Salve, mi chiamo Giulia. Sto cercando di uscire da un periodo caratterizzato da digiuni e iperattiv

18 risposte
Salve, mi chiamo Giulia.
Sto cercando di uscire da un periodo caratterizzato da digiuni e iperattività ma che poi si é trasformato in abbuffate giornaliere. (Nonostante io possa presentare molti sintomi presenti da persone con dei dca non ho mai scelto di chiedere aiuto, poiché consideravo/considero tutto ciò come una ricerca di attenzioni involontaria, come se stessi prendendo tutti in giro senza neanche accorgermene) Mi capita di trovare foto di quando ero arrivata a un corpo non sano o di ragazze molto magre, provo invidia ma allo stesso tempo sento l’esigenza di dover mangiare. Non capisco se questa sia una cosa normale o meno e ve ne sarei grata se mi deste qualche informazione. Grazie mille.
Cordiali saluti
Ciao Giulia. Sembra che tu stia attraversando un periodo molto difficile e confuso. I comportamenti alimentari che hai descritto, come i periodi di digiuno, iperattività, abbuffate, insieme alla confusione sui tuoi sentimenti riguardo al tuo corpo e al cibo, possono essere segnali di un disturbo dell'alimentazione. Questi disturbi possono avere conseguenze molto gravi sulla salute fisica e mentale, quindi è molto importante cercare aiuto il prima possibile. È normale avere dei dubbi e sentirsi in conflitto quando si affronta qualcosa di così difficile. A volte, può sembrare che si stia cercando attenzione o che si stia "prendendo in giro" gli altri, ma queste sono spesso distorsioni cognitive che possono accompagnarci quando siamo in lotta con noi stessi e con il nostro benessere. Il tuo dolore e la tua confusione sono reali e meriti supporto ed aiuto. Sia l'invidia per corpi più magri, sia il desiderio di mangiare, possono far parte di un conflitto interno che molte persone con disturbi alimentari sperimentano. Potrebbe essere utile per te lavorare con un professionista della salute mentale specializzato in disturbi dell'alimentazione per capire meglio questi sentimenti e sviluppare strategie per gestire i tuoi comportamenti alimentari e i tuoi sentimenti verso il tuo corpo. Ti consiglio di ricercare un supporto terapeutico specializzato. La terapia individuale può aiutarti a comprendere meglio ciò che stai vivendo, a costruire strategie di coping e a lavorare verso un rapporto più sano con il cibo e il tuo corpo. Non è mai troppo presto per cercare aiuto e non c'è nulla di sbagliato nell'aver bisogno di supporto.
Cordiali saluti.

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Buongiorno, mi dispiace molto per ciò che racconta. Molto spesso le problematiche legate al cibo si "spostano", passando da modalità più restrittive ad abbuffate. Nonostante lei abbia identificato la causa dei sintomi come una ricerca di attenzione, questo non li rende meno degni di cure. Penso sia molto importante potersi prendere cura di questi sintomi e di questo dolore, per poter stare meglio e per evitare che, con il passare del tempo, il sintomo si cronicizzi e diventi più difficile da curare. Le consiglio di pensare di intraprendere un percorso psicologico per approfondire la questione. Rimango a disposizione se ha ulteriori dubbi, domande o se vuole intraprendere un percorso. Le auguro il meglio. Dott.ssa Rota
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Carissima Giulia,
Prima di tutto grazie.

Quando sentiamo di non stare bene, la richiesta di aiuto non è mai un capriccio o un inganno. È un gesto di gentilezza verso noi stesse.
Questo non significa che chiedere aiuto sia semplice: può far paura, può essere faticoso e può richiedere troppe energie.

Richiede molte energie ed è molto stancante anche digiunare, fare molta attività fisica e monitorare il proprio corpo in ogni suo particolare.

Se senti il bisogno di essere aiutata, è legittimo che tu lo faccia, qualsiasi sia il tuo sentire.
Non ci sono problemi più o meno gravi o che meritano più o meno attenzioni, c’è il tuo sentire ed è importante che trovi spazio d’ascolto.

Sono qui a disposizione se tu dovessi aver bisogno di parlarne più approfonditamente.

