Ciao a tutti, sono una ragazza di 30 anni e questa è la mia storia. Vivo, mio malgrado, ancora con m

19 risposte
Ciao a tutti, sono una ragazza di 30 anni e questa è la mia storia. Vivo, mio malgrado, ancora con mia madre perchè sto terminando gli studi ma non vedo l’ora di poter andare via e vivere la mia vita. Ho una fidanzata e questa cosa mia madre non l’accetta. Le è vietato venire a casa mia, e a causa del mio orientamento sessuale vengo spesso vessata da mia madre con insulti colmi di parolacce e violenza anche fisica, cosa che talvolta mi ha portato anche a tentare di scappare di casa in preda ad ansia e totale senso di sfinimento. Provo a parlare con lei e cerco di spiegarle come tutto questo mi fa sentire, ma è tutto inutile. Lei non mi accetta per come sono ( oramai neppure più cerco la sua comprensione ) ma tra le cose peggiori c’è anche il suo continuo svilirmi dicendomi che rimarrò per sempre da sola come secondo lei sono adesso. Sono stanca di questo male. Datemi un consiglio se è possibile e scusatemi tutti voi per la lunghezza del mio messaggio. Grazie
Buon pomeriggio, grazie per aver condiviso con noi ciò che provi. Non deve essere semplice dover vivere tutto questo. Purtroppo la vita spesso ci mette di fronte a delle scelte che possono non essere condivise dalle persone che ci circondano ed è qui che dobbiamo fare i conti con il nostro desiderio di essere liberamente noi stessi, che ritengo debba avere la priorità. Delle volte dobbiamo fare i conti con il fatto che non sempre le persone che ci circondano accettano le nostre scelte o il nostro modo di essere e sebbene sia doloroso, in alcuni casi l'unica cosa da fare è accettarlo. Il consiglio che mi sento di darti è quello di intraprendere un percorso di supporto psicologico, ovvero uno spazio in cui potrai esprimere le tue emozioni liberamente, stare meglio ed accettare ciò che non puoi cambiare. Se lo vorrai, sono a tua disposizione in studio o online. In bocca al lupo! Dott.ssa Danese Cristiana psicologa
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Buonasera, la situazione di vessazioni e violenze che descrive deve essere molto dolorosa e complessa da vivere. Non sentirsi accettati ed essere insultati e aggrediti per il proprio modo di essere è senza dubbio fonte di grande sofferenza psicologica. Intraprendere un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarla a conoscersi meglio e ad acquisire nuove competenze e strumenti per poter modificare, nel modo migliore per lei, ciò che nella sua vita le causa, attualmente, ansia e totale senso di sfinimento. Le auguro di poter prendere in mano la sua vita e di stare presto meglio.
Dott.ssa Concetta Maccarrone
Buongiorno.
Credo che in una situazione di violenza psicologica e fisica come quella che descrive sia necessario anzitutto trovare un luogo protetto in cui parlarne.
Spero che lei possa individuare uno psicologo a cui rivolgersi.
Se può esserle utile, io sono disponibile per un colloquio online, come punto di partenza.
Cara ragazza,
posso immaginare il dolore che sente e che ha tutto il diritto di sentire. Non sentirsi accettati per una delle sue tante caratteristiche, ovvero per il suo orientamento sessuale, in particolar modo da un genitore è una grande ferita. Oltre alla mancata accettazione si aggiunge l'umiliazione e aggressioni verbali che la fanno sentire minacciata.
Credo che abbia bisogno di un percorso di sotegno psicologico che possa accompagnarla a vivere serenamente e liberamente questa sua caratteristica e che possa insegnarle a mettere dei confini per tutelarsi dalle violenze di sua madre.
Resto a disposizione per iniziare un percorso online.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Buonasera, mi dispiace molto per quello che stai vivendo. Non so se ne sei a conoscenza, ma esistono dei luoghi protetti per chi subisce violenze e discriminazioni per il proprio orientamento affettivo e sessuale, dove potresti avere il supporto di cui hai sicuramente bisogno in un momento tanto doloroso. Potresti informarti sul tuo territorio e contattare uno di questi centri oppure ti suggerisco di pensare di poter iniziare un percorso psicologico.La violenza psicologica e fisica oggi ti stanno provocando una grande sofferenza, ma nel tempo possono avere delle conseguenze psicologiche negative per la tua salute.Ti auguro di poter avere la possibilità di uscire da tutto questo e avere una vita serena. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Chiara Cerqua
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua situazione. Dalle tue parole emerge la difficoltà emotiva legata alla tua situazione familiare e alla difficoltà di tua madre, con cui vivi, ad accettare la tua scelta. Io penso che parlare con uno psicologo potrebbe aiutarti a trovare una soluzione che ti possa supportare nei momenti di difficoltà. Io sono disponibile anche online.
Dott.sa Elena Bonini
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Gentile utente, intanto grazie per la sua condivisione. Non sentirsi accettati per il proprio orientamento sessuale è senza dubbio fonte di grande sofferenza e frustrazione, soprattutto quando questo avviene all'interno del proprio nucleo familiare e dalle figure genitoriali. Comprendo il suo dolore e la sua fatica a continuare a con-vivere con una madre che genera un clima tutt'altro che sereno con continui episodi di violenza fisica e psicologica.
In questa situazione sarebbe utile trovare luogo protetto dove parlarne, magari intraprendendo anche un percorso di supporto psicologico con un/una psicologo/a; ci sono diverse associazioni LGBTQ sul territorio nazionale che accolgono e supportano ragazzi che si trovano a vivere una realtà simile alla sua.

