Buongiorno! Sono una donna di 35 anni che ha problemi all interno della famiglia! 2 anni fa’ mi son

17 risposte
Buongiorno!
Sono una donna di 35 anni che ha problemi all interno della famiglia! 2 anni fa’ mi sono trasferita a Roma per amore è il distacco dalla mia famiglia e’ stato un po’ traumatico soprattutto per mia sorella! Lei ha 30’anni e da anni si è lasciata andare nel senso che non lavora e non riesce a prendere la patente.. con il mio trasferimento le cose sono peggiorate! E’ in cura da una psicologa e psichiatra perché non essendo stanca scambia la notte con il giorno e non riposando bene la notge fa’ brutti pensieri! Con le pastiglie della psichiatra un po’ e risolto il problema .. ha fatto dei lavoretti stagionali e stava bene .. ma la psicologa con cui era in cura le ha detto che il suo percorso e’ terminato qui con lei perché non ascolta ciò’ che le si dice !! Ora anche con le pastiglie da un mese a sta parte ha ripreso a dormire il giorno e la notte stare sveglia… se le parli di cercare un lavoro aggredisce e si sente inadatta e piange! Abbiamo pensato agli assistenti sociali ma i miei non vogliono !! Io penso che se si assumesse una specie di “badante” che la sprona ad alzarsi la mattina e la invogliasse a lavorare o darsi da fare sarebbe un passo avanti!?!? Siamo un po disperati. Potreste darci il vostro parere?
Salve mi dispiace! le informazioni che ci ha dato sono scarse, non sappiamo se è stata fatta una diagnosi e che tipo di percorso ha seguito.
Se non ha piu' una psicoterapeuta che la segue dovrebbe riprendere un terapia privata oppure rivolgersi al CSM della ASL di appartenenza dove fare una valutazione e chiedere un percorso di psicoterapia. Il servizio sociale per adulto è dedicato alle situazioni di forte degrado. Mi faccia sapere se vorrà fornirmi piu' informazioni

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Salve, ha provato a chiedere a sua sorella se vuole ritornare in terapia? Provi a confrontarsi con lei e porti il suo vissuto emotivo. È un tentativo.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buonasera, dal suo messaggio emerge tutta la sua preoccupazione che ha nei confronti di sua sorella. È importante in questa fase cercare di capire anche quelli che sono i pensieri e i sentimenti di sua sorella così da poter intervenire nella maniera più appropriata senza andare in contrasto con ciò che desidera. Le auguro una buona serata. Rimango a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Dott.ssa Miryam Pinnella
Buonasera, mi dispiace molto per la situazione. Quella che descrive sembrerebbe una grave depressione, ed è molto importante che sua sorella riceva non solo le cure farmacologiche, ma anche psicoterapeutiche. Avete considerato un ricovero per superare il primo periodo di trattamento? A disposizione, un caro saluto.
Salve. Comprendo le difficoltà e preoccupazioni per una persona cara in difficoltà. Ma credo che per sua sorella sarebbe utile continuare il percorso psicoterapeutico o rivolgervi a un servizio pubblico di zona che la renda partecipe di un progetto che possa riguardare la sua vita e che la possa riportare a dei ritmi più naturali.
L'idea di assumere qualcuno che possa "spronarla" sarebbe importante che fosse condivisa dalla diretta interessata, altrimenti potrebbe sentirsi ancora piu inadatta e aumentare le sue difficoltà. Distinti saluti
Buonasera, mi dispiace per la situazione e per la sofferenza che genera in lei e sicuramente in sua sorella. Direi che potreste provare a farle intraprendere un nuovo percorso con un'altra o un altro psicoterapeuta oppure richiedere un ricovero ospedaliero. Importante è associare farmaci e psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera. Mi spiace molto per la situazione difficile e dolorosa che state vivendo. Forse potrebbe chiedere a sua sorella se volesse iniziare un nuovo percorso psicologico. Se il primo comunque l'aveva fatta stare meglio c'è la possibilità che possa riprovare. Lei può solo starle accanto e sostenerla.
Che è la cosa più difficile.
Cordialmente dott.ssa Francesca Torretta
Cara ragazza,

I comportamenti problematici di un figlio o i suoi sintomi psicopatologici sono ciò che generalmente spinge una famiglia a chiedere una psicoterapia.
I genitori, una sorella o un fratello si rivolgono allo psicologo in cerca di una spiegazione ed una soluzione ai problemi della persona che esprime malessere.
Secondo noi psicoterapeuti sistemico-relazionali, sarebbe un grave errore osservare il soggetto singolo estrapolandolo dal suo contesto di vita, sempre che questo sia possibile farlo.
Ogni individuo, infatti, oltre ad avere una propria identità e personalità distinta, ha anche un ruolo specifico all’interno dei vari sistemi di cui fa parte, primo fra tutti il sistema familiare.
