Ho quasi 30 anni e mi rendo conto di non avere dei rapporti interpersonali profondi. Ricordo che da

18 risposte
Ho quasi 30 anni e mi rendo conto di non avere dei rapporti interpersonali profondi.
Ricordo che dall' adolescenza è sempre stato così... anzi in adolescenza ho passato alcuni anni in isolamento sociale..uscivo solo per andare a scuola ed ero anche brava..mi sono diplomata con il massimo dei voti.
Infatti mi sono realizzata a livello lavorativo ho trovato sicurezza e stabilità... ciò che non ho mai trovato invece in una relazioni amicale/sentimentale.
Ad oggi ho poche conoscenza con cui condividere una pizza o il sabato sera...ma durante tutto il giorno se non vivessi e interagissi con i miei genitori a casa e con i colleghi sul posto di lavoro..starei sola con me stessa.. infatti ci sono stati lunghi periodi in cui ho vissuto sola che mi sono sentita sempre così.
Aggiungo che la mia quasi inesistenti rete sociale non mi ha portato a conoscere un partner e sono single da sempre...tranne brevi frequentazioni che non sono andate a buon fine.
Non riesco a capire perché questa parte della mia vita è sempre andata così.. rispetto a quella dello studio/lavoro dove mi ritengo soddisfatta.
Salve, accogliendo la sua richiesta posso suggerirle di intraprendere un percorso terapeutico in modo da aprire differenti contesti di vita e capire le origini della sua sofferenza, così come le sue modalità di fare esperienza. Un caro saluto

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Gentile utente buongiorno.
Il suo bisogno di migliorare la sua sfera relazionale è lodevole e molto importante. La felicità di una persona, il suo benessere interiore, non può basarsi solamente sui successi personali, sulle attività pienamente soddisfacenti e sui valori in cui decidiamo di credere. La felicità è anche nelle relazioni positive che possiamo intraprendere nella nostra vita. Abbiamo bisogno dell'altro per condividere le nostre emozioni, per dimostrare generosità, amore, gratitudine, compassione. Le relazioni ci restituiscono benessere e molte delle attività che svolgiamo e delle soddisfazioni che possiamo toglierci, diventano ancora più rilevanti se coinvolgono altre persone.
Anche l'amore sentimentale e quello passionale sono bisogni importanti da soddisfare per sentirsi realizzati come esseri umani. E' importante avere la motivazione a cogliere l'opportunità dell'innamoramento, dell'attrazione fisica e mentale verso un'altra persona.

Il mio consiglio per lei è di affrontare un percorso psicologico per conoscere meglio se stessa e il suo rapporto con gli altri. Un supporto di uno psicologo potrebbe aiutarla a scoprire le sue potenzialità di carattere e smuovere dinamiche di relazione. Studiare la comunicazione positiva, le strategie per esprimere al meglio se stessi, le proprie emozioni, le proprie passioni e talenti. Le tecniche per ascoltare e cogliere le emozioni altrui, per valorizzare chi abbiamo di fronte, senza necessità di giudicare.

