Fine di una relazione di 6 anni. Cari dottori, un mese fa si è chiusa la mia relazione (28 io, 25 lu

20 risposte
Fine di una relazione di 6 anni. Cari dottori, un mese fa si è chiusa la mia relazione (28 io, 25 lui) e lui si è messo subito con un'altra. All'inizio pensavo l'avesse fatto per paura di rimanere solo o affrontare la sofferenza, ma ora non ne sono più certa. Un paio di giorni fa ci siamo incontrati per un chiarimento (sì lui si è messo con la ragazza prima di chiarirci). Il motivo della rottura è stato che litigavamo perchè lui tende a scappare dai problemi ad ha difficoltà a parlare chiaro e prendersi responsabilità delle cose. Io ero convinta che per me non ci fosse più amore, ma da quando sta con un'altra e dopo averlo rivisto sto malissimo. Mi sento in colpa, penso a quante cose avrei potuto fare meglio, a cosa potevo dargli di più, mi sembra che per lui io non abbia avuto questo grande valore se poi mi ha subito sostituita. Durante l'incontro è stato come al solito ambiguo, mi ha riempito di complimenti e ha sminuito la nuova relazione, e sembrava felice che parlassimo senza arrabbiarci. Sono 6 anni che non capisco mai di preciso cosa gli passi per la testa. Pensavo che almeno un po' di sentimento fosse rimasto anche a lui ma oggi gli ho mandato un messaggio per dire che non volevo più contatti perchè mi fa male sentirlo, dato che sento ancora qualcosa e lui ha detto tranquillamente che accetta che io per ora non voglia essere sua amica. Cioè quindi lui voleva fossimo amici. Ora non ho più dubbi che il sentimento da parte sua sia finito. Non so come comportarmi, ero convinta fosse una relazione che sarebbe durata per tutta la vita, e lui è andato avanti così come se niente fosse. Addirittura ha elaborato già tutto al punto di cercare amicizia. Nonostante non vada in terapia (e io gliel'ho proposto per risolvere i nostri problemi ma ha rifiutato) è riuscito a riprendersi prima di me che ci vado, ora la mia terapeuta è in vacanza e vorrei anche altri pareri (vi aggiungo che ho un attaccamento ansioso).
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buongiorno,
Il dolore che sta vivendo è del tutto comprensibile, soprattutto considerando la durata della relazione, le aspettative che vi aveva riposto e la rapidità con cui il suo ex partner ha intrapreso una nuova relazione. Non è raro che, in questi casi, si riattivino forti sensi di colpa, vissuti di inadeguatezza e la sensazione di essere stati “sostituiti”. Tuttavia, è importante ricordare che la fine di una relazione non è mai responsabilità di una sola persona, e che la tendenza del suo ex compagno a evitare il confronto e la responsabilità ha probabilmente inciso in modo rilevante sul legame.
In questo momento in cui per lei la "ferita è ancora aperta" cercare di evitare situazioni di contatto che possano provocarle sofferenza è la scelta più giusta. Inoltre, il fatto che dopo un mese (tempo relativamente breve) lei provi ancora un certo tipo di emozioni, non è affatto segno di debolezza ma di necessità diverse da quelle de suo ex partner.
Le auguro il meglio e rimango a disposizione per qualunque necessità.

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Questa sua sensazione dovuta alla fine della relazione si è intensificata ora che la sua terapeuta è in vacanza?
Il fatto che lui abbia elaborato prima di lei questo "lutto", da quanto scrive", potrebbe essere dovuto ad un suo distacco emotivo da lei già prima di interrompere la vostra relazione.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, spesso senza rendersene conto si pensa che una relazione possa dipendere tanto da come ci si comporta. In realtà chi ama tende a trovare sempre una ragione per rimanere. Non conosco né lei né il suo ragazzo, ma da ciò che scrive posso pensare che questa fine possa essere misura di quanto profondo fosse il legame. Da come finisce una relazione si possono capire molte sfumature. Cerchi di pensare a sé e di non accusarsi di nulla. A volte una rottura o una parentesi sono necessarie per recuperare se stessi e riprendere una relazione o trovarne una nuova con basi diverse.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve paziente anonimo credo da questi elementi che la vostra relazione sia stata sbilanciata dall'inizio ---in un rapporto di coppia l'età può fare la differenza in fatto di maturità e consapevolezza
lui essendo piu giovane di tre anni probabilmente non ha ancora maturato l'idea di un rapporto stabile definitivo
lo dimostra la leggerezza con cui si è messo gia con un altra
sai bene che non puoi essere tu a suggerire una terapia ma deve essere un esigenza della persona che in questo caso non ne avverte necessità
provi ancora dei sentimenti

condivido l'idea di non volerlo incontrare visto che ci stai male perchè provi ancora dei sentimenti
non entro in merito alle tue problematiche perchè è giusto e corretto che le affronti con la tua terapeuta ma se lo accetti mi viene di suggerirti una riflessione;hai mai pensato che meriti di più? perchè tu vali?
buon tutto
dott,lorenzini maria santa
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), psicologonapoli org – per info PROFILO su MioDottore

