Convivo da quasi 2 anni con il mio compagno e sua figlia. Da quando le abbiamo detto che sono inci

23 risposte
Convivo da quasi 2 anni con il mio compagno e sua figlia.
Da quando le abbiamo detto che sono incinta non mi lascia un attimo. Si è attaccata moltissimo e questa cosa mi mette ansia e a volte angoscia.
Parla di suo fratello, che deve ancora nascere, come fosse suo figlio, lo vorrebbe addormentare Lei, tenerlo in braccio lei, dice che se non dorme di notte si alza lei, tutte cose così che mi innescano già una leggera gelosia. (So che poi non sarà così perché comunque è una bambina di 6 anni e io una donna adulta) So già che quando allatterò vorrà essere li e guardare (momento per me molto intimo dove al momento nella mia testa me lo immagino da sola), che lo bacerà in bocca (cosa che non sopporto, a volte fa così anche con me, e con nonni e padre ).. che vorrà vedere ogni volta che sarà da lavare, cambiare ecc. Io non ho mai sopportato l attaccamento fisico specialmente così morboso né di adulti né bambini, perché mi sento chiudere, senza via di uscita. Avevo chiesto a suo padre se per almeno le prime 2 notti poteva mandare la bambina a dormire dai nonni, perché vorrei del tempo per capire mio figlio senza dover stare con l ansia di " oddio ora so sveglia la bambina, ora viene di qua, ora le devo dire no così no colà".. ma lui non mi ha dato rispose affermative. Ha detto vedremo. Lui è morbosamente attaccato a lei e lei a lui. come potete immaginare non la sto vivendo bene e ho paura . Ho bisogno di qualche consiglio .
Dott.ssa Beatrice Bicchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve, in questa fase di attesa spesso si presentano molti pensieri relativi al post partum, ai cambiamenti che l'arrivo di un figlio comporta e come questo si integrerà con l'ambiente domestico presente e con le proprie aspettative. Potrebbe essere utile ricercare in questi casi degli spazi dedicati sia a lei singolarmente che alla coppia in attesa. Può vedere se nel suo territorio vi sono percorsi, in una forma individuale o di gruppo, di accompagnamento alla nascita che possano stimolare riflessioni anche con altri genitori in attesa e che le consentano di sviluppare una rete, oltreché ricercare con il compagno uno spazio dedito a questi aspetti attraverso ad esempio una consulenza psicoterapeutica di coppia, e/o ricercare uno spazio personale individuale con una consulenza psicologica individuale. Il consiglio, qualsiasi percorso voglia intraprendere, è di dare spazio ai suoi pensieri perché possano maturare in risorse. Bicchi