Mi piacerebbe aiutarla ad approfondire questi argomenti e cominciare un percorso di crescita personale insieme, Mi contatti pure per una consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno, mi pare di capire che per dei periodi è andata a vivere da sola e poi ha scelto di tornare a vivere a casa con i suoi genitori? Se ho capito bene allora ci sarebbe da capire anche come mai ha optato per questa scelta. Per il resto non è detto che le capacità di studio/lavoro vadano di pari passo con la capacità a intrattenere rapporti sociali, come si è già resa conto da sé. Iniziare un percorso però è fondamentale per comprendere a fondo questi aspetti della sua vita, cosa prova quando è in presenza della altre persone, cosa provava ai tempi della scuola, come si sente in compagnia di eventuali partner, se è attratta ma poi accade qualcosa dentro di lei che la fa desistere, o se invece non è proprio attratta, ecc. Per eventuali chiarimenti e approfondimenti può sempre scrivermi. Dott. Alessio Antonucci
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima buongiorno, ci racconta della sua vita prevalentemente solitaria ma non ce ne spiega il motivo: cos'è che la spinge ad avere così poche amicizie? Trova gli altri poco interessanti o al contrario teme di essere lei a non essere abbastanza simpatica e/o attraente, e/o stimolante? Per dirla in un altro modo, per risolvere un problema è necessario prima comprenderlo. Se fossi io a doverla aiutare prima la inviterei a capire quale motivo si nasconde dietro a questa sgradita solitudine. Mi scriva ancora se desidera approfondire, nel frattempo la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
Buongiorno,
ritengo di fondamentale importanza il fatto che lei senta il bisogno di avere relazioni non superficiali. Sarebbe utile che questa consapevolezza fungesse da motivazione, da spinta nel cercare di comprendere da dove arrivi questa sua attitudine relazionale, come mai si sia strutturata così anche per sviluppare gradi di libertà nei comportamenti.
Un saluto.
Buonasera, lei mette in parola qualcosa che sembra interrogarla da tempo, questo stato di cose le crea sofferenza? Valuti un percorso più articolato con l’ausilio di un professionista per poter mettere in questione lo status quo che da tempo l’accompagna. Un saluto cordiale
Buongiorno, dal breve scritto appare la sua sofferenze circa il tema della mancanza di una rete amicale che lei consideri soddisfacente. Potrebbe tornarle utile un percorso di terapia personale proprio per poter approfondire questa questione anche rispetto al grande investimento nel mondo del lavoro. Per qualsiasi cosa rimango a disposizione, un saluto. Dott.ssa Elena Quattrini
Gentile utente, innanzitutto grazie per la sua condivisione. Dalla breve descrizione fatta si evince quanto la mancanza di rapporti, che non siano la sua famiglia o i suoi colleghi, sia motivo di sofferenza. Forse in questo momento in cui si sente realizzata professionalmente è il momento di mettersi in discussione, dare significato a questa difficoltà che la ha in qualche modo limitata nei rapporti interpersonali, per capire cosa si può migliorare. I vissuti che riporta meritano di essere esplorati in uno spazio d’ascolto e di accoglienza, per come si è raccontata penso che sia molta la voglia di mettersi in movimento verso una conoscenza profonda di sé e di sé in relazione all’altro. Provi a valutare l’idea di iniziare un percorso con un professionista. Rimango a disposizione per qualsiasi approfondimento, anche online. Un saluto, Dott.ssa Maria Teresa Poggioni
Gentilissima, se questo le crea un disagio sarebbe meglio approfondire la situazione e capire se è possibile trovare delle strategie che possano esserle utile nel coltivare delle relazioni significative. Qualora volesse approfondire tramite un colloquio rimango a completa disposizione. Le auguro una buona giornata
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Gentile utente,
innanzitutto la ringrazio per la sua apertura su un tema che per lei appare certamente importante.
Ci sarebbero tanti aspetti da approfondire sulla sua adolescenza, sulle sue relazioni, sulla sua famiglia, che l'hanno portata oggi ad avere una scarsa rete sociale.
è interessante anche il fatto che c'è un altro aspetto in cui non ci sono difficoltà, cioè il lavoro.
Se ne ha la possibilità, intraprenda un percorso psicologico che possa farle scoprire il suo funzionamento nelle relazioni e sia motore di cambiamento.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Steri
Buonasera. Capisco il problema che riporta, e penso che un percorso psicologico possa essere utile in tal senso, più che altro per capire dettagliatamente come una persona come lei realizzata sia in ambito di studi che di lavoro abbia problemi sul versante relazionale.
Resto a disposizione
Dott. Fabio Sebastiano Bellasio
Salve, il quesito che lei pone a noi e a se stessa è molto ampio e probabilmente doloroso. Concordo con quanto hanno già risposto i colleghi, aggiungo alcuni punti.

Partiamo da questa suddivisione in “parti” (quella relazionale e quella di studio/lavorativa) che sembrano molto distanti tra loro. È un po' come se dicesse, se mi permette questa semplificazione, che l’una ha sempre funzionato e l’altra (quella relazionale) no. Le chiedo: da quand’è iniziata questa divisione così marcata? Ci sono stati momenti in cui questi due “binari” erano entrambi “funzionanti”? Riconosce in se stessa alcuni elementi in particolare che la ostacolano nel vivere le relazioni nel modo in cui desidera? Sente che c’è qualcosa che le fa paura o che la blocca in particolare?

Un altro punto che mi colpisce è il suo utilizzo di alcuni termini (es. rapporti interpersonali, rete sociale, isolamento sociale) che, sebbene siano esatti e condivisibili, lasciano fuori dalla descrizione i suoi vissuti interni. Ad esempio: vorrebbe sentirsi amata/amare? Cosa vorrebbe poter condividere in più con i suoi amici che vada al di là della pizza? Quando scrive che vorrebbe dei rapporti “profondi”, qual è la sensazione di condivisione che cerca? Chiarire a se stessa quali sono i suoi bisogni affettivi potrebbe essere un primo passo.

