Da un momento all’altro ho iniziato a notare di provare indifferenza verso il mio ragazzo. Ho capito

15 risposte
Da un momento all’altro ho iniziato a notare di provare indifferenza verso il mio ragazzo. Ho capito di non amarlo più e in quel momento mi è venuto il panico. Sono ritornata con lui dopo qualche giorno pensando fosse ritornato tutto bene, invece la mia indifferenza è ritornata, tanto da avere forte ansia e panico. Perchè dopo aver amato tantissimo una persona, si possa provare questa enorme indifferenza nei suoi confronti? se mi sforzassi nel sentirlo tutto ciò potrebbe risolversi? ad oggi non so più cosa voglio nella mia vita, tanto da pensare di essere lesbica in quanto dopo questo episodio, guardo ogni ragazza e provo eccitamento, senso di dominanza, tanto da pensare anche di non sentirmi una ragazza ma un maschio visto che non sono mai stata molto “ femminile”. Io vorrei semplicemente stare da sola e non provare queste attrazioni sbagliate nel mio stesso sesso. Voi potreste darmi magari qualche consiglio o qualche ipotesi di quale possa essere il mio problema? ho letto della terapia riparativa. Si può capire con la terapia o modificare dei comportamenti che non vogliamo? leggo che c’è gente che pensa di essere omosessuale, ma alla fine con la terapia cambia. Io non riesco più a guardare un ragazzo dopo quello che mi sta accadendo, lo vedo e penso che non sia attraente, non sento niente. è perché sono lesbica?
Gentile Utente, comprendo il forte disagio che sta vivendo in questo momento. Sicuramente la terapia aiuta a fare chiarezza tra i nostri sentimenti e i nostri bisogni, diventa uno spazio di riflessione e di consapevolezza, e credo che in questo momento potrebbe essere quello di cui avrebbe bisogno.
La invito a contattare un professionista e con il suo aiuto in uno spazio accogliente e non giudicante, potrebbe fare chiarezza e capire meglio se stessa.
Resto a disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Supponiamo che lei sia lesbica. Che cosa la induce a pensare che le sue potenziali "attrazioni per lo stesso sesso" siano sbagliate? Comprendere il proprio reale orientamento sessuale, senza necessariamente saltare alla conclusione "drastica" della terapia riparativa, richiede un processo di acquisizione di piena consapevolezza. Un professionista con competenze psicosessuologiche potrebbe supportarla e fare chiarezza in questo momento di sofferenza.
Gentile utente, prima di etichettare il suo come un "problema" da eliminare e di passare a una soluzione drastica come quella di una terapia riparativa, credo valga la pena richiedere una consulenza psicologica a un professionista e quindi intraprendere un percorso psicoterapeutico che la possa aiutare ad ascoltare il proprio corpo e le proprie sensazioni e soprattutto a conoscere meglio se stessa, i propri bisogni e i propri desideri, in questo momento di crisi. Un caro saluto, dott.ssa Annastella Garritano
Gentile utente,
le terapie riparative o di conversione non sono terapie scientifiche e spesso si configurano come vere e proprie violenze. Se queste domande la fanno soffrire e la disorientano provi a contattare un terapeuta che la aiuti a comprendere cos'è l'indifferenza che prova nei confronti del suo ragazzo e che la sostenga in questo percorso di definizione, anche sessuale, di se stessa.
Cordiali saluti
Gent.ma, se si sente infelice, vive conflitti o è insoddisfatta di qualche aspetto di sé, una psicoterapia o una analisi possono aiutarla nell’esplorare i suoi sentimenti e le esperienze personali, consentendole di vivere meglio la sua vita e le sue esperienze sentimentali al di là dell’orientamento sessuale. SG
Salve, se prova una reale attrazione verso il suo stesso sesso non c'è nulla di male e non è un " problema". Il modo ansioso e preoccupato con cui vive questa attrazione fa pensare e per questo motivo le consiglio di contattare uno psicologo per analizzare con più attenzione il tutto e ricevere le risposte e strumenti necessari per comprendere. In merito alle sue emozioni verso il suo fidanzato, le storie d'amore possono finire e ci sentiamo in colpa per questo soprattutto perché vogliamo bene a chi dobbiamo lasciar andar via. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissima, grazie per aver condiviso i suoi vissuti dolorosi. Non per forza tutto ciò che ha descritto significa che lei sia omosessuale, ma potrebbe indicare che c'è un disagio sottostante probabilmente di stampo relazionale, che è stato spostato sul versante della sessualità. Ovviamente è un ipotesi perché occorrerebbe indagare maggiormente la sua situazione attraverso un percorso psicoterapeutico. La tranquillizzo però sul fatto che lei non è malata, deviata o da riparare perché non prova più desiderio nei confronti del suo partner e prova nel frattempo attenzioni verso il mondo femminile. Bisogna solo che si ascolti e si affidi a un professionista per capire meglio le sue attuali dinamiche relazionali e affettive e il perché ci siano questi segnali. Resto a disposizione, un caro saluto.
Buonasera. Indifferenza verso il ragazzo, attrazione verso le ragazze, dubbi sulla propria identità di genere. Lei sta attraversando una fase di rimessa in discussione della sessualità. Capisco che questo possa causare ansia, ma è bene stare ad ascoltare i messaggi che stanno provenendo da dentro di Lei. Più che la terapia riparativa, che - è bene precisarlo - ad oggi non ha fondamenti scientifici, le consiglierei di intraprendere un percorso psicoanalitico che permette di esaminare in maniera approfondita tutto quello che si sta muovendo in maniera apparentemente incomprensibile all'interno della sua persona.
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Cara utente,
Sento dalle sue paole quanta frustrazione questa situazione, ma soprattutto questi pensieri le generino.
Essere attratti dal proprio sesso non è sbagliato, ma cetamente in una cultura come la nostra non facile. Mi chiedo se nella sua vita abbia mai avuto questo tipo di interesse e non lo abbia ascoltato per via di quello che la nostra società solitamente impone come "giusto". Mi chiedo anche se quando si è fidanzata con questo ragazzo lei abbia fin da subito povato un'attazione nei suoi confronti o si sia in qualche modo sempre forzata, così come intende fare ora...
I motivi per cui si può perdere interesse verso il proprio partner, o per cui ci si senta attratti dal proprio sesso possono essere tanti, non necessariamente l'omosessualità. Quindi una terapia riparativa ad ora, senza meglio comprendere le basi del suo disagio sarebbe azzardato. Oltretutto mi incuriosisce l'inaccettabilità delle sue fantasie sulle ragazze...hanno un carattere pervesivo e ridondante?
Varrebbe sicuramente la pena cercare di capire meglio la sua situazione grazie all'aiuto di un pofessionista.
Se tramite questo intervento si escluderà l'omosessualità, allora sicuramente si potrà lavorare su altro....o viceversa.
Le consiglio uno specialista, soprattutto sessuologo, per aiutarla in questo cammino di conoscenza ed approfondimento di sè.
Cordialmente
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze


Buongiorno, grazie per la condivisione. Comprendo dalle sue parole la sua sofferenza. Sta vivendo un momento di confusione, di messa in discussione, di cambiamento e riorganizzazione di sè. è normale che possa vivere anche emozioni di ansia e talvolta panico. Le consiglio vivamente un percorso psicologico per esplorare se stessa e per poter fare delle scelte che siano in linea con i suoi desideri e bisogni.
Cordialmente,
Dott. Alessandra Scidone
Salve cara, comprendo le ragioni del suo disagio e ne sono dispiaciuto. Tuttavia qualsiasi ipotesi formulata sulla base delle sole informazioni presenti nel suo scritto sarebbe a mio avviso riduttivo a fronte di una situazione complessa come la sua (tutte quelle che riguardano il vissuto umano lo sono). La invito per questo a contattarmi in privato, anche con un semplice messaggio se vuole; mi limiterei a farle solo qualche ulteriore domanda in modo da offrirle una consulenza più accurata. Cordiali saluti Dott. Antonio Panza.
Carissima, capisco il momento di confusione e dis-orientamento, ma ci sono tante e tante cose che andrebbero riprese e riviste, rispetto a quanto scrive: queste considerazioni passano dall'idea di amore e coppia (che incontra fasi diverse nel tempo, richiedono impegno e negli anni vivono sempre meno della rendita "attrazione fisica"), al giudizio negativo su un eventuale orientamento omosessuale (anche se immagino che pensandosi fino ad oggi sostanzialmente etero, sia un po' traumatizzata dallo scoprire desiderio di vicinanza fisica con il suo stesso genere), al pensiero sulla presunta "dominanza" del maschile sul femminile. Abbracci questi dubbi come opportunità per integrare nuovi modi di pensare, a sé stessa ed agli altri, in modo assolutamente non giudicante. Puo' servire tempo, magari un percorso che però non sia "riparativo" di un guasto, bensì di gentilezza e consapevolezza. Buona vita, un caro saluto :-)
Buongiorno, mi dispiace che si senta così. Sembra che stia cercando di comprendere da sola le sue emozioni, ma le spiegazioni che trova le generano ancora più agitazione. Può sembrare strano, ma in realtà queste spirali di grande paura e confusione possono capitare a tutti, specie nei momenti di cambiamento e di crescita personale. La propria sessualità è legata alla nostra identità ed è naturale voler indagare e conoscersi ma quando la paura è troppa, spesso distorce il nostro modo di sentire e vedere la realtà. In queste situazioni io accompagno i miei pazienti a ridurre la paura di conoscersi per poter indagare insieme, senza giudicare. Quando riusciamo ad allontanare gli "obblighi di essere" che a volte ci imponiamo ci sorprendiamo di quanto il percorso sia più leggero di quello che immaginavamo!
Gentile utente,
nel suo caso può aver senso intraprendere un percorso terapeutico per fare chiarezza rispetto ai suoi sentimenti, emozioni, desideri, bisogni e pensieri che la aiuti a uscire da questo stato di confusione e conflitto.
Può rivolgersi a un terapeuta non necessariamente con competenze psicosessuologiche.
Saluti.

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