Gentilissimi, avrei bisogno di un cortese parere a riguardo di un personale dubbio amletico... S

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Gentilissimi, avrei bisogno di un cortese parere a riguardo di un personale dubbio amletico...

Sul lavoro mi frequento con colleghi/ghe molto amichevolmente.. dando loro la mia Amicizia e la mia presenza quando richiesto.

Sul lavoro ma anche dopo lavoro vengo chiamato per fare un pranzo lavoro assieme un caffè rapido, un paio di volte a settimana organizziamo (sono più loro che lo fanno) cene assieme, in coppia o in gruppo. Tutto apparentemente molto bello, ai compleanni ci regaliamo dei pensierini, quando in vacanza ci spediamo cartoline simpatiche o ci compriamo souvenir, ci invitiamo a casa preparando cenette per stare assieme.. a volte si va al cinema, e personalmente li avrei invitati al nostro matrimonio talmente l'affetto che ho per loro e la presenza che mi fanno sentire loro... insomma, oltre le nostre reciproche amicizie personali ci trattiamo anche con loro con molto piacere. Ripeto, non sono io che faccio tutto, spesso sono loro che mi cercano.. per intendere non sono io che li cerco mentre loro se ne sbattono e lo fanno solo per buona creanza.

Non so se sono io sbagliato e ho un concetto errato dell'amicizia, non so se sono loro più "nordici" per cui hanno un concetto diverso della colleganza, ovvero più simile a un'amicizia e una frequentazione pur senza stima e affetto in campo, non so se invece non c'è nulla di tutto ciò e mi sono solo illuso io...

Dico questo perché quando si tratta di un problema personale che ho con una collega che mi asfissia, loro si irrigidiscono come fossero manipolati e pur consapevoli che il problema è lei, tendono a farsi da parte con un "sono problemi tuoi io non intendo entrarci in queste cose" oppure una collega continua a parlarmi di lei quando nonostante le abbia chiesto di non volerne sentir parlare SE lei stessa ha paura a pronunciare il mio nome oppure raccontare le nostre uscite oppure se vado a trovarla a casa (conosco il marito e le figlie), dinanzi alla famosa collega... se quest'ultima le fa una battutina infelice se ne esce con un "eh che ci vuoi fare gianmario, non siamo tutti uguali" senza nemmeno offendersi per spettegolezzi piuttosto pesanti, se le faccio io una battuta appena scherzosa si offende e me lo fa capire.. io noto solo una differenza di comportamento che a me sta stretta non poco.

ultimamente per un problema personale di salute in famiglia ho chiesto loro di poterci fare una birra assieme per aiutarmi a distrarre, mio mal grado tale richiesta è arrivata all'orecchio della collega in questione (io l'uscita la intendevo con i colleghi "amici" non con lei) la quale ha sentenziato (mi è stato riportato) che non se ne sarebbe fatto nulla e loro che fanno? Anziché dirmi ok ce ne usciamo noi con gianmario magari senza farle sapere nulla come in altre circostanze, annullano la cena che mi stavano organizzando e non me la propongono più... sto "aspettando" da tee mesi, continuano a scrivermi, a vederci al lavoro ma sono spariti per il resto.

La domanda è, ma questa è amicizia? No.
E allora se non è amicizia, perché per 5 anni non facevano altro che contattarmi per stare assieme, pensierini, carinerie, dentro e fuori l'orario di lavoro, compleanni festeggiati assieme e quant altro? Io l'avevo scambiata per amicizia perché veramente percepivo il loro affetto e io ho investito un bel po' del mio.

