E ci risiamo. Mai cantare vittoria con un disturbo mentale. Proprio ieri sono stato dallo psichiatr

16 risposte
E ci risiamo.
Mai cantare vittoria con un disturbo mentale. Proprio ieri sono stato dallo psichiatra che mi sta seguendo, per un follow up ; mi sembrava sinceramente di stare meglio, dopo quattro mesi di sertralina, almeno sul piano dell'ansia, che è scesa rispetto alle prime settimane di terapia, in cui è prevedibile una fase di assestamento. È vero che l'umore tende ancora verso il basso, perché iniziativa, determinazione nel decidere e voglia di fare non hanno visto passi avanti, ma da un mesetto circa riuscivo a lasciar passare i pensieri intrusivi (ad esempio quello, angosciante, di temere di non riconoscere più come reali le cose intorno a me, ma di interpretarle come minacciose, e quindi di soffrire di deliri di riferimento...) senza dar loro peso eccessivo. E invece, oggi mi sembra di essere tornato alle prime settimane in cui assumevo il farmaco: da stamane provo una tristezza che non so a quale causa attribuire, e soprattutto un sentimento di paura che mi serra il petto e lo schiaccia come un macigno. Ero sicuro che certi tormenti fossero passati e che grazie alla copertura farmacologica e alla tcc non avrei avuto piu motivo di preoccuparmene, per cui non mi spiego il loro così improvvido ritorno... Tento di razionalizzare, dicendomi che non c'è in vista alcun pericolo che giustifichi questo mio sentirmi impaurito, ma i miei ragionamenti non bastano a fugare queste nuvole... Mi rammarico soprattutto che mi stia sentendo di nuovo male adesso, invece che prima di andare dallo psichiatra, perché sicuramente gli avrei parlato di questa ricaduta, che pare mettere in discussione l'efficacia terapeutica del farmaco attualmente in uso. Farmaco che appena sei anni fa, a queste dosi, mi guarì, mentre ora sembra aver perso potere curativo su di me, oltre a procurarmi effetti collaterali ben più pesanti. Cosa si fa in casi del genere? Il medico mi ha detto di andare avanti al dosaggip attuale fino al prossimo consulto, previsto a fine marzo; ma se una terapia non mi fa ritrovare la serenità di cui ho bisogno, come mi comporto? Ho inoltre letto in internet che in alcune forme depressive il malato sviluppa un delirio congruo allumore e crede di udire voci che gli comandano di farla finita... E se cadessi anche in questa trappola? Il solo pensiero di poter nuocere a me stesso mi fa soffrire molto, mentre fino a pochi giorni fa mi illudevo di esser diventato capace di non farmene allarmare, perché, appunto, nient'altro che un pensiero...
Buonasera, ha mai pensato di affiancare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia per affrontare e provare ad elaborare i suoi visuuti? Il farmaco è certamente una stampella molto utile per tenerci in equilibrio ma i sintomi possono indicare che la punta dell'iceberg è solo ciò che vediamo. Un cordiale saluto Dottssa Elisa Galantini

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Gentile utente,

Oltre alla farmacoterapia, assolutamente fondamentale nella cura di questo complesso disturbo, la ricerca scientifica ha dimostrato che anche la psicoterapia, condotta da medici o psicologi specializzati, è efficace nel trattamento sia dei sintomi acuti che delle ricorrenze nella depressione. Una psicoterapia supportiva, ad esempio, potrebbe sostenerla nel suo sviluppo, nel recupero di un senso di vitalità, di iniziativa e di autoefficacia. La invito, se vorrà, ad informarsi.

Qualora ci fossero delle urgenze, le consiglio senz’altro di contattare il suo psichiatra o il Centro di Salute Mentale di zona oppure, all’occorrenza, i servizi di emergenza.