Dott sa Carlino Eleonora
Carissima Giulia, mi spiace molto per la situazione che sta affrontando.
I disturbi alimentari possono manifestarsi in forme diverse che vanno dalla restrizione all'abbuffata.
La sua attuale esigenza di dover mangiare potrebbe nascondere dei significati profondi che sarebbe necessario approfondire con uno specialista.
Non sottovaluti i suoi sintomi.
Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio, chiarimento o per un primo colloquio conoscitivo, anche online
Un caro saluto, dott.ssa Federica Lanzafame
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Buongiorno Giulia, la presa di coscienza della problematica spesso ci porta a una notevole sofferenza, come mi sembra di avvertire dalle sue righe. Le problematiche legate ai disturbi dell'alimentazione sono molto complesse con significati simbolici profondi, e ci costringono spesso a convivere appunto con il senso di colpa e il disagio verso gli altri. Quelli che lei descrive sono sintomi, spesso generati da momenti di stress che attraversiamo e da situazioni che cerchiamo magari di controllare da soli ma che a volta non riusciamo a fronteggiare totalmente. Diciamo che la sofferenza ci mette ogni volta davanti alla propria storia personale. Prenda in considerazione se non sia il caso di chiedere aiuto a uno specialista per trovare delle giuste risposte e soluzioni. Un sincero augurio. Dott Maurizio Talamoni
Salve Giulia,
è vero che spesso il cibo può essere un veicolo per ricevere attenzioni da parte delle persone a noi care.
Dal suo racconto emerge una certa disregolazione alimentare caratterizzata da restrizione alternata ad abbuffate, poi probabilmente compensate da un'iperattività a livello fisico.
A volte, comportamenti alimentari di questo tipo possono anche essere il risultato di periodi di forte ansia o stress, che incidono appunto sull'alimentazione.
Sarebbe interessante capire da quanto tempo va avanti questo periodo, come incide sulla sua vita quotidiana e cosa intende per abbuffate (esistono delle abbuffate oggettive ed altre soggettive).
A tal proposito potrebbe esserle utile un percorso psicologico per fare chiarezza circa questi comportamenti alimentari e capire cosa ci può essere alla base della ricerca involontaria di attenzioni.
A volte ricerchiamo da soli soluzioni, che possono risultare poco funzionali, a situazioni che ci causano disagio e sofferenza. In questo senso, un occhio esterno può aiutarci a guardare le cose da un'altra prospettiva e accompagnarci attraverso la strada più giusta.
Spero di esserle stata d'aiuto e, qualora avesse piacere di approfondire ulteriormente l'argomento, resto a disposizione.
Cordiali Saluti.
Salve Giulia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve Giulia, grazie per averci esposto il suo vissuto attuale, l'apertura a un confronto o a un consiglio dimostra l'esigenza che lei sente di combattere il disagio psicologico che sta vivendo. Il comportamento alimentare è un aspetto onnipresente nella nostra vita, non ne possiamo fare a meno, pena la sopravvivenza. Come tale è un comportamento che interagisce quotidianamente con il benessere psicologico: da un lato, lo stress o l'ansia, in generale il disagio, possono alterare questa abitudine al mangiare, ricercando cibo spazzatura, grandi abbuffate o lunghi digiuni; dall'altro lato sono le abitudini alimentari che invece possono avere un riflesso sulle dinamiche psicologiche generando sentimenti come soddisfazione (magari transitoria e illusoria), sensi di colpa, imbarazzo, impotenza. Cercare in tutti i modi di trovare le cause o le spiegazioni a quanto le sta accadendo può condurla a rimuginare ripetutamente senza vie di sbocco. Il mio consiglio è di affidarsi a uno Psicologo con cui intraprendere un percorso di benessere psicologico che avrà riflessi positivi sulle abitudini alimentari. Io mi occupo di Psicologia Positiva e di Mindfulness, approcci che possono avere grandi benefici in casi come il suo. Se vuole ulteriori informazioni e chiarimenti su questo tipo di intervento, sono a sua disposizione, anche per consulenza online. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno, i criteri dei disturbi alimentari si basano sui sintomi, quindi sui comportamenti, non sulla motivazione di tale comportamento. Indipendentemente dalla motivazione che la conduce ad approcciarsi cosi al cibo, pare che non viva bene il rapporto con il suo corpo e con il cibo stesso. Non è fondamentale in questa sede capire se soffre di un dca oppure no, ma aiutarla a stare meglio e vivere più serenamente un aspetto così pregnante della vita. Le consiglio quindi, se se la sente, di rivolgersi ad un esperto della salute mentale per comprendere meglio questi aspetti e iniziare ad affrontarli. Resto a disposizione.
penso che più che la normalità bisogna interessarsi al come fare per sentirsi bene nella propria pelle, sentirsi più serene e in sintonia con i propri bisogni .
Il cibo, le abbuffate sono solo un sintomo di un disagio da ridimensionare le cui cause vanno indagate insieme ad uno specialista ; lo psicologo in questo caso può dare una grossa mano e il mio consiglio è di non rimanere da sola ad affrontare questa sua fase così delicata, cerchi aiuto e sicuramente ne trarrà giovamento . Qui trova me e altri colleghi disponibili. Auguri.
Buonasera Giulia, qualunque sia il motivo che la porta a vivere il cibo in questo modo merita sicuramente attenzione. Da ciò che scrive emerge un periodo di confusione e malessere che potrebbe approfondire con uno psicologo, in modo da comprendere le emozioni e i vissuti alla base di questi comportamenti e così poter ritrovare la strada giusta per una vita più serena e sicuramente più funzionale al suo benessere e anche al suo rapporto con il cibo.
Sono a disposizione per qualunque ulteriore chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
No, non è un comportamento "normale", come dici tu, e non prendi in giro nessuno se chiedi informazioni circa questo ad un centro specializzato DCA o ad uno psicoterapeuta specializzato in DCA. Se ti perdi in una città, non ti periti a chiedere che strada prendere, no? allo stesso modo, si può anche non conoscere la strada da prendere, e chiedere informazioni per avere una propria sicurezza. Chiedi ad un centro DCA o ad uno psicoterapeuta esperto in questi temi.
Salve Giulia, capisco che stia attraversando un periodo difficile caratterizzato da comportamenti alimentari problematici. È importante sottolineare che l'autodiagnosi non è sempre accurata, quindi il mio consiglio principale è quello di consultare un professionista specializzato nel campo dei disturbi del comportamento alimentare (DCA), come uno psicologo o un dietologo specializzato.

