Gentili Dottori, Sono una venticinquenne trasferitasi in Lombardia da un anno per trovare lavoro e
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Gentili Dottori,
Sono una venticinquenne trasferitasi in Lombardia da un anno per trovare lavoro e finalmente convivere con il mio ragazzo. Sino all'anno scorso ero contentissima di questa scelta, credevo avrebbe rappresentato la mia "svolta" e che avrei portato a termine gli obiettivi prefissati. Ma la settimana prima di partire ho cominciato a star male, a pentirmi, terrorizzata all'idea di lasciare la mia famiglia e la mia città, trascorrevo intere giornate piangendo.
Al mio arrivo inizialmente ho del tutto ignorato il mio ragazzo continuando a piangere, accusare battiti accelerati e nausea, per poi cercare/tentare di mostrarmi affettuosa e di far funzionare le cose, nel frattempo ho trovato lavoro, mi trovo abbastanza bene con i colleghi e ovviamente le condizioni economiche sono nettamente migliori ( tuttavia la mia vita contempla soltanto la casa e il lavoro, nel paese in cui mi sono trasferita non vi è molta gente della mia età) ma ho iniziato ad allontanare sempre di più il mio ragazzo, al punto che mi da fastidio un suo contatto fisico, come se provassi rabbia nei suoi confronti (il tutto si è accentuato in seguito a delle vacanze trascorse a casa, in cui ho provato quotidianamente lo stesso malessere per il terrore di ripartire). Ultimamente le cose sono peggiorate perché ho iniziato anche a soffrire di insonnia, inappetenza, attacchi di panico e debolezza fisica; da settimane penso a come agire, ma qualsiasi azione mi terrorizza penso che la mia vita sia vicino ai miei affetti e non voglio perdere i momenti con loro, vederli invecchiare tramite un telefono e non essere partecipi a vicenda della vita allo stesso tempo però ho il terrore di lasciare la comfort zone che ho creato, inizio ad agitarmi al solo pensiero di comunicare le dimissioni e lasciar casa e solo nel momento in cui realizzo di non poter più star con lui inizio a piangere e ho soltanto voglia di abbracciarlo per paura di perderlo. Non vedo soluzioni al mio problema, ho sempre pensato che un ragazzo che mi ami, un lavoro e una propria indipendenza fossero i miei obiettivi da raggiungere e lasciarli andare mi fa sentire spaesata, come se tradissi me stessa. Sono in continuo contrasto con me stessa e non so davvero cosa fare, ho il terrore di decidere in base al mio malessere. Cosa potrei fare? Vi ringrazio
Sono una venticinquenne trasferitasi in Lombardia da un anno per trovare lavoro e finalmente convivere con il mio ragazzo. Sino all'anno scorso ero contentissima di questa scelta, credevo avrebbe rappresentato la mia "svolta" e che avrei portato a termine gli obiettivi prefissati. Ma la settimana prima di partire ho cominciato a star male, a pentirmi, terrorizzata all'idea di lasciare la mia famiglia e la mia città, trascorrevo intere giornate piangendo.
