Ho perso fiducia nella psicoterapia... Sento che nessuno può davvero aiutarmi.. Perchè se una pers

19 risposte
Ho perso fiducia nella psicoterapia...
Sento che nessuno può davvero aiutarmi..
Perchè se una persona è lì per lì per farla finita la si convince che la vita potrà cambiare magicamente, che c'è una soluzione a tutto, e perchè chi ti parla in quel momento ha un tono e modo così calmo, empatico e dolce?

Dopo 4 anni di psicoterapia di tipo psicodinamico ho capito che tutto dipende da me e che nessuno può aiutarmi....

Mi sento profondamente delusa...da tutto e da tutti....sto perdendo la speranza...
Io non ce la faccio più a vivere, vorrei poter dare la mia vita a chi ha davvero voglia di stare qui....che in un certo senso se mi accade qualcosa sarà così, dato che ho dato il mio consenso per la donazione dei miei organi.

Vorrei che qualcuno si prendesse la mia vita perchè io non so viverla...
Se ci ho provato? Secondo voi?
Cosa porta una persona a porre fine alla propria esistenza?
Non è tanto il desiderio di morire, tanto quello di porre fine alla sofferenza, che maledizione fa parte della vita....

Non è vero che essa serve a farci crescere, a diventare più forti, forse questa cosa può andare bene solo per determinate situazioni. Ci sono casi in cui diventa buon motivo per auto-eliminarsi.

Sapete, mi son sempre chiesta cosa portava una persona a pensare al suicidio o addirittura a metterlo in atto, e istintivamente mi è sempre passato per la testa il desiderio di convincere del contrario quella persona. Poi ho sperimentato sulla mia pelle cosa vuol dire arrivare a pensare di non valere nulla e in automatico ti vengono determinati pensieri, e la morte non ti fa più così paura, anzi, al contrario, è la vita, vivere che ti terrorizza.

Questa sera per caso sono capitata su un post di Facebook dove una signora chiedeva "Qual è il più bel regalo (non materiale) che avete ricevuto negli ultimi 5 anni?", inizialmente stavo per scrivere l'ascolto che ho ricevuto dalla mia psicoterapeuta, poi però mi sono ricordata che i regali non si pagano e quindi ho scritto ciò che mi piacerebbe ricevere come regalo, ho scritto: "mi piacerebbe tanto ricevere come regalo l'ascolto e l'empatia, mi piacerebbe tanto avere una soluzione impacchettata per risolvere i miei problemi d'ansia e paura.".
So che questo regalo non lo riceverò mai, perchè è troppo irrealistico, impossibile ecco, ma ci spero ancora...
Gentile utente, Lei ha ragione! Non c'è un modo più semplice. L' alternativa però, qual é? Cosa desidera per se stessa? Nessuno può farlo al suo posto, solo insieme a Lei.
Auguri per il suo percorso

