Gentili dottori, sono una ragazza di 25 anni, ho sempre avuto pochi amici e negli ultimi anni ho man

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Gentili dottori, sono una ragazza di 25 anni, ho sempre avuto pochi amici e negli ultimi anni ho mandato all'aria i pochi rapporti che avevo.
Ho vissuto un lungo periodo di profondo smarrimento interiore, durante il quale ho avuto ripercussioni anche fisiche, mi sono sentita davvero tanto sola, e, ho sbagliato, lo so, ma al posto di chiedere aiuto sono "scappata", ho iniziato a chiudermi sempre di più in me stessa. All'inizio mi limitavo a non "cercare" io l'altra persona, semplicemente quando ricevevo un messaggio, rispondevo. Le conversazioni però erano sempre più fredde, per colpa mia di certo, ma anche per un crescente disinteresse da parte dei miei interlocutori. Io sono una persona estremamente negativa, lo riconosco, per cui non li biasimo se hanno deciso di ampliare il distacco che io stessa avevo creato, anche perché in quel periodo così buio ero estremamente pessimista e polemica.
Questo senso di "abbandono" che ho provato mi ha spinta a non rispondere più quelle rare volte in cui venivo contattata. Mi sono sentita, e mi sento tutt'ora incompresa.
Non era la prima volta che mi capitava di avere questi periodi bui, ma quando era capitato avevo sentito tanta empatia, c'era l'equilibrio giusto tra darmi il tempo di "riprendermi" senza starmi troppo addosso e, nel contempo, esserci.
Ormai mi sono fatta terra bruciata attorno, e mi pesa moltissimo il fatto di passare per la cattiva della situazione, quella che è sparita "così, da un momento all'altro, senza un'apparente motivazione", quando in realtà la motivazione ce l'ho, ma non riesco a darle una forma per poterla esprimere concretamente a parole, cosa che ho cercato di spiegare loro.
Questa sensazione di solitudine mi è rimasta incollata addosso, ho respirato per qualche mese, quando una nuova conoscenza mi ha portato un po' d'ossigeno, e di compagnia. Ma quando anche questo rapporto si è rivelato fallimentare mi sono chiusa ancora di più, se possibile.
Capisco che allontanarmi da una persona e poi lamentarmi della solitudine possa essere una contraddizione, ma ho fatto ciò che sentivo, con i mezzi che avevo.
Sono stata accusata di aver fatto ghosting, di aver provocato traumi, ed essermi comportata male, ed è vero. Ma non l'ho mai fatto con cattive intenzioni, "ghostare" non mi ha portato a nulla, anzi, era motivo di sofferenza anche per me, ma in quel momento mi sembrava la cosa più giusta, l'unica strada che avevo, volevo solo trovare una via d'uscita, e ho pensato che se fossi stata io l'artefice della mia solitudine, forse sarebbe stata meno pesante, perché dipendeva da me, non dagli altri.
So di aver sbagliato, di essermi comportata male. Ma non penso di essere una persona così orribile, ci sono sempre stata per gli altri, a ogni ora del giorno e della notte, letteralmente. Ma come avrei potuto esserci per loro se non c'ero neanche per me stessa? Se non sapevo come rimettere insieme tutti i miei tasselli per non sentirmi sopraffatta da questa vita?
Sto di nuovo attraversando uno di questi periodi, non sono mai stata una dal pianto facile, ma negli ultimi tempi mi capita spesso di piangere prima di dormire, o scoppiare in lacrime per la più insignificante piccolezza, mi sento tanto fragile emotivamente, e ne sto risentendo fisicamente in maniera molto forte.
Vorrei solo un po' di pace.