Al mio arrivo inizialmente ho del tutto ignorato il mio ragazzo continuando a piangere, accusare battiti accelerati e nausea, per poi cercare/tentare di mostrarmi affettuosa e di far funzionare le cose, nel frattempo ho trovato lavoro, mi trovo abbastanza bene con i colleghi e ovviamente le condizioni economiche sono nettamente migliori ( tuttavia la mia vita contempla soltanto la casa e il lavoro, nel paese in cui mi sono trasferita non vi è molta gente della mia età) ma ho iniziato ad allontanare sempre di più il mio ragazzo, al punto che mi da fastidio un suo contatto fisico, come se provassi rabbia nei suoi confronti (il tutto si è accentuato in seguito a delle vacanze trascorse a casa, in cui ho provato quotidianamente lo stesso malessere per il terrore di ripartire). Ultimamente le cose sono peggiorate perché ho iniziato anche a soffrire di insonnia, inappetenza, attacchi di panico e debolezza fisica; da settimane penso a come agire, ma qualsiasi azione mi terrorizza penso che la mia vita sia vicino ai miei affetti e non voglio perdere i momenti con loro, vederli invecchiare tramite un telefono e non essere partecipi a vicenda della vita allo stesso tempo però ho il terrore di lasciare la comfort zone che ho creato, inizio ad agitarmi al solo pensiero di comunicare le dimissioni e lasciar casa e solo nel momento in cui realizzo di non poter più star con lui inizio a piangere e ho soltanto voglia di abbracciarlo per paura di perderlo. Non vedo soluzioni al mio problema, ho sempre pensato che un ragazzo che mi ami, un lavoro e una propria indipendenza fossero i miei obiettivi da raggiungere e lasciarli andare mi fa sentire spaesata, come se tradissi me stessa. Sono in continuo contrasto con me stessa e non so davvero cosa fare, ho il terrore di decidere in base al mio malessere. Cosa potrei fare? Vi ringrazio
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo che possa essere utile richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo possa essere utile ritagliarsi uno spazio per identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ritengo che possa essere utile richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
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Buongiorno, è un momento molto particolare della sua vita in cui desideri, aspettative e paure si avvicendano velocemente. i pensieri, soprattutto quelli ansiosi si fanno sempre più prepotenti nella nostra quotidianità. le consiglio di rivolgersi ad un collega, confrontarsi, aprirsi, dare voce ai proprio pensieri ed emozioni sicuramente aiuta così come mettere ordine.
rimango a sua disposizione.
cordialmente
dr.ssa Oltolini
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dr.ssa Oltolini
Buonasera, la situazione che descrive sembra senza via d'uscita, in realtà le emozioni che prova di fondo appaiono molto forti tanto da sviluppare dei sintomi d'ansia importanti. Quando si fanno delle scelte inevitabilmente si lasciano delle possibilità per viverne altre, le scelte che generano più serenità sono quelle più coerenti con ciò che sentiamo veramente. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico per riappropriarsi in modo più chiaro dei suoi sentimenti e poter cosi prendere una posizione nuova nella sua vita in un senso o nell'altro.
Rimango a disposizione anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
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Dott.ssa Camilla Ballerini
Buonasera, comprendo dalle sue parole che sta attraversando un momento molto faticoso. Affrontare grandi cambiamenti di vita può generare in noi dubbi o aprire questioni personali irrisolte generando emozioni intense.
Potrebbe esserle utile rivolgersi a una/uno psicologa/o per poter dare significato a quello che le sta capitando, trovare soluzioni funzionali ai suoi bisogni (che ora le sembrano in contrasto) e riacquisire tranquillità e benessere.
Un caro saluto
Dott. ssa Clarissa Ricci
Potrebbe esserle utile rivolgersi a una/uno psicologa/o per poter dare significato a quello che le sta capitando, trovare soluzioni funzionali ai suoi bisogni (che ora le sembrano in contrasto) e riacquisire tranquillità e benessere.
Un caro saluto
Dott. ssa Clarissa Ricci
Buonasera, le scelte che siamo portati a fare nella nostra vita possono creare tensioni e dubbi e ci portano a mettere in discussione tanti aspetti di noi stessi e della nostra vita. Dalle sue parole emerge tanto malessere per questa sua scelta, che la porta a vivere profondi alti e bassi con conseguenti problematiche ansiose. Sarebbe intanto utile, se non l'avesse fatto, parlarne apertamente con il suo fidanzato di ciò che prova e del motivo che la porta a distaccarsi da lui. Secondariamente, le potrebbe essere senz'altro utile rivolgersi a uno psicologo, per avere un suo spazio dove fare emergere queste sue emozioni e cercare di riflettere su ciò che le sta accadendo nella sua vita.
