È complicato da spiegare e sono complicata pure io... Credo di avere più problemi di quelli che pen

16 risposte
È complicato da spiegare e sono complicata pure io...
Credo di avere più problemi di quelli che penso di avere.
Immaginate un disabile ok? Un disabile ha bisogno per forza di cose di un tutore, o comunque di qualcuno che si occupi di lui, e nessuno mai penserebbe di abbandonarlo a se stesso giusto? Fin qui penso siamo tutti d'accordo.
Io sono una ragazza di 25 anni, fisicamente non mi manca nulla, ho almeno la salute fisica, ma non quella mentale, ora dato che tutto ciò che riguarda la mente viene nella maggior parte dei casi sminuito o nemmeno considerato, e dato che da fuori queste cose non vengono percepite (tranne nei casi in cui uno arriva a togliersi la vita, ma in quel caso si indossano gli occhiali quando già è troppo tardi), ecco che ti ritrovi sola. Una solitudine fisica, emotiva, umana. Sai di avere un problema e sai di non poterne parlare con chiunque, per i motivi cititati sopra, oltre a questo io mi vergogno molto di me stessa, dei miei problemi, ma in generale sin da quando ero solo una bambina (dai 3 anni in poi, quindi da quando ne ho memoria) la vergogna per me è stato come un grande masso invisibile agli occhi degli altri, che mi porto addosso.

Ho già seguito una psicoterapia che però è finita male per colpa mia, così come sono finite male tutte le amicizie e semplici conoscenze che ho avuto nel corso della mia vita.
Inizialmente pensavo di aver trovato la terapeuta giusta, mi sono fidata di lei, le ho raccontato tutta la mia vita, poi più di una volta ho iniziato a percepire come delle sensazioni che chi avevo di fronte non era davvero in grado di capirmi, aiutarmi, o che mi stesse prendendo in giro, attenzione, sensazioni che io ho ignorato sin da subito perchè dicevo a me stessa di sbagliarmi, che non poteva essere così, che erano soltanto mie paranoie o presentimenti errati. Ebbene, dopo un tot di anni di terapia sento queste sensazioni sempre più forti tanto da arrivare al punto di sperimentare frustrazione, rabbia, tristezza e forse anche depressione, insomma la mia pancia mi parlava e non potevo più ignorarla, fu così che dissi a quella psicoterapeuta che non potevo più essere una sua paziente. Nemmeno dopo una settimana mi pentì di quella scelta e la ricontattai ma niente, in breve mi disse che dovevo assumermi le mie responsabilità e accettare che le cose a volte devono andare in un certo modo senza poter più rimediare.
Come mi sono sentita?
E....bella domanda, dovrei prestarvi la mia anima per farvelo capire, volevo morire, pensavo le peggiori cose, e come dico sempre, se avessi avuto più coraggio a quest'ora non stareste leggendo queste parole.
Dopo mesi ho contattato altre terapeute, ho iniziato quindi un nuovo percorso con questa psicoterapeuta, sarà la quinta seduta che farò e purtroppo (speravo con tutta me stessa che non accadesse..) risento quei maledetti presentimenti, che mi fanno pensare che chi ho di fronte non mi capisce fino in fondo, e di conseguenza non sa quali siano gli strumenti più adatti da utilizzare.
Ora io non mollerò questa psicoterapia, ma sentirmi così credetemi che non è facile, perchè non so se ascoltarmi o ignorarmi, perchè di questo si tratta.....

Ora, vi ricordate dell'esempio del disabile di poco fa? Ecco, io mi sento incapace di vivere, mi sento senza una guida (per vari motivi non posso contare sulla mia famiglia), senza un'ancora, senza una sicurezza fatta in carne ed ossa di cui potersi fidare ad occhi chiusi, e fin'ora vivendo da sola la mia vita non ho fatto altro che combinare macelli perchè purtroppo posso contare solo su me stessa (non avete idea di quanto sia triste questa cosa...), non ho nessuno che possa consigliarmi o di cui potermi davvero fidare senza avere dubbi. Mi sto rovinando con le mie stesse mani, ma ovviamente di questo non importa a nessuno...

Ne parlerò ovviamente di tutto questo alla psicoterapeuta, anche se ho tanta paura....ho paura di sentirmi dire "Mi dispiace, ma io non credo di poterti aiutare..", sarebbe una gran mazzata, anzi la seconda che riceverei (purtroppo questa risposta l'ho ricevuta dalla precedente terapeuta...).

Che cosa devo fare?
Devo ascoltarle queste sensazioni oppure ignorarle?
Mi sembra di impazzire, perchè io ci ragiono su ste cose e troppo anche, e arrivo al punto da dirmi da sola "Ma è mai possibile che non ne trovi una che mi vada bene? Non è che il problema sono io? Cosa sbaglio?".......

