Salve ho 36 anni e saranno almeno 12 anni che vivo con questo senso di stranezza mentale,chiuso in m
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Salve ho 36 anni e saranno almeno 12 anni che vivo con questo senso di stranezza mentale,chiuso in me stesso come
Se
Per capire qualcosa dovrei sempre sforzarmi,vedo strano e sento le persone lontano,sempre distaccato dalla realtà in un mondo tutto mio,da 4 anni prendo olanzapina ma la
Situazione nn è migliorata.a lavoro faccio le
Cose
Come un robot però poi mentalmente
Chi sa cosa sto pensando purtroppo lo faccio automaticamente..leggo o faccio qualcosa e
Dimentico quasi subito ciò che ho appena fatto perché sempre distaccato da questa realtà e vivo cn la testa pesante come se mi parlassi sempre da
Solo tra me
E
Me..e come
Se
Avessi un handicap mi
Sento cm
Se
Avessi avuto una botta di stupidità che continuo a capire di averla perché quando mi dicono una cosa io sono sempre
Distratto e mi arrabbio cn me
Stesso perché penso ma
Cavolo
Nn capisco proprio nulla..ma
Qualcuno può aiutarmi in questa situazione?
Nn è cambiato nulla,sempre così sono insicuro e con la paura
Di fare qualsiasi cosa perché sempre insicuro di tutto.
Se
Per capire qualcosa dovrei sempre sforzarmi,vedo strano e sento le persone lontano,sempre distaccato dalla realtà in un mondo tutto mio,da 4 anni prendo olanzapina ma la
Situazione nn è migliorata.a lavoro faccio le
Cose
Come un robot però poi mentalmente
Chi sa cosa sto pensando purtroppo lo faccio automaticamente..leggo o faccio qualcosa e
Dimentico quasi subito ciò che ho appena fatto perché sempre distaccato da questa realtà e vivo cn la testa pesante come se mi parlassi sempre da
Solo tra me
E
Me..e come
Se
Avessi un handicap mi
Sento cm
Se
Avessi avuto una botta di stupidità che continuo a capire di averla perché quando mi dicono una cosa io sono sempre
Distratto e mi arrabbio cn me
Stesso perché penso ma
Cavolo
Nn capisco proprio nulla..ma
Qualcuno può aiutarmi in questa situazione?
Nn è cambiato nulla,sempre così sono insicuro e con la paura
Di fare qualsiasi cosa perché sempre insicuro di tutto.
Salve.
La sintomatologia da lei riportata è una sintomatologia che rimanda ad un quadro clinico di dissociazione e depersonalizzazione, entrambi sintomi della sfera Psicotica. Ripeto sintomi, non sto parlando di patologia o episodi psicotici. Sono passati tanti anni dall'esordio della sintomatologia, il suo medico curante cosa ne pensa? Ha provato a fare accertamenti come RM ?
Io le coglierei di prendere in mano la situazione ed iniziare ad escludere le possibili cause fisiche, escluse queste , inizierei un percorso di psicoterapia con un professionista. Sono sintomi fastidiosi ma anche pericolosi se inquadrati in una cornice predromica.
Le consiglio perciò di prendersi cura di se ed iniziare con i vari iter proposti da sistema sanitario nazionale, perciò parlare col suo medico di base con tutta sincerità e iniziare a fare esami specifici.
Spero di esserle stata utile. per qualsiasi cosa o maggiori informazioni sono qui. Non esiti a scrivermi.
Cordiali saluti.
La sintomatologia da lei riportata è una sintomatologia che rimanda ad un quadro clinico di dissociazione e depersonalizzazione, entrambi sintomi della sfera Psicotica. Ripeto sintomi, non sto parlando di patologia o episodi psicotici. Sono passati tanti anni dall'esordio della sintomatologia, il suo medico curante cosa ne pensa? Ha provato a fare accertamenti come RM ?
Io le coglierei di prendere in mano la situazione ed iniziare ad escludere le possibili cause fisiche, escluse queste , inizierei un percorso di psicoterapia con un professionista. Sono sintomi fastidiosi ma anche pericolosi se inquadrati in una cornice predromica.
Le consiglio perciò di prendersi cura di se ed iniziare con i vari iter proposti da sistema sanitario nazionale, perciò parlare col suo medico di base con tutta sincerità e iniziare a fare esami specifici.
Spero di esserle stata utile. per qualsiasi cosa o maggiori informazioni sono qui. Non esiti a scrivermi.