Buongiorno gentile utente. Il suo racconto è molto intenso e denota profonda tristezza e sconforto. Prendere consapevolezza di ciò che accade nella propria vita è un momento importante e anche se le conclusioni sembrano così negative e insoddisfacenti, è il primo passo essenziale per cercare di dare una svolta e indirizzare la vita finalmente sui binari della felicità. Sì esatto, la felicità. E' proprio questo di cui stiamo parlando. Essere felici è un diritto di tutti e la felicità passa attraverso il benessere interiore. Tale benessere è fatto dalla presenza di emozioni positive nella nostra quotidianità (gioia, allegria, conforto, speranza, gratitudine), dallo svolgere attività pienamente soddisfacenti (anche se impegnative), dal consolidare e intraprendere relazioni significative e positive, dal raggiungere obiettivi di vita importanti e successi, infine, dal perseguire i propri valori e un significato più alto della propria esistenza. La sua indecisione e la sua paura dell'incertezza le possono creare delle barriere che sembrano insormontabili. Si sta abituando all'idea di mollare tutto, ogni iniziativa, ogni speranza. E allora che fare? Il mio consiglio è di trovare il coraggio di chiedere un sostegno psicologico e iniziare un percorso di crescita personale e rinascita. Lei ha tutti il diritto e merita di poter vivere una vita felice e soddisfacente, densa di momenti significativi, di poter sfruttare le sue potenzialità nascoste (ce ne sono senz'altro alcune di cui neanche sospetta l'esistenza), di trovare la sua strada finalmente, oltre le paure, oltre le critiche, oltre le difficoltà che la vita ci pone inevitabilmente. Ritrovando il suo equilibrio psicologico sarà molto più pronta e aperta a conoscere nuove persone, a svolgere nuovi lavori, nuove esperienze ottimali, a mettere da parte la paura del futuro con la curiosità e l'interesse per le cose nuove. Mi piacerebbe aiutarla a capire come cambiare la prospettiva e cominciare a vedere la parte piena del bicchiere, potrebbe cambiare atteggiamento e comprendere come la vita è ricca di opportunità per essere felici, ma è necessario farsi trovare pronti e disponibili a coglierle. Il mio lavoro consiste proprio nel disvelare questo mondo di opportunità e aiutare le persone a valorizzare se stesse al massimo delle proprie potenzialità, a vivere nel presente con attenzione piena, senza rimpiangere inutilmente un passato che non torna, senza assillarsi per un futuro che non possiamo anticipare. Se lo desidera, sono disponibile a un colloquio iniziale gratuito per ascoltare tutte le sue richieste e aspettative e illustrarle come l'intervento in Psicologia Positiva può davvero darle la spinta al cambiamento. Spero di averla incuriosita e spronata a fare qualcosa per se stessa. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissima, ho sentito forte tutto il dolore che provi e mi dispiace molto per il tuo vissuto, che senti come incompreso. Ogni sofferenza merita di essere vissuta pienamente, solo così possiamo lasciarla andare davvero. Probabilmente finora non lo hai fatto, o meglio: te ne sei lasciata sopraffare. Il mio invito è ad affrontare con il giusto aiuto, ripartendo da te. Solo così, a poco a poco e a piccoli passi, potrai ricostruire la rete di rapporti intorno a te in maniera più solida. Se vorrai, sono a disposizione online. Ti mando un caro abbraccio. Abbi fiducia in te e nel cambiamento.
Buonasera, grazie della sua condivisione.
Quando si soffre tendenzialmente è molto difficile riuscire a mantenere una buona rete sociale perchè si è presi dal tentativo di gestire il proprio dolore. Questo ha un costo molto alto a livello di energie mentali e fisiche, ne consegue un minor investimento nelle relazioni sociali/affettive.
Si conceda di chiedere aiuto e di essere supportata nel gestire questo dolore insieme ad un professionista.
Anche solo per provare a stare in una relazione di aiuto. Aiuto che lei non si è mai concessa perchè ha sempre provato con tutte le sue risorse a gestire il proprio dolore da sola. Le consiglio di provare a vedere come si sente nell'accogliere l'aiuto del professionista e nel condividere il proprio malessere.
