Salve dottori, io soffro di disturbo ossessivo compusivo consistente e di tanti altri problemi inte
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Salve dottori,
io soffro di disturbo ossessivo compusivo consistente e di tanti altri problemi interiori.
Si sa che la terapia d'elezione è quella cognitivo comportamentale. A me è stata proposta all'Asl una terapia di tipo analitico. So anche che qualsiasi terapia, se si crea un buon rapporto con lo psicoterapeuta, può fare risultati.
Ma, onestamente, quante possibilità statisticamente ci sono che un doc consistente possa migliorare con una terapia che non sia cognitivo comportamentale?
Altre due domande:
Anche la terapia analitica contempla tecniche per aiutare a gestire le ossessioni e compulsioni?
Se ci si analizza, e si capiscono quindi i nodi irrisolti e si mette ordine all'interno, poi non dovrebbero automaticamente venire meno anche le ossessioni e compulsioni.
Grazie per l'attenzione
io soffro di disturbo ossessivo compusivo consistente e di tanti altri problemi interiori.
Si sa che la terapia d'elezione è quella cognitivo comportamentale. A me è stata proposta all'Asl una terapia di tipo analitico. So anche che qualsiasi terapia, se si crea un buon rapporto con lo psicoterapeuta, può fare risultati.
Ma, onestamente, quante possibilità statisticamente ci sono che un doc consistente possa migliorare con una terapia che non sia cognitivo comportamentale?
Altre due domande:
Anche la terapia analitica contempla tecniche per aiutare a gestire le ossessioni e compulsioni?
Se ci si analizza, e si capiscono quindi i nodi irrisolti e si mette ordine all'interno, poi non dovrebbero automaticamente venire meno anche le ossessioni e compulsioni.
Grazie per l'attenzione
Gentile utente,
il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una patologia complessa e, come giustamente sottolineato, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata il trattamento d'elezione sulla base di numerose evidenze scientifiche. Nello specifico, tecniche come l'Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) si sono dimostrate particolarmente efficaci per la gestione delle ossessioni e compulsioni.
Per quanto riguarda la terapia analitica, essa ha un approccio diverso. Il focus non è direttamente sulla modifica dei comportamenti e dei pensieri disfunzionali, ma sull'esplorazione delle radici profonde del disagio, come conflitti interiori o eventi passati non elaborati. Tuttavia, alcune tecniche di supporto alla gestione dei sintomi possono essere incluse, anche se non rappresentano il cuore del trattamento analitico.
Sul piano teorico, analizzare i "nodi irrisolti" e comprendere meglio il proprio mondo interiore potrebbe portare a un miglioramento globale, ma nel caso del DOC, le ossessioni e compulsioni non necessariamente scompaiono automaticamente senza un lavoro specifico su di esse. Ecco perché è importante personalizzare il trattamento in base alle necessità e agli obiettivi specifici della persona.
Statisticamente, la CBT presenta maggiori probabilità di successo nel trattamento del DOC, ma è vero che la qualità della relazione terapeutica e la motivazione personale giocano un ruolo cruciale, indipendentemente dall'approccio.
Detto ciò, il miglior percorso terapeutico è stato scelto valutando attentamente le necessità individuali, per cui sarebbe utile e consigliato approfondire queste tematiche rivolgendosi a uno specialista qualificato.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una patologia complessa e, come giustamente sottolineato, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata il trattamento d'elezione sulla base di numerose evidenze scientifiche. Nello specifico, tecniche come l'Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) si sono dimostrate particolarmente efficaci per la gestione delle ossessioni e compulsioni.
Per quanto riguarda la terapia analitica, essa ha un approccio diverso. Il focus non è direttamente sulla modifica dei comportamenti e dei pensieri disfunzionali, ma sull'esplorazione delle radici profonde del disagio, come conflitti interiori o eventi passati non elaborati. Tuttavia, alcune tecniche di supporto alla gestione dei sintomi possono essere incluse, anche se non rappresentano il cuore del trattamento analitico.
