Da più di un anno sto seguendo un percorso di psicoterapia. Purtroppo dal motivo iniziale, la fine d

15 risposte
Da più di un anno sto seguendo un percorso di psicoterapia. Purtroppo dal motivo iniziale, la fine di una relazione in modo traumatico, nel corso dell'anno si sono presentate altre problematiche esterne (ho subito un'aggressione da conoscenti), ma l'aiuto terapeutico mi ha aiutata a non mollare del tutto e farmi forza. Purtroppo in seguito alla fine della relazione mi ritrovo a vivere con i miei, a quasi 40 anni; i rapporti non sono mai stati buoni ed adesso sono devastanti. Non ho amici nella mia città natale e mi ritrovo costantemente sola. Ho sempre ritagliato spazi per me, ma la solitudine che intendo è il parlare esclusivamente o quasi con la psicologa, perché non ho nessuno con cui farlo. Ho difficoltà a riconoscermi, ma se dopo le feste natalizie iniziavo a mostrare segni di ripresa, a riprendere le mie attività, a progettare, a riuscire ad uscire da sola per passare una serata ad un pub di conoscenti..il risultato è stato che dal giorno dopo non riesco più a muovermi dalla mia stanza, dal mio letto. Vivere qui, con persone che odio e mi odiano, che continuamente mi feriscono, attorniata da persone (vicini e compaesani) che mi hanno sempre bullizzata e maltrattata (motivo per cui dalla maggiore età ho sempre cercato di stare il meno possibile qui, e mi sono trasferita 4 volte), mi fa male. Sento di voler stare a letto perché è un posto sicuro dove nessuno può farmi male, dove non devo continuamente difendendermi dagli altri. Quando sono sveglia non faccio che piangere, vedo il mio obiettivo sempre lontano, e ho messo tutte le energie che avevo per realizzarlo. Fra 6 mesi compio 40 anni e l'idea di vivere ancora qui, senza aver costruito niente della mia vita, mi fa male e mi spaventa. Lo so che "le tappe" non sono uguali per tutti, ma quando potrò costruire una famiglia mia ? Quando potrò avere una mia casa, un mio compagno e soprattutto, un figlio ?
Sto male, sono chiusa in questo letto da 3 settimane, non mangio, dimentico spesso anche di bere, non sento nessuno perché non c'è nessuno da sentire.
Oggi ho avuto il mio appuntamento (facciamo sedute on-line) con la mia terapeuta, le ho spiegato come mi sento, che no, non è un momento di passaggio, non è qualcosa che mi passa com'è arrivata, mi sono accartocciata e voglio uscire da questo stallo, sennò come potrei fare qualunque altra cosa ? sono 3 settimane che mi sento ripetere che passerà, che è un momento..io intanto non so perché ho avuto questa ricaduta (anzi, a questi livelli non sono mai arrivata), le ho chiesto di consigliarmi su cosa fare, mi ha ripetuto più e più volte che l'unica cosa che posso fare è trovare un lavoro e andarmene da qui, o starò sempre peggio. L'obiettivo che non riesco a raggiungere. Le ho spiegato che sa benissimo quanto mi stia impegnando, che non mi lamento e resto inattiva (partecipo a concorsi, ho fatto due corsi di formazione, mi sono fatta seguire da un consulente del lavoro, mando candidature in tutta Italia), ma l'età è quella che è e continuo a sentirmi rispondere che "sono vecchia per essere assunta".Trovo solo lavoretti come a 16 anni, che vanno bene per togliermi due sfizi ma con cui non posso pagarmi un affitto. Eppure continuo e non mollo. E' il mio obiettivo, ma sentirmi dire che è l'unica cosa che posso fare e non ci sono altre cose da fare, mi ha fatto cadere ancora più in basso. L'ho fatto subito presente alla terapeuta che non mi sentivo capita e che dirmi che ho un'unica cosa che posso fare e che non riesco, perché non è una cosa che dipende solo da me, mi sono anche mortificata con persone che conosco chiedendogli se potevano almeno farmi fare un periodo gratuito per aggiungere competenze nel cv, che altro devo fare ? Le ho detto che se l'unica cosa per stare meglio ed uscire da questo stallo è trovarmi un lavoro che mi garantisca indipendenza economica, è come dirmi che non posso stare meglio. Che il dolore che già provo è ancora più forte perché fallisco. Mi è sembrato di parlare con un muro. So che a volte possono esserci incomprensioni in terapia, ma appunto per quello ho provato a parlarne subito, dicendo che non mi stava aiutando ma affossando, e continuando a chiederle "e per il fatto che non riesco più ad uscire che devo fare ?" "Deve trovare un lavoro". Non lo so, mi sento da oggi pomeriggio ancora più stupida, confusa e sola, con tanta voglia anche di mollare il poco che faccio. Vorrei cambiare terapeuta ma non so se riuscirei a fidarmi di nuovo di un altro, poi dopo un anno riniziare da zero mi servirebbe a qualcosa ?
Sono davvero molto abbattuta, scusate il papiro.
Buongiorno, mi sembra che i sintomi che lei ha elencato configurino uno stato depressivo per cui a mio parere sarebbe consigliabile un intervento anche farmacologico. Le consiglierei di rivolgersi a uno psichiatra.
Cordiali saluti