Reato a disposizione, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Reato a disposizione, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Gentile utente, la vita, a volte, ci pone di fronte a delle scelte che noi non vorremmo essere tali. Un conflitto rispetto a situazioni ugualmente importanti per noi, dove la scelta presuppone una perdita. Ma tutto, a volte, si risolve guardando da un altra prospettiva, che potrebbe essere trovata, in un consulto professionale, nel quale, gli aspetti, non andrebbero messi in competizione (dove soffro di piu'), ma differenziati e canalizzati al proprio benessere.
E chissà generare nuove idee e soluzioni.
Cordialmente Dot.ssa Alessia Battista
E chissà generare nuove idee e soluzioni.
Cordialmente Dot.ssa Alessia Battista
Gentilissima, innanzitutto vedo che contrariamente alla maggior parte delle persone, che decidono di ignorare i propri disagi o nascondere le proprie sofferenze, lei sta cercando attivamente una soluzione a una situazione che certamente ha riconosciuto come problematica. Sembrerà banale, ma se ci riflette noterà che spesso tendiamo a prenderci cura di noi stessi meno di quanto facciamo per il nostro animale domestico.
Lei sembra aver deciso di prendersi cura di sé. Sebbene il primo passo l'abbia fatto nel cercare una risposta, mi creda che anche per piccoli problemi non è possibile trovare una rapida soluzione on-line. Invece, anche un percorso di poche sedute con un professionista, in grado di fornirle un suo spazio d'ascolto, può essere risolutore.
Rimango volentieri a disposizione,
Eloisa Iellici
Lei sembra aver deciso di prendersi cura di sé. Sebbene il primo passo l'abbia fatto nel cercare una risposta, mi creda che anche per piccoli problemi non è possibile trovare una rapida soluzione on-line. Invece, anche un percorso di poche sedute con un professionista, in grado di fornirle un suo spazio d'ascolto, può essere risolutore.
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Salve. Il suo malessere e il conflitto collegato ad esso andrebbero approfonditi in un contesto psicoterapeutico per indagarne le cause, poiché sente che non può accettare di vedere invecchiare i suoi cari avendo con loro prevalentemente un rapporto telefonico ma ha anche paura di perdere ciò che sta costruendo. Comprendere se ci sono condizionamenti e sensi di colpa. Nella mia esperienza, viversi la possibilità di dare spazio alle emozioni, elaborarle e contenerle indirizzandole nella giusta direzione, potersi aprire a diversi punti di vista stimolando la fiducia in sé, aiuta a fare chiarezza e ad aprirsi alla possibilità di affrontare la vita con maggiore serenità. Distinti saluti
Salve, data la situazione credo che debba fare un po’ di chiarezza interiore. Ha pensato a un consulto psicologico? Da come scrive sembrerebbe essere una persona in difficoltà. Con un percorso di psicoterapia troverebbe le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentilissima,
Questo è certamente un cambiamento sostanziale e significativo della sua vita, che ha certamente attivato delle emozioni molto profonde. Un percorso psicoterapeutico potrebbe certamente aiutarla. EP
Questo è certamente un cambiamento sostanziale e significativo della sua vita, che ha certamente attivato delle emozioni molto profonde. Un percorso psicoterapeutico potrebbe certamente aiutarla. EP
Buongiorno, si comprendono dal suo messaggio la sofferenza e il disagio che sta vivendo. Le emozioni e i desideri che lei sente come opposti, al punto da farla "sentire spaesata, come se tradissi me stessa" potrebbero trovare una via di comprensione, integrazione e 'scioglimento' attraverso un lavoro psicoterapeutico con un professionista di cui avere fiducia. Vedrà che così troverà una sempre maggiore tranquillità e quindi sarà in grado di fare scelte, non a partire dalle paure e dalle ansie, ma sapendo riconoscere i suoi bisogni e desideri. Le auguro il meglio. Un caro saluto
Buonasera e grazie per essersi aperta con noi con tanto coraggio. Il conflitto interiore che sta vivendo, mi pare di capire, le sta creando grande apprensione: se da un lato sente di aver raggiunto quanto sempre sognato, dall'altro sente la mancanza di qualcosa. Credo che la situazione le arrechi molto dolore, dubbi e perdita di certezze. Credo che ritagliarsi uno spazio in cui ascoltarsi e sentirsi ascoltata possa permetterle di provare a dare una forma e un significato a quanto ora la sta preoccupando. Di fronte ad un conflitto la nostra mente spesso oscilla tra posizioni estreme che, in quanto tali, sono estreme anche nelle scelte. Per questo penso che sia molto difficile stare con i propri pensieri e le proprie paure. Si conceda uno spazio, solo per lei, in cui i suoi dubbi possano essere protetti, non giudicati e possano dare libero sfogo alla sofferenza che sta provando. Ricordi che non è il dolore il problema, ma il dolore non ascoltato. Lo ascolti e se vorrà sarò a sua disposizione anche per colloqui online. Cordialmente, Andrea Brumana
Gentile venticinquenne, ti ho compresa!