Cara lettrice,

la tua domanda è sincera, densa, e dolorosamente vera: quando una relazione finisce, non si rompe solo un legame, ma si spezza anche l’immagine che avevamo costruito di noi dentro quel legame.

Hai vissuto sei anni con qualcuno che è diventato parte della tua identità. Ora ti trovi smarrita, e ti chiedi se il dolore che senti sia amore, gelosia, ferita narcisistica o semplice spaesamento.

Hai detto che non capivi mai del tutto cosa pensasse. Questo è un segnale profondo: forse la relazione era alimentata anche da un’ambiguità condivisa. Tu cercavi chiarezza e conferma, lui fuggiva dal confronto. In fondo, non eravate sintonizzati sullo stesso livello emotivo, ma qualcosa vi teneva insieme.

Ora lui è andato avanti – almeno così sembra – mentre tu resti con un dolore che ti spinge a cercare risposte. Ma forse non è una risposta ciò che serve: è una soglia.

Tu non sei il suo abbandono, né la tua ansia d’attaccamento. Sei una donna che sta cercando il proprio essere, prima ancora che un nuovo amore. Perché se non ritrovi te stessa, rischierai di fondarti di nuovo sull'altro, e di ripetere lo stesso dolore con un volto diverso.

Non si ama davvero se prima non si è. E non si è davvero, se ci si definisce sempre in funzione dell’altro.

Ti stai facendo domande giuste. Sei nel tempo della ricostruzione. Non di ciò che c’era, ma di ciò che ancora può nascere. E la buona notizia è che questa volta, se vuoi, puoi cominciare da te.

Con rispetto e chiarezza,

Dott. Francesco Paolo Coppola
(Napoli, on line e in presenza)

