Buongiorno, sono spesso in crisi perché durante il mio lavoro precedente ho subito mobbing per il fa

18 risposte
Buongiorno, sono spesso in crisi perché durante il mio lavoro precedente ho subito mobbing per il fatto di essere una donna single e con una figlia. Venivo additata come donna sola e se commettevo una svista mi si diceva che la colpa era perché non avevo un uomo (tralascio il commento a sfondo prettamente sessuale che potete immaginare). Ho riflettuto spesso sulla situazione, ma ad oggi visto anche le problematiche relazionali vissute coi miei genitori, ho molta difficoltà a trovare la persona giusta per me o forse non esiste o forse non ne ho bisogno. Detto francamente mi chiedo a cosa mi potrebbe servire un uomo visto che sono autonoma e non mi manca nulla. Inoltre attiro persone molto spesso che sono egocentriche e piuttosto anaffettive. Mi piacerebbe sapere se c’è un modo per capire a cosa dovrei ambire in una relazione con un uomo perché evidentemente dal mio passato non ho molto esempi dai quali attingere. Mi chiedo se un partner si debba cercare o se bisogna aspettarlo. Mi chiedo spesso se ho colpe per essere sola, se ho qualcosa che non va, o se ho troppe pretese. Siccome è il mio punto debole vorrei lavorarci su perché ho paura che cambiando lavoro possa sentirmi di nuovo in svantaggio per essere sola con una bambina. Non vorrei più subire discriminazioni di tale natura! Che ne pensate?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, è evidente il disagio che sta vivendo in questo momento. Subire discriminazioni perchè lavoratrice madre non è tollerabile e può comportare uno stress emotivo tale da compromettere sia il rendimento lavorativo che la vita personale.
Rivolgersi ad uno psicologo potrebbe aiutarla ad elaborare il suo vissuto e a lavorare sulla sua autostima che in questo momento è bassa anche a causa delle esperienze relazionali del passato.
All'interno di uno spazio terapeutico potrà ritrovare la centralità dei suoi bisogni e la fiducia nelle risorse a sua disposizione, importanti anche per aprirsi ad una nuova relazione.
Cordiali saluti, Dott.ssa Marina Colangelo
Le discriminazioni in merito sono deplorevoli!!! Una donna/ madre che lavora e si occupa di sua figlia dovrebbe essere lodata
Comunque lei sta ponendo dei quesiti che attengono al suo progetto di vita. Magari inizi una psicoterapia che la possa aiutare
Gentile utente, mi sembra che stia attraversando una fase di difficoltà emotiva che purtroppo incide anche sulla sicurezza in se stessa e sul suo stile di vita.
Il mio consiglio è di parlarne in consulto, in modo da rinforzare le sue risorse e la sua autostima e aiutarla ad affrontare le critiche sul posto di lavoro con maggiore fermezza. Si potrebbe inoltre parlare dei suoi dubbi sulla difficoltà nell'avere una relazione, in modo da analizzare insieme tutti i fattori che potrebbero incidere.
Non si tratta mai di "colpe", ma di aspetti di sè che vanno capiti e solo così possono poi essere utilizzati al meglio.
Resto a sua disposizione per qualsiasi esigenza.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Claudia Torrente Cicero


buongiorno, consultare uno lo psicologo aiuterebbe lei a migliorare la tua autostima e ad avere un compagno se lo desidera che lo aiuti ad aggiungere un valore aggiunto nel corso della sua vita. .anche se lei è una persona autonoma e concreta, lei potrà decidere di avere una relazione quando saprà cosa vuole da una relazione e avrà ottenuto un necessario distacco da commenti inopportuni e che sono il prodotto di pregiudizi e retaggi culturali... qualcuno s'accorgerà della sua forza e del coraggio di affrontare la vita e tenderà una mano a qualcuno per vivere questo viaggio ma lei deve ritrovare quella "leggerezza" che le consente di essere disponibile emotivamente ad accogliere chi veramente chi può aggiungere qualcosa alla sua vita che le indicherà una nuova strada, che lei deciderà se e di percorrere e che include una figlia e delle priorità...Io sono a disposizione. Saluti dottoressa Ponziani
Buongiorno,
questo potrebbe essere il momento ideale per affrontare ciò che lei ha esposto.
Ci sono diversi aspetti su cui varrebbe la pena aprire una riflessione e costruire senso. Aspetti che lei qui ha ben espresso e che sono molto importanti: la relazione con i suoi genitori, il suo modo di vedere la relazione con l'altro e di relazionarsi. L'aspetto, altrettanto importante, relativo al mobbing subito e come questo può aver avuto un impatto importante su di lei.
