Salve dottori, vi scrivo in quanto vorrei chiedervi parere su una situazione che mi ha causato, e i

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Salve dottori,
vi scrivo in quanto vorrei chiedervi parere su una situazione che mi ha causato, e in parte mi causa, sofferenza. Ho avuto una relazione con un ragazzo che penso potrebbe avere un disturbo borderline della personalità, ma non ho conferme, in quanto si rifiuta di consultare uno specialista. Abbiamo iniziato la nostra relazione in armonia, con un'amicizia che poi abbiamo scoperto essere qualcosa di più. La nostra relazione è proseguita con molti alti e bassi e pian piano sono emerse certe caratteristiche: mi ha messo alla prova, mi accusava di mancanza di fiducia nei suoi confronti, di dover guardare a lui e seguire la "sua via", se volevo continuare: mi avrebbe dato tutto e fatto vivere un amore completo, a detta sua. Ha avuto una sola relazione importante, a 18-23 anni (ora ne ha 30) e mi diceva che quella relazione era perfetta sotto ogni aspetto, rispetto alla nostra.
Ogni abbraccio dato a o ricevuto da amici (che erano anche i suoi amici) diventava sinonimo di forti litigi. Mi ha amato molto, mi ha dato molto ma gli aspetti negativi purtroppo hanno finito per superare quelli positivi: mi ha riempito di insulti e urla al mio mostrargli che è normale avere amicizie e manifestare affetto con abbracci o mani sulle spalle, con amici uomini o donne che siano. Se qualcuno ti abbraccia tu "non ti giri a guardarmi, per vedere la mia reazione e non hai rispetto per me". Si sentiva non rispettato e ferito dal mio modo di essere e vedeva il mio modo di vivere e pensare come mancanza di fiducia in lui. Al mio fargli presente che queste reazioni non erano rispettose, ha cambiato atteggiamento per un po' di tempo, salvo il fatto di tornare come prima al minimo mio "sbaglio": non seguirlo, non rispettare il mio ruolo di donna che doveva amarlo e affidarsi a lui, per poter vivere un amore superiore anche a livello spirituale (è diventato molto cattolico e credente prima che lo conoscessi e solo dopo ho capito che il rapporto uomo-donna in lui è vissuto in modo tale che la donna sia dedita all'uomo e al suo amore in modo totale, "lasciandosi guidare e affidandosi a lui, che avrebbe ricompensato questo amore con altrettanto amore"). È un perfezionista e si è trascurato molto in tutti questi anni, dopo la crisi che lo ha condotto a trovare la verità nel cattolicesimo, perché sentiva di non riuscire a fare le cose perfettamente, come di solito in giovane età riusciva a fare, ottenendo ottimi risultati all'università e nei suoi interessi sportivi e artistici. Mi ha confessato di doversi frenare per riuscire ad esprimersi con me senza rabbia e aggressività; mi diceva che l'amore va meritato e che io, molto spesso, non lo meritavo. Se mi "comportavo bene" allora meritavo molto.
Inoltre, vive il sesso come peccato e frena continuamente il suo desiderio, in quanto altrimenti sarebbe eccessivo e compulsivo, a suo dire. "Tutto e subito", il suo motto. "Passo dopo passo", il mio. Il mese scorso ho capito che il malessere nel vedere manifestato l'affetto verso gli amici era dovuto ad un riflesso su di me di un problema suo: dopo avergli detto che io non provo il desiderio irrefrenabile di fare sesso con tutti i ragazzi che incontro (come lui mi ha confessato di avere ed essersi metaforicamente evirato per questo, costringendosi a non farlo) e che ogni persona ha pulsioni differenti, mi sono sentita rispondere che era impossibile e non mi credeva, in fondo.
Tutte queste cose le ho comprese e sentite gradualmente, nel corso di 5 mesi in cui spesso ci siamo lasciati, per poi parlare e provare a risolvere, fin quando un'amica mi ha chiesto se lui potesse avere un disturbo borderline.
Molte volte l'ho trovato comprensivo e molto introspettivo, capace di autoanalisi, altre invece totalmente sulla difensiva, e sempre, purtroppo, accusatore nei miei confronti del fatto di non saper seguire la sua via. Mi ha detto che sono una persona equilibrata, ma che lui ha bisogno del massimo, della perfezione per potersi attivare e dare tutto, un tutto che però è altamente distruttivo per me. Se non ha la perfezione non riesce ad attivarsi.
Su di me, posso dire che quasi sicuramente, con questa relazione, tendo a riprodurre schemi vissuti un po' da bambina col papà: abbastanza giudicante e incapace di esprimere affetto con abbracci, baci o parole. E che forse, proprio con questa decisione, ho saputo dire basta e saper decidere per me, anche se è molto doloroso. Saper essere più decisa.