Ci sono diversi aspetti importanti che andrebbero approfonditi con dei colloqui. Ci sono delle parti contrastanti, dei poli opposti che vanno messi in dialogo per integrare. In altre parole , da quanto scrivi, sembri spaccata in due e questo ti mette in crisi perchè una qualsiasi scelta ti metterebbe di fronte al fatto di dover lasciare una delle due parti.
Integrare vuol dire trovare la soluzione più giusta per te, senza rinunciare ai tuoi valori. Ora, però, l'ansia non ti permette di vedere bene tutti i tasselli. Per questo all'inizio c'è bisogno di una persona esterna ed esperta.
Se e quando vorrai sono a disposizione, anche online.
Dott.ssa Irene Buzzoni
Ci sono diversi aspetti importanti che andrebbero approfonditi con dei colloqui. Ci sono delle parti contrastanti, dei poli opposti che vanno messi in dialogo per integrare. In altre parole , da quanto scrivi, sembri spaccata in due e questo ti mette in crisi perchè una qualsiasi scelta ti metterebbe di fronte al fatto di dover lasciare una delle due parti.
Integrare vuol dire trovare la soluzione più giusta per te, senza rinunciare ai tuoi valori. Ora, però, l'ansia non ti permette di vedere bene tutti i tasselli. Per questo all'inizio c'è bisogno di una persona esterna ed esperta.
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Dott.ssa Irene Buzzoni
Buonasera, dalle sue parole emerge una grande sofferenza; la decisione che ha preso partendo e lasciando la sua vita l'ha comprensibilmente destabilizzata, era decisa e forte e non si aspettava di "crollare", così come non si aspettava che la rabbia per questa situazione la riversasse sul suo fidanzato. Le sue reazioni e soprattutto le sue emozioni sono comprensibili ed è importante che lei le ascolti perché sono proprio loro che potranno guidarla a conoscersi nel profondo e comprendere quanto la separazione sia per lei un tema rilevante. Le consiglio di farsi accompagnare da un professionista in modo da trovare insieme la via giusta per andare avanti e superare il "blocco" che sta vivendo.
Gentile utente,
credo che potrebbe pensare ad una consulenza psicologica. Quella che descrive è una situazione di forte disagio, sembra che qualunque scelta le appaia come troppo dolorosa. Sembra proprio che potrebbe servirle approdare ad uno spazio protetto nel quel potersi aprire e portare tutti i suoi pensieri e le sue emozioni, in modo da potersi districare e non farsi sopraffare. Solo così, se abbassa un poco il volume, potrà sintonizzarsi con se tessa, con il suo sentire autentico e scegliere.
Rimango a sua disposizione, anche online. Sarei felice di poterla aiutare.
