Buongiorno. Mi trovo ad affrontare una situazione allarmante e angosciante riguardante mia madre.
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Buongiorno.
Mi trovo ad affrontare una situazione allarmante e angosciante riguardante mia madre.
Ha 68 anni, vedova, pensionata.
Mi è stato riferito che avrebbe sottratto un mazzo di chiavi ad una parente.
La parente non si è accorta subito della loro sparizione ma è certa che la colpevole sia mia madre, che però nega ogni suo coinvolgimento.
A quanto pare non è il primo episodio, in passato ha fatto sparire altri oggetti di poco valore e della corrispondenza.
I parenti hanno lasciato correre perché non volevano causarmi un dolore, sono stata tenuta all'oscuro di tutto fino a due giorni fa.
Come posso aiutarla?
Ha già altri problemi di salute, soffre di ipertensione e negli ultimi mesi è parecchio nervosa causa cantiere in corso al piano di sopra.
Ho provato a parlarle con delicatezza ma niente. Temo una reazione fisica avversa (crisi ipertensiva, autolesionismo) o, peggio ancora, un ripetersi dei furti insistendo nel chiederle se ha fatto qualcosa.
Vorrei aiutarla a prendere coscienza del problema ma non so come fare.
Mi trovo ad affrontare una situazione allarmante e angosciante riguardante mia madre.
Ha 68 anni, vedova, pensionata.
Mi è stato riferito che avrebbe sottratto un mazzo di chiavi ad una parente.
La parente non si è accorta subito della loro sparizione ma è certa che la colpevole sia mia madre, che però nega ogni suo coinvolgimento.
A quanto pare non è il primo episodio, in passato ha fatto sparire altri oggetti di poco valore e della corrispondenza.
I parenti hanno lasciato correre perché non volevano causarmi un dolore, sono stata tenuta all'oscuro di tutto fino a due giorni fa.
Come posso aiutarla?
Ha già altri problemi di salute, soffre di ipertensione e negli ultimi mesi è parecchio nervosa causa cantiere in corso al piano di sopra.
Ho provato a parlarle con delicatezza ma niente. Temo una reazione fisica avversa (crisi ipertensiva, autolesionismo) o, peggio ancora, un ripetersi dei furti insistendo nel chiederle se ha fatto qualcosa.
Vorrei aiutarla a prendere coscienza del problema ma non so come fare.
Buongiorno,
la situazione che descrive è certamente delicata e merita attenzione e comprensione. È importante ricordare che comportamenti come sottrarre oggetti, soprattutto se ripetuti e negati, possono avere diverse cause, anche legate a difficoltà psicologiche o cognitive, che possono manifestarsi soprattutto in età avanzata. Lo stress, i problemi di salute preesistenti e cambiamenti nell’ambiente quotidiano, come il disagio dovuto ai lavori in casa, possono aggravare la situazione e influire sul comportamento.
Il suo desiderio di aiutare sua madre è fondamentale, ma è altrettanto importante procedere con cautela, evitando di accusarla direttamente o insistere troppo, per non generare ulteriori tensioni o reazioni negative. Un primo passo può essere osservare con attenzione i suoi comportamenti, annotare quando e come avvengono questi episodi, e mantenere un dialogo il più possibile empatico e non conflittuale.
Tuttavia, per comprendere meglio la natura di questi episodi e trovare un modo efficace per aiutare sua madre, sarebbe utile rivolgersi a uno specialista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, che possa valutare la situazione in modo approfondito e proporre un percorso di supporto mirato, sia per lei che per tutta la famiglia.
Affrontare queste difficoltà con un aiuto professionale può fare la differenza nel tutelare la salute e il benessere di sua madre e nel gestire al meglio questa complessa situazione familiare.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrive è certamente delicata e merita attenzione e comprensione. È importante ricordare che comportamenti come sottrarre oggetti, soprattutto se ripetuti e negati, possono avere diverse cause, anche legate a difficoltà psicologiche o cognitive, che possono manifestarsi soprattutto in età avanzata. Lo stress, i problemi di salute preesistenti e cambiamenti nell’ambiente quotidiano, come il disagio dovuto ai lavori in casa, possono aggravare la situazione e influire sul comportamento.