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Dott.ssa Ilaria Biasion
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Rovereto
Buongiorno,
sicuramente l'attesa porta con sé una serie di paure e di preoccupazioni che è normale che si presentino e che vanno vissute, accettate e gestite in maniera che non diventino un eccessivo ostacolo. La situazione che sta vivendo in famiglia probabilmente aumenta questo senso di ansia e paura, che come già detto è anche normale che ci sia. Le consiglio di iniziare un percorso di sostegno psicologico, anche in vista del grande cambiamento che avverrà con la nascita del bambino, in modo da poter avere un aiuto per vivere nella maniera più serena possibile la nuova situazione famigliare a 4 e gestire le sue paure in modo funzionale al suo benessere. Resto a disposizione per qualsiasi necessità.
Buona giornata
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Credo che la notizia della gravidanza possa aver creato confusione nella figlia pertanto Ritengo che sia utile richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL
Dr. Daniele Nicolosi
Psicologo
Torino
Gentile Utente,
Sta affrontando un momento delicato, carico di emozioni e aspettative. Tali aspettative sul futuro le sente anche la figlia del suo compagno e probabilmente, rispetto ai sui 6 anni, sta cercando di esprimere la sua emozione e la sua voglia di essere parte di questo cambiamento, cercando di dimostarvi che è pronta e in grado di prendersi cura anche lei del nuovo componente della famiglia in arrivo. La gelosia e il senso di oppressione che le suscitano questi comportamenti, da come scrive, lei non li ha "mai" sopportati. La invito a fermarsi su questo passaggio, per riflettere su quanto sia effettivamente il comportamento della figlia del suo compagno la causa diretta della sua preoccupazione o se tali comportamenti stanno portando a galla delle preoccupazioni già presenti. Emerge molto questo senso di oppressione dalle sue parole e tale tema ha un significato importante per lei e un percorso psicologico sicuramente la aiuterebbe ad affrontarlo. Per quanto riguarda il rapporto con il suo compagno, come in tutti i rapporti di coppia, il dialogo e la comunicazione sono fondamentali per crescere insieme e superare gli ostacoli come una coppia e non come due persone che stanno insieme. A tal proposito, aprirsi e raccontarsi al partner, sia nelle cose piacevoli sia in quelle spiacevoli, può risultare doloroso, ma sarà comunque utile per entrambi. Infine, gli adulti della famiglia siete voi ed è fondamentale che tracciate voi dei confini sicuri all'interno della famiglia, dove, sia voi come persone sia voi come coppia di genitori sia voi come coppia di partner, possiate creare uno spazio il più felice possibile per crescere e far crescere.
Nella speranza di esserle stato utile, le auguro il meglio
Dott. Daniele Nicolosi
Dott.ssa Ilaria Grasso
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, le consiglio di cercare un supporto psicologico che possa, oltre che sostenerla in questo momento di cambiamento molto delicato, aiutarla a mettere dei confini sani tra lei e la bimba. Ricordi che è lei l’adulto, la figlia del suo compagno fa “il suo lavoro”, quello di una bimba di 6 anni con le sue paure e con le modalità comportamentali che ha appreso dal contesto in cui vive. Confini sani vuol dire maggiore salute psicologica per entrambe le parti, per trovare uno spazio in cui relazionarsi che sia piacevole e magari più autentico.
Dott.ssa Anna Sofia Tuccillo
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buon pomeriggio. le consiglio di farsi supportare psicologicamente da un professionista. Sta vivendo un momento molto particolare e un aiuto per viverlo serenamente potrebbe essere davvero una soluzione. Per quanto riguarda la figlia del suo compagno. è una bambina di 6 anni che probabilmente vuole essere coinvolta, perchè potrebbe aver paura di perdere lei per il suo nuovo fratellino o sorellina, e questo potrebbe essere il modo per esternare questa forma d'ansia cercando al contempo di proteggerla. Io sono a disposizione qualora volesse approfondire.
Dr.ssa Anna Sofia Tuccillo
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, ci sono due distinte realtà che entrano in contatto. La sua, che apprezza la vicinanza a piccole dosi, ma la sente presto mutare in un senso di soffocamento. Riguarda lei e la sua storia ed è un canale. C’è poi la realtà della bambina, che nella nuova coppia formata da lei e il suo compagno, teme di perdere “diritti d’amore” al cospetto del neonato. E se ne rende già “madre” quasi a cercare di entrare a far parte del sentimento di voi genitori. È come se la bambina provasse a salvarsi. Ciò non rende una di voi sbagliata nelle esigenze che mostra, ma richiede a lei e al suo compagno di accogliere i sentimenti di una bambina che ha visto sfaldarsi la coppia genitoriale iniziale, e la sta vedendo ricostruirsi in una forma imprevista e della quale teme di non far parte. Accompagnatela in questa elaborazione, e anche le sue “pretese di maternità” non avranno motivo di mostrarsi, quantomeno non con questa intensità. Un caro saluto
Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno, innanzitutto congratulazioni per la sua gravidanza; come hanno precedentemente affermato i miei colleghi, sarebbe necessario rivolgere lo sguardo sia ai suoi vissuti emotivi di mamma in attesa, sia a quelli della bambina di sei anni. Entrambe state affrontando un nuovo cambiamento, la bambina con i propri strumenti a disposizione in base alla sua età. Quello che potrebbe esserle di supporto è di rivolgersi a uno psicoterapeuta dell'età evolutiva, che possa accompagnarla nell'elaborare i suoi vissuti legati alla gravidanza e all'arrivo del bambino, e allo stesso tempo, nell'aiutarla a comprendere, gestire e supportare i vissuti emotivi della bambina per l'arrivo di un fratellino, con il supporto del suo compagno. Resto a disposizione per qualunque necessità, un caro saluto
Dott.ssa Chiara Cemmi