Inoltre, non è mai troppo tardi per riparare legami affettivi pregressi e/o costruirne di nuovi e soddisfacenti. Quando si torna ad essere padroni di sè stessi, consapevoli dei proprio comportamenti disfunzionali e delle proprie fatiche emotive, si può essere più disponibili anche a livello relazionale grazie alle nuove risorse sviluppate in terapia.
Sono proprio quel senso di solitudine (e probabilmente anche quel senso di colpa per aver perso dei rapporti affettivi) che meritano di essere ascoltati e accolti.
Le parti di noi che soffrono e non ascoltiamo, trovano sempre il modo di manifestarsi causandoci malessere psichico.
Inoltre, anche rispetto alle modalità relazionali connesse alla "fuga" dalle relazioni sarebbe importante esplorarle in terapia. Cosa genera questa fuga? Qual'è il vissuto che muove questi comportamenti? Da dove arrivano questi vissuti emotivi? Rimandano forse a un tempo passato in cui i suoi bisogni non sono stati accolti?
Le suggerisco quindi di considerare l'idea di rivolgersi ad un professionista per costruire il suo spazio di ascolto.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Ciao, mi dispiace molto leggere le tue parole, mi hanno suscitato un'enorme tristezza. Intanto ti rimando questo: dici di scappare e chiuderti nei momenti di maggiore crisi, mentre in questo caso hai fatto qualcosa di diverso, cioè aprirti a noi, ed è già un buon inizio! Penso sia importante in primo luogo che esplori la tua sofferenza per poterla spiegare agli altri, perchè come possiamo essere compresi se noi per primi non ci comprendiamo, non sappiamo esprimere cosa ci succede? In secondo luogo, mi sembra di capire che chiuderti sia una strategia per sentirti al sicuro, ma chiaramente non sta funzionando... con l'aiuto di un professionista puoi osservare cosa ti fa attivare questo tipo di risposta e cercare altre strategie più funzionali con le quali affrontare le difficoltà! Ti auguro di trovare il supporto e l'aiuto di cui hai bisogno, resto a disposizione anche online. Un abbraccio, dott.ssa Carla Puliga.
Buongiorno, sono dispiaciuta per la sofferenza che attraversa la tua vita. Perchè non chiedi aiuto ad un professionista? La psicoterapia è un percorso molto utile per trovare risposte al tuo disagio ma anche strategie utili per affrontare le tue difficoltà. Ti faccio tanti auguri
Cara,

Leggendo il tuo messaggio, si avverte chiaramente quanto peso stai portando sulle spalle e quanto dolore stai sperimentando. Desidero innanzitutto dirti che le tue emozioni, le tue paure e le tue riflessioni sono tutte valide. Ognuno di noi affronta i periodi bui in modi diversi, e le scelte che facciamo non sono sempre comprese dagli altri, specialmente quando queste decisioni sono dettate dalla necessità di autopreservazione.

La solitudine e l'isolamento possono sembrare una soluzione in determinati momenti, soprattutto quando ci sentiamo incompresi o soverchiati dal peso delle nostre emozioni. Ma sappi che hai il diritto di cercare un luogo e uno spazio in cui sentirti compresa, accettata e supportata.

Da quanto condividi, si intuisce che hai una profonda consapevolezza di te stessa e delle tue azioni. Questa consapevolezza è un punto di forza, anche se in questo momento può sembrare un peso. Usala a tuo vantaggio per trovare strade e strategie che ti aiutino a ritrovare un equilibrio e a comprendere meglio te stessa e le tue esigenze.

Ti suggerisco di prendere in considerazione l'idea di rivolgerti a uno specialista. Un professionista può offrirti una prospettiva esterna e degli strumenti per gestire e comprendere meglio le tue emozioni, oltre a darti il supporto necessario per superare questo periodo difficile.

Ti mando un abbraccio virtuale, sperando che tu possa trovare la pace che desideri e meritavi.

Con affetto,
Ilaria.
