Buongiorno, sono un uomo maturo piuttosto immaturo. Sono più vicino ai 60 che ai 50, ho figli gra

15 risposte
Buongiorno,
sono un uomo maturo piuttosto immaturo.
Sono più vicino ai 60 che ai 50, ho figli grandi e figli piccoli diverse relazioni alle spalle e non sono ancora capace di dire no in maniera categorica.
Questa mia condiscendenza, associata ad una disponibilità eccessiva mi ha creato non pochi problemi nella vita portandomi a recidere drasticamente relazioni nelle quali erano presenti figli quando avevo raggiunto il limite massimo di sopportazione. Eppure in tutti i casi ho palesato nel tempo le mie rimostranze, le mie resistenze verso situazioni che ritenevo per me scomode e fastidiose, ma sono state regolarmente ignorate finché non sono arrivato ad un drammatico punto di non ritorno con separazioni dolorose sia per i genitori che per i figli.
Non so se sono io che mi scelgo partner di vita con una spiccata tendenza alla sopraffazione e poco empatiche o se sono io che non so esplicitare in maniera decisa il mio disappunto e tendo ad essere troppo accondiscendente. Ormai è un approccio di vita, alla mia età è difficile cambiare e sopravviene una sorta di rassegnazione, la laconica consapevolezza di non avere più la vita davanti ed appunto, una deprimente forma di rassegnazione, che ogni tanto lascia spazio ad una rabbia inconcludente associata a forme aggressive di breve durata, mai violente.
Questa accondiscendenza si palesa in tutte le forme di relazione sociale, io sono sempre quello che si lamenta poco e che pretende poco (ed in effetti questo tende a corrispondere alla realtà), ma a livello professionale e lavorativo diventa pericoloso e mi impedisce di emergere o di avere un congruo riscontro economico dai miei sforzi.
A questo punto dovrei porre la domanda agli specialisti, che mi pare ovvia: è preferibile che mi adatti a questo status prendendo quel che di buono mi riserva la vita da qui alla fine dei miei giorni o è possibile e sensato intraprendere un percorso che mi consenta di cambiare ed essere più incisivo nei miei rapporti? Considerando la seconda opzione quale costo potrebbe avere per i rapporti consolidati che ho?
Buon giorno, e soprattutto grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Da terapeuta cognitivo comportamentale, mi preme dirLe, che si può sempre cambiare non ci sono limiti di età. E Lei mi sembra anche consapevole su cosa andare a lavorare e per quale motivo. Le consiglio una terapia cognitivo comportamentale, in quanto è in grado di fornirle tecniche specifiche, che si concentri sul riconoscimento dei Suoi bisogni,e su questo non sembrano esserci difficoltà, e sul esporsi gradualmente alla comunicazione e non solo di tali.
Credo anche che darsi un tempo ed uno spazio, come appunto il setting terapeutico, gioverà anche alle relazioni intese in senso ampio, vivendo e lavorando anche sulla stessa relazione terapeutica.
Resto a disposizione
Dott.ssa M.D.A
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
la sua situazione è singolare. Singolare perché parla al plurale di separazioni con figli indotte alla fine sempre dalla stessa motivazione: un'accondiscendenza eccessiva o a una prevaricazione che alla fine diventa insopportabile.
Quel che mi viene da pensare e che evidentemente sta pensando anche lei è che il problema non sia delle sue ex partner, ma dal criterio con cui lei seleziona le sue compagne di vita e le motivazioni reali che la spingono ad avventurarsi in percorsi per lei così perigliosi che poi la costringono ad arrendersi e ritirarsi con conseguenze non banali per sé e per i suoi affetti.
Mi perdoni per la franchezza, ma mi creda, buona parte di quel che sto scrivendo è una mera ripetizione di quel che ha scritto lei e forse lei conosce già benissimo le risposte ai suoi quesiti, ma cerca nel terapeuta un complice per esplicitare il tutto e questo non riduce il ruolo del terapeuta, perché nella selezione ho capito lei sarà estremamente severo ed intransigente, assai di più di quanto non lo sia nell'accompagnarsi. Le auguro di trovare rapidamente il giusto terapeuta per esplicitare le cause delle sue difficoltà e per affrontarle. Le suggerisco ovviamente un percorso analitico tradizionale, con tutte le difficoltà che può implicare, ma è l'unico che può consentirle di affrontare i fantasmi che in qualche modo si trascina dietro da tanto tempo e che ora è sicuramente pronto ad affrontare. Cordialmente dottoressa Giada Di Veroli
Gentilissimo,
La puntuale analisi che ha generosamente condiviso mette in luce un importante fattore che la predispone positivamente verso un progetto di cambiamento, ossia la sua Consapevolezza di certi suoi modi di stare in relazione e di vivere la stessa.
