ho 53 anni, perchè sembro di essere antipatico a tutti ? dico a tutti.... colleghi, parenti e vicini

18 risposte
ho 53 anni, perchè sembro di essere antipatico a tutti ? dico a tutti.... colleghi, parenti e vicini di casa. è cosi oppure è il risultato di una mia percezione che vede solo "nero" ?
vivo solo, forse per questo sono un facile bersaglio per certi soggetti. vorrei cambiare la visuale su questa situazione, non mi sento il vero problema ma se vedessi il tutto da un angolo diverso forse ne trarrei conclusioni diverse.
avrei molti episodi da scrivere ma sarei troppo lungo e noioso nella descrizione dei fatti, eppure qualcosa mi dice che non sono io il problema ma sono le persone di cui sopra che mi circondano che hanno un passato e un presente molto diverso dal mio..... forse avere una persona al mio fianco con un passato quasi simile al mio mi aiuterebbe ad affrontare meglio il presente... e il futuro , tanto da poter finalmente ridere degli altri cosi come loro lo stanno facendo a me !!!
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, relativamente a cosa vede tutto nero? Alle relazioni?
Solitamente, siamo noi a costruire il mondo che ci circonda, le nostre relazioni si formano sulla base dei nostri aspetti caratteriali/comportamentali, e dell'altro. Il suo soffermarsi sul mondo tutto nero probabilmente non la aiuta ad osservare le sue relazioni ed il modo in cui si pone in queste. Parta da questi aspetti per andare più a fondo.
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Buongiorno gentile utente.
Direi subito che l'obiettivo finale "poter finalmente ridere degli altri" dovrebbe essere riformulato. Voler giudicare o temere di essere giudicati non facilita alcun tipo di relazione costruttiva e significativa. Né tantomeno cercare un complice che condivida questa prospettiva sarebbe confortante.
Una formulazione del tipo "voler finalmente ridere con gli altri e con me stesso", avrebbe più valore.

Se lei percepisce di essere antipatico ad altre persone ha essenzialmente due alternative: frequentare persone diverse oppure modificare qualcosa nel suo comportamento e nel suo modo di relazionarsi.
Cambiare sé stessi è sempre più conveniente che cercare di cambiare l'ambiente e le persone circostanti. E vale sempre la pena tentare di cambiare per migliorare il livello di soddisfazione per la vita, anche quando ciò comporta uscire dai propri schemi di pensiero, dalle proprie abitudini e dal solito atteggiamento.
Non c'è un'età o un momento della vita ideale per questo cambiamento, ogni giorno è quello propizio, basta avere la motivazione a farlo, e se la motivazione è una vita più felice, non ci sono limiti.

Il mio consiglio è di mettersi in discussione, di approfondire il lavoro su sé stesso, sul suo modo di comunicare, sul suo linguaggio non verbale, sulla sua attitudine alla gentilezza, alla gratitudine, alla generosità e alla compassione. Un percorso psicologico, con l'aiuto di un professionista, potrebbe davvero fare al caso suo. Scoprirà il valore delle emozioni positive e come coltivarle, darà importanza ai suoi punti di forza, piuttosto che alle debolezze, e andrà alla ricerca di attività veramente coinvolgenti, anche con persone che condividono le sue stesse passioni e piaceri.

Dietro a un intervento psicologico non ci deve essere per forza di cose un disagio, ma semplicemente la volontà di essere migliori e di vivere meglio la propria vita, anche nelle relazioni con gli altri.