I sintomi che lei ha descritto, come digiuni, iperattività e abbuffate giornaliere, possono essere indicativi di un disturbo del comportamento alimentare. Questi disturbi possono avere un impatto significativo sulla sua salute fisica e mentale, quindi è importante cercare aiuto e supporto professionale.

La sensazione di invidia verso immagini di corpi non sani o molto magri, insieme all'impulso di dover mangiare, potrebbe essere legata a una serie di fattori, tra cui il confronto sociale, la pressione esterna e la relazione complessa con il cibo. Un professionista specializzato può aiutarla a comprendere meglio questi sentimenti e a sviluppare strategie salutari per affrontarli.

È importante ricordare che cercare aiuto non è un segno di debolezza o di attenzioni indesiderate, ma un passo coraggioso verso il benessere. I professionisti che lavorano con i disturbi del comportamento alimentare sono esperti nel fornire supporto, comprensione e strumenti per affrontare le sfide che sta affrontando.

La incoraggio vivamente a prendere contatto con un professionista qualificato nel campo dei disturbi del comportamento alimentare. Saranno in grado di valutare la sua situazione specifica, offrirle una diagnosi accurata e consigliarle un percorso di trattamento adeguato.

Ricordi che lei è degna di ricevere supporto e di prendersi cura della sua salute. Non esiti a cercare aiuto per affrontare queste difficoltà. Le auguro il meglio nel suo percorso di guarigione e la invito a prendersi cura di sé stessa.
Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione con me, e spero di sentirla presto!
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Salve Giulia, dalle sue parole sembrerebbe che sia un periodo un po' faticoso e difficile, tanto che giustamente vorrebbe uscirne.
Se ho capito bene da un lato riconosce nei suoi comportamenti sintomi di un DCA ma dall'altro lato le sembrano un modo per attirare l'attenzione, quindi non un vero problema ma appunto scena.
Non è chiaramente per messaggio il posto adatto a valutare quale delle 2 ipotesi sia più verosimile nel suo caso ma mi verrebbe da dire che in entrambe le situazioni abbiamo un malessere che viene espresso. In un caso il malessere verrebbe manifestato con i comportamenti che descrive mentre nell'altro caso verrebbe manifestato sotto forma di richiesta di attenzione.
Visto che in entrambi i casi vi è un malessere ritengo che avrebbe valore chiedere un consulto psicologico, in tal modo si potrebbe valutare meglio cosa sia questo malessere e come viene appunto espresso. Capendo meglio la situazione si potranno definire quali siano le cose che si possono fare, su che cosa si può lavorare.
Spero di essere stato utile, avesse bisogno di maggiori informazioni m scriva pure in chat e approfondirò il discorso.

