Quali sono le conseguenze di punire un bambino da parte di adulti che reagisce quando viene bullizza

23 risposte
Quali sono le conseguenze di punire un bambino da parte di adulti che reagisce quando viene bullizzato da un gruppo ? Quel bambino crescerà con la paura di reagire e magari non imparerà a difendersi ? Come affrontare questo ?
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, innanzitutto la difese è qualcosa che non deve essere punita, va gestita e modulata in modo da mettere al sicuro il bambino. Il bambino non può e non deve essere lasciato solo nel difendersi. Devono essere coinvolti gli adulti del contesto, insegnanti e genitori degli altri bambini coinvolti per capire e mettere in atto la strategia giusta per porre fine alla situazione.
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Innanzitutto mi dispiace molto per quel bambino che oltre a essere bullizzato e umiliato viene anche punito per difendersi. Ritengo però che questa situazione sia molto più complessa se non possa essere sintetizzata in così poche righe pertanto ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Resto a disposizione, anche on-line. Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gent.ma immagino quanto si senta divisa e frastornata in questo momento avrei piacere di darle supporto.
Il bullismo può essere distinto in tre tipi diversi, fisico come picchiare, derubare oppure verbale come insultare, prendere in giro e infine indiretto ovvero escludere dal gruppo.
Il fenomeno del bullismo è complesso, poiché non si manifesta in un’unica forma e coinvolge spesso più figure.
il Bullo, cioè l’ideatore delle prepotenze, non sempre agite, che possono essere psicologiche, fisiche o verbali. I gregari, cioè coloro che partecipano alle prepotenze sotto la guida del bullo, i Sostenitori, cioè quanti non partecipano direttamente, ma sostengono e incitano e gli Astanti ovvero
spettatori neutrali o i difensori della vittima, coloro che rischiano e vanno contro corrente.
Infine suo figlio, cioè chi subisce il bullismo e che si distingue in passivo, che tende a subire le prepotenze senza reagire o provocatrice, che ingaggia il bullo stuzzicandolo finché quest’ultimo non agisce con prepotenza e reagisce.
La violenza che viene esercitata nel bullismo è spesso una modalità di comunicazione e di relazione che conferisce una identità.
Per avere una visione più approfondita di questo fenomeno ritengo sia importante conoscere più in profondità i protagonisti coinvolti: il Bullo e la Vittima. Sono entrambi dotati di identità, che può essere compresa solo prendendola in considerazione come multifattoriale, in evoluzione continua e orientata a generare un progetto di vita.
Nella mia esperienza a contatto con adolescenti ritengo che ciò che caratterizza il Bullo Persecutore e la Vittima è l’oscillazione tra onnipotenza ed impotenza. Entrambi i protagonisti sono insicuri: mentre il Bullo tende a mascherare la sua non okness con una falsa okness che esprime agendo le prepotenze; la vittima tende a mantenersi in una posizione di non okness e di impotenza di fronte alle prepotenze subite.
Questo stile relazionale viene appreso nei primi anni di vita, periodo in cui il bambino non ricevendo risposte positive ai propri bisogni genuini, si adatta alle richieste ambientali esprimendo i propri bisogni in modo contraffatto. Il modo di relazionarsi e le posizioni esistenziali del bullo e della vittima sono sostenuti da emozioni sostitutive.
Per quanto riguarda il Bullo, il sentimento dominante è la rabbia, che sostituisce vissuti di paura e di tristezza. Per la Vittima, il sentimento prevalente è la paura, che sostituisce i sentimenti genuini di rabbia e tristezza che favorirebbero una reazione sana alle prepotenze subite. Quindi sia la Vittima sia il Bullo hanno bisogno di essere ascoltati e compresi. Perciò, ascolta tuo figlio e cerca di dare spazio a ciò che prova, senza giudizio e senza rifugiarti subito in ricette su ciò che dovrebbe fare.
Credi a ciò che ti dice, restando comunque consapevole che potrebbe non essere tutta la verità. Mantieni alta la sua autostima e fa’ in modo che creda in sé stesso; rassicuralo spiegandogli che non è una colpa essere vittima o reagire; fa’ sentire a tuo figlio che ciò che ti racconta per te vale ed è importante.
Coinvolgi la scuola, segnala il disagio o i sospetti a un docente di fiducia, in modo che possa verificare o intervenire; prima, però, parlane con tuo figlio e coinvolgilo nella decisione.
Sperando di essere stata esaustiva resto a disposizione qualora volesse.