Il suo desiderio di aiutare sua madre è fondamentale, ma è altrettanto importante procedere con cautela, evitando di accusarla direttamente o insistere troppo, per non generare ulteriori tensioni o reazioni negative. Un primo passo può essere osservare con attenzione i suoi comportamenti, annotare quando e come avvengono questi episodi, e mantenere un dialogo il più possibile empatico e non conflittuale.
Tuttavia, per comprendere meglio la natura di questi episodi e trovare un modo efficace per aiutare sua madre, sarebbe utile rivolgersi a uno specialista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, che possa valutare la situazione in modo approfondito e proporre un percorso di supporto mirato, sia per lei che per tutta la famiglia.
Affrontare queste difficoltà con un aiuto professionale può fare la differenza nel tutelare la salute e il benessere di sua madre e nel gestire al meglio questa complessa situazione familiare.
Dottoressa Silvia Parisi
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Buongiorno caro utente, la situazione che descrive è comprensibilmente molto delicata e carica di preoccupazione. È naturale sentirsi smarriti di fronte a comportamenti insoliti di una persona cara, specialmente quando sembrano in contrasto con ciò che conosciamo di lei. Il suo desiderio di aiutarla, senza ferirla o spaventarla, dimostra grande sensibilità.
In questi casi è importante avere uno spazio di ascolto e comprensione, in cui sia possibile esplorare insieme come affrontare la situazione, rispettando i tempi e la fragilità di sua madre, ma anche i suoi vissuti di figlia. Se lo desidera, possiamo approfondire questo momento insieme in un incontro: può prenotare una visita scrivendomi o contattarmi per qualsiasi informazione, sono disponibile anche online. Sarà un primo passo concreto per dare ordine e senso a ciò che sta accadendo.
Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
In questi casi è importante avere uno spazio di ascolto e comprensione, in cui sia possibile esplorare insieme come affrontare la situazione, rispettando i tempi e la fragilità di sua madre, ma anche i suoi vissuti di figlia. Se lo desidera, possiamo approfondire questo momento insieme in un incontro: può prenotare una visita scrivendomi o contattarmi per qualsiasi informazione, sono disponibile anche online. Sarà un primo passo concreto per dare ordine e senso a ciò che sta accadendo.
Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Quando un genitore inizia a mostrare comportamenti inusuali come sottrazioni ripetute, negazione persistente o cambiamenti comportamentali improvvisi, è importante sospendere il giudizio e accendere l’ascolto. Spesso, dietro questi segnali si nasconde qualcosa di più profondo: declino cognitivo lieve, disorientamento affettivo o anche una strategia inconscia di controllo in risposta a un senso di fragilità crescente.
È normale sentirsi divisi tra il desiderio di proteggere e la paura di ferire. Ma evitare il confronto può lasciare spazio all’escalation del sintomo. In questi casi, non è solo questione di “chiedere spiegazioni”, ma di creare uno spazio sicuro dove poter osservare, senza accusare, e dove poter eventualmente coinvolgere figure professionali come un neuropsicologo, uno psicoterapeuta familiare o un geriatra comportamentale.
Aiutare non significa avere tutte le risposte, ma avere il coraggio di accogliere il disagio e cercare uno sguardo esperto che possa aiutarti a distinguere tra gesto volontario, sintomo psicologico o segnale di deterioramento cognitivo.
È normale sentirsi divisi tra il desiderio di proteggere e la paura di ferire. Ma evitare il confronto può lasciare spazio all’escalation del sintomo. In questi casi, non è solo questione di “chiedere spiegazioni”, ma di creare uno spazio sicuro dove poter osservare, senza accusare, e dove poter eventualmente coinvolgere figure professionali come un neuropsicologo, uno psicoterapeuta familiare o un geriatra comportamentale.
Aiutare non significa avere tutte le risposte, ma avere il coraggio di accogliere il disagio e cercare uno sguardo esperto che possa aiutarti a distinguere tra gesto volontario, sintomo psicologico o segnale di deterioramento cognitivo.
