Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni, da circa 2 mesi soffro di fame d'aria e ho bisogno di fare
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Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni, da circa 2 mesi soffro di fame d'aria e ho bisogno di fare grossi respiri altrimenti ho come la sensazione di non riuscire a respirare profondamente e appieno. Soffro d'ipertrofia dei turbinati da tanti anni (utilizzo uno spray nasale quotidianamente, sia di giorno sia di notte, altrimenti non riesco a respirare bene dal naso) e setto nasale leggermente deviato. Navigando su Internet e digitando i miei sintomi, sembra possa trattarsi di ansia. Non sono mai stata ansiosa e ho sempre avuto una vita piena e movimentata. Non è successo nessun grave evento nella mia vita. Questa sensazione di fame d'aria/difficoltà respiratoria è cominciata dopo che sono andata a pagare parte dell'affitto per la mia nuova casa, ma non ho paura di trasferirmi, anzi, non vedo l'ora e da anni in inverno lascio il paesino per lavoro e vado a vivere in una grande città. In famiglia (nel paese abito con i miei genitori e mia sorella) non mi trovo benissimo, non abbiamo problemi però i miei genitori sono apatici e da anni le mie conversazioni con loro sono piatte, non mi conoscono davvero e non capiscono questa mia voglia di fare, viaggiare, vivere in una grande città... con mia sorella (maggiore di me di 1 anno) le cose vanno un po' meglio, però non mi sento del tutto compresa neanche da lei. Dall'adolescenza ho vissuto una sorta di costrizione, facendo cose che gli altri si aspettavano da me, e poi qualche tentativo di ribellione, allontanandomi fisicamente per poter fare quello che desideravo io senza gli occhi dei miei famigliari addosso. Ho come l'impressione che questa fame d'aria sia una manifestazione del mio corpo per dirmi che la mia anima non ne può più di vivere costretta; purtroppo non ho le possibilità economiche per fare tutto ciò che desidererei ma ho deciso di ascoltare quest'ansia e ho cominciato a fare dei passi per realizzare i miei sogni. La mia famiglia e il paese in generale vive su dei valori che io considero sbagliati e superficiali, come cosa pensano gli altri o quanti soldi abbiamo, e nella grande città ci vivo solo per qualche mese, cambiando quartiere spesso, quindi ho delle conoscenze ma non delle amicizie profonde. Sono soddisfatta nel fare volontariato (qui ho conosciuto belle persone, però nessuno si vede fuori dal centro dove svolgiamo volontariato), nello scattare fotografie (passione che ho sempre coltivato e che mi ha sempre fatta sentire libera di essere me stessa, anche nel paesino) e cantare (passione che invece non ho mai potuto coltivare sia per motivi economici sia perché al paese non ci sono insegnanti di canto; ho già prenotato un corso per quando sarò in città, decidendomi a investire su questa mia passione, e non vedo l'ora d'iniziare). Sono sempre stata una persona che vuole vivere la vita intensamente, ogni giorno, e che guarda al lato positivo delle cose. Adesso ci sono giornate buone e altre in cui questa fame d'aria/ansia mi fa perdere intensità in quello che vivo. Queste sensazioni peggiorano a ridosso del ciclo mestruale (10-7 giorni prima), svaniscono o migliorano notevolmente all'arrivo del ciclo e qualche giorno dopo la fine di questo ricominciano. Mi chiedo anche se il caldo influenzi la respirazione (tenendo conto che, con i turbinati ingrossati, gli sbalzi temporali causano ancora più difficoltà respiratorie), visto che da oltre un mese abbiamo le temperature medie intorno ai 30 gradi, anche in casa la notte, e quando invece ci sono state rare giornate di pioggia/fresco respiravo molto meglio perché avevo la sensazione di poter finalmente respirare meglio anche dal naso e ciò facilitava la respirazione in generale.
