
Dott.ssa
Aurora Bonvino
Psicologo,
Psicologo clinico
Neuropsicologo
Altro
Bari 2 indirizzi
Esperienze
Benvenuto
A seguito di una lunga collaborazione con il gruppo di Neuroscienze psichiatriche del policlinico di Bari ha acquisito expertise nell'attività diagnostica, psicodiagnostica e nella valutazione neuropsicologica di soggetti sani e pazienti psichiatrici. Ha collaborato con Casa Sollievo della Sofferenza in qualità di psicologa impegnata nella valutazione neuropsicologica e nel sostegno psicologico di pazienti affetti da patologie neurologiche. Dal 2018 al 2022 ha collaborato dapprima come collaboratrice di ricerca, poi, come psicologa volontaria presso il centro GIPPSI, sotto la supervisione della dott.ssa Angela Carofiglio.
Nel corso degli anni, in collaborazione con il consorzio ENIGMA, ha acquisito elevato expertise nell’acquisizione e nell’elaborazione di dati di neuroimaging e nella valutazione neuropsicologica nella popolazione sana e psichiatrica.
Nello specifico i suoi ambiti di ricerca e di intervento riguardano i processi attentivi, la memoria episodica, la working memory, le emozioni di base e controfattuali e i processi di regolazione emotiva. Collabora attivamente con il territorio, con le scuole e con Associazioni di volontariato, tra cui Cambioverso e Dario Favia lasciateci le ali, per la prevenzione del disagio giovanile, per l’identificazione precoce del rischio di malattia mentale, per la prevenzione del suicidio e per la lotta allo stigma.
Autrice e Co-autrice di diverse pubblicazioni scientifiche in ambito internazionale. Co-autrice di contributi nazionali nell’ambito della psicologia della testimonianza e dell’ascolto del minore.
Cultrice della materia in Psicologia dal 2018 al 2021 presso Università di Foggia- Dipartimento di Giurisprudenza e dal 2022 ad oggi presso Università di Foggia- Dipartimento Studi Umanistici.
Attualmente, in qualità di dottoranda di ricerca, sta conducendo, presso l’Università di Foggia, un’indagine sperimentale per valutare l’effetto dell’anticipazione del regret sui comportamenti green della popolazione under 30. I risultati dello studio potrebbero rappresentare una strategia evidence-based per la promozione di comportamenti pro-ambientali, su scala nazionale, in accordo agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Aree di specializzazione principali
Mi occupo di:
consulenze psicologiche
valutazioni diagnostiche e psicodiagnostiche
valutazioni neuropsicologiche
assessment della personalità
sostegno individuale
sostegno di coppia
sostegno famiglie
riabilitazione cognitiva- software COGPACK
interventi psicoeducativi (singoli e di gruppo)
orientamento allo studio e al lavoro
progettazione di interventi per la promozione del benessere giovanile
Altre prestazioni
Perché scegliere me?
La psicologia è una scienza! e lo psicologo deve saper maneggiare abilmente e plasmare a vostro piacimento le sue conoscenze scientifiche (quindi conoscerle nelle loro evoluzioni più accreditate e soprattutto sapervele spiegare!) al fine di aumentare il vostro benessere. Infatti una maggiore conoscenza del problema per il paziente porta ad avere maggiore padronanza su di esso. Molto semplicemente perché spesso le cose fanno molta più paura quando non si conoscono e non si sa come affrontarle. Tutto questo si traduce nel concreto, ad esempio, nel saper coniugare sin dall'inizio l'impressione clinica con i risultati di test psicologici considerati "validi" dalla comunità scientifica per, appunto, una corretta valutazione iniziale. La bontà della valutazione del problema, infatti, porta a identificare le soluzioni maggiormente applicabili nel caso di specie in maniera da poterli personalizzare, ancor di più, al mondo del paziente e, quindi, renderli maggiormente efficaci e aumentando, tra l'altro, la sua motivazione al trattamento.
Ovviamente, premessa necessaria alla vostra scelta è la sua coscienza! Nessuna scienza è utile se fa del male e la psicologia non è psicologia se non produce benessere. Quindi diffidate da chi non possiede i titoli necessari (controllate sugli Albi) o da chi li possiede ma trasgredisce la loro deontologia (ad esempio da chi vi fa la prima consulenza non chiedendovi di firmare il consenso informato a chi ve la fa anche essendo vostro amico/parente/partner, ecc..).
