Ho 41 anni, non voglio più lavorare, mi sento uno schiavo ad avere la vita scandita dal lavoro, se m

15 risposte
Ho 41 anni, non voglio più lavorare, mi sento uno schiavo ad avere la vita scandita dal lavoro, se mi si chiedesse di cambiare lavoro sarebbe per me come cambiare carcere ma io non voglio cambiarlo ma uscirne.
Buon pomeriggio, innanzitutto la ringrazio di aver condiviso questa esperienza e mi dispiace molto del disagio che ha espresso. Posso solo provare ad immaginare quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione. A volte capire come andare avanti e identificare la scelta migliore per noi, può non essere affatto semplice, per questo scoprire le nostre modalità di agire e comprendere da dove deriva questo blocco che le impedisce di andare avanti è ciò che le potrebbe servire per uscire da questa situazione. Un obbiettivo di un percorso psicologico, può essere quello di chiarire questa confusione e cercare di trasformarla in benessere. Una terapia psicologica potrebbe permettergli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili per poter vivere al meglio il presente, costruendo delle basi solide al fine di affrontare in maniera efficace il futuro che tanto la preoccupa. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò
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Gentile Utente, sembra che abbia una posizione molto chiara rispetto l'argomento, ed è difficile comprendere quale ulteriore contributo stia cercando. In linea di massima ciò che dice è condivisibile, e nella misura in cui le è possibile vivere bene anche senza lavorare, direi che è giusto che lo faccia se è ciò che vuole. Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissimo utente, le richieste eccessive dal mondo esterno possono a lungo andare provocare burn-out. Capisco che in questo momento, non vedendo altre soluzioni possa avere il desiderio di lasciare il suo lavoro, trovando in questo l'unica via d'uscita. Il lavoro riempie gran parte delle nostre giornate, aiuta a strutturare il tempo e dare senso a ciò che facciamo. Tuttavia gli squilibri che possono emergere da una difficoltà del life-work balance, possono minare la nostra autostima trovando difficoltà ad attingere alle nostre risorse. Io sono una psicologa del lavoro e delle organizzazioni e una psicoterapeuta, con pluriennale esperienza nel settore aziendale. Posso proporle un confronto e valutare insieme come supportare questo momento di difficoltà se lo vorrà. Per adesso le faccio i miei cari auguri!
Gentilissimo, credo che per lei sia utile esplorare queste perplessità che riporta con uno specialista, soprattutto perchè il suo lavoro sembra essere per lei importante, tanto da provare a risolvere le questioni piuttosto che abbandonarlo.

Resto a disposizione
AV
Buongiorno, sembra che dietro la situazione quasi sociologica che pone ci sia una questione ben più importante e soggettiva, quella relativa al suo desiderio che, pare, sente frustrato se non mortificato. Una impasse del genere, e la domanda di riavvicinarsi al proprio desiderio sul quale ha ceduto, è di perfetta competenza per un consulto psicoterpico, e le indicherei ad orientamento psicoanalitico. un saluto
Salve, dal suo breve messaggio si percepisce tutta la sua insofferenza rispetto alla vita che fa e alle prospettive che le si presentano. Sempre più di frequente si sentono storie di persone che cambiano radicalmente vita, senza però dimenticare gli aspetti concreti legati al lavoro. Parlare con uno psicoterapeuta potrebbe esserle utile per capire quali sono le reali possibilità che ha per vivere ed esserne davvero soddisfatto.
Le auguro di trovare l'aiuto migliore per lei.
Dott.ssa Rachele Sales
Buonasera

Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia psicoanalitica per capire come uscire da questo disagio .
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Salve, il suo bisogno è chiaro e comprensibile. Immagino che dietro questa sensazione di “schiavitu’” sono presenti anche emozioni disfunzionali.
Perché non Iniziare un percorso di psicoterapia, che la aiuti a gestire meglio il modo di affrontare il lavoro?
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa

Buongiorno, mi spiace per il disagio che sta vivendo e che ha riportato. Purtroppo il lavoro è qualcosa che non solo occupa la maggior parte del tempo ma è anche indispensabile per poter vivere. Il fatto che lei non trovi più soddisfazione e piacere nel suo lavoro e che non veda neanche prospettive positive in un eventuale cambio mi fa pensare che di fondo ci sia una insoddisfazione che riguarda anche altri ambiti della sua vita. E' ancora molto giovane, le consiglio di chiedere aiuto per provare a capire cosa potrebbe fare per stare meglio e, perchè no, anche provare a immaginare prima e ricercare poi un lavoro che la possa far sentire realizzato.
Cordiali saluti
Salve, se le è possibile smettere di lavorare ed è veramente ciò che desidera, dia spazio al suo desiderio. Nel caso contrario, il lavoro è una attività fondamentale per la vita di tutti noi a cui dedichiamo gran parte della nostra vita. Probabilmente ci sono sentimenti in lei che vanno analizzati con attezione e per questo le suggerisco di contattare uno psicologo per comprendere cosa le accade emotivamente e psicologicamente. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, la capisco. Sarebbe interessante vedere cosa rappresenta il lavoro per lei e che esperienze ha avuto, per arrivare a vedere come oggi ha maturato questa repulsione.
Se lei fosse un mio paziente, esplorerei il suo modo di vivere il lavoro come una simile privazione di libertà. Converrei certo sul fatto che ci sono lavori che ci lasciano a volte il senso di toglierci tempo e vita, ma aprirei altre riflessioni sul senso di sé. Spero che lei possa occuparsi di questi aspetti, per vivere la vita da persona consapevole ed attiva.
Buonasera, ho apprezzato la forza con cui ha trasmesso il bisogno che ha di uno spazio di tempo che non sia scandito dall'esterno ma che sia interamente suo, in una società in cui il tempo viene rubato non solo dall'attività lavorativa ma da tante influenze esterne che ci condizionano al di fuori spesso della nostra consapevolezza.
Mi piacerebbe poter approfondire questo argomento, perchè è un tema interessante quello che Lei solleva.
Penso che sarebbe auspicabile trovare spazi di espressione che le rimandino la sensazione di maggiore padronanza della sua vita.
Un saluto

Dott.ssa Elisa Rossetti
Psicologa Clinica

Buonasera, mi dispiace molto per questo suo momento di disagio, e le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per comprendere il significato da lei attribuito alla dimensione lavorativa, e valutare le possibili strade percorribili, per ritrovare serenità.
Un saluto
Dott.ssa Arianna Magnani

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