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Dott.ssa Anna Russo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Caro utente, sono ottime questioni che lei porta. Le risposte possono essere molte, e di vario genere. Tutto dipende dalla percezione del bambino, da come lui vive quella determinata situazione e sicuramente, essendo un bambino, gran parte sta in ciò che gli viene detto. Dalla spiegazione e dal significato che noi adulti diamo lui rispetto quella situazione. I bambini sono esseri puri, e come tutti hanno emozioni e pensieri, come noi adulti, anche loro hanno il diritto di dire ciò che pensano e sentono, comunicare le proprie ragioni.
Se le questioni che lei solleva sono specifiche per una situazione a lei personale, le consiglio di parlare con il bambino e spiegare che ci sono altre strategie per potersi difendere da un bullo piuttosto che reagire con la stessa modalità violenta.
Cordialmente, Dott.ssa Anna Russo
Dott.ssa Minerva Medina-Diaz
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve, la violenza su un bambino perpetrata dai propri genitori crea molti problemi nel bambino, provare paura dei propri genitori è una di quelle esperienze che più destabilizza psicologicamente un bambino, Quindi sicuramente non bisogna picchiarlo mai, ma è ancora peggio se dopo essere stato aggredito dai suoi coetanei viene anche aggredito a casa. Dovete ascoltarlo, capirlo, coinvolgere gli insegnanti se sono compagni di scuola per PROTEGGERLO.
Cordiali saluti,
Minerva Medina
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Gentile utente, essere vittime di bullismo è un evento che può lasciare segni di sofferenza personale e per tale motivo ricevere un sostegno psicologico può fare la differenza in termini di rielaborazione del trauma.
In questo caso, il ragazzo vittima di bullismo ha il diritto di contare sul sostegno degli adulti per lui di riferimento che li diano le corrette informazioni su come reagire durante episodi di prevaricazione. Una comunicazione autentica è indispensabile per far sentire il ragazzo compreso e non in colpa per quello che ha subito e per indicarli delle giuste mosse per modulare la rabbia o per rispondere alle angherie.
Le auguro buona serata
Dott.ssa Melania Filograna
Dott. Gabriele Scortichini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Melegnano
Buona sera, sempre difficile definire a priori le conseguenze. Potrebbe essere utile capire meglio cosa intende per bullismo e per punire, per poter capire meglio le sue paure e poterla aiutare con più puntualità.
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. A mio avviso non è possibile fornire una risposta completa alla sua domanda perché non esistono risposte automatiche a determinate situazioni, ma risposte personali in specifici momenti e contesti. Certamente, in linea generale, è importante per chi abbia subito bullismo, essere ascoltato, sostenuto e supportato in relazione a vari aspetti, tra cui la propria sicurezza personale fisica e psicologica. Se sentisse la necessità di voler approfondire la sua domanda potrebbe certamente rivolgersi ad un professionista. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Dott. Mauro Simonetti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente, purtroppo o per fortuna è impossibile poter prevedere gli effetti che avranno sugli adulti gli eventi che capitano da bambini.
Quello che è certo è questo a questo bambino sta capitando un evento, sta facendo esprienza che reagire non va bene. Questa esperienza (che immagino sarà ripetuta nel tempo) si potrebbe consolidare nel bambino e sicuramente contribuire al suo modo di vedere il mondo e di percepirsi, in che modo però non possiamo darlo per scontato, soprattutto se in positivo o in negativo.
Sarebbe sicuramente utile avere più informazioni sulla situazione (tipo di bullismo subito, tipo di reazione agita e tipo di punizione ricevuta per esempio) per poter formulare meglio delle ipotesi e un piano di intervento, senza i dettagli si può giustamente far solo un discorso generico in cui si può dire che il bambino andrebbe aiutato a capire come si sente e perchè si comporta in un certo modo, cosa che la punizione in sè non insegna. Avrebbe quindi valore soffermarsi col bambino su questi contenuti e aiutarlo a trovare soluzioni migliori al problema, come potrebbe essere l'intervento dell'adulto in primis trattandosi di bullismo.
Spero di essere stato utile, avesse ulteriori dubbi o piacere di approfondire il discorso mi scrivapure in chat.

