Inizialmente la mia psicoterapeuta si dimostrava comprensiva, disponibile, sapeva ciò che faceva, do

19 risposte
Inizialmente la mia psicoterapeuta si dimostrava comprensiva, disponibile, sapeva ciò che faceva, dopo anni di terapia si sbarazza di me dicendomi di non sentirsi la giusta terapeuta (parole sue) per me....
E me lo vieni a dire dopo anni di sofferenza?
Dopo che sono diventata dipendente da te?
Che rabbia.....davvero....nonostante io le voglia bene mi fa rabbia, perchè per lei questi anni sono stati solo lavoro, guadagno e esperienza, per me sofferenza.....
Lei continuerà la sua vita in totale serenità...
Cosa gliene può fregare se sono viva o morta...
Mi ero fidata di lei, mi ero impegnata molto su questa cosa dato che non riesco ad essere me stessa con le persone (fa parte del mio problema), le ho raccontato ogni cosa, particolari di me di cui mi vergogno molto.......

Ho paura di incrociarla per strada, paura che possa far finta di non vedermi o conoscermi (una volta l'ha fatto e ne abbiamo pure discusso in terapia), paura che mi veda e non mi saluti o che mi saluti.....non so come reagirei, inizierei a stare male.....mi verrebbe da piangere.......

Sapere che lei non si crea i miei stessi problemi...mi fa rabbia.....
E lo so che non dovrei provare queste brutte emozioni....a volte vorrei non pensare a nulla, anestetizzare me stessa...
È tutto troppo, sì, troppo è la parola giusta.

Una volta le scrissi "Io sono una persona con dei sentimenti, non un giocattolo che se non si riesce ad aggiustare si delega ad un altro "centro d'assistenza".

Ma a quanto pare non importa a nessuno dei miei sentimenti, nè tantomeno se continuo a vivere...

Che tristezza che è la vita, non capisco come facciano le persone che stanno peggio di me a vedere ancora del buono. A volte mi convinco davvero che questo sia l'inferno e non la vita. Nella mia idea di vita la sofferenza e la cattiveria non esistono e chi dice che servano a qualcosa non sa di cosa parla.
Gentile Utente,
non conosco le ragioni che avrebbero portato la collega a chiudere la terapia, ma la delusione e il senso di abbandono che questa interruzione ha generato è limpido nelle sue parole. Purtroppo può accadere che per dinamiche piuttosto complesse, terapeuta e paziente non si scoprano buoni compagni di viaggio, ed in quel caso sarebbe anti-terapeutico continuare il percorso, anche se questo risulta faticoso da digerire. E' possibile che ciò non le sia stato spiegato con la dovuta chiarezza, o forse che stia faticando ad accettarlo, ma in ogni caso non faccia di questa solitudine una gabbia, e provi a dare un'altra chance alla psicoterapia, dove le code che derivano dal precedente percorso potranno essere discusse e riassorbite a beneficio del suo benessere. Un caro augurio di buona fortuna