Dottor Mauro Simonetti
Salve Giulia lei riporta che sta cercando di uscire da un periodo caratterizzato da digiuni e iperattività ma che poi si è trasformato in abbuffate giornaliere, lei pensa di soffrire di dca? Lei dice che sente l’esigenza di mangiare dopo che vede quel tipo di foto? ciò mi fa dedurre che lei in questo momento stia vivendo un momento di difficoltà.
Mi chiedo se ciò che riporta abbia bisogno di un aiuto, no? Lei si potrà chiedere, in che modo si potrebbe affrontare tale situazione.
Ci possono essere diversi modi, prima cosa bisognerebbe trovare un esperto nel campo. Inoltre, ci sono diverse strategie per iniziare ad affrontare il disagio, come le visualizzazioni, tecniche di rilassamento che gli consentono di vedersi da altre prospettive ed in un altro stato mentale. Anche la mindful eating la potrebbe aiutare a gestire il suo rapporto con il cibo. Anche una corretta attività fisica, non compensatoria le potrebbe infondere fiducia sul mantenere il peso forma desiderato.
Per ulteriori approfondimenti, non esiti a contattarmi
Cordiali Saluti
Dr. Domenico Cafaro
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Buongiorno Giulia, grazie per il suo quesito. E' complicato rispondere alla sua domanda senza chiederle cosa significa per lei invidia di quel corpo e della sensazione relativa a quel corpo. In base alla sua risposta si potrebbe capire insieme cosa si intende o meno per normalità. La mia risposta potrebbe apparire evanescente invece parla di costruzione di un senso e di un significato. Le auguro buona giornata. Cordialità
Cara Giulia,
la ringrazio per per aver condiviso le sue preoccupazioni e i suoi sentimenti. Ciò che sta vivendo è molto complesso ed è importante sottolineare che la ricerca di aiuto e confronto non è qualcosa di cui vergognarsi, ma è un atto di forza e cura verso se stessi. Visto quello che descrive penso potrebbe esserle utile intraprendere un percorso psicologico associato, eventualmente, ad un consulto con un nutrizionista in modo da esplorare le sue emozioni e vissuti, sviluppando nuove strategie per migliorare la sua relazione con il cibo e il suo benessere psicofisico.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto

Dott.ssa Valeria Venturini
Salve Giulia,
il suo è uno di quei casi per cui sarebbe saggio richiedere l'aiuto di uno psicologo. Dal resoconto che fa emergono infatti diversi punti degni di nota.
Descrive una serie di comportamenti interconnessi tra loro (digiuno-abbuffate-iperattività) che si alimentano in una sorta di un circolo vizioso, che è alla base del suo disagio. Per interrompere questo circolo vizioso purtroppo non è sufficiente individuarne le cause che, mi pare, le sono già chiare. Un altro segno che ritengo essere degno di nota e che indica in maniera tipica la necessità di un intervento, è il problema riguardo alla percezione che ha della sua immagine corporea.
Alla luce di queste osservazioni, le consiglio di consultare uno psicologo proprio perché c'è la necessità di indagare nel dettaglio le modalità di funzionamento e il sistema percettivo-reattivo che alimentano il suo problema. Inoltre, l'aiuto di un professionista le consentirebbe di individuare un percorso ad hoc orientato al cambiamento e calibrato sul suo caso specifico.
Sebbene sia sempre spiacevole rendersi conto di avere bisogno di aiuto, posso dirle che un percorso puntuale e centrato sul problema è sempre una grande occasione di crescita per chi lo intraprende. Decidere di "mettersi in viaggio" è la parte più difficile. Quando si sarà messa in cammino però scoprirà che il problema non è tanto il desiderio di ricevere attenzioni: è del tutto normale e fa parte del nostro "essere umani". Il problema è invece più legato alla qualità di queste attenzioni. Facendone man mano esperienza tutto le sarà più chiaro.
Resto a disposizione e le auguro buona fortuna.
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