Sul piano teorico, analizzare i "nodi irrisolti" e comprendere meglio il proprio mondo interiore potrebbe portare a un miglioramento globale, ma nel caso del DOC, le ossessioni e compulsioni non necessariamente scompaiono automaticamente senza un lavoro specifico su di esse. Ecco perché è importante personalizzare il trattamento in base alle necessità e agli obiettivi specifici della persona.
Statisticamente, la CBT presenta maggiori probabilità di successo nel trattamento del DOC, ma è vero che la qualità della relazione terapeutica e la motivazione personale giocano un ruolo cruciale, indipendentemente dall'approccio.
Detto ciò, il miglior percorso terapeutico è stato scelto valutando attentamente le necessità individuali, per cui sarebbe utile e consigliato approfondire queste tematiche rivolgendosi a uno specialista qualificato.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Silvia Parisi
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Gentile utente, la sua perplessità e le sue domande sono comprensibili e sensate. Per quanto la terapia d'elezione, secondo la letteratura, si quella a stampo cognitivo comportamentale nulla toglie che altri approcci lavorando in modo diverso ma sempre con il medesimo fine e scopo, il benessere del paziente, non portino a esiti positivi. Il tema dell'allenza e fiducia verso la terapia qui svolge un ruolo. Non mi sento di dare percentuali o statistiche poichè dal mio punto di sta l'esito di una terapia è multifattoriale. Inoltre i pensieri sono solo pensieri, e le compulsioni sono strategie per gestire e colmare ciò che l'ossessione accende nell'individuo. Comprendere l'orgine, in senso, la natura ed il significato di queste è parte del lavoro terapeutico a prescindere che venga svolto in chiave cognitiva comportamentale o in qualsiasi altro approccio. Provi a fidarsi ed affidarsi alla/al collega che le è stata seguendo. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera gentile utente, vedo che si è informato su i vari approcci della psicoterapia, se posso esserLe utile sono una psicoterapeuta con approccio fenomenologico. Valuti anche questa possibilità, oltre a trovare la giusta sintonia con il giusto psicoterapeuta. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o informazioni mi può contattare tranquillamente. La saluto cordialmente, dssa Cristina Sinno
Personalmente non ritengo utile concentrare l'attenzione sul disturbo ossessivo compulsivo e combatterlo come il peggior nemico con le armi che sceglierai (analitiche, cognitivo comportamentali ecc). Una scuola differisce dall'altra per i criteri diagnostici, per le tecniche adottate, per la teoria su cui criteri e tecniche si fondano. Differisce anche per la relazione che si stabilisce tra terapeuta e paziente: non sono tutte uguali. Direi di guardare senza pregiudizio sia il disturbo, sia la scuola che dovrebbe occuparsi di liberartene. É una guerra e, in quanto tale, implica costi maggiori dei vantaggi. Sono certa che la vittoria sta nella pace e non nella guerra. Se si é sviluppato un disturbo che ti altera il funzionamento di vita, certamente il disturbo ti é nemico. Come in ogni guerra, però, si può vincere solo individuando e tenendo conto delle ragioni del nemico. Il disturbo e le tecniche di contrasto aperto al disturbo saranno sempre al centro dei tuoi pensieri e ogni ricaduta ti provocherà un senso di fallimento e di impotenza. Qualunque tipo di psicoterapia sceglierai dovrà indirizzarsi alle tue ragioni, a quella parte di te che ha bisogno del sintomo per colmare lacune o compensare esperienze che vanno elaborate in maniera nuova. Detta in soldoni, il mio consiglio é di distogliere l'attenzione dai disturbi, di attivarti per cercare la parte migliore di te che al momento é oscurata e nel frattempo di tollerarti con fiducia: i sintomi li dimenticherai man mano che troverai il tuo meglio.Parola di cognitivista. In bocca al lupo!