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Buongiorno signora comprendo la sua frustrazione e il suo sconforto nel non riuscire a vedere un po' di miglioramento alla sue sofferenza concordo con il collega rispetto alla possibilittà di avere anche un supporto farmacologico in questa fase di stallo se non si trova bene con questa terapeuta ne cerchi un'altra non è possibile continuare un lavoro psicoterapico se non si riesce ad instaurare una buona relazione transferale cosa già più complicata facendo sedute online e non in presenza. Cordiali saluti
Buongiorno a lei. Dunque credo di capire che il motivo che l'ha abbattuta ulteriormente ascoltando le parole della terapeuta è stato vivere l'impotenza che nasce dalla consapevolezza di non vedere vie di uscita, nonostante la sua intenzione fosse quella di stimolarla a trovare alternative abitative e di frequentazione per eliminare le cause di mantenimento del disagio. Altresì credo che il cambiamento possa nascere da dentro, lavorando sui suoi stati interni, nonostante il contesto. Potrebbe parlarne con la terapeuta per orientare la terapia diversamente e capire se ci può essere collaborazione in questo senso. Rimango a disposizione. Un saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Buongiorno, i temi che riporta nello scritto sono tanti. Parto dalla parte finale per dirle che un percorso ed i suoi frutti camminano dentro di lei a prescindere dall'eventuale cambio di terapeuta. Con ciò non la invito a cercare altri per una incomprensione, soprattutto se sente che questa professionista le ha fatto fare qualche passettino in avanti. I momenti di "crisi" emotiva possono essere parte dell'evoluzione; d' altronde crisi significa crescita. Mi pare che la sua difficoltà possa risiedere anche nel distacco dal luogo di origine, anche se detestato. È vero che ha mandato curriculum e richiesto aiuto in vari modi, è apprezzabile e risponde all'esigenza primaria di essere indipendente a livello economico per costruirsi una vita propria. Il lavoro dà anche la possibilità di conoscere gente nuova ed anche un futuro compagno di vita. Comprendo che ha 40 anni ma non è così vecchia da non potere svolgere numerosi lavori. Continui su questa strada e faccia uno sforzo cognitivo per cercare nuove soluzioni per essere assunta da qualche parte.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Carissima, i contenuti che qui espone esprimono perfettamente lo stato in cui si trova. Nelle sue righe, traspare il suo scoraggiamento, le sue paure, la sua inquietudine ed il bisogno di trovare uno spazio tutto suo in cui sentirsi rassicurata e serena. Credo anch'io come altri colleghi che la chiusura attuale che lei descrive debba essere presa in carico anche a livello farmacologico. Non per eliminare la sintomatologia del suo malessere come se fosse qualcosa da spegnere e basta ma, per cercare di riportarla ad un livello di “benessere intellettuale” che le consenta di continuare a mettere in campo azioni che le consentirebbero un cambiamento (es. mandare CV, cercare lavoro, interagire con persone che le possono suggerire azioni diverse ecc). Per quanto riguarda il cambio del terapeuta, questa è una scelta che non la deve mettere nella condizione di “sentirsi in colpa”. Possono esserci percorso terapeutici che ad un certo punto vanno in stallo, pertanto risultano per i pazienti non più una fonte di aiuto e stimolo bensì il contrario. In questi casi, è preferibile prendersi un momento di pausa e condividere il proprio vissuto con il terapeuta. Nella stanza di terapia tanti sono i fattori in gioco, il creare una buona alleanza terapeutica è importante. Il concetto di fiducia è fondamentale e comprendo che l’idea del rimettersi nuovamente in gioco (anche in questo senso) possa spaventarla. Spero possa trovare la sua giusta strada. Resto a sua disposizione. Un caro saluto.
Buongiorno, la situazione di sofferenza bene descritta si presta poco a qualche consiglio on line purtroppo perchè risulterebbe comunque troppo riduttivo o alimenterebbe la sua sensazione di essere incompresa. Due cose mi sento di dirgliele. La prima è che probabilmente l'intensità della sua sofferenza è tale da "sabotare" in qualche modo anche la terapia psicologica, questo al di là del capire se fosse o no il momento di cambiare terapeuta. Quindi, come ha suggerito un collega psichiatra valuterei ANCHE l'aiuto farmacologico. Secondariamente eviterei alcune cose che in realtà sposano la sua voglia di non uscire di casa. La terapia online in questo caso è deleteria, io personalmente sono contrario per principio anche se va tanto di moda perchè è più comodo. Il punto è questo, il cambiamento non è comodo e l'approccio online secondo me favorisce un certo disimpegno. Tutto questo fa parte di un processo di responsabilizzazione per il quale occorre rendersi conto che chiedere consigli non è la scelta migliore, anche perchè facilmente qualsiasi consiglio esterno verrà percepito come inadeguato.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve,