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Salve. Non si è espresso su percorsi pregressi né come è arrivato al farmaco che prende, immagino non abbia mai svolto un percorso psicologico; i sintomi non sono specifici di una sola condizione clinica, può trattarsi di una condizione secondaria (ovvero conseguente) ad altri problemi di tipo neurologico oppure endocrinologico (esempio danno focale dovuto a trauma cranico) oppure un qualcosa di psicogeno, ovvero puramente legato alla sua esperienza di vita; le figure di competenza sonl dunque il neurologo, il neuropsicologo e lo psicologo; consulti il primo e poi nel caso uno psicologo che si occupi di psicologia e neuropsicologia clinica
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Salve,
deve essere molto pesante trovarsi in questo stato mentale da tanti anni.
Le consiglio intanto di confrontarsi con il medico specialista che le ha somministrato il farmaco e/o con il suo medico di base per poter essere procedere con degli approfondimenti medici.
Tali esami servono sd escludere particolari patologie di natura organica (neurologica e sistemica).
Tutto ciò al fine di avere una diagnosi chiara della sua problematica e seguire un piano di cura specifico.
Nel caso di esiti medici negativi, può consultare uno specialista psicoterapeuta, esperto in neuropsicologia che possa aiutarla sia a valutare il suo funzionamento mentale (origini, cause, ecc) e gestire i suoi sintomi sia emotivi che cognitivi.
Resto a disposizione.
Saluti.
deve essere molto pesante trovarsi in questo stato mentale da tanti anni.
Le consiglio intanto di confrontarsi con il medico specialista che le ha somministrato il farmaco e/o con il suo medico di base per poter essere procedere con degli approfondimenti medici.
Tali esami servono sd escludere particolari patologie di natura organica (neurologica e sistemica).
Tutto ciò al fine di avere una diagnosi chiara della sua problematica e seguire un piano di cura specifico.
Nel caso di esiti medici negativi, può consultare uno specialista psicoterapeuta, esperto in neuropsicologia che possa aiutarla sia a valutare il suo funzionamento mentale (origini, cause, ecc) e gestire i suoi sintomi sia emotivi che cognitivi.
Resto a disposizione.
Saluti.
Buongiorno,
Capisco quanto possa essere frustrante e logorante vivere con questa sensazione di distacco dalla realtà e di confusione mentale, specialmente considerando che ormai sono molti anni che si sente in questo modo. Il fatto che stia assumendo olanzapina da quattro anni senza notare miglioramenti significativi è sicuramente un segnale che vale la pena approfondire.
È importante sapere che ognuno risponde ai trattamenti in modo diverso, e a volte la terapia farmacologica può non essere sufficiente o necessitare di aggiustamenti. Il senso di distacco, la difficoltà a concentrarsi e la sensazione di "automaticità" nelle azioni potrebbero essere sintomi che richiedono un approccio integrato, che includa non solo la terapia farmacologica, ma anche un supporto psicologico mirato.
La Sua descrizione sembra alludere a fenomeni dissociativi, che possono essere legati a diversi fattori, inclusi stress prolungato, esperienze traumatiche o disturbi dell'umore, tuttavia, per una diagnosi accurata e un piano di trattamento appropriato, è essenziale una valutazione approfondita da parte di uno specialista.
Le consiglio di rivolgersi al suo psichiatra per discutere della possibilità di rivedere il trattamento farmacologico, e di considerare anche l'inserimento di un percorso terapeutico dato che la combinazione dei due spesso si rivela più efficace, soprattutto quando ci sono sintomi persistenti come quelli che descrive.
Se desidera, possiamo esplorare insieme alcune opzioni per affrontare questi vissuti e capire quale percorso potrebbe essere più utile nel suo caso.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto.
Un saluto,
Dott.ssa Camilla Persico
Capisco quanto possa essere frustrante e logorante vivere con questa sensazione di distacco dalla realtà e di confusione mentale, specialmente considerando che ormai sono molti anni che si sente in questo modo. Il fatto che stia assumendo olanzapina da quattro anni senza notare miglioramenti significativi è sicuramente un segnale che vale la pena approfondire.
È importante sapere che ognuno risponde ai trattamenti in modo diverso, e a volte la terapia farmacologica può non essere sufficiente o necessitare di aggiustamenti. Il senso di distacco, la difficoltà a concentrarsi e la sensazione di "automaticità" nelle azioni potrebbero essere sintomi che richiedono un approccio integrato, che includa non solo la terapia farmacologica, ma anche un supporto psicologico mirato.