Altro su di me
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
- Psicodiagnostica
- Psicologia forense
- Psicologia giuridica
- Neuropsicologia
Indirizzi (3)
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16 recensioni
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Francesca Z
Sono andata dalla dottoressa perché soffrivo di depressione. Dopo 5 incontri sto decisamente meglio e ho iniziato di nuovo ad uscire. Grazie dottoressa mi ha salvato la vita
EB
Mi sono rivolta alla dottoressa a seguito di un evento traumatico subito, grazie al suo intervento ora ho ricominciato a vivere. Le sarò eternamente grata, grazie
Emanuele C.
Professionale e disponibile. Ti fa sentire a proprio agio e ti tranquillizza in tutto. Lo consiglio vivamente... Sono rimasto pienamente soddisfatto.
Tutte le recensioni
A.N.
Ho svolto soltanto la prima visita e già non vedo l'ora di ritornarci.
Ho apprezzato tutto nei minimi dettagli, la cura, l'attenzione, l'empatia e il rispetto verso la privacy e verso i miei racconti e sentimenti; caratteristiche che rendono la dottoressa una donna di grande valore e professionalità.
A d m
Ottimo primo contatto sinergico positivo e propositivo
Grazia M.
La Dott.ssa Aurora con professionalità ed empatia mi ha fatto sentire a mio agio, dandomi la possibilità di esprimermi appieno e di sentirmi da subito compresa.
Disponibile e competente, è facile affidarle la propria fiducia.
Contenta di aver iniziato questo percorso con lei!
M.A.
Mi sono rivolta alla piattaforma inizialmente in forma anonima, con un messaggio. La dottoressa si è mostrata sin da subito empatica e disponibile con me. È stata di una gentilezza che poche volte ho sperimentato nella vita! Mi ha dato possibilità che forse, al suo posto, un altro specialista non mi avrebbe dato.
Giulia C
Sono andata dalla dottoressa per un problema di ansia e mi sono trovata benissimo grazie alla sua professionalità ed empatia .Fortemente consigliata
Risposte ai pazienti
ha risposto a 29 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, sono qua per chiedere un consiglio in merito allo strano rapporto con il cibo che ho sin da piccola. Evito la maggiorparte dei cibi perché non riesco a tollerare l'odore, la consistenza e l'estetica di quei cibi, mangio solo cibi dei quali mi sento sicura. Quando vengo "obbligata" a mangiarli purtroppo mi viene da rimettere o vado nel panico dall'ansia di farlo e dal disagio/fastidio che mi provoca masticarli...mi dicono che sono soltanto "schizzinosa", che poi mangeró tutto, ma io da sempre non ci riesco e mi sento un po' sbagliata perché non so come migliorare...allo stesso tempo vorrei assumere piú vitamine ma non riesco prioprio ad avere una dieta sana, mi fisso con gli stessi alimenti e voglio mangiare solo quelli. Vorrei qualche consiglio e capire se è normale avere queste fisse...grazie mille in anticipo, cordiali saluti
Salve,
grazie per aver condiviso una parte così personale della sua esperienza, comprendo quanto possa essere difficile affrontare una situazione che le genera disagio e la fa sentire "sbagliata". Voglio rassicurarla subito su una cosa: il suo rapporto con il cibo, anche se complicato, merita di essere affrontato con comprensione, senza giudizi.
Ciò che descrive – la difficoltà a tollerare certi odori, consistenze e l’ansia legata all'assunzione di cibi che non ritiene "sicuri" – potrebbe andare oltre la semplice "schizzinosità". Esistono infatti condizioni, come il Disturbo da Evitamento/Restrizione dell’Assunzione di Cibo (ARFID), che includono manifestazioni simili a quelle che descrive. Non significa necessariamente che lei soffra di questo disturbo, ma è importante considerare il contesto in modo professionale.
Il mio primo consiglio sarebbe di rivolgersi a un professionista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, specializzato in alimentazione o disturbi alimentari. Una consulenza psicodiagnostica, come ha già accennato, potrebbe essere utile per comprendere meglio la natura del suo rapporto con il cibo, senza etichettarlo come giusto o sbagliato. Potrebbe inoltre aiutarla a esplorare delle strategie per migliorare la sua alimentazione, con un approccio graduale e rispettoso delle sue difficoltà.
Nel frattempo, potrebbe provare alcune piccole strategie:
- **Introdurre nuovi cibi lentamente**, scegliendo magari consistenze o caratteristiche che sente meno scomode.
- **Creare un contesto di calma** intorno ai pasti, senza sentirsi "obbligata" a mangiare qualcosa, poiché l'ansia può peggiorare il disagio.
- Considerare di consultare anche un nutrizionista o un dietista per assicurarsi che il suo apporto nutrizionale, pur selettivo, rimanga il più equilibrato possibile.
