Il mio ragazzo ha 44 anni è stato operato a dicembre per un tumore al colon.con asportazione di part

22 risposte
Il mio ragazzo ha 44 anni è stato operato a dicembre per un tumore al colon.con asportazione di parte del colon e taglio in mezzo alla pancia. Spesso piange e non riesce più ad accettarsi. Problemi fisici non ha e può tornare alla vita che faceva prima. Ma lui non si accetta. Come posso. Aiutarlo?ho. . Già. Contattato uno psicologo. Ma vorrei sapere cosa potrei fare io personalmente per aiutarlo a superare questa situazione. Grazie
Buongiorno, da quello che scrive mi sembra che sia molto legata al suo ragazzo e che gli abbia fornito tutto il supporto possibile. E' molto difficile tollerare il senso di impotenza quando una persona che amiamo sta soffrendo. Il suo ragazzo, con l'aiuto che ha già richiesto, troverà il suo modo di affrontare la situazione. Da parte Sua quello che invece dovrà affrontare è la convivenza con l'idea di non poter cambiare le cose.

Un caro saluto,

mg

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Cara, quello che lei può fare è sostenere il compagno durante il percorso psicologico con empatia, comprensione e attesa. Un saluto
Gentile Utente, comprendo la difficoltà nello stare al suo posto, essere dalla parte di chi si prende cura non è affatto più semplice! Questo perché una diagnosi di cancro rappresenta un evento che irrompe bruscamente nella continuità esistenziale della persona e di tutta la sua famiglia.
Per prima cosa, la invito a riflettere sull'idea di accettazione: possiamo davvero accettare che la nostra vita di colpo possa cambiare senza aver in qualche modo voce in capitolo? Personalmente penso sia molto difficile... ma qui il punto non è tanto accettare o meno l'accaduto, quanto piuttosto tornare a VIVERE invece che sopravvivere. Il suo compagno sta facendo i conti non solo con la malattia, ma anche con una progettualità senz'altro diversa, con l'incertezza per il futuro, con un corpo che cambia portando i segni della sofferenza legata a quest'esperienza iscritti nella carne.
Il ritorno alla vita di sempre è senza dubbio un obiettivo condivisibile e auspicabile. Tuttavia il riappropriarsi appieno della propria esistenza è un percorso graduale, e non privo di ostacoli, il consiglio è solo uno in questi casi...gli dia tempo! Tempo per riposizionarsi secondo nuove possibilità e nuovi orizzonti di senso, maggiormente identitari alla luce della sua esperienza.
Spesso chi sta al suo posto si sente impotente, vorrebbe rendersi più utile, fare di più. In questo contesto credo che niente come essere presente, accogliere la sofferenza e i vissuti del suo compagno, condurre una vita quanto il più normale possibile possano aiutare il suo partner a sentirsi la persona che è sempre stata! In questa fase di riappropriazione di sé, avere momenti di tristezza è più che normale...in tal senso, un supporto psicologico con un professionista esperto in psiconcologia potrebbe sicuramente giovare al suo compagno per riprendere poco a poco in mano la sua via.
In quanto a lei, non si dimentichi di sé...ha altrettanto bisogno di uno spazio (che sia suo!) per affrontare al meglio i cambiamenti e le sfide che state attraversando, come coppia e come individui...un passo alla volta... A disposizione. In bocca al lupo. un saluto a entrambi!
dott.ssa A. Carpaneto
Gentile utente,
la sua storia mi ha colpito perché conosco benissimo la problematica. Chi viene operato al colon vive una serie di problematiche post operatorie importanti sia a livello fisico che psicologico. Ci vuole del tempo e il giusto supporto per poter ritornare ad una normalità. Le assicuro che tornerete a ridere, a parlare con serenità, a passeggiare, ad avere una vita normale, ci vuole solo il giusto tempo. Può starle accanto come faceva prima, rispettando i suoi tempi e cercando di trovare una nuova dimensione anche di coppia insieme a lui. La vita vi tornerà a sorridere ne sono certa.
Per qualsiasi problema può contattarmi.
Un caro saluto
Dott.ssa Lavinia Dilillo
Salve,
l'unica cosa che lei può fare è continuare a stargli vicino e a sostenerlo, qualora volesse il suo fidanzato intraprendere un percorso psicoterapeutico, magari con uno psiconcologo. La scelta spetta solo ed esclusivamente a lui, poi se tale situazione a lei risulta pesante ed ingestibile, allora è il caso che anche lei ne parli con un terapeuta per un sostegno.
Saluti.
Buonasera. Sono pienamente d'accordo con la collega, la giusta distanza, empatia e comprensione a tutto campo, sono i migliori strumenti a sua disposizione per stare vicino al suo compagno.

