Mi è stato già detto di avere una ipersensibilità ma penso sia riduttivo, il mio problema è che soff
9
risposte
Mi è stato già detto di avere una ipersensibilità ma penso sia riduttivo, il mio problema è che soffro di sovraccarico sensoriale: suoni, luci, colori mi mandano in confusione mentale, ragion per cui, posti come supermercati e centri commerciali li evito sempre o devo essere munita di cuffiette e musica alta per sopravvivere.
Ho difficoltà a stare in gruppi con più persone perché mi sento sfinita mentalmente ad ascoltare cosa dicono e a guardare i loro movimenti ed espressioni.
Da più di 6 mesi ho iniziato a rifiutare cibi come il pesce e le uova perché solo l'odore di essi mi causa nausea e non devono essere presenti in tavola perché non riesco a mangiare, non posso spezzare il pane se troppo duro o pieno di farina perché mi viene da vomitare dai brividi che provo, non posso pulire pentole con spugne di ferro perché provo malessere fisico mentre le pulisco.
Non riesco a mangiare determinati cibi mischiati tra di loro perché alla vista e in bocca mi causano nausea e devono essere separati, ragion per cui determinati cibi con determinate consistenze non mi devono essere proposti per nessun motivo al mondo, questa cosa viene considerata dalla mia famiglia come una malattia mentale e mi sento veramente sminuita.
Ho seri problemi con gli orario nel senso che se qualcuno non rispetta l'orario dato da me, soprattutto persone che per me sono importanti, ho crisi di nervi perché se non è presente a quell'orario la giornata per me è rovinata secondo i piani che mi sono stabilita, ho imparato a "limare" questa cosa ma molto spesso provo fastidio anche se non lo do a vedere, questa cosa ovviamente per me è un po' scocciante perché penso di essere l'unica a prendersela così tanto, ma non sopporto quando la mia giornata organizzata perfettamente per orari deve essere alterata da ritardi o altro.
Ho una percezione troppo elevate degli stimoli, sento troppo il freddo e il caldo e le emozioni di più rispetto a chiunque mi circonda, mi è stato detto più volte da tante persone che sono strana, io che colpe ho ad essere così? Non ho idea.
Prima avevo molto spesso delle specie di "crisi" dove gridavo e piangevo se qualcosa mi sconvolgeva o se avevo discussioni perché durante esse provo un blocco fisico che mi non mi permette di fare uscire le parole dalla mia bocca e questo mi fa sentire impotente, divento muta e inizio a tremare e piangere.
Non riesco a guardare nessuno negli occhi tranne il mio ragazzo e questo mi ha resa oggetto di commenti e critiche continue sino ad essere considerata una persona falsa e bugiarda, non sopporto guardare qualcuno negli occhi mi causa stanchezza mentale e disagio emotivo, vorrei che le persone lo capissero per una volta.
Ho difficoltà a seguire le lezioni universitarie se ci sono troppi stimoli, molto spesso mi è capitato di dover uscire fuori dall'aula e andare in un posto riservato per piangere e sfogarmi perché mi sentivo sfinita: il professore che parla, le luci forti sugli occhi, i rumori delle casse dalle quali esce il suono.
Ho problemi con la fame, la sento in modo eccessivo rispetto a qualsiasi altro essere umano e questo mi fa sentire un alieno, se ho fame non posso aspettare devo mangiare o inizia a girarmi la testa e ho i sudori freddi (al momento non ho capito se è un problema fisico però), una cosa è sicura: se ho fame e devo fare altre attività vado in sovraccarico e rischio di avere una crisi di pianto.
Ho elencato forse i problemi maggiori che ricordo ora ma sono una pentola di mille problematiche come queste e sono stanca di sentirmi dire che sono strana o che mi devo comportare in modo educato quando io ho soltanto dei problemi che non so gestire neanche io. Che ne pensate? Cosa potrei fare?
Ho difficoltà a stare in gruppi con più persone perché mi sento sfinita mentalmente ad ascoltare cosa dicono e a guardare i loro movimenti ed espressioni.
Da più di 6 mesi ho iniziato a rifiutare cibi come il pesce e le uova perché solo l'odore di essi mi causa nausea e non devono essere presenti in tavola perché non riesco a mangiare, non posso spezzare il pane se troppo duro o pieno di farina perché mi viene da vomitare dai brividi che provo, non posso pulire pentole con spugne di ferro perché provo malessere fisico mentre le pulisco.