Dottor Mauro Simonetti
Prof. Diego Polani
Psicologo, Psicoterapeuta
Nepi
Buongiorno ritengo che non sia facile rispondere senza conoscere bene il contesto e le azioni che provocano questa situazione di bullismo. In ogni caso è importante ascoltare con attenzione il bambino cercando di fargli capire che gli si è vicini. Se vuole sono a sua disposizione Diego Polani
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentile utente, è difficile rispondere alla sua domanda avendo così poche informazioni, che meriterebbero di essere approfondite. Si rivolga ad un terapeuta infantile se si sente preoccupato che possano esserci risvolti dal punto di vista psicofisico.
A disposizione
AV
Dott.ssa Carla Chierchia
Psicologo, Psicoterapeuta
Castellammare di Stabia
Gentilissimo, punire il bambino, perchè si difende non mi sembra per niente una strategia efficace. Il bambino sta portando il malessere di un contesto, in questo caso la scuola, non può essere lui, sicuramente, a risolverlo, ma è compito degli adulti. Ne parli con gli insegnanti ed insieme trovate delle soluzioni benefiche per tutti. Nelle scuole sono presenti gli psicologi che possono aiutare la classe attraverso l'educazione emotiva a fare squadra. Inoltre ascolti il suo bambino senza sminuirne emozioni e sensazioni, subire atti di bullismo è veramente umiliante e può minare la sua sicurezza e il suo sereno sviluppo. Un caro saluto
Dott.ssa Marina Costantini
Psicologo, Psicologo clinico
Colleferro
Buongiorno gentile utente, in generale, la punizione, provoca nel bambino un senso di mortificazione che non lo aiuta a crescere né a responsabilizzarlo, né a essere sicuro di sé. L’effetto che sortiscono è quasi sempre opposto a quello che si vorrebbe ottenere. Col metodo delle punizioni, inoltre, l'autostima del bambino si compromette, così come la fiducia nei confronti dell'adulto che dovrebbe invece accoglierlo e correggere eventuali situazioni stressanti. Per fare questo, quando anche gli adulti sono in difficoltà, occorre rivolgersi a una professionista che consigli i giusti metodi per gestire il bambino senza punirlo.
Dott.ssa Giulia Scalesse
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Arzano
Buonasera, non è semplice rispondere alla sua domanda. In qualità di chi chiede? Che ruolo ha lei per il bambino? Che ruolo hanno le persone che lo puniscono, e rispetto a cosa viene bullizzato? Si è provato a comunicare con il bambino, con le sue emozioni e sensazioni, con il suo essere bullizzato? Mi verrebbe da dire, con le poche informazioni presenti, che si tenterebbe di punire un bambino già vittima, piuttosto che accogliere il malessere relativo alla sua esperienza in gruppo
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Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao,

punire un bambino che reagisce quando viene bullizzato da un gruppo può avere conseguenze negative sia a breve che a lungo termine.

A breve termine, può portare a:

Aumento della paura e dell'ansia
Difficoltà a fidarsi degli adulti
Senso di vergogna e colpa
A lungo termine, può portare a:

Depressione
Ansia
Disturbi del sonno
Problemi di autostima
Difficoltà a instaurare relazioni
Comportamenti aggressivi
Inoltre, punire un bambino per aver reagito al bullismo può inviare il messaggio che non è giusto difendersi. Questo può portare il bambino a sentirsi ancora più impotente e vulnerabile.

