Buongiorno, vorrei ringrarvi per le vostre risposte ed indicazioni. Alcune mi hanno aiutato a rifle

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Buongiorno,
vorrei ringrarvi per le vostre risposte ed indicazioni. Alcune mi hanno aiutato a riflettere ed in parte a calmarmi. Non e' facile ritornare a fidarsi anche se posso capire che sia necessario. E' vero che un rapporto con un terapeuta e' un rapporto umano ma e' anche vero che nel contesto di quella relazione uno dei due, il terapeuta, dovrebbe essere in grado di " governare" qualsiasi suo sentimento/reazione/ o non so come definirlo. Intendo che non trattandosi di un rapporto alla pari, il terapeuta dovrebbe "controllarsi" ed aiutare il paziente a capire che una reazione, che non nego sia stata la mia, troppo esagerata, violenta, impulsiva, non e' la soluzione ad un problema, che non ci si deve legare agli altri perche' al mondo si e' soli, e tanto altro. Ancora piu' incomprensibile rimane da parte mia, qualsias cosa io posso aver fatto, trattandosi appunto di una relazione terapeutica, che lui non voglia alcun tipo di chiarimento. Non e' maturo ed e' questo che mi spaventa che riprendere un nuovo percorso. Con i miei amici, anche con quelli che non sento piu', ho sempre chiarito e discusso. Strano che non riesca a farlo chi e' la per quello. Penso che il problema sia che lui tema, anche durante il confronto, che io possa avere una reazione di sfogo e di aggressivita'. Eppure io non sono in grado di farlo, se non tramite email perche' a voce, difronte a chi mi guarda, io sono totalmente inibita. Avrei tanti altri se , forse , ma...ma leggendo, e cercando dimenticare, provo a non pensarci, perhce'me' gia dura cosi.
Grazie per il servizio, per la psosibilita' di sfogo e per le indicazioni date
Salve, grazie a lei per aver condiviso la situazione.a volte possono capitare delle situazioni che vanno in un modo diverso rispetto a quello che ci aspettiamo: l’unico modo è cercare di trarne sempre un utile insegnamento.
Cordialmente, dott FDL

