Salve, ho 45 anni, e da poco più di un anno la mia vita è diventata un incubo. Soffro di colon irrit

17 risposte
Salve, ho 45 anni, e da poco più di un anno la mia vita è diventata un incubo. Soffro di colon irritabile (mi sono sottoposto a colonscopia, oltre agli esami per la celiachia), e questa situazione mi sta mandando fuori di testa. Improvvisamente, vengo colto da coliche addominali, con la conseguente necessità di correre in toilette, anche più volte (come poco fa). Ciò mi sta impedendo di vivere "normalmente" (compatibilmente con la pandemia in corso). Esco pochissimo, rimanendo sempre nelle vicinanze di casa. Se sono costretto a uscire, evito di bere e di mangiare nelle ore precedenti. Ovviamente, stante questa situazione, la ragazza che frequentavo si è allontanata, fino a sparire. Ho provato medicine, integratori, fermenti lattici. Ho cambiato alimentazione. Nulla di fatto. L'unica soluzione è evitare di mangiare (sono alto 1.80, peso meno di 60kg). Ho perso entusiasmo per tutto, e vivo nel terrore di sentirmi male, specialmente quando non sono in casa. Tra la pandemia e il colon irritabile, non ho più una vita degna di tale nome. Potreste aiutarmi, darmi qualche consiglio?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Ritengo utile un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Potrebbe essere un aspetto di somatizzazione da indagare accuratamente.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, ricorda l’episodio in cui ha notato tutto ciò? Che periodo era della sua vita?
Comunque, un consulto psicologico potrebbe aiutarla a gestire meglio la situazione. Se ne dia la possibilità.
Buona serata.
Dott. Fiori
Gentile utente, i disturbi come quello del colon irritabile sono una delle molte forme di somatizzazione di un disagio personale di tipo psicologico.
Quanto più c'è consapevolezza dei propri conflitti interiori, li si conosce, li si elabora ed affronta, tanto più si raggiunge equilibrio e benessere psico-fisico.
Le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico.
Cordiali saluti. Dott.ssa Georgia Silvi
Buongiorno,
è comprensibile il suo grande disagio.
La sua pancia si sta mettendo di mezzo e le impedisce di vivere.
Forse bisognerebbe chiedersi che cosa le sta cercando di dire in modo così forte. La pancia è sede delle emozioni, è il cosiddetto "cervello basso".
C'è un evento da cui il suo incubo è partito?
Forse un consulto psicologico potrebbe aiutarla.
Dott.ssa Franca Vocaturi
Buonasera, è molto difficile "consigliarle" qualcosa che possa realmente essere efficacia senza conoscere la sua storia. Quello che descrive è motivo di sofferenza profonda e per questo potrebbe essere utile consultare uno psicologo per un percorso in cui lei possa comprendere il perché di questo cambiamento nel periodo di un anno. Un saluto
Salve. Cosa è successo che può aver causato questo problema? L'intestino è molto sensibile ai vissuti emotivi repressi. Valuti la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a fare chiarezza sulle cause, dove possa elaborare e dare spazio ai vissuti emotivi trattenuti e che stimolando la fiducia in sé, possa riportarla ad una maggiore serenità emotiva con conseguente miglioramento del colon. Distinti saluti
Gentile utente, mi dispiace molto per ciò che sta vivendo, è davvero difficile vivere con un corpo che sembra tradirci e su cui non possiamo fare affidamento, anzi, ci tiene in scacco. Raccontava di aver fatto degli esami e che i vari tentativi di gestione si sono rivelati fallimentari. Ha già consultato un gastroenterologo? Ci sono dei farmaci che intervengono proprio sulle somatizzazioni, riducendo i sintomi, ma ovviamente accanto ad essi è fondamentale indagare le dinamiche che portano a tutto questo. Un supporto psicologico potrà senz'altro aiutarla a scoprire il senso di questi sintomi e nel frattempo mettere in campo le risorse per fronteggiare questa condizione, in modo da non esserne schiacciati. Non si preoccupi, con l'impegno e il sostegno giusti riuscirà a riemergere da questo terrore e riappropriarsi di una vita che potrà considerare degna di tal nome. Le mando un caro saluto
Caro utente, purtroppo non esistono consigli "usa e getta" da darle in maniera veloce. Da quello che scrive, sembra una classica somatizzazione.
Naturalmente la soluzione di non mangiare non può essere seguita e bisogna anche evitare che diventi un Disturbo Alimentare.
Sicuramente, come le hanno consigliato i miei colleghi, è opportuno che faccia una valutazione psicologica del caso e da lì partire con un progetto terapeutico adatto a lei.
Io con lei utilizzerei la tecnica dell'EMDR che ci aiuterebbe con il sintomo e con la causa che sta a monte.
Comunque l'importante è che chieda subito aiuto.
Un caro saluto.
Salve per prima cosa deve consultare un medico di fiducia per escludere una causa organiche che spieghi i sintomi che descrive. In ogni caso le potrebbe essere utile consultare uno psicoterapeuta in quanto gli elementi psicologici che descrive nella sua nota sono degni di una maggiore attenzione anche in presenza di un problema di tipo organico. Un cordiale saluto
Salve, immagino quanto sia difficoltoso esporsi a situazioni sociali temendo risvolti negativi. Innanzitutto sarebbe utile fare qualche esame in più per accertarsi che sia colon irritabile, senza trascurare i vissuti emotivi come ad esempio paura e vergogna, che questa situazione ha procurato.
Saluti, dott.ssa Rosi
Gentile Utente,
una cosa mi ha molto colpito del suo racconto: il rapporto tra peso e altezza è un po' preoccupante, perché se calcola il suo BMI, il suo indice di massa corporea, questo è intorno a 18. Questo indica una condizione sottopeso. Per prima cosa, dovrebbe contattare un gastroenterologo esperto in nutrizione, perché tra le altre cose occorre curare la dieta in modo specifico, e indagare questa condizione di basso peso corporeo.
Se la diagnosi di colon irritabile sarà confermata, il consiglio è intraprendere una psicoterapia che affronti alcuni temi ricorrenti per questo disagio (non è detto che siano sempre presenti tutti, nella stessa misura - ciascuno di noi è diverso!): conflitti interpersonali, difficoltà ad esprimere i propri bisogni, tendenza a interpretare la cura degli altri come autosacrificio, sintomi ansiosi (fino al panico e all'agorafobia, cioè la paura di luoghi aperti), ed alcuni altri.. In breve occorrerà comprendere i suoi personali cicli di stress, per imparare a interromperli e prendersi cura di sé in modo più efficace.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, pare che la sua mente abbia preso di mira il suo intestino. Potrebbe trattarsi di un forte stress emotivo che viene somatizzato nelle viscere, sede delle emozioni.
Con l'aiuto di un professionista se ne esce, buona giornata.
Dott.ssa Silvana Censale
Buongiorno, mi spiace molto per la situazione che sta vivendo. Purtroppo non esistono consigli "random ed efficaci" in una situazione tanto complessa, ma quello che emerge dalle sue parole è sicuramente un rapporto di correlazione tra il disagio fisico e quello psichico/emotivo: sembra, infatti, che la sua psiche e il suo intestino, come spesso capita, viaggino insieme. Sa dirmi quando sono iniziati i primi sintomi? A quale periodo lega questo inizio? Oltre alla pandemia (di certo paralizzante) era successo qualcosa in particolare nella sua vita?