Ho preso appuntamento dall'otorino per la questione dei turbinati e dallo pneumologo, ma avrò entrambe le visite fra due settimane. Nel frattempo, volevo qualche rassicurazione che potesse trattarsi di ansia e non di qualcosa di grave a livello fisico (a parte i suddetti sintomi, non ne ho altri; non ho apnee notturne, se non quando mi sveglio per via dei turbinati ingrossati e devo usare lo spray nasale, ma quello ormai succede da oltre 10 anni), sibili, tosse, ecc... inoltre la cosa strana è che anche mia sorella ultimamente deve fare spesso grossi respiri altrimenti dice che non riesce ad avere la sensazione di aver respirato appieno (anche lei soffre di turbinati ingrossati). Se fosse qualcosa di fisico, mi sembra strano che colpisca entrambe nello stesso periodo. Cerco di praticare una respirazione calmante, di essere grata ogni giorno per le cose che ho, di avere pensieri positivi e di favorire ciò che mi piace e posso cambiare nella mia vita ed eliminare, man mano, ciò che invece mi rende insoddisfatta o che dipende dalla volontà altrui. Sto anche pensando d'iscrivermi a un corso di yoga quando sarà in città (nel paesino non ce ne sono). Una volta appurato che non ho niente di fisico con le due visite, posso sperare che il problema svanisca con l'arrivo del fresco/i cambiamenti che sto effettuando nella mia vita, all'improvviso come è arrivato, senza dovermi rivolgere a un professionista e senza dover usare medicinali? Grazie dell'attenzione e mi scuso per la lunghezza della domanda.
Ho preso appuntamento dall'otorino per la questione dei turbinati e dallo pneumologo, ma avrò entrambe le visite fra due settimane. Nel frattempo, volevo qualche rassicurazione che potesse trattarsi di ansia e non di qualcosa di grave a livello fisico (a parte i suddetti sintomi, non ne ho altri; non ho apnee notturne, se non quando mi sveglio per via dei turbinati ingrossati e devo usare lo spray nasale, ma quello ormai succede da oltre 10 anni), sibili, tosse, ecc... inoltre la cosa strana è che anche mia sorella ultimamente deve fare spesso grossi respiri altrimenti dice che non riesce ad avere la sensazione di aver respirato appieno (anche lei soffre di turbinati ingrossati). Se fosse qualcosa di fisico, mi sembra strano che colpisca entrambe nello stesso periodo. Cerco di praticare una respirazione calmante, di essere grata ogni giorno per le cose che ho, di avere pensieri positivi e di favorire ciò che mi piace e posso cambiare nella mia vita ed eliminare, man mano, ciò che invece mi rende insoddisfatta o che dipende dalla volontà altrui. Sto anche pensando d'iscrivermi a un corso di yoga quando sarà in città (nel paesino non ce ne sono). Una volta appurato che non ho niente di fisico con le due visite, posso sperare che il problema svanisca con l'arrivo del fresco/i cambiamenti che sto effettuando nella mia vita, all'improvviso come è arrivato, senza dovermi rivolgere a un professionista e senza dover usare medicinali? Grazie dell'attenzione e mi scuso per la lunghezza della domanda.
Buongiorno,
Ho letto con attenzione quanto ha scritto. Chiaramente solo il medico può escludere problemi di natura fisica, però, anche a prescindere da essi, mi sembra che lei abbia molte questioni sue personali su cui si sta interrogando, nonché anche dei cambiamenti molto importanti a breve. Valuti ancora come si sente in questo periodo, ma valuti anche che può prenotare un colloquio con uno psicoterapeuta proprio per confrontarsi su questi dubbi. Iniziare un lavoro psicoterapeutico significa interrogarsi lavorando a fondo tali questioni, alleggerendo con il tempo anche questa tipologia di sintomi.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione. Cordiali saluti,
Alessia Vaudano
Ho letto con attenzione quanto ha scritto. Chiaramente solo il medico può escludere problemi di natura fisica, però, anche a prescindere da essi, mi sembra che lei abbia molte questioni sue personali su cui si sta interrogando, nonché anche dei cambiamenti molto importanti a breve. Valuti ancora come si sente in questo periodo, ma valuti anche che può prenotare un colloquio con uno psicoterapeuta proprio per confrontarsi su questi dubbi. Iniziare un lavoro psicoterapeutico significa interrogarsi lavorando a fondo tali questioni, alleggerendo con il tempo anche questa tipologia di sintomi.
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E' evidente che, oltre al necessario approfondimento delle cause fisiologiche dei disturbi, il corpo dà voce ad un malessere esistenziale generale che andrebbe indagato ed elaborato. Con l'aiuto di uno psicoterapeuta che l'accompagni in un percorso di ascolto di sé e dei suoi desideri profondi che in questo momento non hanno espressione né sfogo. Lei è in un momento in cui il cambiamento è quantomai necessario, non lo reprima, ma lo faccia affiorare in superficie e attinga il coraggio che le serve per dare una svolta alla sua vita. Resto a disposizione. Un caro saluto, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera,
Da quanto scritto sembra che prendersi un momento per lei di riflessione e di rilassamento è fondamentale.