Buongiorno! Descrive una situazione in cui è molto difficile per un* figli* prendere la decisione “giusta”. A questo si aggiunge la preoccupazione, il vissuto di impotenza e il senso di colpa che ne consegue. Considerato le poche informazioni disponibili e le caratteristiche del contesto, proverò a dare un piccolo contributo di pensiero. La mamma è in pensione, ha perso il marito, la salute fa i capricci, i figlioli sono grandi e indipendenti. Nella vita ha costruito tanto e, forse, il tempo che trascorre la fa sentire priva di ciò per cui ha vissuto, priva di valore. Queste sparizioni potrebbero essere un tentativo di comunicare uno stato interno che non riesce ad esprimere diversamente: “… il tempo mi sta derubando… mi sta portando via le cose più importanti… chi sono senza lavoro, marito, figli…”. Potrebbero anche essere un sintomo, una soluzione di compromesso, che permette di tenere a bada qualcosa di più grave e doloroso (lei parla di possibili gesti di autolesionismo). Se non riuscite a comunicare con la mamma e farle arrivare la vostra sincera apprensione, potrebbe essere di aiuto il medico di famiglia, il parroco, un’amica, insomma una figura terza con la quale ha un rapporto di fiducia e dalla quale non si senta giudicata. Nel caso in cui si accorga che le cose peggiorano, che il comportamento trascenda verso qualcosa di più preoccupante o aggressivo, che non c’è alcuna possibilità di comunicazione, potrebbe rivolgersi al Centro di Salute Mentale (CSM) più vicino per un colloquio con gli operatori e valutare con loro il da farsi. In bocca al lupo
Buongiorno, grazie per aver condiviso la tua situazione con tanta chiarezza. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare comportamenti insoliti di una persona cara, specialmente quando si tratta della propria madre. I comportamenti che descrivi, come la sottrazione di oggetti e la negazione di tali azioni, possono essere sintomi di condizioni cognitive come la demenza.
In età avanzata, comportamenti come la sottrazione di oggetti, l'occultamento e la negazione possono essere legati a disturbi cognitivi, tra cui la demenza. Ad esempio, il "delirio di latrocinio" è un fenomeno in cui la persona crede che gli oggetti siano stati rubati, quando in realtà potrebbe averli nascosti o dimenticato dove li ha messi.
Strategie pratiche per affrontare la situazione:
1. Evitare il confronto diretto: Invece di accusare o insistere sulla verità, è più efficace rassicurare la persona e aiutarla a cercare l'oggetto smarrito.
2. Monitorare i comportamenti: Tenere un diario dei comportamenti insoliti può essere utile per fornire informazioni dettagliate ai professionisti della salute.
3. Consultare un medico specialista: È importante coinvolgere un neurologo o un geriatra per una valutazione approfondita delle condizioni cognitive di tua madre.
4. Coinvolgere i familiari: Informare i parenti stretti della situazione può aiutare a creare un ambiente di supporto e comprensione.
In età avanzata, comportamenti come la sottrazione di oggetti, l'occultamento e la negazione possono essere legati a disturbi cognitivi, tra cui la demenza. Ad esempio, il "delirio di latrocinio" è un fenomeno in cui la persona crede che gli oggetti siano stati rubati, quando in realtà potrebbe averli nascosti o dimenticato dove li ha messi.
Strategie pratiche per affrontare la situazione:
1. Evitare il confronto diretto: Invece di accusare o insistere sulla verità, è più efficace rassicurare la persona e aiutarla a cercare l'oggetto smarrito.
2. Monitorare i comportamenti: Tenere un diario dei comportamenti insoliti può essere utile per fornire informazioni dettagliate ai professionisti della salute.
3. Consultare un medico specialista: È importante coinvolgere un neurologo o un geriatra per una valutazione approfondita delle condizioni cognitive di tua madre.
4. Coinvolgere i familiari: Informare i parenti stretti della situazione può aiutare a creare un ambiente di supporto e comprensione.