Ho davvero tanta paura di ritrovarmi più sola di come sono adesso....
Non so cosa fare...
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Scrive che al momento sta facendo un'altra terapia, credo che sia più opportuno per lei continuare a confrontarsi con il terapeuta che la segue per riuscire a gestire meglio il disagio che descrive. Si dia del tempo.
Buona giornata.
Dott. Fiori

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Buonasera signora, leggendo la sua lettera aperta traspare il suo forte senso di fatica, smarrimento e sofferenza. Non deve essere facile il quotidiano quando ci si sente così sperduti?
Come il collega prima di me le ha suggerito, anche io ritengo importante e rilevante lo spazio terapeutico che ha intrapreso con la terapeuta che la sta seguendo. Si ricordi che “solo chi rischia di andare troppo lontano avrà la possibilità di scoprire quanto lontano si può andare” T. S.E. A volte per trovarsi o ritrovarsi, bisogna anche un po perdersi.
Le auguro di cuore un buon viaggio.
Gentile Signora i temi che ha narrato sono molto importanti, nell'ambito della sua terapia e pertanto è molto utile ripeterli alla persona con cui sta lavorando, così come li ha spiegati in questa sua nota. Un cordiale saluto
Cara ragazza, mi permetto di darti del tu data la giovane età. mi dispiace molto per la frustrazione, il dolore e la disperazione che si leggono dalle tue parole. io credo di aver intravisto anche in queste righe la voglia di riscatto e di vita, di "normalità". io ti consiglierei di parlare di tutte queste emozioni e sensazioni direttamente con la tua psicoterapeuta, insieme potrete guardarle, rifletterci e utilizzarle per raggiungere un benessere. ti auguro di trovare presto la tua strada e il tuo benessere!
un caro saluto
Salve, si evince chiaramente il suo dolore e frustrazione ma si conceda del tempo e soprattutto esprima tutte queste sensazioni alla terapeutica, sono dubbi e nodi che bisogna sciogliere insieme.
cordiali saluti
Gentile, ho letto con piacere la sua testimonianza.
Cordialmente, Laura Pacati
Carissima, quello che forse lei non sa é che i terapeuti, o almeno quelli più validi a mio avviso, sono i primi ad aver fatto un'analisi personale, spesso anche lunga e a sperimentare sulla propria pelle ansie, insicurezze e mancanza di fiducia, superandole per poi aiutare altre persone. Se si aprisse, potrebbe essere compresa più di quanto crede, chissà. Il suo sentimento va espresso perché fa parte del bagaglio relativo alla sua storia personale e alle sue relazioni , dunque va lavorato. Nel momento in cui lei esprime ciò che sente al terapeuta, sta già facendo un atto di fiducia, perché sceglie di non identificarsi con quel pensiero malsano e di farsi aiutare. Non é semplice, ma potrebbe essere l'unica strada, coraggio!
buongiorno, nella sua lettera si percepisce la sua sofferenza, cerchi di fidarsi della sua terapeuta e parli con franchezza con lei di quello che prova. Credo che questo possa aiutare a costruire una relazione solida e a capire cosa può esserci dietro quel suo sentire, quella paura di non riuscire a fidarsi, di credere che la terapeuta non possa essere in grado di aiutarla. Sciogliere subito questi dubbi vi permetterà di lavorare meglio. cordiali saluti
Gentilissima, ritengo che quello che la sua pancia le suggerisce debba diventare IL tema della sua psicoterapia. Molto probabilmente questa modalità di vivere l'esterno che si presenta nella relazione terapeutica è proprio come lei vive il mondo e le relazioni in generale. Diventa quindi fondamentale che lei ne parli a cuore aperto con la sua terapeuta proprio per andare a fondo di queste sensazioni di pancia in un ambiente protetto, come dovrebbe essere la relazione terapeutica, al fine di comprenderle, raggiungerne le consapevolezze e non permettere più a queste ultime di rovinarle le relazioni della sua vita e soprattutto di non provare più la sensazione di non essere compresa e capita da nessuno che si porta dietro da cosi lungo tempo.
Cordialmente
Dott.ssa Arianna Sala
Cernusco sul Naviglio
Lei scrive molto bene, e' una scrittura emotiva che mostra quanto sia in contatto con le sue emozioni. Si fidi di loro! Condividendole nell'intimità della relazione terapeutica potrà dare valore a tutta se stessa. Nel confronto con una persona matura che non la giudica il senso di vergogna diventerà man mano più tollerabile. Se sarà paziente nel suo percorso prima o poi arriverà dove vuole, non mi sembra le manchi la tenacia. Buona fortuna!
Gentile utente,