Il mio consiglio è di fermarsi un attimo dedicarsi un po' a se stessa, magari con l'aiuto di un professionista.
Ottimo in ogni caso lo yoga, dopo aver accertato l'assenza di problematiche mediche.
Da quanto scritto sembra che prendersi un momento per lei di riflessione e di rilassamento è fondamentale.
Il mio consiglio è di fermarsi un attimo dedicarsi un po' a se stessa, magari con l'aiuto di un professionista.
Ottimo in ogni caso lo yoga, dopo aver accertato l'assenza di problematiche mediche.
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Salve, grazie per la sua descrizione dettagliata mi ha dato modo di immergermi pienamente nel periodo che sta vivendo!
È bello il modo in cui lei è grata del suo benessere e il modo in cui cerca anche di restituire ad altri tramite il volontariato! Purtroppo peró nonostante questo soffre di sintomi ansiosi e penso sia proprio opportuno che lei ascolti ció che il suo corpo le sta dicendo e trovi uno spazio in cui prendersi cura di queste sensazioni... parlarne con qualcuno che la possa aiutare a gestire i suoi sintomi ansiosi potrebbe farle bene e magari darle nuovi spunti di riflessione! le faccio un gran in bocca al lupo... speró che riesca a rilassarsi e a godere dei suoi cambiamenti e della sua crescita personale!
Dott.ssa Federica Serafini Psicologa Psicoterapeuta
È bello il modo in cui lei è grata del suo benessere e il modo in cui cerca anche di restituire ad altri tramite il volontariato! Purtroppo peró nonostante questo soffre di sintomi ansiosi e penso sia proprio opportuno che lei ascolti ció che il suo corpo le sta dicendo e trovi uno spazio in cui prendersi cura di queste sensazioni... parlarne con qualcuno che la possa aiutare a gestire i suoi sintomi ansiosi potrebbe farle bene e magari darle nuovi spunti di riflessione! le faccio un gran in bocca al lupo... speró che riesca a rilassarsi e a godere dei suoi cambiamenti e della sua crescita personale!
Dott.ssa Federica Serafini Psicologa Psicoterapeuta
Buonasera, dalla sua attenta descrizione emergono sofferenze legate ad aspetti della sua vita che non sente come proprie. Sta effettuando cambiamenti importanti nella sua vita. Certamente è opportuno scartare eventuali problematiche fisiche: fatto questo le consiglio una consulenza psicologica. Parlare con un professionista potrà senz'altro permetterle di comprendere più a fondo le sue ansie e come poter affrontare al meglio il suo futuro.
Resto a disposizione.
Un saluto, dott.ssa Paola De Martino
Resto a disposizione.
Un saluto, dott.ssa Paola De Martino
Salve, per ciò che riguarda l'aspetto medico è importante che lei continui a curarsi come ha fatto finora perché, anche se si tratta di un disturbo psicosomatico, il suo apparato respiratorio ha bisogno di farmaci e cure mediche.
Il bisogno di parlare di sé stessa e a lungo manifesta però un' esigenza impellente di esprimere sentimenti, emozioni che riguardano in primis la sfera dei rapporti familiari.
L'ambiente familiare potrebbe essere molto determinante nella formazione di questo sintomo che esprime bene un vissuto asfissiante, soffocante rispetto i suoi bisogni, i suoi desideri, la sua identità e la sua realizzazione.
Non aspetti molto per decidere di fare qualcosa per sé stessa.
Le consiglio di consultare uno psicoterapeuta.
Il bisogno di parlare di sé stessa e a lungo manifesta però un' esigenza impellente di esprimere sentimenti, emozioni che riguardano in primis la sfera dei rapporti familiari.
L'ambiente familiare potrebbe essere molto determinante nella formazione di questo sintomo che esprime bene un vissuto asfissiante, soffocante rispetto i suoi bisogni, i suoi desideri, la sua identità e la sua realizzazione.
Non aspetti molto per decidere di fare qualcosa per sé stessa.
Le consiglio di consultare uno psicoterapeuta.