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buona sera, grazie intanto della sua condivisione. Il periodo della gravidanza prima e del post partum dopo sono sicuramente due fasi delicate ed emotivamente molto coinvolgenti, per lei in primis ma anche per il nucleo familiare intero. La situazione che descrive è sicuramente molto delicata e la ricerca di un supporto in questa fase potrà essere un beneficio sia per lei, per avere uno spazio suo dove comprendere il suo cambiamento specifico, ma anche per capire il cambiamento della bambina, che si trova ad essere inserita in un nucleo famigliare che non è quello suo di origine e starà cercando di trovare il suo spazio per non sentirsene tagliata fuori: farsi supportare per capire come accogliere le sue esigenze e integrarle con quelle altrettanto fondamentali di lei, neo mamma, può essere solamente una fonte di giovamento. Resto a disposizione, anche online. Un caro saluto, dr.ssa Chiara Cemmi
Dott. Daniele Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Rimini
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Capisco la sua angoscia rispetto al comportamento di questa bambina, che da un lato mi fa pensare ad una normale curiosità, magari mal gestita, tipica dei bambini che percepiscono in qualche modo un grosso cambiamento in atto. D'altra parte, probabilmente ci sono in gioco anche delle dinamiche che servono alla bambina per regolare la propria angoscia legata a questo cambiamento, per cui non sarà più l'unica bambina in casa. Non è infrequente che in queste situazioni si inizino già ad evidenziare atteggiamenti e comportamenti dei bambini nei confronti dei nascituri. Capisco che c'è anche però un aspetto di disagio e di angoscia sua personale, che la mette particolarmente in difficoltà in quanto la bambina minaccia uno stato di intimità e di tranquillità che lei si aspetta di avere col figlio in arrivo; le tolgo il dubbio, è normale anche questo. Quello che forse potrebbe esserle utile è di lavorare su questi sentimenti già da ora con un professionista, per evitare di arrivare "impreparata" al parto, e che ci siano dei risvolti spiacevoli nel primo periodo dopo la nascita. Spero di esserle stato utile
Dott.ssa Lucia Cesaro
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Gentile Signora, una nuova nascita è un momento di profondo cambiamento per tutti i membri della famiglia, tutti si devono rimodulare secondo nuovi ritmi e un nuovo sistema di relazioni, è pertanto comprensibile la sua tensione e ansia, e allo stesso tempo le reazioni della bambina, che giustamente si immagina in momenti di accudimento verso il nuovo nato. Le consiglio di approfondire il suo "senso di costrizione" derivanti dalle attenzioni della piccola, per evitare di vivere male i primi periodi post parto, già di per sè delicati, e allo stesso tempo per non far insorgere eccessivi episodi di gelosia da parte della piccola. In bocca al lupo!
Dott.ssa Matilde Ciaccia
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, comprendo le difficoltà che sta riportando. E' comprensibile che in un momento delicato e nuovo anche per lei provi tensione a gestire anche le richieste della figlia. Sarebbe utile poter approfondire la paura e l'angoscia vissuta, facendosi supportare in un percorso specializzato verso la nascita del proprio figlio che è un momento di grande gioia ma anche di difficoltà, nel ritrovare nuovi equilibri.
Un cordiale saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Dott.ssa Elvira Vitale
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
La situazione che stai vivendo è complessa, ma a mio avviso ci sono delle cose importanti da sottolineare. In primis, il benessere della bambina di 6 anni è già di per sé un motivo per rivolgervi ad uno/a psicologo/a infantile. Capita che i bambini sviluppino una normale fase di ansia da separazione, quando hanno meno della metà dei suoi anni, però. D'altro canto, il tuo senso di paura è del tutto comprensibile e tu meriti di essere tutelata per te stessa, nonché per tuo figlio che nascerà. Quindi, se sei la prima ad accorgersi di queste dinamiche che stanno iniziando a verificarsi, l'unico consiglio valido che posso darti è quello di rivolgerti tu stessa ad un professionista per il vostro bene, per essere sostenuta sia nella gravidanza che nella ricerca di una soluzione a questa situazione generale. Per qualsiasi dubbio sono a disposizione
Dott.ssa Barbara Palmisano
Psicologo, Psicologo clinico
San Bonifacio
Buonasera, le sue preoccupazioni sono molto comprensibili: la gravidanza può essere un momento in cui si è molto orientati al futuro, un futuro che sicuramente può spaventare e che può portare ad avere una ruminazione di pensieri di natura ansiogena ("saremo all'altezza? Riusciremo a gestire tutto? ecc.); il tutto può essere ulteriormente amplificato dalla situazione familiare da lei descritta che può non risultare sempre semplice, in quanto la gestione dei figli dei compagn* è sempre una tematica molto delicata per la quale mi sento di consigliare a priori un accompagnamento da parte di un professionista (psicologo, educatore...) che può aiutare a ridefinire i ruoli dei componenti della nuova famiglia e a capire come meglio approcciarsi e relazionarsi.
Ciò premesso, mi sento di dirle che il comportamento della bambina potrebbe far parte del suo processo di accettazione del nuovo arrivo in famiglia, probabilmente sta esternando le sue preoccupazioni anticipando ciò che si immagina accadrà e rivelando che vuole avere un ruolo attivo nella famiglia (si sveglierà lei, lo terrà in braccio lei, ecc) per sentirsene parte integrante ed evitare di essere messa da parte. Fossi in lei cercherei di capire perchè queste dichiarazioni della bambina la fanno ingelosire, cosa sente e pensa che potrebbe venirle meno con la presenza della bambina nei momenti di intimità: potrebbe rivolgersi ad uno psicologo che la accompagni in questo percorso di consapevolezza e che la aiuti a fare chiarezza su come prendersi il suo nuovo ruolo di mamma nei confronti di suo figlio e di figura di riferimento per la figlia del suo compagno, vivendoli al meglio!
Per qualsiasi cosa, rimango a disposizione.
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco che la situazione con la figlia del tuo compagno stia causando ansia e preoccupazione. È importante ricordare che il comportamento di una bambina di 6 anni, che sta per diventare sorella maggiore, può essere influenzato da emozioni complesse come l'ansia da separazione o l'adattamento a un nuovo membro della famiglia. È normale che ci siano preoccupazioni e aspettative riguardo al ruolo della bambina come sorella maggiore.