Per comprendere ciò che ha prodotto il sintomo in sua sorella, dunque, sarebbe essenziale procedere all’osservazione dell’intero gruppo famiglia, dando particolare valore al tipo di interazioni che si creano tra i vari membri del sistema.
Studiare l’intero gruppo familiare permetterebbe di individuare quali tipi di transizioni relazionali possono aver portato allo sviluppo dei sintomi e che concorrono al loro mantenimento nel tempo.
Il paziente designato è un concetto con il quale si vuole indicare che il funzionamento disfunzionale di un figlio rappresenta, in realtà, un sintomo di una problematica generale del sistema familiare di cui egli fa parte.
Il figlio sintomatico, dunque, è il portavoce della sofferenza che affligge l’intera sua famiglia.
Il paziente designato e i suoi comportamenti disfunzionali hanno una duplice e ambivalente funzione:
l’espressione dei sintomi psicopatologici sono una richiesta di aiuto per sé e per la propria famiglia. Come effetto secondario, infatti, l’espressione del sintomo di uno porta alla luce il problema più generale del gruppo di cui fa parte.
L’espressione del sintomo in un solo membro del gruppo permette allo stesso tempo di nascondere conflitti relazionali presenti tra gli altri membri.
Ogni famiglia ha il costante timore che i rapporti al suo interno possano deteriorarsi e dunque giungere a conclusione.
Questa paura induce spesso le famiglie a tentare di evitare ogni conflitto, con la credenza che discussioni o litigi debbano portare per forza alla fine del rapporto.
Nelle famiglie disfunzionali si assiste proprio ad un continuo tentativo di nascondere e mettere a tacere le posizioni divergenti.
Celare le differenze induce ad un’insufficiente differenziazione tra i vari membri.
Le relazioni familiari nelle famiglie disfunzionali in cui c'è un membro sintomatico risultano simbiotiche e, di conseguenza, lo stato emotivo di ciascun membro è fortemente influenzato da quello degli altri.
Questo fa sì che ciascuno impegni gran parte delle energie per contenere e gestire i livelli emotivi dei propri familiari, trascurando i propri bisogni e la propria libertà di vita, cme sta accadendo a lei nel preoccuparsi per sua sorella.
Il paziente designato, dunque, non è altro che colui che assume su di sé l’intera sofferenza della sua famiglia, con un tentativo estremo di mantenerne l’unità.
È importante sottolineare che in questa dinamica non è possibile individuare delle vittime e dei colpevoli.
Il processo relazionale che conduce all’emergere di sintomi psicopatologici in un figlio si caratterizza, infatti, per essere un processo circolare:
da una parte i genitori cercano di risolvere le proprie difficoltà coniugali coinvolgendo il figlio,
dall'altra, il figlio stesso, attraverso un atto sacrificale, sceglie di assumere su di sé la responsabilità di risolvere le difficoltà della sua famiglia.
Ritengo sia opportuno vi attiviate affinché possiate cominciare quanto prima una psicoterapia familiare. Con il tempo riuscirete tutti a trovare la vostra libertà e a star meglio.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Gent.ma, pur non essendo possibile da qui farsi un’idea concreta del problema di sua sorella, sembra tuttavia descrivere un disagio piuttosto importante che comprensibilmente la preoccupa. Probabilmente, è opportuno che sua sorella faccia riferimento agli specialisti che già l’avevano in cura, sebbene anche questo aspetto possa qualche volta essere complicato da diverse ragioni. Rimane però il fatto che sembra descrivere una sofferenza importante e sarebbe meglio potesse essere almeno un po’ contenuta: prenda magari in considerazione l’idea di rivolgersi ai servizi di salute mentale della zona di sua sorella, spiegando loro ciò che accade e la preoccupa. Stabilire un contatto e un legame con un curante è il primo compito, non sempre semplice da realizzare, soprattutto se vede che sua sorella non è più in grado di chiedere aiuto da sé. Solo così diventa possibile valutare la complessità della situazione e iniziare a pensare ad un programma terapeutico condiviso: all’interno di questo contesto, valuterete poi l’opportunità o meno della presenza di figure professionali di supporto. SG
Buon pomeriggio. Mi spiace per le preoccupazioni che sta vivendo per sua sorella data la difficile situazione in cui si trova da tempo.
Il mio suggerimento è innanzitutto quello di non smettere di supportare sua sorella, ma allo stesso tempo di non sostituirsi a lei nella scelte che solo lei stessa può fare. Potrebbe provare a motivarla rispetto a riprendere un percorso psicologico-psicoterapeutico, ad esempio, senza però decidere al suo posto.