Buonasera, ho letto con attenzione tutto ciò che lei ha scritto e ogni frase, per non dire parola, rimanda a una visione negativa e pessimistica della sua vita. Di questo aspetto ne è già a conoscenza, il che un lavoro di riflessione l'ha già iniziato. Ma ciò non basta, in quanto, pur conoscendo che alcuni dei suoi modi di parlare ed agire la sabotino nel personale e nel sociale, continua a rimettere in atto gli stessi schemi cognitivi, perché sono quelli a cui è abituata e anche quelli più facili da gestire, poiché già conosciuti. Denoto un suo malessere profondo, malessere generato dalla sua decisione di allontanare gli altri prima che si allontanino loro, per paura di soffrire. Non sta vivendo serenamente e un percorso psicologico la aiuterebbe di certo a mettere in luce i suoi punti di forza, sviluppare maggiore autostima e comprendere la vera fonte e la vera natura di suo questo comportamento evitante. La abbraccio, Dott.ssa Danila Bardi.
Grazie mille per questa condivisione. Da ciò che scrivi mi colpisce molto che tu sembri riconoscere, in qualche modo, di stare mantenendo questa situazione; ed è un passo fondamentale per andare incontro al cambiamento. Questa contraddizione che descrivi fa assolutamente parte dell'esperienza umana, solo che la tua ti sta bloccando più di quanto vorresti.
Un percorso psicologico potrebbe senz'altro aiutarti a definire meglio ciò che stai provando, imparare ad esprimerlo e magari a gestirlo.
Restando a disposizione, un saluto.
Buongiorno, il suo racconto è davvero carico di sofferenza, ma condividere il suo stato d’animo è molto importante. Un percorso psicologico l’aiuterebbe a comprendere il significato di queste lontananze e la renderebbe più consapevole di cosa la fa stare male e la porta a scappare dalle relazioni che ha intorno. Conoscere il motivo che la porta a vivere questi momenti difficili la aiuterebbe a gestirli e a trovare soluzioni alternative. È molto importante anche capire i modelli di riferimento che ha avuto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, Dott.ssa Paola Oggioni
Gentile, percepisco la sofferenza che esprime, mi dispiace davvero per la situazione che riporta e mi rendo conto di quanto possa essere complicato conviverci. La prima cosa che mi sento di consigliarle è un consulto psicologico, anche online, che possa aiutarla ad affrontare il disagio espresso al fine di ritagliarsi uno spazio per comprendere meglio ciò che prova e cosa potrà farla stare meglio, elaborare i pensieri e i vissuti emotivi rivolgendosi ad un esperto con un approccio umanistico che si basi sull’accoglienza e ciò che è utile per la persona, valorizzando le sue risorse personali, aiutandola così a divenire artefice del racconto della propria vita, dando al corpo lo spazio e l’ascolto che merita. Iniziare un percorso per sentirsi meglio richiede coraggio, ma è già un importante passo iniziale verso il cambiamento. Resto a disposizione per ulteriori indicazioni e ad incontrarla. Cordiali saluti dott. Paolo Notarangelo
Gentile utente, grazie per ciò che ha voluto condividere con noi. Per quanto sommario ciò che ha raccontato, trasmette tutto il dolore che sta affrontando. Leggendo mi è sorta l'immagine di una ragazza in una stanza al buio, un buio cercato si, ma non per piacere, ma perchè noto e familiare. Ho letto anche molti rimproveri e senso di colpa per queste scelte, ma farei un passo indietro prima di definire o rimproverarsi e le chiederei: dove ha imparato o che le ha fatto conoscere che allontanarsi dagli altri è il modo per affrontare il proprio dolore? Che possibilità ha, stando sola, che non ha quando condivide con altri ciò che la fa stare male? Le è mai stato concesso di condividere il proprio dolore con altre persone? Se sì, con chi se lo è concessa e in che modo si è sentita?
Penso che cercare di comprendere questi aspetti e molti altri, sia la strada per poter scoprire nuovi modi per affrontare il dolore, che non mirino a eliminarlo ma a viverlo in modo diverso e più pieno.