Buongiorno, capisco la sua angoscia per sua madre e penso che sia difficile vedere una persona cara stare male e sentirsi impotente. Se ha bisogno mi rendo disponibile per trovare insieme a lei una strategia per parlare con sua madre facendole capire che vuole solo il suo bene.
Se vuole sono la dott.ssa Laura Bini e sono disponibile anche on line ovviamente.
Cari saluti
Se vuole sono la dott.ssa Laura Bini e sono disponibile anche on line ovviamente.
Cari saluti
Buongiorno, in questi casi l'attacco al sintomo risulta essere inefficace, soprattutto nei casi in cui esso sia in egosintonia con la persona (non genera fastidio, non se ne ha consapevolezza). Le consiglio, per far accedere sua mamma ad un consulto di tipo medico e/o psicologico, di agganciarla non su questi tipi di comportamenti ma su temi che lei sente fastidiosi come ad esempio il nervosismo per il cantiere sopra casa, quindi proporle un aiuto per gestire questo tipo di stress e non il comportamento che attualmente lei non riconosce come problematico. Da lì farsi aiutare dal professionista per la gestione del problema.
Salve,
immagino la situazione non sia per nulla facile riguardando un affetto così importante.
Non so se nel caso di sua madre potrebbe avere senso fare preventivamente un passaggio con un professionista neurologo per valutare la possibilità che dietro ad alcuni comportamenti non ci siano alcuni fragilità di tipo biologico: se dovessero essere presenti, il lavoro sulla consapevolezza (per quanto possibile) sarebbe secondario ad uno primario di "messa in sicurezza" di eventuali valori o oggetti che la madre potrebbe prendere, con tutti i rischi annessi e connessi.
Per il resto, resto a disposizione se volesse un confronto più ampio rispetto al come agire.
Cordialmente
Dott. Sebastiano Pegorer
immagino la situazione non sia per nulla facile riguardando un affetto così importante.
Non so se nel caso di sua madre potrebbe avere senso fare preventivamente un passaggio con un professionista neurologo per valutare la possibilità che dietro ad alcuni comportamenti non ci siano alcuni fragilità di tipo biologico: se dovessero essere presenti, il lavoro sulla consapevolezza (per quanto possibile) sarebbe secondario ad uno primario di "messa in sicurezza" di eventuali valori o oggetti che la madre potrebbe prendere, con tutti i rischi annessi e connessi.
Per il resto, resto a disposizione se volesse un confronto più ampio rispetto al come agire.
Cordialmente
Dott. Sebastiano Pegorer
Ciao, probabilmente, da quello che descrivi, potrebbe essere importante quantomeno un consulto neurologico per capire più in maniera approfondita cosa stia succedendo a mamma. Credo che per come scrivi possa essere in primis importante la tua presenza e il tuo sostegno, in qualità di figlia, parlando di ciò che puoi e non puoi fare. In termini di consapevolezza credo che sia una questione abbastanza più complicata, nel senso che dipende poi soprattutto dal suo grado di lucidità, su cui in realtà tu puoi molto poco. E' importante, anche se sofferente, legittimarsi il proprio confine di aiuto, in base alle proprie possibilità, ruoli e funzioni. Di certo, però, il tuo esserci, il tuo sostegno, può solo aiutarla.
Buonasera, le consiglierei di far valutare la sua mamma da un geriatra/neurologo, per escludere coinvolgimenti di tipo neurologico. nel frattempo sarebbe utile non pressarla ulteriormente rispetto agli episodi da lei descritti previa visita medica. saluti
Buongiorno,
spiacente per la situazione e posizione scomoda che presenta.
Credo un confronto professionale possa essere utile. Potrebbe essere occasione per approfondire se e come coinvolgere la madre oppure se avviare un lavoro indiretto (ulteriori fragilità e risorse).
Per ora ci tengo a sottolineare che, nonostante l'affetto e il desiderio di esserci per le persone a cui teniamo, ogni adulto è responsabile per sé.
Lo scrivo perchè spesso lavoro con parenti (genitori e figli) che si sentono molto caricati-schiacciati per una presa in carico sovrastimata.
Spero questo possa esserLe di supporto.