Ciò premesso, lei ha descritto le conseguenze negative che ha sperimentato e sta ancora sperimentando e “arrendersi” non darebbe merito agli strumenti che dimostra di possedere.
È sempre possibile cambiare, o meglio, rafforzare parti di sè che per svariati motivi faticano a legittimarsi se non, forse, arrivando agli strappi. Questi stessi strappi, tuttavia, sembrano averle lasciato cicatrici, rimorsi e rimpianti.
Ci sono veramente tanti approfondimenti che sarebbe opportuno fare, e capirà che questo mezzo non consente di andare oltre al suggerimento che mi sento fermamente di darle, ossia ritagliarsi uno spazio per pensare, riflettere e modificare quanto ha riportato nel suo quesito con un’altra mente che la supporti e la agevoli nel raggiungere i suoi obiettivi. Una psicoterapia individuale sarà un’esperienza che la aiuterà moltissimo.
Un caro saluto
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi.
Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato.
Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Gentile utente, la prima cosa che mi sento di dirle è che si può sempre cambiare, se ciò che abbiamo oggi non ci rende felice o non ci fa vivere in una condizione di benessere. Comprendo che lei si senta ad un punto del suo percorso di vita dove crede che sia troppo tardi, tuttavia se oggi scrive qua forse spera che ci sia un'altra strada. La sua consapevolezza le sarà di grande aiuto. Oggi qui lei è già stato capace di riconoscere i costi della strategia che fino ad oggi ha messo in atto. Varrebbe la pene riflettere anche sui benefici di ciò, come mai per anni è stato importante per lei essere accondiscendete? Dire no per lei cosa significa? Come immagina sarebbe la sua vita se lei fosse più risoluto? Cosa crede accadrebbe se smettesse di mettere in atto sempre questa strategia di disponibilità? Riflettere su ciò potrebbe essere per lei importante. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Grazie per aver condiviso la sua esperienza . Suggerisco un percorso per comprendere meglio le emozioni , riflessioni e pensieri legate alla sua situazione. Credo che nella vita si possano apportare cambiamenti per migliorare la nostra vita . Resto a disposizione anche online. Un caro saluto Dott.ssa Lina Robertiello
Salve, non colpevolizzi eccessivamente se stesso e le sue ex compagne perché le relazioni di coppia sono estremamente complicate da gestire e tutti incontrano difficoltà e incomprensioni. Lei non è un uomo alla fine dei suoi giorni anzi è una persona che acquisita la consapevolezza dei suoi desideri esprime la volontà di avere rapporti soddisfacenti e la giusta soddisfazione professionale. Un percorso terapeutico è cosa indicata per lei al fine di acquisire tutti gli strumenti necessari per gestire al meglio i futuri rapporti e il suo lavoro. L'impatto che avrà su altre persone è irrilevante perché tutti ne trarranno benefici ma soprattutto lei che è la cosa più importante. Studio Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, le sue riflessioni sono sensate, ritengo che finché siamo vivi possiamo cambiare, apprendere, è questa la caratteristica di noi esseri umani. può intraprendere un percorso di psicoterapia al fine di modificare le dinamiche relazionali a cui faceva cenno. più complesso è il cambiamento degli aspetti strutturali ma ciò dipende anche dalla sua motivazione a cambiare davvero direzione. Potrà senz'altro trovare un equilibrio più soddisfacente.
le invio i miei migliori auguri.
Gentile Utente, siamo esseri in costante evoluzione. Non è mai troppo tardi per cambiare ciò che ci reca sofferenza. Le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico senza indugio, con l'obiettivo di trovare la sua serenità interna.