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Gentile utente grazie per aver esposto la sua questione e i suoi pensieri. Dalle sue parole si evince un forte sentimento di sofferenza causato da ripetuti dispiaceri che devono essersi presentati ma che non conosco. Non credo sia opportuno per lei raccontare nel dettaglio, qui, il motivo del suo malessere ma leggendo le sue parole mi sembra di capire che lei possa sentirsi in qualche modo sbagliata e viva un senso di inutilità. Gentile utente il fatto stesso che esiste come persona è indicatore del fatto che non può essere e considerarsi come persona sbagliata o inutile tanto da desiderare di mettere fine alla sua vita. Ha detto che i regali non si pagano ma si soffermi sull'ascolto che ha ricevuto. Un terapeuta è vero che deve essere empatico ma se la sua situazione non fosse stata a cuore del suo terapeuta non avrebbe percepito tale livello di empatia e vicininanza. La invito pertanto a non rinunciare al suo lavoro clinico ma di provare a ricercare le strategie atte a un miglior benessere. Sono sicuro che riuscirà a stare meglio. Coraggio. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi
Buongiorno,
comprendo bene la sua sofferenza rispetto all'aver fatto un percorso di psicoterapia di 4 anni e che sta dubitando della veridicita del percorso in base ai risultati o al suo sentire. Quando si è nel dolore a volte è difficile poter guardare gli aspetti positivi di cio che si è portato avanti per tempo. Mi auguro lei abbia esplicitato i suoi dubbi alla sua psicoterapeuta che la sta seguendo. Fare psicoterapia significa affidarsi all'interno di una relazione parlando veramente fino in fondo di tutto ciò che si vive senza averne paura. La relazione si deve basare sulla fiducia e sul lasciarsi accompagnare ascoltando anche le direttive che le vengono affidate. Comprendo che il suo bisogno più grande è di essere amata gratuitamente, ascoltata e compresa. La psicoterapia svolge la funzione di accompagnarla a scegliere quelle persone adatte per lei affinché lei possa scegliere bene nella sua vita.
Gentile utente il suo percorso di psicoterapia le ha dato la consapevolezza come dice lei che "tutto dipende da me" e su questo ha ragione perchè il lavoro più duro è il paziente che lo porta avanti insieme all'ascolto e all'empatia del suo terapeuta in grado di fornirLe gli strumenti da poter utilizzare. Il suo " ma ci spero ancora" al termine della lettera è il più bel regalo che si è potuta fare . La inviterei a non mollare e continuare il suo percorso l'impermaneza delle cose non è irrealistica ma un dato di fatto. Un cordiale saluto Dottssa AnnaRita Grimaldi
Buonasera, ho letto con attenzione il suo messaggio. Sembra che per lei sia pericoloso fidarsi del suo terapeuta. Spesso il contatto stesso con il terapeuta è temuto perché porta con sé una promessa di amore, sicurezza e conforto che probabilmente lei pensa non possano essere soddisfatti e che le ricorderanno, forse, esperienze della sua infanzia. Quale è il beneficio di sbarazzarsi di quella parte di lei tanto sofferente invece di cominciare a guardarla con gentilezza e prendersi cura di lei nel modo in cui ne ha più bisogno. Uno psicoterapeuta ad approccio integrato o emdr potrebbe aiutarla a comprendere questa parte che vuole farla finita. Spesso queste parti che attaccano non hanno intenzioni malevoli ma usano modalità che non sono sane, queste parti hanno da capire che il pericolo che forse hanno corso in passato non c'è più e che possono trovare oggi modalità più adattive per proteggersi e sopravvivere. Le auguro di trovare modalità per poter vivere la sua vita da protagonista. Un cordiale saluto dottoressa Adriana Casile
Quando si è tanto giù di corda forse potrebbe essere utile,oltre alla psicoterapia, farsi anche aiutare da un bravo/a psichiatra in modo da diminuire lo stato depressivo e riuscire a lavorare meglio con la psicoterapia. Probabilmente lo starà già facendo, nel caso contrario io lo suggerirei. Abbini le due cose e vedrà le cose con una luce diversa. Un saluto. Lina Isardi
Gentile utente di mio dottore,

le psicoterapie hanno una evoluzione imprevedeibile. Sarebbe utile capire cosa sta accadendo proprio adesso all'interno del processo terapeutico, e cosa ha alimentato in lei l'idea di interromprere tale percorso e allo stesso tempo di non voler più continuare a lottare per la propria esistenza. Io le potrei dire non demorda e continui nel percorso senza perdere la speranza, ma mi rendo conto che in questo momento potrebbe sembrarle banale visto il momento complesso. Le auguro di ritrovare la forza per andare avanti e la voglia di ricontattare il suo terapeuta quanto prima per poter continuare il percorso che sono sicusuro sin qui le abbia prodotto dei frutti.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, da quello che dice si comprende che lei si trova in uno stato di grande angoscia e prova un sentimento di distacco da ogni possibile aspetto della vita, dal mondo che la circonda, tanto forte da indurla a pensieri molto negativi. Non so se tutto dipende da lei e se nessuno la può aiutare, molto dipende anche dall'ascolto e dal farsi ascoltare, dal dare modo all'altro di aiutarla. Purtroppo, non è sempre facile, perchè per l'essere umano non esiste il benessere naturale. Si può trovare un soddisfacimento anche in uno stato di continua sofferenza. E' paradossale, ma è umano. Non ho soluzioni rapide da darle, molto dipende dal suo rapporto analitico, dalla fiducia, dal transfert, verso la sua psicoterapeuta. Le consiglierei di verificare anche la possibilità di farsi aiutare da uno psichiatra che possa ascoltarla e prescriverle un farmaco che allievi il suo stato malinconico. Cordiali saluti PG
Caro utente, comprendo che quando si permane in un grande stato di sofferenza , soprattutto per anni, si perde la "speranza" e la voglia di proseguire nel percorso psicoterapeutico intrapreso, soprattutto perchè consta di un grande investimento sia emotivo che economico. Sarebbe interessante capire se ha esplicitato il suo sentire al terapeuta poichè ri-attraversare momenti di impasse spesso è necessario. Vorrei soffermarmi sul punto in cui lei dice "tutto dipende da me" : la psicoterapia non può essere considera come una "bacchetta magica" , ma un " mezzo" attraverso il quale conoscersi, scoprirsi, donarsi, concedersi, attraversarsi ecc.. Tutto ciò contribuirà alla scoperta di nuove risorse sopite fino a quel momento. Le dico questo perchè spesso l'aspettativa che il terapeuta svolga il ruolo di unico responsabile per la riuscita o meno della terapia è decisamente errato, invece si tratta di una "relazione a due" , in cui assieme si procede verso la scoperta e necessariamente la fiducia verso l'altro è fondamentale.
Comprendo i vissuti densi di sofferenza che qui porta, ma ritengo sia importantissimo proseguire a concedersi del tempo per capire cosa si celi dietro tanta disperazione. Spesso è utile valutare l'assunzione di antidepressivi (prescritti da chi di dovere) che oltre a migliorare il tono dell'umore, facilitano la predisposizione alla terapia resa difficoltosa appunto da sentimenti di angoscia.