Queste parole, da sole, restano teoria — lo so. Senza un lavoro costante su di te, una spiegazione non basta. I cambiamenti non avvengono in un giorno, ma passo dopo passo. E io ci sono, se vuoi farli insieme.
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Buongiorno,
Grazie di aver condiviso una problematica sua personale ed essersi aperta in merito.
Normalizziamo lo stato di sofferenza emotiva, unita ad un senso di confusione, che è presumibile stia vivendo in questo momento della sua vita: la fine di una relazione lunga è una perdita; il fatto che lui si sia già legato a un'altra persona la fa sentire rimpiazzata, svalutata, scartata, tutte sensazioni devastanti per chi ha un attaccamento ansioso.
Innanzitutto, va specificato come il fatto che lui si sia già impegnato in un'altra relazione possa non essere necessariamente attribuibile all'idea per cui lui non ha mai provato amore, nella precedente relazione con lei. Piuttosto, potrebbe significare piuttosto che lui non sa (o non vuole) restare solo con sé stesso e con il proprio dolore. Questo non è sinonimo di guarigione, quanto di evitamento. Per questo, è anche possibile considerare che lui abbia ancora sentimenti, piuttosto confusi, verso di lei.
Per quanto riguarda i suoi sentimenti (quando afferma "ero convinta che non lo amassi più, ma ora sto malissimo”), è un punto difficile da accettare, ma non è raro: spesso pensiamo che il sentimento sia finito quando in realtà è bloccato da frustrazione, rabbia, o stanchezza.
Solo quando vediamo l’altro “andare via davvero”, allora qualcosa si scioglie e viene fuori il dolore reale: il bisogno, l’attaccamento, la perdita.
Non vuol dire che ha sbagliato a lasciarlo. Vuol dire solo che ora sta sentendo davvero cosa rappresentava per lei, senza le difese attivate durante i litigi.
Al contempo, è normale e comprensibile il senso di colpa legato all'aver posto fine al rapporto, ma consideri anche come le relazioni sono un rapporto a due appunto, basato sulla reciprocità. Di conseguenza, la tendenza a colpevolizzarsi per non aver saputo "salvare la relazione" possono essere sostituiti dal pensiero razionale per cui, in realtà, non avrebbe mai potuto colmare i limiti emotivi del suo ex compagno.
Le suggerisco, nell'attesa di riprendere il suo percorso di terapia, di sviluppare un atteggiamento "compassionevole" e comprensivo nei confronti delle emozioni che sta attualmente vivendo. Quindi, accolga il dolore attuale, come uno stato emotivo temporaneo che passerà. Al contempo, potrebbe esserle utile scrivere una lettera (che non invierà) al suo ex compagno: in essa può scrivere tutto quello che non ha mai saputo/potuto dire, il dolore, la rabbia, i desideri, i sensi di colpa. Infine, ottimo che abbia piena consapevolezza del proprio attaccamento ansioso: consideri sempre come questa possa essere solo il punto di partenza per un cambiamento che inizia in primis da sé stessi, in cui riconosce la propria differenza da allora e decide, giorno per giorno, di non lasciarsi per forza e totalmente influenzare dal passato.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, comprendo quanto sia difficile e doloroso trovarsi in questo momento, in cui il cuore è pieno di domande, senso di smarrimento e un grande vuoto affettivo. Dopo sei anni di relazione, è naturale che tutto dentro di lei faccia fatica a staccarsi da quel legame, soprattutto se la chiusura è avvenuta in modo così improvviso e disorientante.
Il fatto che lui sia andato avanti così velocemente non significa necessariamente che abbia già elaborato tutto. A volte, iniziare una nuova relazione subito dopo una rottura è una modalità per anestetizzare il dolore, evitare il confronto con la perdita o tenere lontane le proprie fragilità. Questo però non riguarda la qualità del legame che avevate, né il valore che lei ha avuto nella sua vita. Chi ha un attaccamento ansioso, come lei descrive, tende a vivere la separazione con grande intensità, spesso cercando nelle proprie azioni ciò che "avrebbe potuto fare di più". È una reazione molto comune, ma rischia di trasformarsi in una forma di autoaccusa che non le rende giustizia. Lei ha cercato il dialogo, ha proposto un percorso condiviso, ha messo in gioco le sue risorse emotive: non ha mancato, ha semplicemente incontrato una persona che, forse, non era pronta a fare lo stesso.
Il suo dolore non indica debolezza né regressione rispetto al lavoro fatto in terapia. Il fatto che ora soffra più di lui non vuol dire che abbia sbagliato strada, ma che ha scelto di attraversare davvero la separazione, piuttosto che evitarla. E affrontare il vuoto richiede coraggio. L’ambiguità con cui lui si è sempre mostrato, anche nell’ultimo incontro, conferma quanto sia stato difficile per lei capirlo a fondo e sentirsi al sicuro. Chi le vuole bene davvero non la confonde, non tiene un piede nel passato mentre cammina già altrove. Ha fatto bene a decidere di prendere le distanze. È un atto di cura verso di sé. Le consiglio di continuare a restare in contatto con la sua terapeuta non appena sarà possibile, ma nel frattempo tenga presente che stare male ora non significa che starà male per sempre. Questo è un tempo difficile, ma è anche l’inizio di qualcosa di nuovo: uno spazio dove potrà riscoprirsi, conoscersi meglio e scegliere relazioni che siano più chiare, reciproche e nutrienti. Unisca alla psicoterapia un percorso consapevolizzante a base di mindfulness, la potrebbe aiutare molto.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
