Consigli su atteggiamenti compulsivi. Sono un ragazzo di 25 anni ho fatto tanti esami cardiologici d

19 risposte
Consigli su atteggiamenti compulsivi. Sono un ragazzo di 25 anni ho fatto tanti esami cardiologici di tutti i tipi per tachicardia e va tutto bene hanno detto.
Mi misuro MINIMO 10 volte al giorno la pressione ho male al braccio a furia di misurarla con conseguente paura di una malattia al braccio ..
Non riesco a smettere ed è sempre giusta la pressione . Vi prego datemi dei consigli mi viene da piangere . Io ho viaggiato da solo , all'estero ero sempre fuori , avevo tante passioni. Poi è stata male mia mamma e ho anche perso il lavoro. Mi è venuta ansia tachicardia, problemi gastrici . UNA volta anche pressione altissima. Maledetto quel giorno ora ho paura che mi si alzi di nuovo in quel modo e me la continuo a misurare ma va bene. Non vivo piu , esco a volte ma ho sempre paura che mi possa succedere qualcosa e a volte lo spero proprio perchè non ne posso piu a vivere in questo modo. Sono gia morto.
Buonasera, le consiglio di intraprendere al più presto una terapia cognitivo comportamentale, uno dei modi più efficaci per uscire da questa situazione.
Dott tealdi
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Buonasera, convengo col collega circa l’importanza di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per imparare a gestire i suoi sintomi, sintomi che sono diventanti invalidanti la sua quotidianità ed il suo benessere. In questi casi anche un iniziale sostegno farmacologico può aiutare a trovare un po’ di respiro. Un caro saluto.
Già nella formulazione della richiesta, emerge la capacità di analisi, chi scrive si è fatto da solo la diagnosi di sintomi ossessivo-compulsivi.
Chi scrive è consapevole dell'inutilita, anzi del danno, che si autoinfligge con i suoi rituali di cui però non può farne a meno.
In poche righe è raccontato il dramma di essere prigioniero dei propri pensieri.
E' un tipo di prigione da cui difficilmente si evade da soli, visto che allo stesso tempo si è carceriere e carcerato.
E' indispensabile incontrare l'altro per rompere la ripetizione del pensiero ridondante e ripetitico che sfibra e consuma il pensatore.
Incontrare uno psicoterapeuta può dare la chiave del cambiamento.
Salve, capisco quanto la può stressare avere dei sintomi così stressanti ed invalidanti. Il suo è un disturbo ossessivo compulsivo sopraggiunto con la paura del primo rialzo di pressione e tachicardia e non può fare a meno di controllarla. L' ossessività non ci fanno vivere, dato che è così giovane deve al più presto curarsi, inizialmente può interpellare un medico e farsi prescrivere dei farmaci, un ansiolitico per poter far diminuire la sua ansia e un anti depressivo e contemporaneamente iniziare una terapia spicoterapeutica, gli consiglio una terapia EMDR che lavora sui traumi, sicuramente lei è rimasto molto turbato e spaventato dopo la malattia della mamma e dall'eccessiva percezione dei suoi sintomi, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buonasera, trovo interessante il legame che lei stesso instaura tra la paura della pressione elevata e il malore di sua madre. Sarebbe opportuna, a mio avviso, una riflessione sui sentimenti e i pensieri che lei ha, in relazione all'accaduto.
mg
Buonasera, poichè dalle sue parole emerge una buona attenzione verso le sue condizioni e una interessante consapevolezza rispetto ai suoi sintomi, forse potrebbe fare un colloquio di consultazione per esplorare meglio cosa le è successo in un certo momento della vita, e perchè è arrivato a un cambiamento così importante che le fa affermare "sono già morto". Non trascinarsi questo dolore e questa sintomatologia invalidante potrebbe essere il primo passo di cura verso se stesso. Un caro saluto Dott.ssa Elisa Galantini