Non riesco a mangiare determinati cibi mischiati tra di loro perché alla vista e in bocca mi causano nausea e devono essere separati, ragion per cui determinati cibi con determinate consistenze non mi devono essere proposti per nessun motivo al mondo, questa cosa viene considerata dalla mia famiglia come una malattia mentale e mi sento veramente sminuita.
Ho seri problemi con gli orario nel senso che se qualcuno non rispetta l'orario dato da me, soprattutto persone che per me sono importanti, ho crisi di nervi perché se non è presente a quell'orario la giornata per me è rovinata secondo i piani che mi sono stabilita, ho imparato a "limare" questa cosa ma molto spesso provo fastidio anche se non lo do a vedere, questa cosa ovviamente per me è un po' scocciante perché penso di essere l'unica a prendersela così tanto, ma non sopporto quando la mia giornata organizzata perfettamente per orari deve essere alterata da ritardi o altro.
Ho una percezione troppo elevate degli stimoli, sento troppo il freddo e il caldo e le emozioni di più rispetto a chiunque mi circonda, mi è stato detto più volte da tante persone che sono strana, io che colpe ho ad essere così? Non ho idea.
Prima avevo molto spesso delle specie di "crisi" dove gridavo e piangevo se qualcosa mi sconvolgeva o se avevo discussioni perché durante esse provo un blocco fisico che mi non mi permette di fare uscire le parole dalla mia bocca e questo mi fa sentire impotente, divento muta e inizio a tremare e piangere.
Non riesco a guardare nessuno negli occhi tranne il mio ragazzo e questo mi ha resa oggetto di commenti e critiche continue sino ad essere considerata una persona falsa e bugiarda, non sopporto guardare qualcuno negli occhi mi causa stanchezza mentale e disagio emotivo, vorrei che le persone lo capissero per una volta.
Ho difficoltà a seguire le lezioni universitarie se ci sono troppi stimoli, molto spesso mi è capitato di dover uscire fuori dall'aula e andare in un posto riservato per piangere e sfogarmi perché mi sentivo sfinita: il professore che parla, le luci forti sugli occhi, i rumori delle casse dalle quali esce il suono.
Ho problemi con la fame, la sento in modo eccessivo rispetto a qualsiasi altro essere umano e questo mi fa sentire un alieno, se ho fame non posso aspettare devo mangiare o inizia a girarmi la testa e ho i sudori freddi (al momento non ho capito se è un problema fisico però), una cosa è sicura: se ho fame e devo fare altre attività vado in sovraccarico e rischio di avere una crisi di pianto.
Ho elencato forse i problemi maggiori che ricordo ora ma sono una pentola di mille problematiche come queste e sono stanca di sentirmi dire che sono strana o che mi devo comportare in modo educato quando io ho soltanto dei problemi che non so gestire neanche io. Che ne pensate? Cosa potrei fare?
Gentile, da ciò che scrive comprendo quanto questa situazione sia molto difficile per lei. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo per poterne parlare meglio in uno spazio non giudicante ed eventualmente iniziare un percorso.
Se vuole, io sono disponibile, anche online.
Saluti,
dott. Andrea de Lise
Se vuole, io sono disponibile, anche online.
Saluti,
dott. Andrea de Lise
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buonasera, mi spiace per la situazione che sta affrontando.
Le posso consigliare di consultare uno specialista Psicologo per poter trovare insieme delle soluzioni efficaci.
Se ha necessità di un consulto online, io sono disponibile.
Saluti
Le posso consigliare di consultare uno specialista Psicologo per poter trovare insieme delle soluzioni efficaci.
Se ha necessità di un consulto online, io sono disponibile.
Saluti
Buonasera, dev'essere molto frustrante ed emerge anche dalle poche righe che ha condiviso con noi. I colleghi le hanno dato dei suggerimenti validi, sicuramente già solo per quanto la stressa questa situazione potrebbe giovare dell'aiuto di un professionista che si metta a tavolino con lei per trovare delle risposte e fornirle degli strumenti validi per la gestione delle situazioni quotidiane. Mi viene anche in mente che (forse lo ha già fatto) dovrebbe in primis rivolgersi al suo medico di base per capire se è presente uno scompenso fisiologico che, nel caso, renderebbe inefficiente anche un percorso psicologico e la demotiverebbe.
Ovviamente anche io sono disponibile online, ma le consiglio di individuare un professionista che possa seguirla in presenza vicino alla sua zona.
Le auguro buona fortuna e spero di aver risposto alla sua domanda.
