Esperienze
Questo è possibile attraverso un percorso di prevenzione e cura del disagio psicologico e supporto nella sofferenza psicologica, sia per adulti che adolescenti.
Il percorso psicologico non deve essere necessariamente molto lungo, infatti nel mio lavoro individuo insieme alla persona degli obiettivi concreti che la persona vuole raggiungere. Il mio impegno come professionista ha come obiettivo quello di fornire strumenti ai pazienti in modo che possano raggiungere l'autonomia.
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S.S
Il Dott. Fabrizio Ricciardo si è rivelato un grande punto di riferimento in un momento complesso della mia vita. Con gentilezza e competenza, è riuscito a mettermi a mio agio e a guidarmi verso una maggiore consapevolezza di me stessa. Grazie al suo aiuto, ho trovato nuovi strumenti per gestire le difficoltà e guardare al futuro con più serenità. Lo consiglio vivamente a chiunque cerchi un professionista attento e preparato.
RQ
Ho avuto il piacere di intraprendere un percorso terapeutico con il dottor Fabrizio, e non posso che esprimere la mia gratitudine per l'aiuto e il supporto ricevuti! La sua professionalità e la sua empatia sono davvero uniche, consiglio vivamente il dottor Fabrizio a chiunque stia cercando un professionista serio, competente e davvero in grado di fare la differenza nella propria vita.
C.C.
Io e il mio compagno siamo andati dal dottore Ricciardo dopo una crisi di coppia molto forte. Ci eravamo lasciati più volte, poi una nostra amica ci ha consigliato la terapia. Siamo andati un pó senza speranza, invece piano piano ci siamo rafforzati come coppia ed abbiamo scoperto tanti nuovi punti di contatto! Consigliatissimo!
Susanna M.
Empatico, cortese ti mette subito a tuo agio, preparato. Essendo la mia prima esperienza devo dire che é riuscito a farmi uscire e dire cose che non pensavo mai di poterle condividere. Provare per credere...
Risposte ai pazienti
ha risposto a 19 domande da parte di pazienti di MioDottore
Ho bisogno di parlare di me.
Oggi ho 27 anni.
Temo di soffrire di depressione. Lo so soltanto io. Non ho chiesto aiuto a nessuno fuorché a qualche psicologo ai quali credo di non aver fatto ben capire la mia situazione. Un po' perché mi dispiaceva dover dare loro una tale responsabilità, un po' perché, mi sto rendendo conto, di avere qualche problema di comunicazione.
Dico le cose una volta e non le ripeto più. Accenno e non rimarco. Approfondisco solo su richiesta e se posso rimango vaga.
Succede spesso che le persone non capiscano ciò che ho detto o fraintendano le mie parole quando esprimo ciò che desidero.
Forse per questo, talvolta, di fronte a chi mi conosce poco, appaio come una persona ambigua.
C'è da dire anche che sono spesso sulla difensiva. Scruto, studio e difficilmente mi apro. Quindi sono timida, riservata ed introversa con chi non conosco, mentre invece sono chiacchierona, decisa ed entrante con chi conosco, con uno spiccato spirito accudente.
L'impulsività non mi appartiene. Piuttosto sono riflessiva.
Sono proprio una di quelle persone che da piccole si isolavano e si rifugiavano nei loro pensieri e che oggi hanno un atteggiamento evitante verso le problematiche.
Proprio questa caratteristica mi ha permesso di procrastinare le reazioni relative ad ogni "trauma" e problematica della mia vita e così le situazioni sono andate peggiorando a poco a poco.
Uno dei problemi chiave è stata l'evoluzione del rapporto con mia madre a seguito di una cambiamento traumatico avvenuto in famiglia.
Inutile dilungarmi sulle varie dinamiche tossiche elencando gli episodi più amari.
Quello che importa è che ho sofferto il peso delle sue aspettative ritrovandomi in uno stato di immobilismo.
Non sono mai riuscita a dirle davvero quali fossero le mie difficoltà temendo la sua esasperata apprensione e le sue reazioni.
La temo. Soltanto ora mi accorgo di temerla così tanto...
Nonostante sappia che non sia giustificabile, la odio. Un odio viscerale. Però le voglio anche bene e so, razionalmente, che su tutto ciò, lei non ha colpe, perciò continuo a prestarmi a lei(anche se inutilmente) per farla star bene e mi dispiaccio quando mi accorgo di trattarla con irascibilità solo perché mi sfugge dal controllo l'odio che mi suscita.
Ho iniziato a stare veramente male a 24 anni.
Soffrivo di stress.
Mi risvegliavo nella notte terrorizzata, udendo le urla di mia madre che in realtà non c'erano.
Soffrivo di forte tachicardia dovuta a degli attacchi di panico. Erano fortissimi, da farmi male. Ho iniziato a desiderare di morire e a pianificare il mio suicidio. Così la notte non dormivo se non per poche ore, né dormivo il giorno. Ancora oggi passo da dei periodi di insonnia a dei periodi di ipersonnia.
Così ho iniziato anche a perdere la memoria, veri vuoti di memoria.
Dolori fisici e forti mal di testa. Attacchi di panico ricorrenti.