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Gent utente, non credo che la sua terapeuta abbia vissuto bene questo distacco, in fin dei conti ha ammesso che l'alleanza terapeutica è venuta meno. Il lasciarla andare è stato molto onesto, dato che continuare non le avrebbe portato beneficio. Comprendo che vive questo come un abbandono, invece forse è per lei un'opportunità, trovare una strada diversa e progredire dato che nella precedente terapia vi era uno stallo poco produttivo. Le consiglio di cercare un altro terapeuta ed eventualmente discutere il senso di abbandono che prova. Resto a disposizione, cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Non entro nel merito di quanto accaduto con la sua psicoterapeuta. Non lo trovo opportuno. Ma credo davvero che lei abbia bisogno di un nuovo spazio di psicoterapia per elaborare quanto accaduto. La sofferenza e la delusione che descrive sono molto intense. Credo lei meriti davvero una altra possibilità per trovare una sua pacificazione e realizzazione di sé. Cari saluti
Gentile Signora a volte non si riesce a raggiungere la meta che si ha in mente e bisogna prenderne atto. Le ragioni possono essere molte. Una fra queste è che quella particolare alleanza fra il terapeuta ed il paziente non permetteva di raggiungere quello scopo. Non è facile definire i motivi di questi fatti ma a volte può accadere. I questi casi è una buona prassi affrontare anche questo tema e prendere una decisione su casa fare. In ogni caso tutti i rapporti psicoterapeutici devono avere una termine anche se il lavoro iniziato continua sempre dentro i pazienti. Da quello che scrive i suoi vissuti sono molto forti e legati ad idee che rimandano alla sofferenza. Può essere una buono possibilità chiedere un consulto ad un nuovo specialista e valutare con lui tutti i risvolti emotivi di questa situazione. Un cordiale saluto
Gentile utente,
credo che ciò su cui deve interrogarsi riguarda il valore che Lei attribuisce alla psicoterapia e se il percorso che ha affrontato Le sia stato utile ad approfondire la conoscenza di se stessa e dei meccanismi che regolano il suo vivere. Lo psicoterapeuta è uno strumento per rendere possibile tutto questo, non è il fine.
La relazione terapeutica ripropone schemi di relazione, fa parte del percorso. Mi sembra che il suo, sia ancora in corso.
Un saluto,
Salve, è difficile esprimersi clinicamente su quanto accade in un particolare percorso di terapia che coinvolge un paziente e un terapeuta perché quel che accade è specifico del singolo caso e dipende dalle caratteristiche del singolo paziente e del singolo terapeuta e dal loro incontro con le sue irripetibili caratteristiche. E' per questo motivo che alcuni pazienti riescono a lavorare meglio con alcuno terapeuti e non con altri. Questo non significa a mio parere che vi sia una "colpa" da parte del terapeuta o del paziente. Può significare che l'incontro innanzitutto in qualche modo non ha funzionato. Accade spesso in qualsiasi tipo di relazione, così in quella terapeutica. Anzi, nella relazione terapeutica tendono a ripetersi inciampi, difficoltà, questioni che riguardano le proprie relazioni in generale e che tendono a ripetersi. E' proprio questo in qualche modo che permette di isolarle e di analizzarle. Spero di essere stata utile nell'avere un'altra lettura di questo evento che sicutramente la sconvolta ma da cui può, superata la sofferenza dovuta al senso di abbandono, recuperare che le permetta casomai di affrontare un nuovo percorso con un nuovo senso di fiducia, qualora creda di averne bisogno. La saluto, M.M.
Gentile Utente, comprendo il suo dolore, ma da quello che riferisce é probabile che la sua terapeuta, abbia deciso di interrompere perché non si è più sentita efficace e d’aiuto. Immagino che non sia stato semplice nemmeno per lei comunicarle questa scelta. Penso che per lei sia importante ritrovare uno spazio terapeutico in cui poter riprendere il suo percorso, anche per elaborare la sofferenza che sta provando in questo momento.
Un cordiale saluto
Salve,
ora è il momento di imparare a elaborare un lutto importante; pieno di dolore, angoscia, aspettative, rabbie e chissà cos’altro
Le auguro di avere la forza di affidarsi a qualcuno per svolgere il lavoro interno che l’aspetta....
Le sue parole esprimono il dolore, la rabbia, la delusione perché obbligata a gestire una separazione dal terapeuta, figura di riferimento a cui Lei, giustamente, si era affidata per diverso tempo. Anche una relazione terapeutica può interrompersi qualora non ci siano più i presupposti di cura e di efficacia nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici. Comprendo le emozioni difficili emerse e il desiderio di eliminarle. Tuttavia il pianto e la rabbia hanno bisogno di un contesto sicuro in cui trovare espressione e contenimento. Il solo fatto che Lei abbia trovato il coraggio di scrivere questa mail mi fa pensare che, nonostante lo sconforto e l'abbattimento, ci sia una parte di Lei che cerca di stare bene e cerca un nuovo aiuto. Le auguro di tradurre in azione questa spinta al più presto contattando un nuovo terapeuta. I miei migliori auguri.
Gentile utente di mio dottore,

