Buongiorno, sono una donna di quasi 30 anni, soffro di ansia da 10 anni circa con periodi più o meno

18 risposte
Buongiorno, sono una donna di quasi 30 anni, soffro di ansia da 10 anni circa con periodi più o meno tranquilli e anche quelli belli problematici. Da 1 anno e mezzo circa ho iniziato seriamente il mio percorso di psicoterapia. Insieme alla mia terapeuta abbiamo capito che il cuore del problema è la distanza dalla mia famiglia di origine che vive in un altro paese. Qui vivo con mio marito e da poco con il nostro cane, ma a parte loro non ho nessuno. Questo distacco dai miei mi ha sempre provocato tanta sofferenza e malinconia. Ultimamente, essendo arrivata ad affrontarlo in terapia, ho vissuto un vero e proprio momento di crollo psicologico: ansia che non se ne andava più, durava da quando mi svegliavo finché non andavo a dormire. Non mi andava più di mangiare, lo facevo solo perché avevo fame. A quel punto, anche su suggerimento della mia terapeuta, ho eseguito un consulto psichiatrico che mi ha aiutato molto. Attualmente assumo un SSRI (citalopram) da fine novembre; la mia situazione agorafobia e ansia in generale è migliorata notevolmente. Ma, paradossalmente, ho iniziato a pormi delle domanda su che senso abbia vivere e come riempire le mie giornate. Ci sono giorni in cui sono positiva, esco con il cane che ho adottato da poco e che mi aiuta moltissimo anche lui, ma ci sono dei momenti che di solito durano un paio di giorni al mese, forse qualcuno in più, in cui penso a tutto ciò che ho a lo apprezzo, ma allo stesso tempo metto tutto il dubbio chiedendomi qual è il senso di tutto. Non so se questo è legato ancora a qualche capitolo non chiuso verso la mia famiglia; spesso in questi momenti "no" mi vengono in mente. Ho ancora del vuoto dentro a riguardo, ma poi mi sento anche in colpa per il fatto che comunque sia dovrei essere felice e grata per mio marito e il nostro cane che mi rendono tanto felici. Ho paura di non poter mai più essere felice e di dover portarmi dietro per sempre questi "dubbi esistenziali" che mi rendono triste e anche preoccupata per un eventuale futuro e il rischio di poter cadere in depressione, anche se per curarmi assumo un antidepressivo. Secondo voi può essere solo un altro frammento del momento della mia transizione? Come mai non sono felicissima per il fatto che sta andando tutto meglio a livello di quotidianità, spostamenti, la mia indipendenza... Grazie a chi risponderà
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno! Dal racconto che ci porta si evince subito un certo desiderio di essere tranquillizzata, per come riporta dettagliatamente la sua situazione, per l'ansia che arriva al lettore e per la paura di non riuscire ad avere tutte le risposte. Tuttavia, avendo già una terapia in corso ed essendosi già rivolta anche ad uno psichiatra, deve cercare il confronto con queste figure professionali; esperti che la conoscono come persona e non con una descrizione seppur dettagliata. Da noi professionisti potrebbe ricevere decine di differenti risposte ma tutte estremamente generiche o incomplete rispetto a quello che potrebbe emergere in terapia.
Spero che comprenda il mio punto di vista e che questo possa servirle ad interrogarsi sul perché cerca rassicurazioni al di fuori della propria terapia.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordialmente, dottor Moraschini
Gentile utente, le sue domande sono più che legittime e tutti i suoi dubbi sulla felicità devono trovare risposta. Tutti meritiamo la possibilità di essere felici: la felicità è un costrutto reale e si base sulla soddisfazione di vita. La mia domanda per lei è questa, lei è soddisfatta della sua vita? La sua vita le da la possibilità di avere emozioni positive, coinvolgimento nelle attività che svolge, relazioni positive con gli altri, realizzazione personale? pensa che la sua vita abbia un significato (pensa di avere dei valori da seguire, una missione, una vocazione)?
Rifletta insieme al suo terapeuta su queste domande e orienti tutti i suoi sforzi nel perseguire il benessere. Il mio consiglio è di iniziare dalla Mindfulness, troverà moltissime notizie su internet, ma si affidi a un professionista per imparare a praticare la Minduflness. Sono tecniche di meditazione basate sulla consapevolezza e la piena attenzione sul suo corpo e sulla sua mente. Scoprirà che molte delle preoccupazioni, delle ansie, delle emozioni negative (compresa la tristezza che le fa avere timore della depressione) pian piano andranno via, sostituite da una forte motivazione a ricercare quanto di positivo e bello c'è nella sua vita.
Non esiti a chiedermi ulteriori informazioni a riguardo, sarò ben lieto di aiutarla, anche online. Dott. Antonio Cortese
Gentile Signora, i cambiamenti non sono lineari. Credo che debba parlarne con la sua psicoterapeuta e valutare come questi vuoti possano essere "letti" e riempiti. Continui fiduciosa e vedrà che la felicità non è un miraggio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile signora, sento che ha tanta sofferenza dentro, ne parli con la sua psicoterapeuta, purtroppo la felicità è un concetto complesso …nasciamo con le fiabe in cui crediamo nel “vissero per sempre felici e contenti” e tendiamo la nostra vita nel cercare una felicità utopica ma poi facciamo i conti con la realtà e dobbiamo imparare a vivere con le nostre emozioni, i nostri pensieri “accettandoli”…solo con questa consapevolezza interiore possiamo aspirare ad una vita ricca e significativa ….solo quando smettiamo di “combattere” le nostre paure ma le viviamo accettandole possiamo davvero sentirci completi. Buona fortuna.
Salve, non è semplice né indolore affrontare un cambiamento e un distacco dalla famiglia d'origine. Ne parli con la sua terapeuta e guardi in faccia la sua narrazione personale di vita, il nodo da affrontare sta lì. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile donna,