Dott.ssa Franca Vocaturi
credo che potrebbe pensare ad una consulenza psicologica. Quella che descrive è una situazione di forte disagio, sembra che qualunque scelta le appaia come troppo dolorosa. Sembra proprio che potrebbe servirle approdare ad uno spazio protetto nel quel potersi aprire e portare tutti i suoi pensieri e le sue emozioni, in modo da potersi districare e non farsi sopraffare. Solo così, se abbassa un poco il volume, potrà sintonizzarsi con se tessa, con il suo sentire autentico e scegliere.
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Dott.ssa Franca Vocaturi
Carissima,
sicuramente il suo malessere fisico ha un significato profondo che è importante che non venga ingnorato o silenziato. Percepisco forte in lei il senso di smarrimento nato dal dubbio che ciò che era chiaro fino a qualche mese fa rispetto al suo futuro, ora non lo sia più. Stanno nascendo domande molto grosse: cosa voglio? veramente voglio buttare tutto ciò che ho sempre desiderato per tornare indietro? Allora cosa desidero veramente? Dove sta la mia felicità? Il mio consiglio è intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarla a fare luce dentro di lei e trovare pertanto risposta a questi dubbi che la angosciano.
Un abbraccio.
Dott.ssa Agnese Lombardi
sicuramente il suo malessere fisico ha un significato profondo che è importante che non venga ingnorato o silenziato. Percepisco forte in lei il senso di smarrimento nato dal dubbio che ciò che era chiaro fino a qualche mese fa rispetto al suo futuro, ora non lo sia più. Stanno nascendo domande molto grosse: cosa voglio? veramente voglio buttare tutto ciò che ho sempre desiderato per tornare indietro? Allora cosa desidero veramente? Dove sta la mia felicità? Il mio consiglio è intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarla a fare luce dentro di lei e trovare pertanto risposta a questi dubbi che la angosciano.
Un abbraccio.
Dott.ssa Agnese Lombardi
Buongiorno, mi dispiace per il malessere che sta attraversando. Mi sembra di capire che lei sta vivendo un momento di confusione tra ciò che ha lasciato e quello che ha ottenuto con il trasferimento e a volte è comprensibile trovarsi a vivere una crisi se lei si è trovata a scegliere tra due progetti particolarmente importanti per lei, ossia la propria indipendenza economica ed affettiva e la vicinanza alla propria famiglia di origine. In questi casi intraprendere un percorso psicologico può essere consigliabile, proprio perchè attraverso questo tipo di lavoro è possibile giungere a una comprensione più adeguata dei vissuti emotivi e dei significati connessi al cambiamento e giungere ad una più consapevole e autentica decisione su ciò che si vuole e sui propri orizzonti.
Se decidesse per un aiuto psicologico, sono a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia
Se decidesse per un aiuto psicologico, sono a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia
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Buongiorno, credo che il momento che sta vivendo sia difficile perché si trova a fare in qualche modo una scelta. Da un lato, c'è la vita nella sua terra d'origine, con i suoi cari, che rappresenta la vita che ha sempre conosciuto; dall'altro lato, c'è una nuova vita che è sicuramente più promettente a livello socio-economico ma che ancora non conosce. Sicuramente può spaventare tutto questo e può generare angoscia, riflettendosi anche sulle nostre relazioni più importanti. Forse l'idea di un cambiamento radicale nella sua vita ha sollevato diverse incertezze. Credo che le serva un po' di tempo per capire cosa realmente desidera e quale realtà sia più adatta a lei. Nulla vieta, in ogni caso, di darsi una possibilità ed eventualmente rivedere poi i propri piani! Le faccio i miei auguri! Dott.ssa Ravani
Gent.ma, trasferirsi e cambiare città e casa e nucleo familiare è un passaggio veramente cruciale nel ciclo di vita di una persona, può essere davvero molto stressante e sortire effetti difficili e dolorosi da gestire, sia fisicamente che psichicamente. Le consiglio di essere gentile con se stessa e non avere fretta nel cercare quali siano i tuoi desideri profondi e le consiglio di affidarsi ad un/a professionista che la possa accompagnare in questo cammino, in modo che possiate ascoltare cosa hanno da dirle i sintomi che sono emersi, in modo che possano anche regredire progressivamente.
