Salve dottori, per la terza volta a distanza di tempo mi sono svegliata durante la notte tremando. H
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Salve dottori, per la terza volta a distanza di tempo mi sono svegliata durante la notte tremando. Ho fatto analisi emocromo altri prelievi anche, il dottore da cui sto andando continua a dirmi che non ho nulla. Mi ha fatto fare anche risonanze sia cervicale che lombare ed erano perfette. Diciamo che sono quesì tre mesi che ho dolori diffusi. Tutto è iniziato con questo tremore e un dolore al braccio che mi hanno svegliata, poi la situazione è degenerata con dolori al petto vomito ecc. ma dalle analisi e dalla radiografia al torace e telecuore non è risultato nulla, quindi probabilmente c’è una componente ansiosa. Infatti la mia paura delle malattie ora è peggiorata ho paura di avere qualcosa che magari non ho, infatti ci sono giorni che sto benissimo e giorni in cui l’ansia torna e con essa i dolori. La mia paura è quando questi dolori mi tornano mentre sto più tranquilla. Sono abbastanza preoccupata infatti ho iniziato un percorso con una psicologa
Gentile signora, la fibromialgia ha una fortissima componente psicosomatica e per un trattamento adeguato è consigliabile una psicoterapia per l'ansia connessa e l'ipnosi clinica ericksoniana per imparare a generarsi stati di analgesia o anestesia per gestire i dolori cronici.
Ci pensi . Può contattare me o altri psicoterapeuti ipnotisti per iniziare un percorso di cura.
Cordiali saluti,
Dr. Davide Cinotti
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Salve. Le sue esperienze di risveglio notturno con tremori e dolori diffusi possono essere fonte di grande angoscia e incertezza.
È positivo che abbia intrapreso un percorso con una psicologa per esplorare e affrontare queste difficoltà. La componente ansiosa che lei stessa ha individuato potrebbe essere un fattore significativo nel manifestarsi dei sintomi che sta sperimentando. È comune che l'ansia e lo stress abbiano un impatto fisico sul nostro corpo, manifestandosi attraverso sintomi come tremori, dolori diffusi e sensazioni di malessere generale.
È incoraggiante notare che le sue analisi e i vari esami diagnostici non hanno evidenziato anomalie fisiche gravi. Questo suggerisce che i suoi sintomi potrebbero essere influenzati più da fattori emotivi e psicologici piuttosto che da cause organiche. Tuttavia, è comprensibile che la persistenza dei sintomi e la paura di avere una malattia possano alimentare ulteriormente la sua ansia, creando un circolo vizioso di preoccupazione e disagio.
Il lavoro con la sua psicologa potrebbe aiutarla a esplorare e comprendere meglio le radici delle sue paure e a sviluppare strategie efficaci per gestire l'ansia e il dolore associato. Potrebbe essere utile anche esplorare tecniche di rilassamento e mindfulness per calmare la mente e il corpo durante i momenti di stress e tensione.
È importante che continui a collaborare con i professionisti sanitari e a comunicare apertamente con il suo dottore riguardo ai suoi sintomi e alle sue preoccupazioni. Insieme, potete esplorare ulteriori opzioni di trattamento e monitorare attentamente la sua salute fisica e mentale.
Spero che il suo percorso con la psicologa le offra sostegno e orientamento mentre affronta questa fase. Se ha ulteriori domande o ha bisogno di ulteriore assistenza, non esiti a chiedere.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Camilla Persico
È positivo che abbia intrapreso un percorso con una psicologa per esplorare e affrontare queste difficoltà. La componente ansiosa che lei stessa ha individuato potrebbe essere un fattore significativo nel manifestarsi dei sintomi che sta sperimentando. È comune che l'ansia e lo stress abbiano un impatto fisico sul nostro corpo, manifestandosi attraverso sintomi come tremori, dolori diffusi e sensazioni di malessere generale.
È incoraggiante notare che le sue analisi e i vari esami diagnostici non hanno evidenziato anomalie fisiche gravi. Questo suggerisce che i suoi sintomi potrebbero essere influenzati più da fattori emotivi e psicologici piuttosto che da cause organiche. Tuttavia, è comprensibile che la persistenza dei sintomi e la paura di avere una malattia possano alimentare ulteriormente la sua ansia, creando un circolo vizioso di preoccupazione e disagio.
Il lavoro con la sua psicologa potrebbe aiutarla a esplorare e comprendere meglio le radici delle sue paure e a sviluppare strategie efficaci per gestire l'ansia e il dolore associato. Potrebbe essere utile anche esplorare tecniche di rilassamento e mindfulness per calmare la mente e il corpo durante i momenti di stress e tensione.