i percorsi di psicoterapia quasi mai hanno un andamento lineare. Capita di sovente che nelle fasi più difficili del processa si possa regredire al punto tale da star peggio. La invito a parlare della sua paura e delle sue preoccupazioni con la sua terapeuta. Quanto qui riportato potrebbe esser input interessanti su cui riflettere e ripartire. Non perda il suo coraggio, in fondo grazie a tale percorso ha trovato tante consapevolezze che l'hanno aiutata a dare un senso ai suoi vissuti e alle sue emozioni. In bocca al lupo per il prosieguo della psicoterapia.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi dispiace per il suo vissuto e la sofferenza esposta.
Credo che sia utile, avendo già dei riferimenti (Psicoterapeuta e psichiatra) , confrontarsi con loro su quanto le sta accadendo trovando insieme delle soluzioni utili per affrontare al meglio questa consapevolezza acquisita e la modalità di fronteggiare tale dolore.
Rimango disponibile per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Aitella
Gentile Utente, innanzi tutto per il suo generoso e dettagliato contributo. Prima di rispondere alle sue domande mi preme rimandarle ciò che ho sento quando lei parla dei temi fondanti della sua vita, e di come li sta affrontando a livello emotivo. Sicuramente la sua terapeuta ha fatto un'azione giusta inviandola da una specialista che si occupi dell'aspetto farmacologico, ma è chiaro che rimane un substrato di tematiche appese e irrisolte, e sono proprio queste a fare emergere nuovi sintomi. Mi arrivano forti parole come autonomia e indipendenza, ovvero le ragioni che cozzano con il bisogno di svincolarsi da casa; questo comporta il suo senso di colpa verso chiunque la circondi, e mi sento di dirle che si deve occupare della sua felicità. inizialmente creerà una rottura degli equilibri, ma piano piano riuscirà ad abbracciare i suoi bisogni e ad ascoltarli. Mi creda, sembra molto difficile, e lo è, ma non è impossibile. sento il suo dolore, mi piacerebbe poterlo condividere assieme, qualche riga non basta. Spero di esserle stata d'aiuto, per quanto possibile.
Cordialmente,
Dott.ssa Ledda.
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Carissima, da quanto scrive mi sembra lei stia lavorando duramente e stia facendo i passi giusti; credo debba proseguire e fidarsi del lavoro che sta facendo (e della sua terapeuta); a volte questi passaggi richiedono un tempo non breve ed anche molto soggettivo. Di sicuro l'associazione tra farmaci e psicoterapia è il modo gusto per affrontare questo suo passaggio. Non si abbatta e vedrà che mattone dopo mattone sarà in grado di trovare il senso che cerca. Resto a disposizione per qualsiasi cosa. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buonasera Signora. Mi spiace stia male e, leggendola, arriva la preoccupazione ed anche la tristezza che prova. Vorrei chiederle perchè si impone di essere "felicissima" e perchè la parola depressione la spaventa così tanto, avendo letto quello che ha scritto di aver provato. La rimando al suo percorso di terapia, sede in cui potrà interrogarsi con l'aiuto della collega; è seguita anche da un medico psichiatra sul lato farmacologico poi quindi sono sicura abbia tutto il supporto necessario. Se invece pensa che il suo percorso con i colleghi sia in una fase di stallo, ne parli liberamente e senza preconcetti: solo così potrete risolvere insieme, siete lì per quello dopotutto. Le auguro di star bene. Cordiali saluti, dott.ssa Giulia Remondini
