normali di un corpo che si è sentito in allarme. Non sono pericolose, anche se sgradevoli, e passano. Il fatto che lei ricordi quella situazione con paura è naturale, ma oggi non è più la stessa persona di allora. Ha già fatto passi avanti: sta cercando aiuto, si sta ponendo domande, e sta lavorando per cambiare prospettiva. Questo fa una grande differenza. Infine, se dovesse sentire che l’ansia diventa troppo difficile da gestire da solo, non esiti a chiedere il supporto di uno psicologo cognitivo-comportamentale. Un percorso anche breve, focalizzato proprio sulla gestione dell’ansia anticipatoria e sul rinforzo dell’autoefficacia, può darle strumenti pratici e mirati per affrontare con più serenità queste situazioni. Si ricordi che non è solo. L’ansia, per quanto forte, non è più potente di lei. E con gli strumenti giusti può essere gestita e superata. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao,
quello che descrivi assomiglia molto a un episodio di ansia anticipatoria: il corpo e la mente ricordano l’esperienza spiacevole vissuta in passato e, anche se razionalmente sai che “non c’è motivo”, il sistema nervoso reagisce come se ci fosse un pericolo reale. È una risposta automatica, non una debolezza personale.

Puoi iniziare a gestirla con qualche strategia pratica:

Respirazione lenta e profonda: inspira contando fino a 4, trattieni per 2 secondi, poi espira lentamente fino a 6. Ripeti più volte ogni giorno e, soprattutto, quando senti l’ansia salire. Aiuta a calmare il sistema nervoso e ridurre le palpitazioni.

Esposizione mentale graduale: immagina di trovarti in quell’ufficio, ma cerca di visualizzarlo in modo neutro o positivo. Più il cervello “rivede” quella scena in sicurezza, meno la assocerà al pericolo.

Spostare l’attenzione dal corpo all’esterno: quando senti arrivare i sintomi, prova a focalizzarti su dettagli dell’ambiente (colori, suoni, oggetti), questo aiuta a interrompere il circuito del panico.

Ristrutturazione del pensiero: quando ti dici “sarà orribile”, prova a sostituire con “sto imparando a gestire la paura, posso affrontarla passo dopo passo”.

Se l’ansia resta molto intensa o interferisce con la tua quotidianità, parlare con uno psicologo può aiutarti a comprendere l’origine di questa reazione e a imparare tecniche più mirate per controllarla.

Dott.ssa Sara Petroni

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