Ogni terapia ha i suoi strumenti d'elezione e le sue strategie, importante è un buon incontro tra paziente e analista. Chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo cerca di disciplinare il suo pensiero come le sue azioni, ma ha un tratto irriducibile a qualsiasi disciplina, e che sfugge ad ogni presa. Secondo lei una maggiore disciplina può essere la soluzione migliore? E' come chiedere ad una persona che è terrorizzata di uscire di casa, di rinforzare le serrature. Buona giornata
Gentile Amico o Amica,
ogni terapia ha una quota di efficacia, peraltro alta!
Per questo quando ci si chiede quale sia "la più efficace", occorre dimostrare di che la terapia che ci interessa è "più efficace" delle altre.
Per quanto sappiamo la terapia più efficace per il DOC è la cognitivo-comportamentale, quella meno efficace la analitica.
La terapia analitica non offre "tecniche" ai pazienti in nessun caso. Comprendere cosa ci ha spinto in primo luogo a sviluppare un sintomo non sempre significa eliminare il sintomo, perché questi possono diventare "autonomi". occorre quini anche comprendere come si mantengono ora i sintomi, e intervenire sulle cause che li mantengono (nel DOC tipicamente è un fortissimo senso di responsabilità, la convinzione che i pensieri siano azioni, spesso un forte senso di disgusto, e la convinzione che non si possa accettare nessun rischio).
con i migliori auguri,
dr. Ventura
ogni terapia ha una quota di efficacia, peraltro alta!
Per questo quando ci si chiede quale sia "la più efficace", occorre dimostrare di che la terapia che ci interessa è "più efficace" delle altre.
Per quanto sappiamo la terapia più efficace per il DOC è la cognitivo-comportamentale, quella meno efficace la analitica.
La terapia analitica non offre "tecniche" ai pazienti in nessun caso. Comprendere cosa ci ha spinto in primo luogo a sviluppare un sintomo non sempre significa eliminare il sintomo, perché questi possono diventare "autonomi". occorre quini anche comprendere come si mantengono ora i sintomi, e intervenire sulle cause che li mantengono (nel DOC tipicamente è un fortissimo senso di responsabilità, la convinzione che i pensieri siano azioni, spesso un forte senso di disgusto, e la convinzione che non si possa accettare nessun rischio).
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve, comprendo i suoi dubbi ma credo che per lei sia importante capire come si sente con il professionista a prescindere dall'orientamento psicoterapeutico.
L'importante è che si senta a suo agio e compreso dal professionista.
Buona giornata.
Dott. Fiori
L'importante è che si senta a suo agio e compreso dal professionista.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Non sono affatto d'accordo sulla diffusa convinzione che la terapia d'elezione per il disturbo ossessivo sia la terapia di tipo cognitivista. Personalmente, se un mio caro amico mi chiedesse un consiglio, in ogni caso lo indirizzerei verso una terapia analitica. Le ragioni di questa mia posizione sono tante, gliene do due. Innanzitutto le scuole di specializzazione di tipo psicoanalitico prevedono obbligatoriamente un lungo percorso di analisi personale dei propri allievi. La sola idea che un terapeuta inizi a vedere pazienti senza essere stato egli stesso a lungo un paziente mi spaventa. La seconda ragione è questa. Mettiamo che lei soffra di ansia sociale e quindi abbia paura di uscire in luoghi aperti. Un terapeuta cognitivo-comportamentale le insegnerebbe come affrontare progressivamente la paura, come procedere verso quella porta, come superarla step by step affinché lei possa tornare a godere della compagnia delle persone. Per un analista questo genere di trattamento è del tutto insoddifacente perché dà solo la sensazione al paziente di aver superato le proprie paure, invece le ha solo aggirate e alla prima occasione esse torneranno a farsi sentire, anche più forti di prima. Un analista non semplifica e non cerca scorciatoie ma configura i vissuti e le paure. Un analista sa che il disturbo non è il problema ma il segnale di un problema profondo. Se in un'auto si accende una spia sul cruscotto il terapeuta cognitivo-comportamentale si limita a spegnere quella spia, l'analista