La scorsa settimana, dopo gli ennesimi episodi, ho deciso di dirgli con fermezza che quel modo di vivere il rapporto non mi faceva star bene e che quindi non volevo più continuare in questo modo. Mi diceva che io lo vedevo come male assoluto e che vedevo solo le sue azioni esteriori, continuavo a ripetergli che non avevo mai detto queste cose, che avevo scelto lui come compagno e che non c'era da operare una scelta fra lui o gli amici, che sì le sue azioni e parole mi avevano ferita ma ero lì a dialogare con lui e a capire e non lo vedevo "tutto nero", ma spesso mi metteva in bocca parole o pensieri che non avevo detto o fatto.
So di aver fatto bene ad andare via da un rapporto del genere, per la mia stabilità mentale ed emotiva. Gli voglio molto bene, anch'io sto male per tutto quel che è successo e vorrei che lui stesse bene, ma insieme è impossibile in queste condizioni e nessun altro conosce questi suoi aspetti (non parla con gli amici della sua visione del mondo o del rapporto con la donna e dice che la famiglia non ha fiducia in lui) li aveva con me con la quale aveva intessuto una forte relazione. Lui non l'ha presa bene, dicendomi che me ne pentirò perché non vedo quel che mi voleva dare e preferisco compiacere gli altri, anziché pensare a lui. Lui si rende conto di avere molti problemi da risolvere e voleva proseguire con me la relazione, in queste condizioni. Ma per me, se prima non si opera un cambiamento interiore e non ci si ama da sé, penso che non si potrà mai amare anche gli altri e che la nostra relazione non sarebbe potuta cambiare, ma ci saremmo distrutti di più. Ora sento di averlo ferito lasciandolo, ma sono arrivata stremata e non riuscivo più ad andare avanti: eravamo stati sereni per 20 giorni, ma appena uscivamo con amici, soprattutto quei pochi amici più stretti nella mia vita, tutto cambiava; era una situazione che logorava il mio equilibrio. Lui stesso mi ha detto di non sentirsi libero con me e gli altri quando eravamo in gruppo; di star bene quando invece stava con me, perché Dio lo ricompensava per quel che lui faceva a me. Vi chiedo: potrebbe trattarsi di una personalità borderline? Esiste un modo in cui potrei aiutarlo? Grazie in anticipo per le vostre cortesi risposte.
Gentilissima, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza.
Le domande che pone sono complesse, e a mio avviso con una possibile risposta solo da parte di un professionista che abbia effettivamente visto la persona di cui sta parlando. Anche rispetto alla sua richiesta d'aiuto verso il ragazzo in oggetto, le consiglierei un percorso psicologico, anche online, per potersi chiarire effettivamente cosa può o non può fare e soprattutto chiarire e approfondire la sua esperienza che sicuramente le ha portato confusione e difficoltà di gestione. Tenga sempre presente che il suo benessere è principale, quindi come prima cosa è utile rielaborare l'esperienza e capire.
Rimango a disposizione per qualsiasi cosa, anche online.
Buona giornata
Dott.ssa Pizzinato
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Cara ragazza, l'unica cosa che puoi davvero fare è lavorare su te stessa. Come mai hai accettato una relazione che dalla tua descrizione appare decisamente violenta? Urla, insulti, divieti relazionali, pretesa di perfezione (che oltre a essere impossibile è assurda e mortifera: ciò che possono offrirci soprattutto le relazioni è la possibilità di crescere e quindi anche il cambiamento, l'idea che una relazione sia perfetta equivale all'immobilità), sfiducia, accuse... E ammette di aver tenuto a bada rabbia e aggressività! Quello che penso è che tu abbia subito molto ma anche che ti sia salvata da qualcosa di potenzialmente pericoloso, ti invito quindi a preoccuparti del tuo benessere piuttosto che del suo. Forse lui ha un disturbo di personalità, forse è solo un violento, è impossibile dirlo in questa sede e se non vuole occuparsi del suo equilibrio e salute mentale non credo che tu possa fare molto.
Buonasera gentile utente. A cosa servirebbe conoscere la sua diagnosi, in caso ne dovesse mai avere una; cosa cambierebbe, per te e perché. Potrebbe iniziare coltivando un suo spazio per sé e capire cosa la fa stare bene e cosa vuole, gestendo anche i sensi di colpa.
Buonasera, è sicura che avere risposta a queste sue domande possa darle quella serenità di cui sente il bisogno? Il mio consiglio è quello di cercare piuttosto in lei stessa la motivazione a sentirsi in parte responsabile per lui, per i suoi atteggiamenti, i suoi comportamenti. Perché sentirsi così legati ad un rapporto così complesso? Lavorare su sé stessi potrebbe darle le risposte che cerca.