Rimango a disposizione nel caso voglia un colloquio privato.
Un sentito saluto di partecipazione empatica a questo suo momento faticoso.
Maria Vincenza Eterno
Rimango a disposizione nel caso voglia un colloquio privato.
Un sentito saluto di partecipazione empatica a questo suo momento faticoso.
Maria Vincenza Eterno
Gentile utente, la sua situazione riflette un profondo conflitto interno tra il desiderio di indipendenza e la necessità di connessione con i suoi affetti. È evidente che la scelta di trasferirsi ha portato con sé un carico emotivo considerevole, rivelando sentimenti di ansia e di nostalgia per la vita che ha lasciato. Questo stato di malessere, accentuato dalla difficoltà di adattamento nella nuova realtà, ha messo in luce una frattura tra le sue aspirazioni e le sue emozioni, creando un senso di spaesamento e di vulnerabilità. È importante riconoscere che il sentirsi oppressi da queste emozioni non rappresenta un fallimento, ma piuttosto un'indicazione della complessità della transizione che sta vivendo. Potrebbe essere utile esplorare le radici di questo conflitto, comprendendo il significato profondo che hanno per lei la famiglia e il compagno, e come essi si intrecciano con il suo senso di identità. Potrebbe considerare di avvalersi del supporto di un professionista che possa guidarla in questo processo di esplorazione e comprensione, aiutandola a trovare modi per affrontare l'ansia e il senso di colpa legato alle sue scelte.
Se desidera discutere ulteriormente queste dinamiche e ricevere indicazioni su come procedere, non esiti a contattarmi.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera discutere ulteriormente queste dinamiche e ricevere indicazioni su come procedere, non esiti a contattarmi.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Quello che stai vivendo sembra un forte conflitto interiore tra il desiderio di indipendenza e la paura di perdere il legame con la tua famiglia e le tue radici. Da come lo descrivi, il tuo malessere non è solo nostalgia, ma qualcosa di più profondo, che si manifesta anche a livello fisico (insonnia, inappetenza, attacchi di panico).
Sei molto legata alla tua famiglia, e il pensiero di perderti momenti della loro vita ti provoca angoscia. Questo è comprensibile, ma sembra che il distacco ti abbia generato un senso di perdita difficile da elaborare.
Dici di sentirti come se tradissi te stessa scegliendo di tornare indietro, ma anche restare ti sembra insostenibile. È normale provare paura quando si affrontano grandi cambiamenti, ma in questo momento l’ansia sta prendendo il sopravvento.
Il fatto che tu provi rabbia e fastidio nei confronti del tuo ragazzo, potrebbe essere una reazione inconscia al sentirti "bloccata" in una situazione che non ti fa stare bene. È possibile che in parte tu lo stia inconsciamente incolpando per aver lasciato la tua città?
Prova a darti tempo: sei in un momento di forte stress, e prendere decisioni drastiche quando sei in ansia potrebbe portarti a rimpianti. Non devi decidere tutto ora.
Parlane con un professionista: i sintomi che descrivi (attacchi di panico, insonnia, debolezza) potrebbero indicare un disturbo d’ansia o una forma di depressione legata al cambiamento. Uno psicologo potrebbe aiutarti a comprendere le cause profonde del tuo malessere e a trovare strumenti per gestirlo.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Sei molto legata alla tua famiglia, e il pensiero di perderti momenti della loro vita ti provoca angoscia. Questo è comprensibile, ma sembra che il distacco ti abbia generato un senso di perdita difficile da elaborare.
Dici di sentirti come se tradissi te stessa scegliendo di tornare indietro, ma anche restare ti sembra insostenibile. È normale provare paura quando si affrontano grandi cambiamenti, ma in questo momento l’ansia sta prendendo il sopravvento.