Tuttavia, è anche importante comunicare i tuoi bisogni e le tue preoccupazioni al tuo compagno. Esprimi apertamente ciò che ti mette a disagio e spiega perché desideri un certo livello di privacy e intimità durante i momenti di cura e allattamento del tuo bambino. Potreste trovare un compromesso che tenga conto delle tue esigenze e dell'importanza di coinvolgere anche la figlia nel nuovo arrivo.

È anche utile coinvolgere il tuo compagno nella pianificazione e nell'organizzazione delle attività quotidiane per creare una routine che sia equilibrata per tutti. Ad esempio, potreste stabilire dei momenti dedicati alla bambina e altri momenti riservati al tuo bambino in cui puoi trascorrere del tempo tranquillo con lui.

È importante che tu e il tuo compagno creiate un ambiente di comprensione reciproca, supporto e comunicazione aperta per affrontare queste sfide insieme. Potrebbe essere utile coinvolgere anche uno psicologo o un consulente familiare per aiutarvi a gestire meglio la situazione e trovare strategie che soddisfino i bisogni di tutti i membri della famiglia.

Ricorda che il tempo e l'adattamento sono fattori importanti in queste situazioni. Con il passare del tempo e una comunicazione aperta, potreste trovare un equilibrio che rispetti i bisogni di tutti i membri della famiglia, compreso il tuo bambino in arrivo.

Spero che queste indicazioni possano esserti utili. Auguro a te e alla tua famiglia il meglio per il futuro e un'armoniosa transizione verso l'arrivo del tuo bambino.
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Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buongiorno.
Potrebbe essere utile confrontarsi con il suo partner concordando come poter gestire il post partum in modo tale da trovare una soluzione che tenga conto dei bisogni di entrambi.
Per quanto riguarda le paure rispetto a quanto le riferisce la bambina, molto probabilmente anche per lei questa gravidanza è un cambiamento che in qualche modo si sta preparando ad affrontare. Tutto ciò può essere emotivamente attivante per lei e Magari vuole assicurarsi un posto nel vostro nucleo familiare anche con la nascita di un figlio tutto vostro.
Inoltre andrà a scuola quindi non penso sarà onnipresente durante la quotidianità sua e di suo figlio.
Eventualmente potreste consultare uno psicologo non solo per affrontare tutte le emozioni che una gravidanza genera nei neo genitori, ma anche per potervi confrontare sugli strumenti più efficaci da mettere in campo post parto nella relazione con la bambina.
Anzi, potreste fare anche delle attività con la bambina per supportarla nella gestione delle sue emozioni.
Inoltre se lo ritiene utile, può rivolgersi ad uno psicologo anche individualmente per un sostegno psicologico in modo tale da avere uno spazio di ascolto e per gestire i suoi vissuti emotivi anche durante la gravidanza.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto. dott.ssa Martina Orzi
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,