Magari tutto ciò è normalissimo negli ambienti di lavoro e sono io a cadere dal pero...
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buon giorno, leggendo le sue amare riflessioni sull'ambiente di lavoro, non posso che condividere il suo stato d'animo. L'amicizia cos'è se non poter sostenersi nei momenti difficili, quando percorriamo una strada incerta come quando affrontiamo problemi di salute, che attivano in noi paura del futuro? Probabilmente i suoi colleghi di lavoro preferiscono condividere unicamente la gioia, la spensieratezza delle feste e i momenti goliardici. Certo è chiaramente più facile rispetto che affrontare tematiche più profonde, meno superficiali, che mettono in luce il saper stare con gli altri, anche semplicemente accogliere una difficoltà.
Capisco il suo domandarsi ed interrogarsi sulla natura di questi legami. Probabilmente la sua sensibilità va oltre ed ha bisogno di sentire la reciprocità di tali affetti, che non riesce a trovare in loro.
Non demorda, non perda speranze : chi è allineato emotivamente con lei le sarà vicino anche fuori dal lavoro, ed anche per condividere alcune fatiche della nostra vita quotidiana.
Un caro saluto, Cinzia Fiore
Buon pomeriggio,
personalmente credo che le vere amicizie sul posto di lavoro siano una cosa molto rara e che nella maggior parte dei casi i rapporti rimangono a livello più superficiale quindi ci può essere il momento in cui si organizzano cene insieme o si festeggiano i compleanni eccetera ma bisogna sempre tenere presente il tipo di rapporto di cui si sta parlando che è nato in un contesto lavorativo.
Non fa piacere lo capisco ma purtroppo è così.
Cordialmente
Dott. Michele Arnaboldi.
Buonasera gentile Utente, mi piacerebbe invitarla a riflettere non tanto sulla normalità o meno del rapporto in sé o di come Lei l'ha valutato ma piuttosto come si inserisce nel Suo contesto di vita? Quale è la sua personale definizione di amicizia e come si integra nelle altre relazioni che intrattiene? Farei un passettino indietro rispetto a lei nelle relazioni, ecco.
Nella speranza di essermi spiegata sufficientemente bene, Le auguro una buona serata.
Luisa
Salve, è comprensibile che lei viva questa situazione lavorativa ed affettiva con questi dubbi, comprendere che valore lei sta dando a questi rapporti è importante per vivere meglio le sue relazioni interpersonali fuori e dentro l'ambiente lavorativo. La condivisione di dinamiche personali potrebbe essere percepita dagli altri come un eccessivo coinvolgimento affettivo nella vita altrui, ma allo stesso tempo potrebbe essere un'occasione per approfondire il rapporto stesso. Il valore ed il peso emotivo che lei da a queste relazioni è il focus su cui si potrebbe indagare meglio. Un caro saluto
Salve, tutta la vicenda non rientra nel campo della terapia psicologica ma nelle normali incomprensioni ed egoismi dei rapporti umani. Affronti la cosa in modo schietto e parli con i soggetti in modo sereno e adulto e sono certo troverà soluzione. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buonasera, credo che sia opportuno chiarire con un collega o con i colleghi alla prima occasione utile. Basta una semplice domanda, chiedere il perché di un determinato comportamento. Non penso che lei cada dal pero, credo che i colleghi vogliano evitare di mischiare lavoro e uscite. Non la chiamerei amicizia, non nel senso che intende lei. È come se il confine fosse molto ristretto, un po' come aprire un cassetto in certi momenti e chiuderne un altro, facendo in modo che siano alternati. Penso che sentire un po' di calore umano al di fuori della propria città la esponga al rischio di aspettarsi da loro molto di più di quello che riescono a darle. Probabilmente il lavoro è talmente importante che non vogliono compromettere questo clima apparentemente armonioso.