Saluti
spiacente per la situazione e posizione scomoda che presenta.
Credo un confronto professionale possa essere utile. Potrebbe essere occasione per approfondire se e come coinvolgere la madre oppure se avviare un lavoro indiretto (ulteriori fragilità e risorse).
Per ora ci tengo a sottolineare che, nonostante l'affetto e il desiderio di esserci per le persone a cui teniamo, ogni adulto è responsabile per sé.
Lo scrivo perchè spesso lavoro con parenti (genitori e figli) che si sentono molto caricati-schiacciati per una presa in carico sovrastimata.
Spero questo possa esserLe di supporto.
Saluti
Buongiorno cara utente, la situazione di sua madre pare molto complessa. Con i furti sua madre sta segnalando un disagio più profondo, forse si sente sola ed inconsciamente sta attirando l'attenzione su di sè in questo modo apparentemente bizzarro. Credo che potrebbe essere utile comprendere come si sente, in che relazione è con le persone a cui ha sottratto gli oggetti. E' forse arrabbiata con queste persone o cosa altro. Più che affrontare il discorso del furto che potrebbe farla sentire a disagio sarebbe opportuno comprendere come realmente sta sua madre. Resto a disposizione per ulteriori informazioni, un caro saluto. Dott.ssa Rosalba Aiazzi
Gentile utente,
Buongiorno!
Quello che sta vivendo potrebbe avere risvolti estremamente delicati e dolorosi, che toccano diversi ambiti: affettivo, familiare, medico e psicologico.
Le propongo alcune ipotesi su come affrontare questo momento, ma la invito comunque a richiedere un consulto specialistico.
Il comportamento di sua madre (come sottrarre oggetti, negare l’evidenza o agire in modo anomalo) potrebbe non essere necessariamente un semplice “furto” in senso stretto, ma un segnale di disagio o un problema più complesso. Alcune possibili spiegazioni ( solo mie personali ipotesi) compatibili con l’età e il contesto, potrebbero riguardare: forme iniziali di demenza (ad esempio Alzheimer o demenza vascolare), che possono manifestarsi con comportamenti come sottrarre oggetti pensando di averne diritto, dimenticare dove si sono messi, diventare sospettosi o paranoici, o negare evidenze oggettivi; oppure potrebbero riguardare disturbi psichici legati a stress cronico (ad esempio il cantiere che ha menzionato), vissuto di solitudine da vedova, la pensione, che possono innescare o aggravare disturbi latenti, con sfoghi comportamentali insoliti, come un disturbo del controllo degli impulsi o un quadro ansioso/depressivo. Detto questo, è fondamentale non affrontare tutto da sola. Anche se sua madre rifiuta il dialogo diretto, può provare ad accompagnarla dal medico di base spiegando, con tatto, che le sembra stanca, stressata o un po’ più confusa del solito.In questi casi, il medico potrà valutare lo stato fisico generale (pressione, sonno, farmaci), prescrivere eventualmente una valutazione neuropsicologica o neurologica (test cognitivi, visita da geriatra o neurologo), ed escludere cause organiche (infezioni, squilibri metabolici, ecc.) che a volte possono simulare una demenza. Anche questa prima valutazione può aiutare a capire se si tratta di un disturbo reversibile o di un esordio più serio. Sarebbe inoltre importante evitare confronti diretti sul “furto” (come domande tipo “hai preso?” o “perché menti?”), perché possono aumentare la difesa e la negazione di sua madre, generando litigi. Le suggerisco di usare un tono più preoccupato e affettuoso, con frasi come “Mamma, ti sento più agitata del solito. Mi preoccupo per te perché sei importante per me.” Potrebbe essere utile coinvolgere una persona che lei rispetta (medico, amica fidata, parente neutro) per accompagnarla a un primo controllo senza allarmarla. Capisco che prendersi cura di un genitore che attraversa un possibile cambiamento psichico sia impegnativo e difficile. Per questo potrebbe esserle molto utile parlare con un neuropsicologo, che potrà fornirle strumenti comunicativi e aiutarla a gestire la situazione in modo graduale e protettivo.Se la situazione dovesse peggiorare, con comportamenti pericolosi o fortemente alterati, valuti un consulto specialistico urgente (geriatra o neuropsichiatra).