Ovviamente anche io sono disponibile online, ma le consiglio di individuare un professionista che possa seguirla in presenza vicino alla sua zona.
Le auguro buona fortuna e spero di aver risposto alla sua domanda.
Buonasera, da quanto scrive sembra che questa situazione per lei sia davvero intollerabile oltre che molto faticosa. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta in presenza nella sua zona in modo che possa fornirle degli strumenti emotivi ulteriori per gestire le tante situazioni che riporta.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Salve. Se sono già state fatte le analisi di rito (medico di base - medico specialista) alla luce di quello che scrive le consiglio di contattare un centro specializzato per le neurodivergenze. Al contempo le consiglio di seguire un percorso terapeutico di sostegno in modo da gestire il significativo disagio che avverte. Rimango a disposizione per chiarimenti, dritte e informazioni.
Saluti
Saluti
Salve,
Le consiglio di approfondire con analisi specialistiche sensoriali, oculista, otorino.. ed in seguito rivolgersi ad un centro per le neurodivergenze che potrebbe darle risposte e soluzioni soddisfacenti.
Cordiali saluti
Le consiglio di approfondire con analisi specialistiche sensoriali, oculista, otorino.. ed in seguito rivolgersi ad un centro per le neurodivergenze che potrebbe darle risposte e soluzioni soddisfacenti.
Cordiali saluti
Salve,
La sua descrizione suggerisce una serie di problematiche legate al sovraccarico sensoriale e alle difficoltà nella gestione degli stimoli ambientali e delle emozioni. La Terapia Breve Strategica potrebbe aiutarla a esplorare e gestire queste difficoltà in modo mirato e rapido, offrendo strumenti pratici per affrontare e ridurre l’impatto di questi problemi sulla sua vita quotidiana.
Per cominciare, potrebbe essere utile considerare una valutazione più approfondita con un professionista che possa aiutarla a comprendere meglio le sue reazioni e a sviluppare strategie per migliorare la sua qualità di vita. Inoltre, esplorare tecniche di gestione dello stress e dell'ansia, come la terapia cognitivo-comportamentale, potrebbe offrirle supporto concreto per affrontare e modificare le sue risposte agli stimoli e alle situazioni quotidiane.
Sono a sua disposizione per una consulenza, qualora desiderasse approfondire insieme queste tematiche e trovare soluzioni adatte alle sue esigenze.
Un caro saluto,
Dott. Michele Scala
La sua descrizione suggerisce una serie di problematiche legate al sovraccarico sensoriale e alle difficoltà nella gestione degli stimoli ambientali e delle emozioni. La Terapia Breve Strategica potrebbe aiutarla a esplorare e gestire queste difficoltà in modo mirato e rapido, offrendo strumenti pratici per affrontare e ridurre l’impatto di questi problemi sulla sua vita quotidiana.
Per cominciare, potrebbe essere utile considerare una valutazione più approfondita con un professionista che possa aiutarla a comprendere meglio le sue reazioni e a sviluppare strategie per migliorare la sua qualità di vita. Inoltre, esplorare tecniche di gestione dello stress e dell'ansia, come la terapia cognitivo-comportamentale, potrebbe offrirle supporto concreto per affrontare e modificare le sue risposte agli stimoli e alle situazioni quotidiane.
Sono a sua disposizione per una consulenza, qualora desiderasse approfondire insieme queste tematiche e trovare soluzioni adatte alle sue esigenze.
Un caro saluto,
Dott. Michele Scala
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 75 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Grazie per aver condiviso in modo così sincero e articolato la sua esperienza. Le sue parole mostrano una consapevolezza profonda di sé e un grande desiderio di comprendersi meglio, nonostante le difficoltà che incontra quotidianamente. Non è affatto “strana” come le è stato detto: è una persona con una sensibilità neurologica e sensoriale intensa, che merita di essere riconosciuta e compresa — prima di tutto in modo clinicamente corretto, poi umanamente rispettato.