i percorsi di psicoterapia hanno una evoluzione imprevedibile. Bisognerebbe approfondire le ragioni per le quali il terapeuta ha ritenuto opportuno interrompere il processo psicoterapico. La inviterei a chiarire questo aspetto direttamente con lo specialista che l'ha seguita sino ad oggi, al fine di poter sgombrare dal campo ulteriore confusione. Nella speranza possa seguire l'indicazione fornitole.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Carissimo utente, quello che lei esprime chiaramente in queste poche ma intense righe trasmette una profonda tristezza mista a delusione e sfiducia; e le devo dire che per come lei sta vivendo questa separazione ha il pieno diritto di provare tutto ciò.
Non entro nel merito di quello che è successo con la sua terapeuta, perché non ero presente e non posso farlo.
Quello che mi sento di dirle è che, oltre a darsi il permesso di "sentire" potrebbe darsi anche il permesso di "esprimere".
Se la sente di parlarne con la sua terapeuta? Se la risposta è vicina ad un sì, lo faccia.
Parlare non solo le chiarirebbe le intenzioni, le emozioni e le visioni reali della sua terapeuta e quindi sgombrerebbe la sua mente da eventuali interpretazioni unilaterali, ma le permetterebbe di risolvere e quindi di non covare ulteriori sentimenti negativi su sé stessa e gli altri.
Lei ha il permesso e il dovere verso sé stessa di chiarire quello che l'ha ferita, con tutti!
Si dia valore lei per primo, dando importanza a questi pensieri e chiarendoli: potrebbe essere un buon modello per gli altri e per le future relazioni.
Per qualsiasi altra questione resto a completa disposizione.
Saluti
Dott.ssa Maila Serra
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Buongiorno
immagino quanto dolore e quanta rabbia ne abbia prodotto essere stata abbandonata dalla sua terapeuta. Io sono una psicoterapeuta che lavoro da trent'anni, e so quanto a volte possa essere difficile la relazione con i pazienti. Il paziente qualche volta pensa che il terapeuta non abbia emozioni, che faccia il proprio lavoro in modo asettico e professionale. Ma questo è impossibile, lo psicologo è prima di tutto una persona. Nella mia esperienza proprio i pazienti ai quali sono stata più legata emotivamente mi hanno messo più in difficoltà da un punto di vista umano; purtroppo nulla sappiamo del motivo che ha portato la sua psicoterapeuta alla decisione di farle una comunicazione così strano e apparentemente inappropriata. Forse questo periodo particolarmente difficile e stressante a causa del Covid può aver creato delle problematiche emotive nella psicologa che l'hanno portata ad interrompere la relazione con lei. Oppure potrebbe essere successo qualcosa fra voi due; sei così fosse è un peccato chiudere questo rapporto senza che lei sappia esattamente che cosa è accaduto.
Se non ha il coraggio di affrontarla direttamente a voce, scriva un'email; scrivere sicuramente è più facile, e forse anche rispondere potrebbe essere più facile per la collega. Potrebbe così comunicare alla psicologa quanto sia rimasta male e disorientata da questa inaspettata chiusura, e ricevere spiegazioni che magari potrebbero darle maggiore serenità. Provi a scrivere vedrà che si sentirà meglio .
Gentile utente, difficile spiegare su due piedi perché la sua terapeuta abbia interrotto così la relazione. Non le ha consigliato un collega più "appropriato" di lei a seguirla? Credo che in questo momento abbia bisogno di ricreare uno spazio suo in cui elaborare l'accaduto ed imparare a fidarsi nuovamente delle persone e che magari la aiuti anche a comunicare con lei per avere delle spiegazioni più chiare in merito.
Resto a disposizione.
Dott.ssa De Carlo
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
buongiorno, penso che la rabbia per il senso di abbandono e perdita che sta provando sia per lei un peso costante e mi dispiace; non posso certo esprimermi sulle ragioni per cui la terapia sia stata interrotta, forse la sua terapeuta ha riconosciuto che il lavoro fatto insieme era giunto al termine, che voi due insieme non potevate andare oltre. Forse questa scelta è stata fatta con rispetto e amorevolezza verso di lei proprio per non tenerla legata a tutti i costi ad un percorso che non poteva farla progredire oltre. Penso anche che visti i progressi fatti e viste le risorse che è stata in grado di attivare, potrebbe davvero considerare l'ipotesi di trovare un'altra terapeuta con cui poter affrontare un altro pezzo di viaggio, magari con cui parlare proprio di quello che le sta succedendo ora e di tutti quei sentimenti che le stanno recando tanta sofferenza.