Provi a valutare questa opportunità. Se vuole posso fornirle ulteriori informazioni e chiarimenti a riguardo, anche con consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per affrontare meglio queste dinamiche che racconta.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Buongiorno caro utente. E' assolutamente positiva questa voglia di esplorazione; molti modelli di psicoterapia utilizzano tecniche per approfondire la metacognizione e per "osservarsi" da punti di vista terzi. Può prendere in considerazione di iniziare un percorso. Resto a disposizione per chiarimenti. Buona giornata. Luca Frumento
Buongiorno, vedo tanti pensieri diversi tra loro nelle poche righe che ha scritto. Meriterebbero di essere approfonditi ed analizzati con l'aiuto di un collega.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno, mi dispiace molto per la sua situazione, comprendo che non è facile vivere con la percezione continua di essere giudicati o poco apprezzati, e spesso poi per difesa tendiamo a voler essere noi ad essere dall'altro lato "a ridere degli altri", purtroppo questo non è un obiettivo consigliabile o perseguibile. Sicuramente assieme ad un professionista si può provare a comprendere come mai c'è questo filtro di giudizio attorno a se, quali sono i cicli e i loop relazionali nei quali si cade e quanto dipende dall'ambiente (ed in caso come cambiare rapporti, persone e influenze negative) e quanto invece da come noi vediamo ed agiamo sul mondo (e quindi, rendendoci più consapevoli, possiamo agire e usare le nostre risorse per interrompere il cerchio).
Parla di un passato diverso, del sentirsi incompreso, sicuramente affiancarsi ad un percorso psicologico potrebbe aiutarla anche a chiarire alcuni di quegli aspetti in un ambiente empatico, accogliente e rispettoso.
Con i miei migliori auguri,
Dott.ssa Aisha Battelini
Buonasera,
le domande che si pone sono un buon punto di partenza. Mettere in dubbio la propria percezione significa che si sta mettendo in gioco per migliorare la sua situazione. Questo non vuol dire che potrebbe essere solo frutto della sua mente ma che una parte di sé possa contribuire a percepire il mondo contro. Essere e/o sentirsi giudicati è molto spiacevole e comporta una situazione dolorosa dove è difficile sentirsi liberi di essere sé stessi. Proprio per il timore della critica ci si sente in punta di piedi e la sensazione è che qualsiasi cosa si dica o faccia si sbagli comunque.
Tuttavia, come le hanno detto altri colleghi è difficile se non impossibile cambiare gli altri. Quello su cui si può lavorare è cambiare sé stessi, nel senso che come obiettivo ci si può porre la possibilità di stare bene anche se arriva la critica. D'altronde è impossibile evitare di essere giudicati da tutti.
Nel caso in cui voglia approfondire la tematica, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto,
D.ssa Silvia Ferrari.
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi una parte così importante di sè. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso.
Le suggerirei di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte alle difficoltà che porta.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Buonasera,
mi dispiace che abbia questa percezione. Nelle sue parole sento un grande vissuto di solitudine che a volte può portarci a sentire gli altri distanti e antipatici. Nella sua domanda scrive che sente queste persone che la circondano diverse da lei, potrebbe quindi provare a cercare delle persone che condividano i suoi interessi, non per ridere a sua volta di altri ma per sperimentare una condivisione con altre persone di quello che le piace e che la fa stare bene, resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott.ssa Fiorella Linden
Ti invito solo ad una riflessione: se il "problema" sono gli altri, non possiamo far altro che aspettare gli "gli altri" cambino", cosa difficile se non impossibile (per cambiare dobbiamo sentire che ci sia qualcosa che non va in noi e non è detto che gli altri sentano questa cosa); oppure possiamo tentare di cambiare compagnia ma sempre dovendo dipendere dalla fortuna di incontrare persone diverse e "migliori". Se invece inizi a pensare alla possibilità che possa dipendere da te, dal modo in cui ti poni, da come percepisci le cose, da un sacco di possibili cose, puoi sempre cercare di modificare il modo in cui ti rapporti, il modo in cui ti vivi le cose ed iniziare a stare bene con gli altri. Hai un potenziale enorme per modificare questa situazione che ti rende infelice. Inizia un percorso psicologico per capire come ti poni e come percepisci le cose e vedrai che ti si aprirà un mondo di possibilità e inizierai a stare bene col mondo che ti circonda! Un saluto
Buongiorno utente, mi dispiace molto per la situazione che descrive. Si avverte la sua sofferenza, dunque io credo che potrebbe approfondire ciò che ha condiviso con noi in un percorso di psicoterapia in modo che possa fare chiarezza sui suoi vissuti e sulla sua storia. Sa, la diversità del passato e del presente delle persone che ci circondano non deve per forza essere un limite. Un saluto. a disposizione . Dott.ssa Angela Ricucci
Buongiorno, spesso mettiamo in moto in modo implicito, senza che ce ne rendiamo conto, uno schema che possiamo chiamare "il pregiudizio che si auto-avvera", ossia rispondiamo ad una reazione "negativa" o "indifferente" degli altri in modo altrettanto negativo/indifferente, attribuendo all'altro un giudizio negativo su di noi. Spesso facciamo questo mal interpretando le intenzioni dell'altro, il cui atteggiamento potrebbe essere mosso da fattori che non ci riguardano, ma che hanno a che fare con i loro propri vissuti, ad esempio la difficoltà a fidarsi, o l'essere concentrati solo su se stessi, o altro ancora. Il problema nasce quando noi reagiamo cercando di pareggiare i conti, e creando in loro un vero e proprio giudizio negativo nei nostri confronti, per cui il nostro pregiudizio si avvera giustificando la credenza che tutti ce l'hanno con noi.
Non conosco la sua storia, per cui non è detto che quando sopra aderisca alla sua realtà, ma ho ipotizzato un'eventuale causa del problema che ci porta, Le consiglio un percorso psicoterapeutico per mettere in luce queste o altre dinamiche e trovare maggiore benessere a livello relazionale. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno,
l'ultima parte del messaggio "potrei anche io ridere degli altri" dovrebbe essere riformulata, in quanto tale frase implica un giudizio. Quello che posso dirle con un messaggio è che noi non possiamo cambiare o prevedere il comportamento degli altri, ma possiamo riflettere sul nostro, sui nostri pensieri che possono essere fonte di sofferenza e sui nostri scopi. Magari, come in parte sembrerebbe dal messaggio, sarebbe utile provare ad approfondire questi suoi dubbi e vedere cosa può emergere. Mi rendo disponibile per chiarimenti e colloqui. Un saluto e buone feste. Dott.ssa Alessandra Carabba
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Salve, se "è così oppure è il risultato di una sua percezione" questo non possiamo saperlo. Ha mai provato a chiedere direttamente ad una delle persone alle quali lei fa riferimento se effettivamente esiste questa antipatia nei suoi confronti? Potrebbe iniziare partendo da questo. Per il resto, ogni persona ha il proprio vissuto che va rispettato e non giudicato. Se sente di essere in difficoltà, può ricorrere ad un aiuto professionale.
Buonasera gentile utente, hai fatto bene a condividere con noi questi pensieri. Da dove nasce l'idea di essere antipatico? Dalle tue parole mi arriva bene il dispiacere per questa situazione ma anche la voglia di esplorare per dare un nuovo senso. Per fare questo ti invito a contattare un professionista e iniziare il viaggio; se lo desideri sarò lieta di accompagnarti. Un saluto e buone feste, dott.ssa Arianna Broglia
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Mi dispiace sentire che ti senti così isolato e che hai l'impressione di essere antipatico agli altri. È importante ricordare che la percezione che abbiamo di noi stessi può essere influenzata da vari fattori, tra cui la nostra autostima, l'autocritica e le esperienze passate. In alcuni casi, potresti percepire le reazioni delle persone in modo più negativo di quanto effettivamente siano, a causa delle tue convinzioni personali o di un'interpretazione distorta delle situazioni.