Quello che sta vivendo non la rende sbagliata, ma meritevole di supporto. Non è sola, e con il giusto aiuto potrà trovare un equilibrio che la faccia sentire meglio sia con il cibo sia con sé stessa.
Le auguro il meglio e resto a disposizione se volesse approfondire.
Un caro saluto, AB

Buongiorno, sono una studentessa di 23 anni e pochi giorni fa ho lasciato il mio ragazzo, uno studente di 25 anni. Ci frequentavamo da circa due anni e mezzo, prima dei quali abbiamo vissuto assieme come coinquilini per due anni con altri ragazzi (ci siamo conosciuti così). È partito tutto da una forte amicizia vedendoci ogni giorno, quindi siamo estremamente legati, è una connessione profonda e sincera ma penso si tratti anche di dipendenza affettiva. Siamo attaccati in modo morboso e litigavamo di continuo. Abbiamo sempre avuto molti problemi, tra cui un suo tradimento all'inizio per cui mi sono vendicata, ma ad ogni tentativo di rottura passiamo giornate a piangere e torniamo subito assieme. Le mie giornate non hanno senso senza di lui, e viceversa. Nonostante ciò sono arrivata al limite, lui ha problemi di rabbia/impazienza e mi tempestava di chiamate, tra i vari problemi. Siamo abituati a scriverci di continuo e a passare quasi tutto il tempo libero assieme, ma è arrivata l’ultima goccia e ora sono sicura della decisione di mollarci. Da poco sono seguita da uno psicologo e ne sta cercando uno/una anche lui, ma abbiamo degli urgenti dubbi. Per diversi motivi, siamo nei periodi peggiori della nostra vita e abbiamo bisogno del sostegno che solo noi sappiamo darci. Abbiamo buoni amici, ma la nostra amicizia è la più bella tra tutte. Abbiamo superato molti dei nostri problemi, imparando ad amarci in modo incondizionato e costruendo una solida fiducia.
Abbiamo tre domande:
1. La rottura è ormai definitiva, ma ci chiedevamo se è sano continuare a scriverci ogni tanto, magari vedendoci una volta a settimana come amici a studiare in biblioteca o fare sport.
2. Lui vuole che gli prometta che riproveremo a tornare assieme tra 6 mesi o un anno, se mi dimostrerà di essere cambiato dopo mesi di terapia. Io non voglio promettere nulla perché non voglio mai più soffrire così tanto, però ha molti lati bellissimi che non ho mai trovato in nessun altro (e ho frequentato diversi ragazzi). Per molti versi potrebbe essere l'uomo della mia vita, ma se non risolve i suoi problemi (tra cui rabbia e insistenza), non ho intenzione di accontentarmi. Lui vuole cambiare anche per se stesso, perché si riconosce nei comportamenti sbagliati di membri della sua famiglia e non vuole ripetere gli stessi errori. Quindi, nonostante penso che cambiare la personalità sia difficile, penso che viste le sue motivazioni e consapevolezza, ci sia una speranza che possa cambiare. Rimango comunque realista: gli ho detto che la probabilità di tornare assieme per me è l'1%. Come posso convincerlo ad accettarlo? Come posso assicurarmi io stessa di non cedere, tornandoci assieme in modo avventato?
3. Può avere senso qualche seduta di terapia di coppia in concomitanza alle nostre sedute singole per aiutarci a superare questa dipendenza? Stiamo soffrendo tantissimo e le continue notti di pianto ci stanno ostacolando anche nei nostri percorsi universitari.
Cara studentessa,
capisco quanto questa situazione sia dolorosa e complessa. È evidente che tra voi ci sia un legame profondo, ma anche che abbia generato molta sofferenza. Prendersi un periodo di distacco totale sarebbe importante per permettere a entrambi di elaborare la rottura e recuperare serenità. Continuare a scrivervi o vedervi rischia di riaprire ferite e bloccare il vostro percorso di crescita personale.
Riguardo alla promessa di tornare insieme, è giusto che tu non voglia farla. Stai proteggendo te stessa e riconoscendo che, nonostante i suoi lati belli, la relazione non era più sostenibile. Puoi ribadire a lui con calma che non puoi prevedere il futuro e che ora hai bisogno di pensare al tuo benessere. Per rimanere salda, ricordati dei motivi che ti hanno portata a questa scelta e affidati al supporto dello psicologo per affrontare i momenti difficili.
Infine, la terapia di coppia potrebbe avere senso solo se decidete di lavorare insieme per chiudere la relazione in modo sano, non per cercare di ripararla. È normale soffrire in questa fase, ma con il tempo e il giusto aiuto potrete entrambi uscirne più forti. Resto a tua disposizione, AB

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