Spero di esserle stata utile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Caro Gianmario, capisco la delusione rispetto alle sue aspettative. Lei avrebbe bisogno della conferma della vostra amicizia con uno schierarsi al suo fianco, ma i suoi colleghi evitano qualsiasi schieramento per non rovinare il clima di lavoro con spaccature tra compagni di scrivania. Se insiste con la richiesta di prendere una posizione netta, lei verrà percepito come elemento disturbante di un clima, magari superficiale, ma globalmente sostentitivo. Le consiglio per questo, di riflettere su questa aspettativa di condivisione così profonda, quasi assoluta, di vissuti e sentimenti in un ambiente che è di lavoro. Forse lei sta esprimendo una sensibilità e un bisogno di vicinanza e sostegno più adatto ad altro contesto e per questo destinati ad essere delusi.
Resto disponibile per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Buonasera, posso comprendere la sua delusione rispetto a ciò che credeva essere un'amicizia più profonda. Ciò che sembra le abbiamo fatto capire i suoi colleghi, dai loro atteggiamenti, è probabilmente di vivervi una reciprocità legata a momenti di gioia e spensieratezza, senza entrare nel privato.
Capisco che non sia piacevole dover prendere atto di qualcosa dal quale ci aspettavamo molto altro: sta a lei decidere se viversi queste "amicizie" di lavoro e proseguire con le uscite, regali e momenti spensierati.
Resto a disposizione qualora avesse bisogno di approfondire questi suoi stati d'animo e dubbi rispetto alla situazione. Un caro saluto, dottoressa Paola De Martino
Buongiorno,
provi ad esplicitare queste due sensazioni si suoi amici parlandone con loro. Manifesti questa sua insoddisfazione rispetto a taki rapporti, e veda cosa accade dal confronto con loro. Potrà aiutarla a definire meglio queste relazioni e cosa esse rappresentino anche per loro.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, comprendo la sua confusione e delusione legata al comportamento dei suoi colleghi. Purtroppo non si è mai sicuri dei sentimenti e delle intenzioni dietro al comportamento di una persona a meno che non si chiedano chiarimenti. Ognuno di noi legge il mondo in modo diverso sulla base delle nostre esperienze e vissuti, che appunto sono solo NOSTRI.
Dalle sue parole mi sembra che lei considerasse questi colleghi come amici e da qui deriva la sua delusione. Le consiglierei quindi di parlare con loro, esprimendo i suoi sentimenti, come farebbe con degli amici: se anche da parte loro è presente un sentimento di amicizia, vi chiarirete; altrimenti non avrà più dubbi e avrà comunque più chiara la situazione.
Resto a disposizione per un colloquio se volesse approfondire ulteriormente l'argomento.
Saluti, Claudia Torrente
Salve, i rapporti di lavoro che diventano amicizia molto vissuta anche al di fuori del contesto lavorativo possono essere tanto travolgenti per quantità di tempo trascorso assieme e la convivenza 'obbligata' a cui sono sottoposti, quanto tesi dovendo ricercare e mantenere compromessi professionali e personali di molte identità. Spesso il passare del tempo varia questi equilibri che subiscono fisiologici cambiamenti, tuttalpiù se qualcosa era già latente. Le consiglio di riflettere se pensa che questi rapporti siano nati in nome di una buona convivenza e spirito di aggregazione di un gruppo di colleghi che ha creato momenti di svago assieme perché in armonia; oppure in nome di un intenso e condiviso sentimento di amicizia che tutti possono concepire come molto diverso e interpretare ed esternare in modo differente. Da questa riflessione possono emergere degli utili spunti di confronto sulle sue credenze rispetto ai rapporti affettivi e valutare le sue attribuzioni di significato! Cordialmente, Martina Milani
Buongiorno,
dato il problema esposto, le consiglierei ti confrontarsi con alcuni dei suoi colleghi, quelli che ritiene esser più "intimi", per cercare di capire come mai non sia stata più fatta la cena. Onde evitare di giungere a delle conclusioni affrettate e magari incorrette.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Capisco che ti senti confuso e deluso per la situazione che hai descritto con i tuoi colleghi. È difficile dare un giudizio definitivo sulla natura delle relazioni interpersonali senza conoscere i dettagli specifici e i sentimenti di tutte le persone coinvolte. Tuttavia, posso darti alcune considerazioni generali che potrebbero essere utili.