È importante che continui a collaborare con i professionisti sanitari e a comunicare apertamente con il suo dottore riguardo ai suoi sintomi e alle sue preoccupazioni. Insieme, potete esplorare ulteriori opzioni di trattamento e monitorare attentamente la sua salute fisica e mentale.
Spero che il suo percorso con la psicologa le offra sostegno e orientamento mentre affronta questa fase. Se ha ulteriori domande o ha bisogno di ulteriore assistenza, non esiti a chiedere.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Camilla Persico
Gentile signora ha fatto benissimo ad effettuare, in primis, tutti gli esami medici e gli accertamenti strumentali su riportati. Per rispondere alla sua domanda sulla probabile origine ansiosa, occorre innanzitutto effettuare una visita, detta, psicodiagnostica. In breve, viene condotto: un colloquio per raccogliere informazioni anagrafiche, storia medica ed eventi di vita (normativi e paranormativi come ad esempio traumi vissuti), poi, viene somministrata un'intervista clinica e dei test psicologici. Alla fine, l'impressione clinica e il dato testistico permettono di formulare l'ipotesi diagnostica più probabile al suo caso specifico (prendendo in considerazione tutte le ipotesi possibili ...e non solo l'ansia!). Attraverso l'indagine psicodiagnostica- che sicuramente farà con la collega- è possibile individuare le opzioni trattamentali più adatte e più efficaci. Le auguro di risolvere al più presto e colgo l'occasione per inviarle i miei più cari saluti. AB
Salve, come lei giustamente ha agito, la cosa migliore è sempre escludere una patologia organica o lesione, per cui il fatto che non ci siano problematiche a livello organico, osseo, muscolare o articolare, da un lato è un sollievo nonchè una prima diagnosi differenziale. Se lei, in effetti, avverte che si tratti di una moderata quota d'ansia che le provoca tali dolori, è giusto certamente intervenire. Anche perchè l'ansia, quando diventa patologica, trova sempre un canale con il quale farsi sentire, e nel suo caso lo fa tramite i dolori articolari e muscolari. Auspicabile sarebbe un un buon percorso psicoterapico affinchè si inizi a rivalutare anche l'ansia come una sorta di campanello d'allarme della nostra mente e del nostro corpo, la quale più che esserci avversa, ci avvisa che qualcosa non va, che qualcosa deve cambiare, che così non si può più andare avanti. Utili anche esami psicodiagnostici per conoscere l'entità dell'ansia e un quadro completo della personalità e del suo funzionamento, di modo da indirizzare anche la psicoterapia al meglio, e se eventualmente fosse in futuro necessario, consulti anche uno psichiatra. Ma, mi raccomando, la psicoterapia è fondamentale affinchè lei possa godere di benefici permanenti nella sua vita.
Cordialmente.
Dott.ssa Daniela Musto
Cordialmente.
Dott.ssa Daniela Musto
Buonasera. I sintomi che descrive, combinati con l'assenza di riscontri clinici, suggeriscono che l'ansia potrebbe giocare un ruolo significativo. Potrebbe essere utile esplorare una terapia breve strategica focalizzata sulla gestione dell'ansia e sulla riduzione dei sintomi fisici. Inoltre, potrebbe considerare tecniche di rilassamento e mindfulness per affrontare meglio i momenti di paura. Continuare il percorso con la psicologa è positivo; potrebbe discutere con lei queste strategie e valutare eventuali aggiustamenti nella terapia.
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Gentile,
Mi dispiace molto sentire dei suoi sintomi e capisco quanto possa essere preoccupante. È positivo che abbia già iniziato un percorso con una psicologa, poiché l'ansia può manifestarsi in modi fisici molto reali e influenzare il benessere generale.
Il fatto che le analisi mediche non abbiano rilevato nulla di anomalo è rassicurante, ma non diminuisce la realtà dei suoi sintomi. È possibile che l'ansia stia giocando un ruolo significativo nel suo malessere. Continuare il percorso con la psicologa può aiutarla a gestire meglio l'ansia e a trovare strategie per affrontare i sintomi fisici.
Nel frattempo, potrebbe essere utile praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga, che possono aiutare a ridurre l'ansia e migliorare il benessere fisico. Anche mantenere una routine regolare di sonno e attività fisica può contribuire a migliorare la sua situazione.
Se ha bisogno di ulteriori consigli o supporto, sono disponibile per una consulenza, sia online che in presenza. Insieme possiamo lavorare per comprendere meglio la sua situazione e trovare strategie per migliorare la sua qualità di vita. Resto a sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o supporto.
Un caro saluto,
Dott. Ivan De Lucia
Mi dispiace molto sentire dei suoi sintomi e capisco quanto possa essere preoccupante. È positivo che abbia già iniziato un percorso con una psicologa, poiché l'ansia può manifestarsi in modi fisici molto reali e influenzare il benessere generale.