Buonasera, mi sento solo di dirle che non è sola e che insieme ad un/una professionista dovrebbe darsi la possibilità di esplorare i suoi sentimenti rispetto a questa situazione. Da ciò che ho letto sembra sia molto concentrata sull'altro, probabilmente centrarsi su se stessa potrà aiutarla a trovare anche alcune delle risposte che sta cercando.

Un caro saluto.
Dott.ssa Paola Cisternas Navarro
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima, mi dispiace molto per la sofferenza che ha vissuto e che sta vivendo. Purtroppo in una relazione non basta volersi bene, devono esserci anche altri ingredienti importanti affinché ci si possa sentire maggiormente sereni con se stessi e di conseguenza sereni ed equilibrati anche con l'altro. La scelta di fare un percorso personale su di sé la può fare solo il suo ex compagno, ha già provato a fargli capire che deve lavorare su delle dinamiche sue personali che incidono sul benessere di una relazione. Domandarsi quale disagio ha il suo ex e come poterlo aiutare non aiutano lei che in questo momento ha già iniziato a raggiungere la consapevolezza di dedicarsi maggiormente di se stessa, ritrovando la sua serenità. Potrebbe pensare di intraprendere un percorso psicoterapeutico per indagare la sua storia di vita, (da quello che ha riportato ha già iniziato a fare delle connessioni con il rapporto con la sua figura paterna che però va approfondita con un professionista che la guidi in questa introspezione ed elaborazione dei suoi vissuti); potrà così conoscere maggiormente se stessa e instaurare relazioni maggiormente equilibrate, basate sulla reciprocità, il rispetto e la fiducia. Resto a disposizione per ulteriori necessità, un caro saluto.
Gentile utente, è apprezzabile la grande apprensione e il grande interesse che mostra nei confronti del ragazzo che descrive. Potrebbe però pensare di utilizzare queste energie per esplorare, magari grazie all'aiuto di un percorso di supporto, le sue stesse emozioni e i suoi stessi vissuti dinnanzi a situazioni simili, in particolare all'interno dell'ambito relazionale, concentrandosi su se stessa per comprendere in che modo potrebbe riuscire ad intraprendere relazioni più equilibrate nel futuro.
Resto a sua disposizione in caso di necessità.
Cordialmente, dott.ssa Borraccino
Salve, come mai lei riesce a definire una personalità borderline o almeno averne un sospetto? Sono cose piuttosto complesse e necessitano per la loro definizione di una analisi seria da parte di specialisti del settore. A volte si confonde l'incapacità di comunicazione ed empatia all'interno di una coppia con cose decisamente diverse . Forse non era la persona adatta a lei ma nel caso avesse dubbi potete rivolgervi di comune accordo a uno psicologo per una terapia di coppia per verificare in quella sede le vostre problematiche e se realmente esistono patologie a cui accenna. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile utente, mi dispiace per la sua profonda sofferenza. Piuttosto che pensare all'ipotetica etichetta diagnostica da attribuire al suo partner (mi chiederei anche come mai senta l'esigenza di riconoscerlo come borderline) potrebbe essere arrivato il momento di concentrarsi su se stessa attraverso un consulto psicologico con un professionista.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Barbera
Gentile utente,
da quanto scrive non è possibile fare una diagnosi la quale deve basarsi su elementi che si acquisiscono nel corso di colloqui clinici con il paziente. Da quello che riporta nel messaggio, tuttavia, emerge sicuramente il vissuto di una relazione piuttosto problematica. Le consiglio un consulto psicologico per affrontare le sue personali difficoltà, dato che ,con la domanda che pone, resta la convinzione che dovrebbe fare qualcosa lei per risolvere i problemi del suo ex, convinzione che potrebbe generarle anche molti sensi di colpa. Cordiali Saluti, Dott.ssa Baldassarre Diana
Salve, grazie per aver condiviso con noi questo aspetto della sua vita. Non possiamo fare una diagnosi, sicuramente quanto lei ha riportato va attenzionato ad uno specialista della salute mentale. Lei quello che può fare è prendersi cura di se stessa, visto il periodo difficile vissuto e pensare a ritrovare un suo equilibrio. Rimango a disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Paola Cammareri Psicologa
Buongiorno! Mi dispiace stia attraversando questo periodo doloroso, ma ha compiuto una scelta molto coraggiosa, tutelando se stessa. Da ciò che scrive, credo lei abbia molta consapevolezza di alcuni elementi personali che la condizionano e che potrebbero essere spunti per un percorso psicologico. Il mio suggerimento è di partire da se stessa: è difficile uscire da un rapporto così violento e pesante e credo debba darsi del tempo e dello spazio per ricostruire la sua serenità, ma anche riflettere su se stessa e su cosa cerca nell'altro. Rispetto al suo ex fidanzato, comprendo bene che si senta in colpa per la scelta che ha preso, ma al contempo le dico che assecondare non è sempre la via migliore: saper dire di no può aiutarlo a mettersi in discussione e chiedere aiuto, indipendente dalla diagnosi che possa emergere.