Mi dispiace sentire che sta attraversando una situazione così complessa e stressante. La gravidanza e la nascita di un figlio possono portare a cambiamenti significativi nelle dinamiche familiari, e comprendo le sue preoccupazioni riguardo all'attaccamento e all'ansia legati alla figlia del suo compagno.

E' importante affrontare questa situazione con comprensione e apertura nei confronti di sua figlia e del suo compagno. Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutare:

1. Comunicazione: Parlate apertamente con il suo compagno riguardo alle vostre preoccupazioni e alle vostre esigenze. Una comunicazione chiara e rispettosa è fondamentale per risolvere le divergenze.

2. Terapia familiare: Potrebbe essere utile considerare la possibilità di una terapia familiare. Un professionista esperto può aiutare a esplorare le dinamiche familiari, trovare soluzioni e promuovere una migliore comprensione tra tutti i membri della famiglia.

3. Rispetto per i ruoli: È importante rispettare i ruoli di ciascun membro della famiglia. Mentre è naturale che il suo compagno sia molto coinvolto nella vita di sua figlia, è altrettanto importante che lei abbia spazio e tempo per sviluppare il suo rapporto con il loro bambino.

4. Tempo per se stessa: Cerchi di trovare momenti di tempo per se stessa, in modo da poter rilassarsi e concentrarsi sulla sua gravidanza e sul futuro bambino senza sentirsi sopraffatta dall'attenzione costante di sua figlia.

5. Coinvolgimento graduale: Può essere utile coinvolgere gradualmente sua figlia nella vita del futuro fratellino, in modo da farla sentire coinvolta ma senza esagerare.

6. Supporto personale: Se l'ansia diventa sopraffacente, potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo o uno psicoterapeuta per affrontare queste emozioni e sviluppare strategie di gestione dell'ansia.

Ricordo che è normale provare ansia e preoccupazione durante la gravidanza, ma cercare il sostegno e trovare un equilibrio tra le dinamiche familiari può aiutare a gestire meglio la situazione.

Le auguro il meglio e spero che troverete una soluzione che porterà a una situazione più armoniosa all'interno della vostra famiglia.

Cordiali saluti,
Dott.ssa De Pretto
Dott.ssa Elisa Guareschi
Psicologo
Fidenza
Buongiorno, credo che le sue preoccupazioni siano legittime, tuttavia non andrei troppo avanti con il pensiero ancora prima che le cose si verificano perché non è funzionale. Mi concentrerei sul presente e valuterei la possibilità di farsi supportare psicologicamente anche per gestire al meglio al comunicazione con il compagno e la figlia, dando spazio a quello che sente e a quello che desidera. Il periodo della gravidanza e del post partum sono delicati, ed è importante poterli vivere nel modo più sereno possibile. Se lo desidera, sono a disposizione.
Dott.ssa Maria Domenici
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, capisco quanto questa situazione possa generarle ansia e una sensazione di invasione del suo spazio personale, soprattutto in un momento così delicato come quello della gravidanza. L'attaccamento della bambina e il desiderio di partecipare così attivamente potrebbero sicuramente amplificare queste emozioni. Mi chiedo se ha mai pensato di esplorare questi sentimenti e la loro origine in un percorso di terapia, che potrebbe offrirle un supporto per comprendere meglio le sue emozioni e affrontare la situazione in modo più sereno. Potrebbe essere uno spazio sicuro per approfondire queste dinamiche. Un caro saluto
Salve, capisco quanto il momento che sta vivendo, per quanto bellissimo possa anche preoccuparla molto.
Ci ha parlato della figlia del suo compagno e credo che la bambina senta l'entusiasmo per la nascita del fratello, come accade per la maggior parte dei bambini (sopratutto se per lei un fratello era un desiderio che aveva da tempo), ma contestualizzerei un pò quello che ci ha riportato: stiamo sempre parlando di una bambina di 6 anni, che esprime il turbinio di emozioni che sta vivendo in questo modo. Mi chiedo piuttosto quanto il modo di fare della bambina attivi in lei parti fragili, su cui forse non ha avuto modo di lavorare.
Infine le consiglio di stabilire un rapporto basato sulla comunicazione con il suo compagno, soprattutto in questo momento di vita che state attraversando. Metterlo da parte ora potrebbe sembrare semplice, ma in futuro le problematiche potrebbero essere altre e forse anche più grandi.
Seguo le donne e le coppie nelle fasi di gravidanza e nel post partum, se vuole sono disponibile per ogni informazione con incontri online.
Dott.ssa Sara Dassiè
Psicologo, Psicologo clinico
Codognè
Gentile utente, posso comprendere il senso di ansia e smarrimento che sta vivendo in questa situazione. Sta attraversando un momento delicato, quello della gravidanza, che porta con sé molte emozioni e cambiamenti, e trovarsi a gestire anche il rapporto con la figlia del suo compagno rende tutto più complesso.