Un caro saluto, Dott.ssa Ramona Borla
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Buonasera! Sembra aver appreso, forse molto presto nella vita, che l'unico modo per sentirsi accolto, apprezzato, amato sia essere accondiscendente, soddisfare le aspettative del altro. Questo, però, pare costringerla a una rinuncia di se stesso, che regge fino a un certo punto per poi esplodere e danneggiare le relazioni (cosa che potrebbe anche suscitare un potente senso di colpa). Questo "schema" sembra anche avere un carattere ripetitivo e generalizzarsi a tutti i contesti e le dimensioni della vita (affetti, lavoro, socialità). L'età e il tempo potrebbero essere considerati diversamente, cioè nei termini dei cambiamenti verso i quali si sente pronto (si sente pronto?). "Quale sarà la reazione degli altri?" Anche qui si preoccupa di quello che l'altro si aspetta, come se fosse impossibile essere genuinamente interessato a Lei. Mi permetta di capovolgere i termini dell'ultima domanda: "Quale costo avrà PER LEI continuare a rinunciare alla sua genuinità?". Spero accolga questa crisi come occasione per rivolgersi a un* collega con cui potersi concedere un'esperienza del Sé nuova e diversa. In bocca al lupo
Buongiorno, sembra che in questo spazio di condivisione lei si sia preso il suo spazio e abbia espresso ciò che sente senza "lo spettro" della condiscendenza. Come è stato per lei scrivere e rileggersi? A me è arrivato il desiderio di comprendere ed il bisogno di scegliere: scegliere se stare o se cambiare. Un percorso di terapia può quindi essere per lei uno spazio di riflessione, di supporto ma soprattutto di scelta singolare in un mondo di pluralità che sembra averle lasciato molta insoddisfazione. Il costo? In una 'logica di tornaconto' sarà lei a decidere cosa e come cambiare quindi il costo sarà sicuramente sostenibile dal momento che la scelta sarà fatta da un uomo maturo. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Gentile utente, non le nascondo che ho dovuto leggere più volte il suo messaggio, perché in alcune frasi mi sembrava stesse dicendo tutto e poi il contrario di tutto. All'inizio dice di non essere capace di dire di no e di essere condiscendente, ma nel periodo successivo afferma di riuscire a palesare le sue rimostranze, tant'è che sente che le sue richieste vengono ignorate (e questo non vuol dire che non siano state espresse).
Per capire certi meccanismi, meravigliosamente complessi poichè riguardano la sua personale storia di vita sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia, attraverso il quale sarà poi lei a rispondere alla sua ultima domanda. Sarà proprio questo percorso che le consentirà di conoscere sé stesso e di capire se, messi sul piatto della bilancia costi e benefici, è più utile essere accondiscendenti o incisivi.
La psicoterapia non serve per imparare ad essere più incisivi, ma è un viaggio alla scoperta di sé, dove ci si può perdere in "strade buie e inesplorate", dove si possono accendere lampioni su strade poco illuminate oppure dove si possono percorrere sentieri apparentemente già battuti che portano però verso nuove mete.
Le auguro di poter "preparare la valigia" per cominciare questo viaggio e poter godere del panorama.
Cordialità
Dott. Andrea Como

Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso in maniera così precisa la sua esperienza. Le sue parole sono state estremamente forti a livello comunicativo e mi sento di dirle che il disagio che sta sperimentando verso il suo carattere accondiscendente rappresenta già un tentativo di cambiamento. Rispetto all'ultima domanda mi verrebbe da chiederle piuttosto quanto costerebbe a lei adattarsi ad una condizione in cui si sente stretto per evitare di incombere in cambiamenti nei suoi rapporti già esistenti?
Ci sarebbe tanto da approfondire. Resto a sua disposizione per ulteriori dubbi.
Un caro saluto
Dott.ssa Veronica Guidi
Salve, una psicoterapia è sempre utile a chiunque e a qualsiasi età. E' utile perché aiuta a scendere nel profondo di se stessi e a acquisire strumenti per fare scelte che diano serenità. Comprendo che lei abbia bisogno di un po' di pace dopo una vita difficile ma i rapporti consolidati, se sono davvero tali non vengono messi in crisi da una cura bensì rafforzati. La psicoterapia infatti mostra la vacuità del superfluo e del nocivo non il positivo che le relazioni possono offrire, le vecchie e le nuove.
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