Che medicinali posso utilizzare per ridurre la frequenza degli attacchi di panico e l'ansia, vado 1

20 risposte
Che medicinali posso utilizzare per ridurre la frequenza degli attacchi di panico e l'ansia, vado 1 volta a settimana dalla psicologa ma non mi aiuta molto, con lei non ho ancora parlato dalla mia idea di assumere medicinali.
Dr. Verusca Gorello
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Roma
buongiorno,
io aspetterei, ne parlerei con la terapeuta per valutare, insieme le possibilità!

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Dott.ssa Federica Andreoli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, credo che sia molto importante che parli con la sua psicologa di questo suo pensiero, anche perchè potrebbe essere proprio lei ad indirizzarla ad un/a collega psichiatra di fiducia, qualora ce ne fosse effettivamente la necessità. In ogni caso è sempre bene discutere con il proprio curante dei propri pensieri e vissuti, per comprendere le motivazioni alla base e creare un clima di condivisione e fiducia. Un caro saluto, dott.ssa Andreoli
Dott.ssa Alessandra Scidone
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, le consiglio di parlarne con la sua psicologa, poter condividere i suoi dubbi e i suoi pensieri favorisce lo sviluppo di una buona alleanza terapeutica che è un ingrediente fondamentale per un buon esito della terapia!
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessandra Scidone
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, comprendo il disagio che può provare tuttavia ritengo fondamentale che lei non sostituisca la terapia psicologica con quella farmacologica nel senso che la terapia migliore è quella combinata ossia costituita da farmaco più psicoterapia, quest'ultima risulta addirittura più importante per quanto riguarda gli effetti a medio a lungo termine. Parli con la sua psicologa relativamente alle perplessità e a ciò che sta provando e vedrà che troverete insieme soluzioni più efficaci.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Francesca Froiio
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve, è importante che sia il professionista che la segue a valutare la necessità di una terapia farmacologica indirizzandola di conseguenza ad un professionista altro. Non esiti a confrontarsi con la sua psicologa.
Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Froiio
Dott.ssa Emilia Ceccola
Psicologo, Psicoterapeuta
Baronissi
Buonasera, per un proficuo lavoro terapeutico è necessario condividere con il professionista che la segue ogni perplessità, non abbia timore di parlare delle sue difficoltà, certamente lo psicoterapeuta potrà indirizzarla, se necessario, ad un medico specialista adeguato alla prescrizione di psicofarmaci.. in ogni caso non abbandoni la psicoterapia, i farmaci non possono essere la soluzione definitiva considerando che agiscono sul sintomo e non sulla causa; potrebbe invece essere utile associare alla psicoterapia classica qualche esercizio di rilassamento progressivo. Cordiali saluti.
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Dott.ssa Aurora Moriggi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
il farmaco non può essere utilizzato come "scorciatoia". Sta facendo psicoterapia, non specifica da quanto, ma senza dubbio è utile condividere con il/la collega la sua idea di ricorrere al trattamento farmacologico, ma soprattutto la sua sensazione che la psicoterapia non sta producendo gli effetti desiderati. Solo condividendo con il/la terapeuta in modo aperto e trasparente il suo vissuto emotivo, riuscirete a trovare una strada da percorrere insieme.
Un caro saluto
Dott.ssa Aurora Moriggi
Dott.ssa Irene Leo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Salve, gli psicofarmaci alleviano i sintomi, ma non eliminano la causa. Ne parli con la sua Psicoterapeuta, parli delle sue paure e della sua frustrazione del fatto che le sembra che la terapia non funzioni.
Dott.ssa Elisa Pappacena
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Salve ne parli con la sua terapeuta se ha costruito una relazione di fiducia. Ci sono i farmaci ansiolitici oppure anche medicamenti naturali come la valeriana. Buon proseguimento
Dott.ssa Sara Molinaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Salve,
le suggerisco di parlarne con la sua psicologa, in quanto oltre ai dubbi o le perplessità, le potrebbe suggerire un collega psichiatra che la possa seguire da un punto di vista farmacologico.
Cordiali saluti,
Sara Molinaro
Dott.ssa Francesca Gruosso
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Giugliano in Campania
Salve le consiglio di parlare con la sua terapeuta, sia del vostro percorso e del fatto che lei sente che non la stia aiutando, sia di un eventuale trattamento farmacologico, in quel caso la collega potrebbe suggerirle uno psichiatra che lei conosce. Un caro saluto Francesca Gruosso
Dott.ssa Alessandra Domigno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, le consiglierei di parlare prima con la sua psicoterapeuta ed interrogarsi sul perché non si è ancora sentita di farlo. Si prenda la libertà di condividere con la terapeuta che non sente ancora tanto giovamento dal vs. lavoro e questo non per critica ma per aprirsi lei ad una migliore alleanza terapeutica che potrà permetterle di dar fiducia e di affidarsi a chi la sta seguendo. Per i farmaci poi credo che comunque la indirizzerebbe verso uno psichiatra di fiducia. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentile utente, grazie per la condivisione innanzitutto. Capisco la situazione, e credo che parlarne con il suo terapeuta potrebbe aiutarla a capire come è meglio agire.
AV
Dott.ssa Beatrice Macchi
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Busto Arsizio
Buongiorno, parlerei con la professionista alla quale si sta rivolgendo di questa cosa e nel caso, qualora si ritenesse necessario, mi farei indirizzare da un valido psichiatra.
Dott.ssa Veronica Tosi
Psicoterapeuta, Psicologo
Siena
Gentile utente, io ne parlerei con la sua terapeuta per trovare insieme la soluzione migliore per lei e per il percorso che state facendo insieme; il farmaco in alcuni momenti è utile per smorzare i sintomi e permette al lavoro terapeutico di svolgersi nelle migliori condizioni.
Ne parli con il suo terapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Tosi Veronica
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Fatto salvo che per i farmaci si deve rivolgere al medico per ogni tipo di prescrizione, può parlarne tranquillamente con la sua psicoterapeuta.
Insieme potrete scegliere la soluzione migliore per le sue condizioni attuali.
Saluti, dott.ssa Petralli
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Ne parli con la sua psicologa e poi eventualmente si rivolga ad uno psichiatra, saluti SR
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova

È importante discutere con il suo medico o con uno psichiatra riguardo alla possibilità di utilizzare farmaci per gestire gli attacchi di panico e l'ansia. I medicinali più comuni per questi disturbi sono gli ansiolitici, come le benzodiazepine, e gli antidepressivi, come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) o gli SNRI (inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina). Tuttavia, è fondamentale che questa decisione venga presa in modo condiviso con un professionista sanitario, che valuterà il miglior approccio per il suo caso specifico. La psicoterapia, sebbene a volte richieda più tempo per produrre risultati, potrebbe comunque essere utile in parallelo per trattare le cause sottostanti dell'ansia.
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,
Parli di questa cosa con il/la sua psicologa in modo tale, se necessario, da affiancare una consulenza da uno psichiatra, che si occupa della parte farmacologica di queste difficoltà.
 Carla Tromellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Il fatto che lei non abbia ancora comunicato alla psicologa che vorrebbe assumere farmaci per attenuare gli attacchi di panico mi sembra possa rafforzare la sfiducia che lei sta alimentando verso di lei. Si possono assumere farmaci e continuare una psicoterapia, il binomio si può fare , ma il modo come lei se lo prospetta sembra in antitesi al percorso psicologico. Si confronti con la psicologa su questa sua richiesta e sul suo atteggiamento di chiusura nei suoi confronti. La psicologa potrà poi indirizzarla verso un medico che può valutare una prescrizione farmacologica.

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