Le mando un caro saluto
Buongiorno, la sua idea di vita senza sofferenza e senza cattiveria non è reale ma solamente un ideale a cui tendere consapevoli della precarietà dell'esistenza. Le emozioni che prova verso la sua terapeuta non vanno giudicate ma comprese. Il sentirsi abbandonata e provare rabbia e delusione sono emozioni giustificate che non devono paralizzarla. Se non riesce a proseguire da sola si trovi un altro terapeuta con cui affrontare ciò che non è stato possibile risolvere nella sua precedente esperienza.
Salve.
Comprendo la sua delusione e la sua rabbia. Sono sentimenti più che legittimi. Ma la sua terapeuta è stata onesta, si è resa conto di non essere più in grado di aiutarla e glielo ha comunicato chiaramente, per questo merita rispetto, anche per lei sarà stata una scelta sofferta ma ha deciso di scegliere la cosa migliore. Questo può aiutarla a capire quanto siamo tutti esseri umani, sia noi terapeuti, che voi. La psicoterapia è come un viaggio: lo psicoterapeuta deve accompagnare qualcuno da Palermo a Milano. All'inizio il viaggio procede bene ma, arrivati a Firenze, succede qualcosa, non si riesce a procedere. A quel punto si possono fare più scelte, le 2 più rilevanti sono:
1) girare intorno a Firenze cercando di capire cosa sta succedendo ma senza riuscire a procedere
2) dolorosamente, comunicare che non si è in grado di accompagnarlo a Milano, deve trovare qualcun altro che possa accompagnarlo fin lì.
Ma non si deve perdere di vista che il percorso da Palermo a Firenze è stato fatto, che resta solo il tratto da Firenze a Milano.
Le faccio i migliori auguri per il proseguimento del percorso.
Distinti saluti
Gentile utente, le sue parole mostrano chiaramente la sofferenza per il distacco, ma ancora di più per il fatto di non essere stata capita e supportata. Non mi sembra giusto che si lasci cadere, nel modo che lei racconta, una persona sofferente e che si era molto affidata. Come minimo bisognerebbe accompagnarla a questo distacco (quando ci si rende conto che è meglio non proseguire con la terapia) e anche aiutarla a trovare un altro professionista. Spero che in realtà la collega lo abbia fatto e che non sia stata semplicemente una comunicazione per cui lei si è trovata da un giorno all’altro senza nessun sostegno. Detto questo, sicuramente nella relazione terapeutica c’era qualcosa che proprio non andava, forse per la natura di questo legame. Questo qualcosa cosa potrebbe essere? Forse un legame troppo stretto, immaginario, dove non erano chiari i confini? Da ciò che dice si possono fare solo ipotesi. Bisognerebbe vedere che cosa è successo, quali sono i meccanismi inconsci che hanno prodotto ciò che è successo tra di voi per arrivare a questo punto. Le consiglio, se è ancora possibile, chiarire almeno alcuni punti con la psicoterapeuta in questione, e poi cercare un altro professionista col quale possa lavorare sui meccanismi inconsci che la portano a tanta sofferenza nelle relazioni. Resto a disposizione se desidera qualche chiarimento. Un caro saluto, dott. Valerio Mura
La delusione e il senso di abbandono sono percepibili nelle sue parole, così come il dolore per un ulteriore abbandono.
Posso capire la collega, che forse ha sentito una forte impasse nella vostra relazione (che invece ha funzionato in passato). Lei non la ha sentita? Sarebbe anti-terapeutico sia mantenere una relazione per anni (creando così una vera e propria dipendenza) sia mantenerla quando si comprende che il 'team' non sta funzionando e il miglioramento non si vede.
Ogni separazione fa male, la invito a considerarla come nuova e sopraggiunta opportunità di creare nuovi obiettivi di cambiamento ed esplorare nuove strade e nuovi modi di arrivarci. In bocca al lupo.

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