Gentile, come già ha evidenziato lei stessa forse queste sensazioni non solo solo fisiologiche ma indicano bisogni ed urgenze psicologiche che si stanno manifestando sul suo corpo per esser viste. Ha fatto comunque bene a consultare il medico per approfondire l'aspetto fisico della situazione ma il consiglio è approfondire l'aspetto psicologico alla base per evitare il peggioramento della situazione. Quello che non vediamo e conosciamo di noi spesso si esprime somaticamente. La invito ad un consulto psicologico. Saluti.
gentilissima, dalla sua domanda si capisce come lei sia una ricercatrice interiore sensibile e attenta. Ho notato infatti che dice di come la fame d'aria sia cominciata quando è andata a pagare parte dell'affitto della sua nuova casa. Successivamente dice che ha compreso che "Ho come l'impressione che questa fame d'aria sia una manifestazione del mio corpo per dirmi che la mia anima non ne può più di vivere costretta". In quel momento da cosa era motivata la sua scelta? Forse potrebbe essere il sintomo espressione di una paura a ribellarsi? e' solo un'ipotesi visto che dice "Dall'adolescenza ho vissuto una sorta di costrizione, facendo cose che gli altri si aspettavano da me, e poi qualche tentativo di ribellione, allontanandomi fisicamente per poter fare quello che desideravo io senza gli occhi dei miei famigliari addosso". Potrebbe essere che inconsciamente tema di perdere il seppur irrisolto legame con la sua famiglia d'origine? Le mie sono solo ipotesi ma spero che anche se errate possano farle proseguire il suo cammino interiore. Se le risposte che troverà l'aiuteranno a risolvere il sintomo magari non avrà bisogno di un consulto in caso proseguissero e (dopo aver avuto il responso dei medici in merito al suo problema nasale) può valutare un consulto psicologico. Ad oggi con un buon percorso terapeutico non servono farmaci per risolvere l'ansia...un caro saluto D.ssa ilaria Capaccioli
Salve, mi devo complimentare con lei, perchè ha fatto un analisi profonda di ciò che sta provando e della sua voglia di indipendenza e di realizzazione lontana dal suo paese d'origine. A quanto pare le sta molto stretto e come lei descrive con i suoi sintomi le leva l'aria non la fa respirare, sensazione alquanto sgradevole. Continui ad ascoltarsi e segua la sua strada, è molto importante ciò che lei sta provando si ascolti fino in fondo e prosegua nel suo cammino, è una crescita molto importante per lei. Inoltre le consiglio d'intraprendere un percorso psicoterapeutico che l'aiuterà ulteriormente nel suo percorso conoscitivo di sè stessa, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Salve. Un primo passo di consapevolezza credo che lei lo abbia fatto, mettendo in relazione le sue risposte fisiche con le sue percezioni, emozioni e cognizioni. Credo che potrebbe trovare giovamento nell'approfondire il suo percorso con un professionista psicoterapeuta che la faccia "lavorare" anche sulla respirazione per ripristinare una modalità funzionale. Interessante per lei potrebbe essere approfondire la tecnica della Mindfulness.
Grazie dott.ssa Dorella Pierini.
Grazie dott.ssa Dorella Pierini.
Salve. Come hanno precisato già alcuni colleghi deve innanzitutto chiarire la parte medica dei suoi sintomi. Sul piano psicologico io le suggerirei di seguire un approccio terapeutico centrato suo corpo. Sulla respirazione e suo movimento. Le suggerisco di cercare un collega che faccia classi di esercizi di Bioenergetica.
Le classi di esercizi in gruppo non è una psicoterapia di gruppo.
In quel contesto semplicemente riprende contatto con il corpo ed i suoi bisogni mediante esercizi appropriati guidata da un trainer.
Considerera la sua struttura di personalità credo sia un modello che le permetterà di scoprire molte cose positive di sé stessa.
Inoltre è un modello di intervento molto efficace nei disturbi di ansia.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Le classi di esercizi in gruppo non è una psicoterapia di gruppo.
In quel contesto semplicemente riprende contatto con il corpo ed i suoi bisogni mediante esercizi appropriati guidata da un trainer.
Considerera la sua struttura di personalità credo sia un modello che le permetterà di scoprire molte cose positive di sé stessa.