Se vuole può scrivere un messaggio per il medico in cui spiega che da qualche tempo sua madre presenta cambiamenti significativi nel comportamento e nelle capacità cognitive, specificando che lei non è consapevole o tende a minimizzare questi cambiamenti, rendendo difficile affrontare la questione direttamente. L’obiettivo è trovare un modo delicato ma efficace per coinvolgerla in una valutazione.
Le auguro di trovare risposte e supporto adeguato in questo momento così delicato.
Un cordiale saluto
Dott. Francesco Paolo Coppola (Napoli, on line o in presenza), 9 giugno 2025
Cara lettrice, quello che descrivi tocca corde delicate. Non c'è solo la preoccupazione per tua madre — c'è anche un grande senso di responsabilità, quasi a volerla proteggere da sé stessa e dagli altri. Ti capisco: è un peso sottile ma continuo, che spesso logora più del problema in sé. Tua madre sembra attraversare un periodo difficile, e questi piccoli atti — le chiavi, gli oggetti — potrebbero non essere segnali di una vera malattia psichiatrica o geriatrica. A volte sono proteste silenziose, richieste indirette d’attenzione, piccoli gesti di riappropriazione quando ci si sente spossessati di tutto, perfino della voce. Ma anche il tuo allarme, la tua fatica, meritano ascolto. Forse è proprio a te che questa situazione sta chiedendo qualcosa: uno spazio tuo, in cui non devi avere sempre il ruolo di mediatrice o di figlia forte.
Ti propongo questo:
la sera, prima di dormire, prova a sdraiarti sul letto, mani sul ventre. Metti una musica che ti calma (può bastare un brano di Satie o qualcosa che ami). Senti l’aria entrare e uscire, e lascia che il respiro incontri lo stomaco — il punto dove si accumula spesso la tensione. Non fare nulla, solo respira e ascolta.
Non è una cura. Ma a volte, può aprire una soglia nuova.
E se vuoi, possiamo parlarne insieme. Per tua madre… ma forse anche per te. Se vuoi, posso condividere con te un piccolo esercizio. Non cura nulla, ma a volte illumina una soglia.
Cara lettrice, quello che descrivi tocca corde delicate. Non c'è solo la preoccupazione per tua madre — c'è anche un grande senso di responsabilità, quasi a volerla proteggere da sé stessa e dagli altri. Ti capisco: è un peso sottile ma continuo, che spesso logora più del problema in sé. Tua madre sembra attraversare un periodo difficile, e questi piccoli atti — le chiavi, gli oggetti — potrebbero non essere segnali di una vera malattia psichiatrica o geriatrica. A volte sono proteste silenziose, richieste indirette d’attenzione, piccoli gesti di riappropriazione quando ci si sente spossessati di tutto, perfino della voce. Ma anche il tuo allarme, la tua fatica, meritano ascolto. Forse è proprio a te che questa situazione sta chiedendo qualcosa: uno spazio tuo, in cui non devi avere sempre il ruolo di mediatrice o di figlia forte.
Ti propongo questo:
la sera, prima di dormire, prova a sdraiarti sul letto, mani sul ventre. Metti una musica che ti calma (può bastare un brano di Satie o qualcosa che ami). Senti l’aria entrare e uscire, e lascia che il respiro incontri lo stomaco — il punto dove si accumula spesso la tensione. Non fare nulla, solo respira e ascolta.
Non è una cura. Ma a volte, può aprire una soglia nuova.
E se vuoi, possiamo parlarne insieme. Per tua madre… ma forse anche per te. Se vuoi, posso condividere con te un piccolo esercizio. Non cura nulla, ma a volte illumina una soglia.
Valuterei un approfondimento neurologico soprattutto se questa condotta è recente e decontestualizzata da qualsiasi attrito con i parenti vari.