Gentilissimo, da quello che riferisce è consapevole di mettere in atto comportamenti compulsivi che, in quanto tali, risultano non funzionali e non risolutivi rispetto all'ansia e al timore di essere affetto da una patologia, nel suo caso cardiologica; è inoltre consapevole del nesso tra la malattia di sua madre, la perdita del lavoro e l'insorgenza di una serie di sintomi, quali ansia, problemi gastrici e la paura di avere disturbi che, dalle ripetute analisi effettuate, non risultano essere presenti. È evidente da quanto afferma, che la problematica è di natura psicologica, comporta grandi limitazioni nella sua vita quotidiana e grande sofferenza che non riesce a superare da solo. A volte l'angoscia, il dolore, un senso di disperazione, scaturiscono proprio dalla pretesa di risolvere tutto da soli; ciò non fa cogliere alternative praticabili. Le suggerisco invece di rivolgersi senza indugio ad uno psicoterapeuta, magari esperto in EMDR, che possa guidarla in un lavoro di esplorazione dei suoi vissuti e fornirle strumenti adeguati per recuperare equilibrio e benessere. Spero di esserle stata utile. Cordiali saluti.
La consapevolezza di sé e dei sintomi denunciati rappresenta una buona porta di accesso verso una psicoterapia risolutiva, che possa abbattere questo muro tra lei e l'esterno.
Gentile utente, lei stesso mette in relazione la problematiche fisiche che sta provando alla malattia di sua mamma sentendo dentro di lei quanto sia forte questo legame. Il consiglio pertanto è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per approfondire questi aspetti perché spesso si sposta sul corpo quello che non è pensabile dentro di sé. Forse ora però è arrivato il momento di affrontare queste dinamiche.
Un saluto
D.ssa gemma bosco
Salve, da quello che scrive lei, all'improvviso ha subito uno shock con la malattia di sua mamma e la perdita del lavoro. Anche il suo corpo ha perso l'equilibrio, che sta cercando di ripristinare con i suoi tempi inviandole dei sintomi che l'hanno molto spaventata e su cui si è soffermato.
Chieda aiuto, inizi un percorso psicoterapeutico che la supporterà a gestire e ridimensionare le sue paure ed a confrontarsi con la malattia di sua mamma.
Un saluto
Buongiorno,
Le faccio una domanda: quanti consigli ha ricevuto? quanti di questi le hanno cambiato la vita? (ipotizzo nessuno).
I consigli non funzionano! Una terapia che la metta in contatto con le sue risorse e con la sua fragilità potrebbe essere utile.
Cordialmente.
Buon giorno. Dalle sue parole emerge chiaramente la sua sofferenza. Sarebbe importante inserire questa complessa sintomatologia in una cornice più ampia di significati. Un buon percorso di psicoterapia ti tipo cognitivo sarebbe molto utile.
Saluti, dott.ssa Giulia Mattalia
Gentile utente,
non si scoraggi. Può accadere che alcuni fenomeni, più o meno dolorosi, aprono la porta a sintomi di cui, fino a quel momento, non avremmo mai pensato di poterne soffrire. In tali casi insistere nella ripetizione, quasi compulsiva, della sintomatologia potrebbe significare rinforzare tali dinamiche disfunzionali. Tali accadimenti psichici chiedono solo di essere ascoltati, compresi e metabolizzati. Talvolta tale percorso non è immediato ma, mi creda, se ne viene fuori più forti di prima.
Le auguro il meglio e le rinnovo l'invito a parlarne con uno specilaista.
Saluti,
Dr Antonio Raia
Gentile utente dal suo racconto emerge una sintomatologia sviluppata dopo un evento importante successo nella sua vita sicuramente accompagnata da una vulnerabilità aumentata. le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale sia per la gestione dei sintomi ma anche per un lavoro più approfondito.
cordialmente.
dott. Emiliano Tavanxhiu
Probabilmente lei sta reagendo alla perdita del senso si sicurezza emotiva ed economica derivante dagli eventi citati (malattia di sua madre e perdita del lavoro) attraverso un'attivazione interiore rivolta al controllo della realtà. Non riuscendo ad accettare e tollerare le emozioni suscitate dal senso di precarietà cerca di controllarle attraverso il monitoraggio compulsivo di parametri fisiologici misurabili. Ha bisogno invece di affidarsi a qualcuno che, dandole ascolto e contenimento emotivo, l'aiuti ad esplorare ciò che sta provando. Si affidi subito a uno psicoterapeuta e intraprenda un percorso di cura. Cordiali saluti, dott. Gualazzi.
Salve! A me sembra che oltre al sintomo ci siano tante altre tematiche, probabilmente connesse, che dovrebbero essere individuate e trattate da uno psicoterapeuta. Provveda prima possibile a contattarne uno di sua fiducia in modo da riacquistare serenità e anche evitare che il quadro si complichi. Un caro saluto
Dott.ssa Valeria Randisi
Caro ragazzo,
Racconta di una problematica che sta inquinando le sue giornate ed è comprensibile l’urgenza di risolvere e riprendere in mano la sua vita. Riferisce di una misurazione compulsiva della pressione dalla quale non riesce ad astenersi pur volendolo, e come tutto ciò abbia avuto inizio con una malattia di sua madre. È possibile che i due eventi siano collegati in un modo più profondo di quanto potrebbe sembrare. Si rivolga ad uno/una psicoterapeuta, per scoprire le delicate connessioni alla base di questa ansia e dei tentativi di calmarla attraverso le misurazioni. Un caro augurio di buona fortuna
Salve,
è chiaro che sul piano organico non ha nulla e gli esami medici lo confermano, per cui tale paura, divenuta così invalidante per la sua vita è un sintomo, una manifestazione di altro, sicuramente connesso alla morte di sua madre. Sarà utile, quindi, rivolgersi ad uno psicoterapeuta per indagare tali aspetti.
Saluti.
Buongiorno, da quanto scrive si evince come lei in questo momento viva in uno stato perenne di ipervigilanza rispetto ai segnali che le invia il suo corpo. È in allerta rispetto ad ogni minima e improvvisa alterazione e reagisce spaventandosi, come il soldato in trincea che tende angosciosamente l’orecchio agli spari del nemico e sobbalza a ogni respiro. Cercare di proteggersi e di rassicurarsi rispetto alla propria salute è un meccanismo naturale che però nel suo caso è diventata la gabbia entro cui è rimasto imprigionato, una perenne lotta che porta allo sfinimento. Per intervenire in maniera efficace e avere risultati in tempi brevi, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia capace di intervenire su ciò che mantiene e alimenta questo loop affinché possa riprendere gradualmente un controllo più funzionale sul suo corpo e sulla sua mente. Le auguro di risolvere presto il suo disagio!
Dott.ssa Denise Raccis

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