Carissima, mi dispiace che stia avendo questi vissuti ed è un bene che li stia affrontando con la sua terapeuta. Specialmente per gli expath questo vissuto di lontananza e malinconia è abbastanza tipico. Se ha capito che l'origine è la sua famiglia, continui a scavare lì. Sicuramente c'è ancora qualche capitolo non chiuso. Cerchi di non colpevolizzarsi usando parole quali "dovrei" sentirmi felice, perchè la farà soffrire ancora di più. Nella vita si prendono delle decisioni, ed ogni decisione comporta delle rinunce, ma anche delle soddisfazioni. Anche se può sembrare pura retorica in un momento difficile, la strada è far pace con queste rinunce senza rimuginare e aprire il proprio cuore al cambiamento. È sulla strada giusta. Le auguro il meglio, cari saluti, Roberta Evangelista.
Buongiorno, deve poter riflettere su queste parti nella terapia che sta già effettuando. Piano piano arriverà alla consapevolezza di quale siano le scelte migliori per lei in relazione al suo percorso di vita. Non c'è giusto o sbagliato in assoluto e non dovrebbe sentirsi in colpa se non si sente felice, potrebbe invece cercare di capire perchè non si sente pienamente soddisfatta.
Buongiorno e grazie molte per la sua condivisione. Capisco la preoccupazione di poter, in futuro, soffrire di una condizione nonostante ora stia facendo il massimo per lavorare sulla sua salute mentale. Innanzitutto vorrei rimandarle l'importanza dell'investimento su se stessa che ha fatto e, tuttora, sta facendo, avendo intrapreso un percorso di psicoterapia e di farmacoterapia. Riconoscere di aver bisogno delle competenze di uno specifico professionista e rivolgervisi non è affatto banale, ma un passo che denota una spinta, da parte della persona, ad un miglioramento della propria condizione. La invito a tenere sempre presente che la guarigione, in psicologia soprattutto, è un processo: non è immediata ma richiede tempo, nel quale lasciar maturare l'acquisizione di nuove consapevolezze e nel quale investire nel percorso; soprattutto, non è lineare, al miglioramento non necessariamente segue altro miglioramento, ma è possibile che momenti di benessere siano seguiti da periodi in cui si ha la percezione di essere sottotono, di aver fatto qualche passo indietro. Questi picchi, positivi e negativi, fanno parte del percorso e casi di down non devono essere scambiati con l'inefficacia del percorso o con un peggioramento duraturo. Le consiglio, tuttavia, di condividere con la sua terapeuta e nel setting quanto ci ha ben riportato qui, poiché è con la vostra alleanza e conoscenza approfondita della situazione che potrete affrontare concretamente il tema che ci sta portando.
Le auguro il meglio e rimango a disposizione qualora avesse bisogno.
Dott.ssa Camilla Centanni
Buongiorno Signora, il percorso che sta seguendo le ha sicuramente favorito nel comprendere alcune aree personali a lei ignote, condivido i suggerimenti dei colleghi e aggiungo solamente un punto dove lei può approfondire e avviarsi ad una nuova lettura ovvero la lontananza dalla sua famiglia d'origine e la sua coppia coniugale. Magari capire cosa è cambiato e cosa lei ha potuto notare nel rapporto coi i suoi genitori, i componenti della sua famiglia, che rappresentazioni ha adesso di loro, le mancano ancora? e suo marito e la relazione di coppia ha subito un cambiamento in questi mesi? Vorrebbe dei figli?
La saluto cordialmente e rimango a disposizione dott.ssa Mirella Pepi
È comprensibile che il distacco dalla tua famiglia di origine abbia un impatto significativo sulla tua vita e sul tuo benessere emotivo. È normale provare malinconia e sofferenza a causa di questa separazione, soprattutto se hai un forte legame con la tua famiglia. È positivo che tu stia affrontando questo tema in terapia, poiché ciò ti aiuterà a esplorare i tuoi sentimenti e ad affrontare le emozioni legate a questa situazione.