Buongiorno gentile utente,
la storia che ci descrivere, sembrerebbe profilare un disturbo da cleptomania, spesso associato a bulimia nervosa e crisi depressive. Si ruba per l'ebbrezza del furto, indipendentemente dal ragionevole valore dell'oggetto, che diviene così un comportamento, atto a destare emozioni forti ed appaganti, su di un fronte prettamente sensoriale, meno cognitivo, tanto che spesso, i proventi furto, vengono abbandonati se non occultati, per una ritrovata coscienza, che ingiungerà emozioni negative associate, determinando una spirale senza soluzione di continuità.
Talvolta, con la crescita, questi fenomeni regrediscono, ma data l'età della signora tenderei ad escluderla come possibilità.
Dunque, se teme che parlargliene, mettendola a confronto, con la possibilità di farsi curare, valuti che, trattasi di patologia psichica comportamentale, dunque scelga per il mal minore, a fronte di una meno auspicabile, condanna penale per appropriazione indebita, come talvolta accade a soggetti colti in flagranza di reato, magari in supermercati, negozi, o centri commerciali, con conseguenze anche psicologiche assai peggiori.
Il suggerimento è per tali ragioni, di discutere con sua madre, fosse non altro per evitare di colludere con la persistenza, di un problema acclarato.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
la storia che ci descrivere, sembrerebbe profilare un disturbo da cleptomania, spesso associato a bulimia nervosa e crisi depressive. Si ruba per l'ebbrezza del furto, indipendentemente dal ragionevole valore dell'oggetto, che diviene così un comportamento, atto a destare emozioni forti ed appaganti, su di un fronte prettamente sensoriale, meno cognitivo, tanto che spesso, i proventi furto, vengono abbandonati se non occultati, per una ritrovata coscienza, che ingiungerà emozioni negative associate, determinando una spirale senza soluzione di continuità.
Talvolta, con la crescita, questi fenomeni regrediscono, ma data l'età della signora tenderei ad escluderla come possibilità.
Dunque, se teme che parlargliene, mettendola a confronto, con la possibilità di farsi curare, valuti che, trattasi di patologia psichica comportamentale, dunque scelga per il mal minore, a fronte di una meno auspicabile, condanna penale per appropriazione indebita, come talvolta accade a soggetti colti in flagranza di reato, magari in supermercati, negozi, o centri commerciali, con conseguenze anche psicologiche assai peggiori.
Il suggerimento è per tali ragioni, di discutere con sua madre, fosse non altro per evitare di colludere con la persistenza, di un problema acclarato.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Gentile utente, Il percorso per aiutare tua madre potrebbe non essere semplice, ma la tua volontà di darle supporto è già un passo fondamentale. Agire con empatia, cercando di comprendere il problema con l'aiuto di un psicologo, può fare una grande differenza. Ricorda di prenderti cura anche di te stessa durante questo processo, cercando sostegno emotivo da amici, famiglia o professionisti, se necessario.
Ogni piccolo progresso può rappresentare un passo verso una maggiore serenità per tua madre e per la tua famiglia.
Ogni piccolo progresso può rappresentare un passo verso una maggiore serenità per tua madre e per la tua famiglia.
Salve, sembra una situazione di una certa gravità. Le posso consigliare specie se il comportamento si aggrava di farle fare una visita neurologica e anche psichiatrica. L'oppositività e le amnesie se presenti possono essere associate ad un deterioramento mentale e/o a malattia psichiatrica e organica.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
E' una situazione alquanto delicata e capisco la difficoltà di come affrontarla. Non so se lei è sola o ci sono altri fratelli in famiglia; forse eventualmente dovreste parlarle insieme. Comunque sia io penso che dovrebbe parlarle apertamente e magari accompagnarla emotivamente a riconoscere che c'è un problema, che ha bisogno di aiuto e forse anche attraverso qualche esame escludere che ci siano delle patologie al momento silenti. Cordiali saluti
Buonasera. In certi casi sarebbe meglio parlarne con un professionista anche riguardo all'ansia che tali comportamenti suscitano nelle persone vicine a sua madre e in questo caso lei. Quando tali situazioni sono ripetitive possono esserci diverse cause all'origine ma la reazione di chi sta vicino può portare a distress (stress negativo).
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