Un caro saluto

Massimiliano Trossello
Gentile utente, quello che sta facendo è già prezioso e più di questo al momento non può fare. Riuscire a stargli vicino accettando i suoi tempi, le sue sicurezze sono essenziali. Spero che presto con il percorso psicologico che il suo ragazzo ha intrapreso possa tornare a sorridere, ma sono certa che con il giusto tempo lo farà. Un caro in bocca a l lupo ad entrambi
Buonasera. Difficile dirle cosa deve fare per star bene insieme in quanto il fantasma.della malattia è probabilmente diventato un inquilino della coppia. Momentaneo. Sicuramente la vostra forza dell'essere Uno (inteso come coppia unita e unitaria ) e dell'avere allo stesso tempo le vostre singolari risorse individuali si scontra con questo boccone amaro da metabolizzare. Non so se vivete insieme e se nel percorso psicologico sarà previsto un allargamento della terapia anche a lei, in modo che possiate parlare dello stesso tema e delle stesse emozioni aiutati da.un terzo. Diversamente sarà opportuno che lei sia il più possibile autentica con il suo compagno e il tempo farà il resto
Gentile utente,
dal suo messaggio non mi è chiaro se il contatto con lo psicologo verrà sfruttato da lei o dal suo ragazzo. Nel primo caso mi sento di dirle di affidarsi a questa figura professionale interamente, anche per questo dubbio. Nel secondo caso mi sento di dirle che il fatto che il suo ragazzo stia facendo un percorso psicologico di sostegno, le permette di abbassare un pochino la guardia rispetto al "prendersi cura" di lui da un punto di vista psicologico (c'è già un professionista che lo fa), per tornare ad investire le sue energie nel vostro potenziale creativo di coppia, per costruire qualcosa insieme di "nuovo" .
Un caro saluto,
Marcella
Quello che lei può fare è restare, accettando il momento di malessere e disagio del suo compagno. E non è facile stare vicino a qualcuno che soffre. Dobbiamo convivere con la sensazione di impotenza, perché il percorso di accettazione lo deve fare il suo compagno, non può farlo lei al posto suo.
Restargli vicino, continuando ad amarlo e sostenerlo, accompagnandolo nel suo percorso, che inevitabilmente farà comparire anche aspetti diversi della sua personalità. Quello che le consiglio, per meglio sostenere il compagno, è quello di intraprendere lei stessa un percorso di supporto, così da poter lavorare sulle emozioni e sensazioni scomode da vivere in un contesto ancora doloroso.
Così da ritrovare un nuovo modo di stare assieme che accetti i cambiamenti portati dalla malattia. I tumori sono malattie che lasciano il segno.
Cordialmente
Giorgia Tolio
Buongiorno, già ha fatto tanto.

Gli stia solo vicino come ha sempre fatto e se il caso si faccia anche lei sostenere da un terapeuta .
Purtroppo i cambiamenti di questo tipo possono essere molto traumatici sia per chi li vive in prima persona sia per chi deve assistere la persona . I momenti di difficoltà sono sempre in agguato, il suo impegno è spesso difficile e gravoso e non mancheranno certo momenti di “stanchezza”. Ecco, di seguito, un elenco di consigli che ci vengono dalla associazione americana National Family Caregivers Association:

1) Non permettere che la malattia del tuo caro sia costantemente al centro della tua attenzione.
2) Rispettati ed apprezzati. Stai svolgendo un compito molto impegnativo e hai diritto a trovare spazi e momenti di svago.
3) Vigila sulla comparsa di sintomi di depressione.
4) Accetta l’aiuto di altre persone, che possono svolgere specifici compiti in tua vece.
5) Impara il più possibile sulla patologia del tuo caro: conoscere aiuta.
6) Difendi i tuoi diritti come persona e come cittadino.
Gentile utente,
credo che la scelta di rivolgersi ad un professionista esterno sia stata adeguata rispetto al vissuto del suo ragazzo.
Da parte sua l'appoggio, il sostegno e la presenza combinati all'intervento terapeutico potranno ripristinare l'accettazione di sè!
Buona giornata
Salve lei sta già facendo molto. Lo ascolta e sta anche "assorbendo" la sua sofferenza. Quello che posso suggerirle è di trovare il modo di motivare il suo compagno ad andare da uno psicologo per una psicoterapia di sostegno. Non può certamente diventare lei la sua psicologa! Questo fatto può portare ad un logoramento della qualità del vostro rapporto. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Buongiorno.. penso che la cosa che può aiutare e’ lasciare a lui la dura prova che lo attende per accertarsi e lei mantenere il sostegno e l’affetto che gli sta dando cercando di capire entrambe che quando le cose accadono (a volte anche in negativo ) possono renderci più forti o antifragili per rafforzarci e trasformarci in persone migliori.
Buona vita
Cara, immagino che sia difficile, per lui che ha subito un grande intervento e per lei che soffre a vederlo soffrire. La cosa ideale sarebbe che cercasse aiuto lui se non si accetta. Ma se lui non volesse, può andarci lei e lavorare su di lei. Un percorso può aiutarla tanto, davvero. Una della prime cose da imparare è avere a che fare con l'impotenza. Lo siamo, impotenti, nin quanto esseri umani. Si ricordi che non possiamo aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato. E che la relazione sentimentale non deve diventare una relazione d'aiuto.
Un caro saluto e resto a disposizione sia on line che a studio.
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Buongiorno, il caso non è semplice. Dalle sue parole, tuttavia, posso dedurre una grande empatia per la situazione del suo compagno, e questo è certamente un aspetto positivo che la invito a coltivare.
Gran parte della nostra psiche, della nostra identità, risiede proprio nel corpo. Non c'è da stupirsi, dunque, se un intervento di chirurgia addominale abbia delle ripercussioni sull'accettazione di sé. Pensi solo a quanta fatica fa un bambino nello scoprire il proprio corpo dopo la nascita, e al senso di disorientamento che prova un adolescente quando vede il proprio corpo cambiare, crescere, modificarsi. Anche dopo un intervento di questo tipo sarà necessario prendere nuovamente confidenza con il proprio corpo, accettare per quanto possibile il cambiamento - e non è una cosa che si possa risolvere con un semplice sforzo di volontà. Su due piedi mi sento di dire che il suo compagno potrebbe trovare il lei un valido rispecchiamento, se lei saprà restituirgli un'immagine positiva. Condivido pienamente la decisione di rivolgersi ad un terapeuta per il suo compagno, ma aggiungo che anche lei potrebbe considerare qualche colloquio con uno psicologo, per sostenerla nella gestione di questa difficile situazione. Tanti cari auguri ad entrambi.
Dott. Aliprandi
Buongiorno, essendosi operato da poco è normale che il suo ragazzo si senta così dopo questa operazione, in questo momento lei deve supportarlo e motivarlo, un percorso psicologico sarebbe la scelta migliore per permettergli di comprendere tutte le attività che potrà svolgere e accettare eventuali cicatrici fisiche rimaste dall'operazione, sarebbe opportuno che la motivazione di iniziare un percorso psicologico parta da lui, inoltre come le hanno fatto già notare gli altri miei colleghi potrebbe iniziare anche lei un percorso per lavorare sulla sensazione di impotenza che la opprime in questa fase della sua vita.
Buona giornata
Buonasera! Se ha già contattato uno psicologo per un sostegno psicologico ha già fatto la scelta migliore perché vedrà che di sicuro le sarà di aiuto. Lei può solo ascoltarlo ed essere un luogo sicuro a cui ricorrere nei momenti più tristi, ma sono sicura che ciò lo avrà già fatto. Di più non può fare se non accettare che anche se lo ama non può risparmiargli tutti i dolori che spesso la vita riserva. In bocca al lupo.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Utente,
Il suo ragazzo sta attraversando una dura prova, che però porta i suoi effetti anche nella coppia. E' umano il suo desiderio di alleviare quella sofferenza, ma ad ora va accompagnato nel percorso di accettazione e di ripresa. Che avverrà, ma col giusto tempo. Mi sembra un'ottima scelta quella di prendere contatto per uno psicologo, lavorate di concerto e gradualmente il ritorno alla normalità sarà possibile. Un caro augurio di buona fortuna
Gentile Utente, aver contattato uno psicologo per il Suo ragazzo come ad orientarlo verso un superamento del malessere che vive nel post-operatorio potrebbe, di per sé, esser stato un modo per aiutarlo; andrebbe però considerato che potrebbe volerci del tempo perché elabori quel che può aver vissuto col tumore; se lui adesso non riesce ad accettarsi è perché può aver vissuto quel brutto male come un evento traumatico capace di sconvolgere l'individuo nel suo assetto identitario; durante questo suo riassetto del profondo, Lei potrebbe comunque adesso stargli vicino, pazientando amorevolmente, lasciandogli il tempo di percorrere per intero le fasi che un tale processo può prevedere, pure mettendone in conto le conseguenze, compreso che il Suo ragazzo potrebbe infine non tornare ad essere proprio quello di sempre; un percorso psicologico per elaborare gli effetti di quel malessere sul legame con lui, come Le hanno suggerito, potrebbe esser buono anche per Lei. Un caro saluto, GB
Salve, ha già fatto una grande cosa per lui. Adesso serve tanta pazienza, e ascoltare i consigli dello psicologo.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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