va a cercare dove si nasconde il problema. E il problema negli uomini si nasconde nel passato, nell'anima, nell'inconscio, nel non detto, nel dolore, nei genitori. Inutile illudersi di poter aiutare qualcuno tagliando via tutto questo. L'analista non cerca scorciatoie, ha fatto tanta analisi personale e c'è passato, sa come funziona il vero cambiamento. Non ha eluso la sfida. La terapia psicoanalitica è più lunga e più efficace perché non si fa carico solo del sintomo ma di tutta la persona, non riduce l'uomo a una macchina inceppata ma si addentra nelle sue pieghe, nei suoi sogni e lì scova le ragioni dell'ansia sociale. E' sbagliato impostare una terapia su tempi rapidi perché non è possibile sapere quale sarà la risposta dell'anima di quel paziente alla sfida esistenziale che lo attende. Io personalmente diffiderei di una terapia cognitivo-comportamentale anche solo perché non presuppone l'inconscio e perché non si preoccupa dei sogni.
Buongiorno, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Buonasera. È vero che la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è considerata il trattamento d'elezione per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), soprattutto grazie a tecniche come l'esposizione con prevenzione della risposta (ERP), che si sono dimostrate molto efficaci nel ridurre i sintomi.
Tuttavia, anche altre forme di terapia possono offrire beneficio, soprattutto se si instaura una buona relazione terapeutica.La terapia analitica non è specificamente orientata a ridurre i sintomi del DOC come la CBT, ma può essere utile per esplorare dinamiche profonde, i significati personali legati alle ossessioni e conflitti interni che potrebbero contribuire al disturbo. Statisticamente, però, i miglioramenti sono spesso più lenti rispetto alla CBT, e non sempre diretti sulla riduzione dei sintomi ossessivi e compulsivi.
Dunque, una terapia analitica può essere utile per lavorare sulle radici emotive e relazionali del suo malessere, ma potrebbe non essere altrettanto efficace quanto la CBT nel trattamento diretto dei sintomi del DOC. Se possibile, potrebbe valutare una terapia integrata che combini entrambi gli approcci, per affrontare sia i sintomi sia i significati più profondi del disturbo.
Un caro saluto.
Tuttavia, anche altre forme di terapia possono offrire beneficio, soprattutto se si instaura una buona relazione terapeutica.La terapia analitica non è specificamente orientata a ridurre i sintomi del DOC come la CBT, ma può essere utile per esplorare dinamiche profonde, i significati personali legati alle ossessioni e conflitti interni che potrebbero contribuire al disturbo. Statisticamente, però, i miglioramenti sono spesso più lenti rispetto alla CBT, e non sempre diretti sulla riduzione dei sintomi ossessivi e compulsivi.
Dunque, una terapia analitica può essere utile per lavorare sulle radici emotive e relazionali del suo malessere, ma potrebbe non essere altrettanto efficace quanto la CBT nel trattamento diretto dei sintomi del DOC. Se possibile, potrebbe valutare una terapia integrata che combini entrambi gli approcci, per affrontare sia i sintomi sia i significati più profondi del disturbo.
Un caro saluto.
Salve, sono vere entrambe le cose che lei ha scritto. La terapia cognitivo comportamentale è la modalità di elezione per il trattamento del DOC, ma ogni tipo di terapia che indaghi i nodi dell'esperienza personale puo' essere d'aiuto. La differenza è nella sistematicità dell'intervento che accompagna il paziente in modo maggiormente strutturato e fornisce strumenti pratici. Un saluto
Dott.ssa Paola Marinelli
Dott.ssa Paola Marinelli
Gentile utente, sinceramente non conosco statistiche a riguardo. Se lei pensa che una terapia cognitivo comportamentale sia quella più giusta per lei proceda pure, ma tenga presente che ci sono molteplici fattori che incidono sull'efficacia di un trattamento, fattori che non possono essere portati alla luce se non durante il percorso. Penso che sia essenziale comprendere il significato dei suoi pensieri, di dare loro voce. Quindi non si scoraggi e inizi un percorso, con la possibilità di cambiare se non si dovesse trovare bene. Poche scelte nella vita sono definitive.