Le consiglio perciò, se ha possibilità, di iniziare un percorso con qualcuno che possa aiutarla a trovare l'interruttore e la porta di questa stanza. Così che possa scegliere da sé se rimanere lì, se accendere la luce o se uscire e usare altre modalità.

Le auguro di trovare ciò che le serve per tornare a respirare.
Cordialmente
Dott.ssa Chiara Barzotti
Gentilissima, immagino come sia difficile per lei constatare e scrivere tutte queste sofferenze di cui parla. Credo che proprio a partire da questa buona consapevolezza lei possa pensare di intraprendere un percorso su di sé in modo da poter scegliere più liberamente come muoversi all’interno della realtà che vive. Mi sembra che al momento senta una forte immobilità, come se non potesse spiegare a se stessa e agli altri cosa le succede. Le auguro di trovare il modo che sente più giusto per stare nella pace di cui parla.
Qualora dovesse sentire che un percorso psicologico può essere buono per lei, sono a disposizione.
Adele
Gentile utente buongiorno.
Mi dispiace moltissimo per la situazione che sta vivendo.
Tuttavia mi sento di dirle, che tutte le sue azioni volte all’”allontanamento” non sono state effettuate per generare dolore dall’altra parte, anche se questo è stato il risultato, ma agire in presenza di un’evidente disagio emotivo profondo.
Purtroppo chi vive intorno a noi, raramente si ferma a pensare e a ragionare che dietro le azioni che effettuiamo ci sia dell’altro, del dolore e della sofferenza.
Io le consiglierei in qualsiasi situazione lei si trovi e quando sente che sta per effettuare “ghosting” o allontanarsi, prima di spiegare la situazione all’interlocutore e poi vendere anche come l’interlocutore risponde. È evidente che in questo periodo della sua vita lei ha bisogno di sostegno e supporto, sia da uno specialista che le permetta di andare a fondo a questa sua profonda sofferenza e sia delle persone che riteneva amiche, però ci pensi bene, se lei non esprime cosa sente dentro di lei, i suoi amici come potrebbero comprendere le motivazioni dietro alle sue azioni. ?
Purtroppo la maggior parte delle persone non ha tutta la sensibilità necessaria per riconoscere i nostri “demoni interiori”.
Ha solo bisogno di darsi del tempo e di curarsi.
Io sono a disposizione per un consulto
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Cara ragazza, dal tuo racconto mi è arrivata bene la sofferenza che stai provando in questo momento. Mi ha colpita in particolare una domanda: "Come avrei potuto esserci per loro se non c'ero neanche per me stessa?". Secondo te in che cosa potrebbe concretizzarsi l'esserci per te stessa? Potrebbe essere utile esplorare il tuo vissuto insieme ad uno psicologo, io sono disponibile. Un caro saluto, Arianna
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Cara ragazza, comprendo la tua solitudine e il senso di smarrimento che stai vivendo. È importante cercare di superare questi periodi bui e di trovare un equilibrio emotivo. Ti suggerirei di cercare il supporto di uno psicologo o uno psicoterapeuta che possa aiutarti a esplorare le tue emozioni, a comprendere i tuoi schemi di pensiero negativi e a sviluppare strategie per costruire relazioni più salutari. Lavorare su te stessa e sulla tua autostima potrebbe aiutarti a trovare quella pace interiore che desideri.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Caro Utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver condiviso con noi la sua storia e la sua sofferenza. Quando si tratta di questioni, argomenti psicologici (che si tratti di rapporti sociali, disagi personali, o dei disturbi, autostima, motivazione etc..) dare risposte con così poche informazioni su di una piattaforma web, è difficile. Ognuno di noi è diverso e per comprenderlo fino in fondo bisogna ascoltarlo attentamente e porre le giuste domande.
Detto questo, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo con il quale riesca ad entrare in sintonia e intraprendere un percorso di sostegno o supporto psicologico così da poter indagare a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e il suo modo di percepire sé stesso e il mondo circostante. In questo modo è possibile raggiungere quel benessere che ognuno di noi si merita.
Rimango in attesa per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Linda Trogi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità, non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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