È possibile che ci siano dinamiche sociali o relazionali che contribuiscono a questa sensazione di essere poco apprezzato o antipatico, ma è importante anche considerare che ciascun individuo ha il proprio punto di vista e le proprie esperienze che influenzano il modo in cui interagisce con gli altri.

Ecco alcune cose che potresti considerare per cambiare la tua prospettiva su questa situazione:

Autostima: Lavora sulla tua autostima e sulla tua percezione di te stesso. Aumentare la fiducia in te stesso può aiutarti a sentirti più sicuro nelle relazioni sociali.
Introspezione: Rifletti su come interagisci con gli altri e su come potresti migliorare le tue competenze relazionali. Potresti beneficiare di un supporto professionale come la consulenza o la terapia per esplorare queste dinamiche in modo più approfondito.
Comunicazione: Cerca di comunicare apertamente con le persone che ti circondano. Chiedi feedback o consigli su come migliorare le tue interazioni sociali.
Empatia: Cerca di comprendere meglio le persone che incontri, le loro prospettive e le loro esperienze. L'empatia può aiutarti a costruire relazioni più positive.
Hobbies e interessi comuni: Partecipare a attività o gruppi con persone che condividono i tuoi interessi potrebbe aiutarti a trovare nuove amicizie e a sentirti più a tuo agio nelle interazioni sociali.
Supporto professionale: Se continui a lottare con queste sensazioni di isolamento o con il senso di essere antipatico agli altri, potresti valutare la possibilità di cercare il supporto di uno psicologo o terapeuta. Questi professionisti possono aiutarti a esplorare e affrontare le tue preoccupazioni in modo più approfondito.
Ricorda che cambiare la percezione delle relazioni sociali e lavorare su te stesso richiede tempo e impegno. Sii gentile con te stesso e cerca di mantenere una mentalità aperta e flessibile mentre affronti questa sfida.

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