Credo inoltre che, visto il coinvolgimento dell'intera famiglia nella problematica condivisa, potrebbe esservi di grande aiuto rivolgervi tutti insieme, come famiglia per l'appunto, ad un professionista per intraprendere un percorso di terapia familiare attraverso il quale esplorare i vissuti, le dinamiche relazionali ecc. che tutto il nucleo sperimenta rispetta alle difficoltà che esprime e vive sua sorella.
I migliori auguri e un saluto, Dott. Felice Schettini
Buon pomeriggio, mi dispiace per la situazione familiare che sta affrontando. Mi rendo conto che non è piacevole sapere un proprio familiare in difficoltà e non sentirsi in grado di poter fare qualcosa.
Bene che l'aspetto farmacologico sua sorella lo stia portando avanti ed è aderente al trattamento. Da quello che ho letto, la mancanza di energie, le difficoltà relative al sonno, l'incapacità a portare avanti obiettivi quotidiani sono aspetti preminenti rispetto la situazione di sua sorella. A riguardo le consiglio di stabilire con sua sorella piccoli obiettivi quotidiani, che possono sembrare banali, ma non lo sono. Il trovare lavoro lo può considerare uno step successivo. Provi a iniziare a proporre brevi attività che sono gradevoli e piacevoli a sua sorella e che rispecchiano i suoi gusti e preferenze. Mi viene in mente: stilare la lista della spesa e andare al supermercato, dedicarsi al giardinaggio, cura e pulizia della casa, fare una breve camminata e via dicendo. L'obiettivo è avere degli scopi quotidiani che possono rinforzare la motivazione all'azione di sua sorella.
Rimango a disposizione per eventuali domande.
Le auguro un in bocca al lupo!
Buongiorno, la situazione è complessa ed ho l'impressione che una badante difficilmente possa motivare a sufficienza una persona in difficoltà come sua sorella ( mi pare di intendere che soffra di una qualche forma di depressione).
Dovrebbe poi chiarirmi, affinchè le possa suggerire qualcosa su una eventuale cura, se sua sorella è ed era in cura sia da una psicologa sia da una psichiatra oppure solo da una delle due figure.
Cordialmente
A.M.
Non mi sembra una grande strategia trovare una badante per sua sorella che ha 30 anni, come scrive, per invogliarla ad alzarsi! Credo sia più opportuno suggerirle di riprendere la terapia interrotta
Gentilissima,
dalle informazioni che mi da capisco che è necessario il sostegno di un psicoterapeuta. Sua sorella ha bisogno di un supporto psicologico e psicoterapeutico.
Cerchi un professionista nella sua zona.
Un caro saluto
Mi dispiace per questa situazione, non deve essere facile, soprattutto adesso che si è trasferita altrove, vivere con la preoccupazione e il dispiacere per sua sorella. Penso sia molto importante comprendere i vissuti di sua sorella, in cosa fa più fatica, cosa la blocca e perché. Si trova in un'età importante, in cui ci si costruisce in modo più concreto la propria vita "da adulti" e questo momento può diventare una fase molto delicata del ciclo di vita. Se c'è il rischio che sua sorella si senta ancora più inadatta nel continuare a sentirsi il centro del problema, potrebbe aiutarla anche un percorso familiare, sarebbe anche un'occasione utile per comprendere e approfondire dinamiche relazionali che coinvolgono tutta la famiglia e che generano i vissuti di sua sorella ma anche di ogni membro della famiglia e darebbe respiro a tutti. Se ne ha la possibilità, non sapendo la portata della vostra distanza, sarebbe preziosa anche la sua presenza.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Montalto
Buonasera, le suggerisco di incoraggiarla a riprendere una terapia psicologica, se la precedente non ha funzionato può sicuramente trovarne una più adatta al tipo di problema presentato da sua sorella. Potrebbe rivolgersi ai servizi di zona come i centri di salute mentale della Asl di riferimento per trovare supporto, anche come familiare. A distanza è molto difficile essere d'aiuto lo capisco, ma mettere una badante per farla alzare la mattina, soprattutto se soffre d'insonnia potrebbe non essere una soluzione. Comunque senza altri dettagli diventa difficile capire quale sia la strategia giusta. Si affidi ad un servizio di zona intanto per inquadrare meglio la situazione o ad uno psicoterapeuta che sia in grado di perdere in carico la condizione di sua sorella.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno signora, la situazione che state vivendo sembra essere molto preoccupante per lei e per i suoi genitori. Lei inoltre si trova anche lontano e quindi si aggiunge un carico emotivo maggiore che magari non le permette di Vedere la situazione in maniera adeguata. Mi sembra comunque che sua sorella stia effettivamente molto male e si rifiuti di farsi curare, in tal caso l’unica via è un trattamento sanitario obbligatorio.
Provate a parlarbe con lei.
Saluti, dott.ssa Marini

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