È molto doloroso il passaggio in cui lei scrive che, se non interagisse con i suoi colleghi e con i suoi genitori, sarebbe sola con se stessa. Credo che possa valere la pena per lei partire da questo dolore per chiedersi cos’è che desidera e cosa la ferma, qual è il punto in cui quel “binario” ha trovato un blocco e lavorarci su.

Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Gentile utente, penso che varrebbe la pena che lei intraprenda un percorso di tipo psicologico, forse l'unico contesto in cui è realmente possibile comprendere perché la componente relazionale nella sua vita è sempre stata carente. Probabilmente le sue difficoltà hanno origini lontane, ma ora che ne è più consapevole e che le provocano sofferenza può essere il momento giusto per metterci mano e scoprire nuove modalità di realizzazione personale. Rimango a disposizione. Un caro saluto
Buonasera! Il Suo messaggio è florido di spunti, stimoli, riflessioni. Consapevole dei limiti del contesto e dello strumento, proverò a darle il mio piccolo contributo. "Ricordo che dall'adolescenza è sempre stato così" Lei sembra collocare in modo spontaneo e credo pertinente l'inizio di tutto in quell'epoca della vita. Fase in cui il mondo interno e la pulsionalità che lo caratterizza è in grande fermento. Le emozioni forti, i cambiamenti fisici, la sessualità che irrompe. Un periodo dello sviluppo faticoso, incerto, anche un pochino spaventoso, ma ricco di occasioni evolutive. Forse, lo studio prima e il lavoro poi le hanno offerto "sicurezza e stabilità, ciò che non ho mai trovato invece in una relazione amicale/sentimentale". Avere una rete di protezione è stato importante e le ha permesso di realizzare aspetti di Sé preziosi, ma adesso si interroga su tutti gli altri (altrettanto vitali). "La mia quasi inesistente rete sociale non mi ha portato a conoscere un partner e sono single da sempre...tranne brevi frequentazioni che non sono andate a buon fine" la dimensione relazionale/sentimentale e tutto ciò che la caratterizza sembra sempre essere stata di difficile approccio. Mi viene da pensare tanto desiderata quanto temuta. Ho l'impressione e la speranza che sia per Lei un momento importante. Ne approfitti per prendersi cura di aspetti che hanno diritto di essere ascoltati, accolti, ri-vissuti e ri-significati. Trovi un* collega che le offra un percorso di psicoterapia molto ben strutturato e si goda il viaggio. In bocca al lupo
Buonasera, grazie per questa condivisione. La sua è una grande presa di consapevolezza di una dinamica che è tanto dolorosa. Ogni persona ha il suo momento per andare a capire quali sono i suoi schemi relazionali e forse ora è arrivato anche per lei, per dare significato alla sua sensazione di solitudine e capire quali sono i suoi obiettivi, per vivere la vita come la vorrebbe.
Rimango a disposizione per qualsiasi approfondimento, anche online
Una bella serata
Gentile utente, posso solo immaginare il disagio che lei sta provando in questo momento. Sarebbe importante per lei approfondire da dove nasce questa sua fatica a instaurare dei rapporti significativi. Capire le cause potrebbe aiutarla a comprendere come cambiare le cose oggi. Affronti tali vissuti in un percorso di supporto psicologico/psicoterapia. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentilissima, lei racconta di un mondo interno, il suo, che risponde a precise logiche, che potremmo definire tratti di personalità, e che non sono necessariamente "sbagliate" o opinabili. Ci sono persone più espansive ed estroverse, per cui la dimensione relazionale è fondamentale, e altre per cui lo è meno. Quel che conta, è il grado di disagio o le difficoltà che lei riscontra nel momento in cui constata le conseguenze del suo preciso e unico modo di essere. In questo caso, lei ci descrive un mondo relazionale "quasi inesistente" per usare le sue parole. Dice anche di aver sempre vissuto così tuttavia, adesso, forse, si accorge che manca qualcosa nella sua vita e che quella solitudine che lei ha sempre coltivato e ricercati la sta privando di qualcosa, per esempio di altre soddisfazioni, oltre quella che ottiene sul piano lavorativo. Seppur attraverso un mezzo che può apparire impersonale, come quello di un mezzo telematico, mi arriva un'immagine di lei come di una crisalide che, nel mentre del suo lavoro di cambiamento, prende atto di qualcosa che necessita di essere "pensato" e quindi trasformato. Ha mai pensato di concedersi uno spazio di incontro terapeutico per pensare, appunto, a tutto ciò in modo diverso? Un caro saluto

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