Cordialmente,
dott.ssa Adelina Detcheva
Buon giorno,comprendo le sue preoccupazioni.Lei ha concentrato tutte le sue aspettative sulla cura farmacologica .L essere umano ha delle variabili e delle emozioni che vanno comprese a prescindere dalla efficacia farmacologica.Le consiglierei di affiancare la terapia farmacologica ad un percorso psicologico di comprensione e di approfondimento.Come mai è peggiorato in questo periodo ....ci sono fattori emotivi a cui è necessario dare un senso Un caro augurio dottoressa Luciana Harari
La terapia farmacolgica funziona se lei è depresso, se non funziona è un segnale che lei non è depresso, ma si tratta semplicemente di pensieri intrusivi ossessivi, per i quali ci sono terapie adatte e molto efficaci.
E smetta di cercare informazioni su internet, chi cerca trova, e chi non trova inventa.
Saluti
Dott. Vincenzo Cappon
Gentile utente di mio dottore,
in molti casi ciò che può proteggere il paziente dal cronicizzarsi del problema è fare un buon percorso di psicoterapia, questo con lo scopo di poter guardare ad un benessere più a lungo termine analizzando le funzioni relazionali del sintomo. Affianchi alla terapia farmacologica anche la psicoterapia, ne parli anche con il suo psichiatra. Vedrá che con la combinazione delle due cos'è il suo stato di salute psicologica migliorerà sempre più nel tempo.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Il quadro clinico che descrive non può essere affrontato solo con i farmaci. Sappiamo e forse il suo psichiatra glielo ha detto che per ottenere risultati efficaci e duraturi la terapia farmacologica quando necessaria affiancata da un percorso psicoterapeutico finalizzato alla risoluzione della cause e non solo dei sintomi. Le suggerisco di consultare uno psicoterapeuta , richiedere una valutazione psicodiagnostica e un piano terapeutico. Può intanto ascoltare il Podcast Le Stanze Della Paura, disponibile gratuitamente su Spotify, Google, Pocket Cast e Breaker. Può anche seguire la pagina Facebook Le Stanze Della Paura Podcast. Troverà molte informazioni sui disturbi d'ansia e strumenti di auto aiuto che le saranno utili nei momenti più difficili. Buona giornata. Bruno Ramondetti
Salve, prosegua a farsi seguire dal suo psichiatra e gli riporti ciò che le accade. Mi pare di capire che in passato ha seguito anche una psicoterapia. Le suggerisco di riprendere un sostegno psicologico perché il farmaco da solo per quanto d'aiuto non è risolutivo. Se il disagio riemerge di nuovo evidentemente lo stato emotivo che lo scatena non è stato del tutto compreso o afferrato. Sicuramente il suo quadro è da approfondire anche dal punto di vista psicologico.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Purtroppo lei, come molte decine di migliaia di persone ogni giorno in Italia, sta vivendo l'inevitabile disillusione da psicofarmaci; ritengo, infatti, con assoluta certezza, in qualità di Medico specialista in Psicologia clinica, Psicoterapeuta ed Omeopata che gli psicofarmaci devono essere utilizzati solo in una situazione di emergenza, poiché non curano le cause del malessere, producono effetti collaterali negativi e hanno controindicazioni. Sono del parere, inoltre, che ci sia bisogno, per ottenere risultati soddisfacenti, nel suo stato di sofferenza di un rapporto psicoterapeutico in cui ci sia molta accoglienza, in cui si lavori seriamente sugli aspetti inconsci che generano il suo malessere. E' opportuno anche che la psicoterapia sia promossa e supportata da medicinali innocui e naturali: la Floriterapia di Bach, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica, la Fitoterapia e la Psicoprobiotica che permettono di offrire al paziente i seguenti reali valori aggiunti: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero delle forze e del buon umore e una benefica disintossicazione. Io sono un medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta, omeopata ed esperto in terapie naturali- lavoro in questa maniera ottenendo degli ottimi risultati.
Se vuole sono a sua disposizione (telefonicamente o tramite messaggi) per informazioni. Ho lo studio a Roma, ma sono anche disponibile per terapie on line. Buona giornata!
Salve, data la situazione credo che possa esserle d'aiuto intraprendere un percorso psicologico. Potrebbe aiutarla a chiarirsi alcuni dubbi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gent.mo utente, per quanto gli psicofarmaci in alcuni momenti siano delle valide stampelle, in quanto diminuiscono le componenti fisiologiche della paura, non possono modificare la rigidità del pensiero che mantiene le ossessioni, per il quale è necessario un lavoro psicoterapico. Mi sembra di capire che lei abbia già scelto una terapia cognitivo-comportamentale, le consiglio di affrontare la ricaduta, con il suo terapeuta evitando le dannose ricerche in internet, che possono solo spaventarla di più. Le ricadute fanno parte del percorso, sono quel passo indietro che ci può dare lo slancio per fare un balzo in avanti.
Buona serata. Dott.ssa Marina Taralli
Buongiorno, a lungo termine se non viene associata una psicoterapia cognitivo comportamentale, l'ansia tenderà a ripresentarsi.
E' fondamentale fare questo tipo di percorso.
Contatti uno specialista in tal senso.
dott Tealdi
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Salve, dopo aver attentamente letto la sua domanda, le suggerisco di seguire le indicazioni del suo psichiatra e verificare con lui se il dosaggio e la tipologia siano ancora adatti al suo disagio. Può capitare di avere delle piccole ma temporanee ricadute e questo non significa tornare indietro ma unicamente "aggiustare" il percorso. La invito ad affiancare il percorso farmacologico con una terapia che la sosterrà anche in questi momenti di difficolta. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, il suo è un bisogno di aiuto conclamato. Sicuramente la terapia farmacologica non è sufficiente. Se avesse voglia sarebbe utilissimo affiancare al trattamento farmacologico un percorso psicoterapeutico che possa disinnescare dinamiche che continuano ad emergere e produrre il malessere. Il lavoro dovrà essere svolto sulla coscienza di sé e sui temi portanti che caratterizzano la sua storia. Questo lavoro profondo il farmaco non è in grado di compierlo. Cordialmente. Dott.ssa Francesca Mandis
Buongiorno, mi spiace per la sua situazione..E' chiaro che aveva tante aspettative e confidava sugli effetti della cura farmacologica
Le consiglierei di affiancare la terapia farmacologica ad un percorso psicologico per comprendere più in profondità cosa sta vivendo e l'evoluzione di ciò che percepisce..
Cordialmente. Dottoressa Debora Manoni
Gentile utente,
mi spiace per la sua situazione. Premesso che è possibile e non raro avere ricadute e periodi oscillatori, di questa sua ricaduta può parlarne al suo psichiatra anche prima del prossimo consulto. Il farmaco aiuta e a volte risolve un sintomo, ma non è miracoloso. Dalle difficoltà e dai pensieri che racconta le consiglio di affiancare una psicoterapia alla cura farmacologica. Le auguro buone cose.
Dott.ssa Di Nardo
Buonasera, cosa è successo durante la visita? I cambiamenti che ha fatto sono reali e gli "inciampi" non annullano il periodo in cui è stato bene che può ripresentarsi e continuare. Io le suggerirei di contattare lo psichiatra e di evitare soluzioni fai da te, leggendo su internet. I motori di ricerca forniscono un elenco di situazioni possibili ma non nascono dalla conoscenza dell'unicità della persona, quindi non servono a molto se non ad aumentare la sua preoccupazione. Ai farmaci è sempre opportuno affiancare un percorso di psicoterapia che modifichi o chiarisca i suoi meccanismi di pensiero.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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