Ecco alcuni consigli su come affrontare il bullismo:

Parlate con il bambino e ascoltatelo. Fategli sapere che non è solo e che lo credete.
Aiutatelo a sviluppare strategie per affrontare il bullismo. Insegnategli come gestire le emozioni negative e come difendersi in modo sano.
Intervenite se vedete che il bambino viene bullizzato. Parlate con i responsabili dell'istituto scolastico o con i genitori dei bulli.
Richiamato sostegno professionale se necessario. Se il bullismo è grave, può essere utile rivolgersi a un terapeuta.
È importante ricordare che il bullismo è un problema serio che può avere un impatto negativo sulla vita di un bambino. Punirlo per aver reagito non è la soluzione.
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, è una bellissima domanda e sarebbe altrettanto bello darle una risposta chiara e diretta ma dipende da tanti casi e fattori, in primis il bambino stesso, il suo carattere e modo di reagire.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Punire un bambino che reagisce al bullismo potrebbe rafforzare la sua percezione di impotenza e indebolire la sua autostima. Questa esperienza potrebbe inculcare timidezza o paura di difendersi. Per affrontare ciò, è essenziale ascoltare e sostenere il bambino, educando anche i bulli sulle conseguenze delle loro azioni. La consapevolezza e l'empatia sono fondamentali per un ambiente sicuro e accogliente. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Dott. Mattia Moraschini
Psicologo, Psicologo clinico
Fano
Buongiorno. Diciamo che la domanda è estremamente vaga e molto decontestualizzata per poterle dare una risposta. A grandissime linee posso dirle che l'ideale sarebbe provare a spezzare quello che è il circolo della violenza, in quanto, che vi sia un attacco o il difendersi attaccando si tratta sempre di violenza. Il mettere in punizione va specificato che non è fatto perchè il bambino ha sbagliato a reagire, ma perchè è sbagliata la reazione, in quanto abbiamo tanti modi molto più funzionali per poter reagire e vanno ricercati quelli.
Spero di poterle essere stato utile, cordialmente dottor Moraschini
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Punire un bambino che reagisce quando viene bullizzato da un gruppo può avere conseguenze psicologiche e comportamentali significative. In situazioni come questa, è importante comprendere il contesto e le motivazioni dietro la reazione del bambino, per poi affrontare il problema in modo costruttivo e protettivo. Ecco alcune delle possibili conseguenze e come affrontarle nel modo più efficace.

Possibili conseguenze di punire un bambino che reagisce al bullismo:
Paura di reagire: Se un bambino viene punito per aver reagito a un atto di bullismo, potrebbe sviluppare la paura di rispondere in futuro, temendo di essere nuovamente punito. Questo potrebbe portarlo a sentirsi impotente e frustrato di fronte a situazioni di bullismo, aumentando il senso di insicurezza e la vulnerabilità. Il bambino potrebbe iniziare a pensare che non ci sia un modo "giusto" di affrontare la situazione, e questo potrebbe impedirgli di sviluppare la capacità di difendersi in modo sano.

Bassa autostima e sfiducia: Punire un bambino che reagisce può farlo sentire inadeguato o sbagliato, anche se la sua reazione era una risposta naturale alla violenza psicologica o fisica subita. Questo potrebbe minare la sua autostima e la fiducia in sé stesso, facendo crescere la sensazione di non essere degno di rispetto o di protezione.

Apprendimento di modelli disfunzionali: Se il bambino è punito per aver reagito, potrebbe apprendere che non deve mai difendersi o esprimere le proprie emozioni in modo assertivo. Questo può portarlo a crescere senza aver sviluppato abilità adeguate di comunicazione assertiva e di gestione dei conflitti. Potrebbe anche sentirsi confuso su quando è appropriato "resistere" o "cedere" in una situazione difficile.

Possibile peggioramento della situazione di bullismo: Punire un bambino per aver reagito potrebbe anche mandare un messaggio errato agli altri (come i bulli o gli spettatori). Potrebbero interpretare la punizione come un incentivo a continuare con il comportamento di bullismo, visto che il bambino non avrà supporto o modi appropriati di difendersi.