La Sua descrizione sembra alludere a fenomeni dissociativi, che possono essere legati a diversi fattori, inclusi stress prolungato, esperienze traumatiche o disturbi dell'umore, tuttavia, per una diagnosi accurata e un piano di trattamento appropriato, è essenziale una valutazione approfondita da parte di uno specialista.
Le consiglio di rivolgersi al suo psichiatra per discutere della possibilità di rivedere il trattamento farmacologico, e di considerare anche l'inserimento di un percorso terapeutico dato che la combinazione dei due spesso si rivela più efficace, soprattutto quando ci sono sintomi persistenti come quelli che descrive.
Se desidera, possiamo esplorare insieme alcune opzioni per affrontare questi vissuti e capire quale percorso potrebbe essere più utile nel suo caso.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto.
Un saluto,
Dott.ssa Camilla Persico
Buongiorno
Data la situazione da lei descritta potrebbe esserle utile approfondire i suoi disagi attraverso un colloquio psicologico.Cordialmente
Data la situazione da lei descritta potrebbe esserle utile approfondire i suoi disagi attraverso un colloquio psicologico.Cordialmente
La situazione che stai descrivendo sembra molto difficile e frustrante, e comprendo il tuo desiderio di trovare un aiuto efficace. La terapia breve strategica potrebbe essere un’opzione utile per affrontare queste esperienze di distacco e difficoltà cognitive.
Questa forma di terapia si concentra sul cambiamento dei comportamenti disfunzionali e sull'acquisizione di nuove strategie per affrontare le sfide quotidiane. Il terapeuta potrebbe iniziare aiutandoti a identificare i pensieri e le emozioni che contribuiscono a questa sensazione di estraneità e distacco dalla realtà. Attraverso tecniche specifiche, potresti imparare a interrompere il ciclo di pensieri automatici che ti portano a sentirti così distante e insicuro.
Un'altra parte del lavoro potrebbe includere esercizi pratici per aumentare la tua consapevolezza del momento presente, aiutandoti a sentirti più connesso con l'ambiente e le persone intorno a te. Potrebbe essere utile anche esplorare e lavorare sui tuoi obiettivi personali e sulle tue paure, per affrontare l'insicurezza e costruire una maggiore fiducia in te stesso.
È importante ricordare che la terapia è un processo e potrebbe richiedere del tempo per vedere cambiamenti significativi, ma lavorando insieme a un professionista potresti iniziare a sperimentare una maggiore chiarezza mentale e una connessione più profonda con la realtà. Ti consiglio di contattare un terapeuta specializzato in terapia breve strategica per discutere delle tue esperienze e ricevere il supporto di cui hai bisogno.
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, immagino quanto possa essere difficile convivere con queste sensazioni di distacco dalla realtà e di fatica mentale. Ciò che descrive – il senso di straniamento, l'automatismo delle azioni, la difficoltà a concentrarsi e la costante autocritica – può essere estremamente frustrante e pesante da sopportare nel quotidiano.
Questi sintomi potrebbero essere legati a uno stato di derealizzazione o depersonalizzazione, spesso associato a disturbi come ansia, depressione o stress cronico. Tuttavia, è fondamentale affrontare la situazione con uno specialista per una valutazione approfondita. Anche il fatto che la terapia farmacologica con olanzapina non abbia portato i risultati sperati può essere un segnale che il trattamento necessiti di essere rivalutato o integrato. La invito a parlarne apertamente con il medico psichiatra che la segue, discutendo anche l’opportunità di affiancare una psicoterapia.
Un percorso terapeutico, in particolare di tipo cognitivo-comportamentale, potrebbe essere utile per aiutarla a:
- Riconnettersi con il presente, lavorando sulla sensazione di "vivere in automatico".
- Affrontare l’insicurezza e la paura che, comprensibilmente, la bloccano in tante situazioni.
- Ridurre i pensieri ricorrenti e auto-critici che aumentano il senso di isolamento.
Vorrei sottolineare che ciò che sta vivendo non è segno di "stupidità" o mancanza di capacità, ma una condizione che merita attenzione e supporto. A volte, quando il malessere si protrae per anni, si ha la sensazione che nulla possa migliorare. Tuttavia, con il giusto approccio terapeutico e il tempo necessario, è possibile ritrovare un senso di stabilità e benessere.