Inoltre è un modello di intervento molto efficace nei disturbi di ansia.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Salve, mi pare che lei abbia fatto un'analisi adeguata di molti aspetti della sua vita che potrebbero oggi farla sentire in affanno. Sicuramente l'utilizzo di spray nasale quotidiano può indurre ad una sensibilizzazione delle narici, ma pare abbastanza chiaro, da quanto lei racconta, che il problema fisico sia solo una parte del tutto. Nella sua ricerca di esperienze vitali, molto bella e coraggiosa, c'è forse anche la fatica a separasi dalle dinamiche familiari, tanto che sente il bisogno di evadere, prendere aria insomma. A volte capita di dover riempire a pieno la vita per non sentire gli aspetti depressivi legati agli affetti, ma questi tornano a manifestarsi attraverso il corpo. Le consiglio di investire su uno spazio psicoterapeutico attraverso il quale affrancarsi da antiche questioni che sembrano tornare a galla proprio ora che sta cercando di rendersi più autonoma.
Resto a disposizioni per eventuali indicazioni. Dott.ssa Aloisi
Resto a disposizioni per eventuali indicazioni. Dott.ssa Aloisi
Buongiorno signora ho letto con attenzione la tua storia è la prima riflessione a caldo é: esclude il fatto che l'eventuale presenza di ansia possa aver peggiorato il problema organico dell' ipertrofia dei turbinati? Ciò che noto è che oltre ad avere fame d'aria ha fame di vita punto sembra un fiore che ha difficoltà a sbocciare, che non riesce a trovare il suo punto di luce utile ad aprire i suoi Petali. Spesso il nostro corpo sceglie dei sintomi somatici che si avvicinano a livello simbolico a quelle che sono le nostre emozioni. Nel suo caso che la si voglia chiamare ansia o altro sembra che le mostre alla difficoltà di attingere da ciò che ha a disposizione per potersi mostrare al mondo!
Buongiorno. Come giustamente Lei stessa ha deciso di procedere, in presenza di sintomatologia organica è necessario escludere un problema medico a giustificazione delle stesse. È assai probabile che in questo caso i medici non ravvisino cause e che si tratti di una sintomatologia appartenente allo spettro ansioso. Lei è molto consapevole, attenta e positiva e queste sono risorse inestimabili. Non significa, tuttavia, che non possa essere in un periodo della Sua vita particolarmente importante: lasciare il piccolo paese per la grande città è un passo incredibilmente eccitante ma anche ricco di responsabilità e di incognite. È normale che Lei possa avvertire sensazioni al di fuori del range di familiarità, che se non identicamente riconfigurate, possono emergere in termini di ansia e preoccupazione. Alla luce di questa nuova avventura alle porte, potrebbe essere opportuno un consulto psicoterapeutico che Le consenta di viverla al meglio e di scoprire qualcosa di nuovo su di se, come una bella opportunità di crescita. Vi sono tutte le risorse per fare di questo momento di preoccupazione un'occasione di crescita e di guadagno personale. In bocca al lupo! Cordialità, DMP
Buonasera. Cambiamenti importanti nella vita di una persona, sono sempre portatori di grandi scambi in ogni dimensione della vita di una persona. Confrontarsi con uno specialista psicologo, dopo aver consultato anche un medico, può aiutarla a comprendere meglio questa sintomatologia, che, in ogni caso va circoscritta. Non escluda la possibilità di abbracciare percorsi dove insegnano tecniche di rilassamento e di respirazione guidata.
Cordialità
Massimiliano Trossello
Cordialità
Massimiliano Trossello
Ciao. Si sembrerebbe ansia. Ovviamente va fatto un doveroso approfondimento per poter stabilire se è affettivamente cosi. In ogni caso rivolgerti a uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale potrà certamente aiutarti. Inoltre potrà aiutarti anche con la tua dipendenza dallo spray nasale.
Restando a tua disposizione ti lascio i miei più cordiali saluti.
Salvatore De Costanzo.
Restando a tua disposizione ti lascio i miei più cordiali saluti.
Salvatore De Costanzo.
Gentilissima, l'ipertrofia dei turbinati è caratterizzata dalla fame d'aria quindi è corretta la sua decisione di approfondire gli esami e le visite specialistiche necessarie. In seguito sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta per poter affrontare le problematiche per ciò che riguarda l'ansia. Nel frattempo potrebbe informarsi per dei corsi che le possono insegnare delle tecniche di rilassamento e di respirazione, quest'ultima utilissima per la sua passione del canto. Cordiali saluti
ciao, una volta che hai appurato che non ci sono cause organiche, dovresti almeno fare un colloquio con uno psicologo, che non prescrive farmaci, per capire almeno l'origine di questa fame d'aria: ti servirà per non ricaderne più in futuro
ti auguro il meglio
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Salve, l'ansia può manifestarsi in tanti modi diversi, quindi le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta per intraprendere un percorso psicologico.