Il fatto che tu provi rabbia e fastidio nei confronti del tuo ragazzo, potrebbe essere una reazione inconscia al sentirti "bloccata" in una situazione che non ti fa stare bene. È possibile che in parte tu lo stia inconsciamente incolpando per aver lasciato la tua città?
Prova a darti tempo: sei in un momento di forte stress, e prendere decisioni drastiche quando sei in ansia potrebbe portarti a rimpianti. Non devi decidere tutto ora.
Parlane con un professionista: i sintomi che descrivi (attacchi di panico, insonnia, debolezza) potrebbero indicare un disturbo d’ansia o una forma di depressione legata al cambiamento. Uno psicologo potrebbe aiutarti a comprendere le cause profonde del tuo malessere e a trovare strumenti per gestirlo.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Grazie per la fiducia con cui ha condiviso una parte tanto intima e complessa della sua esperienza. Leggendo le sue parole, si percepisce con chiarezza quanto lei stia vivendo un conflitto profondo tra ciò che ha sempre desiderato per sé e ciò che oggi sente emotivamente, in una fase di grande vulnerabilità. È come se dentro di lei convivessero due spinte fortissime: da un lato l’ambizione, la voglia di costruirsi una vita autonoma, indipendente e ricca; dall’altro il bisogno di protezione, di radici, di legame con la famiglia e con la sua terra, un bisogno che ora si fa sentire con prepotenza, soprattutto attraverso segnali fisici ed emotivi intensi come l’insonnia, l’inappetenza, l’ansia, la difficoltà a lasciarsi andare nel rapporto di coppia. In un’ottica cognitivo-comportamentale, possiamo osservare come queste reazioni siano coerenti con un sistema emotivo che sta cercando di segnalarle qualcosa di importante. Il nostro corpo, così come i nostri pensieri, spesso parlano quando ci sentiamo sopraffatti da richieste contrastanti. In questo caso, sembra che lei sia costantemente in uno stato di “lotta interiore”, e ciò la porta a rimanere in uno stato di allerta cronica, come se ogni scelta comportasse un potenziale pericolo: se resta, teme di sacrificare il legame con la sua famiglia e la sua identità originaria; se torna indietro, ha paura di perdere la sua indipendenza e ciò per cui ha tanto lottato. Questo circolo vizioso, fatto di pensieri catastrofici e sintomi fisici, contribuisce ad alimentare la sensazione di non avere vie d’uscita, rendendo ogni opzione ansiogena. È comprensibile che lei abbia paura di decidere “in base al malessere”, ma è altrettanto importante capire che ignorare il malessere non lo fa sparire. Al contrario, prenderlo in considerazione non significa cedere, ma iniziare a comprendere e ristrutturare i pensieri che lo mantengono vivo. Un primo passo utile potrebbe essere proprio quello di cominciare a separare i fatti dai pensieri. Ad esempio, quando pensa “se torno indietro sto tradendo me stessa”, possiamo chiederci: è un fatto oggettivo o una valutazione emotiva? Molto spesso i pensieri disfunzionali si presentano in forma assoluta, come se ci fosse una sola strada giusta, e qualsiasi deviazione equivalesse a un fallimento. In realtà, la vita adulta è fatta di scelte complesse, sfumate, e anche di revisioni. Cambiare idea non significa tradirsi, ma avere il coraggio di riascoltarsi in profondità. Un altro elemento importante è l’evitamento: se alcune situazioni (come comunicare una decisione, o prendere una posizione netta) vengono rimandate per troppo tempo, l’ansia associata tende a crescere. Da un punto di vista terapeutico, potremmo lavorare su questo con strategie di esposizione graduale, che le permettano di affrontare piccole azioni, un passo alla volta, per uscire dalla paralisi. Per esempio, potrebbe iniziare ad esplorare, anche solo a livello di pensiero, scenari diversi: come si sentirebbe se