Un percorso psicoterapeutico dove poter affrontare queste questioni importanti con la calma, il contesto e la delicatezza necessarie, può certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
Cara utente, mi dispiace molto leggere della situazione lavorativa che hai dovuto affrontare. Immagino che emotivamente debba essere stata complessa da gestire e che possa averla portata a porsi delle domande su di sé e sul proprio status di madre lavoratrice che, da sola, si prende cura di sua figlia. Le domande che pone in merito alla scelta o meno di un partner potrebbero essere degli ottimi spunti per lavorare su di sé e sulla relazione con l'altro nell'ambito di un percorso psicologico. Mi ha colpito molto la sua frase 'mi chiedo a cosa potrebbe 'servirmi' un uomo', come se vi fosse dietro una certa convinzione in merito alle relazioni sentimentali, all'altro e a sé stessa in queste relazioni. Il mio augurio è che possa concedersi uno spazio di riflessione.
Rimango a sua disposizione, anche online, qualora decida di intraprendere questo cammino di maggiore conoscenza di sé e delle sue risorse.
Un caro saluto,
Simona Del Peschio
Se bisogna cercarlo o aspettarlo? Mi viene in mente se una persona è davvero legata ad una persona per com’è o per come è la natura della loro relazione? é veramente importante poi sentirsi insieme a qualcuno? Oppure bisogna principalmente scoprire prima se stessi e quello che si vuole davvero? Sono tutte domande non fondamentali, ma quanto meno utili. Grazie, Dott. Benjamin Collins
Buonasera signora, purtroppo il vissuto che lei porta è spesso condiviso da donne che - come lei - vengono offese a causa del pregiudizio culturale (direi quasi sospetto) verso le donne single e indipendenti. Non sia mai che non sia 'necessario' avere accanto un uomo! Quello che lei ha subito parla di chi l'ha offesa, più che di lei, ma in qualche modo le risuona. Lei, infatti, si chiede se dovrebbe cercare un compagno, pur ammettendo di non sentirne particolarmente il bisogno. Io credo che non sia obbligatorio essere in coppia, e che a volte "si sta meglio da sole", se non si sta vivendo una relazione nutritiva, di affetto e supporto. Detto questo, l'amore è sicuramente una componente importante nella vita di ognuno e non avrebbe nemmeno senso rinunciarci. Le consiglierei di iniziare un percorso per imparare a conoscersi meglio, e magari a (ri)conoscere le dinamiche disfunzionali che l'hanno portata ad avere relazioni poco soddisfacenti. Credo che partendo da lei stessa potrà trovare le sue risposte (che possono chiaramente mutare nel tempo) e - chissà - magari attirare un partner con cui costruire una relazione più appagante. È il mio augurio!
Gentile Utente, mi dispiace per le prevaricazioni che sta vivendo sul posto di lavoro, fanno male e lo farebbero a ciascuno. Ciò che colpisce è che lei ha già una posizione interna da seguire sull'argomento, giusta o sbagliata non ci deve interessare, ed è che in questo momento della sua vita non vuole un uomo accanto perché si sente solida e orgogliosa della sua autonomia. Tuttavia, il fatto stesso di scontrarsi con commenti sessisti e di cattivo gusto, la porta a dubitare di sé stessa. In pratica il problema è come se non fosse avere colleghi primitivi e sgradevoli, ma imprevedibilmente diventa lei e le sue scelte. Ha colto ad avere un'attitudine all'auto colpevolizzazione, e mi sembra un obiettivo molto ben formulato da portare in una psicoterapia; perché purtroppo non possiamo far cessare le discriminazioni, magari potessimo, ma abbiamo potere di non concedere agli altri potere su di noi, portandoci a metterci in discussione. Un caro saluto
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, le difficoltà relazionali o i sintomi sono sempre collegati e nascono all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Certamente le posso dire che una relazione con un uomo non può basarsi su una necessità di rispondere ad un giudizio discriminatorio. Sicuramente ha bisogno di approfondire questo aspetto.
Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento di difficoltà da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Gentile utente, le domande che si pone, generosamente condivise con noi, sono il frutto di una riflessione su di sè che sta prendendo vita. Tale riflessione può trovare supporto all'interno di un percorso di psicologico, con un professionista che possa accompagnarla ad esplorare meglio il suo mondo emotivo, relazionale e l'impatto che le esperienze di vita hanno su di lei. Quindi, ad affrontare i temi importanti che ha esposto all'interno di uno spazio di ascolto ma al contempo di scoperta delle sue risorse.
Cordiali saluti, dott.ssa Anna Vinci.
Gentile utente, grazie per aver raccontato qui la sua storia.
Mi sento di partire dalla fine: non permetta ad altre persone di decidere per lei, se il suo lavoro le piace non lo cambi.
Tuttavia, mi rendo conto che ricevere queste discriminazioni, che andrebbero denunciate e punite, possa provocarle un forte stress.