Il comportamento della bambina è comprensibile: probabilmente vede l’arrivo del fratellino come un’opportunità per rafforzare il suo ruolo all’interno della famiglia e sentirsi coinvolta. Tuttavia, è altrettanto comprensibile il suo bisogno di spazio, sia fisico che emotivo, soprattutto nei primi giorni dopo il parto, quando avrà necessità di trovare un equilibrio con il suo bambino senza sentirsi sotto pressione.

Per affrontare questa situazione al meglio, potrebbe essere utile parlarne apertamente con il suo compagno, spiegandogli con calma e senza colpevolizzarlo quali sono le sue esigenze e le sue preoccupazioni. Chiedergli di aiutarla a stabilire dei confini chiari non significa escludere la bambina, ma trovare un equilibrio che sia rispettoso per tutti. Ad esempio, potreste concordare dei momenti specifici in cui la piccola potrà stare con il fratellino, ma anche momenti in cui avrà bisogno di privacy.

Anche preparare la bambina gradualmente a questi confini potrebbe aiutarla a non sentirsi respinta. Potrebbe essere utile coinvolgerla in attività adeguate alla sua età, spiegandole che il suo ruolo di sorella maggiore è importante, ma che ci sono momenti in cui il neonato avrà bisogno di stare con la sua mamma.

Infine, è importante che anche lei si dia il permesso di esprimere le sue emozioni senza sensi di colpa. È normale provare ansia e anche gelosia, perché sta affrontando un cambiamento enorme. Trovare un modo per prendersi cura di sé e avere momenti di respiro sarà essenziale per vivere questa esperienza con più serenità.