Le dinamiche relazionali possono essere complesse e possono variare da persona a persona. È possibile che inizialmente la tua relazione con i tuoi colleghi fosse molto amichevole e che tu abbia percepito un forte legame e affetto reciproco. È anche possibile che gli altri colleghi abbiano avuto una diversa prospettiva o aspettative sulla natura di questa relazione.

È importante ricordare che ognuno ha il diritto di definire i propri confini e di scegliere come gestire le proprie relazioni. Ciò significa che possono esserci momenti in cui le persone possono essere meno disponibili o reattive rispetto a prima, e questo non significa necessariamente che l'amicizia sia stata completamente negata o che sia stata solo una facciata.

Tuttavia, se hai l'impressione che la tua richiesta di aiuto sia stata ignorata o che la relazione sia diventata tesa a causa di problemi personali con una collega specifica, potrebbe essere utile affrontare la questione direttamente con i tuoi colleghi. Esprimi i tuoi sentimenti e preoccupazioni in modo rispettoso e aperto, cercando di capire anche il loro punto di vista. La comunicazione aperta potrebbe contribuire a dissipare eventuali malintesi e a riavviare la relazione in modo più chiaro e sano.

In generale, è importante essere consapevoli delle aspettative che si hanno nelle relazioni e ricordare che ogni persona ha il diritto di definire come desidera essere coinvolta. Inoltre, è fondamentale sviluppare un sano equilibrio tra le relazioni personali e il lavoro, in modo da mantenere un ambiente professionale e rispettoso per tutti.

Se senti di avere bisogno di un supporto aggiuntivo per affrontare queste dinamiche complesse, potrebbe essere utile consultare uno psicologo o un terapeuta che ti possa aiutare a esplorare i tuoi sentimenti e a gestire le tue relazioni in modo sano e gratificante.
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Ciao,

capisco che tu sia confuso e deluso dal comportamento dei tuoi colleghi. Da quello che descrivi, sembra che ci sia una differenza di fondo tra il tuo concetto di amicizia e quello dei tuoi colleghi.

Per te, l'amicizia è un rapporto basato sulla fiducia, la stima e la condivisione. Ti aspetti che gli amici siano disponibili ad ascoltarti e a sostenerti nei momenti difficili.

I tuoi colleghi, invece, sembrano avere un concetto più superficiale dell'amicizia. Per loro, l'amicizia è un rapporto basato sulla compagnia e sul divertimento. Sono disposti a passare del tempo con te, ma non sono necessariamente interessati a conoscere la tua vita privata o a sostenerti nei momenti difficili.

È possibile che questa differenza di concetti sia dovuta a fattori culturali. Come dici, i tuoi colleghi sono più "nordici", quindi potrebbero avere un approccio più riservato alle relazioni interpersonali.

È anche possibile che questa differenza di comportamento sia dovuta alla presenza della collega che ti asfissia. È possibile che i tuoi colleghi si sentano in imbarazzo o a disagio quando si parla di questo problema, e che quindi cerchino di evitarlo.

In ogni caso, è importante che tu capisca che il loro comportamento non significa che non ti considerino un amico. Semplicemente, hanno un concetto diverso dell'amicizia.

Se questo ti crea disagio, potresti provare a parlarne con loro. Potresti spiegare loro che per te l'amicizia è importante e che ti piacerebbe avere un rapporto più profondo con loro. Tuttavia, è importante essere realistici e non aspettarsi che cambino completamente il loro comportamento.

Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esserti utili:

Cerca di capire meglio i tuoi colleghi e il loro concetto di amicizia.
Parla con loro delle tue aspettative.
Cerca di trovare attività che vi uniscono e che vi permettono di conoscervi meglio.
Sii comprensivo e rispettoso delle loro differenze.
Spero che questi consigli ti siano utili.
Buongiorno, purtroppo nessuno di noi può sapere che cosa passi per la testa dei suoi colleghi. Mi sembra di capire però che questa sua collega abbia una forte influenza sugli altri... O forse il gruppo dei colleghi non vuole prendere una posizione nella vicenda... Dovrebbe essere lei a confrontarsi a viso aperto con loro. Se la questione le ha aperto degli interrogativi su di sè e sul suo funzionamento potrebbe valutare la possibilità di intraprendere un percorso con un professionista.
Dott. Marco Cenci
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Quello che sembra emerso è un certo disallineamento nella percezione della relazione e dell'amicizia tra te e i tuoi colleghi. Potrebbe essere che quello che tu interpreti come amicizia profonda e affetto reciproco, per loro sia più una forma di cortesia e buona creanza legata al contesto lavorativo. Questo potrebbe spiegare la differenza di comportamento che hai osservato, soprattutto quando si tratta di questioni personali o di conflitti interni.
Inoltre, potrebbe essere che ci sia del risentimento da parte dei tuoi colleghi per una presunta preferenza nei confronti di altri colleghi, o per il fatto che tu abbia chiesto di "distrarre" una delle colleghe senza coinvolgerli direttamente. Questo potrebbe aver causato una rottura nella reciproca fiducia e nel senso di appartenenza al gruppo.
In ogni caso, potrebbe essere utile comunicare apertamente con i tuoi colleghi per chiarire le reciproche aspettative e i limiti della relazione. Potrebbe essere che, una volta espresse chiaramente le tue esigenze e le tue aspettative, si possa trovare un terreno comune per mantenere una relazione più equilibrata e soddisfacente per entrambe le parti. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba

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