Ho fatto i conti con l'istinto di sopravvivenza che più e più volte ha tradito le mie intenzioni.
Al di fuori dell'evidente distrazione e mancanza di memoria, non ho mai fatto trapelare niente. Niente di niente.
Tutto molto molto stancante, non più solo psicologicamente ma anche fisicamente.
Ho deciso dunque, di abbandonare me stessa, tutti i miei desideri e i miei obiettivi e di trasformarmi in un oggetto. Vivere per inerzia. Così ho messo da parte anche quello stato di sofferenza, ma ovviamente è riemersa, con i sensi di colpa per essermi permessa di vivere così: vivere senza essere nessuno.
Ho buttato i migliori anni della mia vita. Ho fatto dei danni a me stessa irreparabili e adesso sogno di scappare di casa e andare a vivere sotto ai ponti, nella speranza di uscire dal mio immobilismo. Magari in condizioni estreme riuscirò a prendere le redini di me stessa. Cosa suggerite?
Buongiorno, grazie per la sua domanda. Da quello che scrive, ha già preso in mano le redini di sé stessa. La sua richiesta di aiuto, dimostra già consapevolezza di quello che sta provando e le lascia intravedere che forse una soluzione esiste. Il dolore che porta nel suo scritto, la confusione riguardo i sensi di colpa, gli attacchi di panico, i conseguenti attacchi d'ansia, la bassa autostima, andrebbero analizzate e affrontate.
Per questo il mio suggerimento è quello di continuare a "parlare di sé" sempre, magari con un professionista che la sappia ascoltare e che possa fornirgli gli strumenti giusti per uscire finalmente dal buco nero nel quale si sente di sprofondare.
Un augurio sincero.
2024 un disastro. Mio padre si ammala, inizio medicina finalmente, ma non riesco a concentrarmi per i tanti cambiamenti, sono lontano da casa, dalla mia famiglia e dalla mia ragazza. Questo già contribuisce a svuotarmi di quella positività per la quale avevo lottato, partendo da una condizione di pessimista perenne. Adesso, è arrivata veramente la bomba. La mia ragazza è un po’ particolare. In passato purtroppo praticava autolesionismo, aveva problemi con il cibo, fumava e odiava se stessa. Io dò tutto il merito a lei, ma da quando stava con me, ho cercato di farle apprezzare se stessa, di renderla felice. Ha smesso di farsi del male, ha iniziato a mangiare, ha messo peso, ha smesso di fumare ed era felice. Questi comportamenti a parer mio erano uno spettro della sua migliore amica. Di fatto, non hanno avuto buoni rapporti in questo periodo. Adesso che sono lontano, non posso starle vicino spesso e temevo che qualcosa sarebbe successo. Ha iniziato con le kiwi (sigaretta elettronica), e ora so che fuma regolarmente, di nascosto. Ha iniziato ad uscire con l’amica di nuovo, che porta con sé fidanzato e amici di esso. Uno di questi, ha accompagnato la mia ragazza a casa, le ha mandato richieste sui social alle quali lei ha ricambiato, e ci sarà probabilmente anche altro. Mi sono sentito tradito, le ho subito parlato, anche perché lei mi ha nascosto queste cose (non so se volutamente), e le ho sapute successivamente. Lei è molto gelosa e ho sempre rispettato il suo modo di essere evitando qualsiasi possibile fonte di preoccupazione, perciò da lei non me lo aspettavo. Non sono possessivo, ma vedere la persona che amo ricadere nel baratro fa male, fa male pensare che questa persona abbia degli interessi in lei e lei lo stia assecondando, sperando che non ci sia già stato qualcosa. Mi sento stupido, inetto e vuoto. Non so cosa fare, ho la tachicardia per tutto il giorno, mi sento male, ed è il periodo peggiore mai vissuto fino ad ora in questa relazione. Ultima nota, spesso mi dice che non faccio abbastanza nella relazione, ma io ho messo tutto da parte per lei, e ho fatto i salti mortali. Si lamenta delle mie ansie, ma poi mi da motivo di averne. Mi scuso per essermi dilungato, spero di ricevere un consiglio su come gestire questa situazione, e poi successivamente inizierò un percorso con uno di voi, grazie.
Ciao, mi dispiace leggere di questo tuo momento di difficoltà. E' stato indubbiamente un anno difficile e doloroso per te e questo traspare molto anche dalle tue parole. Non è facile avere il controllo su tutto. Capisco anche la tua delusione riguardo l'aver lottato per aiutare la tua ragazza ad uscire da un periodo complicato. Ma sei sicuro che lei lo volesse veramente? Ti descrivi come pessimista perenne e forse sarebbe da iniziare a capire proprio da qui. Il tuo sentirti stupido, inetto e vuoto descrive un ragazzo che
sembra aver perso di vista sé stesso e forse aver dedicato troppo tempo ed energie ad altri. Mi sento di dirti che la cosa più difficile nella vita è aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato e che se le cose stanno in un certo modo, non è a causa tua. Il mio consiglio è quello di prendere in considerazione la possibilità di parlarne meglio con un professionista che possa aiutarti anche ad alleviare questo senso di ansia e di responsabilità che ti sta soffocando. Spero di esserti stato di aiuto. Cordiali saluti
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