Per quanto riguarda la questione relazionale, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per poter meglio indagare e conoscere il suo vissuto personale.
Da un lato mi sembra desiderosa di intraprendere una relazione che sia soddisfacente, dall'altro, probabilmente per paura, tende a rifiutarla.. chiedendosi "a cosa può servirmi un uomo?".
Come stesso lei afferma, questo è il suo punto debole, che la farà sentire sempre insicura nel rapportarsi all'altro, nonostante la forza e determinazione che mostra in altri campi di vita.
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a conoscere e potenziare questi "punti deboli".
La saluto cordialmente,
Resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Barbara Piscitelli
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Buongiorno, mi spiace molto per la situazione. Partire con il il dire che non ci sono colpe nel vivere la propria vita come si vuole, con o senza relazioni. Da quanto scrive però mi pare di leggere una certa indecisione: da un lato afferma di non sentire il bisogno di di un partner, dall'altro si pone degli interrogativi sulla sua vita relazionale che sembrano indicare il desiderio di averne una. Un percorso con un professionista la potrebbe aiutare a integrare questi due aspetti e a fare un po' di chiarezza sulla sua storia relazionale così da capire il perchè, se c'è, lei attira persone "egogentriche e anaffettive. Concludo conuna nota sui suoi colleghi: il loro comportamento, oltre che indelicato e scortese, è soprattutto illegale e può riservarsi di procedere nelle opportune sedi.
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Non si può iniziare una relazione per comodità o per evitare problemi al lavoro (il mobbing è contro la legge e potresti difenderti legalmente.) Non è obbligatorio avere una relazione e soprattutto si dovrebbe desiderare di averla se si sente di voler condividere la vita con qualcuno. Quindi dovresti capire se stai davvero bene da sola o se il tuo non volere una relazione sia in realtà solo una difesa, un tentativo di non soffrire e di rimanere delusa. Se la tua è una difesa, ti consiglio di lavorarci, possibilmente in una terapia, non per evitare problemi a lavoro, ma per poter vivere serenamente la tua vita affettiva ed emotiva. Ne vale la pena. Un saluto
Io le rispondo con una frase semplice, ma che per me è l'essenza a cui tutti dovremmo aspirare : "“Quel che sono è sufficiente, se solo riesco ad esserlo.”
Darsi il diritto di una accettazione positiva e incondizionata è la direzione a cui tendere attraverso un percorso terapeutico
carl-rogers
Buongiorno, cosa cercare in una relazione è sempre un quesito molto grande e complesso, ma pare che si sia risposta già nella domanda. "forse non ne ho bisogno", in base ai quesiti e vissuti forse ora non ne sente l'esigenza e mi pare un atteggiamento maturo quello di prendersi il proprio tempo per capire meglio cosa si vuole piuttosto che buttarsi in una relazione. A parer mio si potrebbe lavorare sul come vivere questo aspetto e questa pressione per non venire più discriminata per questo e poi col tempo, se e quando vorrà, capire cosa cerca e vuole in una relazione. Cosa ne pensa? Se vuole rimango disponibile.
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Gentilissima utente, grazie per condividere questo suo momento così difficile.
Mi dispiace molto per l'esperienza di mobbing che ha vissuto nel tuo lavoro precedente a causa della sua situazione familiare. È assolutamente inaccettabile essere discriminati per motivi del genere.
In risposta alla tua domanda su come capire cosa cercare in una relazione con un uomo, penso che sia importante prima di tutto lavorare su te stessa e sulla sua autostima. Se si sente autonoma e completa da sola, è un ottimo punto di partenza. Forse potrebbe riflettere su quali sono le sue priorità e i suoi valori in una relazione, e cercare qualcuno che li condivida.
Non c'è un modo giusto o sbagliato per trovare un partner, alcuni lo cercano attivamente mentre altri preferiscono lasciare che le cose accadano naturalmente. L'importante è non sentirti in colpa per essere sola o pensare di avere qualcosa che non va. Ognuno ha il diritto di scegliere il proprio percorso e di essere felice.
Le consiglio di lavorare su te stessa, magari anche con l'aiuto di un professionista, per affrontare le sue paure e incertezze legate a una possibile relazione. Imparare a valorizzarti e a riconoscere i suoi talenti e le sue qualità potrebbe aiutarla ad attirare persone più positive e affettuose nella sua vita.
Ricordi che merita di essere rispettata e amata per quello che è, e non per la tua situazione familiare o sentimentale. Non permetta a nessuno di farle sentire inferiore o meno importante per quello che è. E non abbia paura di cercare un nuovo lavoro se sente che le serve per proteggere se stessa e sua figlia da situazioni di discriminazione. Sia coraggiosa e continui a seguire il suo cuore. Per qualsiasi dubbio mi contatti.
Dott. Cordoba

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