Le consiglio di prenotare una visita con il gastroenterologo e di pensare alla possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico: è evidente che ci siano delle dinamiche irrisolte di cui si può parlare e che si possono affrontare insieme.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e, se dovesse esserle utile, io ricevo anche online.
Un Caro Saluto,
Dott.ssa Francesca Pieri
Buongiorno, la sindrome del colon irritabile è molto frequentemente associata ad una sofferenza psicologica solitamente di carattere ansioso. A volte capita che soffriamo ma non riusciamo ad esprimerlo a parole; il nostro corpo ci viene allora in aiuto e si esprime al posto nostro, attraverso una sintomatologia, per avvisarci che qualcosa non funziona. Come hanno già fatto i colleghi, le consiglio di rivolgersi ad uno specialista medico che le possa indicare una terapia adeguata. Parallelamente, perché non chiedere aiuto ad uno psicologo? Tante volte le risposte che cerchiamo dal nostro fisico, arrivano in realtà dalla nostra psiche...! Dott.ssa Ravani
Salve, si percepisce la sofferenza che descrive. Purtroppo non ci sono veri e propri consigli che possano modificare la situazione. Credo valga la pena chiedere un primo colloquio insieme a uno psicologo/psicoterapeuta che la aiuterà ad inquadrare obiettivi e direzione da prendere insieme. Nel caso non se la sentisse, potrebbe pensare ad iniziali colloqui online.
Dott.ssa Oliva Martina
Buongiorno, come le mie colleghe e i miei colleghi hanno già potuto dirle, non esistono consigli che possano funzionare come una sorta di "bacchetta magica" in grado di cancellare lo stato di disagio che sta affrontando e la sensazione di impotenza e frustrazione collegate a ciò. Allo stesso tempo, il suggerimento che mi sento di darle e che è stato già in parte espresso, è basato sulla mia personale esperienza: ultime ricerche hanno mostrato come il nostro intestino sia strettamente collegato al nostro sistema nervoso e, per questo, ogni sindrome che va a toccarlo inevitabilmente arriva ad aumentare la possibilità di sviluppare sintomatologia ansiosa e depressiva. Un trattamento valido può essere fatto unendo alla consulenza psicologica - in grado di fortificare le sue difese psichiche - una consulenza nutrizionistica. Strutturando cioè un piano alimentare in grado di venire incontro alle sue esigenze potrebbe essere possibile ridurre il disagio fisico e, accompagnando lo stesso con un supporto psicologico, ripristinare un po' il proprio benessere interiore. Rimango a sua disposizione per ogni eventuale altro chiarimento. Corrado Schiavetto
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Buonasera. Capisco e mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, purtroppo ( o per fortuna?) lo stomaco e l' intestino sono parti del nostro corpo estremamente sensibili ai nostri pensieri. In letteratura si trovano numerosi studi che definiscono questa parte del corpo come un secondo cervello. Quando ci ritroviamo a vivere situazioni particolarmente stressanti è assolutamente comune ricevere delle "risposte" dal nostro stomaco ed intestino, risposte che si manifestano in vario modo ovvero tramite dolori, bruciori, stipsi, diarrea ecc. a volte però (come nel suo caso) queste risposte possono diventare più ricorrenti o addirittura cronicizzarsi. In questi casi (una volta effettuati tutti gli esami diagnostici necessari con il proprio medico di fiducia) può essere molto utile rivolgersi ad un professionista della salute mentale per indagare le cause sottostanti a questa risposta dell' organismo. Molto spesso il quadro clinico da lei descritto si riscontra nei disturbi d ansia, ma per potere valutare il suo caso specifico non si può prescindere da un consulto con un professionista. I migliori auguri

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