la pausa estiva della terapia è anche essa terapia. Stia nei suoi pensieri in questo momento, senza l intervento di ulteriori pareri che potrebbero alimentare in lei il senso di confusione, e parli al suo terapista al rientro dei suoi dubbi e delle sue sensazioni, potrebbero rappresentare un ottimo spunto su cui lavorare e da cui ripartire.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Aurora Brancia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Aversa
Gentile utente,
capisco quanto possa essere doloroso vivere la fine di una relazione lunga e significativa, soprattutto quando accade in modo così repentino e con la percezione che l’altra persona sia andata avanti senza difficoltà.
Il dolore che prova è legittimo: non riguarda solo la perdita della relazione, ma anche di tutti i progetti, i sogni e la quotidianità che avevate costruito insieme. Inoltre, vedere l’ex partner in una nuova relazione può riattivare pensieri di svalutazione e senso di colpa, anche se la fine non è stata una sua “colpa”.
La fine di una relazione è un lutto affettivo: ogni fase (tristezza, rabbia, incredulità, nostalgia) ha il suo tempo. È importante accogliere le emozioni senza giudicarle, concedendosi il diritto di essere vulnerabile.
Può esserle utile, in questa fase, prendersi cura di sé con piccoli gesti quotidiani che le diano stabilità e continuità, e circondarsi di relazioni di sostegno. Quando la sua terapeuta tornerà, sarà prezioso approfondire insieme il tema dell’attaccamento che ha citato: comprendere il proprio stile relazionale aiuta a dare un senso a ciò che è accaduto e a rafforzare le proprie risorse per il futuro.
Nel frattempo, ricordi che non deve “correre” verso la guarigione: anche se dall’esterno può sembrare che l’altra persona stia meglio, il percorso di ciascuno è unico, e lei non può sapere cosa accade nella mente e nel cuore dell'altro, o comunque, non può averne certezza. Il suo compito ora non è capire perché l’altro ha agito così, ma ricostruire, passo dopo passo, il proprio equilibrio emotivo.
Cordialmente,
dott.ssa Aurora Brancia.
Dott.ssa Federica Bellò
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Mi dispiace per il dolore che stai attraversando. La fine di una relazione lunga, soprattutto quando si ha uno stile di attaccamento ansioso, può essere estremamente difficile. È importante riconoscere che le emozioni che provi sono valide e comuni in situazioni simili.
1. Comprendere l'attaccamento ansioso
Lo stile di attaccamento ansioso si sviluppa spesso a causa di esperienze infantili con figure di accudimento imprevedibili o emotivamente assenti. Questo può portare a una costante ricerca di rassicurazioni nelle relazioni adulte e a una paura intensa dell'abbandono . Riconoscere questo schema può aiutarti a comprendere meglio le tue reazioni emotive.
2. Affrontare la ruminazione
È naturale riflettere su ciò che è accaduto, ma la ruminazione eccessiva può ostacolare la guarigione. Le persone con attaccamento ansioso tendono a ruminare più intensamente dopo una rottura, ma questo può anche portare a una maggiore crescita personale se affrontato consapevolmente . Cerca di limitare il tempo dedicato a questi pensieri e focalizzati su attività che ti portano gioia e soddisfazione.
3. Strategie per la regolazione emotiva
Pratiche come la mindfulness, la respirazione profonda e la meditazione possono aiutarti a gestire l'ansia e a sviluppare una maggiore stabilità emotiva.
Investire in te stessa, coltivare interessi personali e rafforzare le relazioni sociali può aiutarti a ridurre la dipendenza emotiva dal partner. Questo processo richiede tempo, ma è fondamentale per sviluppare una maggiore sicurezza interiore.
5. Continuare il percorso terapeutico
Anche se la tua terapeuta è in vacanza, è importante continuare il lavoro su te stessa. Potresti considerare di scrivere un diario per esprimere i tuoi pensieri e sentimenti, o cercare gruppi di supporto online dove condividere la tua esperienza con persone che stanno affrontando situazioni simili.
Ricorda che la guarigione è un processo e che è normale avere alti e bassi. Con il tempo e il supporto adeguato, potrai superare questo momento difficile e costruire relazioni più sane e soddisfacenti in futuro.
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buongiorno,
quello che sta vivendo è un passaggio estremamente doloroso: la fine di una relazione lunga e importante, aggravata dal fatto che il suo ex si sia legato subito a un’altra persona. È comprensibile che lei si senta confusa, colpevole, svalutata: sono reazioni comuni quando ci si confronta con l’idea di essere “sostituiti” in fretta.