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Buon giorno mi associo al collega per ringraziarLa per aver condiviso con noi questa sua esperienza. Non sempre è facile ottenere i chiarimenti richiesti ma non per questo bisogna rinunciare al dialogo anche se può sembrare inutile. Poi ovviamente per poter dialogare bisogna essere entrambi disponibili. Spero possa risolvere questa situazione e tornare a fidarsi del lavoro psicoterapeutico clinico. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi
Buongiorno, non è semplice chiarire i suoi dubbi e perplessità, perché parla di una relazione, terapeutica, di cui non è possibile conoscere, da qui, le dinamiche.
Se il suo terapeuta non è disponibile, può tentare di chiarirsi in un altro percorso.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Salve, mi associo ai colleghi che qui sopra le hanno suggerito di provare a parlare con un altro psicoterapeuta se il suo , con il quale vorrebbe legittimamente chiarire, non è disponibile a farlo. Credo sia importante che lei possa rielaborare l'accaduto e riacquistare la fiducia nella psicoterapia, nell'altro e in se. Intanto ha rotto il ghiaccio scrivendo qui, è già un passo nella direzione della fiducia. Cordiali saluti
Dott.ssa Silvia Bianchi
Salve, spesso si tende a generalizzare e a perdere fiducia. questo è normale, provi a non mollare ma a riprovare.
Intanto parlarne qui è un atto di coraggio per essersi esposta.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Grazie a lei per aver condiviso la sua storia e le sue emozioni. Ogni rapporto fra paziente e psicoterapeuta è unico e, ritengo io, finchè si riesce è importante confrontarsi e chiarirsi. Cordiali saluti. Dott. ssa Alessandra Domigno
Carissima, mai perdere fiducia nel confronto, vedrà che ne troverà il beneficio
Dottssa Marika Fiori
Carissima, è vero che il rapporto terapeuta-paziente non è alla pari ma è altresì vero che nel tentativo di controllare o governare tutto, emozioni comprese, si rischia di perdere un altro punto di vista interessante e reale: anche il terapeuta ha delle emozioni e anche il terapeuta può sbagliare. Il punto è riuscire a spiegarsi laddove possibile. Lei riporta che il collega non ha voluto spiegarsi in merito, noi non possiamo sapere che colloqui abbiate avuto e cosa abbiate compreso realmente entrambi, magari il terapeuta ritiene che il tutto sia già stato in qualche maniera chiarito. Se per lei non è sufficiente provi a far presente il suo bisogno nuovamente. In caso non fosse soddisfatta del rapporto venutosi a creare può pensare ad altre possibilità, dopo aver tentato di chiarire. Saluti, Valentina.
Salve, non conoscendo la versione del collega non è possibile darle una risposta. Provi a parlarne con un altro psicologo . Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, sono contenta che abbia trovato nel servizio una possibilità di sfogo ed accoglienza. Spesso anche noi professionisti portiamo del nostro durante i colloqui, dovrebbe succedere il meno possibile ma siamo umani. Anzi, penso che questo in qualche modo renda il rapporto alla pari tra voi e noi. Quello che reputo fondamentale da entrambe le parti è la condivisione di questi vissuti....probabilmente iniziando lei a farlo potrebbe dare l'opportunità al professionista di cogliere qualcosa che gli è sfuggito nel vostro rapporto! Comunque sia non perda la fiducia, siamo tutti diversi proprio come chiunque la fuori, e proprio come scegliamo a chi avvicinarci, sentendo risuonare certe corde in sintonia, così può avvenire lo stesso in un rapporto terapeutico.....
Infondo, a suo modo, è terapeutico anche questo.
Saluti,
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Buonasera, grazie a lei per aver condiviso con noi queste sue esperienze. Purtroppo per noi non è possibile esprimere un giudizio su un percorso terapeutico che non conosciamo. Rimango comunque molto lieto dal sapere che questo spazio l'ha aiutato a sfogarsi e a sentirsi meglio, purtroppo a volte possono capitare delle situazioni che vanno in un modo diverso rispetto a quello che ci aspettiamo, ciò che reputo importante è che lei possa trarne comunque un'insegnamento. Cordiali saluti, Dott. Matteo De Nicolò
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Grazie a lei per la condivisione della sua storia. Spero possa ritrovare la fiducia persa in una figura professionale.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Grazie per aver condiviso il suo pensiero e ciò che sente. Il rapporto con il terapeuta può avere dei momenti di crisi, rimane pur sempre un rapporto umano, in primis. Cerchi di capire se questa sua sensazione di essere inibita rispetto a delle emozioni può dipendere da qualcosa che è dentro di lei, piuttosto che da fattori esterni. Le consiglio di farne parola con il suo/la sua terapeuta, sarebbe un occasione di crescita e scoperta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Flaminia Iafolla
Buonasera! Immagino si trovi in un momento difficile. Mi sono sentito confuso nel leggere e, come lei, anche io "Avrei tanti altri se, forse, ma...". Ho provato a sognare quanto accaduto tra voi. Sembra essersi prodotta una situazione tanto scomoda da portare all'interruzione della terapia. Paziente e terapeuta co-costruiscono (costruiscono insieme) la loro esperienza umana, seppure nel riconoscimento di un'asimmetria terapeutica. Forse, avete perso entrambi un'occasione preziosa. Proprio quel momento cruciale in cui ha "una reazione esagerata, violenta, impulsiva". Forse, la paziente mette alla prova (ancora) la relazione, ma per la prima volta nella vita ha l'occasione di fare un'esperienza dell'altro (terapeuta) che resta intero, pensa quanto sta accadendo e offre una lettura nuova e diversa di qualcosa che ha un sapore antico. Si prenda il tempo che le serve per capire se è con chi ricominciare, tra paura e desiderio. In bocca al lupo
Gentile utente, grazie a lei per aver condiviso la sua esperienza. Non è possibile entrare nello specifico non conoscendo tutti gli elementi della dinamica. Certo è che una relazione paziente-terapeuta rimane una relazione tra due persone in cui è possibile sbagliare e questo vale per entrambe le parti. Il mio consiglio è di non perdere la fiducia nella psicologia, se la precedente esperienza non si è conclusa in maniera positiva non vuol dire che la prossima non vada meglio. In bocca al lupo! Dott.ssa Francesca De Angelis

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