Inoltre, stia attenta alle informazioni che circolano su internet, molte non sono veritiere e potrebbero confonderla.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Inoltre, stia attenta alle informazioni che circolano su internet, molte non sono veritiere e potrebbero confonderla.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, lo yoga è un'ottima strada, purchè non ci siano impedimenti medici.
Esclusa altra causa organica il suggerimento è quello di consultare un professionista per una consulenza psicologica.
Un saluto,
MMM
Esclusa altra causa organica il suggerimento è quello di consultare un professionista per una consulenza psicologica.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione così profonda, sentita e sincera. Leggere le sue parole restituisce non solo l’intensità del disagio che sta vivendo, ma anche la grande consapevolezza con cui sta affrontando questo momento della sua vita. Non è affatto semplice fermarsi ad ascoltare il proprio corpo, porsi domande vere e cominciare a mettere in atto dei cambiamenti concreti: lei lo sta facendo con coraggio, e questo merita riconoscimento. La sensazione di fame d’aria, come la descrive, è un sintomo che compare piuttosto frequentemente nei quadri ansiosi, anche in persone che, come lei, non si sono mai percepite come “ansiose” nella loro vita quotidiana. L’ansia, infatti, non si manifesta sempre come agitazione o paura evidente, ma può esprimersi attraverso segnali corporei, che diventano il linguaggio attraverso cui il corpo cerca di comunicare qualcosa che forse la mente non riesce ancora a tradurre del tutto. La fame d’aria, in particolare, è spesso collegata a una respirazione disfunzionale, legata a iperventilazione o a una tensione muscolare cronica che si concentra nella zona del torace e del diaframma, specie quando ci sono molte emozioni sotto la superficie, anche non necessariamente negative. Il fatto che questo sintomo sia comparso in un momento di passaggio (un trasferimento, un cambiamento di contesto) può aver avuto un ruolo attivante, anche se razionalmente lei si sente pronta e desiderosa di affrontare questa nuova fase della sua vita. Lei ha colto un punto molto importante, e cioè il legame tra la sensazione di oppressione e quella di non poter essere davvero se stessa all'interno del contesto familiare. L’aria, simbolicamente, rappresenta lo spazio vitale, la libertà, l’autenticità. Quando per molti anni ci si è sentiti costretti in ruoli, aspettative o valori che non rispecchiano la propria natura più profonda, può accadere che, nel momento in cui si tenta di liberarsene, emergano anche dei sintomi. È come se il corpo volesse chiederle di fare ancora più spazio alla sua voce, alla sua identità. Non perché lei stia sbagliando qualcosa, ma perché forse sta finalmente ascoltandosi in un modo nuovo, più autentico, più vicino a chi è davvero. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, sarebbe utile esplorare quali pensieri e sensazioni accompagnano questi episodi di fame d’aria, e come lei tende a reagire ad essi. A volte, cercare di respirare più profondamente può paradossalmente aumentare la percezione di non riuscire a farlo, generando un ciclo di ipercontrollo che mantiene vivo il sintomo. Allenarsi a una respirazione più naturale, bassa e diaframmatica, accompagnata da un atteggiamento di accettazione verso il disagio (piuttosto che di lotta contro di esso), può favorire un miglioramento spontaneo, soprattutto se inserito in uno stile di vita più allineato con i suoi valori e desideri, come sta già iniziando a fare. Il fatto che anche sua sorella presenti un sintomo simile rafforza l’ipotesi che ci siano sia componenti fisiche (come la questione dei turbinati) sia una possibile influenza ambientale o relazionale. Le relazioni familiari, anche quando non sono conflittuali in senso esplicito, possono trasmettere emozioni trattenute, aspettative implicite o vissuti di incomprensione che lasciano un’impronta profonda nel corpo e nel modo in cui si abita il mondo. Sta già facendo molto: ha preso appuntamenti medici per escludere cause organiche, sta pianificando attività che le fanno bene (come il canto e lo yoga), e si sta dando il permesso di fare scelte in linea con la sua identità. Tutto questo è prezioso e, nella mia esperienza, è anche molto promettente. Non esiste una risposta unica per tutti, ma posso dirle che, una volta escluse cause fisiche, è assolutamente realistico aspettarsi un miglioramento spontaneo del sintomo, specie se continuerà a muoversi nella direzione che sta scegliendo ora. Detto questo, non consideri mai la possibilità di chiedere un supporto psicologico come una "resa" o una scelta obbligata solo se tutto il resto fallisce. La psicoterapia cognitivo-comportamentale può rappresentare anche solo un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare strumenti di gestione corporea ed emotiva, e per consolidare il cambiamento già in atto. In altre parole, non sempre serve per “curare un problema”, ma può diventare un alleato prezioso nel cammino verso una vita più piena e coerente con chi siamo davvero. Continui ad ascoltarsi. Continui a scegliere ciò che la fa sentire viva. I sintomi, a volte, sono solo dei messaggi: se li accogliamo senza paura, possono aiutarci a trovare una strada più vera. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
salve,
ho letto con calma tutto quello che ha scritto, e si sente chiaramente quanto Lei sia lucida, sensibile e affamata di aria… ma anche di vita, di possibilità, di spazi più larghi di quelli in cui è cresciuta. E in effetti, quando una persona così viva si trova per anni dentro contesti che la stringono, la mente tiene duro, razionalizza, si adatta… ma il corpo no. Il corpo, prima o poi, parla. E spesso lo fa proprio con la fame d’aria.