Dott. Paolo Di San Diego
Dott. Paolo Di San Diego
Salve, la ringrazio per la sua domanda. La terapia analitica è un approccio psicoterapeutico che si concentra sull'esplorazione profonda della psiche, andando oltre la semplice gestione dei sintomi, come quelli legati a un disturbo ossessivo. Questo tipo di terapia mira a comprendere le radici più profonde dei conflitti interiori, o "nodi irrisolti", e attraverso questa comprensione è possibile favorire una remissione duratura dei sintomi, portando a un cambiamento significativo. Come ha giustamente sottolineato, l'obiettivo è lavorare sui temi fondamentali che alimentano il disturbo, per permettere una vera trasformazione. Spero di esserle stata d'aiuto,
Un caro saluto
Sofia Mameli, Psicologa, Psicoterapeuta
Un caro saluto
Sofia Mameli, Psicologa, Psicoterapeuta
Buongiorno, posto che qualsiasi approccio può essere in grado di affrontare un DOC (o almeno a lenirlo) devo avvisarla (e rassicurarla) che la CBT, la terapia cognitivo comportamentale, ha ampiamente dimostrato (con buona pace di tutti gli altri approcci) la sua alta efficacia nella terapia dei disturbi d'ansia, di cui il DOC fa parte. E' inoltre dimostrato quanto poco tempo sia necessario prima di avvertire benefici immediati, il tutto senza trascurare la complessità della persona e senza intervenire solo sui sintomi. Tutto ciò è assolutamente realizzabile a fronte di un incontrovertibile passo iniziale, che lei fa benissimo ad accennare, ossia la costruzione di una solida, fiduciosa ed incoraggiante alleanza terapeutica. Buona giornata
Salve, non esiste una risposta unica. Cerchi di capire se con il terapeuta dell'ASL c'è possibilità di costruire qualcosa di utile per lei perché ciò che conta sono le relazioni e non le etichette. Un saluto
La terapia psicoanalitica può essere efficace nel disturbo ossessivo compulsivo e ci sono delle ricerche scientifiche che lo dimostrano.
Le tecniche utilizzate e presenti sono di certo differenti rispetto a quelle della terapia cognitivo comportamentali, ma valide e, oltre al rapporto tra terapeuta e paziente, è importante indagare la storia di vita della persona, comprendere il significato soggettivo delle ossessioni e delle compulsioni e i "tanti problemi interiori" vanno visti, affrontati ed elaborati.
Per fare tutto questo e non fermarsi esclusivamente sul sintomo più evidente è necessario del tempo, ma è possibile farlo.
Le tecniche utilizzate e presenti sono di certo differenti rispetto a quelle della terapia cognitivo comportamentali, ma valide e, oltre al rapporto tra terapeuta e paziente, è importante indagare la storia di vita della persona, comprendere il significato soggettivo delle ossessioni e delle compulsioni e i "tanti problemi interiori" vanno visti, affrontati ed elaborati.
Per fare tutto questo e non fermarsi esclusivamente sul sintomo più evidente è necessario del tempo, ma è possibile farlo.
credo che la terapia veda sempre una relazione fra due individui.
se nasce condivisione e stima è questo importante non la disciplina.
le suggerisco di intraprendere un percorso dovrà sentirsi a proprio agio
e lavorare sul suo problema
se nasce condivisione e stima è questo importante non la disciplina.
le suggerisco di intraprendere un percorso dovrà sentirsi a proprio agio
e lavorare sul suo problema
buongiorno, la sua domanda intercetta un argomento dibattuto in letteratura e per il quale spesso c'é un pò di confusione anche nei mezzi di informazione.