Il fatto che le analisi mediche non abbiano rilevato nulla di anomalo è rassicurante, ma non diminuisce la realtà dei suoi sintomi. È possibile che l'ansia stia giocando un ruolo significativo nel suo malessere. Continuare il percorso con la psicologa può aiutarla a gestire meglio l'ansia e a trovare strategie per affrontare i sintomi fisici.
Nel frattempo, potrebbe essere utile praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga, che possono aiutare a ridurre l'ansia e migliorare il benessere fisico. Anche mantenere una routine regolare di sonno e attività fisica può contribuire a migliorare la sua situazione.
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Un caro saluto,
Dott. Ivan De Lucia
Salve, ha fatto bene ad iniziare un percorso, quando dal punto di vista medico non si trova nulla è doveroso, se si tiene alla nostra salute, intraprendere un percorso psicoterapico. Ci vorrà tempo e fiducia nel terapeuta, ma i sintomi ansiogeni ed ipocondriaci si attenueranno piano piano e tornerò a condurre una vita serena. Un caro saluto.
Buongiorno, comprendo quanto questa situazione possa essere per lei difficile e faticosa. Ha fatto bene ad escludere cause organiche dei suoi disturbi e anche ad iniziare un percorso psicologico, con motivazione e costanza vedrà che la professionista la aiuterà ad eliminare o almeno diminuire tale sintomatologia. Se ne avesse la necessità sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Gentilissima, il tremore notturno, i dolori diffusi, il vomito, la sensazione di disagio al petto, alternati a momenti in cui si sente perfettamente bene, possono effettivamente essere compatibili con manifestazioni psicosomatiche legate a stati d’ansia o a una condizione di ipervigilanza corporea. In parole semplici, quando il corpo è sottoposto per lungo tempo a stress, o quando l’attenzione è fortemente rivolta ai segnali fisici per paura di una malattia, il sistema nervoso autonomo può restare in una modalità di allerta, producendo sintomi anche in assenza di una patologia organica. Questo non significa che “sia tutto nella sua testa”, ma piuttosto che il corpo e la mente stanno cercando un nuovo equilibrio e che il disagio si sta esprimendo attraverso il corpo.
Dal punto di vista adleriano, potremmo vedere questa sintomatologia come un'espressione di una difficoltà nell’affrontare una sfida evolutiva o un momento della vita in cui qualcosa dentro di sé sta cercando un cambiamento. A volte i sintomi arrivano proprio quando c’è bisogno di riorientare le proprie energie o di prendere coscienza di bisogni più profondi, che magari sono rimasti inascoltati per molto tempo. Non è raro, ad esempio, che sintomi fisici emergano quando una persona ha vissuto periodi di tensione prolungata o sente di dover mantenere un controllo costante su sé stessa e sul proprio ambiente.
Il fatto che alcuni sintomi tornino anche in momenti di apparente tranquillità può sembrare paradossale, ma è un fenomeno noto: quando finalmente il corpo si “rilassa”, può emergere ciò che era stato trattenuto sotto pressione, oppure la mente può iniziare a monitorare con maggiore attenzione i segnali corporei, aumentando involontariamente la sensibilità ai sintomi. Questo ciclo può rafforzare l’ansia e alimentare la paura delle malattie, portando a uno stato di ipocondria reattiva che ha basi molto reali, ma che si può affrontare con il giusto aiuto.
Le suggerisco, oltre al percorso psicologico che ha già avviato, di condividere con la sua terapeuta queste riflessioni e i timori legati al fatto che i sintomi arrivano “anche quando sto tranquilla”, perché possono essere punti chiave per il lavoro terapeutico. È importante che si senta accolta e non giudicata, e che possa esplorare in sicurezza il significato soggettivo di quello che le sta accadendo.
Le auguro di cuore un cammino di maggiore serenità e fiducia in sé stessa. Un cordiale saluto.
Dal punto di vista adleriano, potremmo vedere questa sintomatologia come un'espressione di una difficoltà nell’affrontare una sfida evolutiva o un momento della vita in cui qualcosa dentro di sé sta cercando un cambiamento. A volte i sintomi arrivano proprio quando c’è bisogno di riorientare le proprie energie o di prendere coscienza di bisogni più profondi, che magari sono rimasti inascoltati per molto tempo. Non è raro, ad esempio, che sintomi fisici emergano quando una persona ha vissuto periodi di tensione prolungata o sente di dover mantenere un controllo costante su sé stessa e sul proprio ambiente.