Spero che possa trovare presto la serenità che merita.

Rimango a disposizione.


Un caro saluto

Dott.ssa Furnò Cristina
Gentilissima utente, mi dispiace molto per la situazione difficile che stai vivendo con tua madre. È importante sapere che non sei sola e che ci sono persone e risorse che possono aiutarti.
In una prospettiva psicologica sistemica relazionale, possiamo considerare la relazione tra te e tua madre come un sistema in cui entrambe le parti sono coinvolte e influenzate reciprocamente. È evidente che il comportamento e le parole di tua madre ti fanno molto male e ti mettono in una posizione vulnerabile.
Innanzitutto, è importante prendere in considerazione la tua sicurezza e il tuo benessere. Se la situazione si fa troppo difficile e pericolosa, potresti valutare l'opzione di cercare aiuto da professionisti o da centri di supporto per persone LGBTQ+ che possano offrirti un sostegno emotivo e pratico.
Dal punto di vista relazionale, potrebbe essere utile avere l'aiuto di uno psicologo o terapeuta specializzato in terapia familiare o terapia di coppia. Insieme a un professionista potreste esplorare le dinamiche familiari, lavorare sulla comunicazione e trovare strategie per affrontare la situazione in modo più sano e costruttivo.
Ricorda che tu hai il diritto di essere te stessa e di essere rispettata per quello che sei. Non è colpa tua se tua madre non accetta la tua identità e la tua relazione. Pensa a te stessa e al tuo benessere come priorità, e cerca il supporto di persone che ti sostengono e ti accettano per come sei.
Ti auguro di trovare la forza e il coraggio per affrontare questa difficile situazione e di trovare il sostegno di cui hai bisogno. Non sei sola. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
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Gentile utente, questa situazione è davvero molto dolorosa e bisogna uscirne il prima possibile! Le consiglio di rendersi indipendente da sua madre e appena può di allontanarsi fisicamente. Non intendo dirle di interrompere tutti i rapporti con sua madre, ma è opportuno che Lei inizi a stabilire dei sani confini senza permettere a sua madre di trattarla in questo modo. Se non è possibile allontanarsi, consiglio di evitare qualsiasi tipo di discussione, di non rispondere alle provocazioni e di allontanarsi quando sua madre l'attacca (es. Uscire a fare una passeggiata). È fondamentale non dare modo a sua madre di distruggerla. Purtroppo a volte, i genitori, anche se hanno delle buone intenzioni producono i risultati peggiori. L'autonomia è fondamentale per Lei e inoltre a 30 anni ha tutto il diritto di vivere la sua vita secondo i suoi desideri ma è fisiologica anche l'esigenza di un distacco. Sono disponibile a darle le strategie di gestione per questa situazione. Buona giornata.
Gentile utente mi dispiace per la sua situazione. Non è sicuramente salutare per lei essere quotidianamente esposta ad insulti e critiche, vivere con una persona che mal sopporta la sua presenza è spesso molto frustrante. L’unico consiglio che posso darle è quello di rivolgersi ad uno specialista che le possa garantire un maggior benessere.
Cordiali saluti.
Dott. Salvatore Augello
Buon giorno, premetto che la mia risposta è alquanto banale; cerchi soluzioni abitative differenti. Buone cose.
Gentilissima Utente,
provo grande tristezza nel leggere le Sue parole; mi dispiace per la situazione che si ritrova a vivere. Immagino la sofferenza che possa provare nel non avere lˈaccettazione di sua madre per il semplice fatto di essere ciò che è. Penso che con il sostegno di un* Collega potrebbe lavorare per elaborare questa dolorosa condizione per poi successivamente definire dei passi per cercare la propria autonomia ed indipendenza, non solamente economica, ma emotiva da sua madre.
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente,