Le auguro di ritrovare la sua pace interiore e relazionale e resto a disposizione.
VS
Buongiorno, comprendo il suo disagio ma purtroppo lei non può far molto per aiutare il suo ex nell'affrontare la vita, la richiesta dovrebbe partire da lui. Mentre per quanto riguarda lei, penso che sarebbe consigliabile che lei facesse un percorso terapeutico, che le permetta di elaborare al meglio questa esperienza, potersi conoscere e infine poter comprendere quali siano stati gli aspetti che l'hanno attratta di questo uomo, in quanto rispecchiano anche parti di noi quando stiamo in una relazione.
Cordiali saluti. Dott.ssa Rosalia Giannotti
Posso dirti che alcune delle caratteristiche che hai descritto potrebbero richiamare alcune dinamiche tipiche del disturbo borderline di personalità. Il disturbo borderline di personalità è una condizione complessa che coinvolge l'instabilità emotiva, l'instabilità delle relazioni interpersonali e l'identità di sé. Le persone con questo disturbo possono sperimentare una paura intensa dell'abbandono, reazioni emotive intense, comportamenti impulsivi e una tendenza a vedere gli altri come tutto buono o tutto cattivo.

Tuttavia, solo uno specialista in psicologia o psichiatria può effettuare una diagnosi accurata basata su una valutazione approfondita. Se ritieni che il tuo ex partner possa avere un disturbo di personalità o altre problematiche, può essere utile suggerire che cerchi l'aiuto di uno specialista. Tuttavia, è importante ricordare che ognuno è responsabile della propria salute mentale e non puoi costringere qualcuno a cercare aiuto se non lo desidera.

Nel frattempo, è fondamentale che tu metta il tuo benessere al primo posto. Hai preso una decisione difficile lasciando questa relazione che ti stava causando sofferenza, ed è importante rispettare e proteggere la tua salute mentale ed emotiva. Potresti considerare l'opportunità di continuare la tua terapia individuale per esplorare ulteriormente gli effetti di questa relazione e trovare sostegno per te stessa.

Ricorda che non puoi cambiare gli altri o risolvere i loro problemi, ma puoi prenderti cura di te stessa e fare scelte che favoriscano il tuo benessere.
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Salve, comprendo che la situazione che hai descritto ti ha causato sofferenza. Solo uno psicologo o uno psichiatra possono effettuare una valutazione clinica accurata. È importante far riferimento ad un professionista per ottenere una valutazione adeguata e un eventuale trattamento, se necessario. Sei stata coraggiosa nel prendere la decisione di porre fine a una relazione che aveva un impatto negativo sulla tua stabilità mentale ed emotiva. Continua a prenderti cura di te stessa e, se lo desideri, potresti considerare il supporto di uno psicologo per elaborare le tue esperienze e favorire il tuo benessere emotivo.
A disposizione,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Dalle sue righe passa l'estrema sofferenza che ha vissuto nel corso della sua relazione e l'inquietudine che ancora ora sente avendo preso una forte decisione. Mi sembra che lei sia molto capace di intellettualizzare e questa sua capacità insieme all'istinto di sopravvivenza le ha dato tanto coraggio. Non ho il potere di etichettare un individuo per lo più che non conosco, anche se potrei essermi fatta un'idea... Per tale ragione la invito a prendersi cura di sé stessa e se sente dentro di sé delle domande rispetto al perché è attratta da questo genere di partner e cosa le smuove dentro non si privi di iniziare un percorso psicologico.
Resto a sua disposizione
Dott.ssa Veronica Guidi
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Salve cara ragazza, trovo che tu sia ancora molto colpita dall’influenza che lui aveva su di te. Con una visione più esterna, ti sarà possibile essere aiutata a vedere chiaro in questa situazione che hai vissuto, ma che ahimè ancora vivi. Ci sono tante domande che vorrei farti per comprendere meglio la situazione, prima fra tutte per esempio, se lui ha accettato la fine della vostra storia o no. Resto a disposizione anche con la messaggistica
Dott.ssa Aurora Furma

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