Come affrontare questo problema in modo sano:
Supporto emotivo: Il primo passo fondamentale è che il bambino si senta supportato emotivamente. Quando un bambino subisce bullismo, deve sapere che non è colpa sua e che ha il diritto di sentirsi al sicuro. Gli adulti devono ascoltare senza giudicare e fornire uno spazio sicuro in cui il bambino può esprimere le proprie emozioni. È importante che non si colpevolizzi mai il bambino per aver reagito, ma piuttosto comprendere la sua reazione come un tentativo di proteggersi.

Insegnare la gestione dei conflitti e delle emozioni: È fondamentale insegnare al bambino come affrontare il bullismo in modo sano, magari anche con l'aiuto di professionisti come psicologi infantili. Aiutarlo a sviluppare abilità di problem solving, assertività e gestione delle emozioni gli permetterà di rispondere in modo appropriato senza ricorrere alla violenza o al silenzio. Ad esempio, gli si può insegnare a cercare aiuto da un adulto di riferimento, a chiedere sostegno ai compagni o a rispondere fermamente senza farsi coinvolgere emotivamente.

Modellare comportamenti positivi: Gli adulti devono fornire un buon modello di comportamento, mostrando come risolvere i conflitti in modo pacifico e assertivo. Le reazioni dei genitori o degli educatori di fronte al bullismo del bambino sono cruciali per insegnargli come reagire in modo sano. La punizione fisica o emotiva può solo peggiorare la situazione, mentre la promozione di comportamenti rispettosi e positivi aiuta il bambino a sentirsi più sicuro nel rispondere a situazioni difficili.

Creare un ambiente di supporto: Le scuole, le comunità e le famiglie devono essere ambienti sicuri e protettivi per tutti i bambini. Le istituzioni scolastiche, in particolare, devono promuovere politiche anti-bullismo e creare un sistema di supporto per gli studenti che subiscono o assistono al bullismo. Se un bambino è stato bullizzato, è importante che venga coinvolto un adulto di fiducia (insegnante, genitore, psicologo) per affrontare la situazione in modo aperto e non punitivo.

Riconoscere il bullismo come un problema serio: È importante che gli adulti riconoscano che il bullismo non è mai giustificabile. La responsabilità di risolvere la situazione non deve ricadere sul bambino, ma sugli adulti che hanno il compito di proteggere i minori e intervenire quando necessario. Proteggere il bambino non significa solo reprimere le sue reazioni, ma anche fornire gli strumenti per affrontare la situazione in modo sano e sicuro.

Conclusioni:
Punire un bambino che reagisce al bullismo rischia di invalidare la sua risposta naturale e lo può esporre a ulteriori difficoltà nel sviluppare una corretta gestione delle emozioni e dei conflitti. È fondamentale fornire supporto, educazione emotiva e pratiche di gestione del conflitto per aiutare il bambino a crescere sano, con la consapevolezza di avere il diritto di difendersi in modo assertivo senza sentirsi colpevole o paura di esprimere le proprie emozioni. Un ambiente di supporto, che comprenda il bullismo come un fenomeno serio e affrontato con strumenti adeguati, è essenziale per far sentire il bambino protetto e pronto a reagire in modo positivo.
Dott.ssa Ambra Assunta Caruso
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno, esistono diversi modi di reagire alle situazioni ed essendo tutti diversi non si può prevedere la risposta del bambino senza ulteriori approfondimenti. Le consiglio un percorso psicologico per gestire al meglio questa situazione.
Dott.ssa Fiammetta Gioia
Psicologo, Psicologo clinico
Mirano
Buongiorno, grazie della domanda molto importante e concreta.
Quando un bambino o un ragazzo viene bullizzato — cioè deriso, escluso, umiliato o aggredito ripetutamente, ecc — e arriva al punto di reagire, anche fisicamente, spesso lo fa perché si è sentito solo, impotente, non ascoltato dall adulto. In base alla eta' ci sono sicuramente delle differenze ma se viene punito per la sua reazione, si rischia di fargli passare un messaggio ambiguo.
“Difendersi è sbagliato.”“Meglio stare zitto.”“Nessuno capisce cosa sto vivendo, quindi tanto vale non parlare.”
E questo messaggio, purtroppo, può restare dentro per anni. Il rischio è che quel bambino cresca con la convinzione che non ha il diritto di dire no, che non può far valere i propri confini, che deve ingoiare ogni ingiustizia per evitare di “essere punito di nuovo” o che gli adulti di rifermento non sono affidabili in caso di pericolo perche' potrebbero arrabbiarsi con lui invece di aiutarlo a risolvere la situazione.
Questo non significa giustificare le reazioni, sopratutto se aggressive. Non significa dire che sia sempre giusto rispondere, magari con rabbia. Ma dobbiamo aiutare i ragazzi a distinguere tra la rabbia e il diritto alla difesa. Dobbiamo insegnare loro a dire “basta” in modo fermo ma sano. E per farlo, serve prima ascoltarli, comprenderli, e dare loro strumenti per difendersi senza essere aggressivi.
Gli serve imparare a difendersi certo, ma con gli strumenti e il supporto giusti.
In caso di bullismo tra minori bisogna essere certi che i bambini si fidino degli adulti tanto da andare a riferire gli eventi e cercare aiuto per risolvere la situazione con modalita' positive e riparative.
potete farvi consigliare dal personale scolastico specifico, da un pedagogista o altro professionista formato in questo ambito.
Saluti.

Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la sua domanda tocca un tema molto importante, che riguarda non solo il modo in cui gli adulti gestiscono i comportamenti dei bambini, ma anche come questi imparano a percepire se stessi, il proprio valore e il diritto di difendersi. Quando un bambino viene punito per aver reagito a un atto di bullismo, è facile che dentro di sé nasca confusione. Da una parte sente di aver subito un’ingiustizia e prova rabbia, paura o dolore; dall’altra riceve il messaggio che la sua reazione è sbagliata o inaccettabile. Questa ambiguità può portarlo, nel tempo, a interiorizzare l’idea che sia pericoloso esprimere ciò che prova o difendersi quando viene ferito. In situazioni come queste, il rischio non è tanto che il bambino “non impari a reagire”, ma che associ il reagire a qualcosa di colpevole, da evitare per non essere punito o giudicato. Può imparare, inconsciamente, a trattenersi, a mettere da parte le proprie emozioni o a sentirsi responsabile anche quando non lo è. Crescendo, questo può tradursi in difficoltà a porre dei limiti, nel timore di deludere gli altri o nel sentirsi in colpa ogni volta che prova a difendere se stesso. Per evitare che ciò accada, è importante che gli adulti riescano a distinguere tra la reazione impulsiva e la motivazione che c’è dietro. Un bambino che risponde a un’ingiustizia sta cercando, nel suo modo ancora immaturo, di ristabilire un senso di equilibrio e dignità. Punirlo senza riconoscere il suo vissuto rischia di invalidare il suo bisogno di protezione. Un approccio più costruttivo consiste nell’aiutarlo a comprendere come canalizzare la rabbia in modi più efficaci e sicuri, ma sempre partendo dal riconoscimento che il suo dolore è legittimo e che ha diritto a sentirsi rispettato. Affrontare tutto questo significa quindi educare all’autocontrollo senza soffocare l’autenticità emotiva. Significa insegnare che difendersi è giusto, ma che esistono modi per farlo che non feriscono né sé stessi né gli altri. E soprattutto, vuol dire far sentire al bambino che l’adulto è dalla sua parte, che lo comprende e che lo aiuterà a gestire la situazione, non che lo punirà per aver cercato di non subire. Quando un bambino cresce in un ambiente in cui si sente ascoltato e sostenuto, anche di fronte agli errori, impara a fidarsi delle proprie sensazioni, a distinguere la reazione impulsiva da quella assertiva, e a capire che può proteggersi senza per questo sentirsi sbagliato. È da questa base di fiducia e comprensione che nasce la vera capacità di difendersi, dentro e fuori. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

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