mi spiace molto che stia vivendo questa difficile situazione. Se c'è qualcosa che è difficile accettare anche quando si diventa adulti è proprio la disapprovazione dei genitori, da cui vorremmo sempre sentirci appoggiati o perlomeno compresi. Sua madre ha certamente diritto alla sua opinione ma non mi sembra accettabile ricorrere ad insulti, vessazioni e continui tentativi di sminuirla perciò - non potendo purtroppo agire sul comportamento degli altri - penso non ci sia altra soluzione se non quella di cambiare casa. Finché continuerà a vivere a casa di sua madre, non potrà liberarsi in modo efficace di questa influenza tanto dolorosa. Nel frattempo però le consiglierei di porre dei confini molto chiari perché nessuno ha il diritto di agire violenza fisica o psicologica su un altro essere umano (neanche, anzi soprattutto, su un figlio). Se ne ha la possibilità si rivolga ad un terapeuta e proponga anche a sua madre di cominciare un percorso - separato ovviamente - di accettazione della figlia che ha, smettendo di cercare di trasformarla in ciò che vorrebbe con insulti e minacce. Le auguro davvero tutto il meglio, Dott.ssa Giorgia Maimone
Salve, volevo ringraziarla innanzitutto per essersi aperta e aver condiviso questo dolore, è sicuramente svilente quello che racconta e fa sentire soli. Credo che affidarsi alle cure di un professionista potrà aiutarla a definire dei sani confini tra lei e sua madre e affrontare questo percorso di svincolo senza timore o senso di colpa. Dr.ssa ILARIA AGRETTO
Gentile Utente, la situazione che porta mi sembra si possa affrontare su 2 piani distinti.
Un piano è sicuramente quello della sofferenza, vissuta quotidianamene e questo non può che generare fatica. Al riguardo quello che è sicuramente possibile fare e prendersi cura di questo vissuto, in tal senso un percorso di supporto psicologico potrebbe permettere di capire meglio come poterlo fare.
Ciò non toglie che vi sia una concreta e oggettiva situazione di tensione in casa, il che ci porta al secondo piano, ovverro quello della sicurezza abitativa.
Senza dubbio alcuno è un suo diritto vivere in un luogo che la faccia sentire al sicuro, per questo motivo potrebbe avere valore rivolgersi ad associazioni che si occupano di trovare una soluzione abitativa per chi non ha l'autonomia economica ma vive queste situazioni in casa.
Sono 2 tipi di intervento distinti che mirano a migliorare una situazione senza dubbio complicata.
Spero di essere stato utile, avesse altre domande mi scriva pure un messaggio e risponderò.
Dottor Mauro Simonetti
Buongiorno,
L'unico consiglio che mi sento di darle è quello di cercare il prima possibile una situazione abitativa che le consenta di essere al sicuro e non essere vessata... Detto questo ritengo sarebbe per lei molto utile intraprendere un percorso di sostegno psicologico per fare fronte alla situazione.
Dott. Marco Cenci
Salve, grazie per aver condiviso la sua storia, che risulta davvero difficile e dolorosa. La cosa principale è che si occupi della sua sicurezza fisica ed emotiva. Potrebbe considerare l'idea di trovare un rifugio sicuro, magari attraverso il servizio di Refuge LGBT oppure presso amici fidati, ed è importante che non accetti situazioni di violenza. Inoltre, le consiglierei di prendere contatto con uno/a psicologo/a per aiutarla a gestire l'ansia e lo stress e a elaborare le violenze verbali e fisiche subite, in un ambiente sicuro dove poter esplorare i suoi sentimenti. Resto a disposizione. Cordiali Saluti Dott. Edoardo Bunone.
Carissima, grazie per aver condiviso la sua storia. Non sentirsi accettati ed essere insultati e aggrediti per il proprio modo di essere è senza dubbio fonte di grande sofferenza psicologica, soprattutto quando il giudizio arriva da una figura significativa come un genitore. Al riguardo quello che è sicuramente possibile fare e prendersi cura di questo vissuto, in tal senso un percorso di supporto psicologico potrebbe permettere di capire meglio come poterlo fare. Da un punto di vista più concreto, invece, dovrebbe provare a trovare una soluzione abitativa. Senza dubbio alcuno è un suo diritto vivere in un luogo sicuro, per questo motivo potrebbe provare a rivolgersi ad associazioni che si occupano di trovare una soluzione abitativa per chi non ha l'autonomia economica ma vive queste situazioni in casa. Rimango a disposizione, cordialità. Dott.ssa Chiara Bono

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