Le consiglio di non arrendersi e di considerare l’idea di un nuovo confronto con i professionisti che la seguono o con uno specialista differente, se sente che il percorso attuale non risponde ai suoi bisogni.
Le auguro di cuore di trovare il sostegno e il sollievo che merita. Resto a disposizione per eventuali ulteriori domande o chiarimenti.
Un cordiale saluto, AB
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, immagino quanto possa essere difficile convivere con queste sensazioni di distacco dalla realtà e di fatica mentale. Ciò che descrive – il senso di straniamento, l'automatismo delle azioni, la difficoltà a concentrarsi e la costante autocritica – può essere estremamente frustrante e pesante da sopportare nel quotidiano.
Questi sintomi potrebbero essere legati a uno stato di derealizzazione o depersonalizzazione, spesso associato a disturbi come ansia, depressione o stress cronico. Tuttavia, è fondamentale affrontare la situazione con uno specialista per una valutazione approfondita. Anche il fatto che la terapia farmacologica con olanzapina non abbia portato i risultati sperati può essere un segnale che il trattamento necessiti di essere rivalutato o integrato. La invito a parlarne apertamente con il medico psichiatra che la segue, discutendo anche l’opportunità di affiancare una psicoterapia.
Un percorso terapeutico, in particolare di tipo cognitivo-comportamentale, potrebbe essere utile per aiutarla a:
- Riconnettersi con il presente, lavorando sulla sensazione di "vivere in automatico".
- Affrontare l’insicurezza e la paura che, comprensibilmente, la bloccano in tante situazioni.
- Ridurre i pensieri ricorrenti e auto-critici che aumentano il senso di isolamento.
Vorrei sottolineare che ciò che sta vivendo non è segno di "stupidità" o mancanza di capacità, ma una condizione che merita attenzione e supporto. A volte, quando il malessere si protrae per anni, si ha la sensazione che nulla possa migliorare. Tuttavia, con il giusto approccio terapeutico e il tempo necessario, è possibile ritrovare un senso di stabilità e benessere.
Le consiglio di non arrendersi e di considerare l’idea di un nuovo confronto con i professionisti che la seguono o con uno specialista differente, se sente che il percorso attuale non risponde ai suoi bisogni.
Le auguro di cuore di trovare il sostegno e il sollievo che merita. Resto a disposizione per eventuali ulteriori domande o chiarimenti.
Un cordiale saluto, AB
Salve, a mio parere sarebbe il caso che tu iniziassi a parlare con un professionista. Se parli di una condizione che è presente da più o meno 12 anni è possibile che qualche evento nella tua vita ti abbia fatto cambiare e magari non hai elaborato bene l'accaduto. Non deve per forza essere successo qualcosa di grave ma a volte anche un semplice periodo di stress può cambiarci profondamente. Per te potrebbe essere davvero utile indagare e parlarne.
Per qualsiasi dubbio rimango a disposizione.
Per qualsiasi dubbio rimango a disposizione.
Quello che descrive potrebbe essere riconducibile a un’esperienza di derealizzazione e depersonalizzazione, fenomeni che spesso emergono in risposta a stress prolungato, stati ansiosi o altre condizioni psichiche. Il fatto che si senta "distaccato dalla realtà", con una percezione di sé alterata e difficoltà nella concentrazione, potrebbe indicare un meccanismo di difesa che il suo sistema nervoso ha adottato per fronteggiare qualcosa. L’olanzapina, che sta assumendo da quattro anni senza miglioramenti, agisce principalmente su alcune funzioni neurotrasmettitoriali, ma da sola potrebbe non essere sufficiente a modificare il quadro complessivo. Potrebbe essere utile chiedersi se c’è un nucleo emotivo irrisolto, un conflitto interiore o una fragilità identitaria che nel tempo ha portato a questa sensazione di distacco.
Dal punto di vista adleriano, sarebbe interessante esplorare quale significato abbia per lei questa esperienza: si sente scollegato dagli altri per paura del giudizio? Ha vissuto esperienze che l’hanno portata a chiudersi in se stesso? Il senso di "non capire nulla" e l’insicurezza potrebbero essere il riflesso di un’autopercezione svalutante che andrebbe approfondita.
Le consiglierei di valutare un percorso psicoterapeutico per comprendere meglio cosa il suo stato emotivo stia cercando di comunicare. Un supporto mirato potrebbe aiutarla a ritrovare una maggiore connessione con la realtà e con se stesso. Ha mai provato a esplorare questi aspetti in terapia?