In realtà, il fatto che lui sia già in un’altra relazione non significa che abbia elaborato davvero tutto. Più spesso accade che chi ha difficoltà a stare da solo o a guardare dentro di sé scelga scorciatoie emotive per “occupare il vuoto”. Lei stessa aveva colto questa sua tendenza a evitare i problemi e a non assumersi responsabilità: non è qualcosa che cambia dall’oggi al domani.

La sua sofferenza, invece, parla di un altro tipo di funzionamento: l’attaccamento ansioso porta a idealizzare l’altro, a colpevolizzarsi e a pensare “avrei potuto fare di più”. Ma la verità è che una relazione è fatta da due persone, e se l’altra non collabora o non vuole lavorare sui problemi, non dipende tutto da lei.

È importante anche notare la contraddizione nel comportamento di lui: da un lato i complimenti e l’ambiguità, dall’altro la richiesta di amicizia. Questo non significa chiarezza e maturità, ma piuttosto una difficoltà a dare confini netti. Lei invece ha fatto bene a proteggersi scegliendo di interrompere i contatti, almeno per ora: è un passo fondamentale per curare la ferita.

Non si confronti con la sua “ripresa apparente”: elaborare un lutto affettivo richiede tempo, e ognuno ha i suoi tempi. A volte, proprio chi sembra “riprendersi subito” rischia di rimandare il lavoro interiore che poi, inevitabilmente, si presenterà.

In questo momento la cosa più importante è:

riconoscere la sua sofferenza come legittima, non come un difetto;

non colpevolizzarsi: non è la mancanza di valore che porta alla fine di una relazione, ma l’incastro tra due funzionamenti;

proteggersi dai contatti ambigui, che rischiano solo di alimentare la confusione;

continuare il percorso terapeutico quando la sua terapeuta rientrerà: sarà il luogo migliore per dare senso a ciò che prova.

Lei non è stata “sostituita”. È stata una compagna per sei anni, con il suo valore e la sua presenza. Ora è il momento di spostare lo sguardo su di sé, per scoprire che la sua vita non si riduce a quella relazione, ma può aprirsi a nuove forme di amore – più reciproche e sicure.

Un caro incoraggiamento.
Dott. Matteo Acquati
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Monza
Buongiorno,
è comprensibile che tu stia soffrendo molto: la fine di una relazione lunga è un vero e proprio lutto, e il fatto che lui si sia messo subito con un’altra riapre dubbi sul tuo valore personale. Ma questo non significa che tu non abbia avuto importanza: ognuno affronta la rottura in modo diverso, e cercare subito un nuovo legame spesso è solo un modo per non restare soli o non sentire il dolore, non un segno di maggior forza o maturità. La tua mente tende a rivoltare tutto contro di te (“avrei potuto fare di più”), ma questo riflette una ferita, una sensibilità tua più che la realtà. La scelta di interrompere i contatti è a mio parere stata sana: mantenere un legame avrebbe solo alimentato speranze e confusione, mentre ora ti dai la possibilità di proteggerti e di elaborare. Non è una gara a chi “guarisce prima”: tu stai attraversando il dolore in modo autentico, e questo è già un passo verso la vera elaborazione. Quando tornerai in terapia sarà importante lavorare su questi pensieri di colpa e sull’insicurezza legata al tuo valore, ma intanto concediti tempo e gentilezza: la sofferenza che senti oggi è parte naturale del processo, non la prova che hai sbagliato tutto.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
dal suo racconto emerge come il dolore non sia legato solo alla fine della relazione, ma anche al fatto che lui sembri “andare avanti” con una leggerezza che a lei appare ingiusta. Mi chiedo: soffre di più per aver perso lui o per la sensazione di non aver avuto il valore che avrebbe voluto ai suoi occhi?
E ancora: è più difficile accettare che lui non provi più quello che lei prova, oppure che lei continui a dare tanto peso a chi non le ha mai restituito la chiarezza che cercava?
Può essere che la vera ferita non stia nella sua nuova relazione, ma nel confronto costante tra il suo bisogno di capire e la sua apparente facilità nel non doversi spiegare mai.
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
innanzitutto desidero dirle che il dolore che sta vivendo è comprensibile e legittimo. Dopo sei anni di relazione, la fine del legame lascia inevitabilmente un vuoto che non si colma in poche settimane, e il fatto che il suo ex partner si sia legato subito a un’altra persona rende il distacco ancora più difficile. Non significa che lei valga meno o che non abbia avuto importanza: ciò che racconta riflette piuttosto i suoi diversi modi di affrontare la separazione.
La sua sofferenza nasce anche dal conflitto tra due immagini di sé: da una parte la donna che sa che la relazione non funzionava e che aveva buone ragioni per chiuderla, dall’altra la donna che si sente sostituibile e in colpa per non aver “dato abbastanza”. Questo contrasto genera confusione e dolore. È importante ricordare che il valore personale non dipende dalla reazione dell’altro, ma dalla capacità di restare fedeli a ciò che si desidera in una relazione sana e reciproca.
Il fatto che il suo ex mostri già un apparente distacco non significa che abbia elaborato davvero la relazione meglio di lei. Alcune persone, quando provano dolore, lo gestiscono spostando subito l’attenzione altrove, senza necessariamente aver fatto un lavoro profondo. Il suo percorso è diverso: lei sta affrontando le emozioni con consapevolezza, anche se questo richiede più tempo e fatica. Non è una debolezza, ma un processo più autentico di elaborazione.
Quando il legame si interrompe, capita che prevalgano la paura di non valere abbastanza e il bisogno di conferme dall’altro. Sapere questo le permette già di guardare alla sua esperienza con meno giudizio e più comprensione verso sé stessa.