Le dico questo in modo molto diretto: la modalità con cui descrive la sensazione, l’alternanza dei giorni, il legame con i turbinati, con il caldo, con il ciclo e con i momenti emotivi… tutto questo è estremamente compatibile con una forma di ansia respiratoria. Non nel senso di “ansia patologica”, ma nel senso di una tensione interna profonda che a volte si muove solo attraverso il corpo. Lei è una donna che sta cercando di diventare sé stessa, e ogni passo verso la Sua autonomia apre, sì, libertà, ma anche una vulnerabilità nuova. Non c’è stato un trauma evidente, ma c’è stato un lungo accumulo di frustrazione, incomprensione familiare, compressione dell’identità. È come vivere per anni con il fiato trattenuto e poi, quando finalmente può aprirsi un futuro diverso, il sistema nervoso non regge più la pressione.
Questo non vuol dire che “si immagina tutto”. Vuol dire che corpo ed emozioni stanno collaborando, ognuno nel suo linguaggio, per segnalarLe che sta entrando in una fase di cambiamento importante e che qualcosa dentro di Lei chiede più spazio. La fame d’aria è un sintomo che emerge spesso in persone che per molto tempo hanno trattenuto il loro vero sé. E quello che racconta della Sua famiglia, della sensazione di non essere vista, di essere troppo viva per un ambiente che non respira con Lei… è coerente, non casuale.
Al quadro si aggiungono due fattori che amplificano tutto: il ciclo e i turbinati. Nella finestra premestruale la sensibilità respiratoria, la tensione toracica e le sensazioni interne aumentano fisiologicamente. E i turbinati ingrossati rendono impossibile avere la sensazione di riempire bene i polmoni, quindi spingono al “respiro di controllo”, quello più grande e forzato. È una spirale: più si prova a respirare a fondo, più il diaframma si irrigidisce e più il respiro si fa difficile.
Il fatto che succeda anche a Sua sorella non indica automaticamente una malattia, anzi spesso nelle stesse famiglie si condividono modi di respirare, posture, tensioni, persino momenti di vita simili: stesso clima, stesso caldo, stessi turbinati, stessa educazione corporea e, talvolta, emozioni che si influenzano.
Le visite che ha prenotato sono la scelta giusta, e non c’è motivo, leggendo la Sua descrizione, di pensare a qualcosa di grave. Al contrario, sembra un insieme di elementi fisici e psicofisiologici che si stanno semplicemente sommando. Quando avrà un quadro clinico più tranquillo, il sintomo potrà attenuarsi anche solo grazie al fresco, al nuovo ambiente, al canto, allo yoga, alla libertà che sta costruendo. Succede davvero: la fame d’aria può svanire nello stesso modo in cui è comparsa, se la pressione interna si abbassa.
Vorrei però dirle anche questo in modo molto gentile: Lei ha una profondità che merita un luogo sicuro in cui essere accolta. Non perché sia “malata”, ma perché sta entrando in una fase di trasformazione che sarebbe un peccato affrontare completamente da sola. Io credo che un paio di incontri con un professionista, anche per capire come gestire il corpo quando si tende a respirare “troppo”, non sarebbero un fallimento ma un modo per rendere più fluido questo percorso. Ma se dopo gli accertamenti fisici non se la sentirà, non sarà obbligata: nessuna “dipendenza” dai professionisti, nessuno stigma. Solo una strada possibile, non necessaria.