rimanesse con il suo ragazzo ma trovasse modalità più frequenti per tornare a casa? È davvero tutto o niente? Oppure, come si sentirebbe a parlare col suo compagno di queste emozioni, non in termini di colpa o rifiuto, ma come parte di un suo momento di transizione e confusione? La relazione può diventare anche uno spazio di accoglienza per questi dubbi, se c’è comunicazione autentica. Non è raro che, quando si raggiungono gli obiettivi desiderati, emerga un senso di smarrimento: il punto non è solo raggiungere qualcosa, ma capire chi siamo in quel nuovo contesto. L’identità non è qualcosa di rigido, è un processo continuo, e quello che lei sta vivendo è un momento di transizione in cui è necessario ridefinire le priorità, con onestà e compassione verso se stessa. Non esiste una scelta perfetta o priva di sofferenza, ma esiste la possibilità di scegliere con consapevolezza, accogliendo la complessità del momento senza farsi dominare dalla paura. In questo senso, lavorare anche solo temporaneamente con un professionista, se le fosse possibile, potrebbe esserle di grande aiuto per rimettere ordine tra pensieri, emozioni e comportamenti. Nel frattempo, la invito a trattarsi con la stessa gentilezza con cui probabilmente parlerebbe a un’amica cara se si trovasse nella sua stessa situazione. Non si colpevolizzi per il suo stato emotivo, non si giudichi per sentire ciò che sente. È proprio ascoltando il suo dolore, e dandogli spazio, che può iniziare a costruire una nuova chiarezza. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile Utente,
quello che descrive è un momento molto intenso, in cui si sente divisa tra il desiderio di costruire la sua vita e il bisogno profondo di restare vicina alle sue radici. Non c’è nulla di “sbagliato” in questo: ogni cambiamento importante tocca corde profonde, e il corpo — con l’ansia, la stanchezza o l’insonnia — spesso esprime la fatica di trovare un nuovo equilibrio.
Da una prospettiva sistemica, ciò che sta vivendo è un passaggio di appartenenza: sta cercando di capire come restare legata alla sua famiglia pur costruendo qualcosa di suo. Non si tratta di scegliere “da che parte stare”, ma di imparare a sentire entrambe le parti senza giudizio, lasciando che trovino nel tempo una forma di coesistenza.
Le consiglierei di parlarne in un percorso psicoterapeutico, dove possa dare voce a questa ambivalenza con delicatezza, senza la pressione di decidere subito. Per ora, si conceda di rallentare e di ascoltarsi. Le emozioni che sente non sono un errore, ma un modo in cui la sua storia le sta chiedendo di essere accolta.
Un caro Saluto
Dott.ssa Silvia Falqui
silviafalqui.it
quello che descrive è un momento molto intenso, in cui si sente divisa tra il desiderio di costruire la sua vita e il bisogno profondo di restare vicina alle sue radici. Non c’è nulla di “sbagliato” in questo: ogni cambiamento importante tocca corde profonde, e il corpo — con l’ansia, la stanchezza o l’insonnia — spesso esprime la fatica di trovare un nuovo equilibrio.
Da una prospettiva sistemica, ciò che sta vivendo è un passaggio di appartenenza: sta cercando di capire come restare legata alla sua famiglia pur costruendo qualcosa di suo. Non si tratta di scegliere “da che parte stare”, ma di imparare a sentire entrambe le parti senza giudizio, lasciando che trovino nel tempo una forma di coesistenza.
Le consiglierei di parlarne in un percorso psicoterapeutico, dove possa dare voce a questa ambivalenza con delicatezza, senza la pressione di decidere subito. Per ora, si conceda di rallentare e di ascoltarsi. Le emozioni che sente non sono un errore, ma un modo in cui la sua storia le sta chiedendo di essere accolta.
Un caro Saluto
Dott.ssa Silvia Falqui
silviafalqui.it
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