Il DOC di cui lei accenna è affiancato, a suo dire, da altri problemi interiori: già questo mi farebbe propendere per suggerirle di affrontare i temi interiori, di cui il sintomo ossessivo compulsivo è un esito. A prescindere dall'orientamento teorico e dai trattamenti d'elezione o cosiddetti, è scientificamente dimostrato e non particolarmente rivedibile l'importanza della persona con cui svolge una terapia; ciò in parole povere lo tradurrei con l'idea che un/una buon/buona psicoterapeuta, con esperienza adeguata, un valido percorso di studi e formazione, ed una solida analisi personale alle spalle può aiutarla ad affrontare i suoi problemi e le sue sofferenze, pescando nel proprio orientamento teorico di riferimento ciò che serve a livello tecnico. Aggiungo che per deontologia professionale un professionista, come appena le ho descritto, qualora non sentisse di poterla aiutare, potrà però indirizzarla e aiutarla a trovare un percorso terapeutico più adeguato a lei.
In breve, per la sua seconda domanda, la psicoterapia psicodinamica ha tra i suoi obiettivi primari, ma non esclusivi anche la comprensione e la risoluzione del sintomo; forse lei si riferisce con il termine 'analitica' a psicoanalisi freudiana o junghiana? credo che il consiglio dei colleghi della ASL possa essere seguito, a maggior ragione se lei ha fiducia nel servizio che l'ha vista; può comunque, in alternativa, cercare autonomamente dei professionisti esperti nel trattamento dei DOC.
L'importante è, le direi, che lei possa accedere ad uno spazio di aiuto e di cura tempestivamente, per affrontare questi problemi e le sofferenze che le causano.
Cari saluti
Il DOC di cui lei accenna è affiancato, a suo dire, da altri problemi interiori: già questo mi farebbe propendere per suggerirle di affrontare i temi interiori, di cui il sintomo ossessivo compulsivo è un esito. A prescindere dall'orientamento teorico e dai trattamenti d'elezione o cosiddetti, è scientificamente dimostrato e non particolarmente rivedibile l'importanza della persona con cui svolge una terapia; ciò in parole povere lo tradurrei con l'idea che un/una buon/buona psicoterapeuta, con esperienza adeguata, un valido percorso di studi e formazione, ed una solida analisi personale alle spalle può aiutarla ad affrontare i suoi problemi e le sue sofferenze, pescando nel proprio orientamento teorico di riferimento ciò che serve a livello tecnico. Aggiungo che per deontologia professionale un professionista, come appena le ho descritto, qualora non sentisse di poterla aiutare, potrà però indirizzarla e aiutarla a trovare un percorso terapeutico più adeguato a lei.
In breve, per la sua seconda domanda, la psicoterapia psicodinamica ha tra i suoi obiettivi primari, ma non esclusivi anche la comprensione e la risoluzione del sintomo; forse lei si riferisce con il termine 'analitica' a psicoanalisi freudiana o junghiana? credo che il consiglio dei colleghi della ASL possa essere seguito, a maggior ragione se lei ha fiducia nel servizio che l'ha vista; può comunque, in alternativa, cercare autonomamente dei professionisti esperti nel trattamento dei DOC.
L'importante è, le direi, che lei possa accedere ad uno spazio di aiuto e di cura tempestivamente, per affrontare questi problemi e le sofferenze che le causano.
Cari saluti
Buonasera, i vari approcci in psicoterapia sono efficaci nel trattamento dei disturbi, anche se con metodologie differenti. Se già sta facendo una terapia analitica, potrebbe essere utile per lei parlare dei suoi dubbi sul trattamento con il suo terapeuta. Per quanto riguarda il Disturbo ossessivo compulsivo consistente, è consigliato associare alla psicoterapia una terapia farmacologia adeguata.
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