Il fatto che alcuni sintomi tornino anche in momenti di apparente tranquillità può sembrare paradossale, ma è un fenomeno noto: quando finalmente il corpo si “rilassa”, può emergere ciò che era stato trattenuto sotto pressione, oppure la mente può iniziare a monitorare con maggiore attenzione i segnali corporei, aumentando involontariamente la sensibilità ai sintomi. Questo ciclo può rafforzare l’ansia e alimentare la paura delle malattie, portando a uno stato di ipocondria reattiva che ha basi molto reali, ma che si può affrontare con il giusto aiuto.
Le suggerisco, oltre al percorso psicologico che ha già avviato, di condividere con la sua terapeuta queste riflessioni e i timori legati al fatto che i sintomi arrivano “anche quando sto tranquilla”, perché possono essere punti chiave per il lavoro terapeutico. È importante che si senta accolta e non giudicata, e che possa esplorare in sicurezza il significato soggettivo di quello che le sta accadendo.
Le auguro di cuore un cammino di maggiore serenità e fiducia in sé stessa. Un cordiale saluto.
Salve,
capisco bene la preoccupazione e la frustrazione che descrive. Quello che racconta è molto comune nelle persone che vivono un periodo di ansia intensa o ipocondria: il corpo può reagire con tremori, dolori muscolari diffusi, tensione, nausea o sensazioni al petto, anche quando tutti gli accertamenti medici risultano normali. Il fatto che lei abbia fatto analisi, risonanze e accertamenti cardiologici e polmonari e che tutto sia risultato nella norma è un segnale rassicurante: il corpo sta reagendo, ma non c’è una malattia organica in corso.
Questi sintomi possono essere letti come una risposta fisiologica all’ansia, che crea un circolo di attenzione e paura: il dolore o il tremore generano preoccupazione, la preoccupazione amplifica i sintomi, e così via. È del tutto naturale avere giorni in cui ci si sente bene e altri in cui l’ansia ritorna con maggiore intensità.
Il fatto che abbia iniziato un percorso con una psicologa è molto positivo. In un contesto psicoterapeutico si può:
Esplorare le radici dell’ansia e della paura delle malattie;
Imparare strategie di autoregolazione fisica ed emotiva, come tecniche di respirazione, rilassamento muscolare e mindfulness;
Lavorare sul ciclo di attenzione e interpretazione dei sintomi, riducendo il senso di allarme e la preoccupazione anticipatoria.
Può essere utile anche tenere un diario dei sintomi e degli stati emotivi, annotando quando compaiono i dolori, l’intensità e le circostanze. Questo aiuta sia lei sia la psicologa a comprendere meglio i trigger e a sviluppare strategie mirate.
È importante ricordare che non è colpa sua se i sintomi tornano, e che il percorso psicologico può davvero aiutare a ridurre l’intensità dei sintomi e migliorare la qualità della vita.
Un caro saluto, resto a disposizione per approfondire insieme
capisco bene la preoccupazione e la frustrazione che descrive. Quello che racconta è molto comune nelle persone che vivono un periodo di ansia intensa o ipocondria: il corpo può reagire con tremori, dolori muscolari diffusi, tensione, nausea o sensazioni al petto, anche quando tutti gli accertamenti medici risultano normali. Il fatto che lei abbia fatto analisi, risonanze e accertamenti cardiologici e polmonari e che tutto sia risultato nella norma è un segnale rassicurante: il corpo sta reagendo, ma non c’è una malattia organica in corso.
Questi sintomi possono essere letti come una risposta fisiologica all’ansia, che crea un circolo di attenzione e paura: il dolore o il tremore generano preoccupazione, la preoccupazione amplifica i sintomi, e così via. È del tutto naturale avere giorni in cui ci si sente bene e altri in cui l’ansia ritorna con maggiore intensità.
Il fatto che abbia iniziato un percorso con una psicologa è molto positivo. In un contesto psicoterapeutico si può:
Esplorare le radici dell’ansia e della paura delle malattie;
Imparare strategie di autoregolazione fisica ed emotiva, come tecniche di respirazione, rilassamento muscolare e mindfulness;
Lavorare sul ciclo di attenzione e interpretazione dei sintomi, riducendo il senso di allarme e la preoccupazione anticipatoria.
Può essere utile anche tenere un diario dei sintomi e degli stati emotivi, annotando quando compaiono i dolori, l’intensità e le circostanze. Questo aiuta sia lei sia la psicologa a comprendere meglio i trigger e a sviluppare strategie mirate.
È importante ricordare che non è colpa sua se i sintomi tornano, e che il percorso psicologico può davvero aiutare a ridurre l’intensità dei sintomi e migliorare la qualità della vita.
Un caro saluto, resto a disposizione per approfondire insieme
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