la cosa migliore è continuare ad affrontare questo momento di difficoltà con la sua terapeuta. Cambiare terapeuta al momento non le risolverebbe le problematiche qui riportate. Piuttosto utilizzerei questo momento di crisi come input da cui ripartire per poter completare cosi il lavoro su di se iniziato da oltre un anno.
In bocca al lupo per il suo futuro.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Cara utente, mi spiace molto per la sofferenza che porta. Mi sembra che sia tutto nero e forse un supporto farmacologico potrebbe aiutarla a vedere tutte le sfumature, parli di questo con la sua terapeuta. Inoltre credo che una psicoterapia di persona potrebbe, nel suo caso, esserle molto più utile perchè le consentirebbe di uscire dalla sua zona di confort almeno per le sedute.
In bocca al lupo per tutto e ricordi: ci sono sempre più risposte e più soluzioni. Saluti,

Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno mi spiace per tutto quello che le è successo.
Sono disponibile a colloqui psicologici online anche per rivedere la sua situazione e proporre un nuovo percorso di cura.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno. Mi trova d'accordo col collega Mossini, ogni risposta sarebbe fortemente riduttiva, non entro nel merito dei contenuti ma mi associo all'idea che lei possa valutare un supporto farmacologico insieme ad uno psichiatra (non un medico di medicina generale) per recuperare uno stato utile al lavoro che dovrà comunque fare su se stessa. Mi associo anche all'idea che debba fare lo sforzo di trovare un terapeuta per un percorso in presenza, un gesto di cura nei suoi stessi confronti. Aggiungo che la serenità è uno stato a cui si tende costantemente e che non è mai conquistata una volta per tutte, è essenziale a mio avviso essere consapevoli della propria complessità come insieme di corpo, mente e spirito, ognuno di questi tre ambiti deve ricevere la giusta attenzione, la giusta cura, la giusta disciplina, il giusto supporto. Se vorrà fare questo sono certa che riuscirà a sbocciare alla vita!
un caro saluto, Dott.ssa Giuditta Fagnani
Salve, capisco la situazione di malessere che riferisce. In questa fase sarebbe più utile capire cosa le sta accadendo con il suo terapeuta in quanto ha una migliore comprensione del suo funzionamento emotivo e cognitivo.
Ma se dovesse persistere il bisogno di fare un cambiamento di terapeuta potrebbe valutarlo.
Intanto, con il suo terapeuta sarebbe utile considerare l’intervento di un supporto farmacologico tramite l’intervento di uno psichiatra.
resto a disposizione per eventuali dubbi o approfondimenti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentile paziente, la sua situazione attuale è complicata e mi arriva tutta la sua sofferenza ed angoscia per una situazione di stallo che la vedono impotente (...) mi dispiace per lei, per la sua impotenza ed il suo dolore. Un supporto farmacologico può esserle d'aiuto e facilitare senz'altro il percorso psicoterapico, tuttavia mi sento di suggerirle di attivarsi per una terapia personale in presenza, per trovare il suo posto sicuro al di fuori del letto e della sua stanza. Le auguro di disincagliarsi e di ritrovare la rotta della serenità. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato.
Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente. dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Salve, probabilmente lei sta attraversando un periodo di depressione e non si è sentita capita dalla sua psicoterapeuta. Cerchi di tornare sull'argomento con lei e di riferire sinceramente come si è sentita dopo la seduta. A volte ci sono momenti difficili durante le terapie ma è importante che lei trovi l'energia per affrontare con la sua terapeuta tutto anche se questo le sembra difficile. Altrimenti provi con una terapia in presenza , dove ci sono meno filtri, e può essere più semplice instaurare un rapporto di fiducia.

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