Spero di averla fatta affacciare verso prospettive altre rispetto al suo pensiero.
Saluti
Salve. Ha perfettamente ragione: vivere non è mai stato semplice per nessuno, ed è altrettanto vero: sta a noi gestire le conseguenze di ciò che ci accade nel corso della nostra esistenza. Se Lei è in vita, un significato nascosto da qualche parte pur ci sarà...
Le lancio un sassolino (lo farà cadere dove meglio vorrà)...i pazienti che descrivono una condizione paragonabile alla Sua, sono talmente travolti dalla propria sofferenza, da non essere in grado di vedere altro. Generosamente Ha detto che in caso di morte sarà disposta a donare i suoi organi. Perché non donare "da viva" un po del Suo tempo e della Sua energia??! ..si guardi intorno
signorina disperata ed ansiosa o peggio, nessuno riuscirà ad aiutarti , perchè nessuno sa dirti quello che il nostro organo mente è in grado di fare o non fare, tutte le psicoterapie compresa la psichiatria partono dal presuppostoerrato che si nasce emotivi. io faccio ipnosi dimostrativa e con l'ipnosi posso dimostrarti da dove nascono le emozioni e come si fa a vivere le nostre passioni senza temere un fallimento
Gentile utente, è vero che lei ha ricevuto empatia e ascolto, quanto meno dalla sua terapeuta. Mi auguro che lei stia continuando la terapia. Forse non riesce ancora ad affidarsi del tutto? Perché non parla di ciò che ha scritto con la sua dottoressa. Credo che il cambiamento sia soprattutto nella relazione e da quella vedrà che potrà trovare il desiderio che ha perso dentro di sé. Può donare le parti belle che ha dentro e che per ora non vede ad attività di volontariato che le faranno scoprire risorse che forse non sa di avere.
In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
È proprio vero che in uno stato di sofferenza (di precarietà) la vita mentale si biforca: o si costruisce o si distrugge. Nella tolleranza del dolore si costruisce, nell’intolleranza si distrugge. Senza mezzi termini. La delusione implica un confronto ineluttabile con la realtà, il suo opposto è in-ludere, illudere, illudersi, entrare dentro il “gioco” dell’evasione dalla realtà.
Insomma sta vivendo stati d’animo intensi che, sopportati e supportati, e condivisi, portano verso la realizzazione preziosa di se stessa; piuttosto che verso la distruzione rabbiosa di se stessa.
Non si inganni: si affidi ora più che mai al suo analista.
Un passo alla volta, ci vuole tempo...e grande impegno.
Se ha scritto in questo sito, ha ancora voglia di esprimersi e di chiedere aiuto.
E' probabile che abbia bisogno di un aiuto più incisivo.
Ne parli con la sua terapeuta, che l'ha ascoltata e capita per tanto tempo, credo che lei possa offrirle alternative più efficaci.
Mi dispiace molto per il suo dolore.
Gentile utente, ala sua sofferenza e la sua stanchezza arrivano forti attraverso le sue parole cariche di dolore.
L'ansia e la paura bloccano, ed è esattametne così che si sente, terrorizzata dalla vita e bloccata.
Nessuno sarà in mai in grado di liberarla dall'ansia e dalla paura di vivere, dal peso della vita.
Tuttavia, la sua speranza c'è ancora. E' a quel filo di speranza che l'ha indotta a scrivere qui, che io farei appello. Per darle più voce e più spazio. Allora si affidi di nuovo a chi le ha dato fiducia ed empatia. Ad ogni modo qui trova professionisti a disposizione per lavorare insieme sul suo dolore e sulla sua speranza.
Un caro saluto Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Sono certo di aver compreso in profondità il suo problema e la condizione interiore in cui si trova. Non è certo facile, ma se ne può uscire. L'ho visto fare tante volte, la farei parlare con le persone che si trovavano nella stesse sua situazione.
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un nuovo percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Buongiorno cara! cerco di risponderle con una citazione lasciandole la possibilità di vedere le cose da un'altra prospettiva.
Nel film “Un’impresa da Dio”, Morgan Freeman nel ruolo di Dio recita un pezzo in cui dice: "A chi pregando chiede pazienza crede che Dio dia pazienza?
O dia invece l’opportunità di essere paziente?
A chi chiede coraggio Dio lo concede o dà l’opportunità di essere coraggiosi?
A chi chiede la gioia di una famiglia più unita crede che Dio regali sentimenti rassicuranti o l’opportunità di dimostrare amore?".
Se volesse condividere le riflessioni rimango a disposizione. A presto!


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