Dal punto di vista neuropsicologico e psicoterapeutico, quanto descrive è coerente con un profilo di neurodivergenza sensoriale, in particolare con tratti riconducibili al disturbo da elaborazione sensoriale (SPD) o, in alcuni casi, a un possibile profilo dello spettro autistico ad alto funzionamento (autismo lieve o “invisibile”, non associato a disabilità intellettiva). Quest’ultimo è particolarmente sottodiagnosticato nelle donne, specialmente in chi ha strategie di mascheramento molto evolute (come nel suo caso, in cui ha imparato a "limare" o nascondere le reazioni per adattarsi). I segnali che meritano un approfondimento in questa direzione includono: sovraccarico sensoriale a stimoli visivi, uditivi, tattili e gustativi; difficoltà nelle interazioni sociali, soprattutto in contesti affollati o caotici; routine rigide e forte disagio emotivo quando sono alterate; iperreattività emotiva e somatica, con crisi di pianto e mutismo selettivo sotto stress; ipersensibilità interocettiva, come la fame percepita in modo acuto; difficoltà nel contatto oculare, spesso legate a un carico cognitivo ed emotivo eccessivo.
Tutti questi aspetti non sono “capricci”, né “carattere forte”, né semplici ansie. Sono manifestazioni neurologiche concrete, legate a un sistema nervoso che processa gli stimoli in modo amplificato. Per alcune persone è come vivere ogni giorno con un impianto sensoriale “senza filtri”, dove tutto arriva insieme e troppo forte. Questo ha un impatto reale sull’energia mentale, sull’equilibrio emotivo e sulla capacità di autoregolazione.
Ciò che può fare adesso — e le consiglierei caldamente di iniziare — è intraprendere una valutazione neuropsicologica completa con uno/una psicoterapeuta esperto/a in neurodivergenze, autismo e disturbi sensoriali, meglio se con esperienza anche nell’ambito universitario così da affrontare in modo pratico anche le difficoltà accademiche. La valutazione non è per “etichettare”, ma per capire con precisione quali sono le sue aree di forza, le difficoltà e quali strategie personalizzate può adottare.
In parallelo, se non l’ha già fatto, può iniziare un percorso di psicoterapia individuale che tenga conto del suo specifico stile sensoriale e cognitivo, senza tentare di cambiarla, ma aiutandola a costruire un modo di vivere che la protegga dallo stress e dal sovraccarico.
A livello pratico, può iniziare da queste piccole strategie (in attesa di un supporto clinico più mirato) come: creare ambienti a bassa stimolazione sensoriale (privilegiare luci soffuse, suoni neutri, pause frequenti, cuffie con suono rilassante o antirumore);
organizzazione strutturata ma flessibile della giornata, con spazi liberi tra un’attività e l’altra per “smaltire” il carico; strategie alimentari personalizzate, anche con l’aiuto di un* nutrizionista per trovare alimenti tollerabili e nutrire senza stress; uso di routine visive o scritte per pianificare le giornate.
Lei non ha colpe per essere così. È il mondo che spesso non è ancora pronto ad accogliere, riconoscere e valorizzare stili percettivi e cognitivi diversi. Ma può trovare il suo modo di stare al mondo, a partire da una narrazione che la rappresenti davvero.
Le auguro di potersi finalmente sentire riconosciuta, non “strana”, ma unica e degna di rispetto, così com’è.
Dal punto di vista neuropsicologico e psicoterapeutico, quanto descrive è coerente con un profilo di neurodivergenza sensoriale, in particolare con tratti riconducibili al disturbo da elaborazione sensoriale (SPD) o, in alcuni casi, a un possibile profilo dello spettro autistico ad alto funzionamento (autismo lieve o “invisibile”, non associato a disabilità intellettiva). Quest’ultimo è particolarmente sottodiagnosticato nelle donne, specialmente in chi ha strategie di mascheramento molto evolute (come nel suo caso, in cui ha imparato a "limare" o nascondere le reazioni per adattarsi). I segnali che meritano un approfondimento in questa direzione includono: sovraccarico sensoriale a stimoli visivi, uditivi, tattili e gustativi; difficoltà nelle interazioni sociali, soprattutto in contesti affollati o caotici; routine rigide e forte disagio emotivo quando sono alterate; iperreattività emotiva e somatica, con crisi di pianto e mutismo selettivo sotto stress; ipersensibilità interocettiva, come la fame percepita in modo acuto; difficoltà nel contatto oculare, spesso legate a un carico cognitivo ed emotivo eccessivo.
Tutti questi aspetti non sono “capricci”, né “carattere forte”, né semplici ansie. Sono manifestazioni neurologiche concrete, legate a un sistema nervoso che processa gli stimoli in modo amplificato. Per alcune persone è come vivere ogni giorno con un impianto sensoriale “senza filtri”, dove tutto arriva insieme e troppo forte. Questo ha un impatto reale sull’energia mentale, sull’equilibrio emotivo e sulla capacità di autoregolazione.