Dal punto di vista adleriano, sarebbe interessante esplorare quale significato abbia per lei questa esperienza: si sente scollegato dagli altri per paura del giudizio? Ha vissuto esperienze che l’hanno portata a chiudersi in se stesso? Il senso di "non capire nulla" e l’insicurezza potrebbero essere il riflesso di un’autopercezione svalutante che andrebbe approfondita.
Le consiglierei di valutare un percorso psicoterapeutico per comprendere meglio cosa il suo stato emotivo stia cercando di comunicare. Un supporto mirato potrebbe aiutarla a ritrovare una maggiore connessione con la realtà e con se stesso. Ha mai provato a esplorare questi aspetti in terapia?
Mi dispiace molto per quello che stai vivendo. La tua sensazione di distacco dalla realtà e le difficoltà che descrivi potrebbero essere legate a un disturbo dissociativo o ad altri problemi psicologici che richiedono una valutazione più approfondita. L'uso di olanzapina senza miglioramenti suggerisce che potresti aver bisogno di un altro tipo di trattamento, come un approccio psicoterapeutico mirato, ad esempio, alla gestione dei pensieri automatici e alla consapevolezza del corpo (come la mindfulness), che potrebbe aiutarti a radicarti meglio nella realtà.
Il senso di distacco, l’insicurezza e la difficoltà a focalizzarti sono segnali importanti, e meriti un trattamento che possa aiutarti a sentirti più connesso e a ridurre quella frustrazione che descrivi. Se posso esserti utile nel percorso, fammi sapere.
Il senso di distacco, l’insicurezza e la difficoltà a focalizzarti sono segnali importanti, e meriti un trattamento che possa aiutarti a sentirti più connesso e a ridurre quella frustrazione che descrivi. Se posso esserti utile nel percorso, fammi sapere.
Salve,
quello che descrive sembra essere un vissuto molto faticoso, in cui la percezione di sé e della realtà appare alterata, come se vivesse in una sorta di “distacco mentale” costante. Questa sensazione di estraneità, la difficoltà di concentrazione, la confusione mentale e la perdita di spontaneità nelle azioni sono sintomi che possono avere diverse origini e spesso si intrecciano con ansia cronica, depressione o disturbi dissociativi legati a un forte stress prolungato.
Il fatto che stia assumendo olanzapina da anni ma non abbia riscontrato miglioramenti significativi indica che la situazione andrebbe rivalutata. Può essere utile un approfondimento da parte di un neuropsichiatra o di uno psichiatra clinico, per verificare se la terapia farmacologica è adeguata o se è necessario un diverso approccio. Accanto al trattamento medico, un percorso psicoterapeutico — in particolare con un professionista esperto in disturbi dissociativi o in psicoterapia cognitivo-comportamentale con orientamento neuropsicologico — potrebbe aiutarla a ritrovare contatto con se stesso e con il mondo esterno.
Non è solo in questa condizione e, anche se può sembrare che nulla cambi, esistono modalità di intervento che possono gradualmente restituire lucidità e presenza mentale.
Un caro saluto, resto a disposizione
quello che descrive sembra essere un vissuto molto faticoso, in cui la percezione di sé e della realtà appare alterata, come se vivesse in una sorta di “distacco mentale” costante. Questa sensazione di estraneità, la difficoltà di concentrazione, la confusione mentale e la perdita di spontaneità nelle azioni sono sintomi che possono avere diverse origini e spesso si intrecciano con ansia cronica, depressione o disturbi dissociativi legati a un forte stress prolungato.
Il fatto che stia assumendo olanzapina da anni ma non abbia riscontrato miglioramenti significativi indica che la situazione andrebbe rivalutata. Può essere utile un approfondimento da parte di un neuropsichiatra o di uno psichiatra clinico, per verificare se la terapia farmacologica è adeguata o se è necessario un diverso approccio. Accanto al trattamento medico, un percorso psicoterapeutico — in particolare con un professionista esperto in disturbi dissociativi o in psicoterapia cognitivo-comportamentale con orientamento neuropsicologico — potrebbe aiutarla a ritrovare contatto con se stesso e con il mondo esterno.
Non è solo in questa condizione e, anche se può sembrare che nulla cambi, esistono modalità di intervento che possono gradualmente restituire lucidità e presenza mentale.
Un caro saluto, resto a disposizione
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