Dott.ssa Orianna Miculian
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trieste
Gentilissima, non è facile accettare la fine di una relazione e, anche se l'amore è svanito, è chiaro che fa male vederlo accanto a un'altra persona. Non è solo questione di gelosia, saperlo con un'altra fa svanire nel nulla tutti i sogni e i progetti di vita assieme. Può anche farsi mille domande, sentirsi in colpa per come sono andate le cose ma, questi pensieri la fanno star bene? Aggiungono ulteriore sofferenza a quello che sta affrontando e, anche fosse, non può cambiare quello che stato, magari può trarne insegnamento per vivere diversamente il futuro. Ma se una coppia si scioglie i motivi riguardano sicuramente entrambi.
Non può sapere come si sente lui, le sta offrendo un'amicizia che lei in questo momento non riesce ad offrirgli. E' chiaro, è rimasta molto ferita ma magari qualche volta le persone, per averle, bisogna anche lasciare andare ... Ciò non toglie che lei ci stia male, mi fa piacere si sia rivolta a una terapeuta, vedrà che riuscirà a supportarla in questo momento difficile della sua vita e assieme troverete le strategie più adatte per poterlo affrontare e riprendere poi, pian piano, in mano la sua vita in modo pìù sereno.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Dott.ssa Lorella Bruni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buona sera
se il sentimento per lui è finito e da come ne parla sembra lui abbia elaborato, è essenziale che anche lei elabori anche il modo con cui costruisce o rompe relazioni e questo può avvenire solo durante il percorso teraputico. Rimango a disposizione
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, dal suo messaggio inviatoci percepisco che per il suo ex , ormai, la storia è terminata e superata. Forse dovrebbe anche lei non cercarlo più ed accettare che questa storia è finita. Con gli anni si è esaurita o forse da molto era già finito e lei non aveva voluto percepirlo. Si distragga cominci ad attivarsi in qualcosa che le piace, tipo uno sport un hobby che l'allontana dal pensiero di questo ragazzo. E' giovane conoscerà un altro ragazzo che sicuramente l'apprezzerà per le sue qualità. Con la sua terapeuta analizzi in profondità con che avvenimenti del suo passato questo abbandono la mette in contatto e xchè ha accettato x tanti anni un compagno con dei comportamenti che lei non piacevano. Buon lavoro, la saluto. Dott. Eugenia Cardilli.
l
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Quello che descrivi è un momento molto difficile e doloroso. È naturale sentirsi confusi, feriti e avere pensieri di colpa dopo la fine di una relazione lunga e importante, soprattutto quando l’altra persona sembra essere già “andata avanti”. Il fatto che tu abbia un attaccamento ansioso rende più intensa la paura di perdere e il bisogno di chiarimenti, e questo amplifica il dolore.

Hai già fatto un passo importante mettendo dei limiti, come chiedere di non avere contatti, perché protegge i tuoi sentimenti mentre elabori la perdita. È comprensibile che il confronto con lui possa generare ambiguità e sofferenza: a volte un ex cerca vicinanza o amicizia, ma questo non significa che i tuoi sentimenti siano meno validi o che tu stia sbagliando a sentire dolore.

In questa fase, è utile concentrarsi su ciò che puoi controllare: prenderti cura di te stessa, fare attività che ti fanno stare bene, parlare con persone di fiducia e, appena possibile, riprendere il percorso con la tua terapeuta. La terapia può aiutarti a elaborare la fine della relazione, gestire l’attaccamento ansioso e costruire maggiore sicurezza emotiva per il futuro.
Dr. Antonio Rivetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente, nel suo post è evidente una difficoltà: Lei è totalmente concentrata sul suo ex fidanzato e non è attenta a ciò che Le sta succedendo dentro. Perché si sente in colpa? Cosa Le dice questo sentimento? Perché per Lei è importante sapere cosa pensa il suo Ex? Nota le aspettative e le pretese che sono nate dentro di Lei in questa relazione (... ero convinta fosse una relazione che sarebbe durata per tutta la vita ...)? La invito ad approfondire le sue dinamiche interne e ad attenzionare aspetti del suo carattere che interferiscono con il suo "sentire". Grazie.

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