Se sente che la situazione sta diventando troppo pesante da gestire da sola, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista per avere uno spazio sicuro in cui elaborare questi vissuti e trovare strategie efficaci per affrontarli.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, le situazioni che sta vivendo sembrano davvero intense e complesse, e capisco come possano generare sentimenti di ansia, confusione e persino frustrazione. La sua storia porta con sé molte dinamiche importanti, che riguardano non solo la sua relazione con il compagno, ma anche con la figlia di lui, e l'arrivo imminente del suo bambino. È completamente normale che questi cambiamenti possano scatenare emozioni forti e difficili da gestire. Il fatto che lei si senta sopraffatta da questo attaccamento fisico che percepisce come invasivo, sia da parte della bambina che del compagno, è una reazione valida e merita attenzione. Prima di tutto, credo sia importante che lei si permetta di vivere questa situazione senza giudicarsi per le emozioni che sta provando. La gelosia, l'ansia e il senso di intrusione sono reazioni naturali, e non è raro che questi sentimenti emergano quando si sta vivendo una nuova fase della vita, come la gravidanza e l'arrivo di un bambino. L'intimità che lei teme venga invasa durante momenti così personali, come l'allattamento e la cura del bambino, è un tema significativo. Ogni madre, infatti, ha il diritto di vivere queste esperienze come momenti unici e personali, e può esserci una naturale preoccupazione per come gli altri, specialmente i bambini, possano interagire con il proprio spazio emotivo e fisico. Il legame stretto che la bambina ha con suo padre può, da un lato, essere una cosa positiva in quanto è chiaro che c’è un attaccamento sano tra di loro, ma dall'altro lato è comprensibile che questo la faccia sentire messa in secondo piano, soprattutto quando si sta preparando ad accogliere un altro bambino. La paura che lei descrive (di non riuscire a stabilire dei confini adeguati o di non essere rispettata nei suoi spazi emotivi) è comprensibile e legittima. Ogni relazione, sia con il proprio compagno che con i figli degli altri, richiede un equilibrio delicato di rispetto reciproco, e a volte può essere difficile trovare il giusto compromesso. In questo momento, lavorare sui confini emotivi è essenziale. Come prima cosa, le consiglio di comunicare apertamente con il suo compagno riguardo le sue paure e i suoi bisogni. È importante che lui comprenda quanto sia per lei difficile vivere il forte attaccamento della bambina e quanto abbia bisogno di tempo e spazio per se stessa, soprattutto nei primi momenti dopo il parto. Il fatto che lui non abbia dato una risposta chiara alla sua richiesta di avere le prime notti da sola con il bambino potrebbe dipendere da una sua difficoltà nel separarsi dalla figlia o dalla paura di ferire i suoi sentimenti. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che anche lei ha bisogno di un po’ di spazio per vivere in serenità la maternità e per adattarsi al nuovo ruolo. La comunicazione, quindi, deve essere aperta e non colpevolizzante. Spiegare chiaramente perché ha bisogno di quel tempo per sé e come ciò possa giovare anche al benessere della famiglia nel lungo termine potrebbe aiutarlo a comprendere meglio la situazione. Inoltre, ritengo importante che lei cerchi di fare chiarezza anche su alcuni aspetti legati alle sue preferenze personali, come la gestione dell’attaccamento fisico. Il fatto che lei non tolleri un attaccamento fisico “morboso” (che sia da parte di adulti o bambini) è una sua legittima esigenza, che va rispettata. In questo senso, cercare di stabilire dei limiti chiari e delle regole riguardo a come e quando le persone si avvicinano a lei, o interagiscono con il bambino, potrebbe aiutare a creare un ambiente più sereno e rispettoso. I limiti sono essenziali per il benessere emotivo di tutti i membri della famiglia e non c’è nulla di sbagliato nel desiderare dei momenti di solitudine o di privacy, soprattutto in un momento così delicato come quello della maternità. Infine, credo che potrebbe essere utile anche un supporto psicologico individuale o di coppia, per esplorare più a fondo le sue paure e i suoi bisogni, e per aiutarla a costruire un dialogo più efficace con il suo compagno, in modo che entrambi possiate sentirvi rispettati e soddisfatti nella relazione familiare. La gravidanza è un periodo di grandi cambiamenti, sia fisici che emotivi, e lavorare su questi aspetti con l’aiuto di un professionista potrebbe aiutarla a gestire l’ansia e le dinamiche familiari in modo più sereno e consapevole. Le auguro di poter trovare il giusto equilibrio per vivere questa fase con maggiore serenità e consapevolezza. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Ciao,
grazie per aver condiviso tutto questo — si sente quanta fatica, ma anche quanta consapevolezza e desiderio di trovare un equilibrio ci sono nelle tue parole. Stai vivendo un momento molto delicato, in cui il corpo e la mente stanno già facendo spazio a una nuova vita, e ogni piccola invasione può sembrare troppo. È comprensibile che tu senta il bisogno di proteggere i tuoi spazi e il contatto con il tuo bambino, soprattutto nei primi momenti dopo la nascita.

In Gestalt diremmo che è importante riconoscere e rispettare i propri confini — non come chiusura, ma come modo per restare in contatto autentico con sé e con gli altri. La tua reazione non è “sbagliata”: è un modo con cui il tuo organismo cerca di proteggersi e di trovare equilibrio in una situazione complessa.

Può essere utile parlarne con il tuo compagno in un momento di calma, provando a spiegare che il tuo bisogno non è “contro” la bambina, ma “per” te e per il vostro nuovo equilibrio familiare. Uno spazio di coppia o di sostegno psicologico potrebbe aiutarvi a gestire meglio questa fase, trovando modalità che tengano conto dei bisogni di tutti.

Un caro saluto,
Veronica De Iuliis

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