Ciò che può fare adesso — e le consiglierei caldamente di iniziare — è intraprendere una valutazione neuropsicologica completa con uno/una psicoterapeuta esperto/a in neurodivergenze, autismo e disturbi sensoriali, meglio se con esperienza anche nell’ambito universitario così da affrontare in modo pratico anche le difficoltà accademiche. La valutazione non è per “etichettare”, ma per capire con precisione quali sono le sue aree di forza, le difficoltà e quali strategie personalizzate può adottare.
In parallelo, se non l’ha già fatto, può iniziare un percorso di psicoterapia individuale che tenga conto del suo specifico stile sensoriale e cognitivo, senza tentare di cambiarla, ma aiutandola a costruire un modo di vivere che la protegga dallo stress e dal sovraccarico.
A livello pratico, può iniziare da queste piccole strategie (in attesa di un supporto clinico più mirato) come: creare ambienti a bassa stimolazione sensoriale (privilegiare luci soffuse, suoni neutri, pause frequenti, cuffie con suono rilassante o antirumore);
organizzazione strutturata ma flessibile della giornata, con spazi liberi tra un’attività e l’altra per “smaltire” il carico; strategie alimentari personalizzate, anche con l’aiuto di un* nutrizionista per trovare alimenti tollerabili e nutrire senza stress; uso di routine visive o scritte per pianificare le giornate.
Lei non ha colpe per essere così. È il mondo che spesso non è ancora pronto ad accogliere, riconoscere e valorizzare stili percettivi e cognitivi diversi. Ma può trovare il suo modo di stare al mondo, a partire da una narrazione che la rappresenti davvero.
Le auguro di potersi finalmente sentire riconosciuta, non “strana”, ma unica e degna di rispetto, così com’è.
Salve,
Quello che descrivi è un quadro molto complesso ma anche estremamente chiaro: la tua sensibilità sensoriale e la tua difficoltà a regolare gli stimoli, le emozioni e i cambiamenti di routine non sono “stranezze”, ma modalità autentiche con cui il tuo sistema nervoso reagisce al mondo. Non sei tu ad essere “sbagliata”: è l’ambiente intorno a te che, spesso troppo rumoroso, veloce e imprevedibile, diventa per il tuo cervello una fonte di stress continuo.
Dal punto di vista neuropsicologico, parliamo di una ipersensibilità sensoriale generalizzata, cioè una soglia percettiva molto bassa: i tuoi canali sensoriali – vista, udito, olfatto, tatto, gusto – si attivano in modo più intenso del normale e questo genera una risposta di sovraccarico. Il cervello, sommerso dagli stimoli, non riesce più a filtrarli o integrarli e reagisce come se fosse in allarme costante. È come vivere con il volume della realtà sempre al massimo, senza poterlo abbassare. Nei momenti di saturazione questo può portare a crisi di pianto, mutismo, tremori, bisogno urgente di isolarsi: non è un capriccio né una reazione “sproporzionata”, ma il segnale di un sistema nervoso che cerca di proteggersi.
Molte persone con un profilo simile al tuo – spesso definito come disturbo dell’elaborazione sensoriale, oppure talvolta presente in quadri dello spettro autistico ad alto funzionamento o del neurodivergere sensoriale – raccontano esperienze quasi identiche alle tue: la difficoltà a sopportare suoni forti, luci artificiali, odori, consistenze dei cibi, la necessità di prevedibilità negli orari, il disagio nello sguardo diretto, la sensazione di “bruciare di emozioni” in presenza di troppi stimoli sociali o affettivi. Non significa per forza che tu debba avere una diagnosi di tipo autistico o altro, ma che il tuo cervello elabora le informazioni in un modo diverso rispetto alla media, e questo va riconosciuto e gestito con strumenti adeguati, non giudicato.
Il fatto che tu riesca a descrivere tutto con questa lucidità è già una grande risorsa. Da un punto di vista clinico, sarebbe utile che tu potessi fare una valutazione neuropsicologica e sensoriale approfondita, con un professionista esperto in neurodivergenze e regolazione sensoriale. Questo permetterebbe di capire con precisione quali canali percettivi sono più vulnerabili e quali strategie individuali puoi usare per ridurre il sovraccarico. Ci sono percorsi terapeutici molto concreti che uniscono training di desensibilizzazione graduale, tecniche di autoregolazione corporea (respirazione, grounding, stimolazioni tattili calmanti) e un lavoro psicologico sul senso di sé e sull’autostima, che spesso è ferita da anni di incomprensioni e giudizi da parte degli altri.