Ho notato la sua sensibilità e capacità comunicativa, quello che sta sperimentando con l'attuale terapeuta l'ha già provato in precedenza con l'altra professionista e nella sua vita personale al di fuori del setting, quindi questo schema di lettura delle relazioni fa parte di lei e fa parte delle fatiche che si trova ad affrontare. È molto utile che lei riesca a formulare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri che il rapporto con la sua terapeuta le suscita poiché è materiale prezioso di comprensione e cambiamento. Le auguro buon lavoro in terapia. Un caro saluto
Gentile ragazza, come altri colleghi hanno suggerito, le sensazioni e le emozioni che prova nella relazione terapeutica vanno espresse e condivise con la sua terapeuta perché rappresentano un materiale importante da cui partire nel lavoro da affrontare insieme... coraggio e fiducia!
Un caro saluto
Dott.ssa Angela Fortini
Perugia
Buonasera, certo che deve ascoltare e anche occuparsi di queste sue sensazioni. Sperimentare dei dubbi o un disagio nella relazione terapeutica potrebbe significare che sta rivivendo nella terapia qualcosa che già conosce o ha vissuto nelle relazioni significative. Condividerlo, come ha già pensato di fare, può portarla ad una svolta significativa. E' importante che contatti un atteggiamento di maggiore apertura e fiducia: l'altro si attiva anche sul suo modo di comunicare, di relazionarsi, di chiedere aiuto. Un caro saluto e un grande in bocca al lupo!
Salve. Si fidi delle sensazioni ed emozioni e le elabori nel percorso psicoterapeutico che ha intrapreso. La psicoterapia ha la funzione di stimolare la fiducia in se stessi aiutando a recuperare le sensazioni ed emozioni e a fidarsi di loro. Lei dice di potersi fidare solo di se stessa, continui... Non si senta sbagliata. Ciò che fa funzionare una psicoterapia è l'alleanza terapeutica che si crea tra il terapeuta e il cliente. Affinché questo possa avvenire è importante esprimere tutti i dubbi e le perplessità al terapeuta. A volte, nonostante la bravura del terapeuta, l'alleanza può non crearsi, non si arrenda per questo, vuol dire che non ha incontrato la persona giusta con la quale possa scattare l'alleanza terapeutica. Il suo vissuto di solitudine e mancanza di sostegno la porta ad essere diffidente, in posizione di difesa, a sentirsi sola. Non vuol dire che sarà sempre così ma la maggior parte delle persone non è in grado di comprendere la sua profondità, la sua capacità di analisi, e la sua espressione emotiva così profonda e dettagliata. Come ha detto qualche collega, noi psicoterapeuti facciamo un lungo percorso di psicoterapia durante la formazione, per questo siamo in grado di comprendere i vissuti di chi si rivolge a noi, abbiamo già esplorato le nostre fragilità, emotività, disperazione, paure, ecc. Per questo siamo capaci di empatia, di sintonia, di comprensione per creare un'alleanza terapeutica. Lei è giovane, ha tempo per crescere, non si arrenda, perché il percorso psicoterapeutico non è nient'altro che un percorso di crescita nella consapevolezza e nella chiarezza che inizia con l'aiuto di uno psicoterapeuta e si continua a portarlo avanti da soli per tutta la vita. Distinti saluti
Buongiorno, ma un aiuto psicofarmacologico ... noo? quando gli stati depressivi ci fanno avvitare in un continuo malessere e in continui ragionamenti e riflessioni su come stiamo e su cosa facciamo, se facciamo bene o facciamo male e persistono nel tempo diventando anche resistenti a vari tentativi, dobbiamo anche pensare di cambiare strada e tentare altro. Mi pare invece, che tentare e ritentare sempre nella stessa direzione, con tutto il rispetto per i colleghi che sono intervenuti prima di me, possa essere paragonabile ad imboccare sempre la stessa strada che presenta il cartello "strada senza uscita" per ritornare poi, sempre al punto di partenza.
Il tentare altro è sorretto dalla considerazione che noi siamo anche "corpo biologico" regolato da equilibri chimici dovuti a produzioni neuropsicoendocrine che possono avere delle variazioni o sfasamenti e che vanno, quindi, tenute nella dovuta considerazione.
Suggerisco un intervento multidisciplinare
1 - diagnosi psicologica/psicopatologica = Psicodiagnosi (é mai stata fatta?)
2- terapia integrata = Psicoterapia + Psicofarmacologia (possibilmente effettuate da professionisti diversi ma che collaborano strettamente)
Spero che trovi la "sua strada" da percorrere proficuamente.
buona giornata
Rossana Scarpati
Cara utente, dal suo scritto si percepisce il malessere che prova. Ritengo essenziale per il percorso terapeutico manifestare e condividere le emozioni con il terapeuta. Non abbia timore e ne parli, sono sicura che insieme troverete il giusto compromesso e capire se continuare o interrompere il percorso se non ritenuto proficuo. Resto A disposizione. Cordiali saluti dott.ssa Serena Sciortino

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati o richieste di una seconda opinione.
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.