Il processo terapeutico può portare a momenti di crisi emotiva e crolli psicologici, poiché ci si confronta con aspetti profondi di sé stessi e delle proprie esperienze di vita. È importante capire che questi momenti difficili fanno parte del processo di crescita e cambiamento, e possono essere una fase necessaria per il tuo percorso di guarigione.

L'assunzione del citalopram può aiutarti a gestire l'ansia e a migliorare il tuo stato d'animo generale, ma è normale che ci siano ancora momenti in cui ti senti triste o preoccupata. La felicità e la gratitudine non sempre arrivano in modo uniforme o immediato. Può richiedere tempo e pazienza per elaborare i sentimenti e i cambiamenti che stai vivendo nella tua vita.

Il fatto di avere dubbi esistenziali e di essere preoccupata per il futuro è un'esperienza comune durante un percorso di crescita personale. Può essere utile continuare a esplorare questi dubbi e preoccupazioni in terapia, così da capire meglio le tue paure e i tuoi desideri e trovare modi per affrontarli.

Ricorda che ogni persona ha i propri tempi e il proprio percorso di guarigione. Essere felici non significa non avere mai momenti di tristezza o di incertezza, ma piuttosto imparare a gestire queste emozioni e trovare equilibrio nella propria vita.

Continua a lavorare con il tuo terapeuta per esplorare i tuoi sentimenti e i tuoi dubbi, e ricorda che hai il diritto di prenderti il tempo che ti serve per elaborare le tue emozioni e trovare un senso nella tua vita. La felicità è un processo in continuo divenire, e è importante essere gentili e pazienti con noi stessi durante questo percorso.
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È comprensibile che tu stia attraversando un periodo di riflessione e dubbi riguardo al senso della tua vita e al tuo benessere emotivo. La terapia e l'uso di antidepressivi sono strumenti importanti che possono aiutarti a gestire l'ansia e a migliorare il tuo stato d'animo, ma possono anche portare alla superficie pensieri e emozioni profonde che forse prima erano soppressi o ignorati.

È normale avere dei momenti di dubbi esistenziali e di ricerca di senso nella vita, soprattutto quando si sta affrontando una terapia che porta a esplorare aspetti profondi del proprio sé e della propria storia personale. Il fatto che tu stia mettendo in discussione il senso delle tue azioni e delle tue relazioni potrebbe essere un segno che stai cercando una maggiore chiarezza e un senso di direzione nella tua vita.

Tuttavia, è importante sottolineare che questi dubbi esistenziali possono essere affrontati e superati. Ecco alcune considerazioni che potrebbero aiutarti:

Continua la terapia: Prosegui con il tuo percorso di terapia e condividi con la tua terapeuta questi pensieri e dubbi che stai sperimentando. Un professionista esperto può aiutarti a esplorare ulteriormente queste questioni e trovare strumenti per gestirle.
Pratica la mindfulness: L'allenamento alla mindfulness può essere utile per affrontare i pensieri ansiosi e i dubbi esistenziali. La mindfulness ti aiuta a concentrarti sul presente, ad accettare i tuoi pensieri senza giudizio e a sviluppare una maggiore consapevolezza di te stessa e delle tue emozioni.
Sviluppa interessi e obiettivi: Considera l'idea di concentrarti su attività o interessi che ti appassionano. Definisci piccoli obiettivi personali da raggiungere, che possono dare un senso e uno scopo alla tua vita.
Parla con il tuo partner: Condividi i tuoi pensieri e sentimenti con tuo marito. Una comunicazione aperta può aiutare entrambi a comprendere meglio i bisogni e le preoccupazioni dell'altro e a trovare modi per sostenersi a vicenda.
Tempo e pazienza: Ricorda che è normale attraversare fasi di incertezza nella vita, e spesso queste fasi portano alla crescita personale. Con il tempo e la pratica della gestione delle emozioni, potresti trovare maggiore chiarezza e serenità.
Infine, non sentirti in colpa per i tuoi dubbi o per la tua ricerca di senso. La vita è un percorso in continua evoluzione, e ognuno ha il diritto di cercare il proprio significato e la propria felicità. Continua a lavorare su te stessa con il supporto della terapia e cerca il sostegno delle persone care quando ne hai bisogno.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere altre domande, o desiderasse ricevere ulteriori informazioni, non esiti e chiedere.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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