Nel frattempo, puoi continuare a proteggerti dagli stimoli in modo intelligente, come già fai con le cuffie, scegliendo ambienti più tranquilli e routine prevedibili. Non è evitamento, è cura di sé. Ciò che forse può aiutarti ancora di più è imparare a spiegare agli altri, con parole semplici ma ferme, che la tua sensibilità non è un difetto ma una caratteristica neurologica, e che il rispetto dei tuoi tempi e spazi è una forma di rispetto per la tua salute.
Il tuo cervello non è fragile, è solo più fine, più ricettivo, e ha bisogno di un equilibrio diverso per funzionare bene. L’obiettivo della terapia non è “normalizzarti”, ma insegnarti a gestire e valorizzare questa sensibilità in modo che diventi una risorsa e non un limite.
Saluti
Quello che descrivi è un quadro molto complesso ma anche estremamente chiaro: la tua sensibilità sensoriale e la tua difficoltà a regolare gli stimoli, le emozioni e i cambiamenti di routine non sono “stranezze”, ma modalità autentiche con cui il tuo sistema nervoso reagisce al mondo. Non sei tu ad essere “sbagliata”: è l’ambiente intorno a te che, spesso troppo rumoroso, veloce e imprevedibile, diventa per il tuo cervello una fonte di stress continuo.
Dal punto di vista neuropsicologico, parliamo di una ipersensibilità sensoriale generalizzata, cioè una soglia percettiva molto bassa: i tuoi canali sensoriali – vista, udito, olfatto, tatto, gusto – si attivano in modo più intenso del normale e questo genera una risposta di sovraccarico. Il cervello, sommerso dagli stimoli, non riesce più a filtrarli o integrarli e reagisce come se fosse in allarme costante. È come vivere con il volume della realtà sempre al massimo, senza poterlo abbassare. Nei momenti di saturazione questo può portare a crisi di pianto, mutismo, tremori, bisogno urgente di isolarsi: non è un capriccio né una reazione “sproporzionata”, ma il segnale di un sistema nervoso che cerca di proteggersi.
Molte persone con un profilo simile al tuo – spesso definito come disturbo dell’elaborazione sensoriale, oppure talvolta presente in quadri dello spettro autistico ad alto funzionamento o del neurodivergere sensoriale – raccontano esperienze quasi identiche alle tue: la difficoltà a sopportare suoni forti, luci artificiali, odori, consistenze dei cibi, la necessità di prevedibilità negli orari, il disagio nello sguardo diretto, la sensazione di “bruciare di emozioni” in presenza di troppi stimoli sociali o affettivi. Non significa per forza che tu debba avere una diagnosi di tipo autistico o altro, ma che il tuo cervello elabora le informazioni in un modo diverso rispetto alla media, e questo va riconosciuto e gestito con strumenti adeguati, non giudicato.
Il fatto che tu riesca a descrivere tutto con questa lucidità è già una grande risorsa. Da un punto di vista clinico, sarebbe utile che tu potessi fare una valutazione neuropsicologica e sensoriale approfondita, con un professionista esperto in neurodivergenze e regolazione sensoriale. Questo permetterebbe di capire con precisione quali canali percettivi sono più vulnerabili e quali strategie individuali puoi usare per ridurre il sovraccarico. Ci sono percorsi terapeutici molto concreti che uniscono training di desensibilizzazione graduale, tecniche di autoregolazione corporea (respirazione, grounding, stimolazioni tattili calmanti) e un lavoro psicologico sul senso di sé e sull’autostima, che spesso è ferita da anni di incomprensioni e giudizi da parte degli altri.
Nel frattempo, puoi continuare a proteggerti dagli stimoli in modo intelligente, come già fai con le cuffie, scegliendo ambienti più tranquilli e routine prevedibili. Non è evitamento, è cura di sé. Ciò che forse può aiutarti ancora di più è imparare a spiegare agli altri, con parole semplici ma ferme, che la tua sensibilità non è un difetto ma una caratteristica neurologica, e che il rispetto dei tuoi tempi e spazi è una forma di rispetto per la tua salute.
Il tuo cervello non è fragile, è solo più fine, più ricettivo, e ha bisogno di un equilibrio diverso per funzionare bene. L’obiettivo della terapia non è “normalizzarti”, ma insegnarti a gestire e valorizzare questa sensibilità in modo che diventi una risorsa e non un limite.
Saluti
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.