Lei ha già iniziato a respirare cambiamenti importanti: città nuova, corso di canto, desiderio di vita piena. È normale che il corpo, in questo passaggio, a volte perda il ritmo. Succede quando si sta iniziando a uscire da anni di silenzio interiore.
saluti, resto a disposizione.
ho letto con calma tutto quello che ha scritto, e si sente chiaramente quanto Lei sia lucida, sensibile e affamata di aria… ma anche di vita, di possibilità, di spazi più larghi di quelli in cui è cresciuta. E in effetti, quando una persona così viva si trova per anni dentro contesti che la stringono, la mente tiene duro, razionalizza, si adatta… ma il corpo no. Il corpo, prima o poi, parla. E spesso lo fa proprio con la fame d’aria.
Le dico questo in modo molto diretto: la modalità con cui descrive la sensazione, l’alternanza dei giorni, il legame con i turbinati, con il caldo, con il ciclo e con i momenti emotivi… tutto questo è estremamente compatibile con una forma di ansia respiratoria. Non nel senso di “ansia patologica”, ma nel senso di una tensione interna profonda che a volte si muove solo attraverso il corpo. Lei è una donna che sta cercando di diventare sé stessa, e ogni passo verso la Sua autonomia apre, sì, libertà, ma anche una vulnerabilità nuova. Non c’è stato un trauma evidente, ma c’è stato un lungo accumulo di frustrazione, incomprensione familiare, compressione dell’identità. È come vivere per anni con il fiato trattenuto e poi, quando finalmente può aprirsi un futuro diverso, il sistema nervoso non regge più la pressione.
Questo non vuol dire che “si immagina tutto”. Vuol dire che corpo ed emozioni stanno collaborando, ognuno nel suo linguaggio, per segnalarLe che sta entrando in una fase di cambiamento importante e che qualcosa dentro di Lei chiede più spazio. La fame d’aria è un sintomo che emerge spesso in persone che per molto tempo hanno trattenuto il loro vero sé. E quello che racconta della Sua famiglia, della sensazione di non essere vista, di essere troppo viva per un ambiente che non respira con Lei… è coerente, non casuale.
Al quadro si aggiungono due fattori che amplificano tutto: il ciclo e i turbinati. Nella finestra premestruale la sensibilità respiratoria, la tensione toracica e le sensazioni interne aumentano fisiologicamente. E i turbinati ingrossati rendono impossibile avere la sensazione di riempire bene i polmoni, quindi spingono al “respiro di controllo”, quello più grande e forzato. È una spirale: più si prova a respirare a fondo, più il diaframma si irrigidisce e più il respiro si fa difficile.
Il fatto che succeda anche a Sua sorella non indica automaticamente una malattia, anzi spesso nelle stesse famiglie si condividono modi di respirare, posture, tensioni, persino momenti di vita simili: stesso clima, stesso caldo, stessi turbinati, stessa educazione corporea e, talvolta, emozioni che si influenzano.
Le visite che ha prenotato sono la scelta giusta, e non c’è motivo, leggendo la Sua descrizione, di pensare a qualcosa di grave. Al contrario, sembra un insieme di elementi fisici e psicofisiologici che si stanno semplicemente sommando. Quando avrà un quadro clinico più tranquillo, il sintomo potrà attenuarsi anche solo grazie al fresco, al nuovo ambiente, al canto, allo yoga, alla libertà che sta costruendo. Succede davvero: la fame d’aria può svanire nello stesso modo in cui è comparsa, se la pressione interna si abbassa.
Vorrei però dirle anche questo in modo molto gentile: Lei ha una profondità che merita un luogo sicuro in cui essere accolta. Non perché sia “malata”, ma perché sta entrando in una fase di trasformazione che sarebbe un peccato affrontare completamente da sola. Io credo che un paio di incontri con un professionista, anche per capire come gestire il corpo quando si tende a respirare “troppo”, non sarebbero un fallimento ma un modo per rendere più fluido questo percorso. Ma se dopo gli accertamenti fisici non se la sentirà, non sarà obbligata: nessuna “dipendenza” dai professionisti, nessuno stigma. Solo una strada possibile, non necessaria.
Lei ha già iniziato a respirare cambiamenti importanti: città nuova, corso di canto, desiderio di vita piena. È normale che il corpo, in questo passaggio, a volte perda il ritmo. Succede quando si sta iniziando a uscire da anni di silenzio interiore.
saluti, resto a disposizione.
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